mercoledì 17 dicembre 2014

Ecco dove finiscono realmente i soldi delle donazioni

TELETHON FINANZIA LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE


Ecco dove finiscono realmente i soldi delle donazioni


Siamo ipocrisia, ignoranza. La razza umana sta raggiungendo livelli di malvagità raccapriccianti, in un fallace scenario di solidarietà e giustizia con i contorni di un buon televisore, un assassino in camice bianco e una buona dose di indifferenza.
Addestrati a dar per buono tutto ciò che dicono i “medici” la televisione ed i troppi servi di un sistema marcio!
La scienza assassina si nutre di ignoranza, di indifferenza, di gente che non ha la minima idea di cosa “la ricerca” possa fare a un cagnolino indifeso, a un gatto, a una scimmia e a tante altre splendide creature. Ma tutto potrebbe essere giustificato… si “sacrificano” gli animali per “debellare” malattie come il cancro. Quanti di coloro che stanno leggendo questo articolo hanno la minima idea di cosa sia la vivisezione, di come questi scienziati stiano sprecando denaro e tempo a procurare tumori artificiali a topi, cani ecc, tentando poi di curarli, di come questa farsa sia mascherata da maratone televisive tipo Telethon… quanti di voi si sono chiesti dove vanno a finire i soldi che un “buon” cittadino ha donato alla causa?
Introduciamo prima di tutto il termine VIVISEZIONE. Con il termine vivisezione si intendono tutte le forme di sperimentazione su animali e non solo quelle che implicano il sezionamento da vivi di quest’ultimi. Nel gran segreto di tutti, in laboratori di tutto il mondo 300 milioni di animali ogni anno vengono avvelenati, ustionati, mutilati, decerebrati, drogati, immobilizzati per anni in apparecchi di contenzione, lasciati morire di fame e di sete, sottoposti a scariche elettriche, a traumi fisici e psicologici e a cruenti operazioni chirurgiche. In gran parte dei casi non viene utilizzata alcuna anestesia, perché sarebbe una perdita di tempo e potrebbe interferire con l’esperimento, ma spesso i vivisettori hanno cura di tagliare agli animali le corde vocali per non sentirne i lamenti e poter praticare quella che definiscono “la disciplina del silenzio” (nessuno deve sentire – nessuno deve sapere).

Chi “ha studiato”, chi “ricerca” per migliorare la qualità della vita dovrebbe avere un forte senso di “umanità”(?), empatia, compassione… ma come può un mostro capace di vivisezionare un creatura senziente avere a cuore la vita? Ecco… probabilmente non ce l’ha… probabilmente ha a cuore altre cose (denaro? Potere?)… l’industria farmaceutica legata naturalmente alla scienza medica ed alla ricerca ha introiti miliardari e nessun interesse per la salute... (qualcuno ricorda la vicenda della casa farmaceutica Glaxosmithkline che in accordo con i “medici di famiglia” aveva organizzato delle “raccolte punti”, in base alla quantità di medicinali Glaxosmithkline che il medico prescriveva in un certo lasso di tempo ai poveri pazienti, c’erano dei “premi”… assegni, viaggi, tv color ecc!).
Il metodo scientifico basato sulla vivisezione non ha alcun beneficio per l’umanità, è anzi fuorviante per il semplice fatto che le reazioni alle migliaia di sostanze chimiche sono diverse di specie in specie, per il semplice fatto che un tumore o qualsiasi altra malattia indotta artificialmente in laboratorio su un topo o su un cane è nettamente differente da un tumore sviluppatosi “spontaneamente” in un essere umano!
Ma ecco cosa dicono i veri scienziati… chirurghi, fisiologi e premi Nobel come Robert Koch:“Dopo una trentina d’anni di ricerche sulle cause e la cura del cancro, che cosa abbiamo? Una montagna di dati e supposizioni ottenuti con molta fatica da fonti animali, ma che non hanno maggior valore d’un tumore: un tumore che non è di alcun giovamento per l’uomo, e decisamente nemmeno per i topi… Adesso vediamo a quale deplorevole spreco di energia, abilità e danaro può condurre questo genere di insensate fatiche accademiche… Ne abbiamo ricavata un’unica indicazione utile, seppure negativa: che il problema delle cause del cancro non é risolvibile attraverso animali da laboratorio”.“Nessun ricercatore su animali è in grado di fornire una sola indicazione utile per una malattia umana”.
-“Nessun cancro degli animali ha un rapporto con un cancro degli umani”.
-“Purtroppo conosceremo l’effetto sulla nostra salute delle migliaia di composti chimici soltanto in un futuro non precisabile, in quanto essi agiscono molto lentamente nel tempo e per accumulo”.

Ma perché si continua a praticarla? Nonostante siano disponibili da sempre metodi di studio e di ricerca che non prevedano la tortura di animali; nonostante nessun serio progresso della chirurgia o della medicina sia stato acquisito tramite l’utilizzo di animali in laboratorio, ma anzi questa pratica abbia rallentato molte scoperte; nonostante oramai negli ambienti scientifici siano evidenti e dimostrate la futilità e l’ipocrisia di tale pratica, la vivisezione continua ad essere largamente praticata. I motivi che sostengono la vivisezione non sono scientifici, ma puramente economici. La vivisezione viene ancora praticata perché è un vero e proprio alibi legale per le industrie, che così potranno difendersi nel caso probabile di vittime dei loro prodotti dicendo di aver svolto i test di dovere.
La stessa ditta produttrice del talidomide si difese in tribunale in questo modo aggiungendo che i test su animali non possono dare alcuna certezza.
Siamo tutti artefici di questa ecatombe animale umana e animale non umana, il sistema ci ha reso complici… finanziamo la vivisezione con le tasse, con semplici acquisti di cosmetici, detergenti, alimenti per animali, con il nostro senso di solidarietà, quando doniamo denaro durante una delle tante raccolte fondi, ci macchiamo di un orrendo crimine contro la vita… non aiutiamo chi è malato di cancro, chi è affetto da sclerosi multipla, chi è malato di Aids, ma finanziamo l’assassinio di milioni di creature non umane e umane! Come ogni anno, la mastodontica raccolta fondi di Telethon, torna alla ribalta… invadendo le piazze, gli schermi e tanto altro… pensiamo che ci sono associazioni che finanziano la sperimentazione su animali (AIRC, AISM, ANLAIDS, ASID), associazioni che finanziano “alcuni” progetti di ricerca su animali (TRENTA ORE PER LA VITA, TELETHON), associazioni che non finanziano la ricerca su animali (UILDM, LISM, ALA ecc), associazioni che finanziano la ricerca senza l’uso di animali (LILA, LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI).
Anna Surico
Approfondimento sui test in vivo sugli animali
Per quanto riguarda i cosmetici (nella categoria cosmetici rientrano anche prodotti come bagnoschiuma, shampoo, prodotti per la pulizia della casa, saponi, dentifrici, ecc) ed ai relativi test sugli animali la questione è abbastanza complessa principalmente per il fatto che ogni singolo prodotto è costituito da una serie di sostanze chimiche che unite tra loro formano il prodotto finito. Una legge stabilisce che tutte le nuove sostanze chimiche debbano essere sottoposte a test generici sugli animali, la pericolosità e l’essenza atavica di tale legislatura è data dal fatto che la risposta all’ingestione, all’inalazione, al contatto epidermico e all’inoculazione delle innumerevoli sostanze chimiche è differente da specie a specie, questo vuol dire che se per un topo o un coniglio una sostanza risulta innocua per l’uomo o per un gatto la stessa sostanza può essere pericolosa, cancerogena o addirittura letale. A tali incongruenze scientifiche si somma poi l’aspetto etico della questione vivisezione, ma illustriamo i vari tipi di test effettuati sugli animali.
LD50: dose letale del 50% degli animali utilizzati. Risale al 1927 (che progresso abbiam fatto da allora!!!). consiste nel somministrare, con la forza ad un gruppo di animali, una particolare sostanza, per esempio un rossetto, una crema idratante, ecc, sino alla morte di metà dei soggetti. Poiché la maggior parte dei prodotti cosmetici che viene commercializzata è poco o per nulla nociva, la stragrande maggioranza dei decessi animali avviene per cause estranee alla reale tossicità dei prodotti testati; le cause di morte degli animali sono da ricondursi al deterioramento di alcuni organi vitali o arresti cardiaco per la sofferenza. Può essere usato per la valutazione della tossicità acuta m anche cronica.
DRAIZE TEST OCULARE: metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare i tessuti dell’occhio umano, consistente nell’istillare la sostanza negli occhi dei conigli albini, per poi esaminare a distanza di vari giorni i danni che essa provoca ai tessuti dell’occhio.
DRAIZE TEST CUTANEO: metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare la cute umana consistente nell’applicare la sostanza in esame sulla pelle depilata o abrasa (in punti molto delicati, mucose nasali, ano, vagina), per poi valutare a distanza di tempo l’irritazione provocata.
TEST DI CANCEROGENICITÁ: test finalizzato a stabilire se una sostanza è o meno cancerogena (per gli animali su cui si sperimenta non per l’uomo, ovviamente!). Generalmente vengono usati roditori ai quali viene fatta ingerire o inalare la sostanza per un periodo anche di diversi anni. In seguito gli animali vengono uccisi e sottoposti ad autopsia per stabilire la presenza di eventuali tumori nei loro tessuti. Queste sono le pratiche orrende e inattendibili che si celano dietro diciture come “dermatologicamente testato” o “testato clinicamente” ma anche la dicitura “non testato su animali” e il simpatico coniglietto presente sulle confezioni di molti cosmetici ha un significato ambiguo e relativo perché fa riferimento al prodotto finito non ai singoli ingredienti, una diatriba legislativa che si trascina da troppi anni (un esempio tra tanti riguarda proprio i test sul prodotto finito: Al primo gennaio 1998 è stata ipotizzata dalla Commissione la preparazione di una proposta per il divieto di utilizzo di animali per i soli test sul prodotto finito, in quanto la Commissione ha rilevato che in questo campo non erano più necessari test su animali, allo stato corrente del progresso tecnologico. Questo divieto non è comunque mai stato effettivamente sviluppato e posto in essere. Riportiamo di seguito una lista di prodotti quanto più chiara e aggiornata invitando al boicottaggio delle ditte che testano su animali!
Anna Surico
DAL 2013 STOP AI TEST SU ANIMALI



E’ stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.87 del 15 aprile 2005 il Decreto Legislativo n.50 del 15 febbraio scorso con cui il Governo Italiano ha recepito le direttive europee 2003/15/CE e 2003/80/CE in materia di prodotti cosmetici.
Attualmente sono circa 40.000 gli animali impiegati ogni anno in Europa per testare gli ingredienti di creme, saponi e rossetti, ma entro otto anni nessun animale sarà più sacrificato, se saranno rispettate le scadenze previste nelle Direttive che regolano la produzione di cosmetici in Europa.
Sono quattro le novità per gli animali introdotte dal DL n.50/05 per il settore della produzione di cosmetici in Italia:
-divieto di eseguire test su animali dei prodotti cosmetici finiti a partire dall’11 settembre 2004;
-divieto di commercializzare prodotti cosmetici finiti che abbiano subito test su animali a partire dall’11 settembre 2004: (il bando commerciale garantisce che anche i prodotti cosmetici finiti provenienti dal mercato extra europeo non siano testati su animali);
-la cessazione dei test su animali per materie prime cosmetiche entro il 2013;
-il divieto di indicare il prodotto come “non testato su animali”, a meno che non sia garantito che il test non viene compiuto in nessun punto della filiera produttiva e non solo sul prodotto finito, dall’11 marzo 2005.
 
Scarica il volantino contro la vivisezione o quello da diffondere su Telethon
 

Nessun commento:

Posta un commento

artecultura@hotmail.it