lunedì 28 luglio 2014

Costa Concordia: Tu chiamale se vuoi: coincidenzeeeee

Costa Concordia: Tu chiamale se vuoi: coincidenzeeeee… La rete non dimentica…
27lug

E così il relitto della nave Costa Concordia è arrivato oggi al porto di Genova. Adesso si parlerà ovviamente del successo della grande impresa italiana, della qualità ingegneristica che si è dimostrato al mondo intero e quindi da essere considerata l’Italia, un paese all’avanguardia! Che riesce si, in imprese mastodontiche come questa ma che non riesce – si fa per dire – ad uscire dalla sua recessione economica…  Gli avvoltoi dei media non mancheranno di distrarre le masse con le varie notizie sulle procedure di demolizione della medesima nave!
Costa Concordia: un accadimento macchiato da troppi “simbolismi massonici” per essere considerato un incidente…
Spesso si dice che la rete, non dimentica. Grazie ad essa faremo adesso una specie di viaggio a ritroso sull’accadimento della nave Costa Concordia utilizzando varie informazioni che circolarono in rete dopo la tragedia in cui morirono, ricordiamo, 32 persone compreso una bambina; più un subacqueo nei lavori nel relitto incagliato sull’isola del Giglio.
  Era la notte del 13.01.2012 . Quello stesso giorno accadde che l’agenzia standard & poor’s (agenzia dove il premier italiano 2012 – oggi ex premier – ebbe modo di lavorarci) declassa mezza Europa!
sul giornale
Vengono declassate guarda caso 13 nazioni: Olanda, Svezia, Belgio, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Francia, Germania, Spagna, Austria e Polonia.  Il nome Concordia fa riferimento all’unità e alla pace fra le nazioni europee. I suoi 13 ponti hanno i nomi di altrettanti Stati europei… coincidenze?
Sembra che la chiave di tale affondamento sia: Affondare la nave dedicata all’Europa per poi affondare l’Europa dei popoli grazie all’attuale crisi creata a tavolino dalle banche. Ancora coincidenze?
“Tu chiamale se vuoi: coincidenzeeeee…..” 
La visita
Il 14/01/2012 l’ex premier italiano 2012 (membro di rilievo degli ordini mondialisti come il bilderberg, la trilaterale, l’aspen) regalò al papa benedetto (da chi?) XVI (il penultimo dei papi cooptati dalla massoneria) un facsimile degli “Atlanti nautici” del 1500 di Francesco Ghisolfo.
anche simbolico  Questo che vedete è il fotogramma dove il papa sfogliando le pagine di uno degli Atlanti si lascia scappare con un sorriso l’espressione: “…anche simbolico”. L’antico codice degli Atlanti contiene carte nautiche con le rotte oceaniche verso il “nuovo mondo”.
La concordia affonda dopo essersi incagliata davanti all’isola del Giglio. CONCORDIA è anche il nome della prima loggia massonica italiana nata a Firenze (1861-2000) da cui poi nacque il “grande oriente d’italia”, anch’essa nata a Firenze. Il simbolo di Firenze è appunto il GIGLIO.
Ritornando ad oggi, anche il premier italiano 2014 è andato ad accogliere il relitto sulla banchina del porto di Genova. Non sono mancate le critiche come: è lì per fare la passerella politica… Comunque sia, poteva mai mancare l’ex primo cittadino di Firenze, città il cui simbolo come abbiamo detto è il GIGLIO; poteva mai mancare egli a un evento così mediatico dell’arrivo della CONCORDIA, relitto simbolico di un paese destinato allo stesso smantellamento?
Smantellamento di ciò che si era raggiunto come il Titolo V nel 2001:
referendum E si, il premier italiano 2014, deve completare il lavoro dei suoi predecessori premier, come fare le riforme, tra queste mettere mano al Titolo V e cioè togliere l’autonomia alle regioni. Togliere i poteri a Regioni, Province e Comuni, e dandoli allo Stato così che possa gestire le utilities quali luce, gas, acqua ecc. e dando il via libera a privatizzazioni a go-go. Anche dell’acqua, che è da sempre un bene pubblico. E che fretta che hanno di fare le riforme! Che fretta che hanno di smantellare il paese Italia!


Mariella
 

giovedì 17 luglio 2014

L' Ultimo Camerlengo: ECCO PERCHE' DOMANI LA CORTE D'APPELLO ASSOLVERA' ...

L' Ultimo Camerlengo: ECCO PERCHE' DOMANI LA CORTE D'APPELLO ASSOLVERA' ...: Probabilmente con una certa sofferenza, Luigi Ferrarella riporta sul Corriere la sostanza delle arringhe difensive dei nuovi avvocati di B...

Il punto di Giulietto Chiesa – La ballata di Federica Mogherini | Pandora TV

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Cognome della madre ai figli, il testo in Aula alla Camera. Ma il voto slitta subito - Il Fatto Quotidiano

Cognome della madre ai figli, il testo in Aula alla Camera. Ma il voto slitta subito - Il Fatto Quotidiano

Ritengo saggio e giusto che il nuovo soggetto abbia entrambi i cognomi (obbligatoriamente) dei suoi genitori. In altri paesi è normale avere il cognome del padre e della madre in Italia è sempre la stessa idiozia.

Riforme, Rodotà: 'Avremo un governo padrone del sistema costituzionale' - Il Fatto Quotidiano

Riforme, Rodotà: 'Avremo un governo padrone del sistema costituzionale' - Il Fatto Quotidiano

mercoledì 16 luglio 2014

Ho venduto l’anima al diavolo

Ho venduto l’anima al diavoloErnesto Burgio e Giovanni Peronato – tratto da http://www.nograzie.eu/
L’ultimo della famiglia dei pentiti di Big Pharma è John Virapen, ex direttore della Eli Lilly Svezia, che al suo 74° compleanno ha scritto una confessione professionale insolita. Per ironia della sorte, il suo libro (Médicaments, effets secondaires: la mort) è uscito in Francia giovedì 17 aprile 2014, dopo la morte di Jacques Servier, il padrone dell’azienda responsabile del caso benfluorex.
Per anni a volte nelle prime ore del giorno sagome spettrali mi appaiono in sogno - scrive nell'introduzione. Sbattono la testa contro il muro o si tagliano braccia e gola con il rasoio. Mi sono reso conto che avevo indirettamente contribuito alla morte di persone le cui ombre mi perseguitano. Io, ovviamente, non ho ucciso nessuno direttamente , ma ora non posso non sentirmi in parte responsabile di queste morti. Ero uno strumento, un esecutore, [ ... ] mi sono lasciato usare senza pormi troppe domande. Ho venduto la mia anima al diavolo.”
Entrato in azienda nel 1968, dopo soli 13 anni diviene il direttore delle vendite di Eli Lilly per la Svezia. Rivela i patti inconfessabili con gli opinion leaders, nella fattispecie un esperto consulente presso il Ministero della Salute, pagato con salario fisso per difendere l’azienda dagli attacchi dei media soprattutto riguardo gli effetti collaterali dei farmaci: scrivendo articoli elogiativi su riviste scientifiche, riusciva a rassicurare i lettori (medici).
Nel 1986 viene lanciato il Prozac (fluoxetina), l’antidepressivo più prescritto al mondo fino a quando il brevetto scadde, nel 2001, e John Virapen commette l’azione che più lo tormenterà: aver promosso un farmaco di cui conosceva bene gli effetti pro-suicidiari (per gli effetti collaterali reali degli psicofarmaci, consultare il sito web della sorveglianza sanitaria indipendente di David Healy, un ricercatore dell’Università di Cardiff, http://davidhealy.org/call-for-papers/) e la cui superiorità rispetto al placebo non è stata tutt’oggi stabilita. Il Ministero della Salute svedese aveva scelto un esperto per decidere sulla registrazione della fluoxetina, esperto il cui nome era mantenuto segreto per non scatenare la pressione delle lobbies.
Virapen però lo scova e gli offre una somma elevata per ottenere una rapida registrazione sottacendo il problema dell’aumento dei suicidi. Nel file originale, ad esempio, si poteva leggere: “Su dieci persone che hanno preso il principio attivo, 5 avevano allucinazioni e fecero un tentativo di suicidio, 4 con successo.” In quello definitivo “Gli ultimi 5 hanno presentato vari effetti collaterali.”
Il riferimento ai suicidi da fluoxetina durante la fase di sperimentazione era scomparso. Eppure, stranamente, queste rivelazioni non sembrano suscitare l’orrore e le reazioni che dovrebbero. Come se il crimine in questo campo fosse inevitabile, e l’industria farmaceutica fosse impossibile da controllare, al di sopra della legge, al di sopra degli Stati.
La confessione sorprende, ma non più di tanto, perché non è certo la prima volta che vengono alla luce segreti inconfessabili dell’industria farmaceutica. Si possono citare Bernard Dalbergue, ex dirigente Merck, che ha definito di recente il vaccino anti HPV Gardasil uno dei più grandi scandali nella medicina di tutti i tempi, un farmaco inutile che costa una fortuna. Peter Rost, che nel suo 7Global Pharma racconta alcune vicende di Pfizer riguardanti il Genotropin, poi riprese in Sicko di Michael Moore. Infine, ma non ultimo, Peter Gøtzsche nel suo recentissimo Deadly Medicines and Organized Crime.
 fonte:disinformazione.it

TTIP: l’accordo economico segreto internazionale che cambierà il mondo

TTIP: l’accordo economico segreto internazionale che cambierà il mondoRedazione A Sud, di Giuseppe Montalbano su “Il Corsaro”
Il Transatlantic Trade and Investment Partnership istituirà la più grande area di libero scambio del pianeta
Nel generale silenzio dei grandi media, relegato in fondo alle pagine e ai siti specialistici di economia internazionale, al riparo da ogni pericolo di dibattito pubblico fra le diverse sponde dell’atlantico e del pacifico, un ristretto gruppo di negoziatori governativi e un numero di gran lunga più alto di lobbisti per conto delle più potenti multinazionali  stanno pianificando da almeno quattro anni i due più mastodontici trattati commerciali internazionali del ventunesimo secolo.
Un enorme programma di smantellamento delle residue barriere commerciali, giuridiche e politiche tra Stati Uniti, Europa e dodici paesi delle due sponde del pacifico, funzionale alla creazione della più grande area di libero scambio del pianeta (comprendendo economie per circa il 60% del prodotto interno lordo mondiale), sia per l’estensione geografica che per la profondità capillare con cui il programma di liberalizzazioni e deregolamentazioni abbatterà tutti gli ostacoli sul suo cammino: dai diritti del lavoro alla proprietà intellettuale, dai servizi pubblici fondamentali fino al diritto alla salute. Si tratta del Transatlantic Trade and Investment Partnership tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, secondo step del più vicino Transpacific Partnershipche l’amministrazione Obama intenderebbe concludere prima della fine dell’anno, escludendo di fatto il Congresso dalle trattative in corso e accelerando i tavoli a porte chiuse con i Paesi partner (per la precisione: Giappone, Messico, Canada, Australia, Malesia, Cile, Singapore, Perù, Vietnam, Nuova Zelanda e Brunei) e gli incontri segreti con gli oltre 600 rappresentanti delle multinazionali. I contenuti e i termini delle trattative in corso sono di fatto inaccessibili agli organi di informazione e anche ai parlamenti dei Paesi coinvolti, se non a gran parte degli stessi governi, è precluso un accesso integrale alle bozze sugli accordi in ballo, come denunciato da Wikileaks.
Entrambi gli accordi possono essere letti come fasi differenti di un’unica ambiziosa strategia statunitense per la riconquista di una nuova egemonia globale ‘diffusa’, contro l’incubo che il mutato quadro dei rapporti di forza a livello internazionale possa marginalizzare sempre di più la potenza americana. Da una parte le nuove potenze emergenti del secondo e terzo mondo, quali il Brasile, India, Sud Africa e Messico continuano a crescere e sviluppare il proprio mercato interno, rivelandosi difficilmente controllabili attraverso i vecchi e nuovi forum internazionali, come il G20, e in alcuni casi rafforzando la costruzione di nuove aree commerciali regionali per la prima volta sottratte all’influenza statunitense, come nel caso del MERCOSUR in America Latina a trazione brasiliana. Dall’altro lato del pacifico l’asse economico e geo-politico tra il gigante cinese e la Russia si va affermando prepotentemente come epicentro degli equilibri mediorientali e asiatici (la soluzione diplomatica della vicenda siriana, come l’accordo sull’arricchimento dell’uranio in Iran lo hanno dimostrato recentemente) in una graduale scalata al ruolo di leadership  globale.
Nella morsa dei nuovi candidati all’egemonia internazionale, con il vecchio partner europeo allo sbando intrappolato nella spirale economica e sociale dell’austerità, lo stanco e frustrato impero statunitense tira fuori le unghia, archiviando di fatto le negoziazioni del mai compiuto Doha Development Round (il regime commerciale che avrebbe dovuto portare a compimento il sistema del WTO avvantaggiando le nazioni povere del terzo mondo) per lanciare una controffensiva senza precedenti con gli strumenti e la piena complicità delle più potenti multinazionali economiche e finanziarie, sulla scorta del programma elaborato per la prima volta dall’Atlantic Council di Wahington. Se, infatti, tale iniziativa va iscritta in una strategia diriconquista della scena internazionale da parte dei vecchi padroni del mondo (l’asse USA-Europa-Giappone), essa da inquadrata più ampiamente in un disegno di politica economica mondiale che vede, forse per la prima volta nella storia, il pieno protagonismo politico delle grandi corporation transnazionali, non più confinate a esercitare un’influenza esterna sui centri decisionali internazionalie regionali, ma sedute negli stessi tavoli di negoziazione e trattativa alla pari degli attori nazionali, se non in posizione privilegiata. I due trattati si profilano così come la prima autentica costruzione di un’area planetaria di libero mercato costruita a tavolino, per filo e per segno,da un’élite transazionale che supera i confini tradizionali tra Stato e privati, tra governi e interessi aziendali, sottraendosi a ogni controllo democratico.
Dal quadro che finora abbiamo grazie a Wikileaks e al lavoro di indagine del Corporate Europe Observatory, lo scarso numero di ‘addetti ai lavori’ da parte dei diversi governi coinvolti è ampiamente compensato dalle centinaia di lobbisti e manager del ristretto club di multinazionali dei più diversi settori, ben lieti di poter dare la loro consulenza tecnica ed esprimere il proprio punto di vista fino ai dettagli dei diversi articoli che comporranno i trattati. I contenuti dei due trattati che giorno dopo giorno si vanno delineando portano ben impresso il marchio degli interessi elitari da cui hanno preso forma. Proveremo qui a dare un rapido sguardo alle principali questioni in ballo per ogni diverso settore, spaziando tra il TPP e il TTIP proprio in virtù delle vistose analogie che emergono fra i due sistemi regolatori. Rinviamo a prossimi contributi sul Corsaro un approfondimento più dettagliato sulle singole questioni.
Impatto sul mercato del lavoroNonostante una metodologia improntata ai più ottimistici parametri econometrici, lo stesso Impact Assessment del TTIP elaborato dalla Commissione europea avverte del concreto rischio di un pesante shock nel mercato del lavoro europeo in seguito alle ristrutturazioni dei settori economici dopo l’entrata a regime del trattato commerciale. Settori come quello dell’allevamento, della produzione di fertilizzanti, di bioetanolo e di zucchero, segnala la Commissione, potrebbero realisticamente subire un pesante colpo dai vantaggi competitivi che avrebbe l’industria statunitense sulla controparte europea, con un relativo impatto negativo sull’intero sistema industriale dell’UE. Come in ogni accordo economico internazionale, le parti vengono poste su di un’uguaglianza formale di condizioni e regole che puntualmente finiscono per avvantaggiare quella economicamente più forte e competitiva. La libera competizione dell’industria americana sul mercato europeo, con i suoi standard produttivi e lavorativi, andrebbe verosimilmente a minare pesantemente diversi settori industriali europei più deboli e incapaci di reggere il confronto. Come giustamente segnalato dal rapporto del CEO, tale squilibrio di produttività industriale tra le parti potrebbe concretamente tradursi in un impoverimento ancora maggiore del sud Europa, già piegato dalla crisi e dagli effetti recessivi delle politiche d’austerità, i cui fragili sistemi industriali riceverebbe un ennesimo colpo (A brave new Transatlantic Partnership, p. 10). Si intuisce facilmente cosa potrebbe accadere nel mercato del lavoro.
Oltre alla perdita dei posti di lavoro che tale concorrenza aggressiva da parte degli USA e delle multinazionali porterebbe in Europa, non bisogna sottovalutare il pericolo di un abbassamento generalizzato degli standard dei diritti del lavoro, sindacali e previdenziali che i lavoratori in Europa subirebbe, allineandosi col sistema di (scarse) tutele, di debolezza dei sindacati e di privatizzazione del settore previdenziale tipico degli USA. Anche in questo caso gli standard si allineano verso l’alto per quel che riguarda la possibilità per i privati di far profitto e crollano verso il basso sul mercato del lavoro. Sempre la Commissione europea, senza peli sulla lingua, afferma a tal proposito che una delle priorità di un simile accordo commerciale è ‘ridurre il rischio di diminuire gli investimenti USA in Europa e la loro fuga in altre parti del mondo’. Se oltre gli USA consideriamo che i lavoratori in Europa dovranno fare i conti con una concorrenza che si aprirà ancora di più anche all’Asia, attraverso il corrispondente accordo del pacifico, l’attacco che si preannuncia sui diritti del lavoro si preannuncia catastrofico e senza quartiere. I diritti dei lavoratori sono d’altronde esplicitamente inseriti alla voce delle ‘barriere non-tariffarie’ da abbattere nel TTIP e nel TPP.
Proprietà intellettuale.Le bozze del TTIP nasconderebbero un ritorno delle spirito e di interi paragrafi dell’ACTA (Anti-counterfeiting trade agreement), l’accordo multilaterale sulla proprietà intellettuale fortemente voluto dagli USA con cui il copyright avrebbe acquisito un potere legale e sanzionatorio enorme a scapito di un libero accesso alla cultura, concedendo alle multinazionali un potere di fatto illimitato sulla gestione dei dati personali degli utenti della rete a totale scapito della loro privacy. L’ACTA è stato fermato dal Parlamento europeo nel 2012 anche  seguito delle gradi proteste che avevano attraversato il continente, ma rischia adesso risorgere dalle ceneri nei dettagli dell’accordo trans-atlantico. Insieme alla perdita della privacy e dei ‘diritti digitali’ per tutti gli utenti di internet, tale accordo darebbe mano libera ai colossi multinazionali a fare del web un sistema di monitoraggio e sorveglianza: una trappola per la libertà di informazione e di fruizione della comunicazione via web. Infatti, tra i suoi capitoli più controversi, l’ACTA prevedeva la facoltà per gli Internet Service Providers di setacciare la rete a caccia non solo di violatori del copyright, ma anche di ‘sospetti’ e potenziali complici, consegnandoli alle autorità: un potere poliziesco e punitivo che scardinerebbe il potenziale del web come luogo della libertà di espressione e della cultura.
Ma l’ulteriore fortificazione del regime della proprietà intellettuale avrebbe anche conseguenze ben più devastanti. In primo luogo ne beneficerebbero le grandi industrie farmaceutiche rispetto ai farmaci generici, vedendosi assicurate un regime di monopolio legalizzato contro una competizione che finora ha regolato verso il basso i prezzi, tutto a spese dei sistemi sanitari nazionali, delle tasche dei contribuenti, ma soprattutto della loro salute.
Libertà degli investimentiTra i capitoli più temuti del TPP e del TTIP, quello sugli strumenti di tutela legale della libertà di investimenti per i privati minaccia di trasformare davvero ogni forma di ‘bene comune’, dai servizi pubblici alle cure mediche, in merce da scambiare sul mercato per il profitto delle grandi corporations. Secondo le indiscrezioni fornite dal CEO,entrambi i trattati contemplerebbero la piena introduzione della libera concorrenza quale principio cui ogni servizio pubblico debba sottostare, considerando anche i ‘potenziali rischi’ e gli ‘investimenti mancati’ provocati dall’ingerenza dello Stato. Come già accaduto nel novembre 2012 in Canada, un casa farmaceutica potrebbe procedere legalmente contro uno Stato che limitasse la libertà di investimenti garantendo degli standard sanitari e medici a livello nazionale. Ciò avverrebbe principalmente attraverso un rafforzamento della normativa a favore della libertà di impresa e di un nuovo sistema di risoluzione delle contese tra stato e privati che permetterebbe alle multinazionali di denunciare i governi che non rispettassero ‘la libertà e protezione degli investimenti’ con lo strumento dell’arbitratointernazionale tra i firmatari dei trattati commerciali, sottraendosi ai tribunali nazionali e sovranazionali (come la Corte europea). I due trattati costituirebbero in questo modo una nuova sfera legale e giudiziaria a uso privato cui i singoli governi si troverebbero a cedere altri pezzi della propria sovranità, insieme alla tutela dei diritti fondamentali dei suoi cittadini. Possiamo soltanto immaginare come ciò possa tradursi non solo per l’Europa (e il sud Europa), ma anche per tutti quei contraenti deboli dell’accordo trans-pacifico (come il Cile e il Perù) che di fatto finirebbero per essere legalmenteincatenati ai ricatti delle grandi compagnie e dei loro investimenti predatori.
Ambiente e agricolturaNella logica degli standard al ribasso tra Stati Uniti e resto del mondo finirebbero in pieno i regimi di tutela ambientale, climatica e agricola e, se consideriamo le scarse tutele americane in tema di emissioni inquinanti e uso di tecnologie e prodotti ‘invasivi’ nel campo agro-alimentare, vi sono serie ragioni per temere uno dei colpi più violenti alla salvaguardia dell’ambiente degli ultimi decenni. L’armonizzazione degli standard qualitativi tra le due sponde dell’atlantico potrebbe portare in Europa, come denunciato da diverse voci, all’abbandono del ‘principio precauzionale’ che finora ha tenuto alla larga gran parte degli OGM, dei capi bovini dopati con ormoni e dei volatili sterilizzati chimicamente, tipici del made in USA. Lo sviluppo delle bio-tecnologie alimentari, in primo luogo con la libera commercializzazione degli OGM, è proprio l’obiettivo delle campagne milionarie e decennali condotte da giganti multinazionali come la Monsanto, la DuPont e la Dow Chemical. Lo stesso vale per gli standard agricoli sull’uso dei pesticidi e la tutela del paesaggio che potrebbero realisticamente pendere dal lato del più ‘liberale’ regime americano, tutto a svantaggio di un più elevato livello di sicurezza della qualità del cibo, della produzione in biologico, e della tutela dell’agricoltura europea costretta a subire, in particolare nell’area mediterranea, il durissimo colpo di un’impari e aggressiva concorrenza statunitense.
Banche e società finanziarie a piede liberoI padroni della finanza tra Stati Uniti ed Europa starebbero approfittando di questo ambizioso Round di negoziazioni per ottenere quello che, sotto gli occhi troppo attenti dell’opinione pubblica, difficilmente riuscirebbero a vedersi garantito dai governi nazionali in un momento di crisi simile: cioè un’ulteriore deregolamentazione del settore finanziario a livello globale. Attraverso il capitolo sulla tutela degli investimenti, le grandi società finanziarie potrebbero garantirsi ulteriori strumenti legali per il ‘risarcimento delle perdite’ e la tutela contro i rischi derivanti dal libero scambio di pacchetti di titoli più o meno tossici. Per quanto a parole l’intento dichiarato sia quello di una ‘regolamentazione prudente’ dei flussi finanziari, vi sono buone ragioni per sospettare, come fa il rapporto del CEO (pp. 22-23), che l’opposizione delle banche e dei governi inglese e tedesco, insieme ai colossi americani, saranno in fine determinanti nel ridurre al solo livello nazionale i regimi di controllo, favorendo un’ulteriore apertura dei mercati finanziari a livello atlantico.
Durante le ultime sedute della trattativa del TPP tenutesi a Salt Lake City, nello Utah, nelle prime due settimane di novembre, l’accelerazione da parte dell’amministrazione Obama si è contrata con l’opposizione di alcuni degli Stati coinvolti nell’accordo, così come rivelato da Wikileaks. Nuova Zelanda, Cile e Australia sarebbero in disaccordo su diversi punti della bozza di trattato, specialmente per quel che riguarda i diritti di proprietà intellettuale e il capitolo sulla tutela degli investimenti. Si apre così uno spiraglio per intaccare i piani statunitensi e privati per concludere in gran fretta e a porte chiuso la prima fase di un accordo di portata planetaria.
Il Corsaro si unisce ai movimenti che si stanno battendo per spezzare questo gigantesco cappio sopra le teste di milioni e milioni di cittadini in tutto il mondo. Il tempo è poco e finora il velo di segretezza e indifferenza da parte dell’opinione pubblica ha fatto da padrone su una questione così vitale per il futuro di tutti noi. Proviamo a rompere questo velo e dare una consapevolezza della reale posta in gioco di questi trattati: il nostro futuro e la possibilità stessa di poterlo cambiare un giorno.
Articolo pubblicato su  Il Corsaro, titolo originale: “In gran silenzio arriva il TTIP: lobbisti e paesi del pacifico per l’accordo economico che cambierà il mondo”, 14 Dicembre 201
onte: disinformazione.it

megachip.globalist.it | Archivio Snowden: ecco come le spie di Stato manipolano gli internauti

megachip.globalist.it | Archivio Snowden: ecco come le spie di Stato manipolano gli internauti

lunedì 14 luglio 2014

Repressione: l’Eurogendfor in Ucraina, Moldavia e Georgia

Repressione: l’Eurogendfor in Ucraina, Moldavia e Georgia


14 luglio Hanno firmato per associarsi all’Ue, ma non sanno cosa li aspetta: a far rispettare l’ordine pubblico, in Stati “difficili” come la Ge- orgia, la Moldavia e soprattutto l’Ucraina potrebbe intervenire il pugno di ferro dell’Eurogendfor, la nuova gendarmeria multinazionale europea con poteri speciali, di cui i media continuano a non parlare.
Eurogendfor

Il contingente, oggi forte di 2.500 uomini in grado di intervenire in 30 giorni in ogni angolo del mondo, non potrà subirà alcun processo per i danni che dovesse causare a cose e persone: nessun giudice potrà fermare i Robocop europei.

L’accordo verso Bruxelles coi paesi dell’Est Europa è stato presentato come «una svolta decisiva per la democrazia e i diritti umani», osserva Andrei Akulov, ma la micidiale disinformazione sull’intesa ha evitato di estendere all’opinione pubblica alcuni fondamentali dettagli. «Un bel giorno le popolazioni di questi Stati potrebbero avere un risveglio più duro di quanto avrebbero mai potuto immaginarsi», specie se si sognassero di esprimere malcontento sociale. Sulla loro “buona condotta”, infatti, in base al trattato appena siglato “vigilerà” l’Eurogendfor, polizia militare anti-crisi costituita nel 2006 da Francia, Italia, Olanda, Portogallo, Romania e Spagna.
La caratteristica principale di Eurogendfor è la flessibilità, scrive Akulov in un post su “Strategic Culture” ripreso da “Come Don Chisciotte”. «Può Forze Eurogendforintervenire velocemente in qualsiasi conflitto ad alta intensità, rispondendo a controllo militare (formalmente sarebbe sotto controllo civile), agendo congiuntamente ad altre forze militari o in maniera indipendente». Eurogendfor «può anche intervenire in qualsiasi momento della fase iniziale di un conflitto per ricostituire l’ordine precedente assieme alle forze dell’ordine locali o indipendentemente».
La super-polizia europea potrà rimpiazzare le polizie nazionali, di fatto scavalcando la sovranità dei paesi, se i governi ne chiederanno l’intervento di fronte a situazioni di pericolo per l’ordine pubblico. Il contingente, oggi forte di 2.500 uomini in grado di intervenire in 30 giorni in ogni angolo del mondo, non potrà subirà alcun processo per i danni che dovesse causare a cose e persone: nessun giudice potrà fermare i Robocop europei. «Per cui, ad esempio, potranno andare in Ucraina e sparare indiscriminatamente senza affrontare alcuna conseguenza», rileva Akulov.
Secondo il trattato che avvicina Ucraina, Moldavia e Georgia all’Unione Europea, Eurogendfor è configurata come forza operativa «rapidamente dispiegabile» per «sostenere la politica di sicurezza comune e difesa, anche se utilizzata in strutture esterne all’Ue». Si domanda Akulov: «Le popolazioni di Georgia, Ucraina e Moldavia sono informate di tutto questo? Ne sono consapevoli? Qualcuno si è preso la briga di spiegar loro cosa significa?».
Bruxelles accelera: il 24 giugno il Consiglio Europeo ha deciso regole e procedure per la “clausola di solidarietà” che stabilisce che l’Unione e suoi membri devono agire congiuntamente per difendere uno Stato membro, se vittima di attacchi terroristici o disastri naturali. Al che, l’Unione è tenuta a mobilitare le forze speciali in suo possesso. Sempre il 24 giugno è stato inoltre attivato l’accordo di “Risposta Politica Integrata alle Crisi”, per disporre immediate contromisure in caso di gestione strategica di una crisi Nigel Faragelocale: gli organi dell’Ue saranno quindi obbligati a intervenire, anche con risorse militari.
Tra i pochissimi politici che protestano c’è il tedesco Andrej Hanko, parlamentare della Linke, secondo cui la “clausola di solidarietà” «rafforza il corso verso la militarizzazione degli affari interni, poichè il personale militare può essere inviato in un altro Stato membro a richiesta», anche solo per reprimere manifestazioni e scioperi. P
er il britannico Nigel Farage, leader indipendentista dello Ukip, ci si prepara a fronteggiare «la prospettiva di malcontento civile diffuso, persino una rivoluzione in Europa». Aggiunge Akulov: «Viene alla mente la situazione in Ucraina, Moldavia e Georgia. È un finto segreto che questi Stati siano di fronte al pericolo di manifestazioni di malcontento popolare durante l’attuazione delle misure richieste dagli accordi stipulati. La gente sarà felice del crollo degli standard di vita a cui è abituata? E se iniziassero a pensare, e a chiedere informazioni circa la situazione? Per loro c’è l’Eurogendfor».  libreidee

Repressione: l’Eurogendfor in Ucraina, Moldavia e Georgia

Repressione: l’Eurogendfor in Ucraina, Moldavia e Georgia


14 luglio Hanno firmato per associarsi all’Ue, ma non sanno cosa li aspetta: a far rispettare l’ordine pubblico, in Stati “difficili” come la Ge- orgia, la Moldavia e soprattutto l’Ucraina potrebbe intervenire il pugno di ferro dell’Eurogendfor, la nuova gendarmeria multinazionale europea con poteri speciali, di cui i media continuano a non parlare.
Eurogendfor

Il contingente, oggi forte di 2.500 uomini in grado di intervenire in 30 giorni in ogni angolo del mondo, non potrà subirà alcun processo per i danni che dovesse causare a cose e persone: nessun giudice potrà fermare i Robocop europei.

L’accordo verso Bruxelles coi paesi dell’Est Europa è stato presentato come «una svolta decisiva per la democrazia e i diritti umani», osserva Andrei Akulov, ma la micidiale disinformazione sull’intesa ha evitato di estendere all’opinione pubblica alcuni fondamentali dettagli. «Un bel giorno le popolazioni di questi Stati potrebbero avere un risveglio più duro di quanto avrebbero mai potuto immaginarsi», specie se si sognassero di esprimere malcontento sociale. Sulla loro “buona condotta”, infatti, in base al trattato appena siglato “vigilerà” l’Eurogendfor, polizia militare anti-crisi costituita nel 2006 da Francia, Italia, Olanda, Portogallo, Romania e Spagna.
La caratteristica principale di Eurogendfor è la flessibilità, scrive Akulov in un post su “Strategic Culture” ripreso da “Come Don Chisciotte”. «Può Forze Eurogendforintervenire velocemente in qualsiasi conflitto ad alta intensità, rispondendo a controllo militare (formalmente sarebbe sotto controllo civile), agendo congiuntamente ad altre forze militari o in maniera indipendente». Eurogendfor «può anche intervenire in qualsiasi momento della fase iniziale di un conflitto per ricostituire l’ordine precedente assieme alle forze dell’ordine locali o indipendentemente».
La super-polizia europea potrà rimpiazzare le polizie nazionali, di fatto scavalcando la sovranità dei paesi, se i governi ne chiederanno l’intervento di fronte a situazioni di pericolo per l’ordine pubblico. Il contingente, oggi forte di 2.500 uomini in grado di intervenire in 30 giorni in ogni angolo del mondo, non potrà subirà alcun processo per i danni che dovesse causare a cose e persone: nessun giudice potrà fermare i Robocop europei. «Per cui, ad esempio, potranno andare in Ucraina e sparare indiscriminatamente senza affrontare alcuna conseguenza», rileva Akulov.
Secondo il trattato che avvicina Ucraina, Moldavia e Georgia all’Unione Europea, Eurogendfor è configurata come forza operativa «rapidamente dispiegabile» per «sostenere la politica di sicurezza comune e difesa, anche se utilizzata in strutture esterne all’Ue». Si domanda Akulov: «Le popolazioni di Georgia, Ucraina e Moldavia sono informate di tutto questo? Ne sono consapevoli? Qualcuno si è preso la briga di spiegar loro cosa significa?».
Bruxelles accelera: il 24 giugno il Consiglio Europeo ha deciso regole e procedure per la “clausola di solidarietà” che stabilisce che l’Unione e suoi membri devono agire congiuntamente per difendere uno Stato membro, se vittima di attacchi terroristici o disastri naturali. Al che, l’Unione è tenuta a mobilitare le forze speciali in suo possesso. Sempre il 24 giugno è stato inoltre attivato l’accordo di “Risposta Politica Integrata alle Crisi”, per disporre immediate contromisure in caso di gestione strategica di una crisi Nigel Faragelocale: gli organi dell’Ue saranno quindi obbligati a intervenire, anche con risorse militari.
Tra i pochissimi politici che protestano c’è il tedesco Andrej Hanko, parlamentare della Linke, secondo cui la “clausola di solidarietà” «rafforza il corso verso la militarizzazione degli affari interni, poichè il personale militare può essere inviato in un altro Stato membro a richiesta», anche solo per reprimere manifestazioni e scioperi. P
er il britannico Nigel Farage, leader indipendentista dello Ukip, ci si prepara a fronteggiare «la prospettiva di malcontento civile diffuso, persino una rivoluzione in Europa». Aggiunge Akulov: «Viene alla mente la situazione in Ucraina, Moldavia e Georgia. È un finto segreto che questi Stati siano di fronte al pericolo di manifestazioni di malcontento popolare durante l’attuazione delle misure richieste dagli accordi stipulati. La gente sarà felice del crollo degli standard di vita a cui è abituata? E se iniziassero a pensare, e a chiedere informazioni circa la situazione? Per loro c’è l’Eurogendfor».  libreidee

I BANCHIERI E I SERVI IN UN LORO MONDO: IL POPOLO IN UN MONDO PARALLELO CHE SI E’ COSTRUITO

I BANCHIERI E I SERVI IN UN LORO MONDO: IL POPOLO IN UN MONDO PARALLELO CHE SI E’ COSTRUITO, CHIUSO… UNA GRANDE COOPERATIVA LOCALE. Di cosa si tratta?
Visiona il video e capirai! Molte cose capirai, gentile lettore.
http://youtu.be/FKj-1G08i8o

DALLA FALSA DOTTRINA “LE CORRENTI FREDDE INCONTRANO LE CORRENTI CALDE”: Bombe d’acqua sull’Italia provocate dalle scie chimiche!

Disastri Colposi!

bombe d'acqua  La mia generazione e quelle precedenti, sulla pioggia, hanno sempre cantato e recitato poesie! …a partire dagli ultimi dieci anni l’acqua, il bene più prezioso, trasformato in proiettile, foriero di distruzione.
15 Giugno 2014: EMERGENZA MALTEMPO AL CENTRO-NORD: NUBIFRAGIO A PARMA, TRENI IN TILT.
NUBIFRAGI, bombe d’acqua, centinaia di interventi dei vigili del fuoco, decine di alberi caduti, allagamenti anche nella stazione ferroviaria di Bologna.
(1)

16 Giugno 2014: MALTEMPO IN TUTTA ITALIA. PORTICI: CROLLA CORNICIONE, FERITO PASSANTE
Fortissimo il nubifragio che questa mattina ha colpito la Gallura. Grave la situazione nelle campagne, Coldiretti parla di calamità. Roma: la Procura apre un’inchiesta sui danni del maltempo.
(2)

7 Luglio 2014: Nubifragio su Reggio Emilia, chicchi di grandine come noci.
Il nubifragio dopo le 16:00. Completamente sott’acqua il sottopasso di via Makallè: un’auto bloccata. Allagamenti in tutte le zone della città.
(3)

Bomba d’acqua sul sud della provincia di Varese
Un violento nubifragio si è abbattuto nel sud della provincia. Moltissimi gli interventi dei vigili del fuoco: a Tradate un uomo rimasto bloccato in un sottopasso è stato tratto in salvo.
(4)

Ce li annunciano e puntualmente si verificano, tanto che ci sentiamo quasi in dovere di ringraziare quelle brave persone, così attente e preoccupate dell’incolumità nostra e del nostro ambiente, che dopo aver consultato le carte celesti, emettono bollettini meteorologici che allertano tutti alla massima prudenza! Che gentili che sono! Non vedono quelle finte nuvole che tutti gli altri, se vogliono, vedono da terra ad occhio nudo, però sanno tutto dell’intensità dei fenomeni che stanno arrivando e ti raccomandano di non fare la tua solita vita normale, quella che abbiamo sempre fatto, o che, per lo meno io e i miei coetanei possiamo dire di avere tranquillamente vissuto, non avendo mai avuto paura, per sessanta anni, della pioggia, della grandine, del vento, del temporale tutti fenomeni naturali che, spezzando quella tranquilla vita climatica che il nostro ambiente ci permetteva di vivere, aggiungevano solo bellezza, varietà, fascino e piacere.
La mia generazione e quelle precedenti, sulla pioggia, hanno sempre cantato e recitato poesie! La pioggia ci ha sempre aiutato a sottolineare sentimenti e stati d’animo; era vita!
Gabrile D’Annuzzio scrisse ne la “LA PIOGGIA NEL PINETO”:
“Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini…”

Nella canzone classica del 1918 composta, versi e musica, da Armando Gill: “Come pioveva! Come pioveva!”
Domenico Modugno ci cantava: “Ciao, ciao bambina un bacio ancora… e poi per sempre ti perderò… ma piove, piove sul nostro amor…”. Gianni Morandi: “Scende la pioggia ma che fa, crolla il mondo intorno a me per amore sto morendo. Amo la vita più che mai, appartiene solo a me, voglio viverla per questo.”. E ancora Jovanotti: “Senti come piove! Madonna come piove! Senti come viene giù!”
Poi… ma soltanto a partire dagli ultimi dieci anni e in modo particolare, con una intensificazione notevole, negli ultimi due o tre, sono arrivate le “bombe d’acqua”, la grandine ha raggiunto dimensioni mai viste ed è probabile che all’improvviso ricopra interi tratti di strada di alcuni centimetri di spessore. Si sono abbattuti uragani: sull’ILVA di Taranto, su Castelfranco Emilia, su alcune fabbriche, scoperchiando capannoni a Nonantola nel Modenese, a Parma, giusto ieri 7 Luglio e, non si contano più le alluvioni, non si contano i miliardi di danni da Nord a Sud.
L’Italia per la sua collocazione geografica e per essere circondata dal mare chiuso come il Mediterraneo, ha sempre goduto di un clima particolarmente temperato e mite, con totale assenza di fenomeni estremi.
Guarda caso, all’improvviso i fenomeni estremi appaiono e si moltiplicano! Non sono prove queste? Se tutto questo arriva concentrato in un tempo breve, rispetto al fatto che nei decenni precedenti tutto questo non si è mai visto, non è una prova sufficiente per poter sostenere che non sono manifestazioni naturali? E se non sono manifestazioni naturali, vorrà dire che dietro c’è la mano dell’uomo o vogliamo sostenere che c’è l’ira di Dio? Osserviamo dunque questi ultimi dieci anni: è forse successo qualcosa di anomalo rispetto ai decenni precedenti, che possa essere messo in relazione a questi sconvolgimenti? No, dicono i politici, no dicono i meteorologi, no dicono i giornali e le televisioni: non è successo assolutamente nulla, è tutto normale!
bombe d'acqua2 
E allora come mai venerdì 13 Giugno 2014 il cielo è stato caricato oltre misura, da Nord a Sud, con scie incrociate di tutti i tipi, che hanno lasciato un grosso e pesante strato sui cieli della penisola, quello strato composto da metalli pesanti ed altre schifezze varie, come ampiamente dimostrato dalle analisi, che si è poi riversato sulle nostre città, sotto forma di bomba, distruggendo e allagando? E come mai si è protratta dalla metà di Giugno fino al 7 Luglio una intensa attività di irrorazione, mai fermata con aerei che formavano in continuazione strisce lunghe e corte su tutto il nord Italia? Forse che conoscendo dagli studi di meteorologia l’arrivo dei fronti nuvolosi, vengono abbondantemente rinforzati in modo di provocare disastri a più non posso? Ci hanno forse dichiarato guerra senza dirci chi e perché?
E come mai, dopo l’entrata in vigore del “Trattato sui cieli aperti” 2 Gennaio 2002 (Gazzetta Ufficiale) e la firma Bush-Berlusconi (22 Gennaio 2002) del successivo “Accordo Bilaterale sulla Ricerca Congiunta dei Cambiamenti Climatici” abbiamo incominciato a vedere i cieli Italiani pieni di strisce, che si allargano in finte nuvole capaci di ricoprire interamente di grigio la volta celeste e che ci dicono di non vedere e di far finta che non ci siano, altrimenti anche Renzi si arrabbia e ci fa un T.S.O.? Non sono prove queste?
E come mai un Generale, Fabio Mini, ci spiega che la guerra all’ambiente è incominciata e la Dottoressa Rosalie Bertell, scienziata di fama internazionale, sostiene esattamente la stessa cosa che l’ambiente è l’ultima arma e ciò nonostante non c’è nessuno che si interessi minimamente a quello che stanno facendo dentro le forze armate e la NATO?
I militari dovrebbero rispondere ai politici, ma oggi rispondono agli industriali e alle multinazionali (dice il Generale Mini); Il Presidente della Repubblica nella sua qualità di Capo delle Forze Armate dovrebbe sapere quello che fanno i militari, ma interpellato da una brava signora, preoccupata per quel che vedeva accadere nella sua valle, anni fa rispose che “non era sua competenza”. La Magistratura non può intervenire su questi disastri colposi: i militari si giudicano da soli! Rimane il popolo, rimaniamo solo noi che, come minimo, dovremmo essere capaci di sottrarre il consenso a chi permette che il nostro ambiente venga bombardato! L’acqua il bene più prezioso, trasformato in proiettile, foriero di distruzione, miseria e morte! Che progresso! Che intelligenza! Quante altre bombe può sopportare un territorio piccolo come l’Italia, prima di sparire completamente dalla faccia della Terra o di rimanere così sfigurata da non essere più riconoscibile? Quante bombe ci vorranno ancora per stravolgere Firenze, Roma, Venezia, Napoli e cancellare anche solo il ricordo della bellezza e dell’arte? Quanto ci manca a tracciare un solco di separazione che ci allontani del tutto dai tempi in cui, per quanto stolti fossero gli uomini, riuscivano a rispettare la Natura, a creare armonia e bellezza imitandola?
Possiamo contare solo su di noi; se il popolo, cioè ognuno di noi decide finalmente di scegliere di non distruggere e rispettare e riesce a ritrovare un pizzico di coraggio per non continuare a subire non solo senza reagire, ma anche acconsentendo alla propria distruzione, allora l’acqua tornerà ad essere vita e non ci sarà militare che possa permettersi di sperimentare qualcosa che non sia foriero di vita e di benessere e non ci sarà politico che possa occupare una poltrona senza servire la Vita. Ma ci dobbiamo svegliare, adesso!
Fonti:
(1) Leggo.it – Emergenza maltempo al centro-nord…
(2) Rainews.it – Maltempo in tutta Italia…
(3) Reggionline.com – Nubifragio su Reggio Emilia, chicchi di grandine come noci.
(4) Varesenews.it – Nubifragio sulla provincia…

Articolo di: Magda Piacentini
Fonte: http://riprendiamociilpianeta.it/portfolio-item/disastri-colposi/
Tratto da: http://terrarealtime.blogspot.it/2014/07/bombe-dacqua-sullitalia-provocate-dalle.html

DECISIONI DEL TEMPO: Facili previsioni (articolo di Zen Gardner)

Lo statunitense Zen Gardner descrive quanto ormai da anni noi di Tanker Enemy affermiamo e cioé che le previsioni del tempo sono da anni una vergognosa pagliacciata: nei bollettini si prevedono le operazioni di geoingegneria clandestina, per cui andrebbero meglio definite “decisioni del tempo” e non “previsioni”. Mentre la longa manus dell’apparato militare e delle lobbies controlla che cosa va detto e che cosa deve essere nascosto, le attività di guerra climatica sono ormai appannaggio delle compagnie civili. Quindi deve essere chiaro questo caposaldo: i mandanti sono i militari e le multinazionali, mentre gli esecutori sono i piloti di linea, sui velivoli commerciali (passeggeri e cargo) che essi conducono. In tal modo la geoingegneria clandestina è globalizzata e non esiste più paese che ne sia immune. Buon volo!
loro sanno tutto 
Grazie ai bollettini meteorologici militarizzati, è ora possibile sapere quando ci si deve aspettare un’operazione chimica. Sì, non solo i militari possiedono il tempo, perché ci hanno preannunciato che sarebbero riusciti a controllarlo, ma gestiscono in toto i servizi che prevedono le condizioni atmosferiche. George Orwell sarebbe orgoglioso di loro.
Date un’occhiata alle icone che sul display del cellulare indicano il meteo. Se notate un sole su cui è delineato un velo di nubi, siete al cospetto di una previsione di scie chimiche, di “innocue velature”. Guardate ora il cielo: lo vedrete tramato di linee chimiche. Nella maggior parte dei casi quelle là fuori non sono normali situazioni atmosferiche, ma fenomeni ingegnerizzati.
previsioni di scie chimiche  Sì, i “meteorologi” di regime sanno tutto: conoscono i giorni in cui il tempo sarà artificiale, dove e come interverranno le squadriglie. I previsori sanno tutto: sono stati comprati e cooptati. Essi non osano dire la verità, perché rischiano di perdere il posto di lavoro … o qualcosa di peggio.
Un cielo sereno con un inquinamento normale rivela per lo più un orizzonte brunastro, mentre un cielo chimico risulta opaco: dopo decenni di geoingegneria clandestina il sole ha perso almeno il 20 per cento della sua luminosità. Il biancastro è il colore che manifesta gli interventi illegali. Ad un occhio inesperto le scie chimiche che, sin dal mattino vengono rilasciate sulla linea di costa, possono sembrare nubi vere, ma, a parte la differenza morfologica, le chemtrails assorbono il vapore acqueo e si moltiplicano. Nel contempo l’umidità atmosferica precipita.
Nelle “previsioni” militarizzate è coinvolta la Raytheon, una delle maggiori industrie belliche mondiali: la spaventosa società ha acquistato E-Systems nel 1995, appena un anno dopo che il contractor militare aveva acquisito APTI, titolare dei brevetti H.A.A.R.P. di Bernard Eastlund. La Raytheon possiede anche la General Dynamics, leader mondiale nella produzione di droni. La Raytheon riporta i dati meteo della N.O.A.A. attraverso il suo avanzato Meteo information processing system. Tutte le previsioni del tempo sono oggi coordinate attraverso questo apparato della Raytheon. Nessuna meraviglia se il meteorologo non accennerà mai alle scie chimiche. La censura e l’omertà regnano incontrastate.
Il complesso militare-industriale snatura i modelli climatici naturali, mentre la popolazione è ingannata, ripetendo che i “cambiamenti climatici” sono causati dall’immissione in atmosfera di biossido di carbonio.
Meteorologi, guerrafondai, geoingegneri, scienziati pazzi … è tutta una cricca. Difficile trovare persone con intenzioni peggiori.

Fonti: zengardner.com
ningizhzidda.blogspot.it
Tratto da: http://www.tankerenemy.com/2014/07/facili-previsioni-articolo-di-zen.html

SCHIUMA OLEOSA SULLA BATTIGIA: FENOMENO NATURALE? ESPERTI E GIORNALISTI DI REGIME, MA QUANDO LA SMETTERETE DI DIRE STUPIDAGGINI?

E’ notizia di oggi della strana oleosa schiuma che si è riversata sulla costa tirrenica: Schiuma bianca nel mare Tirreno, è allarme: pericolo per i bagnanti? Evitare il contatto. Gli immancabili esperti ( ? ) non ti lasciano il tempo per riflettere sull’accaduto che già ti danno spiegazioni: “Potrebbe essere un normale fenomeno naturale”… Naturale? Come può dire una stupidaggine simile? Ah, già dimenticavo: lo sta dicendo un esperto – professore di Oceanografia biologica all’Accademia Navale – e se ce lo dice un esperto ( ? ), dobbiamo crederci… anche se ci dice di aver visto una scopa volante. 
VIDEO: Allarme inquinamento nel mare di Roma. Questa mattina la spiaggia di Fiumicino è stata invasa da una strana schiuma. L’insolito fenomeno è stato filmato da un cittadino e le immagini hanno rapidamente fatto il giro del web. (Giovedì 10 Luglio 2014)
Certo è, che strano è! Cosa stanno combinando nei nostri mari? E contestualmente cosa sta accadendo questo luglio del 2014? Mi sto chiedendo l’evolversi del carico dei 78 container di armi e agenti chimici siriani, trasportati dalla Siria al porto calabrese dal cargo danese Ark Futura. Si dice che il 03/07/2014 la nave USA (& getta) incaricata di distruggere l’arsenale chimico del regime siriano (la cape ray)… abbia lasciato Gioia Tauro e direzionatasi  “verso le acque internazionali del Mar Mediterraneo, dove potrà iniziare le operazioni di neutralizzazione” a bordo… siamo al 14 luglio, cosa sta avvenendo attualmente? E dove si trova la nave in realtà? Perché non vi sono ulteriori notizie al riguardo di questo delicato stoccaggio? E’ più importante il campionato di calcio appena conclusosi? O, dare lo scoop dell’ultima fidanzata di un noto personaggio? Cosa sta accadendo in questi giorni? Secondo l’alto ufficiale americano, le operazioni di distruzione delle armi chimiche richiederebbero “alcune settimane”. L’Opac, da parte sua, ha fatto sapere che saranno necessari “circa 60 giorni”. Voglio sapere di questo! Cosa mi importa dei personaggi dello spettacolo, dello sport, della loro dissoluta vita?
I tg, i giornalisti anche loro aiutano il “sistema” per il quale lavorano a dare anch’essi delle spiegazioni  (tu non devi pensare, ci pensano loro a pensare al posto tuo… come dire, continua a dormire… non stancare il tuo cervello). E così se ne vengo fuori con l’ipotesi “che si possa trattare dell’effetto dei tensioattivi contenuti nei saponi disciolti nelle acque e, da li, nelle correnti del mare di libeccio”. Perché questo fenomeno non è accaduto costantemente nei passati mesi visto il deliberato versamento di ogni vario genere di saponi tramite gli scarichi fognari che sfociano nei mari? Ma di cosa state parlando?  Non vogliamo più essere pasciuti con la vostra deformante e falsa informazione!
Basta con la presa in giro! Abbiate il coraggio di dare vera informazione!
Il “sistema” fatto di uomini avidi, empi e corrotti per la brama di arricchirsi sempre più stanno inquinando territori, falde acquifere, mari… e il tutto sotto il tacito silenzio della falsa informazione dei cosiddetti giornalisti venduti e complici. Ma anche voi vivete su questa ormai malata terra come tutti. Anche voi respirate l’aria appesantita dai veleni, dai metalli pesanti che spruzzano giornalmente nei cieli. Come tutti.
Mariella

nocensura.com: Bellissimo articolo su signoraggio, sovranità mone...

nocensura.com: Bellissimo articolo su signoraggio, sovranità mone...: Magdi Cristiano Allam ha pubblicato il seguente articolo su "Il Giornale" di Lunedì 23 Luglio: vi invito caldamente a leggerlo e d...

domenica 13 luglio 2014

nocensura.com: Il mondo in mano alla “sconosciuta” casta dei Gesu...

nocensura.com: Il mondo in mano alla “sconosciuta” casta dei Gesu...: Editoriale a cura di Alessandro Raffa   Chi sono, i Gesuiti? La maggioranza dei cittadini non saprebbe rispondere. Fior di laureat...

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Украина.Краматорск.09.07.Наступление на Донецк.Колонна военной техники.Д...


Carenza di vitamina ? da Progresso Etico Vegano.

B12, intervista al Dr. Doug Graham

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In questo estratto, il dottor Doug Graham parla del modello medico, del modello igienista e da alcune indicazioni circa gli integratori. Il Dottor Graham ha un passato in scienza dello sport dell’alimentazione ed è anche un chiropratico. Il Dr Graham è un crudista e segue il principio 80/10/10.
Estratto da www.rawkathon.com di Kevin Gianni.

Kevin: Pensa che un check up una o due volte l'anno vada bene?
Dr Graham: La mia esperienza con le persone che mangiano bene è che entrano sempre più in sintonia con sè stessi, sono i primi a rimanerne sorpresi. Entrano in contatto con le loro emozioni. Anche i ragazzi. Entrano più in contatto con ciò che sta accadendo nel loro corpo: entrano più in contatto con i loro sensi, sotto ogni punto di vista. Non penso che suggerire check up medici sia un metodo valido per capire cosa ci succede. Ma suggerisco di capire che il principio 80/10/10 non è solamente una dieta ma un modello di vita sano. Se prima correvi per un miglio nel lasso di tempo di sei minuti e la settimana dopo ci impieghi sei minuti e 15 secondi, due giorni dopo sei minuti e trenta secondi, il giorno dopo ancora sette minuti e ti senti come quando ne facevi sei e poi di nuovo, lo rifai e stavolta ci metti 8 minuti e ti senti come quando ne facevi 6, allora c’è qualcosa che non va. Non lo sottovaluterei. Oppure, se il cibo non ti piace più e cominci a sentirti sempre più stanco, oppure nervosa, oppure se cominci ad avere dolori.
La differenza credo è che il modello medico si avvicini alla salute dal punto di vista della profilassi.
Per promuovere la cura della salute, anche se in realtà questo modello promuove la cura della malattia, hanno adottato un approccio profilattico, in altre parole, ti fanno degli esami. Se presenti qualcosa che potrebbe far pensare tu stia andando verso una direzione sbagliata, c’è bisogno di curarla immediatamente. E questo accade prima che tu abbia un’effettiva carenza di B12, perciò prendi questi integratori di B12. Prima che tu possa avere troppo poco sale nella tua dieta, mettiamo subito un integratore. Prima che tu abbia dei sintomi di alta pressione sanguigna, prendiamo provvedimenti per la pressione adesso. Prima che tu abbia qualsiasi cosa, prima che tu possa avere una mancanza di memoria, prendiamo il ginkgo. Così funziona il modello medico. Il modello medico funziona su quelle che chiamo personalmente le 3 M e qualche volta, le 4 M dove loro ti Monitorizzano, ti Mantengono e ti Maneggiano (it. Trattano) con le medicine.

C’è un altro approccio alla salute che viene chiamato approccio igienista, dove non proviamo a curare o sopprimere i sintomi ma causiamo la salute e non partecipiamo alle cause dei sintomi. Il benessere è lo stato naturale. Se ti prendi cura di una pianta che ti sta a cuore, questa crescerà bene, e non mostrerà alcun sintomo. Se sta mostrando dei sintomi che non doveva, allora c’era qualcosa che non andava nelle sostanze, nelle forze e nelle condizioni in cui stava questa pianta. Lo stesso vale per noi. La salute è la nostra condizione naturale. Se non abbiamo una salute perfetta, ideale allora vuol dire che c’è qualcosa nelle sostanze, nelle forze, nelle influenze o nelle condizione che non ci dovrebbe essere, ed è in questo senso che dobbiamo cominciare a cambiare il nostro stile di vita… Allora, il modello medico dice, “Quando stai bene le sostanze, le forze, le influenze e le condizioni necessarie per la salute sono differenti da quelle necessarie quando stai male. Quando stai male, prendi questo farmaco. Anche se questo farmaco ti farà stare male, poi starai meglio. Ti faranno bene se stai male”. E tu credi in tutto ciò. Il latte fa bene quando stai bene ma se stai male ti congestiona” .
Come fa il latte a sapere se tu stai bene o male?
Abbiamo assimilato tutto questo anche nel movimento crudista-vegan. Abbiamo adottato questa mentalità per tutti i tipi di alimentazione (N.d.A) e vendiamo tantissimi tipi di integratori e agenti purificanti che pensiamo addirittura di fare qualcosa di diverso dagli altri. Ci stiamo vantando di aver fatto qualcosa di diverso mentre in realtà stiamo monitorando, mantenendo e maneggiando le malattie attraverso delle sostanze, cercando di curare e sopprimere i sintomi.
Il modello igienista dice, “Le sostanze, le forze, le influenze e le condizioni sono le stesse per chi è in salute sia per chi deve riacquistare la salute, ma devono sempre esser modificate per venir incontro ai bisogni dell’individuo”. Allora, alcuni giorni avrai bisogno di dormire un po’ di più ma avrai sempre bisogno di dormire. Altri giorni avrai più bisogno di fare movimento rispetto ad altre volte ma avrai sempre bisogno di fare movimento. Alcuni giorni avrai più bisogno di sole rispetto ad altri ma avrai sempre bisogno di fare movimento, di sole e di cibo appropriato, di sufficiente riposo e calore umano, ed interazione con le altre creature del pianeta.

Kevin: Hai fatto accenno alla B12. Se qualcuno ha una carenza di B12, qual è il giusto approccio?

Dr Graham: Ci sono vari approcci, il modello medico direbbe di prendere integratori di B12. Ciò è come dire: “Ho un secchio. Dovrebbe essere pieno d’acqua ma non c’è acqua dentro.” Il modello medico direbbe, “Aggiungiamo acqua”. Il modello igienista direbbe, “Riempiamo quel buco. Una volta riempito il buco, il corpo riempirà il secchio automaticamente”. Ho fatto esperienza di persone che avevano carenza di B12 messe a digiuno. Non ingerirono nulla se non acqua e tre/quattro settimane dopo hanno livelli perfettamente normali di B12. Vediamo con questo che è un problema di assorbimento e non di esposizione. La B12 è dovunque. Nell’aria, nelle mucose del nostro naso. Ogni volta che inaliamo, stiamo respirando B12; ogni volta che ingeriamo la saliva, stiamo ingoiando B12. Non è un problema di esposizione. Non esiste nessun animale che produce B12. Viene prodotta dai batteri, ma ancora stiamo ad ascoltare miti. È stato dimostrato che in qualsiasi dieta, c’è una percentuale di persone che hanno carenze di B12. Che tu sia vegetariano, vegano, crudista-vegan oppure segua una dieta standard, la percentuale è la stessa.La carenza da B12 è stata dapprima scoperta nei carnivori, quelle persone che “mangiano di tutto”. Ecco dove la carenza di B12 venne dapprima scoperta e curata.


Kevin: Ok, allora non c’entra nulla la dieta vegan…


Dr Graham: No, non c’entra nulla la dieta vegan. Non stiamo dimostrando che i vegani hanno carenze maggiori di B12. Ma guardiamo alla realtà della maggior parte dei prodotti a base di cereali, specialmente quelli che sono chiamati con il nome di “cereali arricchiti”, cereali, pani, pasta ecc sono di solito arricchiti con B12. Quindi, anche se mangi i Twinkees, sono arricchiti di B12, il che significa che stai prendendo degli integratori di B12 tutti i giorni. Ciò che diciamo essere il livello normale di B12 si basa su persone che si stanno alimentando quotidianamente con la B12 ad ogni pasto. Questo è un livello di B12 molto superiore rispetto alla popolazione normale o paragonato ad una popolazione che non sta facendo uso di integratori. Dobbiamo capire inoltre che esiste anche un fenomeno di rimbalzo per tutto nei nostri corpi. È come un meccanismo di frenata che dice, “Se hai troppo di un qualcosa, allora buttalo fuori, altrimenti se corri esageratamente, rischi di schiantarti..


Kevin: Giusto...


Dr. Graham: Questo funziona per tutte le droghe. Constatiamo che mangiamo sempre prodotti arricchiti di B12 ad ogni pasto e poi, quando smettiamo completamente, i valori di B12 possono diminuire. Fare un test per la B12 non è una cattiva idea, ma io non mi farei il test fino a quando qualcuno non mi mostri i sintomi di carenza. Quando ci renderemo conto che viviamo in un mondo dove gli scienziati, i dottori ed i nutrizionisti sono d’accordo che tutti i disordini alimentari in America sono causati dagli eccessi e non dalle carenza, il concetto di integrare ulteriormente è pura follia. Non solo le malattie sono causate dagli eccessi e dalle condizioni d’eccesso, ma sono condizioni d’eccesso in rapporto ad altri nutrienti. Isolare i nutrienti non ha alcun senso. L’unico posto in cui questi nutrienti si trovano in maniera bilanciata sono nella verdura e nella frutta fresca, cruda, biologica. Questi cibi hanno nutrienti a sufficienza per il nostro fabbisogno. Ecco dove andiamo a prendere il calcio in rapporto al fosforo ed il selenio in rapporto allo zinco e a tutte le altre sostanze presenti nel corpo. Ecco dove andremo a trovare i nostri Omega 3 ed Omega 6 in equilibrio l’uno con l’altro, invece di dire “Ho più bisogno di questo anziché di quest’altro ecc. 

Kevin: Si, esatto.


Dr. Graham: Ciò non può funzionare. Ogni integratore alimentare finisce per dare più scompensi rispetto a quando si è cominciato a prenderli e a quanti scompensi si volessero curare. Ovviamente, se una persona sta morendo a causa di un’insufficienza di ferro, o se una persona sta morendo a causa di mancanza di B12, bisogna integrare per salvare la vita. Ma la soluzione sta nel cambiare, modificare, o almeno sperimentare uno stile di vita che interromperà l’insorgere dei sintomi invece di curarli. È pazzesco continuare a curare i sintomi continuando a causarli.

Kevin: Si. Vuole aggiungere qualcosa? Abbiamo solamente qualche altro minuto..


Dr Graham: La salute è uno stato naturale. Se hai una malattia, rimuovi le cause. La salute è la cosa più facile del pianeta. Mangia frutta e verdura, cibi che danno una grandissima soddisfazione – un senso di sazietà, senza parlare del fatto che questi due cibi sono gli unici a venir considerati cibi salutari. Vivere una vita sana è un quadro che comprende molte cose. Non si tratta solamente di fitness o cibo. Ma riguarda tanti fattori. Se vuoi avere una salute totale, devi prenderti cura dei tuoi punti deboli. Mangiar bene è facile ed un dono che le persone devono sperimentare e scoprire. Dobbiamo fare molto per creare un ambiente sano, salvare la terra e ricostruire questo pianeta per farlo tornare come il Giardino di Eden. Questo può accadere solamente assumendosi le responsabilità. La maggior parte delle persone non sa che sono responsabili della loro salute.

Fonte: http://fruitanya.blogspot.com/2010/03/intervista-al-dr-doug-graham.html

giovedì 10 luglio 2014

Allarme TTIP: la trattativa segreta tra Stati Uniti e Unione Europea.

Allarme TTIP: la trattativa segreta tra Stati Uniti e Unione Europea.Scritto da http://www.quotidianolegale.it/allarme-ttip-la-trattativa-segreta-tra-stati-uniti-unione-europea/
Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America attualmente oggetto di negoziati volutamente segreti, è qualcosa di più di una semplice trattativa di liberalizzazione commerciale. E’un attacco frontale che vede lobby economiche, Governi e poteri forti accanirsi su quello che rimane dei diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente e di cittadinanza dopo anni di crisi economica e finanziaria, in un più ampio tentativo di disarticolare le conquiste di anni di lotte sociali con le politiche di austerity e di redistribuzione del reddito verso l’alto.
Produrre e mangiare cibo sano? Dovremo rinunciarci se passa il TTIP.Il Trattato transatlantico di liberalizzazione commerciale, tra Stati Uniti ed Europa non ha come obiettivo principale quello di abbassare le tariffe, già molto basse. Il TTIP va compreso come un assalto delle transnazionali alle società europea e americana, che punta a rimuovere le barriere costituite dalla regolamentazione delle attività esistenti sulle due sponde dell’Atlantico, per esempio tutta la regolamentazione relativa al cibo. I consumatori europei non avranno più altra scelta se non quella di mangiare OGM, accettare la carne agli ormoni, le carcasse di pollo lavate con il cloro e quelle di mucca con l’acido lattico ecc. ecc.
Problemi: Gli USA vogliono colpire i regolamenti che bloccano l’esportazione del loro cibo in Europa. I produttori di cibo USA non sono vincolati a rispettare gli stessi standard di benessere animale e ambientale che ci sono in Europa e infatti:
OGM e pesticidiNegli USA 70 milioni di Ettari sono coltivazioni OGM e circa il 70% dei cibi lavorati e venduti nei supermercati USA contengono ingredienti OGM. Gli OGM hanno portato tra l’altro, per le resistenze createsi all’erbicida Glifosate, ad un aumento massiccio dell’uso di pesticidi in agricoltura, nei confronti dei quali la legislazione USA pone limiti molto più blandi rispetto a quella europea. In Europa ogni cibo che include piccole quantità di OGM dovrebbe avere una chiara indicazione sull’etichetta
OrmoniPiù del 90% del manzo Usa è prodotto con ormoni e promotori della crescita bovina considerati cangerogeni, che subiscono restrizioni in Europa dal 1988. L’Istituto americano della Carne deplora il rifiuto ingiustificato – secondo loro – di Bruxelles delle carni che contengono cloridrato di ractopamina, medicinale usato per gonfiare il tasso di carne magra di suini e bovini. La ractopamina è stata bandita in 160 paesi.
Uso del cloro per disinfettare i polli Produttori USA di pollo e tacchino trattano regolarmente le carcasse degli animali con il cloro prima della vendita, un processo che è stato bandito in Europa dal 1997.
Uso di interferenti endocriniLa UE ha fissato livelli massimi di contaminazione da interferenti endocrini (sostanze chimiche note per la loro capacità di alterare il sistema ormonale umano) a un livello che bloccherebbe il 40% dí tutte le esportazioni di generi alimentari statunitensi verso I’Europa.
Danni a marchi e denominazioni d’origine Il sistema delle produzioni Dop e Igp, che in Italia genera un fatturato alla produzione di circa 7 miliardi di Euro e al consumo di circa 12,6 miliardi di Euro ed un valore di export pari al 32%, verrebbe messo in discussione dalla vendita dei prodotti USA che usano gli stessi nomi dei nostri prodotti (italian sounding), perché questi non potrebbero più essere combattuti come concorrenti sleali
STOP TTIP perché l’accordo mette in discussione il principio di PRECAUZIONE usato in Europa per la sicurezza alimentare, per il quale un prodotto può essere ritirato dal mercato se c’è il rischio che possa danneggiare la salute umana. Il principio di precauzione richiede che chi vuole inserire un prodotto nuovo e potenzialmente pericoloso sul mercato debba provare che è sicuro. Il governo USA non utilizza questo principio.
La Commissione Europea ha promesso di rivedere le misure di sicurezza del cibo “con l’obiettivo di rimuovere le barriere non necessarie”. Per dimostrare la propria buona volontà nell’andare incontro alle domade USA, ha già messo fine al bando europeo sulle importazioni di maiali vivi dagli Usa e di carne bovina trattata con acido lattico (febbraio 2013), nonostante l’opposizione di alcuni stati membri della UE.
Con l’approvazione del TTIP i prodotti alimentari USA, che arrivano da aziende 13 volte più grandi in media di quelle europee e che devono rispettare molte meno regole sanitarie sarebbero concorrenziali dal punto di vista economico, gli italiani potrebbero comprare carne a prezzi più bassi ma molti produttori perderebbero il lavoro e tutti i cittadini sarebbero più a rischio di ammalarsi anche in modo molto grave.
La proposta: Non rinunciare in Europa al principio di precauzione, cercare di realizzare la sovranità alimentare, valorizzando i prodotti locali, eliminando i lunghi trasferimenti di alimenti, sostenendo l’agricoltura biologica e l’agroecologia perché non può coltivarsi cibo biologico se non in un ambiente in cui il terreno e le acque non siano inquinati. Favorire l’agricoltura contadina di piccola scala, che è l’unica che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto, ma anzi arricchendolo e preservandone la biodiversità.
f. Disinformazione.it

TTIP: l’accordo economico segreto internazionale che cambierà il mondo

TTIP: l’accordo economico segreto internazionale che cambierà il mondoRedazione A Sud, di Giuseppe Montalbano su “Il Corsaro”
Il Transatlantic Trade and Investment Partnership istituirà la più grande area di libero scambio del pianeta
Nel generale silenzio dei grandi media, relegato in fondo alle pagine e ai siti specialistici di economia internazionale, al riparo da ogni pericolo di dibattito pubblico fra le diverse sponde dell’atlantico e del pacifico, un ristretto gruppo di negoziatori governativi e un numero di gran lunga più alto di lobbisti per conto delle più potenti multinazionali  stanno pianificando da almeno quattro anni i due più mastodontici trattati commerciali internazionali del ventunesimo secolo.
Un enorme programma di smantellamento delle residue barriere commerciali, giuridiche e politiche tra Stati Uniti, Europa e dodici paesi delle due sponde del pacifico, funzionale alla creazione della più grande area di libero scambio del pianeta (comprendendo economie per circa il 60% del prodotto interno lordo mondiale), sia per l’estensione geografica che per la profondità capillare con cui il programma di liberalizzazioni e deregolamentazioni abbatterà tutti gli ostacoli sul suo cammino: dai diritti del lavoro alla proprietà intellettuale, dai servizi pubblici fondamentali fino al diritto alla salute. Si tratta del Transatlantic Trade and Investment Partnership tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, secondo step del più vicino Transpacific Partnershipche l’amministrazione Obama intenderebbe concludere prima della fine dell’anno, escludendo di fatto il Congresso dalle trattative in corso e accelerando i tavoli a porte chiuse con i Paesi partner (per la precisione: Giappone, Messico, Canada, Australia, Malesia, Cile, Singapore, Perù, Vietnam, Nuova Zelanda e Brunei) e gli incontri segreti con gli oltre 600 rappresentanti delle multinazionali. I contenuti e i termini delle trattative in corso sono di fatto inaccessibili agli organi di informazione e anche ai parlamenti dei Paesi coinvolti, se non a gran parte degli stessi governi, è precluso un accesso integrale alle bozze sugli accordi in ballo, come denunciato da Wikileaks.
Entrambi gli accordi possono essere letti come fasi differenti di un’unica ambiziosa strategia statunitense per la riconquista di una nuova egemonia globale ‘diffusa’, contro l’incubo che il mutato quadro dei rapporti di forza a livello internazionale possa marginalizzare sempre di più la potenza americana. Da una parte le nuove potenze emergenti del secondo e terzo mondo, quali il Brasile, India, Sud Africa e Messico continuano a crescere e sviluppare il proprio mercato interno, rivelandosi difficilmente controllabili attraverso i vecchi e nuovi forum internazionali, come il G20, e in alcuni casi rafforzando la costruzione di nuove aree commerciali regionali per la prima volta sottratte all’influenza statunitense, come nel caso del MERCOSUR in America Latina a trazione brasiliana. Dall’altro lato del pacifico l’asse economico e geo-politico tra il gigante cinese e la Russia si va affermando prepotentemente come epicentro degli equilibri mediorientali e asiatici (la soluzione diplomatica della vicenda siriana, come l’accordo sull’arricchimento dell’uranio in Iran lo hanno dimostrato recentemente) in una graduale scalata al ruolo di leadership  globale.
Nella morsa dei nuovi candidati all’egemonia internazionale, con il vecchio partner europeo allo sbando intrappolato nella spirale economica e sociale dell’austerità, lo stanco e frustrato impero statunitense tira fuori le unghia, archiviando di fatto le negoziazioni del mai compiuto Doha Development Round (il regime commerciale che avrebbe dovuto portare a compimento il sistema del WTO avvantaggiando le nazioni povere del terzo mondo) per lanciare una controffensiva senza precedenti con gli strumenti e la piena complicità delle più potenti multinazionali economiche e finanziarie, sulla scorta del programma elaborato per la prima volta dall’Atlantic Council di Wahington. Se, infatti, tale iniziativa va iscritta in una strategia diriconquista della scena internazionale da parte dei vecchi padroni del mondo (l’asse USA-Europa-Giappone), essa da inquadrata più ampiamente in un disegno di politica economica mondiale che vede, forse per la prima volta nella storia, il pieno protagonismo politico delle grandi corporation transnazionali, non più confinate a esercitare un’influenza esterna sui centri decisionali internazionalie regionali, ma sedute negli stessi tavoli di negoziazione e trattativa alla pari degli attori nazionali, se non in posizione privilegiata. I due trattati si profilano così come la prima autentica costruzione di un’area planetaria di libero mercato costruita a tavolino, per filo e per segno,da un’élite transazionale che supera i confini tradizionali tra Stato e privati, tra governi e interessi aziendali, sottraendosi a ogni controllo democratico.
Dal quadro che finora abbiamo grazie a Wikileaks e al lavoro di indagine del Corporate Europe Observatory, lo scarso numero di ‘addetti ai lavori’ da parte dei diversi governi coinvolti è ampiamente compensato dalle centinaia di lobbisti e manager del ristretto club di multinazionali dei più diversi settori, ben lieti di poter dare la loro consulenza tecnica ed esprimere il proprio punto di vista fino ai dettagli dei diversi articoli che comporranno i trattati. I contenuti dei due trattati che giorno dopo giorno si vanno delineando portano ben impresso il marchio degli interessi elitari da cui hanno preso forma. Proveremo qui a dare un rapido sguardo alle principali questioni in ballo per ogni diverso settore, spaziando tra il TPP e il TTIP proprio in virtù delle vistose analogie che emergono fra i due sistemi regolatori. Rinviamo a prossimi contributi sul Corsaro un approfondimento più dettagliato sulle singole questioni.
Impatto sul mercato del lavoroNonostante una metodologia improntata ai più ottimistici parametri econometrici, lo stesso Impact Assessment del TTIP elaborato dalla Commissione europea avverte del concreto rischio di un pesante shock nel mercato del lavoro europeo in seguito alle ristrutturazioni dei settori economici dopo l’entrata a regime del trattato commerciale. Settori come quello dell’allevamento, della produzione di fertilizzanti, di bioetanolo e di zucchero, segnala la Commissione, potrebbero realisticamente subire un pesante colpo dai vantaggi competitivi che avrebbe l’industria statunitense sulla controparte europea, con un relativo impatto negativo sull’intero sistema industriale dell’UE. Come in ogni accordo economico internazionale, le parti vengono poste su di un’uguaglianza formale di condizioni e regole che puntualmente finiscono per avvantaggiare quella economicamente più forte e competitiva. La libera competizione dell’industria americana sul mercato europeo, con i suoi standard produttivi e lavorativi, andrebbe verosimilmente a minare pesantemente diversi settori industriali europei più deboli e incapaci di reggere il confronto. Come giustamente segnalato dal rapporto del CEO, tale squilibrio di produttività industriale tra le parti potrebbe concretamente tradursi in un impoverimento ancora maggiore del sud Europa, già piegato dalla crisi e dagli effetti recessivi delle politiche d’austerità, i cui fragili sistemi industriali riceverebbe un ennesimo colpo (A brave new Transatlantic Partnership, p. 10). Si intuisce facilmente cosa potrebbe accadere nel mercato del lavoro.
Oltre alla perdita dei posti di lavoro che tale concorrenza aggressiva da parte degli USA e delle multinazionali porterebbe in Europa, non bisogna sottovalutare il pericolo di un abbassamento generalizzato degli standard dei diritti del lavoro, sindacali e previdenziali che i lavoratori in Europa subirebbe, allineandosi col sistema di (scarse) tutele, di debolezza dei sindacati e di privatizzazione del settore previdenziale tipico degli USA. Anche in questo caso gli standard si allineano verso l’alto per quel che riguarda la possibilità per i privati di far profitto e crollano verso il basso sul mercato del lavoro. Sempre la Commissione europea, senza peli sulla lingua, afferma a tal proposito che una delle priorità di un simile accordo commerciale è ‘ridurre il rischio di diminuire gli investimenti USA in Europa e la loro fuga in altre parti del mondo’. Se oltre gli USA consideriamo che i lavoratori in Europa dovranno fare i conti con una concorrenza che si aprirà ancora di più anche all’Asia, attraverso il corrispondente accordo del pacifico, l’attacco che si preannuncia sui diritti del lavoro si preannuncia catastrofico e senza quartiere. I diritti dei lavoratori sono d’altronde esplicitamente inseriti alla voce delle ‘barriere non-tariffarie’ da abbattere nel TTIP e nel TPP.
Proprietà intellettuale.Le bozze del TTIP nasconderebbero un ritorno delle spirito e di interi paragrafi dell’ACTA (Anti-counterfeiting trade agreement), l’accordo multilaterale sulla proprietà intellettuale fortemente voluto dagli USA con cui il copyright avrebbe acquisito un potere legale e sanzionatorio enorme a scapito di un libero accesso alla cultura, concedendo alle multinazionali un potere di fatto illimitato sulla gestione dei dati personali degli utenti della rete a totale scapito della loro privacy. L’ACTA è stato fermato dal Parlamento europeo nel 2012 anche  seguito delle gradi proteste che avevano attraversato il continente, ma rischia adesso risorgere dalle ceneri nei dettagli dell’accordo trans-atlantico. Insieme alla perdita della privacy e dei ‘diritti digitali’ per tutti gli utenti di internet, tale accordo darebbe mano libera ai colossi multinazionali a fare del web un sistema di monitoraggio e sorveglianza: una trappola per la libertà di informazione e di fruizione della comunicazione via web. Infatti, tra i suoi capitoli più controversi, l’ACTA prevedeva la facoltà per gli Internet Service Providers di setacciare la rete a caccia non solo di violatori del copyright, ma anche di ‘sospetti’ e potenziali complici, consegnandoli alle autorità: un potere poliziesco e punitivo che scardinerebbe il potenziale del web come luogo della libertà di espressione e della cultura.
Ma l’ulteriore fortificazione del regime della proprietà intellettuale avrebbe anche conseguenze ben più devastanti. In primo luogo ne beneficerebbero le grandi industrie farmaceutiche rispetto ai farmaci generici, vedendosi assicurate un regime di monopolio legalizzato contro una competizione che finora ha regolato verso il basso i prezzi, tutto a spese dei sistemi sanitari nazionali, delle tasche dei contribuenti, ma soprattutto della loro salute.
Libertà degli investimentiTra i capitoli più temuti del TPP e del TTIP, quello sugli strumenti di tutela legale della libertà di investimenti per i privati minaccia di trasformare davvero ogni forma di ‘bene comune’, dai servizi pubblici alle cure mediche, in merce da scambiare sul mercato per il profitto delle grandi corporations. Secondo le indiscrezioni fornite dal CEO,entrambi i trattati contemplerebbero la piena introduzione della libera concorrenza quale principio cui ogni servizio pubblico debba sottostare, considerando anche i ‘potenziali rischi’ e gli ‘investimenti mancati’ provocati dall’ingerenza dello Stato. Come già accaduto nel novembre 2012 in Canada, un casa farmaceutica potrebbe procedere legalmente contro uno Stato che limitasse la libertà di investimenti garantendo degli standard sanitari e medici a livello nazionale. Ciò avverrebbe principalmente attraverso un rafforzamento della normativa a favore della libertà di impresa e di un nuovo sistema di risoluzione delle contese tra stato e privati che permetterebbe alle multinazionali di denunciare i governi che non rispettassero ‘la libertà e protezione degli investimenti’ con lo strumento dell’arbitratointernazionale tra i firmatari dei trattati commerciali, sottraendosi ai tribunali nazionali e sovranazionali (come la Corte europea). I due trattati costituirebbero in questo modo una nuova sfera legale e giudiziaria a uso privato cui i singoli governi si troverebbero a cedere altri pezzi della propria sovranità, insieme alla tutela dei diritti fondamentali dei suoi cittadini. Possiamo soltanto immaginare come ciò possa tradursi non solo per l’Europa (e il sud Europa), ma anche per tutti quei contraenti deboli dell’accordo trans-pacifico (come il Cile e il Perù) che di fatto finirebbero per essere legalmenteincatenati ai ricatti delle grandi compagnie e dei loro investimenti predatori.
Ambiente e agricolturaNella logica degli standard al ribasso tra Stati Uniti e resto del mondo finirebbero in pieno i regimi di tutela ambientale, climatica e agricola e, se consideriamo le scarse tutele americane in tema di emissioni inquinanti e uso di tecnologie e prodotti ‘invasivi’ nel campo agro-alimentare, vi sono serie ragioni per temere uno dei colpi più violenti alla salvaguardia dell’ambiente degli ultimi decenni. L’armonizzazione degli standard qualitativi tra le due sponde dell’atlantico potrebbe portare in Europa, come denunciato da diverse voci, all’abbandono del ‘principio precauzionale’ che finora ha tenuto alla larga gran parte degli OGM, dei capi bovini dopati con ormoni e dei volatili sterilizzati chimicamente, tipici del made in USA. Lo sviluppo delle bio-tecnologie alimentari, in primo luogo con la libera commercializzazione degli OGM, è proprio l’obiettivo delle campagne milionarie e decennali condotte da giganti multinazionali come la Monsanto, la DuPont e la Dow Chemical. Lo stesso vale per gli standard agricoli sull’uso dei pesticidi e la tutela del paesaggio che potrebbero realisticamente pendere dal lato del più ‘liberale’ regime americano, tutto a svantaggio di un più elevato livello di sicurezza della qualità del cibo, della produzione in biologico, e della tutela dell’agricoltura europea costretta a subire, in particolare nell’area mediterranea, il durissimo colpo di un’impari e aggressiva concorrenza statunitense.
Banche e società finanziarie a piede liberoI padroni della finanza tra Stati Uniti ed Europa starebbero approfittando di questo ambizioso Round di negoziazioni per ottenere quello che, sotto gli occhi troppo attenti dell’opinione pubblica, difficilmente riuscirebbero a vedersi garantito dai governi nazionali in un momento di crisi simile: cioè un’ulteriore deregolamentazione del settore finanziario a livello globale. Attraverso il capitolo sulla tutela degli investimenti, le grandi società finanziarie potrebbero garantirsi ulteriori strumenti legali per il ‘risarcimento delle perdite’ e la tutela contro i rischi derivanti dal libero scambio di pacchetti di titoli più o meno tossici. Per quanto a parole l’intento dichiarato sia quello di una ‘regolamentazione prudente’ dei flussi finanziari, vi sono buone ragioni per sospettare, come fa il rapporto del CEO (pp. 22-23), che l’opposizione delle banche e dei governi inglese e tedesco, insieme ai colossi americani, saranno in fine determinanti nel ridurre al solo livello nazionale i regimi di controllo, favorendo un’ulteriore apertura dei mercati finanziari a livello atlantico.
Durante le ultime sedute della trattativa del TPP tenutesi a Salt Lake City, nello Utah, nelle prime due settimane di novembre, l’accelerazione da parte dell’amministrazione Obama si è contrata con l’opposizione di alcuni degli Stati coinvolti nell’accordo, così come rivelato da Wikileaks. Nuova Zelanda, Cile e Australia sarebbero in disaccordo su diversi punti della bozza di trattato, specialmente per quel che riguarda i diritti di proprietà intellettuale e il capitolo sulla tutela degli investimenti. Si apre così uno spiraglio per intaccare i piani statunitensi e privati per concludere in gran fretta e a porte chiuso la prima fase di un accordo di portata planetaria.
Il Corsaro si unisce ai movimenti che si stanno battendo per spezzare questo gigantesco cappio sopra le teste di milioni e milioni di cittadini in tutto il mondo. Il tempo è poco e finora il velo di segretezza e indifferenza da parte dell’opinione pubblica ha fatto da padrone su una questione così vitale per il futuro di tutti noi. Proviamo a rompere questo velo e dare una consapevolezza della reale posta in gioco di questi trattati: il nostro futuro e la possibilità stessa di poterlo cambiare un giorno.
Articolo pubblicato su  Il Corsaro, titolo originale: “In gran silenzio arriva il TTIP: lobbisti e paesi del pacifico per l’accordo economico che cambierà il mondo”, 14 Dicembre 201
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