sabato 18 settembre 2010

LA GRANDE MERETRICE


LA GRANDE MERETRICE

Direi una descrizione della futura politica mondiale in chiave allegorica e simbolica, che riguarda i nostri tempi ed il futuro prossimo.

La grande meretrice è quella grande potenza che corrompe ed allo stesso tempo viene corrotta, potenza che per la sua grande avidità di ricchezza di lussuria di potenza, compie ogni sorta di empietà, atrocità e abominio, arricchendosi avidamente sul sangue versato da vari popoli e, per raggiungere i suoi scopi non si ferma davanti a nulla, prostituendosi con tutto e tutti, ogni cosa ha il suo prezzo. Vestita di rosso e porpora a significare la potenza imperialista e il sangue versato; la descrizione di “mistero”, cioè dell'incomprensibile ascesa di un potere che è divenuto dittatura; adorna di ogni sorta di oro, gioielli e preziosi, tutta la ricchezza sottratta al mondo. Questa potenza è sostenuta da altre sette potenze.
Poi viene descritta qual'è questa potenza, dicendo che prima di essa ce ne sono state cinque, le altre due non erano ancora arrivate, ma oggi lo sono state, l'ottava potenza quella che gli verrà data podestà e potere sopra tutti i re e popoli, le corna sono i dieci re che ancora non hanno il potere e che sosterranno questa grande potenza per avidità di ricchezza e potere. La coppa piena del bottino, delle ricchezze ottenute con ogni genere di nefandezza e violenza, che si dovrà “concludere” con l'imposizione del marchio “della bestia”, un biochip per schiavizzare l'umanità.

Petrus Marotta

IDROGENATI NEGLI ALIMENTI

Cosa sono i grassi vegetali idrogenati?
30 marzo 2010 2 Commenti

Dai grissini ai gelati, dai cracker alle creme spalmabili, snack, pasticce­ria industriale, dadi, fritti pronti… i grassi vegetali sono tra gli ingre­dienti più massicciamente presenti nei prodotti al supermercato. I gras­si vegetali idrogenati o trans-esterificati presentano qualche rischio per la nostra salute: il loro processo produttivo modifica le caratteristiche dei grassi in modo che interferiscano coni sistemi di regolazione dei valori di colesterolo.
Anche quando un’etichetta (per esempio dei cracker o dei grissini) segnala la presenza di “olio non idrogenato” o di “olio naturale”, non si può sapere con certezza quale sia la composizione finale del grasso al termine della cottura.
I grassi vegetali idrogenati.
Così si definiscono gli oli solidificati tra i 160 e 1 210 °C, con idrogeno e nichel. Si previene così l’irrancidimento, ma purtroppo con l’idrogenazione le molecole si trasformano in “trans”. L’idrogenazione trasforma il grasso in una specie di sostanza inerte, simi­le a un olio minerale (come quello delle automobili). Siccome abbassa­no il colesterolo buono (l’HDL) aumentando sensibilmente il rischio cardiovascolare e la produzione di radicali liberi nell’organismo, da qual­che anno le critiche su questi grassi si sono accentuate. Allora le azien­de hanno cambiato nelle etichette la loro denominazione e così i vec­chi grassi idrogenati vegetali sono diventati “grassi trans-esterificati”. Cioè praticamente la stessa cosa.
Grassi vegetali non idrogenati.
Alcuni produttori hanno cominciato a usare un diverso processo, il frazionamento, con cui si separa da un olio la sua parte solida. Con il frazionamento si toglie chimicamente la parte liquida dell’olio, ottenendo un solido costituito in abbondanza da gras­si saturi. Ecco come si fa la margarina vegetale non idrogenata. L’unico vantaggio rispetto agli idrogenati è che non è trans.
Basta pochissimo per raggiungere nell’alimentazione quotidiana una quan­tità di acidi grassi trans sufficiente a turbare il metabolismo del colesterolo. Un biscotto ne contiene la stessa quantità di una bistecca di 150 grammi. Evitare i grassi di cui non si conosce la provenienza, dare la preferenza a olio extravergine d’oliva e a oli di semi biologici spremuti a freddo, oppure a burro di provenienza biologica. Niente margarina, nemmeno se non è idrogenata.
E per finire vi lascio con un’intervista che ho rilasciato all’amico Rudy Bandiera per Hwgadget!

L'ACQUA E' VITA

“Le straordinarie proprietà curative dell’acqua”
Approfondimento di Marcello Pamio, pag. 46
Ordina subito
Capitoli
Acqua dal punto di vista esoterico
Acqua dal punto di vista chimico-fisico
Memoria dell’acqua e Jacques Benveniste
Memoria dell’acqua e Masaru Emoto
Siamo fatti per il 99% di molecole d’acqua
Dominio di coerenza dell’acqua
Qual è la migliore acqua per l’organismo umano?
Idroterapia nella storia antica: Pitagora, Ippocrate, Siegmund Hahn, Vincent Priessnitz, Arnold Rikli, Sebastian Kneipp, Louise Khune, Adolf Just, Manuel Lezaeta Acharan.
Come agisce l’acqua
Tecniche idroterapiche
(…)
“Memoria” dell’acqua e Jacques Benveniste (1935 – 2004)
Nato a Parigi, Jacques Benveniste studia medicina e nel 1967 Direttore clinico della facoltà di Medicina della capitale, poi Ricercatore all’Istituto sulla Ricerca sul Cancro del C.N.R.S. (l’omologo francese del nostre C.N.R.) e nel 1980 viene posto a capo dell’unità di ricerca 200 dell’I.N.S.E.R.M. (Istituto Superiore di Sanità, sezione “immunologia delle allergie e infiammazioni”). Autore di oltre 300 pubblicazioni su riviste scientifiche.
Benveniste ha sperimentato e proposto un nuovo modello interpretativo, di tipo elettromagnetico, per rendere conto dei “segnali molecolari”, secondo il quale una molecola antigene (molecola capace di reagire con il sistema immunitario) emette un segnale elettromagnetico che risuona con il segnale emesso dal “recettore”, così attivandolo e inducendo la funzione cellulare corrispondente.[1]
Il suo famoso esperimento iniziale consisteva nel misurare quanti basofili (cellule del sistema immunitario) nel sangue umano venivano degranulati dalla tossina del veleno delle api.
In una serie di misurazioni il numero dei basofili, logicamente diminuiva man mano che la tossina veniva diluita.
Ma la cosa interessante è che oltre una certa diluizione (la tossina non c’era più) non avrebbe dovuto accadere nulla, e invece, la degranulazione riprendeva. Come mai? Forse perché nell’acqua rimaneva traccia, rimaneva una “memoria” della tossina. Era proprio così.
Le sue ricerche hanno confermato, grazie a centinaia di esperimenti, la possibilità di trasferire all’acqua, mediante un campo elettromagnetico emesso, la specifica attività molecolare di più di 30 sostanze diverse.
In pratica grazie ad un esperimento di immunologia, eseguito da uno dei più stimati ricercatori a livello mondiale, si è potuto dimostrare che l’acqua ha “memoria”, e questa sua peculiarità conferma l’omeopatia!
Quindi un campo elettromagnetico esterno, un campo energetico, può trasferire nelle molecole di acqua una determinata “vibrazione“ o “impronta”.
Benveniste, dopo che la rivista “Nature” pubblicò il 30 giugno del 1988 il suo articolo dove spiegava tale fenomeno (dal titolo: “Human basophil degranulation triggered by very diluite antiserium against IgE”), toccò con mano il lato oscuro della scienza.
Tale articolo infatti venne preceduto da un altro, dal titolo: “Quando credere all’incredibile”, in cui si evidenziava l’inspiegabilità teorica dei fenomeni descritti e infine si invitavano i lettori a sospendere il giudizio fino a ulteriori controlli…
Controlli “vergognosi” che non tardarono a farsi attendere: per una intera settimana nel suo laboratorio arrivarono tre personaggi: James Randi un illusionista ed ipnotizzatore membro del C.S.I.C.O.P. (l’omologo americano del C.I.C.A.P.), John Maddox direttore di “Nature” e il sedicente acchiappa-frodi Walter Stewart.[2] L’intento ovviamente era quello di trovare la frode, il trucco, l’imbroglio, e i loro risultati furono pubblicati immediatamente su “Nature”, il 28 luglio successivo.
In questo articolo si parlava di pseudoscienza, conclusero che c’erano stati errori di campionatura statistica, ma non essendo biologi, non erano minimamente consapevoli dell’argomento, questo confermato dal fatto che nessun altro “esperto” ha valutato il loro lavoro.
Non hanno chiarito il mistero della “memoria” dell’acqua, ma nonostante tutto, questo articolo è esploso e ha continuato a propagare il discredito verso tali ricerche!
L’obiettivo però era stato raggiunto: Benveniste, da grande luminare quale era, divenne di punto in bianco uno dei tanti ciarlatani imbroglioni.
La verità però è figlia del tempo, e nel gennaio del 1990, al termine di ulteriori esperimenti per la verifica delle scoperte di Benveniste, il prof. Alfred Spira, direttore dell’unità 292 dell’I.N.S.E.R.M., si è così espresso:
“Il fenomeno esiste, gli esperimenti hanno dato risultati positivi e tuttavia, benché sia stata seguita una metodologia corretta, i risultati appaiono strani dal punto di vista statistico. E’ un fatto che non riesco a capire né a spiegarmi”.[3]
E’ logico che i risultati appaiano strani a chi non apre la propria mente e sgombera il campo da preconcetti e indottrinamenti accademici!
Altri studi, effettuati in parallelo in 4 laboratori indipendenti (Gran Bretagna, Italia, Francia e Olanda) confermarono che il fenomeno esiste.
Nel 2001 la biologa Martha Ennis della Queen’s University di Belfast, ripetè l’esperimento e i risultati confermarono quanto scoperto da Benveniste.[4]
Quindi non si tratta di una bufala!
La “memoria dell’acqua sarebbe dovuta al debole campo elettromagnetico del soluto che rimane impressionato sulle molecole d’acqua e pertanto sarebbe registrabile e riproducibile a distanza”[5]
Il 3 ottobre del 2004 Jacques Benveniste, muore in circostanze misteriose, a Parigi all’età di 69 anni durante una operazione al cuore di routine, nello stesso ospedale (Pitié-Salpetrière), dove è arrivata viva e poi deceduta Lady Diana…
(…)
Come agisce l’acqua
L’acqua, come abbiamo visto, è indispensabile alla vita, e tra le altre cose è un importante termoregolatore dell’organismo umano.
La contrazione muscolare è il maggior generatore di calore corporeo e l’acqua svolge proprio il ruolo di assorbimento del calore generato e lo dissipa affinché la temperatura del corpo rimanga costante[6].
In pratica il calore viene portato dai liquidi (acqua, sangue, linfa) fino alla pelle da dove viene inoltre dissipato, anche sotto forma di vapore attraverso i polmoni.
I successi dell’idroterapia non dipendono dall’acqua in sé, ma dalla reazione energetica del corpo.
Acqua fredda
Applicando dell’acqua fredda direttamente sulla pelle, si produce una contrazione immediata dei vasi sanguigni cutanei: vasocostrizione, che scarica all’interno il sangue dei capillari. Quando l’applicazione cessa, avviene la reazione contraria: i vasi sanguigni si dilatano aumentando il flusso sanguigno, la temperatura della pelle aumenta a causa del riempimento dei vasi e infine si decongestionano gli organi interni. Affluendo alla pelle il calore interno con le impurità del sangue, queste vengono eliminate attraverso i pori.
L’acqua fredda provoca una reazione attiva interna su tutto l’organismo, non solo esternamente: nervi, metabolismo, sistema simpatico, organi digestivi, ecc.
Sbagliato è credere che applicando il freddo direttamente sulla pelle, il corpo si raffreddi. E’ vero esattamente il contrario: con il freddo il corpo si scalda, perché reagisce producendo calore, proprio per difendersi dal freddo!
Con applicazioni ripetute di acqua fredda, la temperatura esterna (pelle) si alza e quella interna (visceri) diminuisce. In pratica avviene una regolarizzazione delle temperature interne/esterne.
Le stimolazioni meccaniche esterne come frizioni, massaggi, ecc. amplificano tale effetto, inoltre i vasi cutanei contratti per l’azione dell’acqua si dilatano per l’effetto meccanico della frizione o fregagione.
Acqua calda
Applicando dell’acqua calda sulla pelle si aprono i pori e quindi si ha una notevole dispersione termica che provoca un raffreddamento.
Quindi l’effetto dell’acqua calda sulla pelle alla fine raffredda il corpo!
Ecco il motivo per cui si consiglia SEMPRE dopo l’acqua calda quella fredda, in modo da provocare il restringimento dei pori e trattenere il calore interno.
Applicazioni di acqua calda per breve tempo stimolano, mentre le applicazioni di acqua calda per lungo tempo possono indebolire.
Impacchi di acqua calda, come le compresse, rilassano la muscolatura e il sistema nervoso. Il bagno caldo indebolisce l’organismo.
Le temperature del corpo
Riprendendo il concetto del maestro igienista Manuel Lezaeta Acharan, l’organismo umano è composto da due involucri, uno esterno (pelle) che ci isola dall’ambiente, uno interno (mucosa) che riveste le cavità. La salute dipende proprio dall’equilibrio termico tra i due.
Il sangue, prodotto delle digestioni, va a nutrire entrambi gli “involucri”.
Quindi se la circolazione del sangue e la sua qualità (fluido e non viscoso, privo di tossine, ecc.) sono ottimali, anche la temperatura sarà nella norma: si è quindi in equilibrio termico.
Se invece la circolazione del sangue, per vari motivi, è deficiente, la temperatura sarà maggiore nella zona congestionata e minore nella zona carente.
Un organismo sano ha una temperatura uniforme di 37 °C sia fuori nella pelle che all’interno nelle mucose intestinali.
Un organismo malato avrà invece un aumento della temperatura interna (da 38° fino a 40 ° non misurabili con il classico termometro) e un raffreddamento della pelle e delle estremità (mani e piedi freddi).
Cosa origina la febbre interna?
Da una parte il costante sforzo digestivo necessario all’elaborazione di alimenti sbagliati ed inadeguati (cibi cotti, raffinati, proteine animali, combinazioni errate, ecc.), dall’altra il costante raffreddamento della pelle a seguito di vestiti sempre più aderenti e innaturali (sintetici).
La pelle inoltre possiede milioni di piccoli buchi, detti pori, che servono, da una parte ad assorbire gli elementi esterni che l’aria (ossigeno) e il sole (cariche magnetiche) ci offrono, dall’altra ad eliminare le tossine attraverso il sudore. Queste due peculiarità sono i motivi per cui la pelle si definisce come “secondo rene” e “secondo polmone”. 
Per equilibrare le temperature del corpo è necessario risvegliare la reazione nervosa e circolatoria nella superficie esterna (pelle) e contemporaneamente decongestionare l’interno (i visceri).
Come fare?
- Per febbricitare la pelle si usa la reazione che produce il freddo dell’acqua, attraverso frizioni, getti, spugnature, bagni, ecc.
- Per decongestionare i visceri invece ci sono i bagni ai genitali, del tronco, i semicupi. In più anche una alimentazione sana di tipo vegetariana (frutta e vegetali) a base di cibi freschi crudi aiutano a raffreddare l’addome.
Obiettivi dell’idroterapia
L’idroterapia aiuta a sciogliere le tossine prodotte dall’organismo e ad eliminarle attraverso le vie di elezione: intestini, pelle, reni e polmoni. Nel nostro caso soprattutto attraverso l’organo più esteso: la pelle.
Non a caso la pelle, possedendo milioni di pori, da una parte assorbe gli elementi esterni che l’atmosfera ci offre, e dall’altra elimina attraverso le secrezioni sudorifere, le tossine. Proprio per queste sue peculiarità, la pelle è definita anche come il secondo polmone e il secondo rene!
Questa importantissima disintossicazione, tonifica e rinforza di conseguenza TUTTE le attività vitali dell’organismo umano.
Per l’igiene naturale, l’origine di tutte le malattie è la Tossiemia, quindi abbassando il carico tossico dell’organismo (tossine nel sangue e nel terreno biologico), la salute si fa più vicina se si è ammalati, o si mantiene in via preventiva se si sta bene.
E’ bene a tal proposito sapere che la guarigione è sempre e solo autoguarigione (Vis Medicatrix Naturae) e noi possiamo agevolarla oppure bloccarla con il nostro stile di vita.
Il nostro stile di vita generale è quello che fa la differenza: alimentazione, movimento, riposo, tranquillità emotiva e ricerca spirituale giocano un ruolo di fondamentale importanza in tutto questo.
Non a caso abbiamo visto precedentemente che l’alimentazione era molto curata da tutti i grandi maestri dell’idroterapia.
Infatti, hanno poco senso le applicazioni dell’acqua (calda o fredda) se poi il corpo viene costantemente inquinato da cibi errati e innaturali; se le energie vitali vengono sperperate in maniera futile; se non si conosce il movimento corporeo, ecc.
(…)
Tecniche idroterapiche (spiegate nel dettaglio con tanto di immagini)
Frizioni
Bagno di Just
Bagno del tronco
Bagno dei genitali
Pediluvi freddi
Bracciluvio
Semicupio
Fasciatura
Compressa


[1] “L’affaire Benveniste”, tratto dal libro “Aqua” di Roberto Germano, edizioni Bibliopolis
[2] “L’affaire Banveniste. Ovvero: sulla memoria dell’acqua e della scienza”, di Roberto Germano, fisico della materia
[3]  Idem
[4] “Viviamo tutti sulla cresta dell’onda” di Renzo Mazzaro, ed. New Media Publishing House.
[5]  “Caratteristiche fisiche e chimiche dell’acqua”, tratto da “Curarsi con l’acqua” di Catia Trevisani ed Elisabetta Poggi, edizioni Urrà.
[6] “Come agisce l’idrotermofangoterapia”, tratto da “Curarsi con l’acqua” di Catia Trevisani ed Elisabetta Poggi, edizioni Urrà.
 
www.disinformazione.it

Grassi idrogenati

Cosa sono i grassi vegetali idrogenati?
30 marzo 2010 2 Commenti

Dai grissini ai gelati, dai cracker alle creme spalmabili, snack, pasticce­ria industriale, dadi, fritti pronti… i grassi vegetali sono tra gli ingre­dienti più massicciamente presenti nei prodotti al supermercato. I gras­si vegetali idrogenati o trans-esterificati presentano qualche rischio per la nostra salute: il loro processo produttivo modifica le caratteristiche dei grassi in modo che interferiscano coni sistemi di regolazione dei valori di colesterolo.
Anche quando un’etichetta (per esempio dei cracker o dei grissini) segnala la presenza di “olio non idrogenato” o di “olio naturale”, non si può sapere con certezza quale sia la composizione finale del grasso al termine della cottura.
I grassi vegetali idrogenati.
Così si definiscono gli oli solidificati tra i 160 e 1 210 °C, con idrogeno e nichel. Si previene così l’irrancidimento, ma purtroppo con l’idrogenazione le molecole si trasformano in “trans”. L’idrogenazione trasforma il grasso in una specie di sostanza inerte, simi­le a un olio minerale (come quello delle automobili). Siccome abbassa­no il colesterolo buono (l’HDL) aumentando sensibilmente il rischio cardiovascolare e la produzione di radicali liberi nell’organismo, da qual­che anno le critiche su questi grassi si sono accentuate. Allora le azien­de hanno cambiato nelle etichette la loro denominazione e così i vec­chi grassi idrogenati vegetali sono diventati “grassi trans-esterificati”. Cioè praticamente la stessa cosa.
Grassi vegetali non idrogenati.
Alcuni produttori hanno cominciato a usare un diverso processo, il frazionamento, con cui si separa da un olio la sua parte solida. Con il frazionamento si toglie chimicamente la parte liquida dell’olio, ottenendo un solido costituito in abbondanza da gras­si saturi. Ecco come si fa la margarina vegetale non idrogenata. L’unico vantaggio rispetto agli idrogenati è che non è trans.
Basta pochissimo per raggiungere nell’alimentazione quotidiana una quan­tità di acidi grassi trans sufficiente a turbare il metabolismo del colesterolo. Un biscotto ne contiene la stessa quantità di una bistecca di 150 grammi. Evitare i grassi di cui non si conosce la provenienza, dare la preferenza a olio extravergine d’oliva e a oli di semi biologici spremuti a freddo, oppure a burro di provenienza biologica. Niente margarina, nemmeno se non è idrogenata.
E per finire vi lascio con un’intervista che ho rilasciato all’amico Rudy Bandiera per Hwgadget!

I DANNI DERIVANTI DAL LATTE

Il latte: a ciascuno il proprio
Tratto da “MRA il Metodo René Andreani” - www.vegetarian.it
Igienismo - la Scienza della Salute
Il latte della donna fa bene al neonato, quello della mucca fa bene ai vitelli. “Fino a due anni i bambini dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate ogni tipo di latte!”. Questa vera e propria bomba è stata fatta esplodere agli inizi degli anni novanta dal celeberrimo dottor Benjiamin Spock, padre della moderna pediatria. Questa inversione di tendenza portò il dottor Spock ad abbracciare le tesi che da anni molti medici ed esperti (nonché vegan, macrobiotici ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male, soprattutto in fase di crescita, perché può provocare molte deficienze immunitarie e disturbi vari, tra cui l’anemia, allergie e persino un insufficiente sviluppo cerebrale. In America e in Italia in molti si scagliarono contro Spock, definendo “vecchio arteriosclerotico” questa vera “leggenda della puericultura” che, a 89 anni suonati, ebbe il coraggio intellettuale di ammettere i propri errori e di dichiarare che il latte di vacca è adattissimo ai vitelli, ma non agli uomini. 
L’uomo è l’unico animale che continua a nutrirsi di latte anche dopo lo svezzamento. Che sia il desiderio di non diventare mai adulti? Il latte vaccino è un cibo per vitelli, non per l’uomo. Serve a far crescere un vitello e a farlo assomigliare ad una mucca, ma sicuramente non per aiutare un bambino a diventare un uomo. Per questo la natura ha predisposto il latte materno. La madre, nella società moderna, ha sempre più spesso rinunciato ad allattare al seno il proprio neonato (bassissime le percentuali alla fine degli anni sessanta), un po’ per motivi di tempo (essendo inserita nel frenetico processo produttivo), un po’ per mancanza d’informazione sull’insostituibilità del latte materno nei primi mesi di vita. La donna si è poi fatta condizionare da false paure sui presunti danni estetici dell’allattamento e da un malinteso desiderio d’emancipazione. Il peso più decisivo, in questa “scelta”, lo ha avuto la martellante pubblicità delle industrie produttrici di latte (in polvere e non), aiutate sicuramente dai sacerdoti della salute in camice bianco che hanno contribuito a creare un vero e proprio “mito” alimentare, basato su poco o nulla. 
Prima di tutto il latte di una madre sana è sempre fresco e batteriologicamente puro, mentre ogni tipo di latte non umano deve subire un processo di “cottura” ad alte temperature che ne distrugga gli organismi nocivi (ma la stessa sorte tocca purtroppo anche alle vitamine). Latte materno e latte vaccino non sono assolutamente uguali, se non nel colore: si differenziano, infatti, nella composizione percentuale degli ingredienti (essendo uno destinato a far crescere esseri umani e l’altro bovini), e nella qualità di tali ingredienti (ad esempio le catene d’aminoacidi sono completamente diverse). Inoltre solo nel latte materno sono presenti sostanze che immunizzano il neonato dalle infezioni (soprattutto quelle respiratorie e intestinali), nonché la quantità di fosforo esattamente necessaria al suo sviluppo cerebrale. Il “cucciolo” d’uomo sviluppa dapprima il cervello, mentre l’animale sviluppa prima la struttura ossea. La quantità di lattosio, essenziale per lo sviluppo cerebrale del bambino, nel latte umano è quasi il doppio rispetto a quella che si riscontra nel latte vaccino, Questo fatto è facilmente spiegabile se si pensa che l’accrescimento del cervello del bambino è molto più rapido di quello del vitello. Il latte di mucca contiene molta caseina (quasi tre volte il latte umano), una proteina che, a contatto con i nostri succhi gastrici, “caglia”, formando un grumo compatto, alquanto indigesto, che provoca inoltre l’aumento dei processi putrefattivi intestinali. 
Il latte vaccino, dovendo servire ai vitelli, che hanno una velocità d’accrescimento fisico notevolmente superiore a quell’umana (raddoppiano il proprio peso dopo appena 47 giorni dalla nascita, mentre il neonato umano lo raddoppia in 180 giorni), contiene dal 3,5% al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte umano. Tale notevole quantità di proteine nel latte di mucca costituisce, quindi, un’autentica overdose proteica per un essere umano. Si è così accertato che quando le proteine superano il normale fabbisogno del mammifero che assume un determinato latte, l’eccesso determina un sovraccarico per il fegato e le reni, che hanno il compito di eliminare i prodotti del metabolismo proteico. Il latte umano, al contrario di quello vaccino, garantisce al neonato la massima prevenzione dalle allergie e dalle infezioni. I medici hanno riscontrato che oggi il giovane americano, alla visita di leva, ha già terminato la crescita ossea, cosa che solo venti anni fa succedeva sei - sette anni più tardi. Questo avviene perché sono alimentati fin dalla nascita con latte non specifico e con altri cibi iperproteici. Tra l’altro ogni alimento ha valore nutritivo per la sua capacità di essere assorbito dal nostro organismo, non solo per la quantità di sali minerali, vitamine o proteine in esso contenuto. 
Il calcio tanto reclamizzato nel latte vaccino è in genere male assorbito dall’uomo, perché è associato con una percentuale (relativamente) troppo alta di fosforo (fattore inibente) e alla caseina. Nonostante ciò, nei paesi occidentali “sviluppati” mangiamo così tanto da riuscire a fare un’overdose quotidiana di calcio, il quale va a depositarsi sulle pareti delle arterie - provocando, insieme al colesterolo, l’indurimento delle stesse - oppure forma calcoli renali, o si accumula nelle articolazioni, dando vita a manifestazioni artritiche. Il cinese medio assume appena 15 mg di calcio al giorno, eppure ha meno carie e osteoporosi dell’americano medio, che ne ingurgita ben 800 mg. Bambini affetti da otiti, tracheiti, catarri a ripetizione sono rientrati nella norma sopprimendo i latticini ed in particolar modo lo yogurt. L’insonnia dei neonati è di solito da addebitare alla somministrazione di latte vaccino. Latticini e formaggi sono legati alle malattie della civiltà: insorgere di tumori, cisti, fibromi, cancro all’apparato riproduttivo femminile (seno, utero, ovaia), infezioni all’apparato uro - genitale (cistiti e candida, molto diffusa tra le giovani americane), malattie del sistema cardiocircolatorio (arteriosclerosi, trombi, infarti...) a causa dell’enorme quantità di grassi saturi; connessione diretta con le più svariate forme d’allergia sia alimentare che della pelle e dell’apparato respiratorio (asma, raffreddore da fieno), abbassamento delle difese immunitarie, problemi del sistema digerente (diarrea, stitichezza, per la mancanza di fibre).
CONSIDERAZIONI FINALI. Se non sono ancora state sufficienti tutte le informazioni e le considerazioni esposte facciamo, prima di chiudere, un’ultima riflessione: Il latte è un alimento per i cuccioli di quella particolare specie animale che, proprio per questa caratteristica, si differenzia da tutte le altre: i mammiferi. Ebbene, non esiste alcun mammifero che, arrivato all’età adulta nella quale è in grado di nutrirsi da solo, continui ad assumere il latte. Solo l’uomo continua a bere latte e non usa nemmeno il proprio, ma quello di altre specie. Se esistono delle leggi in natura, qualcuno sicuramente sta sbagliando trascurando il fatto che le leggi naturali, contrariamente da quelle umane, non ammettono deroghe. Infine, esaminando lo sviluppo del cucciolo uomo, vediamo che ad un certo punto cominciano a spuntare i primi denti. La comparsa dei denti sta a significare che nel corpo di quell’esserino (e soprattutto nel suo apparato digerente) hanno avuto inizio le varie trasformazioni che lo condurranno gradatamente all’alimentazione dell’adulto. Da quel momento, l’importanza del latte (quale alimento unico) cessa, e anche la sua importanza quale alimento basilare diminuisce man mano che lo svezzamento procede e terminerà verso la fine del secondo anno di vita, quando sarà completata la sua prima dentizione, che viene appunto chiamata “da latte”: termina cioè quando il bambino ha i suoi venti denti caduchi. Il latte diventa allora un alimento secondario e anche la sua importanza come tale finirà per scomparire allorchè il ragazzo, versi i quattordici anni, avrà i primi 28 denti della sua dentatura permanente. A partire da quell’epoca egli potrà veramente alimentarsi come l’adulto e IL MAMMIFERO ADULTO NON SI CIBA DI LATTE.
CIBI CHE CONTENGONO LATTE: tutti i tipi di formaggio, yogurt, gelato, cappuccino, crema di nocciole, budini, frappè, frullati, burro, alcune interpretazioni del pesto alla genovese, ravioli e tortelli ‘di magro’, lasagne e cannelloni al forno, sformati e soufflè, salsa besciamella, gnocchi, purè di patate, pizza e calzoni, panini toast e tramezzini, alcuni prodotti precotti da infornare per fare focacce e simili, panna, mascarpone, quasi totalità della pasticceria (anche quella secca), merendine, biscotti, cioccolata al latte, certo scatolame, salse e manicaretti particolari o esotici che si trovano nei supermercati, mortadella, wurstel, prosciutto cotto, ecc..
Concludendo, il calcio, indispensabile al nostro organismo, è meglio ricavarlo da alimenti d’origine vegetale, anziché d’origine animale. RAW FOOD - Frutta, germogli e verdure CRUDE, fresche di stagione e possibilmente biologiche, contengono le giuste quantità di calcio biodisponibile e quindi assimilabile, con facilità, dal nostro organismo. www.vegetarian.it
---------------------------------------------------------
I pericoli del latte
www.disinformazione.it
Da documenti storici, risulta che fu nel 1793 per opera di un certo Underwood, che venne dato a dei neonati il latte di mucca! Prima di tale data, se una madre moriva e lasciava il piccolo da allattare, ci pensava la balia e non certo una vacca!
La composizione del latte umano è unica.
Il bambino ha una crescita lenta, mentre il vitello ha una crescita molto rapida, ecco perché il latte di vacca contiene più del doppio di proteine e calcio di quanto non ne contenga il latte umano.
Latte
Lattosio
Grassi
Proteine
Sali
Umano
7%
4%
1,5%
0,2%
Mucca
4,4%
4,5%
4,3%
0,8%
Capra
4,8%
3,7%
3,5%
0,45%
La caratteristica più singolare nella crescita del piccolo dell’uomo, rispetto a quella degli altri animali, è il grande sviluppo del cervello nel primo anno di vita. Il latte umano è preposto a favorire tale sviluppo, come nessun altro latte!
Oggi il latte vaccino viene pastorizzato, omogeneizzato, trattato, congelato, evaporato, condensato, polverizzato, adulterato, aromatizzato… Tutti processi mortiferi.
L’omogeneizzazione per esempio consiste nel passare il latte attraverso una grande centrifuga che separa il grasso (crema, panna montata, ecc.) dal latte stesso. Tale processo meccanico produce una notevole ossidazione con conseguente perdita di valore e crea dei microscopici grumi di grasso che possono “strisciare”, “rigare” e quindi infiammare le vene, facendo intervenire sul posto colesterolo, fibrine, calcio, per bloccare tale processo infiammatorio.
Il risultato sono le tristemente note famose placche ateromatose!
Durante il processo di pastorizzazione del latte il Trifosfato di Calcio-Magnesio si scompone in sali: Fosfato di Calcio, Fosfato di Magnesio, Carbonato di Calcio che sono del tutto insolubili e assolutamente inutili (come tutti i minerali inorganici); le proteine del latte coagulano e precipitano assieme ai sali.
I minerali alcalini si ossidano e ciò che resta dopo la perdita della parte alcalina è molto acidificante per l’organismo. Un corpo acido sottrae minerali alcalini dalle riserve (ossa, denti, capelli, unghie, ecc.)
Questo è motivo per cui latte e latticini, anche se vengono consigliati dai medici per “curare” l’osteoporosi, sottraggono invece minerali come il calcio.
Una proteina del latte, la caseina, non possiamo digerirla perché non abbiamo l’enzima (DPP-IV) sempre più disabilitato a causa delle vaccinazioni, del fluoro, cloro.
L’enzima per digerire lo zucchero (lattosio), lo perdiamo all’età di circa 3 anni e quindi il lattosio si trasforma in acido lattico, un sottoprodotto tossico e soprattutto acidificante.
Altre proteine come la albumina e globulina subiscono a causa della pastorizzazione la coagulazione.
La pastorizzazione deammina alcuni aminoacidi facendoli diventare inutili alla nutrizione, la vitamina C viene totalmente distrutta, come pure tutte le altre vitamine.
Lo maggior parte dell’importante iodio viene perso.
Infine nel latte vi sono delle sostanze come la lactenina e l’acido rumenico, che risultano essere nocive per la flora batterica intestinale per via della loro attività antibiotica.
Il latte scremato causa più danno di quello intero, perché quando si diminuisce la percentuale di grasso, quella delle proteine aumenta!

www.disinformazione.it

lunedì 6 settembre 2010

SOCI ARTECULTURA (C.S.R,)


Presidente: Petrus Marotta

Settore Studi e Ricerche: Victor Marotta

Amministrazione: Pietra Lanzetta


Soci fondatori:


Petrus Marotta, Franco Pisciotta, Valter Pettinato, Pietra Lanzetta, Gabriella Ambrosio.
Soci ordinari:
Serena Coccimiglio, Neglia Assunta, Pettinato Mary, Coccimiglio Gloria, Usai Sabrina, Eliseo Carlo, Schiavo Concetta, Aiello Carmen, Bruna Giordano, Gerardi Max, Gallo Franco, Faranda Maria, Lanzetta Francesco, Grasso Giuseppina, Mulè Rosaria.