domenica 30 giugno 2013

I Killer dell'economia

Confessioni di un sicario dell'economia Marcello Pamio - 28 giugno 2013 - pubblicato da Effervescienza inserto della rivista "Biolcalenda" Questa è la storia di John Perkins, il capo economista di una società di consulenze, ingegneria e costruzioni di Boston. Fin qui nulla di strano. Quello che interessa è che Perkins ha lavorato come “sicario dell’economia”, una élite di professionisti il cui compito è di orientare la modernizzazione dei paesi in via di sviluppo verso un continuo processo d’indebitamento e di asservimento agli interessi delle multinazionali e dei governi più potenti del mondo. Sono professionisti, dallo stipendio fantasmagorico, in grado di sottrarre migliaia di miliardi di dollari a paesi di tutto il mondo. Riversano, o per meglio dire, rubano, il denaro della Banca Mondiale, dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (U.S.A.I.D.) e di altre importanti organizzazioni, per così dire umanitarie, per farli finire nelle casse delle corporation e nelle tasche di un pugno di ricche famiglie che detengono il controllo delle risorse naturali del pianeta. Il controllo di paesi strategici è sempre avvenuto da centinaia di anni, prima con gli imperi coloniali, ora invece spostando elettronicamente enormi quantità di denaro (creato dal nulla dalle banche) da un luogo ad un altro e facendo sprofondare nei debiti miliardi di persone. I metodi usati dai sicari sono: falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso, per arrivare all’omicidio! Il compito di Perkins era quello di incoraggiare i leader mondiali a divenire parte di una vasta rete che favorisse gli interessi commerciali dei soli Stati Uniti d’America. Alla fine questi leader rimanevano intrappolati in una ragnatela, in una trama di debiti che ne garantiva la fedeltà assoluta in tutti gli ambiti. I sicari dell’economia sono pedine importanti che partecipano alla costruzione e mantenimento dell’Impero, chiamato corporatocrazia. Utilizzando gli strumenti della finanza internazionale, sono riusciti in passato e ci riescono tuttora, a sottomettere paesi in via di sviluppo, quelli ovviamente con risorse naturali nel sottosuolo come petrolio, oro, diamanti, gas e minerali vari (coltan, ecc.) o quelli in posizioni geostrategiche (Panama p.e.). Quando un sicario assolve al meglio il suo compito, i prestiti elargiti come aiuti o come fondi necessari alla costruzione di infrastrutture importanti (centrali elettriche, autostrade, ponti, ospedali, aeroporti o poli industriali, ecc.) escono dalla Banca Mondiale e/o dall’U.S.A.I.D., ed entrano nelle casse delle lobbies che hanno studiato e progettato tale criminosa strategia. Ai paesi destinatari delle infrastrutture, cioè ai paesi bisognosi, non solo non arriva nulla, ma anzi, i prestiti sono così ingenti che il debitore si trova costretto alla morosità dopo poco tempo, e quando ciò accade, viene preteso il risarcimento immediato creando ad arte, le seguenti condizioni: controllo dei voti ai paesi membri delle Nazioni Unite, installazioni di basi militari e l’accesso alle multinazionali alle preziosissime risorse naturali. Si esige la restituzione dei debiti anche sotto forma di concessioni petrolifere. In pratica tutti i paesi che i sicari dell’economia hanno portato sotto l’ombrello dell’Impero globale, hanno subìto un destino simile. Tutti ad eccezione di Iraq e Venezuela. Questo spiega perché il debito dei paesi del Terzo mondo è arrivato a oltre 2500 miliardi di dollari, mentre i soli interessi economici (nel 2004 erano oltre 375 miliardi) sono superiori all’intera spesa per la sanità e l’istruzione e venti volte gli aiuti che i paesi in via di sviluppo ricevono annualmente dall’estero! Cosa succede all’agenda mondialista, quando un sicario fallisce il suo compito? Entra in gioco una razza ancor più sinistra e pericolosa: gli “sciacalli”. Gli sciacalli sono uomini, mercenari, agenti dell’intelligence che rovesciano il governo di turno, fomentano rivolte, colpi di stato e golpe militari. Spesso mascherano i loro sporchi intervento con strani incidenti (aereo, auto), malori o malattie, uccidendo i capi di stato che non si piegano ai dettami dell’establishment economico-finanziaria. Se anche lo sciacallo dovesse fallire, allora entrano in gioco i generali con l’esercito, e il risultato è la guerra. Esattamente quello che negli ultimi anni è accaduto in Afghanistan, Iraq sotto Saddam Hussein e Libia con Gheddafi. In Iran e Venezuela hanno tentato il rovesciamento, ma per fortuna senza risultati. L’inizio… Come può un uomo normalissimo come John Perkins, con una semplice laurea in economia, diventare un sicario dell’economia? Certamente nulla avviene per caso... E infatti tutto ebbe inizio quando sposò Ann, una giovane donna, il cui padre era un brillante ingegnere che lavorava per il Ministero della Marina, e suo zio un alto dirigente della National Security Agency (N.S.A.), l’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense. Dopo il matrimonio, Perkins fu chiamato per un colloquio alla N.S.A. il cui scopo, scoprì più tardi, era individuare, attraverso test, i suoi punti deboli. Alcune settimane dopo gli fu offerto un lavoro con il quale cominciò a far pratica nell’arte dello spionaggio. Il passaggio successivo fu l’assunzione alla Main Inc. di Boston, una società di consulenza internazionale, con circa duemila dipendenti sparsi nel mondo. A questo punto della storia Perkins incontra, quello che sarà il suo mentore e che avrà un ruolo centrale in tutta la storia. Viene avvicinato da Claudine, una donna che approfittò dei punti deboli della sua personalità usando un misto tra seduzione fisica, manipolazione verbale e mentale: metodi studiati appositamente per lui. Fu proprio lei a spiegargli in cosa sarebbe consistito il suo vero lavoro: per primo doveva giustificare gli enormi prestiti internazionali che avrebbero poi riportato i soldi alla Main Inc. o ad altre potentissime lobbies statunitensi come Bechtel, Halliburton, Stone & Webster, Brown & Root, attraverso grossi progetti di ingegneria e di edilizia; secondo, avrebbe dovuto mandare in rovina i paesi che ricevevano i prestiti affinché restassero per sempre in obbligo, schiavi dei creditori. In pratica il “sicario dell’economia” In qualità di economista avrebbe dovuto fare previsioni sugli effetti di investimenti multimiliardari in un determinato paese; in particolare doveva elaborare proiezioni sulla crescita economica nei successivi venti o venticinque anni e le valutazioni dell’impatto di tutta una serie di progetti messi poi in atto dalle aziende statunitensi. Doveva creare altissimi profitti per gli appaltatori e fare felici un pugno di ricche e influenti famiglie dei paesi destinatari, assicurando al tempo stesso la dipendenza finanziaria e quindi la lealtà politica dei governi in tutto il mondo. In pratica, veniva pagato profumatamente per rubare miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo. La storia insegna che fin dai tempi più antichi, gli imperi sono stati costruiti e mantenuti attraverso la forza militare e la minaccia, ma con la fine dell’Unione Sovietica e lo spettro di un olocausto nucleare, la soluzione militare divenne troppo rischiosa, per cui vennero optate altre strategie, come quella economica. Queste strategie, semplici, di grande funzionamento, non necessitavano di eserciti. Un esempio per tutti, avvenne nel 1951 quando l’Iran si ribellò alla compagnia petrolifera britannica (oggi B.P., British Petroleum) che sfruttava le risorse naturali e il popolo. Il primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq, eletto democraticamente dal popolo, nazionalizzò l’intero patrimonio petrolifero iraniano, scatenando le ire furiose dell’Inghilterra, la quale chiese aiuto agli U.S.A. Washington invece delle bombe sganciò uno “sciacallo”, l’agente della C.I.A., Kermit Roosevelt (nipote del presidente Theodore), il quale riuscì, a suon di soldi, tangenti e minacce a persuadere un gran numero di persone e organizzare rivolte e dimostrazioni violente in piazza (la medesima e recente strategia applicata in Libia e Siria). Il clima, creato ad arte, dava l’impressione che Mossadeq fosse incapace e soprattutto impopolare. Il primo ministro cadde nella trappola e passò il resto della sua vita agli arresti domiciliari. A quel punto prese il potere lo scià Mohammad Reza, alleato degli Stati Uniti e divenne il dittatore incontrastato per molto tempo, fino alla Rivoluzione. Questo è uno degli innumerevoli colpi di stato finanziati e orchestrati dagli Stati Uniti ai danni di paesi sovrani; ricordiamo Ecuador, Indonesia, Cile, Panama, Colombia, El Salvador, Bolivia, e praticamente tutto il continente africano. Come mai simili accadimenti storici non sono conosciuti dalla maggior parte delle persone? Negli Stati Uniti, ma il discorso in Europa non cambia, la N.B.C. è della General Electric, la A.B.C. della Walt Disney, la C.B.S. di Viacom, la C.N.N. dell’A.O.L. Time Warner, ecc. La maggior parte dei quotidiani, periodici e case editrici sono posseduti e manipolati da gigantesche corporation transnazionali. Tutti i media fanno parte del medesimo sistema corporativo che ha portato avanti la distruzione sistematica delle economie dei paesi in via di sviluppo, e quindi veicolano solo le notizie politicamente corrette. Per concludere John Perkins, probabilmente per ripulirsi la coscienza e per un briciolo di onestà intellettuale si è confessato pubblicamente scrivendo il libro intitolato: “Confessioni di un sicario dell’economia”. E’ bene ricordare che è la confessione di un uomo che ha permesso a sé stesso di diventare una pedina, un sicario, riuscendo grazie alla propria avidità a sfruttare e saccheggiare miliardi di dollari da paesi in difficoltà, creando centinaia di milioni di poveri. Il libro comunque è molto interessante, soprattutto perché permette una maggiore comprensione e visione d’insieme, dei fatti storici e dell’andamento della società moderna, tutta focalizzata nella crescita economica. Sono riusciti, grazie a decenni di propaganda, marketing e pubblicità più o meno occulta, a convincerci che acquistare costantemente è un dovere civico e aiuta l’economia; saccheggiare la terra è nel nostro stesso interesse. La storia purtroppo, quando non viene compresa, è destinata a ripetersi e a concludersi in tragedia. Gli imperi, infatti non durano, sono tutti falliti miseramente. L’attuale Impero, gestito e controllato dai banchieri internazionali, centrato nei mercati e derivati finanziari, oramai si sta sgretolando sotto i nostri occhi, lasciando posto ad un sistema dove al centro ci sarà l’uomo e non il dio-denaro! “Riconoscere un problema è il primo passo per trovarne la soluzione e confessare un peccato è l’inizio della redenzione…”. Concludo con le parole di John Perkins Titolo: “Confessioni di un sicario dell’economia”, John Perkins, ed. Minimum fax, ISBN: 978-88-6559-069-0 www.disinformazione.it

Quello che bisogna sapere sulla vivisezione

Quello che dovresti sapere sulla vivisezione Marcello Pamio - 28 giugno 2013 - pubblicato da Effervescienza inserto della rivista "Biolcalenda" Siamo stati - dicono - sulla Luna, abbiamo inviato sonde su alcuni pianeti del sistema solare e la tecnologia sta facendo letteralmente sognare l’uomo. Nonostante questi indubitabili passi da gigante, c’è una parte della scienza che è rimasta ferma al Medioevo e forse ancor prima: la ricerca in ambito medico. Nell’epoca dei computer tascabili, ogni anno vengono uccisi milioni di animali per sperimentare farmaci, vaccini e nello sviluppo di apparecchiature! Centinaia di milioni di esseri viventi, tra cui topi, ratti, e cavie, ma anche conigli, cavalli, pecore, uccelli, cani, gatti e primati, vengono per così dire, immolati ogni anno, sull’altare della cosiddetta scienza, il tutto ovviamente per il nostro benessere, almeno questo è quello che ci dicono. Ma è proprio così? Forse no, visto che, nonostante i 58.000 farmaci, gentilmente messi a disposizione dall’industria farmaceutica, per le 40.000 malattie diverse, continuiamo a morire per patologie cardiovascolari, tumorali e cronico-degenerative. Per capirne di più, siamo andati ad intervistare il dottor Stefano Cagno, alla presentazione del suo ultimo libro Tutto quello che dovresti sapere sulla vivisezione, organizzata a Padova dalla Lav (Lega anti-vivisezione), con la presenza della d.ssa Maria Concetta Digiacomo. Cagno è un medico chirurgo specializzato in psichiatria e lavora a Milano come dirigente ospedaliero. Dottor Cagno, perché un libro simile? Com’è nata l’idea… L’idea non è stata mia ma di Viviana Ribezzo, l’editrice delle Edizioni Cosmopolis. Un giorno mi propose di scrivere un libro semplice sull’argomento, ma all’inizio, per via dei troppi impegni, declinai. Poi col passare del tempo, mi sembrò una buona idea e alla fine accettai. La sperimentazione animale - basata su preconcetti - è nata in tempi lontanissimi, dove la maggior parte delle persone non sapevano neanche leggere, ed è sopravvissuta grazie all’ignoranza, cioè alla non conoscenza delle persone. Perché non offrire a tutti uno strumento snello per cominciare ad informarsi correttamente sulla vivisezione? Quanto è importante la conoscenza del fenomeno? Se le persone sapessero realmente cosa accade nei laboratori di sperimentazione; se sapessero solo alcune cose, probabilmente sarebbero tutti contrari a tale abominio, e non mi riferiscono solo gli animalisti, ma a tutti quanti, anche a coloro che detestano gli animali. Se queste persone venissero a sapere che il 92% delle sostanze chimiche che superano brillantemente la sperimentazione sugli animali NON superano poi la sperimentazione umana (obbligatoria per legge), come si comporterebbero? Questi sono dati FDA (Food and Drug Administration). Nel 92% dei casi, le sostanze chimiche che risultano ‘sicure’ per gli animali, non diventeranno MAI un farmaco, e questo perché nell’uomo risultano essere tossiche o non funzionano, o entrambe le cose. Rimane un banale 8%. Ma il 51% di questo 8%, cioè oltre la metà delle sostanze che superano la sperimentazione animale e anche quella umana, secondo l’Associazione dei medici americani, presentano gravi reazione avverse. In pratica il 51% dei farmaci che vengono commercializzati inducono pericolosi problemi sanitari. Tradotto in numeri: 100.000 statunitensi muoiono ogni anno per quei farmaci che risultano essere sicuri negli animali! Questo le persone devono sapere. Perché parla di preconcetti? La vivisezione sopravvive oggi grazie ai preconcetti che i mass-media hanno trasmesso nei decenni e nei secoli passati alle persone. Uno di questi preconcetti è che grazie al “sacrificio” degli animali, si può procedere a scoperte scientifiche che potranno fare il bene della nostra specie. Quindi è giusto e doveroso sacrificare gli animali per il bene dell’uomo! Questo è un vero e proprio preconcetto: non solo non c’è alcuna dimostrazione scientifica di questa affermazione, ma esistono sempre più studi che affermano il contrario, ossia che dal sacrificio degli animali si ottiene un danno agli animali stessi, e poi un danno all’uomo. E’ più corretto parlare di vivisezione o sperimentazione animale? Sperimentazione animale e vivisezione sono due sinonimi. Paradossalmente molte persone che sperimentano su animali dicono di essere contrari alla vivisezione perché loro “sperimentano su animali”, “non sezionano gli animali da vivi”, quindi questo non li farebbe soffrire. Ma la sofferenza di un animale non la si provoca solo sezionandolo dal vivo: ci sono mille modi diversi per farlo soffrire. Stare in una gabbia, spesso minuscola, senza relazioni sociali con la stessa specie, con la luce sempre accesa, e già questa una forma di sofferenza. Altra cosa che dicono i ricercatori è che durante gli esperimenti “gli animali non soffrono perché vengono applicate tutte le precauzioni”... Questo è molto interessante, perché gli stessi dati ufficiali britannici smentiscono tali affermazioni: nel 70% dei casi non viene dato né anestesia, né analgesia e nella maggioranza del rimanente 30% viene dato solo un antidolorifico. Dopo quello che ha appena detto, come fanno i vivisettori a studiare sugli animali un farmaco contro il dolore senza farli soffrire? Per studiare i farmaci antidolorifici, si deve studiare il dolore, e come si fa a studiare il dolore senza indurlo nell’animale? E’ così ovvio che è perfino banale: se non fanno soffrire un animale, non riescono a valutare se il farmaco funziona oppure no! Per esempio, per studiare le fratture, vengono spezzate le zambe agli animali. Come si fa a dire che non soffrono? Io faccio lo psichiatria e detto tra noi, psichiatri, psicologi e fisiologi sono le categorie peggiori, quelli che fanno gli esperimenti più perversi. Uno degli esperimenti classici in psichiatria e psicologia consiste nel prendere un animale, di solito un gatto, e impiantargli elettrodi nella testa e successivamente fargli passare la corrente elettrica. Possiamo ancora negare che quell’animale soffra? I vivisettori per studiare gli antidolorifici inducono il dolore negli animali, ma cosa fanno per studiare gli psicofarmaci? Come possono estrapolare dati utili per l’uomo, studiando un farmaco per il disturbo bipolare, schizofrenia o depressione su dei poveri animali? Gli scienziati odierni hanno la presunzione di estrapolare i dati dagli animali agli esseri umani, o da una specie ad un’altra. Questo è, per usare le parole del grande Pietro Croce, un ‘errore metodologico’. Io in ambito psichiatrico parlo di doppio errore metodologico, perché non solo non si ha lo stesso substrato biologico, ma con gli animali non condividiamo neppure la stessa modalità di comunicazione. Non siamo in grado di comprendere il linguaggio degli animali, quindi non possiamo capire esattamente cosa vogliono comunicarci quando miagolano, ragliano, ecc. Come fanno a studiare le patologie psichiatriche negli animali che non parlano? Vi spiego un trucco da vero prestigiatore che finora ha funzionato bene… Vengono date agli animali delle sostanze chimiche, per esempio allucinogeni, che fanno cambiare il loro comportamento, e poi si presume che tale cambiamento del comportamento sia indice di una malattia mentale paragonabile a quella umana. Da sempre ci continuano a dire che i vivisettori utilizzano gli animali perché sono differenti da noi, perché non hanno lo stesso sviluppo cognitivo, ecc. Ma quando studiano per esempio la depressione, schizofrenia, l’ansia negli animali non gli riconoscono un mondo emotivo? Se questi animali non hanno un mondo emotivo, non vivono emozioni e non soffrono, allora il discorso decade da solo. Viceversa, se ce l’hanno, allora bisogna anche porsi il problema della sofferenza. Ma non finisce qua, perché la cosa veramente incredibile è che tutti gli psichiatri del mondo per fare una diagnosi usano il DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. In tale manuale c’è scritto che per ogni diagnosi devono essere soddisfatti certi criteri. Alla fine sono riportati i cosiddetti “criteri di esclusione”. Questi criteri escludono la diagnosi quando vengono soddisfatti. Sapete qual è il criterio di esclusione uguale per tutte le patologie psichiatriche? “Bisogna escludere l’assunzione di sostanze psicoattive o malattie internistiche che possono essere responsabili di quei sintomi”. E’ chiaro? In pratica, i criteri stessi attraverso i quali si creano degli animali psicotici, depressi o ansiosi, in realtà per i clinici, sono esattamente i criteri per escludere quelle stesse malattie! In parole povere se un essere umano è allucinato perché ha assunto un allucinogeno dico che è drogato e non schizofrenico, se invece ad un animale somministro un allucinogeno dico che è schizofrenico. Che tipo di rapporto, vicinanza o relazione c’è tra un modello che viene creato utilizzando dei criteri che sono escludenti la stessa condizione nell’uomo? Questa, visto l’argomento, è follia pura o totale irrazionalità. Per i farmaci tradizionali c’è la sperimentazione su animali e poi sull’uomo: vale la stessa cosa per gli psicofarmaci? L’iter della sperimentazione degli psicofarmaci è identica a quella per i farmaci. Se una casa farmaceutica vuole mettere sul mercato un nuova sostanza chimica, prima la sperimenta negli animali, dopo su persone che hanno un disturbo specifico e su volontari sani, che accettano di diventare “cavie umane” per denaro... Alla fine la sperimentazione a chi serve? La sperimentazione su animali serve soprattutto alle industrie farmaceutiche, perché possono cambiare specie animale e cambiando specie, ottengono tutto e il contrario di tutto, quindi selezionando la specie giusta possono sempre ottenere ciò che vogliono. Possono dimostrare che la diossina è tossica, come nell’uomo, oppure totalmente innocua. Per il porcellino d’india per esempio la diossina è letale come per l’uomo, mentre per il criceto è innocua. Quale animale le case farmaceutiche utilizzeranno per studiare la diossina: il criceto o il porcellino? Razionalmente e fisiologicamente siamo più vicino ad un porcellino d’India o a un criceto? Quando si hanno dati decisamente opposti, come si fa a stabilire qual é il modello per l’uomo? Si sperimenta sull’uomo che diventa così la vera “cavia” sulla quale otteniamo le informazioni corrette! Dire NO alla sperimentazione animale ha quindi un valore etico e morale nei confronti del mondo animale, da una parte, e dall’altra salutare per l’essere umano. Ma quali sono le alternative alla vivisezione? Gli strumenti sono moltissimi, la farmaco-genomica è una. La farmaco-genomica è quella branca della scienza che associa l’assetto genetico di una persona ad una possibile risposta ad una determinata sostanza. Se ho un gene di un tipo piuttosto che un altro, con questa tecnica posso capire se potrò avere un vantaggio o uno svantaggio da quella sostanza specifica. Attraverso la farmaco-genomica potrei stabilire a priori chi è allergico o no alla penicillina tanto per fare un banale esempio. Ringraziamo il dottor Stefano Cagno per la gentile disponibilità, ma soprattutto per la competenza e semplicità con cui ha spiegato queste delicatissime tematiche. Da questa intervista sorgono alcune domande: l’attuale crescita esponenziale di patologie è forse il prezzo che stiamo pagando per uno stile di vita innaturale? La sofferenza che infliggiamo a miliardi di innocenti esseri, sia tramite assurde abitudini alimentari, sia attraverso la sperimentazione e i prodotti di quest’ultima: i farmaci, ci sta tornando indietro come un boomerang? Sembra proprio di sì: l’italiano medio in un anno mangia oltre 250 Kg di proteine di animali, tra cui carne, uova, pesce, latte e derivati, e ingolla oltre 30 scatole di medicinali (434 euro all’anno, dati Osmed 2011). E’ arrivato il momento di prendere coscienza del gravissimo problema, iniziando a comportarsi di conseguenza, e cioè vivendo con coerenza, in maniera naturale e semplice, senza creare inutile sofferenza! www.disinformazione.it

venerdì 28 giugno 2013

CHOC A TREVISO, 15 CANI SCOMPARSI: FINITI SULLE TAVOLE DEI CINESI?

CHOC A TREVISO, 15 CANI SCOMPARSI: FINITI SULLE TAVOLE DEI CINESI? Giovedì, 27 Giugno 2013 Esposto delle associazioni animaliste. Indagini in corso In Cina si festeggia il Solstizio d'estate con carne di cane e vino di licthi, la ciliegia cinese. E in quest'occasione è stata segnalata la scomparsa dei cani da località come Altivole, Barcon e Fanzolo di Vedelago. Le associazioni animaliste di Treviso hanno denunciato i fatti ai carabinieri di Montebelluna e Castelfranco e le indagini sono in corso. Quindici quattrozampe spariti dal giardino di casa, negli stessi orari, sempre quando i proprietari erano assenti. Sotto accusa la comunità cinese. Lo rivela "la tribuna di Treviso". "Occorre fare chiarezza su queste sparizioni", ha detto l'eurodeputato Andrea Zanoni. Il numero dei cani scomparsi potrebbe essere anche più alto. L'esposto è stato presentato ai carabinieri dalla Lav, dall'Oipa e dalla Lac, sulla spinta delle segnalazioni ricevute dai cittadini della zona. Mentre si sarebbero registrati altri casi non segnalati dai proprietari alle associazioni animaliste. Nel mirino sono finiti soprattutto meticci, ma anche animali di media taglia. Tutti scomparsi intorno alle 12 dal giardino in cui vivevano, quando erano da soli in casa. Intanto, le associazioni trevigiane hanno chiesto "di provvedere urgentemente a indagare sull'eventuale detenzione di cani rapiti o dei loro corpi esanimi e, nel caso si ravvisi una situazione di necessità e urgenza, di provvedere ad un eventuale sequestro degli stessi. In tal caso, si fa presente che le associazioni si rendono fin d'ora disponibili quali affidatarie dei cani che venissero rinvenuti senza microchip e non fosse quindi possibile risalire ai nomi dei proprietari". "Molte famiglie sono disperate per la sparizione dei loro cani e temono seriamente che possano divenire la vettovaglia di qualche banchetto o ristorante", ha spiegato Zanoni. Forse, puntare il dito contro i cinesi può sembrare affrettato. Anche se proprio in questo periodo dell'anno la comunità celebra il Solstizio d'estate in cui si cucina carne di cane, seguendo un'antica tradizione. Eppure, anche in Cina si sta muovendo qualcosa: una dura contestazione quest'anno si è svolta a Yulin, nella regione del Guanxi, con gli animalisti che hanno protestato contro i cuochi, pronti a mettere sul fuoco 10mila bestiole. TAG: animali, maltrattamenti

VIVISEZIONE, "RIBALTONE" IN SENATO: SU GREEN HILL TORNA IL TESTO BRAMBILLA

VIVISEZIONE, "RIBALTONE" IN SENATO: SU GREEN HILL TORNA IL TESTO BRAMBILLA Giovedì, 27 Giugno 2013 VIVISEZIONE, Blitz vincente degli animalisti nella commissione Politiche comunitarie del Senato: sulla vivisezione ripristinato,e rafforzato, il "testo Brambilla" della scorsa legislatura. Ieri sera, a maggioranza, la commissione ha approvato un emendamento (riformulato) del relatore Tarquinio (Pdl) al ddl di legge di delegazione europea, che per il recepimento della direttiva 2010/63 "sulla protezione degli animali utilizzati per scopi scientifici" raccoglie le sollecitazioni provenienti dai gruppi politici e ristabilisce, con alcuni approfondimenti, il testo dell'ex art.14 della comunitaria 2011, scritto nella scorsa legislatura dall'ex ministro Michela Vittoria Brambilla. Viene dunque superato il recente parere della commissione Sanità, torna la norma "anti-Green Hill" (cioè il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati ai laboratori), torna l'obbligo di utilizzare l'anestesia e l'analgesia per tutti gli esperimenti che causano dolore (eccetto i test su anestetici e analgesici). Un a quota dei fondi italiani ed europei sarà finalizzata alla ricerca sui metodi alternativi, da incoraggiare con opportuni provvedimenti. A tale scopo saranno destinati anche i proventi delle sanzioni. E' introdotto il divieto di utilizzare gli animali "per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d'abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione dell'alta formazione dei medici e dei veterinari". Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta in commissione, ha dato parere favorevole e conformemente si è espresso il ministro degli Affari europei. Decisiva è stata la riunione informale che ha preceduto la seduta, alla quale hanno partecipato, oltre al relatore Tarquinio, il ministro Lorenzin con il suo staff, lo staff del ministro Moavero, l'ex ministro Brambilla, la senatrice Silvana Amati (Pd) e la senatrice Manuela Repetti (Pdl). In sostanza, al risultato finale hanno contribuito emendamenti firmati da esponenti di tutti i principali gruppi, come le senatrici Fissore (Pd) e De Petris (Sel). In extremis è stato aggiunto, sui proposta del Pd, un passaggio sulla questione del riutilizzo degli animali nella sperimentazione. A tutti i membri della commissione XIV aveva rivolto un appello la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente. Il disegno di legge andrà in aula il 2 luglio. Com'è noto, la commissione ha già annunciato una procedura d'infrazione contro il nostro Paese per il mancato recepimento della direttiva - obbligo derivante da trattati internazionali - entro il termine del 10 novembre 2012. Ecco il testo pubblicato sul sito del Senato: Dopo l'articolo 9, aggiungere il seguente: «Art. 9-bis. (Criteri di delega al Governo per il recepimento della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici) 1. Nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi di cui all'articolo 1, comma 1, anche i seguenti principi e criteri specifici: a) formare personale esperto nella sostituzione degli animali con metodi in vitro e nel miglioramento delle condizioni sperimentali secondo il principio della sostituzione, della riduzione e del perfezionamento; b) orientare la ricerca all'impiego di metodi alternativi; c) vietare l'utilizzo di primati, cani, gatti ed esemplari di specie in via d'estinzione a meno che non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell'uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE, previa autorizzazione del Ministero della salute, sentito il Consiglio superiore di sanità; d) considerare la necessità di sottoporre ad altre sperimentazioni un animale che sia già stato utilizzato in una procedura, fino a quelle in cui l'effettiva gravità delle procedure precedenti era classificata come «moderata» e quella successiva appartenga allo stesso livello di dolore o sia classificata come «lieve» o «non risveglio», ai sensi dell'articolo 16 della direttiva 2010/63/UE; e) vietare gli esperimenti e le procedure che non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse comportino dolore all'animale, ad eccezione dei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici; f) stabilire che la generazione di ceppi di animali geneticamente modificati deve tener conto della valutazione del rapporto tra danno e beneficio, dell'effettiva necessità della manipolazione, del possibile impatto che potrebbe avere sul benessere degli animali valutando i potenziali rischi per la salute umana, animale e l'ambiente; g) vietare l'utilizzo di animali per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d'abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione dell'alta formazione dei medici e dei veterinari; h) vietare l'allevamento nel territorio nazionale di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione; i) definire un quadro sanzionatorio appropriato e tale da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo, anche tenendo conto del titolo IX-bis del libro II del codice penale; l) destinare le risorse finanziarie derivanti dall'applicazione del criterio di cui alla lettera i) allo sviluppo di approcci alternativi idonei a fornire lo stesso livello o un livello superiore di informazioni di quello ottenuto nelle procedure che usano animali, ma che non prevedono l'uso di animali o utilizzino un numero minore di animali o comportino procedure meno dolorose; m) destinare annualmente, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, una quota di fondi nazionali ed europei destinati alla ricerca per lo sviluppo e la convalida di metodi sostituivi, a corsi periodici di formazione e aggiornamento per gli operatori degli stabilimenti autorizzati, nonché adottare tutte le misure ritenute opportune al fine di incoraggiare la ricerca in questo settore con l'obbligo per l'autorità competente di comunicare, tramite la banca dei dati nazionali, il recepimento dei metodi alternativi e sostitutivi. 2. Nell'attuazione dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1, il Governo è tenuto a rispettare gli obblighi che derivano da legislazioni o farmacopee nazionali, europee o internazionali. 3. Dall'attuazione dei principi e criteri direttivi di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

LIVORNO, IL CANE-EROE MIA SALVA UN CONDOMINIO DA UN'ESPLOSIONE

LIVORNO, IL CANE-EROE MIA SALVA UN CONDOMINIO DA UN'ESPLOSIONE Giovedì, 27 Giugno 2013 Ha svegliato il proprietario, che ha chiamato il 118 Mia è un eroe a quattro zampe: ha salvato un intero condominio a Livorno da un'esplosione. Il cane, un golden retriever di un anno e mezzo, ha abbaiato - rivela Leggo - fino a quando il proprietario, in piena notte, non si è svegliato accorgendosi dell'odore di bruciato. Il vicino aveva dato fuoco alla cucina del suo appartamento perché voleva suicidarsi e aveva acceso il gas. Mia è stata allertata dall'odore di gas e ha iniziato ad abbaiare, intorno alle 2 della scorsa notte, svegliando il proprietario che ha poi chiamato i vigili del fuoco. L'uomo che ha appiccato l'incendio è stato arrestato.

PESCARA, GLI SFORZI DEI VOLONTARI PER SALVARE UN CAVALLO MALATO

PESCARA, GLI SFORZI DEI VOLONTARI PER SALVARE UN CAVALLO MALATO Giovedì, 27 Giugno 2013 La Lega del cane: inaudito lasciare gli animali al sole PESCARA, GLI SFORZI DEI VOLONTARI PER SALVARE UN CAVALLO MALATO La struttura diroccata del vecchio canile comunale di Pescara, quello dove persero la vita decine e decine di cani a causa dell'alluvione nel 1992, è da anni occupata abusivamente da un gruppo di rom che la usano per custodirvi soprattutto cavalli ma anche alcuni cani, lasciati per lunghi periodi sotto il sole o le intemperie. Nei giorni scorsi, i volontari della Lega nazionale per la difesa del cane, in servizio nella zona, hanno dovuto assistere alla sofferenza di uno di questi cavalli, in agonia a causa di una colica, una patologia spesso letale per gli equini. I volontari della Lega del cane purtroppo non sono riusciti a prestare il soccorso desiderato all'animale, che al loro arrivo già non ce la faceva a reggersi e presentava evidenti segni di deterioramento degli organi. Infatti, al suo arrivo, il veterinario Asl non ha potuto fare altro che constatare le condizioni disperate del cavallo e purtroppo praticargli l'eutanasia. Molto probabilmente, un intervento tempestivo da parte dei detentori, avrebbe potuto salvare la vita all'animale che - come emerso da alcune dichiarazioni - era già sofferente dalla sera precedente. "E' inaudito che questi animali siano detenuti per ore sotto il sole – afferma Paola Canonico, responsabile del settore Equidi Lndc sez. di Pescara - spesso bardati pesantemente, costretti a camminare, se non a correre sull'asfalto, nelle condizioni quanto più lontane a quelle naturali. Nonostante il cavallo giochi un ruolo di primo piano nelle terapie mediche, in cui la base fondante della cura è proprio l'interazione tra uomo e animale (Ippoterapia), ancora oggi è tra i pochissimi animali a non godere di una specifica legislazione, né nazionale né europea. In Italia esistono regolamentazioni comunali che ogni città stila o dovrebbe stilare per proprio conto, ma risultano troppo generiche, e come in questo caso non assicurano la tutela dell'animale".

ISRAELE, GLI ATTIVISTI DI 269LIFE SI FANNO MARCHIARE A FUOCO

Venerdì, 28 Giugno 2013 Il gruppo protesta contro gli abusi negli allevamenti ISRAELE, GLI ATTIVISTI DI 269LIFE SI FANNO MARCHIARE A FUOCO Sasha Boojor si contorce quando uomini mascherati, vestiti di nero lo tirano fuori da una gabbia e lo marchiano a fuoco. L'odore di carne bruciata è pesante ma ne è valsa la pena - ha detto all'Huffington Post - perché questo atto scioccante e doloroso dimostra la solidarietà nei confronti degli animali che subiscono la marchiatura nelle aziende di tutto il mondo. Accade a Gerusalemme, in Israele. Boojor rivendica che 30 persone si sono fatte marchiare in tutto il mondo e altre migliaia sostengono questa battaglia per i diritti degli animali. Il gruppo, come altri movimenti di liberazione degli animali, si oppone all'uso di animali per l'alimentazione umana, di ricerca o di intrattenimento, andando ben oltre le richieste di gruppi più moderati per un trattamento umano e una macellazione indolore. I critici, tra cui alcuni simpatizzanti animalisti, ritengono che questo movimento si stia spingendo oltre. In occasione di una marchiatura pubblica a Tel Aviv, lo scorso anno, è stato lanciato il movimento, chiamato 269Life. Da allora si è diffuso, in Italia, negli Stati Uniti, in Argentina e in altre parti del mondo. Mercoledì scorso, 11 persone si sono fatte marchiare nella capitale ceca, a Praga. Il nome del gruppo deriva da un certo numero fissato a vita su un vitello che gli attivisti hanno incontrato in un caseificio israeliano l'anno scorso. Hanno scelto il suo numero, 269, come un modo per individuare l'animale, che è ancora vivo. "Abbiamo intenzione di portare il dolore e l'orrore che gli animali affrontano ogni giorno nella vita quotidiana", afferma il gruppo sul proprio sito web.

mercoledì 26 giugno 2013

Come rubarci altri soldi

24 GIU 2013 17:44 IL COLPO GOBBO DEI “14 UOMINI D’ORO”: PROPOSTA DI LEGGE PD-PDL-SC-SEL PER DARE ALTRI MILIONI DI EURO AI PARTITI Fatta la legge, trovato l’inganno: 14 deputati (tutti i nomi) di Pd, Pdl, Scelta Civica e Sel propongono di costituire un “Istituto per la storia politica” alla modica cifra di (almeno) 5 milioni di euro - Soldi che verrebbero gestiti dalle fondazioni politiche, ovvero dai partiti… Stefano Sansonetti per Lanotiziagiornale.it SOLDI AI PARTITISOLDI AI PARTITI Non c'è niente da fare, sono capaci di inventarsene di tutti i colori. Quando si tratta di arraffare risorse statali la fantasia dei parlamentari nostrani non conosce limiti, nemmeno in un periodo di forte contestazione del sistema di finanziamento pubblico dei partiti. L'ultima invenzione in ordine di tempo è stata depositata qualche tempo fa alla camera sotto forma di proposta di legge con il sostegno di una quindicina di deputati di ogni estrazione politica, dal Pd al Pdl, passando per Sel e Scelta Civica. L'obiettivo è quello di costituire un "Istituto per la storia politica della Repubblica italiana", con lo scopo di "salvaguardare e valorizzare i documenti storici dei partiti politici". Per il suo lancio si prevede un finanziamento di 4,5 milioni di euro nei primi tre anni. Ai quali si aggiungono 500 mila euro di dotazione iniziale più altri e indefiniti "contributi dello stato e di enti pubblici". E chi andrà a gestire queste risorse? Il giochetto Qui viene il bello, perché saranno i membri dell'Istituto, ovvero tutte le principali fondazioni politiche italiane. Le stesse che già oggi, almeno sulla carta, dovrebbero proprio occuparsi della conservazione del patrimonio archivistico dei partiti. Nell'elenco inserito nella proposta di legge vengono indicati l'Istituto Luigi Sturzo, la Fondazione istituto Gramsci, la Fondazione Filippo Turati, la Fondazione Luigi Einaudi, la Fondazione Ugo La Malfa e la Fondazione Ugo Spirito. GianCarlo GalanGianCarlo Galan Inutile dire che ciascuno di questi enti è infarcito di politici ed ex politici e già riceve ampi finanziamenti dallo stato, sia sotto forma di erogazione da parte dei ministeri dei beni culturali e dell'istruzione, sia sotto forma di 5 per mille Irpef. Insomma l' "Istituto per la storia politica della repubblica italiana" dovrebbe nascere non per razionalizzare o gestire le risorse attribuite a tutte le varie fondazioni, ma per coordinare queste stesse fondazioni che di fatto ne sono "azioniste". Non c'è che dire, una pensata davvero geniale. L'iniziativa I firmatari di questa proposta di legge capolavoro sono 14: Flavia Piccoli Nardelli (Pd), Giancarlo Galan (Pdl), Maria Coscia (Pd), Alfredo Bazoli (Pd), Nicola Fratoianni (Sel), Ferdinando Adornato (Scelta Civica), Ilaria Capua (Scelta Civica), Matteo Orfini (Pd), Elena Centemero (Pdl), Federico Gelli (Pd), Ernesto Preziosi (Pd), Silvia Fregolent (Pd), Bruno Tabacci (Centro democratico) e Milena Santerini (Scelta Civica). Come si vede è rappresentato quasi tutto l'arco parlamentare, con l'eccezione di Lega e Movimento 5 Stelle. FERDINANDO ADORNATOFERDINANDO ADORNATO La proposta di legge è caratterizzata da 8 articoli, uno dei quali stabilisce che tra presidente, consiglio direttivo, giunta esecutiva a collegio dei revisori i componenti dell'Istituto possono arrivare a 24. Ma è l'articolo 1 a chiarire che i suoi membri sono rappresentati dalle suddette fondazioni "politiche" che pullulano di profili "politici". Si pensi alla Fondazione Istituto Gramsci, nel cui consiglio di amministrazione siedono Piero Fassino e Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds molto esperto di fondazioni. MATTEO ORFINIMATTEO ORFINI Si pensi, ancora, all'Istituto Sturzo, presieduto dall'ex deputato Dc ed ex presidente della Bpm Roberto Mazzotta. O si prenda in considerazione il caso della Fondazione Luigi Einaudi, tra i cui soci spuntano gruppi come Generali, Fiat, Mediobanca e Unicredit. Con tali e tanti soci, che bisogno ha la Fondazione Einaudi di animare un Istituto nuova di zecca finanziato dai contribuenti? Senza contare che molte delle fondazioni coinvolte ricevono già ampi finanziamenti pubblici. Nel 2012, tanto per fare un esempio, due decreti del ministero dei beni culturali e dell'istruzione hanno elargito in tutto 10 milioni di euro. In quel caso l'Istituto Gramsci aveva già avuto 210 mila euro e l'Istituto Sturzo 215 mila. Linfa statale alla quale adesso potrebbero aggiungersi altri milioni di euro pubblici. Ce n'è davvero bisogno? fonte: Dagospia.com

martedì 25 giugno 2013

Auto blu, due bandi della Consip: totale 213 milioni di euro - consip, auto, blu, bando - Libero Quotidiano

Auto blu, due bandi della Consip: totale 213 milioni di euro - consip, auto, blu, bando - Libero Quotidiano

Facebook blocca il profilo delle Femen e le attiviste si infuriano

Facebook blocca il profilo delle Femen e le attiviste si infuriano

La volete smettere di censurare la libertà d'espressione, ognuno è libero di mostrare ciò che vuole.

Rete Telecom, lo Stato prova a rimediare agli errori della privatizzazione - Il Fatto Quotidiano

Rete Telecom, lo Stato prova a rimediare agli errori della privatizzazione - Il Fatto Quotidiano

Privato più efficiente ?

Berlusconi condannato, Pd in terapia

Di ilsimplicissimus BerlusconiDopo vent’anni di impunità assoluta, nel giro di pochi mesi Berlusconi ha accumulato condanne per 12 anni che sarebbero in realtà molti di più senza le prescrizioni, senza gli infiniti rinvii, le leggi ad personam, lo scasso delle regole, i ricatti e il mercato delle vacche per salvarlo. Il nodo gordiano della seconda repubblica è venuto al pettine e non per un casuale accumulo di eventi processuali o comunque non solo per quello: le disgrazie giudiziarie del Cavaliere aumentano col diminuire della sua presa sulla società e sulla capacità di intimorire e ricattare. Non c’è dubbio che lui in qualche modo se la caverà, ma l’ultima condanna a sette anni con l’aggiunta dell’ interdizione perpetua ai pubblici uffici è come un macigno sulla casta politica, sulla ex opposizione e sulle alte cariche che adesso per salvarlo con qualche escamotage legislativo dovrà perderci la faccia. Voglio vedere chi farà senatore a vita un condannato per prostituzione minorile e per evasione fiscale: ci vorrebbe più faccia tosta della sua. Voglio vedere quelli che voteranno un codicillo per eliminare l’interdizione dai pubblici uffici o addirittura il reato stesso o porteranno la prescrizione a dieci minuti dopo il fattaccio. Ma è certo comunque che la pesantissima sentenza di Milano a cui si replica, senza un minimo lume di intelligenza e di fantasia, sempre con lo stesso disco rotto dei complotti, non mette minimamente in crisi il patto consociativo, anzi lo rafforza, nonostante Silvio sia costretto a far suonare il tamburo di guerra dai suoi fidi: il Cavaliere adesso ha bisogno di essere nella stanza dei bottoni per contrattare il suo salvacondotto, non può mettersi sulla strada di elezioni rischiosissime per lui, può solo minacciare la fine delle larghe intese per ottenere in cambio una via d’uscita. E d’altra parte il Pd si vede sfuggire uno degli elementi che lo tenevano insieme, il grande nemico che adesso fa meno paura e non può essere – non come prima almeno – un surrogato della politica: nemmeno lui può rischiare. La condanna di Berlusconi è un macigno per un’intera stagione della politica che non può fare un passo con lui e nemmeno senza di lui. Il Pd ha infatti già chiesto un appuntamento al dottor Freud: la cautela spaventosa delle dichiarazioni, sentire Vendola attaccare il motivetto “vorrei sconfiggerlo politicamente” dopo vent’anni di rotta continua o sul piano delle elezioni o sul piano della sostanza in caso di striminzita vittoria, ha qualcosa di drammaticamente patetico: la narrazione del centro sinistra rischia di rimanere quella di Cappuccetto rosso senza più il lupo. Tanto per non essere in sintonia con l’elettorato ancora una volta. Quindi se da una parte è liberatorio assistere al dissolversi di una stagione del Paese nelle quali ha messo radici il suo declino, dall’altra si rischia una sindrome di immobilismo alla messicana con un partito unico delle cosiddette riforme, alias massacri, che ha bisogno di sostituire la falsa dialettica amico – nemico con quella delle falsa necessità e dei diktat europei. “Dottore, perché invece di provare schadenfreude per il colpo al mio avversario, mi trovo una crisi di panico?” Forse perché l’avversario non era ormai che una parte di sé. Ed è proprio in questo che Berlusconi non è andato in prescrizione.

OneEnergyDream: Eurodeputato Pdl aggredisce troupe olandese

OneEnergyDream: Eurodeputato Pdl aggredisce troupe olandese: Ha rischiato di finire in rissa l'incontro tra il deputato europeo del Pdl, Raffaele Baldassarre e la troupe della web tv olandese Gee...

//////////Ma questo non è il partito dell'amore ? ///////////

Vogliono uccidere Paolo Barnard

Di recente una sedicente sorella della presunta leader dell’Opus Dei di Milano si è messa a spargere fango su di me in modo virulento e disgustoso. Promette di pubblicare a Luglio prove sconvolgenti con tanto di nomi e foto di una mia presunta disonestà morale, al punto da costringermi, dice sta sorcia, a emigrare dalla vergogna. Si tratta di una persona credibile sulle sue vicinanze all’Opus Dei, poiché in passato mi passò diverse informazioni riservate cui un cittadino normale non ha accesso. Questi topi di fogna non hanno nulla contro di me, NULLA, impossibile. Io sono pulito. Ed è qui che temo che abbiano fabbricato qualcosa per ‘farmi fuori’. La ME-MMT è diventata troppo dilagante e non la tollerano più. Avviso chiunque mi legge che questo sta accadendo. Preparatevi a qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa mi accada, come un’accusa di stupro, come una busta di coca in casa, sapete adesso da dove arriva. Questi vermi riempiti di feci umane non hanno scrupoli. Io sono pulito, PULITO. E’ l’unica cosa che ho. Statemi vicini. PB di Paolo Barnard

lunedì 24 giugno 2013

Crisi, “Peggiore del ’92 e potrebbe costringere l’Italia a richiesta salvataggio” - Il Fatto Quotidiano

Crisi, “Peggiore del ’92 e potrebbe costringere l’Italia a richiesta salvataggio” - Il Fatto Quotidiano

Tre minuti di silenzio assordante


Pensione pignorata ex commerciante ridotto alla fame


Equitalia gli blocca il conto per debiti, lui si rivolge al giudice E una coppia di anziani rischia di perdere l’abitazione

    di Roberto Lodigiani VOGHERA. Quando si è recato in posta per ritirare la pensione, com’era solito fare a ogni inizio del mese, gli hanno risposto che non poteva prelevare neppure un centesimo: tutto pignorato, conto corrente compreso, da Equitalia. E’ cominciato così, con le parole dello sportellista che equivalevano ad altrettante coltellate, il dramma di G.S., 74enne ex commerciante vogherese la cui vita di tranquillo pensionato è stata sconvolta da un giorno all’altro dai meccanismi implacabili della burocrazia.
    L’uomo, disperato e ridotto in pratica alla fame, si è subito rivolto a un legale. «Abbiamo già presentato ricorso in tribunale, la prima udienza è fissata per il 5 luglio – spiega l’avvocato Maurizio Chiesa, che ha assunto la tutela di G.S. nella causa promossa contro Equitalia – Trovo semplicemente assurdo che lo Stato, con una mano, eroghi una pensione sociale e con l’altra la blocchi, impedendone di fatto l’utilizzo». L’ex commerciante, infatti, tirava avanti con 600 euro di pensione minima, somma appena sufficiente per pagare l’affitto di casa, le bollette e comprare di che sfamarsi. Una vita di privazioni, al limite della sussistenza, ma almeno dignitosa. Ora però G.S. non può più contare nemmeno su quei pochi soldi. Tutta colpa di qualche tassa non pagata nel corso della sua attività professionale, arretrati che con il passare degli anni si sono accumulati e si sono gonfiati fino a raggiungere quota 40mila euro: cifra ragguardevole per chiunque, figuriamoci per un umile pensionato.
    L’esattore, a quel punto, ha tirato le somme e il denaro è andato a cercarlo nel solo posto dove poteva trovarlo, cioè sul conto corrente di G.S., tremila euro di sudati risparmi, unica fonte di entrata la pensione mensile. In attesa dell’esito della causa, l’ex commerciante tira avanti in qualche modo con l’aiuto delle sorelle. Fino a quando?
    Nella morsa di Equitalia c’è anche una coppia di anziani vogheresi, lei ex commerciante. L’esattore, in questo caso, ha pignorato loro la casa, sempre per debiti non pagati. Il che non significa lo sfratto immediato, perchè fino a quando l’immobile non viene ceduto all’asta, può essere ancora abitati dai proprietari sotto pignoramento, ma un’esistenza con l’incubo di essere stati sbattuti fuori da un momento all’altro.
    Storie di disperazione e di miseria sempre più all’ordine del giorno anche a Voghera.
    ©RIPRODUZIONE RISERVATA
    23 giugno 2013
    fonte la Provincia pavese

    sabato 22 giugno 2013

    Maxi-protesta contro il Direttore della Banca Mondiale!

    Grecia, Sinistra Democratica fuori dal governo. Nuova crisi politica - Il Fatto Quotidiano

    Grecia, Sinistra Democratica fuori dal governo. Nuova crisi politica - Il Fatto Quotidiano

    Nessuno tocchi la Costituzione - micromega-online - micromega

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    Meno pallone, più servizi. Il Brasile dice basta all’“oppio carioca” | euronews, mondo

    Meno pallone, più servizi. Il Brasile dice basta all’“oppio carioca” | euronews, mondo

    Europa dei Popoli: Atti di vandalismo contro i manifesti Uaar ad Anco...

    Europa dei Popoli: Atti di vandalismo contro i manifesti Uaar ad Anco...: Atti di vandalismo contro i manifesti Uaar ad Ancona

    giovedì 20 giugno 2013

    19/6/2013 Ostruzionismo al Decreto Emergenze, mezz'ora di fuoco

     Con questi politici, con questo parlamento, con questo sistema c'è un'unica via, abbattere il sistema borghese-capitalista

    mercoledì 19 giugno 2013

    La Crepa nel muro: La Santa Sede - Informazioni generali

    La Crepa nel muro: La Santa Sede - Informazioni generali: La Sedes Sacrorum (dal Latino "Sedes": seggio, sede; e "Sacrorum": sacra, santa) anche conosciuta come Santa Sede ed S...

    La Crepa nel muro: In che modo si controllano le masse

    La Crepa nel muro: In che modo si controllano le masse: Come si possono controllare le masse nei sistemi moderni chiamati “democratici”, dove i cittadini possono esprimersi liberamente con il vo...

    La Crepa nel muro: Il pianeta "miglior candidato" a ospitare la vita

    La Crepa nel muro: Il pianeta "miglior candidato" a ospitare la vita: Nel 2012 è stato individuato un pianeta molto simile alla Terra (il quarto nel giro di pochi mesi), con una massa 4,5 volte superiore a qu...

    La Crepa nel muro: Il paracetamolo può provocare danni

    La Crepa nel muro: Il paracetamolo può provocare danni: Il paracetamolo è il principio attivo di molti medicinali,tra cui la Tachipirina, e ha proprietà analgesiche e antipiretiche perché agisce...

    Speriamo solo che non dichiarino fuori legge anche il bicarbonato, come con la cannabis.

    Cancro: ebbene sì, in Usa si studia il bicarbonato Maurizio Blondet - tratto dal sito Effedieffe - http://www.effedieffe.com/ Anzitutto la notizia, segnalata da un lettore: «Il National Institute of Healt ha asssegnato un finanziamento di 2 milioni di dollari al dottor Mark Pagel, del Cancer Center dell’Università dell’Arizona, per affinare la sua ricerca sull’uso del bicarbonato di sodio nella terapia del cancro al seno». Presto «comincerà una sperimentazione clinica sugli effetti del bicarbonato contro il cancro sugli esseri umani. (...) Precedenti ricerche sui ratti hanno dimostrato che il bicarbonato per via orale aumenta il pH tumorale (ossia diminuisce l’acidità) e riduce le metastasi del cancro al seno e alla prostata». Così, a quanto pare, avrebbe ragione l’oncologo italiano Tullio Simoncini, che è stato radiato dall’Ordine dei medici perchè pretende di trattare il cancro inondando la zona di bicarbonato al 5%. La notizia americana vendica anche il dottor Stefano Fais, gastroenterologo, che da anni cerca di promuovere il trattamento del cancro con somministrazione di «inibitori della pompa protonica» (nome sofisticato per i comuni farmaci antiacidi, che sono somministrati per l’ulcera). Il dottor Fais è sicuro che tali anti-acidi (lui usa il lansoprazolo) possono addirittura bloccare i tumori che sono diventati resistenti alla chemioterapia; ma non riesce a trovare cliniche disposte ad avviare una sperimentazione clinica su pazienti volontari; e ciò nonostante il dottor Fais non sia affatto un medico «selvaggio», bensì un direttore dell’ufficialissimo Istituto Superiore di Sanità, e più precisamente direttore del Dipartimento dei farmaci tumorali nel suddetto Istituto. Dunque uno che, quando parla, dovrebbe essere ascoltato: invece il dottor Fais s’è spesso lamentato anche sui media di «non riuscire a trovare un ospedale disposto a provare a trattare i cancerosi coi soli antiacidi», ottenendo al massimo che vengano usati insieme alla chemioterapia; anche se adesso sembra che qualcosa stia cambiando in meglio (QeA With Dr Stefano Fais - PPI and Cancer). Tutti e tre i medici, l’americano Pagel e i due italiani, seguono lo stesso razionale, del resto ben noto a tutti gli oncologi: il tumore prospera in ambiente acido ed anzi lo genera attorno a sé, con ciò favorendo le metastasi; le cellule normali infatti muoiono in quell’alto livello di acidità in cui il cancro cresce. Dunque aumentare l’alcalinità dei circostanti tessuti, con il bicarbonato o gli anti-acidi, contrasta il proliferare delle cellule tumorali e pare che le obblighi ad auto-eliminarsi (apoptosi). Anche le diete anti-cancro oggi raccomandate – abolizione della carne rossa, dei formaggi fermentati e riduzione delle proteine animali in genere, rinuncia agli zuccheri e carboidrati raffinati, e invece grandi quantità di verdura come cavoli e broccoli – sono diete alcalinizzanti. Il sangue umano, se sano, è lievemente alcalino (pH 7,4), e più è reso «acido» da diete carnee, meno bene ossigena le cellule; il mare è alcalino decisamente (pH 8,1), le acque minerali curative ancora di più (fra 9 e 11). Dell’efficacia della terapia Simoncini posso testimoniare: un mio conoscente americano con cancro al fegato e pancreas quarto stadio, viene a Roma tutto giallo per ittero – la massa tumorale schiaccia il dotto biliare e lo occlude, sicchè la bile circola nel sangue – e con il prurito insopportabile collegato all’itterizia. Simoncini gli fa praticare una piccola apertura chirurgica sul ventre, e attraverso questa lo stesso paziente si inietta, più volte al giorno, siringoni di acqua e bicarbonato al 5%. Ebbene: in pochi giorni l’ittero scompare e sparisce il prurito, segno inequivocabile che la masssa tumorale s’è ridotta. Purtroppo il paziente è morto qualche settimana dopo a causa di una setticemia, perchè il sistema immunitario di un canceroso è ovviamente indebolito – altrimenti non si sarebbe sviluppato il tumore. S’intende, quella di Simoncini non è la cura del cancro; esso può tornare. Ma è certo che ha migliorato la qualità della vita, e so di pazienti che sono invece completamente guariti – probabilmente perchè il sistema immunitario, che sorveglia ed elimina le cellule anomale che il nostro organismo produce nella mitosi fin dal loro apparire, aveva superato lo squilibrio, ed era tornato alla sua attiva funzione di «sorveglianza». Il punto è che nemmeno la chemioterapia è la «cura» del cancro, e pretende di ottenere una riduzione del volume o rallentamento della proliferazione, ciò che a quanto pare Simoncini (e il dottor Fais) ottengono con l’alcalinizzazione dei tessuti, e senza effetti collaterali. Resta da spiegare questo fatto: come mai in USA, un medico che studia la terapia col bicarbonato riceve un finanziamento pubblico di 2 milioni di dollari, in Italia, viene processato per truffa e omicidio colposo, radiato dall’albo dei medici e disonorato, come si faceva una volta (ora non più) per i medici che procuravano aborti? In Italia, ai medici ospedalieri è vietato consigliare trattamenti alternativi alla chemioterapia ufficiale per contratto (vien loro fatta firmare una apposita clausola) e sotto pena di licenziamento. Per stroncare la terapia Di Bella, la ministra della Sanità di allora, Rosy Bindi, fece cancellare dal prontuario nazionale i farmaci che Di Bella usava, onde non poterono nemmeno essere prescritti (persino l’innocua melatonina, oggi in vendita nei supermercati, i pazienti dovevano farsela mandare dalla Svizzera). Da ultimo il caro dottor Paolo Rossaro di Padova, che cura con l’acido ascorbico in vena ad alte dosi (un protocollo adottato dalla clinica universitaria del Kansas), è stato sospeso e condannato a pagare 500 mila euro per danni ai parenti di un paziente morto dopo, o nonostante, il trattamento. Un giorno ci si dovrà spiegare come mai l’oncologia ufficiale, che inietta ai pazienti sostanze che «mettono l’inferno nel corpo dei malati» (com’ebbe a dire il professor Vittorio Staudacher, membro del Comitato Etico dell'Istituto Nazionale dei Tumori), è riuscita a creare in Italia un simile clima di chiusura verso ricerche promettenti, e di persecuzione di chi le sperimenta. Naturalmente è difficile chiamare in causa per questa situazione Umberto Veronesi, di professione miliardario, e della sua sinistra egemonia nella cancerologia italiana; probabilmente bisogna chiamare in causa i vasti interessi delle multinazionali farmaceutiche, che da queste «cure» ricavano miliardi (ogni malato di cancro costa al servizio sanitario, con gli attuali protocolli chemioterapici, 60-80 mila euro l’anno), di cui Veronesi e la sua covata di oncologi è solo l’espressione. Non si dimentichi che la conferma che il bicarbonato riduce il volume dei tumori molto meglio che le chemioterapie citotossiche, segnerebbe la fine ingloriosa di schiere di cattedratici universitari, di folle di primarii pagatissimi, e di linee di ricerca fallimentari: tutta gente che diverrebbe inutile. È logico che difendano le loro posizioni, anche a prezzo della vita dei malati. E tuttavia, come si constata, in USA è ancora possibile sperimentare trattamenti alternativi, senza finire in galera; solo in Italia esistono argomenti-tabù fino al punto che forze di potere, dalla magistratura ai politici ad «oncologi» miliardari, reagiscono a chi prova ad infrangerli distruggendo la persona, professionalmente e umanamente, gli tappa la bocca, li condanna per omicidio (ma quanti ne ha uccisi la chemio? Quanti ne ha uccisi Veronesi? Non si calcola mai). Alla fine, quella che poteva essere una gloria italiana, e passare alla storia come «protocollo Simoncini» o «protocollo Fais», si chiamerà invece «Protocollo Pagel». Ma anche questo è un evento ricorrente, nella storia italiana. www.disinformazione.it

    lunedì 17 giugno 2013

    Africani Razzisti, In televisione non ne parlano e, i razzisti saremmo noi?


    Cecile Kyenge, all’Integrazione un ministro di colore. Lega Nord: “Opposizione totale”

    Il medico modenese di origine congolese sostituisce il ministro Ricciardi al dicastero dove si prenderanno decisioni fondamentali sulle politiche migratorie: "Priorità assolute: lo jus soli e il cambiamento della Bossi Fini". Ma il Carroccio attacca: "Sinistra buonista ipocrita, venga Letta a vedere come l'immigrazione ha ridotto le città del Nord"

    Cecile Kyenge, all’Integrazione un ministro di colore. Lega Nord: “Opposizione totale”
    Priorità assolute: lo jus soli e il cambiamento della Bossi-Fini. Parole del nuovo ministro per laCooperazione internazionale e l’integrazione, Cécile Kyenge Kashetu, cittadina modenese nata a Kambove, nella Repubblica Democratica del Congo, nel 1964. Dall’oculistica alla politica, dalle battaglie in strada con la rete Primo Marzo alla squadra di governo formata dal nuovo Presidente del consiglio Enrico Letta, la Kyenge, politicamente vicinissima proprio al neopremier, è da parecchio tempo che finisce sui giornali a parlare di diritti per tutti, di uguaglianza e di tutela per gli immigrati che lavorano e vivono in Italia.
    “Per me è una grossa soddisfazione – ha commentato a caldo la Kyenge, già prima deputata, oggi primo ministro di colore della storia italiana, contattata da ilfattoquotidiano.it – è stata una sorpresa ricevere la nomina, tuttavia è significativa: ci fa capire che finalmente, in Italia, le cose iniziano a cambiare. Questo paese è fatto di persone anche provenienti da altre nazioni, persone dalla pelle di colore diverso, ma che vivono qui, e compongono, tutte insieme, una unica cittadinanza ”. E’ per loro, per “gli invisibili, i senza diritti, i senza voce” che “parlerò come ministro – ha aggiunto, commossa – ascolterò tutte le voci che arrivano dalla società civile e le porterò in politica, prenderò tutte le firme raccolte, anche attraverso il Forum Immigrazione del Pd, le testimonianze e mi concentrerò affinché al centro del mio lavoro ci siano sempre le persone”.
    Una nuova battaglia che si aggiunge alle tante combattute nel corso della sua vita politica, quella iniziata con la nomina a ministro. Perché Cécile Kyenge, mamma di due ragazze, 17 e 19 anni, laureata in medicina e chirurgia, specializzata in oculistica, è dal 2004 che si batte portare “ilmeticciato in Parlamento”. L’ex deputata ha iniziato la sua carriera politica proprio a Modena, nel 2004, con una priorità in mente: “cambiare la legge Bossi Fini”. Una delle battaglie che più l’hanno vista impegnata sia come portavoce nazionale della rete Primo Marzo, promotrice dei diritti dei migranti e dei diritti umani, sia come eletta nelle fila del Partito Democratico, quand’ancora si chiamavano Democratici di Sinistra.
    Perché “sembra un paradosso – raccontava al Fatto Quotidiano, quando il suo nome venne riportato dai giornali per via degli insulti razzisti e delle minacce di morte che le furono rivolte via internet da un rappresentante della Lega Nord  – eppure poter dire ‘io esisto per questa società’ anche se la strada per diventare cittadini è lunga può cambiare sensibilmente la vita di chi già abita in questo paese. Significa sentirsi parte di quella comunità in cui si lavora, in cui si crescono i propri figli, in cui si compra casa e si mette su famiglia”.
    Significa anche non avere paura di finire nei Cie se si perde il lavoro e, quindi, il permesso di soggiorno, “rinchiusi in un luogo che è peggio di un carcere perché nessuno ti ha processato – raccontava la Kyenge durante una mobilitazione per chiedere la liberazione di Andrea e Senad, dueragazzi nati e cresciuti a Sassuolo e rimasti bloccati in un vuoto normativo quasi kafkiano – ma significa anche lavorare in nero, senza diritti, senza tutele”. Era questo ciò che voleva cambiare.
    E per questo, diceva, è “importante che sia estesa la cittadinanza a tutti coloro che sono nati in Italia”, visto che “chi è nato in Italia, è italiano”. Per questo, racconta al Fatto Quotidiano la Kyenge, che pochi giorni prima della sua nomina aveva accettato di aprire un blog sulle pagine di questo giornale, “l’incarico affidatomi da Letta segna il passo decisivo per cambiare concretamente il paese, sia a livello normativo, abrogando la Bossi Fini, sia culturale. Nonché per modificare finalmente il modo di vedere un’integrazione che è già presente in Italia”. “Lavorerò – ha aggiunto – collaborando con la gente e per la gente, ascoltando i cittadini e compiendo tutti i passi necessari affinchè non ci siano più persone invisibili”.
    E in virtù di quest’impegno lei, a quelle minacce di morte, non aveva dato peso: “in Italia servirebbero ancora tante Rosa Parks, perché è ancora tanta la strada da fare”. Anche se un altro gradino, forse, la Kyenge l’ha percorso. Prima eletta di colore alla Camera dei Deputati nella storia del paese, accanto al giornalista Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del Pd, nonché autore di “Leghisti brava gente”, prefazione di Pier Luigi Bersani, oggi primo ministro di origine congolese, forse quella promessa formulata sarà più facile da mantenere. “Porterò le mie battaglie in Parlamento”, aveva garantito, commentando l’esito delle elezioni di febbraio, “la mia voce è quella di tutti, il mio sarà un lavoro di ascolto” ha ricordato oggi, appena nominata, già pronta a lavorare. “Contiamo su di te” le hanno risposto in tanti attraverso i social network, sulla sua pagina Facebook, già traboccante di auguri provenienti da tutto il mondo.
    Le proteste della Lega Nord. ”Siamo pronti a fare opposizione totale al ministro per l’Integrazione, simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai doveri”. Lo afferma il segretario della Lega Nord-Lega Lombarda, Matteo Salvini in relazione al Governo formato dal presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta. ”Venga in alcune citta’ del Nord -aggiunge Salvini – a vedere come l’immigrazione di massa ha ridotto gli italiani a minoranza nei loro quartieri. I governatori leghisti del Nord faranno argine, nel nome del ‘prima i residenti, prima gli italianì”.