mercoledì 24 agosto 2016

FACCIA A FACCIA CON PIETRO BUFFA E MAURO BIGLINO


Una cosa posso dire, quanto dichiarato sul sangue RH - NEGATIVO CHE SAREBBE MUTATA NON MI TROVA D'ACCORDO, LA SPIEGAZIONE E' QUELLA SOLITA E RICORRENTE, UNA IMPOSIZIONE ETCA AL MODO SCIENTIFICO. LE RAZZE UMANE ERANO DUE, QUELLA TRATTA OGM DIRETTAMENTE DALLA CREATURA scimmiesca e quella piu'
ELABORATA CON AGGIUNTA ALTRO PATRIMONIO GENERICO, NON CON SANGUE SCIMMIESCO, IN SEGUITO TALE E' STATO IL MISCUGLIO DEI POPOLI CHE NON ESISTONO PIU DUE UMANITA' , UNA SOLA CHE PER LA VERIT' BASTA E AVANZA.

ARTECULTURA - C.S.R. : La creazione di Adamo - Petrus Marotta

ARTECULTURA - C.S.R. : La creazione di Adamo - Petrus Marotta

ARTECULTURA - C.S.R. : L'Annunciazione - Petrus Marotta

ARTECULTURA - C.S.R. : L'Annunciazione - Petrus Marotta

ARTECULTURA - C.S.R. : Creazione di Eva - Petrus Marotta

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ARTECULTURA - C.S.R. : Il Peccato - Petrus Marotta

ARTECULTURA - C.S.R. : Il Peccato - Petrus Marotta

ARTECULTURA - C.S.R. : Creazione dell'Uomo e della donna - L'Albero della...

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MAURO BIGLINO a Roma 19 febbraio 2016 - YouTube

MAURO BIGLINO a Roma 19 febbraio 2016 - YouTube

venerdì 19 agosto 2016

°° Lettera aperta a Gianfranco Vissani: ti spiego perchè io, vegana, invece ti lascerei vivere °° | Think Green • Live Vegan • Love Animals

°° Lettera aperta a Gianfranco Vissani: ti spiego perchè io, vegana, invece ti lascerei vivere °° | Think Green • Live Vegan • Love Animals

Prostatite: Il problema dei latticini


Miglioratori del pane, perchè non vengono dichiarati ?

Miglioratori del pane, poco necessari ma molto utili

Se pensate che per fare il pane siano necessari solo farina, acqua e lievito vi sbagliate. Il “tecno-cibo”, così come descritto da Paolo C. Conti ne “La leggenda del buon cibo italiano” esiste veramente. Lecitina di soia, estratti di malto, amidi, acido ascorbico, proteasi. Lunga la lista degli ingredienti utili a produrre un pane buono, gustoso, croccante al punto giusto e che possibilmente si mantenga a lungo nel tempo.
L’impiego nel processo di produzione del pane dei cd “miglioratori” non è una novità. Almeno per i panificatori, visto che per un consumatore è pressoché impossibile saperlo. Per molti miglioratori non vige l’obbligo di indicazione in etichetta, nell’elenco degli ingredienti. E’ vero, si tratta di sostanze autorizzate dalla legge e dichiarate non nocive per la salute, ma il dubbio che il loro impiego sia correlato a un scarsa qualità del prodotto c’è.  E allora perché non indicarli? Qualcosa si sta muovendo in seno al Ministero della Salute, dove è stato avviato un tavolo di lavoro sul tema proprio con i panificatori.
Miglioratori…diamogli un nome e cognome
Andando ad esaminare la normativa relativa a questo storico prodotto, notiamo come la definizione “miglioratore” non esiste.  “Il termine ‘miglioratori del pane’, comunemente utilizzato, è piuttosto generico e si riferisce a tutti gli ingredienti e gli additivi che ne possono ‘migliorare’ il processo produttivo, le caratteristiche sensoriali o la conservabilità”, spiega a Help Consumatori Giampiero Sacchetti, tecnologo alimentare del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università degli Studi di Teramo.
Nella lista dei miglioratori rientrano sia ingredienti veri e propri che additivi chimici o naturali. Nel primo caso troviamo prodotti come zuccheri, farine di cereali maltati, olio, strutto, latte che possono essere utilizzati per produrre pane o ‘pani speciali’. Pensiamo alla “Coppia ferrarese Igp” (pane tipico della provincia Ferrara), il cui disciplinare di produzione ne sancisce rigorosamente gli ingredienti, “strutto di puro suino” compreso.
“Oltre a questi ingredienti – continua Sacchetti –  nella panificazione si possono usare sostanze chimiche, definite additivi, il cui utilizzo è regolamentato per legge”.
Pericolosi per la salute?
La premessa alla loro salubrità è che i miglioratori del pane sono leciti: “Si tratta di prodotti che per legge si possono usare”, precisa Mario Partigiani, Presidente di Assopanificatori. Anche Sacchetti è rassicurante: “Queste sostanze, entro i limiti d’impiego definiti, non costituiscono alcun rischio per la salute umana. Molti additivi utilizzati in panificazione sono assolutamente innocui e possono essere utilizzati senza limiti, alcuni hanno anche origine naturale (es. glutine, lecitina di soia, estratti di malto, amidi)”.
Così necessari?
Necessari no, ma utili sì. Come spiega Sacchetti “gli additivi servono essenzialmente a fini tecnologici (es. migliorare la facilità d’impastamento, velocizzare la lievitazione), ad ottenere caratteristiche desiderabili (mollica con alveolatura regolare, crosta fragrante) o ad aumentare la durata del pane (rallentare il raffermamento). Gli additivi sono utilizzati in alternativa ad ingredienti tradizionali (es. latte, farine maltate o grassi) perché permettono di migliorare il prodotto senza cambiarne drasticamente le caratteristiche sensoriali (gusto ed aroma) o senza aumentarne enormemente il contenuto calorico”.
Secondo l’esperto tecnologo “Nell’industria panificatoria i miglioratori sono utilizzati da lungo tempo ed alcuni di essi sono caratteristici di pani tipici della gastronomia italiana e non solo. Sebbene in alcuni casi gli additivi possano essere utilizzati per migliorare farine con caratteristiche qualitative non ottimali, il loro impiego è oggi anche legato all’esigenza di conservare il pane per tempi lunghi sugli scaffali dei punti vendita e per i pani parzialmente cotti”.
Molto utili con farine scadenti
Dunque si tratta di ingredienti e additivi, il cui impiego non è dannoso per la salute, non necessari ma utile. Eppure quanto fin qui detto non mette a tacere tutti i dubbi. Il sospetto più grande è che siano utilizzati per nascondere una farina di qualità non proprio eccellente. E Partigiani ce lo conferma: “Con farine scadenti è sempre bene mettere i miglioratori. Se si lavora una farina ottima non sono necessari”.
Meglio evitarli quindi. Sebbene sia chiaro che si tratti di sostanze o ingredienti leciti e non dannosi per la salute, un loro impiego sistematico potrebbe essere il sintomo di pane di bassa qualità.
Help Consumatori ha incontrato alcuni panificatori di Roma, tutti artigianali. La risposta alla domanda: “Usate i miglioratori?” è stata unanime: un secco NO. Tutti hanno garantito che le farine acquistate non ne contenevano. Affermazione confermata da certificati degli stessi molini fornitori.
D’altra parte lo stesso Partigiani in un comunicato di qualche tempo fa aveva affermato: “Ci sentiamo di escludere l’uso generalizzato di tali miglioratori nella produzione della panificazione artigiana, ancorata a tradizionali metodologie di produzione, spesso pani tipici tutelati da denominazione di origine protetta e controllata e rientranti perciò in rigidi disciplinari di produzione e, nella totalità dei casi, in conformità alle norme di legge, all’interno di processi produttivi della filiera alimentare italiana”.
Spesso assenti in etichetta
“Alcuni miglioratori del pane (latte o strutto) ed alcuni enzimi utilizzati in panificazione (es. proteasi) sono stati messi sotto i riflettori perché hanno origine animale ed alcuni, in particolare, provengono da suini”, precisa Sacchetti. Non sono mancate infatti le polemiche di vegetariani e vegani per motivi etici o religiosi che hanno lamentato la presenza non segnalata di questi miglioratori di derivazione animale. Emblematico il caso delle proteasi, gran parte delle quali provengono dal pancreas del suino.
Il cuore del problema è proprio la non indicazione in etichetta di alcuni miglioratori. Quando si tratta di ingredienti veri e propri allora li troveremo indicati nella ricetta del prodotto, come nel caso della Coppia Ferrarese. Ma se la sostanza aggiunta si trasforma durante il processo di produzione non è dato saperne del suo impiego.
Partigiani ci porta l’esempio dell’acido ascorbico (un antiossidante) “L’artigiano può ordinare dal mugnaio la farina con l’acido ascorbico. Si tratta di un miglioratore, in questo caso, che sparisce durante la lavorazione. La presenza dell’additivo nella farina sarà indicato nell’etichetta del pacco di farina”. Ma non sull’etichetta del pane!
“Non si può affermare che un ingrediente ‘sparisca’ durante la lavorazione del pane. Le molecole presenti in alcuni ingredienti si modificano a seguito di reazioni chimiche e chimico-fisiche e non sono rilevabili in quanto tali nel pane, però i prodotti delle reazioni rimangono nel pane. Sia i miglioratori che gli additivi in molti casi si ritrovano in forma modificata nel prodotto finale ”, conclude Sacchetti.
Presto novità?
Quindi se il miglioratore nel prodotto finale non sparisce perché non indicarlo in etichetta? Qualcosa in questo senso si sta muovendo. Come ci è stato riferito da Partigiani, sono stati ben due gli incontri organizzati dal Ministero per trovare una soluzione che permetta al consumatore di avere una informazione trasparente e chiara. Alle riunioni hanno partecipato oltre ad Assopanificatori, anche Ascom (Associazione del commercio, del turismo, dei servizi) e Fippa (Federazione italiana panificatori)“più altri componenti di settore e tutti concordi di mettere la dicitura sul cartello degli ingredienti”.
A cura di Silvia Biasotto

Perchè gli Amish non hanno bambini autistici? – Conoscenze al Confine

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movimento 5 stelle a napoli


Il Blog dell'Attivista: “AIUTARE GLI ITALIANI? MAI COSA PIU’ SBAGLIATA”: SMASCHERATA LA BOLDRINI! IL VIDEO VIRALE DAL MAROCCO

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giovedì 18 agosto 2016

DIEGO FUSARO: Dal Sessantotto al nuovo ordine mondiale post-1989


DIEGO FUSARO: "Terrorismo qualcosa non torna"


DIEGO FUSARO: Contro la Riforma costituzionale e il PD servo del capital...


Balasso e il lavoro


Balasso e il parallelepipedo


50 SFUMATURE NO EURO - Paolo Becchi ( i 50 motivi per lasciare l'euro -...


Beppe Grillo spiega il NUOVO ORDINE MONDIALE. Iniziato con l'Euro e l'Eu...


Anonymous smaschera Matteo Renzi ecco chi comanda il nostro paese!!


La 7 Manda Un Servizio Che Fa TREMARE Matteo Renzi e Tutto Il PD: Ecco il FILMATO – FAI GIRARE | Video Clamorosi

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domenica 14 agosto 2016

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Riforma pensioni 2016

Riforma pensioni 2016: precari a vita e poi “solidarietà”, da cittadini a plebei




RIFORMA PENSIONI (ULTIME NOTIZIE 8 AGOSTO 2016) – Nelle ultime novità sulle pensioni abbiamo già elencato le idee del governo Renzi in arrivo a fine anno. Ma attenzione: adesso nel mirino dell’esecutivo renziano ci sarebbero non solo i lavoratori anziani, i precoci e i pensionati, ma anche i giovani.
Le ultimissime arrivano da un’intervista di Tommaso Nannicini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, rilasciato al Sole 24 ore. Il percorso della riforma pensioni 2016 del governo Renzi dovrebbe attraversare diverse tappe, fra le quali non mancheranno incontri di concertazione con i sindacati di categoria, Cigil, Cisl e Uil (il prossimo è previsto per il 6 settembre 2016).
Si parte dall’Ape (anticipo pensionistico) novità che sarà introdotta nella legge di Stabilità in presentazione il 20 ottobre 2016. Abbiamo già parlato più volte di questo vero e proprio insulto ai lavoratori italiani: in soldoni si tratta di proporre agli over 63 di andare in pensione anticipata (da uno a tre anni prima del requisito anagrafico stabilito dalla riforma Fornero), ma di farlo a caro prezzo, cioè indebitandosi con una banca per 20 anni. Insomma, accendere un mutuo con il quale finanziarsi gli anni di pensione anticipata.
riforma pensioni 2016

Riforma pensioni 2016 (ultime novità 8 agosto): prima l’Ape (anticipo pensionistico), poi interventi chirurgici su aliquote e quattordicesima

Nannicini parla di ben 350.000 euro soggetti interessati all’Ape nei prossimi tre anni: un vero affare per le banche e per le assicurazioni che dovranno garantire per i prestiti non totalmente restituite (sapete com’è, se a 67 anni avete 20 anni di debiti da pagare, può capitare di non arrivare a saldare tutto…).
Andando avanti, nella legge di Stabilità potrebbero finire un’aliquota forfettaria del 10%, nell’ottica di maggiori incentivi sul salario di produttività. Si parla anche di elevare – dai 2.000-2.500 euro di oggi – il tetto dei premi agevolabili e altri aggiustamenti relativi alla quattordicesima, anche se qui Nannicini è apparso piuttosto tentennante: un bonus sulla quattordicesima, aumentando la platea degli aventi diritto oppure incrementando l’importo a chi già la percepisce, sarebbe una buona mossa elettorale in vista del referendum costituzionale, ma di certo non economica e facilmente sostenibile come l’Ape.

Riforma pensioni (ultime notizie 8 agosto 2016): il governo Renzi parla di “misure di solidarietà”. Da diritto, la pensione diventa un’elemosina di Stato a chi è stato precario a vita

Non finisce qui. Il governo Renzi, secondo le ultime notizie sulle pensioni comunicate da Nannicini, avrebbe in mente anche una riforma strutturale del sistema contributivo. Parole che mettono i brividi solo a sentirle, visto che ogni volta che lo fanno c’è una fregatura dietro.
Nel mirino infatti ci sono quelli che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, quindi nell’era del contributivo puro, successiva alla riforma Dini: con l’arrivo della Fornero solo chi ha maturato pensioni superiori a 2,8 volte il minimo Inps (1.500 euro circa al mese) può andare in pensione con tre anni di anticipo. Si parla anche di “misure di solidarietà” per chi ha avuto una carriera lavorativa discontinua e minata da vuoti contributivi, situazione tipica dei precari e quindi in particolare dei giovani lavoratori.
La brutta sensazione, insomma, è che anche con la riforma pensioni ci si voglia avviare verso una “normalizzazione” del precariato, come già successo con il Jobs act: secondo loro dovremmo abituarci al fatto lavorare a singhiozzo, con il licenziamento che può arrivare da un momento all’altro (i famosi contratti indeterminati del Jobs act sono tali solo di nome, di fatto con le cosiddette “tutele crescenti” si può essere licenziati quando così gira al datore di lavoro) e, alla fine, andare in pensione non perché sia un nostro diritto maturato con decenni di lavoro e contributi versati, bensì perché ci sono delle “misure di solidarietà” che ci permettono di sopravvivere.
Trasformarci da cittadini a plebei: questa è la riforma pensioni che il governo Renzi ha in mente?

Ultimi sondaggi politici elettorali: 9 agosto 2016, M5S stravince al ballottaggio




ULTIMI SONDAGGI POLITICI ELETTORALI (9 AGOSTO 2016) – Dopo le intenzioni di voto di EMG-Tg La7, oggi i sondaggi elettorali di Winpoll per Huffington Post. 
C’è poco da fare: con l’ideona della legge elettorale munita di ballottaggio, Matteo Renzi sembra sempre di più un tacchino che si è infilato da solo nel forno. Al secondo turno, anche secondo gli ultimi sondaggi politici elettorali di Winpoll, il MoVimento 5 Stelle non ha rivali, staccando il Centrosinistra di 9 punti percentuali e il Centrodestra addirittura di 15 punti.
Appaiono insomma sempre più chiari i motivi che spingono Giorgio Napolitano alla richiesta dell’eliminazione del secondo turno nella legge elettorale. Stesso discorso per la proposta del Bersanellum da parte della minoranza Pd.
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Ultimi sondaggi politici elettorali (9 agosto 2016): Pd in testa al primo turno, ma è il ballottaggio che conta. M5S imbattibile al secondo turno

Al contrario di altri sondaggi politici delle ultime settimane, Winpoll vede ancora in testa il Pd al primo turno. Il Centrodestra, anche se unito, sembra invece non avere speranze per l’accesso al decisivo secondo turno. Se si votasse oggi con l’Italicum, lo scenario più probabile sarebbe quindi quello di una vittoria del M5S al ballottaggio, dopo la sfida diretta contro il Partito Democratico.
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Ma si voterà davvero con l’Italicum? Ne dubitiamo. Intanto il 4 ottobre 2016 ci sarà il giudizio della Corte costituzionale sulla legge elettorale tanto voluta da Matteo Renzi da essere votata addirittura con la questione di fiducia (mai successo prima nella nostra storia repubblicana). In quest’occasione potrebbero saltare dei pezzi dell’Italicum e Matteo Renzi avrebbe la scusa perfetta per metterci di nuovo mano, dando un po’ meno l’impressione di essere costretto a farlo per evitare la vittoria del M5S.
Non è da escludere che questo sia uno dei motivi per cui Renzi pensa di rimandare il referendum di inizio ottobre a fine novembre: in due mesi ci sarebbero i tempi tecnici per mettere mano alla legge elettorale. Visto che la vittoria del No appare più che mai probabile, potrebbe essere l’ultima occasione di Renzi per farlo.

Pensioni novità oggi

Pensioni novità oggi: con Ape, 350.000 italiani nelle mani delle banche




PENSIONI NOVITA’ OGGI (9 AGOSTO 2016) – Nelle nostre ultime notizie sulle pensioni abbiamo già parlato dell’Ape, il famigerato “anticipo pensionistico” proposto dal governo Renzi.
Come funziona l’Ape: si tratta di una forma di pensione anticipata (al massimo 3 anni sul requisito di vecchiaia richiesto dalla riforma Fornero) rivolta per il momento ai lavoratori classe 1951-1953, quindi agli over 63 che non possono ancora andare in pensione a causa dei cambiamenti apportati dalla legge Fornero.
Se rispondete a questo identikit, e se avete almeno 20 anni di contributi versati, potete allora usufruire dell’Ape, il quale consiste in pratica nel chiedere un prestito a una banca (con il quale vengono finanziati gli anni di pensione anticipata), da restituire poi a rate al momento della maturazione dei requisiti necessari per la pensione di vecchiaia. In parole povere, vi siete indebitati con una banca per 20 anni e ogni mese vedrete la vostra pensione decurtata della rata da restituire alla banca.
Se questa è la flessibilità in uscita… a noi pare piuttosto una sonora fregatura, la quale però – secondo i calcoli del governo Renzi, dovrebbe interessare la bellezza di 350.00 italiani.
pensioni novità oggi

Pensioni ultime notizie oggi (9 agosto 2016): 600 milioni per l’Ape, una riforma “low cost” destinata a chi non ha altre scelte

Una bella trovata che costa appena 600 milioni di euro e con la quale il governo Renzi può vantarsi nei titoli dei giornali di aver realizzato finalmente la flessibilità in uscita. Nei fatti, purtroppo, si tratta semplicemente di spingere verso l’indebitamento vita natural durante quei lavoratori anziani rimasti senza lavoro e senza pensione, quindi costretti ad accettare questa minestra, piuttosto di saltare dalla finestra.
Le detrazioni sui rimborsi sarebbero infatti destinate soltanto a chi percepisce redditi molto bassi e ai disoccupati di lunga durata, per tutti gli altri ci saranno decurtazioni dall’1% all’8% sulle pensioni.

Pensioni ultime novità oggi (9 agosto 2016): le “marchette” elettorali su quattordicesima e lavoratori precoci ce le aspettavamo, ma chiedere di indebitarsi per andare in pensione è davvero troppo

Le altre proposte, seppur considerabili come poco risolutive, per non dire minuscole rispetto al bisogno di una riforma strutturale per le nostre pensioni, hanno almeno il pregio di non suonare così tanto offensive. Si tratta dei soliti “bonus” alla Renzi, del tipo do ut des: pensiamo all’intervento annunciato sulla quattordicesima (aumentare la platea dei beneficiari oppure aumentarla a chi già la percepisce) oppure al ricongiungimento gratuito dei  contributi versati con gestioni diverse, o anche al bonus contributivo per i lavoratori precoci (per i quali però sembra ormai accantonata la realizzazione della quota 41, cioè andare in pensione con 41 anni di contributi versati e basta, senza vincoli anagrafici).
L’Ape invece è davvero una pensata insultante per chi ha lavorato una vita e ora gli si chiede di accendere un mutuo ventennale per pochi anni o pochi mesi di anticipo sulla pensione di vecchiaia. Pura follia.

Referendum costituzionale

Referendum costituzionale: Renzi & Boschi, dopo insulti e annunci arriveranno minacce




Si fa fatica a star dietro alle sparate di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi sul referendum costituzionale. Quest’ultima poi è una recordwoman olimpionica delle uscite infelici contro chi voterà No: prima li ha iscritti tutti a Casapound, poi li ha bollati come partigiani tarocchi, li ha accusati di agevolare il terrorismo (visto che, secondo la ministra, la riforma costituzionale sarebbe persino in grado di sgominare l’Isis) e alla fine ha fatto l’offesa, dicendo che chi vota No non rispetta il Parlamento.
Non è da meno Matteo Renzi. Prima ha fatto il galletto sfidando tutti (un incrocio fra “se perdo, porto via il pallone” e “dopo di me il diluvio”) e facendo diventare il referendum costituzionale un plebiscito sulla sua persona. Poi l’espertone di Obama, Jim Messina, deve avergli spiegato come funziona il pallottoliere e Renzi si è reso conto che se ha un 30% di consensi elettorali significa che il 70% degli italiani è contro di lui.
Contrordine, dietrofront, retromarcia, mea culpa:”Ho sbagliato a personalizzare troppo”, ha ammesso il neo-umile Matteo, “questo non è il mio referendum, questa riforma è di Giorgio Napolitano“. ‘Peggio mi sento!’, avranno pensato almeno 7 italiani su 10…
Renzi Boschi referendum costituzionale

Referendum costituzionale: gli insulti della Boschi, gli annunci e i ripensamenti di Renzi. Alla fine ci diranno che se vince il No aumenterà la benzina

Poi, immancabile, l’annuncio sui 500 milioni di euro risparmiati grazie alla riforma, da destinare ai poveri. Come a dire, letta in negativo, se fate vincere il No, cari poveri, non vi toccherà un euro.
Peccato che, secondo la Ragioneria di Stato, i risparmi realizzati con la riforma sarebbero ben più modesti, cioè circa 50 milioni. Ma pure a dar retta a Renzi, viene il dubbio che Jim Messina non gliel’abbia spiegato proprio bene l’uso del pallottoliere: 500 milioni dati a 4,6 milioni di poveri (badate bene, consideriamo solo gli italiani in povertà assoluta) corrispondono a 108  euro una tantum all’anno, cioè 9 euro al mese. ‘Na svolta!
E pensate che mancano ancora tre mesi al referendum visto che le date più probabili sono le domeniche fra il 13 e il 27 novembre. Immaginiamo allora l’accelerata di insulti e annunci che ci sarà nello sprint delle ultime settimane, con gran finale di minacce apocalittiche in stile Fmi e Confindustria.
Per dirne una, sapete cosa sono le clausole di salvaguardia? In breve, se con la legge di Stabilità non tornano i conti, come forma di garanzia per la stabilità economica partono automaticamente delle misure per recuperare le risorse necessarie, come ad esempio il famigerato aumento dell’Iva o quello delle accise sui carburanti.
“Purtroppo ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia, – ha detto Renzi lo scorso 31 luglio, intervista a Repubblica – perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie, ma seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque l’Iva non aumenterà”.
In realtà il “meccanismo atroce” se l’è fatto proprio Renzi con le sue mani, visto che le attuali clausole di salvaguardia non sono una triste eredità dei passati esecutivi, ma sono scritte nero su bianco nelle leggi di Stabilità del governo Renzi.
E allora vedrete: dopo gli insulti su Casapound, partigiani, terrorismo e Parlamento della Boschi, dopo gli annunci di Renzi manna dal cielo per i poveri, alla fine ci minacceranno assicurando che, se vince il No, aumenterà la benzina.

Pensioni: uscita anticipata

Pensioni ultime novità riforma: 6 bonus (senza soldi) per Sì al referendum




PENSIONI ULTIME NOVITA’ (11 AGOSTO 2016) – Oggi le ultimissime notizie sulle proposte del governo Renzi per la riforma pensioni. Si tratta di 6 “bonus” alla Renzi, escogitati per accattivarsi le simpatie (diciamo così) di pensionati e lavoratori anziani in vista del referendum costituzionale.
Problemino: queste 6 misure costerebbero, a regime, la bellezza di 3,8 miliardi, ma il governo Renzi metterà a disposizione solo 1,5 miliardi per la riforma pensioni da infilare in legge di Stabilità.
La matematica ci dice quindi che questa abbondanza di annunci è solo una mossa di marketing (diciamo così) per attirare l’attenzione del maggior numero di elettori possibile, dai lavoratori precoci a quelli con i redditi più bassi, passano per chi prende la quattordicesima e chi spera di iniziare a percepirla dopo le novità in arrivo sulle pensioni.
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Pensioni ultime novità (11 agosto 2016): le sei trovate del governo Renzi per acchiappare voti al referendum costituzionale

1) Allineamento della no tax area dei pensionati (cioè l’esenzione fiscale) a quella dei lavoratori dipendenti. Costo, 260 milioni all’anno.
2) Ricongiunzione gratis dei contributi versati con differenti gestioni, insieme a misure per facilitare il riscatto laurea. Costo: 500 milioni.
3) Lavoratori precoci, bonus contributivo per gli anni lavorati (con contributi pagati) fra i 14 e i 18  anni. Qui il costo si fa esorbitante, si parla di almeno 1,2 miliardi, ma si potrebbe arrivare a 1,8 miliardi.
4) Quattordicesima, estensione della platea dei beneficiari (dagli 1,2 milioni di oggi a 2,4 milioni, le pensioni che ne usufruiscono raddoppierebbero). Costo: 800 milioni di euro all’anno.
5) Ape (Anticipo pensionistico): in pensione da uno a tre anni prima, rispetto al raggiungimento del requisito previsto dalla riforma Fornero per la pensione di vecchiaia. Gli anni di pensione anticipata verrebbero finanziati con prestiti bancari. Costo: 600 milioni di euro.
6) Lavori usuranti, agevolazioni da 72 milioni di euro a regime.
pensioni oggi novità

Pensioni ultime novità (11 agosto 2016): i conti non tornano, per fare tutto servirebbero 3,8 miliardi a regime, ma il governo Renzi mette a disposizione solo un miliardo e mezzo, Altro che aumentare le minime

Le cifre stimate, riportate dalle news sulle pensioni del Corriere della Sera, sono queste: a conti fatti, tutte le misure chiederebbero stanziamenti per 3,8 miliardi a regime, secondo il sindacato Uil ne servirebbero almeno 2,5, ma il governo Renzi ci metterà appena 1,5 miliardi, visto che Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, ha già non pochi grattacapi nel riuscire a raccapezzare i miliardi necessari a non far scattare le clausole di salvaguardia (fra cui l’aumento della benzina e dell’Iva).
Non si capisce quindi dove Matteo Renzi vorrebbe prendere i soldi necessari per alzare le pensioni minime che, è il suo annuncio dell’ultima ora, sono troppo basse e richiedono l’impiego di più risorse.
Le ultime notizie sulle pensioni non illudano quindi i lettori che ci seguono: dei vari annunci (come già successo per quelli sulla flessibilità in uscita) a conti fatti resterà ben poco.
Il problema è che la legge di Stabilità dovrebbe prendere la sua forma definitiva dopo il referendum costituzionale, un po’ come gli 80 euro in busta paga sono stati concessi solo dopo le elezioni Europee 2014 (e, in alcuni casi, sono stati ripresi ai beneficiari, senza contare il fatto che sono costati a tutti noi aumenti sulle tasse locali e tagli dei servizi).

Lettera docente a Giannini diventa virale

Lettera docente a Giannini diventa virale: “Un pugno di mosche in mano




Dopo il messaggio inviato a Matteo Renzi, pubblichiamo la lettera aperta del professor Fabio Bocci, già apparsa sul sito lettera43.it
In questo caso la missiva è diretta al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Cara ministra Stefania Giannini,
mi chiamo Fabio Bocci e sono professore associato di Didattica e pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze della formazione all’Università Roma Tre.
Insegno fin dall’inizio della mia carriera al corso di laurea in Scienze della formazione primaria e in questi anni, inoltre, ho coordinato la classe di Concorso A036, sia per i Tfa (Tirocinio formativo attivo) sia per i Pas (Percorsi abilitanti speciali), avendo anche l’insegnamento e la responsabilità dei Crediti formativi universitari di area pedagogica e didattica. Ho inoltre insegnato al Corso di specializzazione per il sostegno (anche per i docenti esuberati) e ai diversi Master realizzati in accordo con il Miur (disturbi specifici di apprendimento, autismo).
riforma scuola Renzi Giannini
UNA VITA PER LA FORMAZIONE. Ho quindi dedicato alla formazione degli insegnanti molto tempo e molte risorse, ‘sottraendolo/e’ (secondo una certa attuale e stingente logica speculativa) ad aspetti oggi ritenuti molto più ‘appetibili’ sul piano della carriera accademica.
L’ho fatto e continuerò a farlo, convinto come sono (da ‘uomo delle istituzioni’ quale mi sento di essere) che occorra sempre mettere in primo piano il bene e l’interesse comune rispetto al proprio e, di conseguenza, in qualità di docente universitario (in modo particolare di pedagogia) ho sempre ritenuto e ritengo ineludibile dedicare energie non solo alla didattica ma alla formazione degli insegnanti.
Le lascio quindi immaginare il mio stato d’animo nell’apprendere – sia da fonti dirette, ossia ex studenti e corsisti, sia dai media e dai social – l’esito nefasto che si sta delineando nell’attuale concorso a cattedra.
TRA IL 70 E IL 90% DI BOCCIATI. Il numero di ‘bocciati’, ovvero non ammessi alla prova orale, oscilla tra il 70 e il 90% (cifre che, ripeto, sono approssimative perché attendiamo dati ufficiali come richiesto da diversi colleghi al Miur).
Da alcuni dati che ho a disposizione so – ad esempio – che nella classe di concorso A18 in Calabria si arriva al 100% dei bocciati, in Liguria al 96%, nel Lazio al 92%.
Se così fosse, come sembra essere, ci troveremmo dinanzi a una débâcle di proporzioni gigantesche.
Ora, prendo atto del fatto che nel nostro Paese è prassi, per dimostrare che si è efficienti, ricorrere a misure drastiche, che si configurano spesso in ‘ecatombi’ di candidati in occasione di concorsi di varia natura che nella scuola e nell’università, chissà perché, assumono sempre le sembianze di episodi biblici (veda alla voce concorsone). È accaduto, ad esempio, nella Abilitazione scientifica nazionale (Asn) per i docenti universitari, con episodi di bocciature senza senso e, addirittura, di esclusioni all’idoneità a dir poco scandalose (con tanto di ricorsi eccetera).
TRE POSSIBILI CAUSE. Ma non è di questo che voglio parlare e neppure desidero aprire un fronte (che andrebbe aperto, soprattutto da parte del ministero) sulla questione commissari (chi sono? Cosa li qualifica a essere tali? eccetera) e su quella dei criteri di valutazione (chi li ha stabiliti? Come, quando? Come sono stati divulgati? Come sono state corrette le prove? E come sono state redatte? Che relazione c’è tra costruzione delle prove e criteri per valutarle? Lo hanno fatto le stesse persone?… e così via).
Mi interrogo invece, ad alta voce e coinvolgendola, cara ministra Giannini, su quelle che potrebbero essere le cause di tale scenario (intendo quello delle bocciature).

1. I candidati bocciati erano impreparati e immeritevoli

È plausibile.
E tuttavia mi chiedo e Le chiedo. Questi candidati sono stati selezionati sulla base di una selezione pubblica di accesso con tre step, il primo dei quali – nel caso dei Tfa – con ‘test preselettivo’ redatto (con tanto di situazioni a dir poco imbarazzanti per gli errori commessi) dallo stesso ministero.
LI ABBIAMO SELEZIONATI MALE? Ci stiamo dicendo, cara ministra, che questi candidati che abbiamo così attentamente selezionato (voi ministero e noi università) per farli accedere al Tfa sono stati selezionati male?
Se così non fosse qualcosa non torna.
SONO DIVENTATI DEI BROCCHI? Perché o erano ‘brocchi’ (come sembra emergere dalle bocciature al concorso) e quindi abbiamo sbagliato (prima voi e poi noi) ad ammetterli, oppure, se non erano brocchi (perché voi e noi abbiamo fatto le cose per bene), lo sono per forza di cose diventati durante, nel mentre, ossia a causa della formazione ricevuta.
E veniamo qui al secondo punto.

2. La causa è stata la formazione svolta dalle università

Plausibile.
Però, mi chiedo e le chiedo: il format e la struttura dei corsi (dal corso di laurea in Scienze della formazione primaria ai Tfa, dai Pas al Corso del sostegno) è strutturato dal ministero, ossia dal legislatore (vedi L. 249/2010 a seguire fino alla 107/2015 con la delega al governo e i tavoli per il riordino).
CORSI INADEGUATI. Se presupponiamo (e perché non dovremmo farlo) l’adeguatezza dei format ministeriali e la ‘validità’ (in termini di adeguatezza) dei test e delle prove selettive di ammissione (perché anche per il corso di laura in Scienze della formazione primaria e per il sostegno si accede a numero chiuso) e stante ciò le prove del concorso hanno sancito questa valanga di bocciati, dobbiamo supporre che i contenuti erogati durante il Tfa e la preparazione dei docenti universitari preposti e degli esperti non siano stati all’altezza del compito richiesto.
Non sto qui a difendere categorie o quant’altro.
MESSE IN CAMPO LE MIGLIORI RISORSE. Per esperienza diretta, però, posso dirle che sono state messe in campo le migliori risorse dell’accademia, professori titolati e anche motivati a insegnare in questi corsi e chi si è investito nella formazione degli insegnanti lo ha fatto con dedizione e cura (talvolta ritenuta anche eccessiva, per troppa serietà).
Detto ciò (l’esperienza personale diretta o indiretta che sia è, come ben sappiamo, fenomenologicamente limitata a ciò che si dà, nel momento in cui si dà, nei limiti in cui si dà… ) tutto può essere, figuriamoci.
Però, anche qui c’è un però.
COSÌ SI DISCREDITA IL SISTEMA ACCADEMICO. Affermare che le università (che in questo caso, essendo coinvolte tutte, rappresentano l’Università italiana) non sono in grado di preparare i futuri docenti è dare adito a un discredito del nostro sistema accademico che a me – non so a lei ma immagino proprio di sì – incute un certo sgomento.
Oppure, rigirando la cosiddetta frittata, dovremmo o potremmo presupporre che i format in sé erano errati (o non adeguati allo scopo).
Ma allo stesso modo ho difficoltà a screditare con supponenza il lavoro del legislatore e di chi predispone i curricoli di questi corsi.
E comunque sia, così facendo si cadrebbe in quella tipica cultura delle colpe che tanto piace a chi alimenta polemiche da rotocalco ma che poco aiutano nelle analisi accurate.
Forse, mi permetta ministra Giannini, si è verificato un (purtroppo) consueto corto circuito nell’iter.
Per cui una cosa immaginata per uno scopo (il format) ha poi cambiato rotta in itinere (ossia nell’applicazione, dovuta anche al non verificarsi di certe condizioni… ad esempio i Tfa come fase transitoria in vista di lauree magistrali abilitanti mai realizzate?) e chi ha poi dato atto alla valutazione conclusiva (chi ha pensato le prove e i contenuti del concorso e gli stessi commissari del concorso) si è trovato completamente scollegato dallo/con lo scopo iniziale.
Il tutto accompagnato dal fatto che scuola e università (e, dunque, la formazione degli insegnanti) vivono da diversi anni stagioni di cambiamenti radicali (annunciati, varati, ritirati, mezzo realizzati, ecc…) legati alle alterne vicende della politica e dei governi sempre volitivi nel riformare ciò che era stato appena riformato.
Non so cosa ne pensi lei di questa possibilità.

3. Suggestioni complottiste

Sorvolo, perché lo ritengo poco plausibile, il sospetto (che registro come nota che circola) che ci sia addirittura – proprio in ragione della sindrome da riformismo di cui ho appena detto − un preciso disegno dietro le innumerevoli bocciature: dimostrare l’inefficacia della attuale formazione degli insegnanti (esito di una riforma voluta da un certo governo) per accreditare ciò che si sta proponendo come innovativo (dall’attuale governo).
UNA COCENTE SCONFITTA. Concludo dicendo che sono impressionato da tutto quello che sta avvenendo e non posso non chiedermi quali responsabilità abbiamo noi tutti e se ci sono possibilità di porre rimedio a quella che vedo delinearsi e palesarsi come una grande, cocente sconfitta del sistema formativo italiano, ossia del nostro Paese.
Una sconfitta che mi addolora ma che, soprattutto, stanno pagando sulla loro pelle persone che hanno dedicato anni e anni a formarsi, con investimenti di risorse ingenti (a proposito quanto ci sta costando tutto questo sciupio?), seguendo le indicazioni che noi (voi e noi) gli abbiamo dato.
GIOVANI CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO. Persone, rappresentanti la nostra cosiddetta meglio gioventù (perché, mi consenta, chi studia e si forma altrimenti cosa rappresenta?) che andrebbero premiate e che invece si ritrovano alla fine della fiera (moltissimi di loro dopo anni e anni di ‘precariato’) con un pugno di mosche (e forse neppure quelle) in mano.
Faccio mia – e non posso fare altrimenti − l’amarezza e anche, per l’ennesima volta, quel senso di disorientamento verso le istituzioni che loro stanno provando.
Una cosa che mi addolora profondamente e credo e immagino addolori moltissimo anche lei, onorevole ministra Giannini.
Un caro saluto e buon lavoro
Fabio Bocci

Referendum costituzionale

Referendum costituzionale: dialogo fra un venditore di riforme e un cittadino





Referendum costituzionale: Matteo Renzi ha promesso di mandare frotte di volontari casa per casa, per spiegare le ragioni del Sì. Questo dialogo immaginario potrebbe avvenire in una domenica mattina di ottobre o novembre 2016.
Ore 8:12, suona il citofono.
“Mmm. Chi è?”
“Buongiorno. Lei lo sa che la fine del mondo è vicina?”
“Eh?”
“Fra poco si vota per il referendum costituzionale. Se non passa, per noi è la fine”
“Ma davvero?”
“Certo. Lo hanno detto Fmi, Confindustria, Financial Times. A lei piace Matteo Renzi?”
“No.”
“Molto bene, perché il referendum costituzionale non è su Matteo Renzi, ma sulla riforma costituzionale. Abbiamo sbagliato a personalizzare. Possiamo discutere nel merito?”
“Veramente ho il caffè sul fuoco…”
referendum costituzionale
“Lei vorrebbe superare il bicameralismo paritario?”
“Cioè abolire il Senato?”
“Ehm… no, quello resta, ma i senatori diventano solo 100. Lei vorrebbe diminuire i parlamentari e velocizzare l’approvazione delle leggi?”
“I parlamentari vorrei diminuirli, ma non era meglio abolire proprio il Senato oppure dimezzare deputati e senatori?”
“Ma no, quella sarebbe stata demagogia!”
“Ma è sicuro che le leggi si approveranno più in fretta? Così come stanno le cose la riforma Fornero è stata approvata in 19 giorni…”
“Eh…” (il venditore di riforme consulta il suo opuscolo) “Guardi, lei ha la sindrome di Bertinotti, meglio questo che niente, no? Risparmiamo 500 milioni di euro e li diamo ai poveri!”
“Veramente la Ragioneria di Stato dice che sono 50 milioni… e comunque i poveri sono dieci milioni, quindi ci uscirebbe qualche caffè a testa…”
“Va bene, ma l’abolizione del Cnel? Quella è buona no?
“Sì, ma bastava cambiare solo l’articolo 99, mica stravolgere la Costituzione… poi in combinato disposto con l’Italicum praticamente stiamo cambiando forma di governo…”
“Non si preoccupi, forse l’Italicum lo cambiamo…”
“Perché?”
“I tempi sono cambiati, ora con il ballottaggio si rischia di consegnare il paese ai populisti fascisti finti partigiani amici dei terroristi irrispettosi del Parlamento… e sessisti”
“Ma voi non avete fatto delle votazioni per la riforma con il Parlamento mezzo vuoto perché le opposizioni erano uscite dall’Aula?”
“Scusi” (il venditore si innervosisce) “Ma lei come fa a sapere tutte queste cose? Al corso di formazione ci avevano detto che dovevamo convincere gli indecisi e che la maggior parte degli italiani non sa un cazzo della riforma!”
“Ho letto il testo della riforma, anche se l’art.70 nuovo non l’ho capito, mi informo sul Web, leggo il Fatto Quotidiano…”
“Ma lei per chi vota?”
“M5S.”
“…”
“E’ ancora lì…?”
The end. 

Pensioni ultimissime novità

Pensioni ultimissime novità: colpo di scena sulla riforma, sfogo Nannicini





PENSIONI ULTIMISSIME NOVITA’ (12 AGOSTO 2016) – Dopo le notizie sui dati Inps per gli assegni sociali e le pensioni liquidate, oggi news sulla riforma del governo Renzi.
Lo abbiamo scritto proprio nell’articolo sulle ultime novità di ieri: per il pacchetto pensioni, i 6 “bonus” previsti richiederebbero più soldi di quel miliardo e mezzo che sarebbe disponibile. Il Corriere della Sera aveva fatto i conti in tasca al governo Renzi, spiegando che, a regime, per tutte le misure annunciate sarebbero necessari oltre tre miliardi di euro (2,5 secondo le richieste dei sindacati).
Puntuale, arriva la replica di Tommaso Nannicini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che assomiglia molto a uno sfogo (almeno dal nostro umilissimo punto di vista, per il momento ancora esprimibile, visto che almeno l’articolo 21 della Costituzione non viene scalfito dalla riforma Boschi-Verdini).Pensioni ultimissime novità riforma

Ultimissime novità pensioni (12 agosto 2016): intervista di Tommaso Nannicini al Corriere. Nel “dibattito estivo” solo cifre di fantasie, la verità sulla riforma verrà fuori solo con la legge di Stabilità

Partiamo dalle cifre: secondo Nannicini, le ultimissime news sulle pensioni sarebbero gravate da un “dibattito estivo” fatto di numeri completamente inventati. In particolare, non sarebbe vero che per la riforma pensioni verrà stanziato solo un miliardo e mezzo. Nannicini non si sbilancia però nel dire quali sarebbero le cifre vere, ma rimanda tutto alla legge di Stabilità. Come sempre, le chiacchiere che si fanno sulle pensioni, finché non si mette qualcosa di nero su bianco, contano poco.
Su un punto però Nanncini è stato netto: le pensioni d’oro non si toccano. Non ci sarà nel 2017 un rinnovo del contributo di solidarietà, versato dalle pensioni più elevate negli ultimi tre anni: dall’anno prossimo, insomma, chi prende una pensione “cicciottella” la vedrà ingrassata ulteriormente dal 6% al 18%.
Passando all’Ape (anticipo pensionistico), a Nannicini viene chiesto se non c’era proprio altra via rispetto a quella di passare attraverso un prestito bancari per consentire pensioni anticipate più flessibili. E qui Nannicini qualche numero lo tira fuori, visto che – secondo il sottosegretario – per fare a meno delle banche sarebbe stato necessario avere a disposizione dai 5 ai 10 miliardi.
Capitolo quattordicesima: secondo Nannicini le vie sono due. O si aumenta la quattordicesima a chi già la riceve, oppure si estende il numero degli aventi diritto, elevando la soglia alle pensioni fino a mille euro.

Pensioni ultime novità (12 agosto 2016): i soldi non bastano per una vera flessibilità in uscita, ma i pensionati d’oro tornano (e le banche) tornano a godere. Spariti dall’orizzonte gli aumenti alle minime e gli 80 euro

Questi sono i fatti, ora qualche considerazione. Nannicini dice che il miliardo e mezzo è una cifra di fantasia, ma dice anche che non ci sono soldi per fare a meno delle banche, servirebbero da 5 a 10 miliardi. I sindacati chiedono 2,5 miliardi, quindi è ragionevole credere che la cifra che il governo Renzi è pronto a mettere sul tavolo sia inferiore ai 2,5 miliardi, diciamo compresa fra 1,5 e 2,5.
Peccato che, secondo i calcoli del Corriere, a regime servono almeno 3,8 miliardi.
Altri due motivi ci fanno credere che il governo Renzi non ha sufficiente respiro per realizzare tutto quello di cui si sta parlando in questa estate 2016. Primo, sulla quattordicesima pare che si dovrà ripiegare sull’aumento della quattordicesima per chi già la percepisce, visto che raddoppiare la platea costerebbe troppo.
Secondo, è stata accantonata la famosa promessa di Renzi sugli 80 euro anche per le pensioni (figuriamoci quindi l’aumento delle minime).
Le chiacchiere sono chiacchiere, i fatti sono fatti: quota 41, 80 euro ai pensionati, aumenti alle pensioni minime e via dicendo, sono tutte misure archiviate perché “non ci sono i soldi”, quindi se il miliardo e mezzo di cui si è parlato finora è una cifra di fantasia, quella reale – che conosceremo solo con la legge di Stabilità – difficilmente si scosterà di tanto.
Ps. come avrete notato, nonostante “non ci siano i soldi”, nonostante una sentenza della Corte costituzionale sia favorevole, il governo Renzi ha preferito stringere la mano alle banche (non che sia una novità) e tornare a dare più soldi alle pensioni d’oro.
 

lunedì 8 agosto 2016

OMISSIONE ATTI D'UFFICIO DA PARTE DI PUBBLICI UFFICIALI

L’attività di polizia urbana (Polizia Municipale -> vigili e Polizia Giudiziaria) riguarda la tutela dell’integrità del pubblico demanio e del patrimonio comunale e la salvaguardia di un decoroso svolgimento della vita cittadina, garantendo la libertà dei singoli individui e contribuendo alla sicurezza dei cittadini. Ha anche lo scopo di assicurare l’osservanza delle leggi, dei regolamenti e ordinanze emanati dalla Stato, dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune. E anche le leggi riguardanti gli animali fanno dunque parte delle regolamentazioni che la Polizia Urbana deve far rispettare (*).
Pubblici ufficiali, ovvero impiegati, incaricati di un ufficio pubblico, i quali rifiutino di espletare i loro doveri, possono essere denunciati per "omissione o rifiuto di atti d'ufficio".
Se infatti il pubblico ufficiale o il dipendente incaricato si rifiutano di compiere l'atto dovuto (per es., accettare la denuncia che un cittadino vorrebbe presentare a carico di qualcuno che ha maltrattato, abbandonato, ucciso un animale), non rispondendo poi entro 30 gg. dalla data di richiesta, per motivare in modo concreto le ragioni di tale ritardo o rifiuto, sono colpevoli di un reato e nascono automaticamente i presupposti per le sanzioni penali previste dal Codice: esse prevedono la reclusione sino a 2 anni, o la multa sino a 1000 euro, oltre a sanzioni disciplinari.
Ecco l'articolo che lo sancisce:
Art. 328 del CP: Omissione o rifiuto di atti d'ufficio
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di 30 giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa. (Cassazione  penale,  sezione  VI,  sentenza  del 3  luglio  2008, n. 27044)

Il termine "rifiuto" indica, insomma, una manifestazione di volontà di non compiere l’atto legalmente richiesto e implica, pertanto, una previa richiesta di adempimento. Il reato sussite, cioè, quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, di fronte alla richiesta di compiere un atto del suo ufficio (insomma, il suo lavoro!), non risponde nel termine di legge per esporre le ragioni del consapevole rifiuto.

L’autorità giudiziaria competente è il Tribunale in composizione collegiale (art. 33-bis c.p.p.) e si tratta di un reato perseguibile d’ufficio (art. 50 c.p.p.). Arresto e fermo non sono consentiti, ma previo interrogatorio può essere disposta come misura cautelativa la sospensione dal servizio (ex art. 289, comma secondo, c.p.p.). La sentenza di condanna per il reato in oggetto, comporta del resto anch'essa un'interdizione temporanea dai pubblici uffici.
(*) Tutti gli organi di Polizia Giudiziaria sono competenti per i reati in materia ambientale e di tutela animali (Cassazione , III° Sez. Penale, sentenza n. 1872 del 27 settembre 1991).
"La fattispecie di cui al secondo comma dell’art. 328 c.p. è integrata nel momento in cui decorsi i 30 giorni il pubblico ufficiale non emette il provvedimento o non risponde per iscritto sulle ragioni del ritardo, costituendo una non scusabile ignoranza della legge penale la non consapevolezza della necessità di una risposta scritta o l’eventuale oggettiva complessità della pratica". (Cassazione, IV° sez. Penale, sentenza n. 4907 del 19  novembre  2003).
"L’azione tipica del delitto di cui all’art. 328, comma secondo, c.p., è integrata dal mancato compimento di un atto dell’ufficio da parte del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio, ovvero dalla mancata esposizione delle ragioni del ritardo, entro 30 giorni dalla richiesta di chi vi ha interesse; ne consegue che il reato omissivo proprio e a consumazione istantanea, deve intendersi perfezionato con la scadenza del predetto termine". (Cassazione, VI° sez. Penale, sentenza  n. 27044 del 3  luglio  2008)
COSA FARE?
In caso di comunicazioni che avvengono per via telefonica, è consigliabile registrare la comunicazione tra te e gli impiegati/ufficiali pubblici in questione. Segna in tutti i casi giorno e ora del rifiuto a intervenire e con tali dati recati personalmente presso qualsiasi ufficio di Polizia Giudiziaria (Carabinieri, Polizia, Segreteria di Procura etc.) per sporgere regolare denuncia per mancato servizio pubblico o pubblica necessità.
ATTENZIONE
Non rivolgerti al personale della sezione di polizia giudiziaria a cui appartiene il pubblico ufficiale da denunciare, ma piuttosto a qualcuno di una sezione appartenente ad altra Forza dell'ordine: per es., se devi denunciare un carabiniere, recati presso una sede della Polizia di Stato o della Guardia di Finanza. E non dimenticare che, per questo tipo di reato, puoi anche rivolgerti direttamente alla Procura della tua città o provincia.



Esempio illustrativo di richiesta d'accesso/diffida penale
AL   RESPONSABILE  DEL  SERVIZIO... DEL   COMUNE  DI...
Il  sottoscritto...,
nato il ... , a... e residente in... via... n°...

Premesso che

1.  In data... racc.n... (o protocollo n... del... ) ha presentato a questo ente domanda avente ad oggetto...;
2. a distanza di... mesi  non  ha  avuto nessuna risposta scritta in relazione alla suddetta richiesta;
tanto premesso e riportato, ai sensi e per gli effetti dell’art. 328 del codice penale, così come modificato dall’art. 16 della legge 16 aprile 1990, n. 86

diffida

il responsabile del procedimento del competente servizio a compiere l’atto del suo ufficio, o ad esporre le ragioni del ritardo entro il termine di 30 giorni dalla ricezione della presente richiesta, con l’espresso avvertimento che, in difetto, sarà presentato un esposto alla competente autorità giudiziaria
(Luogo e data)
FIRMA

domenica 7 agosto 2016

SOCCORRERE ANIMALI / SICUREZZA STRADALE


ANIMALI IN CITTÁ
  1. Posso entrare con il mio cane in un locale pubblico? In un bar? In un ospedale? etc…?
    Informati sul regolamento comunale a tutela degli animali (o equivalente) della tua città. Per maggiori info, vedi l'apposita scheda.
  2. La legge permette l'accattonaggio, il chiedere elemosina con animali?
    L'accattonagio con animali al seguito è ormai riconosciuto come maltrattamento e chi maltratta un animale commette un reato in base alla Legge 189/04 perché lo costringe a vivere in condizioni incompatibili con le peculiarità e i bisogni propri della specie a cui l'animale appartiene.
    E oggi sono moltissimi ormai i comuni italiani che quindi vietano l’accattonaggio con cani, gatti, o altri animali. Il divieto è rintracciabile nell'apposito regolamento comunale per la tutela degli animali, oppure (laddove questo non esista ancora) nel regolamento di polizia urbana, o ancora può essere sancito da un'apposita ordinanza del sindaco (così è successo a Roma nel 1997, mediante un'ordinanza che sanciva: "È fatto divieto assoluto di utilizzare per la pratica dell’accattonaggio animali domestici e/o selvatici, soprattutto con cuccioli lattanti, nonché animali in cattivo stato di salute in particolare cagne debilitate per gravidanze ripetute o comunque animali detenuti in evidenti condizioni di maltrattamento").
    Feder F.I.D.A. sta reperendo e via via pubblicando tutti i regolamenti comunali che interessano la tutela e il benessere degli animali, li troverai qui.
    Ricorda che quando segnali la violazione alle forze dell’ordine, queste sono obbligate a intervenire contro il maltrattamento, sequestrando gli animali e consegnandoli al canile sanitario competente sul territorio.
  3. In cosa consiste il reato per OMESSA CUSTODIA di animale domestico?
    Con varie sentenze, per esempio la Sentenza n. 25474/2007, la Corte di Cassazione ha ribadito il principio secondo cui il possesso (o anche la sola detenzione) di un animale, determina l'obbligo di custodia per il proprietario, o per colui che detiene l'animale.
    Significa che se il nostro cane girovaga libero e in condizione di poter potenzialmente danneggiare (oggetti, strade) o ferire e poi il cane effettivamente danneggia o ferisce, la copa è nostra. Denunciando un reato di questo tipo, si sottolinea la responsabilità del proprietario, il suo dover non solo vigilare sul proprio animale, ma anche su eventuali danni che l'animale, per carattere o per altre peculiarità, potrebbe causare.
    NOTA: una buona guida può risolvere tantissime cattive abitudini di un cane, per cui se un dato proprietario non solo fosse incapace di occuparsi di tale guida, ma fosse persino propenso ad assecondare certi atteggiamenti nocivi o pericolosi per altri animali o persone, c'è la possibilità di far sequestrare l'animale stesso.
  4. Quando si può parlare di "colonia felina"?
    I gatti liberi che vivono nel territorio sono tutelati dal Comune e ne è vietato lo spostamento dall’habitat (luogo pubblico o privato) dove i felini trovano cibo, rifugio e protezione. Per parlare di vera e propria colonia felina, però il numero dei gatti deve essere pari o superiore a 10.
  5. La vendita ambulante/itinerante  di animali vivi è permessa?
    Animali vivi nelle bancarelle, su banconi, nelle fiere di paese… Pesci, tartarughe, cavie, conigli, uccellini, criceti, ecc.
    Per sapere cosa dice la legge della nostra città in merito a queste situazioni, innanzitutto è necessario conoscere il regolamento tutela animali (vedi l'elenco qui). Laddove non esista, si cerchi il regolamento di polizia urbana, che di norma tratta argomenti simili. Se nemmeno questo esiste, si deve fare riferimento alla legge regionale apposita.
    Alcuni comuni presentano infatti già articoli specifici nei propri che vietano questo tipo di vendite (es., il Regolamento tutela animali di Roma - art. 20, punto 4).
  6. Roma: che cosa fare se trovate micini abbandonati da svezzare?
    Chiamate la Polizia Municipale (vigili): essa si dovrà occupare di portarli presso una struttura atta al Primo Soccorso e in seguito i piccoli saranno ricoverati presso il canile municipale (Muratella), nell'area gatti. Da qui, infine, grazie a una convenzione tra il Comune e un' Associazione, l'Ufficio Benessere Animale potrà dare l'autorizzazione perché i gattini siano consegnati a tale associazione, delegata a occuparsi delle cure e dello svezzamento di gatti ritrovati in stato di abbandono.
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ANIMALI E CONDOMINIO
  1. Vivo in un condominio e ho problemi per il fatto che possiedo animali domestici, cosa devo fare?
    Impara le leggi che regolamentano la questione "animali e condominio": fai riferimento all'apposita scheda Animali e condominio
  2. Mi occupo di colonie feline e ho problemi coi miei vicini, cosa devo fare?
    Non possono impedirti di curare le colonie e inoltre non devono compiere atti tali da mettere a repentaglio la vita dei gatti. Fai riferimento all'apposita scheda Animali e condominio
  3. Vorrei prendere un animale domestico in casa: i condomini possono impedirmelo?
    I condomini, no. Se sei proprietario della casa in cui vivi, poiché in questo caso basta anche solo il tuo voto per vanificare i no di tutti gli altri proprietari, sei libero di tenere animali in casa tua (rispettando le basilari norme di civiltà e igiene).
    Se sei in affitto, invece, l'unico vero divieto valido è quello di tipo contrattuale, cioè inserito nel tuo contratto di affitto dal locatore. Per tutte queste questioni fai riferimento all'apposita scheda Animali e condominio
  4. Quando si può parlare di "colonia felina"?
    I gatti liberi che vivono nel territorio sono tutelati dal Comune e ne è vietato lo spostamento dall’habitat (luogo pubblico o privato) dove i felini trovano cibo, rifugio e protezione. Per parlare di vera e propria colonia felina, però il numero dei gatti deve essere pari o superiore a 10.
  5. L'abbaiare (diurno) di un cane può essere considerato disturbo della quiete pubblica ed essere passabile di denuncia?Se il cane che abbaia - di giorno - infastidisce solo il vicino, "il fatto non sussiste": per essere considerato disturbo, infatti, deve essere rilevato da una "pluralità di persone" e deve consistere in rumori obiettivamente in grado di incidere sulla tranquillità di un numero indeterminato di persone. Vuol dire che è inutile querelare il vicino di casa per disturbo alla quiete pubblica anche se il suo cane abbaia in continuazione, nel caso in cui a lamentarsi sia solo la persona che denuncia, o un solo nucleo familiare e se, in sostanza, il rumore prodotto non sia dimostrabile come concretamente molesto per la quiete pubblica. La distinzione è nata per ovviare a prevedibili faide tra vicini, con lo scopo di evitare che un solo individuo, magari per motivi personali o vecchi litigi, potesse sfruttare l'abbaio del cane per fare un dispetto, denunciando, al vicino. Riferimenti: sentenza Cassazione 1394/2000; sentenza Cassazione n. 1109 del 9 dicembre 1999 - le sentenze sono elencate nella sezione apposita.
  6. L'abbaiare (notturno) di un cane può essere passabile di denuncia?Chi non riesce a dormire a causa dell'abbaiare ininterrotto dei cani ha diritto ad un risarcimento. E il risarcimento spetta anche se il disturbo riguardi una persona singola. Considerato anche che "l'abbaiare di cani, specialmente di notte, è un fatto potenzialmente idoneo a disturbare il riposo, o l'occupazione, di persone che risiedano nelle vicinanze della fonte del rumore". Riferimenti: sentenza Cassazione n. 26107/2006
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    FAUNA SELVATICA, CACCIA, PESCA, BRACCONAGGIO, SPECIE PROTETTE
    1. Cos'è il C.I.T.I.E.S.?
      La Convenzione di Washington, a cui aderiscono 161 Paesi, sottoscritta il 3 marzo 1973 e conosciuta come C.I.T.E.S. (Convention on International Trade in Endangered Species of Fauna and Flora in commerce). Ratificata ed attuata in Europa con il Regolamento 97/338/CEE, in Italia con la L n. 874 del 19 dicembre 1975 e con la Legge n. 150 del 7 febbraio 1992.
    2. Qual è la "legge sulla caccia" in Italia?
      La L. n.157/1992 "Norme protezione fauna selvatica selvatica omeoterma e per prelievo venatorio".
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    CURA/STERILIZZAZIONE di RANDAGI - ASL VETERINARIA
    1. Che cos’è il cane libero accudito?
      Si tratta di cani randagi, controllati però da cittadini (che volontariamente si offrono come "tutori" del cane) , sterilizzati, regolarmente microchippati e curati dalle Asl. Quando hanno problemi sanitari e di socializzazione, sono ospitati nei canili comunali e, se rieducati, possono essere adottati.
    2. A chi appartengono i cani randagi?
      In quanto "randagi", la legge (281/1991 art. 3 e art. 4) stabilisce si tratti di cani di pertinenza del comune: appartengono al Sindaco! Ed egli, come tale, ne ha la piena responsabilità, è tenuto a occuparsi di loro (creando e controllando il funzionamento di apposite strutture, idonee e regolari), a farli sterilizzare, microchippare, vaccinare a nome (e a spese) del proprio comune, supportato dall'intervento delle ASL. Così come è responsabile degli eventuali danni cagionati dagli animali a cose o persone.
      Situazioni di cani vaganti (che non siano, attenzione, cani liberi accuditi, o cani padronali sfuggiti alla custodia del proprietario: in entrambi i casi, per legge dovrebbe essere presente un chip e, quindi, un proprietario), oppure di cani randagi stipati in canili convenzionati con maschi e femmine fertili tutti insieme, o sterilizzazioni assenti, o assenza di chip e di registrazione all’anagrafe canina, o via dicendo, sono tutte di pertinenza del Sindaco.
    3. Quali sono i compiti delle Asl?
      Devono prevenire il randagismo, sterilizzando cani e gatti randagi, portati dai cittadini, o recuperati sul territorio.
      A Roma, per sterilizzare gatti occorre iscriversi come titolari di colonia felina presso la Asl di zona, attendere la visita del servizio veterinario che censisce la colonia e poi si potrà prendere appuntamento per la sterilizzazione gratuita del gatto
      I cani dovranno essere portati in canile, dove si praticherà un costo inferiore rispetto a quello di veterinari privati. O dove saranno sterilizzati dalle Asl, se a seguito di cattura sul territorio.
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    DENUNCIARE
    1. Le forze dell'ordine / i vigli urbani / veterinari ASL hanno rifiutato di accogliere una denuncia/di rispondere e verificare una segnalazione per maltrattamenti-irregolarità con animali: cosa devo fare?
      Non possono rifiutarsi e non possono addurre scuse del tipo "non ci compete", "chiami (altra forza dell'ordine)", "non possiamo intervenire": si tratterebbe d'Omissione d'atti d'ufficio, reato perseguibile penalmente. Leggi l'apposita scheda
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    MALTRATTAMENTI / VELENI
    1. Cosa stabilisce quali siano i casi di "maltrattamento di animali"?
      Se credete che basti veder picchiare un animale per poter parlare di maltrattamento, vi sbagliate. Essere denutrito, essere costretto a vivere in uno spazio angusto e che limita i bisogni fondamentali quai movimento minimo, luce, aria e così via, rende un animale maltrattato. Alcuni esempi? Un cane alla catena e con la catena troppo corta per muoversi liberamente e/o in assenza di un riparo per proteggersi dal caldo o dal gelo; un cane visibilmente malato o denutrito; persone che chiedono elemosina "sfoggiando" al loro fianco un cane scheletrico.
      Chi maltratta un animale commette un reato
      e in base alla Legge 189/2004 può essere punito con l'arresto fino a 1 anno, o con un'ammenda sino a 10.000 euro: le leggi 281/1991 e 189/2004 stabiliscono che è vietato abbandonare, picchiare, uccidere un animale, così come costringerlo a vivere in condizioni incompatibili con le peculiarità e i bisogni propri della specie a cui l'animale appartiene. Nei casi di maltrattamento più particolari, occorre considerare anche le leggi regionali e i regolamenti comunali.
    2. Che fare se si trovano cibi sospetti in strada (veleno? esche/bocconi avvelenati?)
    3. Segnala il tutto a un veterinario e agli organi di Polizia Giudiziaria, subito! Leggi i dettagli nella scheda utile di riferimento. Se i veleni/bocconi avvelenati si trovano nella tua zona o condominio, segnala pubblicamente il tutto (si veda il relativo fac-simile)
    4. Cosa fare quando si trova un animale selvatico o di affezione morto con sospetto di avvelenamento?
      Porta l’animale da un veterinario e poi segnala il tutto alle autorità (polizia, carabinieri, etc.), meglio se avendo con te il referto del veterinario. Qualora tu incorra in un'esca o boccone avvelenati, NON manipolarli a mani nude e inoltre ponili in sacchetto di plastica, da far poi recapitare alla Polizia Provinciale. Si veda anche la scheda utile di riferimento.
    5. Come si riconoscono le esche avvelenate?
      Le esche spesso si presentano in varie forme, leggi tutto nella scheda utile di riferimento.
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    SOCCORRERE ANIMALI / SICUREZZA STRADALE
    1. Che fare/chi chiamare se si trova un animale ferito?
      Ci sono regole a seconda che si tratti di animali domestici, oppure selvatici. Si veda l'apposita scheda
    2. Cosa faccio se vedo un animale intrappolato da salvare?
      Chiama i vigili del fuoco, dovranno intervenire compatibilmente con le loro emergenze. Assicurati che chi ti risponde (chiedigli il nome o, in mancanza di risposta, segnala l’ora del colloquio), prenda nota della richiesta di intervento. NOTA: quando intervengono vigili del fuoco, tu o un altra persona dovrete essere disponibili a prendere in consegna l’animale. Vedi anche la scheda
    3. Che fare se si investe un animale in strada?
      Le nuove disposizioni di Legge in materia di soccorso agli animali vittime di incidenti stradali hanno introdotto per tutti l’obbligo di fermarsi e soccorrere un animale ferito e, finalmente, i mezzi di soccorso e di vigilanza animale sono equiparati a tutti gli effetti alle ambulanze e alle polizie. Inoltre, potrà essere riconosciuto lo “stato di necessità” per il trasporto di animali in gravi condizioni, così come avviene per gli umani. Vedi anche l'apposita Scheda
    4. Posso essere multato se supero il limite di velocità per portare un animale ferito in clinica veterinaria, o un pronto soccorso veterinario 24H?
      NO, non si può essere multati se stiamo soccorrendo un animale ferito a causa di un incidente stradale: in questo caso è infatti riconosciuto lo “stato di necessità” per il trasporto di animali in gravi condizioni.
      Oggi anche l’animale ha diritto di essere soccorso in caso di incidenti stradali e chi si occupa della loro cura urgente non può essere sanzionato se, per raggiungere un ambulatorio veterinario, viola il Codice della Strada. Lo ha stabilito il Senato con l’approvazione dell'articolo 32 delle "Disposizioni in materia di sicurezza stradale" (vedi anche l'apposita Scheda).
    5. In quali casi si può chiedere l’intervento del canile?
      Quando il cane sia in strada ferito, o costituisca rischio per la circolazione stradale, o per la sicurezza delle persone in quanto mordace, la polizia municipale competente per la zona (chiamata direttamente o attraverso 112 o 113), dovrà contattare la Asl veterinaria e il veterinario competenti per territorio (il veterinario DEVE essere reperibile, giorno e notte e anche nei festivi) ed essi dovranno intervenire e autorizzare il recupero del cane e il suo trasporto in canile. Vedi anche la scheda
    6. Se vedo animali liberi in autostrada, cosa devo fare?
      Avvisa il 112 o il 113 e anche l'ANAS, responsabile della gestione e della sicurezza autostradale. Sarà loro compito organizzarsi per bloccare il traffico (anche diramando avvisi agli automobilisti via radio, se necessario) e consentire così il recupero degli animali da parte delle strutture competenti (strutture che loro stessi dovranno avvisare)
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    VIAGGIARE CON ANIMALI
    1. Quali sono le regole per viaggiare sui mezi di trasporto (pubblico e privato) con animali al seguito?L'argomento è troppo ampio per esaurirlo come si deve con risposte brevi, guarda l'apposita scheda Viaggiare con animali
    2. Posso portare il cane in spiaggia?
      In base al Decreto Leg. n.112 del 31 marzo 1998 (art. 105, comma 2, lettera l *), i Sindaci (delegati dalle Regioni), oltre alle capitanerie di porto, possono prevedere la possibilità di fornire libero accesso agli animali d'affezione in alcuni arenili. Per ora, purtroppo, possibilità non significa sempre concretizzazione.
    *D. Leg. 112/1999 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59". La parte citata è: Art. 105 - Funzioni conferite alle regioni e agli enti locali
    Omissis
    l) al rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalita' diverse da quelle di approvvigionamento di fonti di energia; tale conferimento non opera nei porti e nelle aree di interesse nazionale individuate con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 1995.