sabato 1 giugno 2013
La dittatura che verrà
di Paolo Becchi
"Eppur si muove! Certo ci si sarebbe aspettati qualcosa da un governo che sinora non ha fatto altro che vivere della rendita di quello precedente, ci si sarebbe aspettati almeno qualcosina sulla crescita dopo che l’austerity - come lo stesso Presidente della Corte dei Conti ha recentemente dichiarato - ci è costata 230 miliardi. Certo un aiutino l’eurocrazia ce l’ha dato in questi giorni. Un po’ come lo strozzino che deve mantenere in vita il suo debitore, perché di un morto non sa proprio che farsene. E così è stata chiusa la procedura per deficit e gli eurocrati che ci governano da Bruxelles hanno deciso di riattaccarci per qualche mese alla bombola dell’ossigeno. Il nostro governo ha invece cose ben più urgenti di cui occuparsi e riguardo all’economia ci si è limitati a rinviare l’IMU a settembre, come per gli esami di riparazione, e a discutere di un eventuale aumento dell’IVA, tanto per favorire i consumi. No, a Letta dei milioni di disoccupati, cassaintegrati, suicidati, giovani in attesa di primo impiego, studenti con tasse da pagare spropositate, piccole medie imprese che ogni giorno chiudono i battenti, no, di tutto questo non gliene frega proprio nulla. È un’altra Italia questa, che lui non vuol vedere. E pertanto il governo, invece di occuparsi dell’inesorabile declino economico e sociale del nostro paese, ha deciso di puntare tutto sulla riscrittura della nostra Costituzione. Si è dato 18 mesi di tempo per eliminare l’unica cosa solida che ancora esiste in Italia. Ai partiti liquefatti che tengono sempre meno (guardate bene i risultati elettorali delle comunali e le perdite consistenti anche di quel partito che oggi, di fronte a un astensionismo senza precedenti, sostiene di aver vinto le elezioni) deve corrispondere un paese liquefatto. Questo c’è già, ma bisogna dargli il colpo di grazia mutando quelle regole fondamentali che esso si era dato dopo la fine della Seconda guerra mondiale e preparando una svolta autoritaria nelle nostre istituzioni democratico parlamentari. Intanto il pdmenoelle, come si è visto ieri alla Camera, si divide al suo interno persino sulla necessità di sostituire il porcellum, timoroso dell’ira di Berlusconi. Non sono in grado di cambiare la legge elettorale, ma vogliono distruggere la Costituzione. Le costituzioni non nascono come i funghi, ma sono il prodotto di un rivolgimento presente all’interno di un paese. La nostra Costituzione è nata dalla Resistenza antifascista, la nuova dovrebbe nascere da Al Tappone, il nipote di suo zio e l’angelico Alfano. Glielo vogliamo lasciar fare?" Paolo Becchi
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