giovedì 14 febbraio 2013

La classe degli asini: le comiche di Mario e Ollio


La classe degli asini: le comiche di Mario e Ollio

ollioNon appena la Francia ha fatto sapere, dietro le quinte degli incontri sul bilancio europeo, che non è in grado di rispettare il patto di stabilità e sforerà il limite del 3% sui conti pubblici, gli utili idioti del milieu finanziario, altrimenti detti commissari europei, hanno fatto sapere che se in Europa conti allora si può essere elastici e dare più tempo. Se invece sei pig la rigidità continua, a meno che non si facciano sempre più macelli sociali sotto la guida ineffabile di Bruxelles.
A dare l’annuncio della linea più morbida nei confronti della Francia è stato Olli Rehn il finlandese laureato in giornalismo che è un luminoso esempio di incompetente mediocrità e servilismo bancario tanto da essere il responsabile degli affari economici europei. Ma più che l’eccezione fatta verso il secondo partner più importante dell’Unione sono significative le parole con cui essa viene giustificata “Se la crescita si deteriora in modo inaspettato, un Paese può’ avere più tempo per correggere il suo deficit eccessivo, a patto che abbia compiuto gli sforzi strutturali richiesti” . E’ davvero raro leggere qualcosa di più ipocrita e ottuso: dopo cinque anni di crisi, questo inqualificabile individuo parta di deterioramenti “inaspettati”. Inaspettati da chi? Il povero Ollie non ha visto cosa è accaduto nei Paesi sottoposti alle cure di Bruxelles? E non contento insiste con il rigore, quanto tempo ci vorrà perché capisca che è la causa prima del disastro? Ma, temo. è come far scommesse sulla corsa dei bradipi.
Però – sorpresona – Ollie è sostenuto, nelle sue miserabili giustificazioni che fungono da pezza a colore per “salvare” la situazione francese, proprio da Monti, il quale fa sapere che la decisione di introdurre una maggiore flessibilità, non riguarda l’Italia . Et pour cause: che figura ci farebbe il nostro premier se si scoprisse che non è riuscito o non ha voluto ottenere per l’Italia la stessa elasticità concessa oggi alla Francia aggravando così la recessione del nostro disgraziato Paese? Così ancora una volta abbiamo la luce in fondo al tunnel, che sarebbe poi per quest’anno il -1% di Pil come calcolato da tutte le analisi, ma ridotto al -0,2% dal solerte governo. Quindi non abbiamo bisogno di nessuna concessione. Siamo i primi della classe degli asini.

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