lunedì 23 aprile 2012

1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. - di Gianfranco Marinii



 
DAL LIBERO SCAMBIO ALL’IMPERIALISMOGrande depressione: 1873 1895, rottura clima ottimismo e progresso, prima grande crisi industriale.
Produzione di massa
La crisi degli anni settanta getta nel disordine l’economia per 20 anni. Ai contemporanei, per le contraddizionisociali ed economiche e lo squilibrio internazionale, il periodo apparve come una
Grande depressione
. Si at-tuò un passaggio decisivo nella storia del capitalismo: il passaggio ad nuova fase dello sviluppo economico,caratterizzata dall’
industria di massa e pesante
. La caduta dei prezzi, la concorrenza, le guerre doganali, so-no il sintomo di un nuovo ritmo di crescita.
Cause
: tecnologia e scienza applicate sistematicamente a produ-zione:
Seconda Rivoluzione Industriale
. Da ciò si innescano processi che trasformano società, economia epolitica e che caratterizzano il periodo fino alla prima guerra mondiale. Si passa dalla
Fase del libero scam-bio
a quella del
capitalismo organizzato
.
Capitalismo organizzato
Si caratterizza per i seguenti fenomeni: concentrazione industriale e finanziaria, razionalizzazione sistemaproduttivo e mercato, intervento dello stato in economia, burocratizzazione. È inoltre dominante l’esigenza diguidare ed organizzare i processi economici e sociali, ciò in contraddizione con
liberismo
che affidava la cre-scita economico-sociale ai processi spontanei di
autoregolazione
del
mercato
di
libera concorrenza
, atteg-giamento sostituito con quello
 dirigista
.
Razionalizzazione strutture produttive
Riorganizzazione del capitalismo su tre aspetti:
1)
applicazione nuove acquisizioni scientifiche ai processi produttivi ed al controllo del lavoro: organizzazio-ne scientifica del lavoro, applicazione della tecnologia massiccia, lavoro di massa.
2)
controllo del mercato: cresce la dimensione delle imprese, si riduce il numero dei concorrenti, monopolio,imposizione prezzi e quantità merci.
3)
Trasformazione ruolo stato: fine
laissez faire
e
non interventismo
stato. Stato protagonista economia conprotezionismo, commesse. Protagonista crescita. Potenza stato si identifica con interessi capitalismi nazionalied interventismo anche militare in loro favore. Dalla libera concorrenza tra piccoli imprenditori si passa alloscontro tra stati: tendenza alla guerra mondiale.
LA GRANDE DEPRESSIONEDepressione economica 1873 - 1885, il prevalere dell’offerta sulla domanda de termina caduta dei prezzi, di-soccupazione e calo della produzione.
Crisi di nuovo tipo
La crisi ha inizio con il fallimento a New York della banca di Cooke nel
1873
; presto la recessione si diffon-de in tutta l’economia mondiale. Ciò dipese da un enorme incremento della produzione di beni che, a livellomondiale, tra il 1850 e il 1870 era aumentata di
cinque volte
. La domanda non si sviluppa proporzionalmenteall’offerta e questo determina il
crollo dei prezzi
, il fallimento delle imprese, la disoccupazione.
Dati
: in Gran Bretagna tra il
1875
e il
1895
, l’indice dei prezzi passa da 137 a 90.
Crisi
: dipende dall’eccedenza dell’offerta sulla domanda, è sovrabbondanza di beni che provoca fallimenti,licenziamenti, povertà; il meccanismo della “crisi industriale” tipica del capitalismo di fine ‘800 è paradossale:l’eccessiva “ricchezza” produce miseria.
Crisi di Ancien régime
è determinata da penuria: carestie e siccità, carenza di beni; è quindi una
crisi di sot-toproduzione
; quella
moderna
deriva invece dalla eccessiva abbondanza di beni che il mercato non è in gradodi assorbire. Si tratta quindi di
crisi di sovrapproduzione
o
sottoconsumo
.
Crisi di lunga durata
 
La caduta dei prezzi industriali continua per tutti gli anni 80, ancora più accentuata quella prezzi agro-alimentari;
 
tra il
1873
e il
1895
il calo medio dei prezzi industriali e del 40%, quello dei pressi agrari è del 50%. Lacontinuità del fenomeno indusse a vedere nel periodo 1873 1895 un’unica grande crisi di qui il nome di
grande depressione
.
 
 2
 
nel ventennio vi furono periodi di ripresa (1879-1882, 1886-1890) ma fino al 1895 le fasi recessive furonointense e ravvicinate. Si può quindi considerare tale periodo come un periodo unitario dominato dalla
ca-duta dei prezzi
e dalla incapacità di riprendere la crescita economica del periodo 1848-1870.
Sovrapproduzione
la sproporzione tra produzione e consumo dipese da tre fattori:
a) progresso tecnico
: che determinò una crescita eccessiva della produzione;
b) aumento numero paesi industriali
: a quelli tradizionali (GB, Francia, Belgio) se ne erano aggiunti nuovi(Germania e Usa) con enormi capacità produttive, e altri ad industrializzazione lenta ma significativi (Italia,Russia, Giappone). Aumenta quindi la concorrenza sul mercato mondiale, inoltre lo sviluppo dei trasporti de-termina
l’unificazione del mercato mondiale
consentendo di invadere il mercato di ogni paese in breve tempoe a costi bassi. Quindi il volume di beni disponibili satura le capacità di assorbimento dei mercati.
c) imposizione di bassi salari
: le capacità acquisto sul mercato sono limitate dalla strategia perseguita per farfronte alla crisi diminuendo i costi di produzione con una politica di bassi salari. Questa drastica riduzione eb-be effetti controproducenti, abbassando il potere d’acquisto della popolazione, non ebbe l’effetto di migliorarela situazione economica, ma determinò un ulteriore abbassamento della domanda e dei consumi che aggravò lacrisi.
LA CRISI AGRARIA E LE TRASFORMAZIONI DELL’AGRICOLTURACon la crisi di sovrapproduzione industriale si intrecciò la crisi agraria. Ebbe carattere mondiale e consistettein una catastrofica caduta dei prezzi e conseguente disoccupazione nel settore a cui seguì un massiccio esododalle compagna e il fenomeno della emigrazione
Cause della recessione
Lo sviluppo nei trasporti aveva determinato l’
unità del mercato
mondiale, nuovi paesi erano emersi come po-tenze produttrici in ambito agricolo quali Usa, Argentina, Australia, ciò aveva aumentato la
concorrenza
. Inquesti paesi la produttività agricola era enormemente superiore e i costi di produzione più bassi. In Usa la pro-duzione del grano costava la metà che in Europa, e la produttività aumenta dieci volte di più di quella russa e 5volte di quella italiana.Questo determinò la
crisi agraria
in Europa: tracollo dei prezzi dei beni agro-alimentari non più remunerativi,quindi fallimenti, disoccupazione e miseria.
Calo occupazione agricola 
Si ha una trasformazione radicale dell’agricoltura: esodo dalle campagne, calo progressivo occupazione in a-gricoltura che diviene un fenomeno strutturale dando luogo ad
urbanesimo
ed
emigrazione
.
Trasformazioni agricoltura mondiale
L’agricoltura mondiale subì un radicale processo di ristrutturazione:
a)
alcuni paesi (Gran Bretagna, parte Germania) si specializzarono nella produzione di beni industriali e conl’importazione soddisfarono il proprio fabbisogno di prodotti agricoli;
b)
altri paesi passarono a produzioni pregiate, redditizie e a basso costo abbandonando le colture tradizionali(Europa settentrionale: latticini);
c)
in area centroeuropea si riorganizzò l’agricoltura secondo criteri di concentrazione e modernizzazione perfar fronte alla concorrenza americana.
Conseguenze sociali
 
In tutta
Europa occidentale
peso politico, economico e sociale della piccola proprietà contadina vienemeno; essa è sostituita da grandi aziende agrarie di tipi capitalistico, si innesca il conflitto tra capitalismoagrario e braccianti.
 
Aree europee meridionali e orientali
, dominate dal
latifondo
(coltivazione estensiva, “proprietà assentei-sta”), l’industrializzazione insufficiente non poté assorbire la disoccupazione contadina e si determinò ilfenomeno dell’emigrazione massiccia o in altri paesi europei o extraeuropei (Americhe, Australia).
IL CAPITALISMO ORGANIZZATO: BANCHE, IMPRESE E STATO
 Le conseguenze della crisi industriale e agraria sono tali da mutare profondamente ed irreversibil-mente il sistema economico mondiale. Gli stati intraprendono politiche protezionistiche si attuano processi di concentrazione industriale e finanziaria. L’economia acquista le caratteristiche che lacontraddistingueranno fino ai primi decenni del XX secolo.
G1.1) banche commerciali
: si limitano a rastrellare il risparmio dei privati cittadini;
2.1) banche d’affari
: investono capitali nelle attività industriali;In questo periodo nascono le
banche miste
che, per far fronte alle richieste di ingenti capitali da parte delleimprese industriali, raccolgono il risparmio pubblico e lo investono nell’attività industriale.
2)
Altra forma di finanziamento è
il ricorso alla borsa
. Questa è il luogo di contrattazione (vendita e acqui-sto) di titoli. Il valore di questi beni finanziari e determinato dalle leggi della domanda e dell’offerta. I titolipossono essere
 privati
, come le azioni societarie di un’azienda, o
 pubblici
, come le “obbligazioni” attraversocui lo stato finanzia il proprio deficit.Le aziende si costituiscono in
società per azioni
e emettono azioni il cui insieme costituisce il capitaledell’azienda. Le azioni vengono vendute in borsa per finanziare l’impresa. Chi detiene la maggioranza de esseha il controllo dell’impresa. In caso di necessità possono essere emesse nuove azioni che vendute procureran-no all’azienda nuovo capitale.Attraverso queste forme di finanziamento il peso del capitale finanziario controllato dalle banche divienesempre maggiore. Infatti molte banche si impossessano del “pacchetto azionario di maggioranza” di numeroseimprese di cui assumono la direzione. Questo processo fu accentuato soprattutto in Germania dove quattrobanche, le “quattro D” (dalle loro iniziali), controllavano quasi tutto il sistema finanziario e parte di quello in-dustriale.
LA RAZIONALIZZAZIONE PRODUTTIVA Il principale fattore di riorganizzazione dell’economia fu la Razionalizzazione della Produzione. Il lavoro di fab-brica venne impostato su “basi scientifiche” per abbreviare tempi e costi ed aumentare la produzione.
Innovazione tecnologica
L’aumento della produttività industriale fu in primo luogo determinato dal concetrarsi in un breve arco temporaledi innovazioni e scoperte tecnologiche fondamentali per l’economia. Una trattazione di questo argomento è con-tenuta nel paragrafo 1 del capitolo 16 del vostro testo. Qui basta sottolineare la tipologia delle innovazioni:
 a)
 
 nuovi processi di lavorazione
: metodi di raffinazione, lavorazione, montaggio di materie prime e dei prodottiche riducevano costi e tempi.
Esempio
: invenzione da parte dei fratelli
Martin
di un procedimento per la la-vorazione dell’acciaio che ne diminuì del 50% i costi di produzione;
  b)
 
 scoperte che danno luogo a nuove attività produttive
: è il caso della scoperta della celluloide, fibre tessili eartificiali, coloranti sintetici, dinamite, o la possibilità di utilizzare il petrolio. Tutto ciò consente lo sviluppodell’industria chimica e petrolchimica;
  c)
 
 nuove fonti di energia e nuovi strumenti per l’utilizzazione dell’energia
: petrolio, elettricità, motore a scop-pio a quattro tempi, motori elettromagnetici.
 
 
Chimica, elettromeccanica, siderurgia
- che presentano alta intensità tecnologica e di capitale - divengono leindustrie trainanti dell’economia. Esse richiedono alti costi per il macchinario e le tecnologie, assorbono quan-tità enormi di fonti energetiche e di materie prime, per far fronte a queste spese si richiedeva una produzionecostante e di massa organizzata scientificamente al fine di ottenere la massima produttività con i minimi costi.
Scienza e industria
Mentre fino a metà secolo
scienza
e
industria
procedono separatamente nel loro sviluppo, in questo periodo sicrea una forte saldature tra le due attività: il lavoro industriale diviene oggetto di studio scientifico e viene orga-nizzato secondo criteri di efficienza. Lo stesso sovradimensionamento e sviluppo tecnologico degli impianti indu-striali richiese criteri di gestione più “scientifici” e “razionali”. Se all’esterno la razionalizzazione delle imprese siattua tramite la formazione di
trust 
e
cartelli
, all’interno avviene attraverso l’applicazione della scienza alla pro-duzione.
 
 5
Il caso della Germania
: grazie alla possibilità di avviare il decollo economico con tecnologie moderne per il ri-tardo con cui essa pervenne all’industrializzazione, grazie alla disponibilità di capitali dovuta al forte sistemabancario, grazie ad un’efficiente sistema di istruzione tecnica, la Germania sviluppa un’industria molto più mo-derna, avanzata ed efficiente rispetto a quella di altri paesi (per esempio la Gran Bretagna).Questo consente adessa di sviluppare un aumento notevole della produzione in termini quantitativi, e di conseguire una qualità tec-nologicamente elevata dei propri prodotti in termini qualitativi. Nella seguente tabella è riportata il contributo deipaesi più industrializzati alla produzione mondiale espresso in termini percentuali: si può notare il sorpasso diGermania e Usa ai danni dell’Inghilterra
Paese prod. ind. mondiale1870
 
1913
 
Inghilterra
31,8% 14,0%
Germania
13,2% 15,7%
Usa
23,3% 35,8%
L’innovazione organizzativa
In altri paesi l’aumento della produttività si indirizzerà non verso la
razionalizzazione della
produzione, cioè losfruttamento razionale e scientifico delle macchine; ma verso
la razionalizzazione del lavoro
, cioè un impiego piùrazionale e scientifico della forza lavoro. È questo il caso degli Usa.
Il Taylorismo
Fu infatti
Frederick Taylor
, negli Usa, a farsi portatore del movimento per lo
scientifico management 
, teso adapplicare al lavoro umano i principi di efficienza dell’ingegneria meccanica. L’innovazione consisteva nelloscomporre il lavoro nei movimenti più semplici misurando il tempo necessario a compierli. In questo modo si po-teva stabilire il modo migliore di compiere un’operazione lavorativa ed il tempo ottimale necessario a compierla.Ispirandosi alla fiducia nella scienza il
taylorismo
si proponeva come una filosofia capace di risolvere i conflittisociali: grazie alla scienza si sarebbe potuta produrre una quantità di ricchezza sufficiente per tutti ripartendolasecondo criteri oggettivi in funzione del contributo da ciascuno prestato nella produzione. La proposta di Taylorincontrò la forte opposizione dei sindacati che la consideravano una forma di sottomissione dell’uomo alla mac-china e di riduzione a macchina della stessa esistenza umana.Ad
Henry Ford
, il re dell’auto, si deve l’introduzione della
catena di montaggio
. Venne sperimentata nel 1913e, una volta adottata consentì una drastica riduzione dei tempi di lavorazione del prodotto. Con essa è direttamen-te la macchina a determinare la successione delle operazioni ed il loro ritmo mentre l’operaio diviene una sempli-ce appendice di essa limitandosi alla esecuzione di un gesto sempre uguale ripetuto migliaia di volte. Si ottienecosì la completa standardizzazione del lavoro Marini 
 3
 
Il protezionismo
Prima conseguenza
della Grande depressione fu la fine del
libero scambio
e l’instaurarsi di politiche
 prote- zionistiche
. A causa della concorrenza internazionale, e della caduta dei prezzi, gli stati, per proteggerel’industria e i mercati nazionali impongono pesanti barriere doganali. Nel 1878 la
Germania
adotta per primauna politica protezionistica seguita, in breve, dagli altri stati, nel giro di un decennio tutti i paesi industrializ-zati ad eccezione della Gran Bretagna introducono pesanti “tariffe doganali”. L’effetto è quello di un aggra-vamento della crisi del commercio internazionale in quanto i mercati degli stati nazionali risultano chiusi el’ingente quantità di beni non trova sbocco. A ciò sono da aggiungersi le “guerre doganali” tra i vari stati cheaggravano la situazione di conflittualità tra essi, sarà anche da tale tensione commerciale che deriverà la primaguerra mondiale.
Il ruolo attivo dello Stato in economia 
Lo
Stato Nazionale
diviene protagonista dell’economia attraverso: il
 protezionismo
, le
commesse pubbliche
 (acquisti di beni e merci che lo stato effettua alle industrie nazionali). La crescita dell’industria pesante vienesempre più a dipendere dallo stato, specie dalle
commesse
 
militari
.
La concentrazione industriale
Seconda conseguenza
della Grande depressione fu il processo di
concentrazione industriale
. Il numero delleimprese industriali e finanziarie tende a ridursi e le loro dimensioni ad accrescersi. Le cause di tale fenomenosono:
 a)
 
per esercitare un controllo sui prezzi e attutirne la caduta. Se poche imprese controllano il mercato di undeterminato bene, la concorrenza diminuisce, e le imprese possono stabilire indipendentemente dal merca-to il prezzo e la quantità delle merci prodotte;
  b)
 
la concentrazione consentiva di disporre di risorse finanziarie maggiori per fronteggiare la crisi, riunendomolte imprese i capitali a loro disposizione aumentano;
  c)
 
altra causa fu la scomparsa, a causa della crisi, delle imprese più deboli.
 
Si verificò una tendenza al monopolio ed all’oligopolio in tutta l’economia mondiale:
 a)
 
 monopolio
: da “monos” = uno solo; “polein” = vendere. Si ha quando l’intera offerta di un prodotto sulmercato è controllata da un unico venditore (impresa), In regime di mercato monopolistico l’impresa puòstabilire prezzo, quantità e qualità delle merci a proprio piacimento non essendovi più concorrenza.
  b)
 
 oligopolio
: da “oligos” = pochi. Quando il controllo del mercato è esercitato non da una, ma comunque daun numero ridotto di imprese, si parla di oligopolio. gli effetti sono simili a quelli del monopolio.
 
Vi sono due forme di concentrazione monopolistica: 
 a)
 
 concentrazione verticale
: il controllo delle diverse fasi del processo produttivo di un determinato bene,dall’estrazione delle materie prime alla vendita del prodotto finito, viene accentrato nelle stesse mani.
b)
 
 concentrazione orizzontale
:
aziende produttrici dello stesso tipo di merci si uniscono per battere la con-correnza, ad esempio tutte le imprese produttrici di automobili si uniscono.
 
Quando l’unione di cui si è parlato nasce da una fusione tra le imprese si parla di
trust
, quando le imprese silimitano ad un accordo mantenendo al loro reciproca indipendenza si parla di
cartello
, Il risultato è in entram-bi i casi simile, eliminazione della concorrenza e controllo dei prezzi.
L’affermazione della grande fabbrica
L’aumento delle dimensioni delle imprese si accompagna al parallelo processo di ampliamento delle fabbri-che che determina l’affermarsi di una produzione di massa con l’aumento del numero degli operai, l’uso mas-siccio di macchine e tecnologia. Sia la concentrazione che la grande fabbrica sono fenomeni tipici soprattuttodei paesi di industrializzazione più recenti, i
late comers
(ultimi venuti). Questi infatti possono sfruttare findall’avvio dell’industrializzazione le tecnologie e strutture produttive più moderne rispetto a paesi, come laGran Bretagna, il cui apparato industriale meno recente, è tecnologicamente più arretrato.
Funzione di banche e borsa
La situazione di crisi e concentrazione determinò un incremento del fabbisogno di capitali per finanziare leinnovazioni tecnologiche, i processi di concentrazione, la concorrenza. Il bisogno di capitali impose alle im-prese di rivolgersi al sistema finanziario per attingere al risparmio pubblico. Queste forme di finanziamentopossono avenire in due modi:
1) tramite il finanziamento bancario
. le banche rastrellano il risparmio della massa del pubblico e lo inve-stono nelle attività industriali o sotto forma di prestito alle imprese, o acquistando azioni delle stesse e, spesso,raggiungendone il controllo.Esistono due tipi di banche.

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