martedì 28 ottobre 2014

WTO Agenzia criminale

Noi, popoli indigeni provenienti da diverse parti del mondo, siamo giunti a Seattle per dar voce alla nostra grande preoccupazione sul modo in cui l'Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization / WTO) stanno distruggendo la Madre Terra, di cui facciamo parte, e la sua pluralità culturale e biologica.
La liberalizzazione del commercio e lo sviluppo orientato all'esportazione, cioè i principi ed i processi dominanti che la WTO attivamente sostiene, hanno un effetto devastante sulla vita dei popoli indigeni. Il nostro diritto originario all'autodeterminazione, la nostra sovranità in quanto nazioni, ed i trattati e gli altri accordi tra nazioni e popoli indigeni ed altri Stati nazionali, sono calpestati da gran parte delle convenzioni della WTO. Le conseguenze incommensurabilmente grandi di queste convenzioni sulle nostre comunità, vuoi per le devastazioni ambientali, vuoi per la militarizzazione e la violenza che di sovente accompagnano i progetti di sviluppo, sono assai gravi e richiedono immediata attenzione.
su / obenL'Accordo WTO sull'agricoltura (Agreement on Agriculture / AOA) promuove la concorrenza nelle esportazioni e la liberalizzazione delle importazioni. Tale accordo ha causato l'invasione delle nostre comunità da parte di prodotti agricoli a basso prezzo che distruggono i metodi di coltivazione naturali ed ecocompatibili dei popoli indigeni. Gli approvvigionamenti di cibo sicuri, e la produzione degli alimenti tradizionali sono seriamente in pericolo. Poiché gli alimenti tradizionali sono sempre più rari, e contemporaneamente le nostre comunità sono inondate da cibi di sempre più scarsa qualità, fra i popoli indigeni è notevolmente aumentata l'incidenza del diabete, del cancro e dell'ipertensione.
Le piccole imprese agricole sono assediate dalle piantagioni commerciali, e conciò le nostre terre avite si concentrano sempre più nelle mani di poche imprese e di pochi latifondisti. Innumerevoli uomini e donne delle nostre comunità vengono così sradicati e costretti ad emigrare nelle vicine città, dove ingrossano le schiere dei disoccupati e dei senza tetto.
su / obenL'Accordo WTO sui prodotti della foresta promuove il libero commercio dei prodotti forestali. Attraverso l'eliminazione dei dassi nei paesi sviluppati entro il 2000, e nei paesi in via di sviluppo entro il 2003, questo accordo porterà alla deforestazione di molti ecosistemi abitati da popoli indigeni. Si sta modificando anche la legislazione mineraria di molti Paesi in modo tale da permettere il libero accesso alle compagnie minerarie straniere e da render loro possibile l'acquisto ed il possesso di zone di estrazione; potendo così cacciare arbitrariamente i popoli indigeni dalle loro terre native. Queste imprese minerarie e petrolifere, condotte in grande stile secondo criteri commerciali, danneggiano incessantemente la nostra terra e la sensibilità dell'ecosistema; inquinano il suolo, le acque e l'aria nelle nostre comunità.
L'usurpazione delle nostre terre e delle nostre materie prime e la promozione aggressiva della cultura individualistica occidentale orientata al consumo distruggono poi le nostre culture ed il nostro tradizionale stile di vita. Ne consegue non solo la devastazione dell'ambiente, ma anche la diffusione di malattie, lo straniamento e le più gravi forme di disagio, che si rispecchiano nella forte incidenza dell'alcolismo e dei suicidi.
su / obenIl furto e la brevettabilità delle nostre risorse biogenetiche sono resi possibili dalla Convenzione WTO sugli aspetti riferibili al commercio dei diritti di proprietà intellettuale (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights / TRIPs). Alcune piante scoperte, coltivate ed usate dai popoli indigeni come cibo, come medicinali e per riti sacri, sono già state brevettate negli Stati Uniti, in Europa ed in Giappone. Tra queste, per esempio, vi sono l'ayahuasca, la quinoa ed il "sangre de drago" delle foreste sudamericane, la kava dal Pacifico, la curcuma ed il melone amaro dall'Asia. La Convenzione TRIPs minaccia il nostro accesso e controllo sulla nostra varietà biologica come pure il nostro controllo sulla nostra sapienza tradizionale e sul nostro patrimonio intellettuale.
L'articolo 27.3b della Convenzione TRIPs permette di brevettare esseri viventi e distingue - con un artificio - piante, animali e microrganismi. Altrettanto assurda è la distinzione tra "essenzialmente biologico", "non biologico" e "microbiologico". Secondo la nostra opinione, si tratta sempre di forme di vita e di processi vitali; che sono sacri e non possono essere oggetto di proprietà privata.
su / obenL'Accordo generale sui servizi (General Agreement of Services / GATS), infine, promuove la liberalizzazione degli investimenti e la prestazione di servizi, rafforzando il dominio ed il monopolio delle imprese straniere in importanti settori dell'economia. La Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale stabiliscono le precondizioni per la liberalizzazione, la deregolamentazione, e la privatizzazione nei Paesi imprigionati nella trappola del debito. Queste condizioni sono state ulteriormente appesantite dalla WTO .
su / obenIn considerazione delle suddette conseguenze negative degli accordi WTO noi, popoli indigeni, chiediamo con urgenza un'analisi giuridica sociale ed ecologica degli effetti dell'insieme di questi accordi sui popoli indigeni. I popoli indigeni devono partecipare su un piano di parità nello stabilimento dei criteri e delle caratteristiche di tale indagine, in modo che siano considerati i punti di vista spirituali e culturali. Gli accordi dovranno essere d'ora in poi valutati alla luce delle ingiustizie e degli squilibri che producono ai danni dei popoli indigeni. Aggiungiamo alcune proposte:
su / obenIn relazione all'accordo sull'agricoltura, noi chiediamo:
  • Le piccole imprese agricole che producono prevalentemente per il consumo domestico e per il mercato locale debbono essere eccettuate dall'ambito di applicazione dell'accordo;
  • L'accordo deve assicurare il riconoscimento e la tutela del diritto dei popoli indigeni ai loro territori, alle loro materie prime, ai loro metodi ecocompatibili in agricoltura e nell'utilizzo delle loro materie prime, come pure il diritto al loro tradizionale stile di vita.
  • L'accordo deve assicurare la sicurezza nell'approvvigionamento alimentare e la possibilità per i popoli indigeni di coltivare, utilizzare e commerciare i propri tradizionali prodotti agricoli.
su / obenIn relazione alla liberalizzazione della prestazione di servizi e degli investimenti, noi chiediamo:
  • L'accordo deve impedire l'attività mineraria, la monocoltura commerciale, le dighe, l'estrazione petrolifera, la trasformazione della terra in campi da golf, la deforestazione e le altre iniziative che devastano la terra dei popoli indigeni e violano il loro diritto al territorio ed alle materie prime. Allo stesso modo devono essere riconosciuti e tutelati il diritto dei popoli indigeni al loro tradizionale stile di vita, alle loro regole ed ai loro valori culturali.
  • Non si può permettere la liberalizzazione della prestazione di servizi, in particolare nel settore sanitario, se ciò impedirebbe ai popoli indigeni il libero accesso ad un'assistenza sanitaria libera, culturalmente adeguata e qualitativamente elevata.
  • La liberalizzazione nel settore finanziario renderà il mondo un "casinò" globale e deve essere regolamentata.
su / obenIn relazione agli accordi TRIPs proponiamo:
  • L'Articolo 27.3b degli accordi TRIPs dev'essere modificato con l'introduzione di un categorico divieto della brevettabilità delle forme di vita. Esso dovrà vietare senza possibilità di equivoco la brevettabilità di microrganismi, vegetali ed animali; nonché delle loro parti, quali i geni, le catene geniche, le cellule, le strutture cellulari, le proteine e le sementi.
  • L'accordo deve vietare la brevettabilità dei processi biologici e microbiologici naturali in cui piante, animali, microrganismi o loro parti sono utilizzati per la produzione di forme modificare di vegetali, animali o microrganismi.L'accordo deve assicurare, indipendentemente dai predominanti diritti occidentali di proprietà intellettuale, la possibilità della ricerca e sviluppo di meccanismi di protezione alternativi. Queste alternative devono tutelare le conoscenze, le innovazioni ed i procedimenti agricoli, medici e di conservazione della biodiversità e devono basarsi sui metodi e sui diritti consuetudinari indigeni a tutela delle conoscenze, del patrimonio culturale e delle risorse biologiche.
  • L'accordo deve assicurare che la tutela del patrimonio delle conoscenze tradizionali delle innovazioni e delle pratiche degli Indigeni, avvenga in consonanza con la Convenzione sulla biodiversità(Convention on Biological Diversity), e particolarmente con gli articoli 8j, 10c, 17.2 e 18.4; come pure con l'Accordo internazionale sulle risorse geniche vegetali (International Undertaking on Plant Genetic Resources).
  • L'accordo deve permettere ai popoli indigeni ed ai coltivatori il diritto di esercitare anche in futuro i propri tradizionali procedimenti di conservazione, suddivisione, e scambio delle sementi; come pure la coltivazione, la raccolta e l'impiego di piante medicinali.
  • L'accordo deve vietare a scienziati ed imprese commerciali di appropriarsi (al fine di brevettarle) delle sementi, delle piante medicinali e delle relative conoscenze dei popoli indigeni. In ogni caso devono essere rispettati i principi dell'assenso informato e del diritto di veto dei popoli indigeni.
Se le sopra citate proposte non fossero attuabili, sollecitiamo l'esclusione degli Accordi sull'agricoltura, sui prodotti forestali e degli Accordi TRIPs - dal novero degli Accordi WTO.
su / obenSollecitiamo gli Stati membri della WTO a convocare una nuova sessione di incontri non appena conclusi l'esame e la correzione delle disposizioni esecutive delle convenzioni esistenti. Rifiutiamo i progetti per un accordo in materia di investimenti, concorrenza, aumento di dazi industriali, deleghe agli Stati e creazione di un gruppo di lavoro per la biotecnologia.
Chiediamo con urgenza alla WTO di introdurre delle riforme che la trasformino in un consesso democratico, trasparente ed affidabile. Se ciò sarà impedito, chiediamo l'abolizione della WTO.
Chiediamo con urgenza agli Stati membri della WTO di favorire l'approvazione dell'attuale redazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni, e la ratifica della Convenzione ILO 169 da parte dell'Assemblea Generale dell'ONU. Sollecitiamo tutte le organizzazioni di base e le ONG, affinché appoggino questa "Dichiarazione di Seattle dei Popoli Indigeni" e la diffondano fra i propri aderenti.
Abbiamo la salda convinzione che la filosofia che ispira gli Accordi WTO, come anche i principi ed i comportamenti da questa favoriti contrastano con le nostre convinzioni di fondo, con la nostra spiritualità e visione del mondo, con la nostra opinione e con il nostro modo di agire nei processi di sviluppo, nel commercio e nella tutela ambientale. Chiediamo perciò alla WTO di modificare i propri principi e procedure orientandoli secondo il modello delle "comunità ecologicamente sostenibili", e di riconoscere, lasciando loro dello spazio, le visioni del mondo ed i modelli di sviluppo alternativi ai propri.
I popoli indigeni sono senza dubbio colpiti nella maniera più grave dagli effetti negativi della globalizzazione e degli accordi WTO. Crediamo però di avere delle alternative praticabili rispetto ai modelli dominanti di crescita economica e di sviluppo orientato all'esportazione. I nostri stili di vita e le nostre culture ecologicamente sostenibili, la nostra sapienza tradizionale, le nostre cosmologie e la nostra spiritualità, i nostri valori collettivi, il nostro scambio reciproco, il nostro rispetto e la nostra venerazione della Madre Terra sono nel loro complesso decisivi per la ricerca di una società diversa, in cui si affermeranno la giustizia, l'uguaglianza e la vicinanza con la natura.
su / obenLa dichiarazione è stata approvata dell'Assemblea dei Popoli Indigeni, convocata e sostenuta da:
  • Indigenous Environmental Network USA / Canada
  • Seventh Generation Fund / USA
  • International Indian Treaty Council
  • Indigenous Peoples Council on Biocolonialism
  • Abya Yala Fund
  • TEBTEBBA (Indigenous Peoples Network for Policy Research and Education)
Seattle (Stato di Washington/USA), 1° dicembre 1999
su / obenLink e contatti 
Organizzazioni indigene, ONG e singole persone che volessero sottoscrivere questa posizione, possono farlo con una mail a: ien@igc.org oppure a: tebtebba@skynet.net. 

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