venerdì 8 marzo 2013

Suor Teresa di Calcutta

Un nuovo studio di Serge Larivée e Genevieve Chenard dell’Università di Montreal e di Carole Sénéchal dell’Università di Ottawa, smonta il mito di altruismo e di generosità che circonda Madre Teresa. Il documento è stato pubblicato su Studies in Religion/Sciences religieuses e passa in rassegna e controanalizza gli scritti pubblicati su Madre Teresa: i tre ricercatori hanno raccolto 502 documenti e studiato il 96% della letteratura esistente sulla fondatrice dell’Ordine delle Missionarie della Carità (OMC). La conclusione alla quale sono arrivati è che il mito di Madre Teresa sia costruito ad hoc e la sua beatificazione sarebbe arrivata non per caso ma come conseguenza di una arguta campagna di relazione con i media. I ricercatori si sono basati in particolare sugli scritti del giornalista e scrittore Christopher Hitchens, autore del libro The Missionary Position: Mother Teresa in Theory and Practice. L’idea di condurre lo studio è arrivata , per stessa ammissione del professor Larivée “Mentre cercavo di documentarmi sul fenomeno dell’altruismo per un seminario sull’etica, uno di noi ha ‘inciampato’ sulla vita e l’opera di una delle donne più celebri della Chiesa cattolica e ora parte del nostro immaginario collettivo: Madre Teresa, il cui vero nome era Agnes Gonxha. La descrizione era così entusiasta che ha suscitato la nostra curiosità e ci ha spinto a ulteriori ricerche”. Nel documento Larivée e i suoi colleghi citano anche una serie di episodi di cui il Vaticano non ha tenuto conto nel processo di beatificazione di Madre Teresa, come ad esempio “il suo modo piuttosto discutibile di curare i malati, i suoi contatti politici discutibili, la gestione sospetta delle enormi somme di denaro ricevute, e le sue opinioni troppo dogmatiche per quanto riguarda, in particolare, l’aborto, la contraccezione e il divorzio”. La concezione della sofferenza e della morte nel mirino dei ricercatori. Nelle 517 missioni di accoglienza create da Madre Teresa non c’erano cure adeguate e non per mancanza di fondi: “C’è qualcosa di bello nel vedere i poveri accettare il loro destino, soffrire come nella Passione di Cristo. il mondo guadagna molto dalla loro sofferenza“ questa la risposta data al giornalista Hitchens. Le viene contestato di non aver offerto aiuti economici durante le numerosi inondazioni in India e che fosse più generosa di preghiera che di aiuti concreti. I ricercatori si domandano dove siano finiti i milioni di dollari raccolti per i poveri. Individuano nell’incontro che Madre Teresa ebbe nel 1968 con il giornalista anti-abortista della BBC Malcolm Muggeridge, un momento chiave per il suo rapporto con i mezzi di comunicazione di massa. Fu Muggeridge a promuovere la sua opera, scrisse anche un libro su di lei” Something Beautiful for God” e le dedicò un documentario. Al momento della sua morte Madre Teresa era un’intoccabile, già santa per il popolo e i ricercatori anche qui intravedono una mossa strategica: “Che cosa c’è di meglio della beatificazione seguita dalla canonizzazione di questo modello per rivitalizzare la Chiesa e ispirare i fedeli, soprattutto in un momento in cui le chiese sono vuote e l’autorità romana è in declino?” Il Vaticano non attese infatti i canonici 5 anni per avviare il processo di beatificazione . “Se l’immagine straordinaria di Madre Teresa trasportata nell’immaginario collettivo ha incoraggiato iniziative umanitarie che sono veramente a favore di coloro che vivono in estrema povertà, non possiamo che gioirne. E ‘ probabile che lei abbia ispirato molti operatori umanitari, le cui azioni hanno veramente alleviato le sofferenze dei poveri e affrontato le cause della povertà e dell’isolamento, senza essere esaltati dal mezzi di comunicazione. Tuttavia, la copertura mediatica di Madre Teresa avrebbe potuto essere un po’ più rigorosa “.

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