mercoledì 13 marzo 2013
Segue il metodo Di Bella e ora dovràrisarcire l'Ausl con 113.000 euro
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Segue il metodo Di Bella e ora dovràrisarcire l'Ausl con 113.000 euro
Segue il metodo Di Bella e ora dovrà
risarcire l'Ausl con 113.000 euro
La storia di Flora Nardelli, malata di tumore. Il tribunale nega i rimborsi e impone il risarcimento. Lei:«È una condanna a morte»
Il professore Luigi Di Bella
BOLOGNA - Segue il metodo Di Bella dal 2006, ma ora non potrà più proseguire nella terapia alternativa per la lotta al tumore dopo la sentenza dei giudici d'appello: la cura non può essere gratuita, anzi la paziente deve restituire all'Ausl 113.000 euro. È la vicenda - raccontata dal Resto del Carlino - di Flora Nardelli, 49 anni, che scoprì nel 2000 di essere malata di mieloma multiplo. La donna fino al 2006 ha seguito le cure tradizionali: chemioterapia e trapianto di midollo osseo.
IL METODO - Poi, nel 2006, la scoperta del metodo Di Bella e la decisione di provarlo, anche perchè le terapie seguite non avevano dato buoni risultati. Fino ad oggi la paziente è stata seguita dal figlio del creatore del metodo, Giuseppe Di Bella, anch'egli medico. Assistita da un legale, ha intrapreso una battaglia contro l'Ausl e nel 2008 ha vinto in primo grado: il giudice ha stabilito che l'Ausl doveva pagarle le cure e rimborsarle 30.000 euro. Ma il mese scorso, in appello, sentenza ribaltata. «Per me questa è una condanna a morte - commenta la donna - Senza la cura Di Bella la malattia ritornerà e io sarò spacciata. Non ho i soldi per pagarla di tasca mia». La cura del professor Luigi Di Bella divenne nota a livello nazionale dopo che il pretore di Maglie, nel '97, ordinò all' Asl di somministrare la somatostatina a un piccolo paziente. Nel '98 l'allora ministro della Sanità Rosy Bindi dispose un anno di sperimentazione del metodo su 384 pazienti. Dopo alcuni mesi il giudizio fu netto: totalmente inefficace. Un risultato però contestato dal professore, morto nel 2003, e dal suo staff. «I pazienti curati con il metodo di mio padre - dice Giuseppe Di Bella - in più dell'80% dei casi sono guariti».
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