giovedì 14 marzo 2013
"GREEN ECONOMY SOTTOVALUTATA E ACQUE INQUINATE: ITALIA BOCCIATA"
"GREEN ECONOMY SOTTOVALUTATA E ACQUE INQUINATE: ITALIA BOCCIATA"
Domenica, 10 Marzo 2013
IL RAPPORTO OCSE: "MOLTI PROBLEMI PER L'AMBIENTE"
Un Paese in cui la produzione di spazzatura è aumentata più in fretta di quanto sia cresciuto il Pil ha molti problemi sul piano ambientale. Il rapporto Ocse sulle performance "verdi" dell'Italia, diffuso nei giorni scorsi, non le manda a dire. La fotografia sul Belpaese tra luci e ombre. Qualche progresso è stato compiuto: alcune leggi sono state varate, ma c'è un regime fiscale che non scoraggia gli inquinatori. E non solo: si sottovaluta la green economy, mentre sono state dimezzate le risorse dei fondi "green". "All'ambiente è stata assegnata una priorità relativamente bassa nella maggior parte dell'ultimo decennio - si legge nella relazione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico -. Di conseguenza, la politica ambientale italiana è stata caratterizzata da frammentazione e la sua formulazione è stata dettata soprattutto dall'emergenza, con un orizzonte temporale di breve termine".
La green economy? Una spinta vitale che ha contenuto il peso della crisi economica e ha permesso di abbattere le emissioni serra del nove percentro tra il 2000 e il 2010, però è stata mortificata dalla mancanza di capacità di programmazione e regole certe. L'efficienza energetica delle auto, per esempio, continua a migliorare e l'Italia ha già raggiunto l'obiettivo comunitario, previsto per il 2015, di una media di 130 grammi di anidride carbonica per chilometro per le macchine di nuova immatricolazione. Ma per i veicoli commerciali il miglioramento è stato molto più lento anche a causa dei vantaggi fiscali sui carburanti di cui godono gli autotrasportatori: chi inquina di più paga di meno. Le tasse automobilistiche, ancora, non tengono conto dei livelli di emissione di CO2.
Scatta l'allarme anche sul fronte dell'acqua. Il cambiamento climatico - avverte l'Ocse - renderà ancora più grave lo stress idrico che già colpisce il nostro Paese. Se si aggiunge l'inquinamento delle acque, si ottiene un quadro tutt'altro che rassicurante: oltre un terzo dei fiumi e dei laghi e l'11 percento dei corpi idrici sotterranei non raggiungeranno gli obiettivi di buono stato ecologico fissati dalla direttiva europea per il 2015.
Le imprese della green economy, comunque, sono riuscite a limitare i danni. Di nuovo l'Ocse: "Le domande di registrazione di brevetti per tecnologie legate all'energia da fonti rinnovabili sono aumentate più rapidamente che le domande di brevetti per tutti gli altri tipi di tecnologie". In particolare, nel campo delle rinnovabili ci sono stati investimenti pari a 21 miliardi di euro nel 2011, con un aumento del 43 percento rispetto all'anno precedente. "Gli incentivi - continua il rapporto - hanno portato a uno straordinario incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e hanno incoraggiato la crescita e l'occupazione nel settore. Nel complesso, nel 2010 le energie rinnovabili hanno rappresentato circa il 10% del consumo finale lordo di energia, in aumento rispetto al 2005 (meno del 5%). L'Italia potrà quindi raggiungere l'obiettivo del 17% di energie rinnovabili sul consumo finale lordo di energia fissato per il 2020. Un progresso così repentino, tuttavia, ha comportato costi sempre più elevati".
TAG: ambiente, fonti rinnovabili
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