lunedì 18 marzo 2013

La CNN annuncia la fine dell’euro...

“It’s time to break-up the Euro” (“E’ tempo di dividere l’Euro”) Ci siamo! Oggi anche la CNN ha pubblicato un articolo online dal titolo “It’s time to break-up the Euro” (“E’ tempo di dividere l’Euro”) dove prevede, una fine imminente (tenuta segreta!) della moneta unica europea. Roger Bootle, l’economista d'oltreoceano che ha già previsto, a suo tempo e con ampio anticipo, il “crash” del mercato “dot.com” e poi quello del mercato immobiliare dà come “inevitabile" l’uscita organizzata dall'Euro e la creazione di almeno due monete europee, una per l’area periferica (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, ormai conosciuti come i paesi “PIIGS”), e una per l’area delle economie europee forti, con la Francia libera di decidere per quale moneta optare. La cosa più inquietante è che Bootle prevede che l’operazione sarà tenuta segreta, anche per renderla più efficace. Se ne deduce che potrebbe essere già in atto! La sua opinione non è isolata e prende linfa da esempi del passato (tipico quello dell’Argentina) e dall'utilizzo di modelli previsionali complessi, oltre che dalla sua esperienza e capacità ampiamente riconosciute nel mondo. La CNN lo presenta come un “Nostradamus” dell’economia. Già da tempo sono numerosi gli economisti che predicano la fine della moneta, o almeno il riallineamento del suo valore sul mercato internazionale. In particolare, la CNN cita l’anziano economista Allan Meltzer (84 anni, autore di numerosi saggi tra cui la storia della banca centrale degli USA) che predica da tempo che il problema non è il debito dei paesi periferici ma il differenziale di competitività, il quale già da solo presuppone una moneta con un valore diverso da quella dei paesi strutturalmente competitivi. fonte :excubias Secondo Bootle, il PIL dei paesi periferici si contrarrebbe solo per alcuni mesi, al massimo un anno, per poi ripartire a crescere in maniera molto più robusta, evitando dunque una persistenza sine die dell’odierna crisi, che evidentemente non è solo finanziaria e prodotta da squilibri legati al debito, ma prodotta proprio dai fondamentali dell’economie periferiche d’Europa, quali la produttività e la competitività. Dopo la recente (e troppo tardiva) disponibilità della BCE a comprare titoli di stato dei paesi in difficoltà, finalmente accettata finanche dalla Merkel e le istituzioni tedesche, solo una svalutazione dell’Euro, anche nella forma di moneta unica, può salvare adesso l’unità monetaria europea. Che i capi di governo lo vogliano o no, dovranno scegliere: o accettare la svalutazione dell’Euro odierno (probabilmente fino alla parità con il dollaro e oltre), oppure creare, come predica Bootle, una o più monete europee con un grande “spin-off” pilotato, con nuove monete svalutate a seconda del paese.

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