domenica 30 settembre 2012
sabato 29 settembre 2012
I mercati si sono comprati L'Italia
Antonio Polito, ieri sera a L'Ultima Parola, diceva sostanzialmente: si può battere moneta, va bene la sovranità, ma poi non ti danno i soldi... Ed è esattamente quello che è successo, come testimoniano le parole del senatore Garavaglia, che ieri sera sono riuscito a far ritrasmettere dalla Rai. Il tema è cioè quello del ricatto economico-finanziario, ma sembra ormai sfuggire a tutti cos'è che tiene unito un popolo, ovvero qual è l'essenza di uno Stato.
Uno Stato è un ordinamento giuridico. Ovvero: si compone di norme superiori che ne legittimano altre, che danno forza di legge ad altre ancora e così via. L'insieme di norme di più alto livello è la Costituzione italiana. E' quella, essenzialmente, che rende tutti noi, insieme, uno Stato: lo Stato italiano. Se non si capisce questo - e togliendo l'educazione civica dalle scuole mi rendo conto sia diventato difficile da capire - allora diventa possibile legittimare qualsiasi cosa.
La Costituzione prevede le condizioni in base alle quali sciogliere un Governo, poi prevede un eventuale giro di consultazioni del Presidente della Repubblica per verificare la fattibilità di un nuovo esecutivo, poi prevede l'incarico, la scelta dei ministri, poi il giuramento, poi la fiducia dei due rami del Parlamento e così via. Se non si segue questa procedura, è un colpo di Stato. E' alto tradimento. Non sono paroloni: violare la Costituzione, in qualsiasi modo o forma, oltreche essere ovviamente "incostituzionale", in caso di particolare gravità rappresenta un vero e proprio attentato allo Stato, che come abbiamo visto è tutto e solo ciò che ha valore nel nostro ordinamento.
La Costituzione dice anche che il popolo è sovrano, non i mercati. Oggi abbiamo tuttavia sdoganato ogni forma di paradosso. Bersani, su richiesta di una giornalista che lo interrogava circa la candidatura del PD alle prossime elezioni, qualche mese fa rispose che era tranquillo, perché i mercati conoscevano bene il suo partito: avevano già governato in passato. Non rispose "sono tranquillo perché gli elettori ci conoscono", ma "perché ci conoscono i mercati", che sono composti perlopiù da soggetti privati stranieri. Forse sarebbe dunque il caso allora di cambiare la Costituzione, modificando l'articolo 1 in maniera da stabilire che "la sovranità appartiene ai mercati". Anche perché sta diventando ormai una sorta di costituzione materiale.
E' comprensibile che uno Stato indebitato, senza sovranità monetaria e che dipende dunque dai "mercati" per garantire servizi e welfare ai propri cittadini, non possa eludere completamente la questione, ma la domanda che bisognerebbe farsi é: fino a che punto è lecito spingere in avanti la linea del ricatto? Esiste un punto preciso, una sorta di Linea del Piave, che non si può superare senza cadere nel ridicolo e arrendersi ad una invasione in piena regola?
Per capire di cosa sto parlando, ieri sera ho mostrato uno spezzone del senatore Garavaglia, che spiega cosa successe negli ultimi giorni del Governo Berlusconi. Rappresentanti della BCE e della Commissione Europea comunicarono a senatori e deputati che era già stato deciso un Governo Monti, e che se non l'avessero sostenuto avrebbero fatto in modo che nessuno più acquistasse le nuove emissioni dei titoli di Stato per i successivi due mesi, causando così il fallimento del nostro Stato.
Non solo un ricatto, e della peggior specie, ma anche la prova che la Costituzione era stata violata, perché prima ancora della decisione delle Camere di sciogliere il Governo, prima ancora del giro di consultazioni del Presidente della Repubblica, prima ancora dell'attribuzione di un mandato, della scelta dei ministri e dell'incarico, qualcuno (loro, che non sono italiani) aveva già deciso che ci sarebbe stato un Governo Monti. Non solo: avevano anche esautorato il Parlamento, togliendogli l'unica strumento residuo di controllo, ovvero l'esercizio del voto di fiducia, mediante il ricatto. L'esautorazione del Parlamento equivale all'esautorazione del popolo dalla sua funzione di sovranità. Equivale, cioè, alla distruzione delle fondamenta dello Stato.
Per chi conosce la storia, queste sono ingerenze e imposizioni che i vinti subiscono dai vincitori. Chi dice che la Costituzione è stata rispettata, commette volontariamente un atto di falsificazione storica e di manipolazione mediatica.
Anche tutte queste cessioni di sovranità sono eminentemente incostituzionali, perché è vero che la Costituzione - che è del 1948 ed è quindi antecedente ad ogni forma di organizzazione europea, che risale solo al 1951 - "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni" [Arti.11], ma la condizione fondamentale è "in condizioni di parità con gli altri Stati". Altrimenti si chiama svendita. Quale parità può esserci tra gli sforzi necessari ad un paese come il nostro, con un rapporto debito/Pil del 120%, per raggiungere un rapporto del 60% (come vuole il Fiscal Compact), e gli sforzi della Germania, per esempio, che ha un rapporto debito/Pil dell'80%, o l'Olanda, che è già al 66%, o addirittura la Finlandia, che è abbondantemente sotto al 50% e quindi non deve fare niente? Che parità è quella che costringe un paese a pesanti inflizioni economiche, a tagli, alla disoccupazione, e un altro paese a godersene i frutti (ricordatevi che abbiamo appena speso 10 miliardi che andranno probabilmente a finanziare proprio Finlandia, Olanda e Germania)?
Ma soprattutto, di quale parità stiamo parlando se ratifichiamo un trattato come il MES, che ci impone da subito 125 miliardi di esborsi e poi consente all'infinito di infliggerci nuovi debiti, al di fuori del controllo parlamentare, mentre lo stesso trattato, ratificato dalla Germania, non consente indebitamenti illimitati ma obbliga il Parlamento alla discussione e all'approvazione esplicita di ogni futuro esborso?
Se non c'è parità, allora una cessione di sovranità è incostituzionale. Ma sembra che a noi, di questa benedetta Costituzione, ormai non importi più nulla.
Uno Stato è un ordinamento giuridico. Ovvero: si compone di norme superiori che ne legittimano altre, che danno forza di legge ad altre ancora e così via. L'insieme di norme di più alto livello è la Costituzione italiana. E' quella, essenzialmente, che rende tutti noi, insieme, uno Stato: lo Stato italiano. Se non si capisce questo - e togliendo l'educazione civica dalle scuole mi rendo conto sia diventato difficile da capire - allora diventa possibile legittimare qualsiasi cosa.
La Costituzione prevede le condizioni in base alle quali sciogliere un Governo, poi prevede un eventuale giro di consultazioni del Presidente della Repubblica per verificare la fattibilità di un nuovo esecutivo, poi prevede l'incarico, la scelta dei ministri, poi il giuramento, poi la fiducia dei due rami del Parlamento e così via. Se non si segue questa procedura, è un colpo di Stato. E' alto tradimento. Non sono paroloni: violare la Costituzione, in qualsiasi modo o forma, oltreche essere ovviamente "incostituzionale", in caso di particolare gravità rappresenta un vero e proprio attentato allo Stato, che come abbiamo visto è tutto e solo ciò che ha valore nel nostro ordinamento.
La Costituzione dice anche che il popolo è sovrano, non i mercati. Oggi abbiamo tuttavia sdoganato ogni forma di paradosso. Bersani, su richiesta di una giornalista che lo interrogava circa la candidatura del PD alle prossime elezioni, qualche mese fa rispose che era tranquillo, perché i mercati conoscevano bene il suo partito: avevano già governato in passato. Non rispose "sono tranquillo perché gli elettori ci conoscono", ma "perché ci conoscono i mercati", che sono composti perlopiù da soggetti privati stranieri. Forse sarebbe dunque il caso allora di cambiare la Costituzione, modificando l'articolo 1 in maniera da stabilire che "la sovranità appartiene ai mercati". Anche perché sta diventando ormai una sorta di costituzione materiale.
E' comprensibile che uno Stato indebitato, senza sovranità monetaria e che dipende dunque dai "mercati" per garantire servizi e welfare ai propri cittadini, non possa eludere completamente la questione, ma la domanda che bisognerebbe farsi é: fino a che punto è lecito spingere in avanti la linea del ricatto? Esiste un punto preciso, una sorta di Linea del Piave, che non si può superare senza cadere nel ridicolo e arrendersi ad una invasione in piena regola?
Per capire di cosa sto parlando, ieri sera ho mostrato uno spezzone del senatore Garavaglia, che spiega cosa successe negli ultimi giorni del Governo Berlusconi. Rappresentanti della BCE e della Commissione Europea comunicarono a senatori e deputati che era già stato deciso un Governo Monti, e che se non l'avessero sostenuto avrebbero fatto in modo che nessuno più acquistasse le nuove emissioni dei titoli di Stato per i successivi due mesi, causando così il fallimento del nostro Stato.
Non solo un ricatto, e della peggior specie, ma anche la prova che la Costituzione era stata violata, perché prima ancora della decisione delle Camere di sciogliere il Governo, prima ancora del giro di consultazioni del Presidente della Repubblica, prima ancora dell'attribuzione di un mandato, della scelta dei ministri e dell'incarico, qualcuno (loro, che non sono italiani) aveva già deciso che ci sarebbe stato un Governo Monti. Non solo: avevano anche esautorato il Parlamento, togliendogli l'unica strumento residuo di controllo, ovvero l'esercizio del voto di fiducia, mediante il ricatto. L'esautorazione del Parlamento equivale all'esautorazione del popolo dalla sua funzione di sovranità. Equivale, cioè, alla distruzione delle fondamenta dello Stato.
Per chi conosce la storia, queste sono ingerenze e imposizioni che i vinti subiscono dai vincitori. Chi dice che la Costituzione è stata rispettata, commette volontariamente un atto di falsificazione storica e di manipolazione mediatica.
Anche tutte queste cessioni di sovranità sono eminentemente incostituzionali, perché è vero che la Costituzione - che è del 1948 ed è quindi antecedente ad ogni forma di organizzazione europea, che risale solo al 1951 - "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni" [Arti.11], ma la condizione fondamentale è "in condizioni di parità con gli altri Stati". Altrimenti si chiama svendita. Quale parità può esserci tra gli sforzi necessari ad un paese come il nostro, con un rapporto debito/Pil del 120%, per raggiungere un rapporto del 60% (come vuole il Fiscal Compact), e gli sforzi della Germania, per esempio, che ha un rapporto debito/Pil dell'80%, o l'Olanda, che è già al 66%, o addirittura la Finlandia, che è abbondantemente sotto al 50% e quindi non deve fare niente? Che parità è quella che costringe un paese a pesanti inflizioni economiche, a tagli, alla disoccupazione, e un altro paese a godersene i frutti (ricordatevi che abbiamo appena speso 10 miliardi che andranno probabilmente a finanziare proprio Finlandia, Olanda e Germania)?
Ma soprattutto, di quale parità stiamo parlando se ratifichiamo un trattato come il MES, che ci impone da subito 125 miliardi di esborsi e poi consente all'infinito di infliggerci nuovi debiti, al di fuori del controllo parlamentare, mentre lo stesso trattato, ratificato dalla Germania, non consente indebitamenti illimitati ma obbliga il Parlamento alla discussione e all'approvazione esplicita di ogni futuro esborso?
Se non c'è parità, allora una cessione di sovranità è incostituzionale. Ma sembra che a noi, di questa benedetta Costituzione, ormai non importi più nulla.
Un milione di poveri in più in cinque anni
Crisi. Un milione di poveri in più in cinque anni
29 settembre 2012
Italia
Secondo un’analisi della Cgia di Mestre in meno di cinque anni in Italia la crisi avrebbe causato 988.000 nuovi poveri e quasi un milione e mezzo di nuovi disoccupati.
Ecco il conto, salatissimo, che la crisi fino a questo momento sta esigendo dal nostro Paese. Si tratta di 988.000 nuovi poveri, 1.247.000 disoccupati in piu’ e 421.000 nuovi cassa integrati. Si tratta dei dati divulgati da un’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre, che ha anche sottolineato l’allargamento per certi versi spaventoso dell’area del disagio sociale/economico presente nel Paese. La causa secondo la Cgia sarebbe la crisi economica che, a partire dal 2007, avrebbe aumentato a dismisura la povertà assoluta, i senza lavoro e i cassa integrati a zero ore, con il risultato che oltre a peggiorare le condizioni di vita delle fasce sociali piu’ deboli del Paese, questa situazione di difficolta’ ha fatto aumentare la spesa pubblica a sostegno di queste persone e diminuire i consumi. Tra il 2007 e l’anno in corso, i consumi reali delle famiglie italiane hanno registrato, secondo i calcoli dell’associazione, una flessione del 4,4%.”Visto che nel 2012 e’ prevista una contrazione del Pil attorno al 2,5%, mentre nel 2013 la caduta dovrebbe attestarsi attorno allo 0,2% e’ evidente che l’area del disagio socio/economico e’ destinata ad allargarsi, soprattutto nel Mezzogiorno che, sino adesso, e’ stata la ripartizione geografica che ha subito maggiormente gli effetti negativi della crisi. In termini assoluti e’ stato il Sud ha segnare gli aumenti piu’ significativi sia delle sacche di poverta’ assoluta sia del numero dei nuovi disoccupati. Mentre spetta al Nordest, sempre analizzando la variazione in valori assoluti, l’aumento piu’ significativo del numero di lavoratori in cassa integrazione a zero ore”, ha spiegato il capo della Cgia, Bertolussi.”Cosi come ci segnala sovente l’Istat la poverta’ assoluta tende ad aumentare nelle famiglie monoreddito con un alto numero di figli o in quelle dove la persona di riferimento non risulta occupata. Visto che ci troviamo di fronte ad una crisi che e’ legata in particolar modo al calo dei consumi, se non verranno prese delle misure che consentiranno di lasciare piu’ soldi in tasca alle famiglie italiane, difficilmente potranno ripartire gli acquisti, la produzione industriale e di riflesso l’occupazione”, ha concluso. La Cgia ha anche fatto notare come i dati relativi alla povertà assoluta si riferiscano in realtà al periodo che va dal 2007 al 2011.Per quanto concerne i dati relativi ai disoccupati, l’analisi della Cgia ha misurato la variazione avvenuta tra il 2007 e la media dei primi 6 mesi del 2012. Infine, il numero di cassa integrati e’ stato calcolato nel periodo compreso tra il 2007 ed i primi 8 mesi del 2012, ipotizzando un’assenza completa dal lavoro su tutto il lasso di tempo considerato.
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Ecco il conto, salatissimo, che la crisi fino a questo momento sta esigendo dal nostro Paese. Si tratta di 988.000 nuovi poveri, 1.247.000 disoccupati in piu’ e 421.000 nuovi cassa integrati. Si tratta dei dati divulgati da un’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre, che ha anche sottolineato l’allargamento per certi versi spaventoso dell’area del disagio sociale/economico presente nel Paese. La causa secondo la Cgia sarebbe la crisi economica che, a partire dal 2007, avrebbe aumentato a dismisura la povertà assoluta, i senza lavoro e i cassa integrati a zero ore, con il risultato che oltre a peggiorare le condizioni di vita delle fasce sociali piu’ deboli del Paese, questa situazione di difficolta’ ha fatto aumentare la spesa pubblica a sostegno di queste persone e diminuire i consumi. Tra il 2007 e l’anno in corso, i consumi reali delle famiglie italiane hanno registrato, secondo i calcoli dell’associazione, una flessione del 4,4%.”Visto che nel 2012 e’ prevista una contrazione del Pil attorno al 2,5%, mentre nel 2013 la caduta dovrebbe attestarsi attorno allo 0,2% e’ evidente che l’area del disagio socio/economico e’ destinata ad allargarsi, soprattutto nel Mezzogiorno che, sino adesso, e’ stata la ripartizione geografica che ha subito maggiormente gli effetti negativi della crisi. In termini assoluti e’ stato il Sud ha segnare gli aumenti piu’ significativi sia delle sacche di poverta’ assoluta sia del numero dei nuovi disoccupati. Mentre spetta al Nordest, sempre analizzando la variazione in valori assoluti, l’aumento piu’ significativo del numero di lavoratori in cassa integrazione a zero ore”, ha spiegato il capo della Cgia, Bertolussi.”Cosi come ci segnala sovente l’Istat la poverta’ assoluta tende ad aumentare nelle famiglie monoreddito con un alto numero di figli o in quelle dove la persona di riferimento non risulta occupata. Visto che ci troviamo di fronte ad una crisi che e’ legata in particolar modo al calo dei consumi, se non verranno prese delle misure che consentiranno di lasciare piu’ soldi in tasca alle famiglie italiane, difficilmente potranno ripartire gli acquisti, la produzione industriale e di riflesso l’occupazione”, ha concluso. La Cgia ha anche fatto notare come i dati relativi alla povertà assoluta si riferiscano in realtà al periodo che va dal 2007 al 2011.Per quanto concerne i dati relativi ai disoccupati, l’analisi della Cgia ha misurato la variazione avvenuta tra il 2007 e la media dei primi 6 mesi del 2012. Infine, il numero di cassa integrati e’ stato calcolato nel periodo compreso tra il 2007 ed i primi 8 mesi del 2012, ipotizzando un’assenza completa dal lavoro su tutto il lasso di tempo considerato.
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A piazza Montecitorio catena umana
A piazza Montecitorio catena umana grida ”Fuori la mafia dallo Stato”
Con questo slogan alcune decine di persone stanno manifestando a piazza Montecitorio, mentre alla Camera è in corso il voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Politiche agricole Saverio Romano, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa.
I manifestanti hanno organizzato una catena umana, spiegando le loro ragioni con megafoni, cartelli e striscioni. «Noi – ha detto Gianfranco Mascia, animatore del Popolo Viola – chiediamo che questo governo vada a casa, perché non è degno. Abbiamo organizzato una catena umana per dire chiaramente che non ci sentiamo rappresentati da questo Parlamento e da questi deputati, che invece di preoccuparsi dei problemi dell’Italia si occupano di difendere la loro poltrona. Per noi è importante sapere che c’è un presidio democratico. Sono due anni e mezzo – ha aggiunto Mascia – che facciamo presidio davanti al Parlamento, e non ci stancheremo: ci sarà sempre qualcuno che presidierà. Le istituzioni italiane devono essere difese. Chiediamo al ministro Maroni ‘come fa a votare a favore di un ministro indagato per mafia?’. Noi – ha concluso – oggi gridiamo ‘fuori la mafia dallo Statò». Alla manifestazione hanno aderito, tra gli altri, l’associazione di Paolo Borsellino «Agende rosse», il Popolo Viola, l’associazione «Verso Sud», l’associazione del testimone di giustizia Pino Massa, l’europarlamentare dell’Idv e presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Sonia Alfano, ed altri ancora.
OMNIROMAFOTOGALLERY Montecitorio, Popolo Viola e “Agende Rosse”. “Il ministro Romano si deve dimettere”
Tratto da: A piazza Montecitorio catena umana grida ”Fuori la mafia dallo Stato” | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/09/29/a-piazza-montecitorio-catena-umana-grida-fuori-la-mafia-dallo-stato/#ixzz27sQXZ3PE
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Madrid sotto assedio per la marcia degli indignati: feriti e cariche
Madrid sotto assedio per la marcia degli indignati: feriti e cariche
Pubblicato il 25 settembre 2012 22:10 in Cronaca Europa
MADRID – Alta tensione, cariche di polizia, almeno cinque feriti e una dozzina di manifestanti arrestati. Uno scontro annunciato, per la manifestazione degli indignati che ha paralizzato il cuore di Madrid per tutta la giornata di martedì. Al grido di “No nos rapresentan!” e “La voce del popolo non è fuorilegge”, almeno 10mila persone hanno marciato nel pomeriggio verso il Parlamento, blindato da oltre un migliaio di agenti come una fortezza, per esigere le dimissioni del governo, lo scioglimento delle Camere e l’inizio di un processo costituente.
”Governo dimission!”, ”Fuera, Fuera!”, la rabbia scandita contro i tagli imposti dall’esecutivo di Mariano Rajoy, tornata in piazza in due cortei partiti alle 17 da Atocha e da Piazza di Spagna, per confluire alla Carrera de San Jeronimo, protetta dalla vigilia da un triplo cordone di agenti in assetto anti-sommossa e a cavallo e vigilata dall’alto dagli elicotteri. La protesta si è svolta senza incidenti nelle prime ore del pomeriggio. Poi, intorno alle 19,00, le cariche della polizia quando, dalla marea in crescendo, concentrata in plaza Neptuno, si sono sganciati alcuni drappelli di manifestanti e hanno cominciato a lanciare oggetti e a premere sulle alte recinzioni di ferro, che sbarravano il passaggio alla sede della Camera, riunita in sessione plenaria.
Obiettivo della manifestazione, convocata nelle reti sociali dal coordinamento 25-S, era cingere in maniera simbolica Il Parlamento e ”salvare” la sede della sovranità popolare dal ”sequesto compiuto dalla Troika e dai mercati finanziari, realizzato in collaborazione con la maggioranza dei partiti politici”. ”Ci hanno tolto tutto, tagliato stipendi, tredicesime, i diritti conquistati in anni di lotte sindacali, mentre i politici mantengono i privilegi. ”E’ arrivato il momento di dire basta, non siamo il vostro capro espiatorio”, protesta Ines Molero, 56 anni, funzionaria statale, da 30 anni impiegata nell’Agenzia tributaria. ”Ci hanno riempiti di menzogne, prima i socialisti, poi il PP, hanno tolto un futuro ai nostri figli per salvare le banche”, le fa eco Ana Terez, 39 anni, venuta da Toledo, lavoratrice sociale licenziata 2 anni fa dall’impresa, quando aspettava un figlio.
Giovani, disoccupati, attivisti del Movimento 15-M, ecologisti, la piattaforma contro gli sgomberi, indignati di tutte le età, tanti i pensionati, cominciati a confluire nel pomeriggio a Plaza Neptuno. ”Quello di oggi è un passo ulteriore di un cambio per una democrazia reale cominciato il 15-M con l’occupazione di Puerta del Sol”, spiega Juan Canete, 63 anni, venuto dall’Almeria. ”Ho lottato contro la dittatura e sono qui oggi per dare animo ai giovani, per dire di non accettare provocazioni”. “Occupa il Congresso”, lo slogan poi trasformato in “Circonda il Congresso”, anche a seguito degli allarmi lanciati alla vigilia sul fronte dell’ordine pubblico. Fra questi, quello della delegata del governo a Madrid, Cristina Cifuentes, che, come la segretaria generale del Partito Popolare, Maria Dolores de Cospedal, ha paragonato la mobilitazione al tentato colpo di Stato del 23 febbraio 1981, con l’irruzione dei militari golpisti, guidati dal colonnello Tejero, nel Parlamento.
”Dichiarazioni incendiarie, per surriscaldare gli animi”, nel clima già infocato e propenso all’antipolitica e al malcontento, secondo i leader dei sindacati Uge e Comisione Obreras. 1350 agenti schierati, autobus con i manifestanti fermati e perquisiti all’arrivo nella capitale; mentre in internet il coordinamento 25-S ha diffuso un manuale di ”resistenza pacifica”, con l’indicazione dei commissariati di zona e gli avvocati di guardia, ai quali rivolgersi in caso di scontri e fermi. ”L’unico stato di assedio è quello di polizia per reprimere il diritto di associazione sancito dalla Costituzione”, assicura Victoria Sanchez, 63 anni. ”Questo governo è illegale e immorale. Sono nonna di due nipoti, sono venuta da Valencia in una pausa della chemioterapia, per protestare contro i tagli della sanità e dell’educazione. Non possiamo tornare al passato”. La prefettura ha autorizzato la manifestazione fino alle 21,30. ”Non ci muoveremo di qui fino a quando non sarà andato via anche l’ultimo dei deputati”, la risposta dei manifestanti, disposti prolungare l’assedio.
”Governo dimission!”, ”Fuera, Fuera!”, la rabbia scandita contro i tagli imposti dall’esecutivo di Mariano Rajoy, tornata in piazza in due cortei partiti alle 17 da Atocha e da Piazza di Spagna, per confluire alla Carrera de San Jeronimo, protetta dalla vigilia da un triplo cordone di agenti in assetto anti-sommossa e a cavallo e vigilata dall’alto dagli elicotteri. La protesta si è svolta senza incidenti nelle prime ore del pomeriggio. Poi, intorno alle 19,00, le cariche della polizia quando, dalla marea in crescendo, concentrata in plaza Neptuno, si sono sganciati alcuni drappelli di manifestanti e hanno cominciato a lanciare oggetti e a premere sulle alte recinzioni di ferro, che sbarravano il passaggio alla sede della Camera, riunita in sessione plenaria.
Giovani, disoccupati, attivisti del Movimento 15-M, ecologisti, la piattaforma contro gli sgomberi, indignati di tutte le età, tanti i pensionati, cominciati a confluire nel pomeriggio a Plaza Neptuno. ”Quello di oggi è un passo ulteriore di un cambio per una democrazia reale cominciato il 15-M con l’occupazione di Puerta del Sol”, spiega Juan Canete, 63 anni, venuto dall’Almeria. ”Ho lottato contro la dittatura e sono qui oggi per dare animo ai giovani, per dire di non accettare provocazioni”. “Occupa il Congresso”, lo slogan poi trasformato in “Circonda il Congresso”, anche a seguito degli allarmi lanciati alla vigilia sul fronte dell’ordine pubblico. Fra questi, quello della delegata del governo a Madrid, Cristina Cifuentes, che, come la segretaria generale del Partito Popolare, Maria Dolores de Cospedal, ha paragonato la mobilitazione al tentato colpo di Stato del 23 febbraio 1981, con l’irruzione dei militari golpisti, guidati dal colonnello Tejero, nel Parlamento.
”Dichiarazioni incendiarie, per surriscaldare gli animi”, nel clima già infocato e propenso all’antipolitica e al malcontento, secondo i leader dei sindacati Uge e Comisione Obreras. 1350 agenti schierati, autobus con i manifestanti fermati e perquisiti all’arrivo nella capitale; mentre in internet il coordinamento 25-S ha diffuso un manuale di ”resistenza pacifica”, con l’indicazione dei commissariati di zona e gli avvocati di guardia, ai quali rivolgersi in caso di scontri e fermi. ”L’unico stato di assedio è quello di polizia per reprimere il diritto di associazione sancito dalla Costituzione”, assicura Victoria Sanchez, 63 anni. ”Questo governo è illegale e immorale. Sono nonna di due nipoti, sono venuta da Valencia in una pausa della chemioterapia, per protestare contro i tagli della sanità e dell’educazione. Non possiamo tornare al passato”. La prefettura ha autorizzato la manifestazione fino alle 21,30. ”Non ci muoveremo di qui fino a quando non sarà andato via anche l’ultimo dei deputati”, la risposta dei manifestanti, disposti prolungare l’assedio.
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pompieri e poliziotti si levano il casco e si uniscono agli Indignados
Madrid: pompieri e poliziotti si levano il casco e si uniscono agli Indignados
Pubblicato il 29 settembre 2012 01:11 in Cronaca Europa
MADRID – Roba mai vista a Madrid durante la marcia degli Indignados. Forze dell’ordine che partecipano alle manifestazioni. In particolare, pompieri a Madrid che si tolgono il casco e solidarizzano con i manifestanti. Si siedono con loro, parlano con loro, in aperto contrasto con chi nell’altra parte della città reprime duramente i manifestanti.
“Noi non siamo qui a picchiare le brave persone, il nostro ruolo è reprimere il crimine, non la gente onesta che lavora e viene penalizzata”, spiegano.
Tutto è iniziato domenica, quando migliaia di dipendenti pubblici si sono mobilitati, dandosi appuntamento dopo il calare del sole: così per diverse ore il centro di Madrid è stato bloccato dalla protesta contro i tagli del governo centrale che prevede, tra le altre cose, provvedimenti pesantissimi, come la soppressione della tredicesima, la riduzione delle ferie e dei permessi sindacali.
Tra i manifestanti, c’erano insegnanti, operatori sanitari, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione, pompieri compresi.
“Noi non siamo qui a picchiare le brave persone, il nostro ruolo è reprimere il crimine, non la gente onesta che lavora e viene penalizzata”, spiegano.
Tra i manifestanti, c’erano insegnanti, operatori sanitari, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione, pompieri compresi.
Stanno occupando Piazza Montecitorio
Stanno occupando adesso piazza Montecitorio ma nessuna TV lo dice!
Posted by Daniele Di Luciano on set 29, 2012 in Altre Notizie, Daniele Di Luciano, Featured | 0 comments
Nonostante noi di Lo Sai ci siamo sentiti di sostenere i ragazzi di Catena Umana ci sentiamo in dovere di dargli quella visibilità che i mass media gli stanno negando.
Stamattina si sono incontrati per manifestare davanti a Montecitorio. Nonostante inizialmente sembrassero pochi:
Nel corso della giornata sono aumentati di numero:
E intorno alle 17 di questo pomeriggio hanno tirato fuori le tende:
Proveremo a tenervi aggiornati sugli sviluppi.
OGGI SIAMO NEL 2019 E NON NEL 2012
Calendario gregoriano |
dal Link:http://www.focus.it/Community/cs/forums/165516/ShowThread.aspx
Volevo ricordare che il calendario Gregoriano non è "Esatto", in realtà secondo studi fatti, il nostro Calendario dovrebbe porsi circa 4-7 anni più avanti.
Questo dedotto dall'anno di morte di re Erode, che dovrebbe essere intorno al 4-7A.C. anno, mandante della "Triste e Famosa", strage degli Innocenti, che gli antichi Testi descrivono(oltretutto ricordiamo anche che il calendario Gregoriano parte dall'anno 1 dall'incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo), e non esiste oltretutto nessun anno "0"(non riconosciuto e non usato all'epoca).
Collocando quindi, la nascita di Cristo a posteriori rispetto l'inizio dell'anno Gregoriano, figura che oggi dovremmo essere o intorno al 2012, o al 2015.
Io personalmente non darei molta considerazione a quello che Noi possiamo leggere sulla Bibbia(visto che pure non è facile trovarne una Completa, almeno se non si spendono un pò di soldini, per comprare un edizione fedelmente riportata, basta controllare se tutti i punti di analisi vengono riportati a Piè pagina della stessa).
Ho dubbi sulla integralità della Bibbia, come il 12, anche il 7 è riportato varie volte, e se dovessi focalizzare il mio studio sulla possibile Ridiscesa del Signore sulla Terra, mi affiderei di più sul Pi greco o meglio il 3.14 visto che viene considerato un Numero trascendentale, molto probabilmente il rapporto che questo numero ha con tutto ciò che ci circonda, può dare una sua interpretazione di un numero "Astrale", non correlato alla genialità Umana, forse qualcosa che è stato insegnato all'Uomo agli inizi dei Tempi,chissà..., su questo numero i calcoli diventano enormi, quanto la possibile comparazione con gli eventi Biblici delle Sefirot(visto che a mio riguardo un possibile studio di tutte queste analogie, per predire anche il nostro futuro, dovrebbe essere eseguita in un testo scritto in Ebraico, non nelle Edizioni da librerie sotto casa!!!)
Comunque per dare speranze a Noi Studiosi Autodidatti, nell'Esodo 3.14 le parole sono queste:Il Signore disse a Mosè: “Io mostrerò d’essere ciò che mostrerò d’essere”. (Esodo 3:14)
Indagando su questa frase ho scoperto che intanto viene tradotta in molte Edizioni con la frase: Io sono colui che sono(e non capivo il perchè di questo cambiamento), poi cercando ho scoperto che in realtà quella frase stà rivelare il giorno in cui Nostro Signore apparirà al Mondo per riscattare il suo Regno.
Qualunque cosa abbia suscitato, non voglio dar vana la ricerca di apassionati nel settore ne tantomeno denigrarla, è bene sapere qualunque cosa, alla fine il segreto l'abbiamo avuto sempre sotto il naso, è la chiave di decifrazione, che magari non è consona a quello che ci cementiamo a cercare.
Se invece preferisci i calcoli ecco a cosa bisogna andar incontro se si vuole cercare una parità con i nostri tempi.
Il calendario gregoriano,quello attuale è sbagliato,non tiene conto del fenomeno della precessione degli equinozi.Esso si basa sull'anno del Tropico della durata di 365 giorni 5 ore 48 minuti 46,98 secondi e ha sostituito il calendario giuliano(da Giulio Cesare)che durava 365 giorni 6 ore togliendo 3 giorni ogni 400 anni.Infatti la differenza tra i due calendari è di 11 minuti 13 secondi(365 giorni 6 ore meno 365 giorni 5 ore 48 minuti 46,98 secondi)ossia 673 secondi l'anno che moltiplicato per 400 anni fa' 269200 secondi.Un giorno ha 86400 secondi,3 giorni 259200 secondi percio' anche togliendo 3 giorni ogni 400 anni(269200 secondi meno 259200 secondi)il 1700,il 1800,il 1900 non sono stati anni bisestili come invece il 2000,il calendario gregoriano ha un errore di 10000 secondi ogni 400 anni,25 secondi ogni anno.Oltretutto la Terra compie un giro intorno al Sole in anno siderale della durata di 365 giorni 6 ore 9 minuti 9,54 secondi e non in un anno solare a causa del fenomeno della precessione degli equinozi,ossia lo spostamento dell'asse terrestre di 20 minuti 22,56 secondi l'anno.Bisogna far conincidere l'anno solare con l'anno siderale aggiungendo un giorno di 24 ore ogni 72 anni(20 minuti ogni 3 anni sono un'ora,ogni 72 anni 24 ore)altrimenti in futuro il Natale nell'emisfero boreale sara' in estate.Per un calcolo ancora piu' preciso bisogna togliere un'ora ogni circa 1475 anni,poichè l'errore del calendario gregoriano di 25 secondi l'anno(da togliere)si compensa in gran parte con i restanti 22,56 secondi(da aggiungere)dovuti al fenomeno della precessione degli equinozi.Perchè bisogna cambiare il calendario?Per calcolare l'esatta posizione della Terra nel tempo e nello spazio,e per prevedere cosi' l'orbita di asteroidi,per mantenere nella stessa data gli equinozi e le stagioni.Per far questo il 2009 deve essere un anno bisestile cosi come il 2081 e cosi ogni 72 anni.
Alla fine penso che nessuno di chi comanda Effettivamente in questo pianeta, abbia lasciato a Noi tutt'oggi, la possibilità di creare un Piano sicuro da dove partire per le nostre indagini, ma la persuasione, è l'arma più potente, che ci è stata data, presto tutto sembrerà molto più chiaro di ora, e si capiranno un sacco di anacronismi che ruotano attorno alla nostra esistenza, ma tutto deve essere accompagnato dall'univoco pensiero che deve per forza cambiare tutto.
Post di a75h-de sul forum di Jon Titor.
Lalla
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Il 2012 sarà l'anno della fine del mondo?
Secondo il calendario Maya sarà certamente la fine di un grande
ciclo cosmico e l'inizio di uno nuovo. Ma non necessariamente la fine di un
ciclo significa la "fine del mondo"!
Ormai sono in tanti che, prendendo come spunto questo dato del
calendario Maya propagano nel mondo ansie e paure apocalittiche, invitando la
gente a pentirsi, o in ogni caso a fare qualcosa per trasformarsi... altrimenti
non potranno sostenere la grande rivoluzione energetica che avverrà in
quell'anno... quando - secondo molti - la terra si fermerà per 72 ore e ci sarà
l'inversione dei poli, con cataclismi, inondazioni e catastrofi planetarie
indicibili, con un numero incalcolabile di morti...
E' facile predire l'apocalisse!
Ma non tutti sanno che la parola "apocalisse" significa
"rivelazione", e che quella descritta nella Bibbia fu la rivelazione che
Giovanni ebbe alla "fine del suo mondo", cioè poco prima di raggiungere
l'Illuminazione, lo stato di unione totale con Dio!
E poi c'è una cosa che mi ha fatto riflettere, ed a cui non ho
avuto risposte esaustive.
Secondo gli storici...
Dionigi il
Piccolo (Dionysius Exiguus) era un dotto monaco scita
che viveva a Roma: circa nel 525 egli calcolò, in base alle
indicazioni dei Vangeli e della tradizione, la data di nascita di Gesù,
ponendola al 754 dalla
fondazione di Roma; inoltre introdusse l'usanza di contare gli anni ab
incarnatione Domini nostri Jesu Christi ("dall'incarnazione di nostro Signore
Gesù Cristo"). Questo calcolo fu approvato dal papa Giovanni II e, a partire dall'VIII secolo,
adottato in tutto il mondo cristiano su impulso di studiosi come Beda il
Venerabile. Questo calcolo viene tuttora utilizzato per la numerazione degli
anni del calendario gregoriano, il calendario attualmente in uso nei
paesi occidentali, sebbene è ormai fatto accertato che fosse sbagliato.
Gesù infatti è nato con ogni probabilità tra il 7 e il 4
a.C., anno certo di morte di Erode il
Grande, mandante della celebre "Strage
degli innocenti".
Dionigi stabilisce quindi che l'anno di nascita di Gesù sia l'1 dopo Cristo,
che corrisponde anche al LX anno consolare dall'elezione per la prima volta di
Gaio Giulio
Cesare a console; inoltre in base a questo conteggio l'anno 248 di Diocleziano (bisestile)
corrispondeva all'anno 532 di Cristo.
(Informazioni tratte da Wikipedia -> http://it.wikipedia.org
)
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C'è un'altra osservazione da fare. Se andate a: http://www.tondering.dk/claus/cal/node10.html
che è una pagina in cui si danno spiegazioni sul calendario Maya
(in inglese), e da lì cliccate su: 9.1.1 When did the Long Count start?
legerete che, come data di inizio dell'era Maya (anno 13.0.0.0.0)
si pone sempre lo stesso anno, il 3114 A.C., sia per il calendario giuliano che
per quello gregoriano, attualmente in uso, pur essendoci variazioni di soli due
giorni tra due punti di partenza diversi. Per cui ne viene fuori che loro
considerano valida la datazione del calendario gregoriano, anche se è stato
dimostrato poc'anzi che ci fu un grosso errore da parte di Dionigi il Piccolo,
un errore che poneva la data di nascita di Gesù ben 4-7 anni dopo quella reale.
-
|
Inoltre, tenendo conto della narrazione dei Vangeli, in
particolare dell'apparizione nei cieli di un "astro" (che noi poi abbiamo
erroneamente chiamato stella cometa) vorrei invitare a visitare le pagine di un
sito in cui si spiega che ciò può essere avvenuto o nell'autunno del 7 a.C. -
nell'ipotesi della congiunzione planetaria - oppure nel 5 a.C. - nell'ipotesi
dell'esplosione di una "nova", una stella che muore -, e tutto questo
corrisponde ancora una volta a ciò di cui si è parlato sopra, per concordare con
la morte di Erode, che è avvenuta dopo la nascita di Gesù e non
prima.
clicca qui sotto per visitare la
pagina:
Quindi, ricapitolando, se Gesù fosse nato nel 5 a.C. ora il 2008
sarebbe invece il 2013, e quindi il 2012 sarebbe già passato. Se fosse nato nel
7 a.C. saremmo ora, invece che nel 2008 nel 2015, cioè ben 3 anni dopo la
fatidica data! Solo nel caso in cui fosse nato nel 4 a.C. saremmo ora, invece
che nel 2008 nel 2012... Vedremo!
Ma anche in questo caso sorge un altro problema, cioè che
anticamente non si usava l'anno 0, perché questo numero non era ancora
conosciuto e utilizzato. Per cui l'anno della nascita di Gesù, invece di essere
l'anno 0, fu considerato l'anno 1 dopo Cristo, portando tutto il nostro
calendario un anno in avanti rispetto la realtà... In questo caso il 2008
sarebbe il 2013... e ancora una volta il 2012 è già passato!
Qualcuno potrebbe dire che il calendario Maya è precisissimo e non
ha nulla a che vedere con la nascita di Gesù. E' vero che è preciso, ma in
questo caso si fa un parallelo tra il calendario Maya e quello gregoriano, che è
in uso in quasi tutto il mondo occidentale, e quindi ci si ritrova davanti
all'errore commesso da Dionigi, di cui abbiamo parlato
all'inizio.
Credo che invece di preoccuparci per il calendario Maya dovremmo
preoccuparci di ciò che l'uomo sta facendo all'ambiente, distruggendolo a tal
punto da non poter più correre ai ripari!
Dovremmo impegnarci tutti per migliorare il nostro mondo, per
inquinarlo di meno, ognuno a modo suo (visita la pagina
sull'ambiente del sito www.jayanwalter.com ).
C'è però un messaggio che tutti i Maestri, di ogni tradizione e
credo, ci danno: che stiamo per entrare in una "Nuova Era", una
nuova fase della storia dell'umanità, un periodo di pace della durata di
millenni all'interno del grande Kali Yuga (epoca di decadenza e distruzione), e
che, se ci impegneremo nelle pratiche spirituali, nella meditazione, e nelle
azioni umanitarie, potremmo raggiungere lo stato di TOTALE
FELICITA' che è dentro di noi.
Vi vorrei infine invitare a leggere un articolo interessante
pubblicato su NEXUS in cui Carlos Barrios parla del 2012 e del fatto che il
mondo "non finirà" ma ci sarà una grande trasformazione, e questo coincide con ciò che tutti i Grandi Maestri hanno sempre
proclamato, l'avvento dell'Età dell'Illuminazione, in cui sarà più facile
evolvere e raggiungere lo stato di unione con Dio.
Clicca qui sotto:
Quindi non preoccupiamoci per il futuro, non lasciamoci impaurire da
tutti coloro che spaventano inutilmente la gente con allarmi infondati della
fine del mondo, bensì impegnamoci sempre di più per scoprire la nostra vera
natura. Quando saremo fermamente ancorati nel nostro Sé imperituro, nella
coscienza trascendentale, nessuno potrà mai farci del male e nessun evento potrà
distruggerci o farci soffrire... rimarremo per sempre beati, anche nel mezzo di
grandi difficoltà...
OM LOKA SAMASTA SUKINO BAVANTU
(che tutti gli esseri di tutti i mondi siano felici e in
pace)
Jayan Walter
giovedì 27 settembre 2012
Terrorismo di stato in Europa
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