martedì 24 luglio 2012

Coloro che sostengono questo governo


Proposta choc: Btp obbligatori

di Michele Arnese e Paola Pilati
Costringere i cittadini oltre una certa soglia di reddito ad acquistare titoli di Stato a lunga scadenza. A prezzo maggiorato. Insomma, una specie di 'patrimoniale dolce'. E' la ricetta di un think tank internazionale. Sul tavolo di Monti
(23 luglio 2012)
Vittorio GrilliVittorio GrilliHanno studiato i numeri, esaminato le soluzioni, scelto le strategie d'azione. Il loro passaporto è italiano, ma la casacca è quella di alcuni grandi gruppi stranieri che operano nella penisola: multinazionali come il gigante della chimica tedesca Basf, l'americana Cisco produttore di apparati di trasmissione intelligenti, la Hewlett Packard, griffe mondiale delle stampanti. Nel giro dell'inverno hanno periodicamente lasciato le proprie poltrone di amministratori delegati e country manager per affrontare il tema dei temi: come abbattere il debito pubblico italiano. E hanno individuato undici mosse possibili, di diverso impatto ed effetto, che hanno raccolto in un rapporto di 68 pagine e recapitato a fine giugno al governo. Se il gabinetto di guerra che Mario Monti ha appena deciso di costituire per far fronte alle emergenze della crisi lo prenderà in esame, non è ancora dato di sapere. Ma la novità sta nel fatto che un simile esercizio, finora appannaggio di politici ed economisti, sia diventato un tema presente anche nelle agende dell'establishment internazionale. Chiamiamoli pure poteri forti preoccupati del loro business.

Di certo, la grande impresa che guarda all'Italia oggi ha l'immagine di un paese attaccato al polmone d'acciaio con una voce che sussurra insistente: «Lo stiamo perdendo». Per rimetterlo in piedi non bastano il successo personale e le promesse dei big dal capitalismo Usa ottenute da Monti a Sun Valley . Serve una cura drastica di tagli e crescita.

"Come ridurre il debito pubblico italiano: il piano di azione", così si intitola il rapporto, è nato all'interno del network di top manager che si frequenta nell'Ambrosetti Club, articolazione di quella cattedrale dell'intellighenzia economico-politica nazionale e internazionale che è la European House-Ambrosetti (firma i convegni di Cernobbio). Una decina di persone hanno dato vita al gruppo di studio, affiancati da un team di assistenti Ambrosetti, e guidati all'economista Innocenzo Cipolletta come advisor esterno, che ha aiutato a far convergere le diverse visioni soggettive nelle 11 proposte. All'ultima riunione, il 22 giugno, è stato invitato anche il neodirettore generale del Tesoro, Vincenzo Lavia, al quale le proposte - due "choc" per abbattere il debito e nove riforme strutturali su patrimonio pubblico, fisco e spesa pubblica per riattivare la crescita - sono state illustrate e consegnate, complete del loro effetto sui conti. 

Al primo posto c'è ovviamente la dismissione di asset dello Stato. Ma sui proventi da privatizzazioni il team non ha nascosto grandi perplessità: in quanto tempo si faranno, e quanto potranno davvero rendere? Preoccupazione che echeggia anche nelle prime dichiarazioni di Vittorio Grilli da ministro. E quindi? Quindi il team dei manager non ha peli sulla lingua nell'indicare l'unica strada che ritiene efficace. "Un meccanismo di collocamento forzoso di titoli di Stato".

Non una vera patrimoniale, ma una sorta di contributo obbligatorio: i cittadini oltre una certa soglia di reddito sarebbero obbligati a comprare Btp a lunga scadenza (ad esempio a 30 anni) a un valore maggiore rispetto al prezzo di mercato: per esempio a 100 invece di 70, "prestando" quindi allo Stato l'equivalente di 30. «La differenza sostanziale rispetto a una tassa tradizionale, che non prevede la recuperabilità», è scritto nel rapporto, «è che si consente la possibilità di restituzione dell'imposta. Questo intervento consentirebbe inoltre di allungare la scadenza media del debito, spostando nel tempo l'eventuale onere derivante dalla restituzione».

Anche tra i nove interventi strutturali per la crescita c'è un capitolo che riguarda il debito. Si suggerisce, infatti, di aumentare la durata dei titoli di Stato. Soprattutto quando lo stock è elevato, la strategia migliore è quella di allungare il periodo di scadenza, in modo da ridurre l'esposizione:«Tra il 2005 e il 2010 la "duration" del debito è già aumentata da 7 anni a 7,8», osserva il comitato, ma dovrebbe salire ancora di più.

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