Even though we can’t afford, the sky is over. Anche se non ce lo
possiamo permettere, il cielo è sparito. (Serj Tankian, The sky is
over)
Disfacimento
E’ proprio necessario riportare fonti e tradurre articoli per dimostrare
che, se non accadrà un miracolo, il pianeta e l’umanità sono spacciati? Non
occorre elencare i flagelli che stanno colpendo una Terra già fortemente provata
da un modello di “sviluppo” aberrante.
Dalle radiazioni di Fukushima alle diuturne, esiziali operazioni di
geoingegneria
abusiva, dalle contaminazioni di ampie aree a causa
dell’uranio impoverito alle discariche ed agli inceneritori che avvelenano
l'aria, il suolo e le falde acquifere, dal traffico di rifiuti tossici alla
deforestazione, dall’acidificazione degli oceani a causa del rilascio di gas
naturale al deterioramento dell’ozonosfera, dall’estinzione di numerose specie
viventi all’inquinamento elettromagnetico, è tutto una sequela di disastri da
tempo annunciati, invano denunciati.
Gaia sembra ormai una bolgia dantesca. Si respira un’atmosfera da basso
impero: il disfacimento, però, a differenza di quanto accadde nel III secolo,
non è la ripercussione di un concorso di eventi sfavorevoli, quanto il
risultato di un declino programmato in cui le parole d’ordine sono “crisi” e
“devastazione”. Sono ferite inferte ad un’umanità sempre più debole
e disorientata, blandita solleticando un fatuo narcisismo, una mal intesa e
distorta rivendicazione di diritti.
Il gonzo di Firenze
Il sistema agisce per ledere e distruggere, ma sempre
mascherando le sue azioni perverse che sono presentate come benefici: una
campagna per le vaccinazioni, un’iniziativa per “tutelare” l’ambiente, una
raccolta di fondi per compiere ricerche su una “malattia genetica rara”, una
legge per combattere la disoccupazione… Ogni intervento, nel mondo orwelliano in
cui siamo costretti a sopravvivere, va letto al contrario.
Probabilmente lo scenario più agghiacciante, ma
spacciato per mirabolante innovazione a favore dei cittadini, è quello
prospettato dal gonzo di Firenze: costui ha anticipato che presto ogni
italiano riceverà un codice per consentirgli di gestire tutte le esigenze
(rapporti con la pubblica amministrazione, movimenti di denaro, fruizione di
servizi, istruzione…). E’ palese l’intento: digitalizzare l’intero spettro delle
attività per trasformare gli individui in numeri che possono essere cancellati
pigiando un tasto.
Che sia stato un minus habens a preannunciare il marchio, non
cambia la sostanza delle cose, giacché il giullare
tosco è il portavoce di poteri forti, gli
stessi poteri che fomentano conflitti in ogni dove, tramano “rivoluzioni”,
depredano risorse, massacrano intere etnie.
Le loro parole sono di miele, ma il loro
cuore è gonfio di fiele. Dai pulpiti, dalle logge, dalle tribune
essi proclamano a gran voce di volersi adoperare per la pace, per la libertà e
giustizia, ma covano un odio feroce che li sprona a scatenare guerre, a
schiacciare i popoli, a prevaricare.
Una via d’uscita
Il cantante statunitense di origini armene, Serj Tankian, nell’epica
canzone intitolata “The sky is
over” (Il cielo è sparito), grida il suo dolore di
fronte ad un mondo dilaniato in cui i carnefici rovinano paesi ed economie, dove
la noncuranza della massa impedisce e rinvia la presa di coscienza, il semplice
gesto, per dirla con James Hillman, di “guardare in alto”.
“Guardare in alto” non significa solo – ed è già pratica auspicabile – volgere
gli occhi al firmamento per prendere contezza della sua tragica metamorfosi, ma soprattutto
preservare quell’attitudine a vedere oltre le contingenze e la superficie, ad
intraprendere un percorso difficile ma significativo verso un riscatto
risolutivo. E’ un’attitudine del tutto negata a disinformatori vecchi e nuovi,
ai Quisling, ai persecutori a cottimo, ai ciarlatani scientisti. Il loro attuale
successo, il loro ignominioso trionfo, conseguito grazie al sostegno
dell’establisment e ad una corruzione capillare, è caparra di una
disfatta ingloriosa, definitiva.
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