giovedì 16 giugno 2011

Quando fallisce uno Stato

LA FINESTRA SUL MONDO

Grecia: se fallisce uno Stato

A CURA DI DAVIDE AVATI
Posted on 8th giugno 2011 in Commenti e opinioni
Come può fallire uno Stato? Come può una nazione, un insieme di cittadini, essere in bancarotta al punto da non poter più restituire i soldi a chi ha investito in titoli di stato e, in prospettiva, al punto da non poter più pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici (agenti di polizia, soldati, dipendenti statali, insegnanti, medici e infermieri…) e l’erogazione dei servizi essenziali (scuola, sanità, fisco, ordine pubblico…)? E come può essere ridotta a questo punto una nazione europea, uno stato membro dell’Unione come la Grecia? Nelle scorse settimane, il governo ellenico ha varato l’ennesimo piano da lacrime e sangue per evitare la bancarotta: un piano di privatizzazioni da 50 miliardi di euro in quattro anni, con la messa in vendita di alcuni “gioielli” del Paese. Verranno ceduti subito, entro il 2011, le partecipazioni detenute nell’azienda tlc Ote Telecom e della banca postale (Post Bank) quotata sulla Borsa di Atene di cui lo Stato ellenico detiene il 34%. Ma non solo. Verranno messi in vendita anche i porti del Pireo e di Salonicco e sempre a Salonicco si vedrà la messa all’asta della municipalizzata dell’acqua. Il piano anti-bancarotta dovrebbe prevedere nuovi tagli agli stipendi pubblici (già decurtati pesantemente un anno fa), con il possibile licenziamento degli esuberi, e maggiori tasse sui consumi.
Intanto, le agenzie finanziarie internazionali paventano per la Grecia il rischio di ‘default’, di fallimento: una condizione che si verifica quando il Tesoro non è più in grado di restituire i soldi ai risparmiatori che avevano investito in titoli di stato (i nostri Bot, per capirci). La stessa Christine Lagarde, ministro dell’Economia francese in pole position per sostituire Dominique Strauss-Kahn alla guida dell’Fmi, ha dichiarato: ‘’la Grecia è a rischio bancarotta”. Detto da chi dovrebbe a breve decidere se erogare l’ennesimo prestito miliardario alle disastrate casse di Atene, non è un bel segnale.

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