PAPA FRANCESCO I CAMBIA TUTTO, AFFINCHÈ TUTTO RESTI COME È
Di Valerio Bruschini
1) Questa giornata, in cui tutti i mass media italioti gareggiano, per giungere primi al Gran Premio del Vaticano:“Papa, Papa delle mie brame, chi è il più prono del Tuo reame?” , ci sembra la più idonea, per fornire alcuni elementi di riflessione sul Pontificato reale, che sta a quello ideale, dipinto dai suddetti mass media, come il Socialismo reale di Stalin stava al pensiero di Karl Marx.
Ci serviremo non di un testo dell’UAAR, (Unione Atei Agnostici Razionalisti), bensì di un articolo di Sandro Magister , significativamente intitolato “L’ultimo papa re” [1].
2) Volendo, ci potremmo limitare all’introduzione, perché è già tutto il programma:
“Con Francesco il papato è finito in un cono d’ombra.
La luce è tutta per lui, il papa. Non l’istituzione ma la persona” [2].
Tuttavia, essendo affetti da un invincibile masochismo, ci addentriamo nella “selva oscura”.
In barba, a tutte le chiacchiere sulla “francescana” gestione democratica, che doveva rompere in maniera assoluta con quella autoritaria ratzingheriana:
“ Dalle norme canoniche egli si sente libero. In un solo anno ha già derogato sei volte dalla regola ferrea che esige un nuovo miracolo prima che un beato sia proclamato anche santo.
Giovanni XXIII è l’ultimo di questi sei.
Francesco voleva a tutti i costi che Giovanni Paolo II fosse canonizzato non da solo, ma bilanciato da un altro papa con un diverso profilo, meno guerresco, più misericordioso” [3].
Su quest’ultima affermazione, ci riserviamo una considerazione, che esporremo alla fine, per condividere subito con tutte/i il buonumore, che suscitano queste due righe:
“E così sarà fatto, domenica 27 aprile.
La congregazione per le cause dei santi si è inchinata al suo volere e ha simulato di aver chiesto lei a Francesco la deroga, subito benevolmente concessa” [4].
Un altro illuminante esempio della “spintaneità”, che caratterizza l’attuale corte pontificia è il seguente:
“Anche il cardinale Angelo Bagnasco, che ancora figura come presidente della conferenza episcopale italiana, ha domandato a Francesco che sia lui, il papa, a tenere il discorso inaugurale all’assemblea plenaria dei vescovi convocata a maggio, cosa che nessun pontefice ha mai fatto.
La richiesta del cardinale, si è letto nel comunicato ufficiale, “ha incontrato la pronta disponibilità del Santo Padre, che ha confidato di aver avuto in animo la medesima intenzione”.
Infatti. Si sapeva da almeno un mese che Francesco aveva deciso così” [5].
Come non rimaner commossi di fronte a questa corrispondenza d’amorosi e santi sensi?
3) Sicuramente, l’ipocrisia, da due millenni ombra del Papato, continua a celebrare i suoi trionfi,
producendo effetti comici di tutto rispetto:
“Da quando lui è papa la CEI è come annichilita.
Francesco ha chiesto ai vescovi italiani di dirgli come preferirebbero che avvenga la nomina del loro presidente e del segretario, se ad opera del papa, come è sempre stato in Italia, o con libere votazioni come avviene in tutti gli altri paesi.
Capita l’antifona, l’intenzione di quasi tutti i vescovi è di lasciare la nomina al papa.
E se proprio egli vorrà che vi sia prima una votazione consultiva, la si farà, ma in segreto e senza spoglio delle schede.
Le si consegneranno al papa ancora chiuse e lui ne farà quello che vuole” [6].
“ Tu chiamale se vuoi emozioni
… della Democrazia francescana …”.
Pertanto, saggiamente afferma Magister:
“La CEI è la smentita vivente dei propositi di decentramento e “democratizzazione” della Chiesa attribuiti a Jorge Mario Bergoglio” [7].
4) In quale settore, invece, l’inflessibile Francesco I non ha apportato cambiamenti ed è rimasto impalato sull’attenti?
Elementare, Watson ! Quello da cui proviene l’aureo e sacro fiume della pecunia:
“Viceversa, se si sposta lo sguardo dentro le mura vaticane, capita di trovare sempre in sella e con tutti gli onori dei tipi che in qualunque altra azienda sarebbero stati spediti via da un pezzo.
Sono i membri del consiglio di sovrintendenza dello IOR, l’americano Carl Anderson, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, lo spagnolo Manuel Soto Serrano e l’italiano Antonio Maria Marocco.
Sono cioè la banda dei quattro che il 24 maggio 2012, con la benedizione del cardinale Tarcisio Bertone, defenestrò brutalmente l’allora presidente dell’istituto finanziario vaticano Ettore Gotti Tedeschi, uomo di punta del rinnovamento, per far blocco invece con la vecchia guardia rappresentata dai due direttori Paolo Cipriani e Massimo Tulli, nonostante le incombenti indagini giudiziarie che costrinsero entrambi l’anno dopo a ingloriose dimissioni.
Oggi Cipriani e Tulli sono sotto processo da parte della magistratura italiana, che ha invece riconosciuto impeccabile la condotta di Gotti Tedeschi.
Ma i quattro del board sono sempre lì come nulla fosse accaduto.
Non solo. È anche da loro quattro che Francesco ha accolto il consiglio di tenere in vita lo IOR – nel mesi scorsi dato più volte per moribondo dallo stesso papa – e di farlo operare come da loro indicato” [8].
Il più anticlericale dei nostri amici non sarebbe riuscito a dipingere un quadro più persuasivamente devastante di questo del presunto “Nuovo Corso Francescano”.
5) Conclude Magister:
“Il nuovo corso di papa Bergoglio è ancora tutto da decifrare” [9].
A questo riguardo, noi ci permettiamo di offrire una chiave interpretativa.
Proprio ieri, pur essendo sicuramente molto affaccendato, poiché non capita tutti i giorni di
santificare ben due Papi, Francesco I ha trovato il tempo di ricevere in Vaticano il molto sedicente Premier ucraino, Arseniy Yatseniuk.
Alle “anime belle”, che, negli ultimi vent’anni, hanno sponsorizzato tutti i “bombardamenti umanitari”, finalizzati al ripristino della “Democrazia violata ed offesa”, ricordiamo che il suddetto Premier è a capo di un Governo, che ha rovesciato quello democraticamente eletto dalla popolazione, che per fare questo è ricorso all’aiuto, in armi e denaro, straniero, cosicché, in ogni Paese, i componenti di questo Governo installato, come al solito, dagli Stati Uniti, verrebbero messi, come minimo in galera.
Infine, questo Governo è espressione anche di forze politiche, che, “molto delicatamente”, si richiamano al Nazismo, anche se i “Sempre molto Democratici” Governanti europei fanno finta di nulla.
Pertanto, nel ricevimento di questo avventuriero in Vaticano, non c’è nulla da decifrare, è sufficiente avere il coraggio di guardare in faccia la realtà.
NOTE
[1] Magister Sandro, ” L’ultimo papa re”, “L’Espresso”, 25 Aprile 2014 .
Pure le note successive rimandano a brani di questo articolo.
Ci serviremo non di un testo dell’UAAR, (Unione Atei Agnostici Razionalisti), bensì di un articolo di Sandro Magister , significativamente intitolato “L’ultimo papa re” [1].
2) Volendo, ci potremmo limitare all’introduzione, perché è già tutto il programma:
“Con Francesco il papato è finito in un cono d’ombra.
La luce è tutta per lui, il papa. Non l’istituzione ma la persona” [2].
Tuttavia, essendo affetti da un invincibile masochismo, ci addentriamo nella “selva oscura”.
In barba, a tutte le chiacchiere sulla “francescana” gestione democratica, che doveva rompere in maniera assoluta con quella autoritaria ratzingheriana:
“ Dalle norme canoniche egli si sente libero. In un solo anno ha già derogato sei volte dalla regola ferrea che esige un nuovo miracolo prima che un beato sia proclamato anche santo.
Giovanni XXIII è l’ultimo di questi sei.
Francesco voleva a tutti i costi che Giovanni Paolo II fosse canonizzato non da solo, ma bilanciato da un altro papa con un diverso profilo, meno guerresco, più misericordioso” [3].
Su quest’ultima affermazione, ci riserviamo una considerazione, che esporremo alla fine, per condividere subito con tutte/i il buonumore, che suscitano queste due righe:
“E così sarà fatto, domenica 27 aprile.
La congregazione per le cause dei santi si è inchinata al suo volere e ha simulato di aver chiesto lei a Francesco la deroga, subito benevolmente concessa” [4].
Un altro illuminante esempio della “spintaneità”, che caratterizza l’attuale corte pontificia è il seguente:
“Anche il cardinale Angelo Bagnasco, che ancora figura come presidente della conferenza episcopale italiana, ha domandato a Francesco che sia lui, il papa, a tenere il discorso inaugurale all’assemblea plenaria dei vescovi convocata a maggio, cosa che nessun pontefice ha mai fatto.
La richiesta del cardinale, si è letto nel comunicato ufficiale, “ha incontrato la pronta disponibilità del Santo Padre, che ha confidato di aver avuto in animo la medesima intenzione”.
Infatti. Si sapeva da almeno un mese che Francesco aveva deciso così” [5].
Come non rimaner commossi di fronte a questa corrispondenza d’amorosi e santi sensi?
3) Sicuramente, l’ipocrisia, da due millenni ombra del Papato, continua a celebrare i suoi trionfi,
producendo effetti comici di tutto rispetto:
“Da quando lui è papa la CEI è come annichilita.
Francesco ha chiesto ai vescovi italiani di dirgli come preferirebbero che avvenga la nomina del loro presidente e del segretario, se ad opera del papa, come è sempre stato in Italia, o con libere votazioni come avviene in tutti gli altri paesi.
Capita l’antifona, l’intenzione di quasi tutti i vescovi è di lasciare la nomina al papa.
E se proprio egli vorrà che vi sia prima una votazione consultiva, la si farà, ma in segreto e senza spoglio delle schede.
Le si consegneranno al papa ancora chiuse e lui ne farà quello che vuole” [6].
“ Tu chiamale se vuoi emozioni
… della Democrazia francescana …”.
Pertanto, saggiamente afferma Magister:
“La CEI è la smentita vivente dei propositi di decentramento e “democratizzazione” della Chiesa attribuiti a Jorge Mario Bergoglio” [7].
4) In quale settore, invece, l’inflessibile Francesco I non ha apportato cambiamenti ed è rimasto impalato sull’attenti?
Elementare, Watson ! Quello da cui proviene l’aureo e sacro fiume della pecunia:
“Viceversa, se si sposta lo sguardo dentro le mura vaticane, capita di trovare sempre in sella e con tutti gli onori dei tipi che in qualunque altra azienda sarebbero stati spediti via da un pezzo.
Sono i membri del consiglio di sovrintendenza dello IOR, l’americano Carl Anderson, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, lo spagnolo Manuel Soto Serrano e l’italiano Antonio Maria Marocco.
Sono cioè la banda dei quattro che il 24 maggio 2012, con la benedizione del cardinale Tarcisio Bertone, defenestrò brutalmente l’allora presidente dell’istituto finanziario vaticano Ettore Gotti Tedeschi, uomo di punta del rinnovamento, per far blocco invece con la vecchia guardia rappresentata dai due direttori Paolo Cipriani e Massimo Tulli, nonostante le incombenti indagini giudiziarie che costrinsero entrambi l’anno dopo a ingloriose dimissioni.
Oggi Cipriani e Tulli sono sotto processo da parte della magistratura italiana, che ha invece riconosciuto impeccabile la condotta di Gotti Tedeschi.
Ma i quattro del board sono sempre lì come nulla fosse accaduto.
Non solo. È anche da loro quattro che Francesco ha accolto il consiglio di tenere in vita lo IOR – nel mesi scorsi dato più volte per moribondo dallo stesso papa – e di farlo operare come da loro indicato” [8].
Il più anticlericale dei nostri amici non sarebbe riuscito a dipingere un quadro più persuasivamente devastante di questo del presunto “Nuovo Corso Francescano”.
5) Conclude Magister:
“Il nuovo corso di papa Bergoglio è ancora tutto da decifrare” [9].
A questo riguardo, noi ci permettiamo di offrire una chiave interpretativa.
Proprio ieri, pur essendo sicuramente molto affaccendato, poiché non capita tutti i giorni di
santificare ben due Papi, Francesco I ha trovato il tempo di ricevere in Vaticano il molto sedicente Premier ucraino, Arseniy Yatseniuk.
Alle “anime belle”, che, negli ultimi vent’anni, hanno sponsorizzato tutti i “bombardamenti umanitari”, finalizzati al ripristino della “Democrazia violata ed offesa”, ricordiamo che il suddetto Premier è a capo di un Governo, che ha rovesciato quello democraticamente eletto dalla popolazione, che per fare questo è ricorso all’aiuto, in armi e denaro, straniero, cosicché, in ogni Paese, i componenti di questo Governo installato, come al solito, dagli Stati Uniti, verrebbero messi, come minimo in galera.
Infine, questo Governo è espressione anche di forze politiche, che, “molto delicatamente”, si richiamano al Nazismo, anche se i “Sempre molto Democratici” Governanti europei fanno finta di nulla.
Pertanto, nel ricevimento di questo avventuriero in Vaticano, non c’è nulla da decifrare, è sufficiente avere il coraggio di guardare in faccia la realtà.
NOTE
[1] Magister Sandro, ” L’ultimo papa re”, “L’Espresso”, 25 Aprile 2014 .
Pure le note successive rimandano a brani di questo articolo.
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