sabato 26 maggio 2018

La manipolazione invisibile

Tra sorveglianza, propaganda e controllo tecnologico: una manipolazione invisibile ormai onnipresente

Tra sorveglianza, propaganda e controllo tecnologico: una manipolazione invisibile ormai onnipresente

La manipolazione invisibile 

«Un governo del terrore funziona nel complesso meno bene del governo che, con mezzi non violenti, manipola l’ambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini donne e bambini». Così scriveva Aldous Huxley in Ritorno al Mondo Nuovo, spiegando la differenza tra il modello di dittatura dolce che si esercita nelle società democratiche e quello sadico e violento che ritroviamo nelle dittature vere e proprie e il cui modello letterario è stato perfettamente riprodotto da George Orwell in 1984.
Sebbene la coscienza della maggior parte delle persone “rifugga” all’idea che un potere esterno possa avere un tale ascendente sulle proprie scelte da poterle condizionare, la scienza della manipolazione si è fatta con i decenni e con la attuale società di massa sempre più sofisticata e capillare.
Si tratta ovviamente di un potere che, a differenza di quello dei secoli passati, risulta efficace soprattutto se rimane “nell’ombra”. Non a caso Edward Bernays – considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni – parlava già nel lontano 1928 di un «potere invisibile che dirige veramente il paese [gli USA]» .

Sorveglianza, propaganda e controllo tecnologico

Quello che cambia nell’attuale società rispetto a quella immaginata ad esempio da Orwell, è che il controllo sociale, grazie da un lato alla sorveglianza tecnologica e dall’altro a tecniche di propaganda sempre più sofisticate, si è reso invisibile, permanente e capillare e investe tutti in quello che il sociologo Marshall McLuhan ha denominato il “villaggio globale”.
Oggi, grazie a una fitta rete di controllo  che avviene grazie al web, ogni individuo può spiare il prossimo arrivando persino a “segnalarlo” e a tradirlo schierandosi di fatto col potere invisibile (come nei regimi). Tutti controllano tutti e di fatto si mantiene l’ordine anche grazie all’omologazione dei cittadini che non si rendono conto di essere solo le pedine di uno schema di controllo più grande di loro. 

Opinion makers: manipolatori a pagamento

Normalmente si pensa che questo potere di manipolare le masse sia concentrato nelle mani della televisione, ma quest’immagine è giusta solo in parte: il primo passaggio della manipolazione di massa, infatti, avviene manipolando i manipolatori: ovvero “creando le élite” destinate a loro volta a diffondere un certo tipo di messaggio: artisti, scrittori, musicisti, star, opinion makers, studiosi e scienziati.
Alle volte questo processo è addirittura pagamento. E gli opinion makers diventano dei meri mercenari…
Che non si tratti di mera speculazione lo conferma un articolo pubblicato il 16 novembre scorso su «Il Sole 24 Ore» a firma di Nicola Borzi, che ha svelato la l’esistenza di molti conti bancari dei servizi segreti – l’Aisi in questo caso – dentro la Banca Popolare di Vicenza.
L’inchiesta svela anche l’obiettivo di questa liquidità dei servizi segreti: finanziare chi dà una mano all’attività dei servizi. Chi sono costoro?
Tra questi, leggiamo nell’articolo, «Ci sono giovani autori e registi di fortunatissimi programmi di infotainment di tv nazionali private, conduttori di trasmissioni di successo sulla radio pubblica, fumettisti vicini al mondo dei centri sociali». Si conferma così l’attenzione dei servizi segreti verso soggetti che avrebbero il compito di “influenzare” l’opinione pubblica in cambio di una ricompensa monetaria… Una verità inconfessabile che ancora molti, troppi, si rifiutano di accettare.
di Enrica Perucchietti: laureata col massimo dei voti alla Facoltà di Lettere e Filosofia, vive e lavora a Torino come giornalista e scrittrice. È autrice di numerose pubblicazioni. Per Uno editori: "NWO - New World Order", "Utero in affitto" e "Le origini occulte della musica. VOL 1-2-3".

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