martedì 26 settembre 2017

Gli alimenti Radio-Zombie

Gli alimenti Radio-Zombie di Maria Heibel, Paolo De Santis e Roberto Germano http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=127227&typeb=0&gli-alimenti-radio-zombie 
Il nostro organismo è lentamente, ma inesorabilmente, indebolito e intossicato da un cibo sempre più lontano da quello naturale, includendo anche molto di quello etichettato come biologico. Siamo consapevoli di ciò che quotidianamente mangiamo? Noi umani siamo animali e, come tali, siamo organismi eterotrofi, non in grado cioè di sintetizzare, a partire dal mondo minerale, i nutrienti necessari alla nostra vita. Abbiamo quindi bisogno di alimenti che provengano da altri organismi viventi del regno vegetale e animale. All’inizio della sua storia evolutiva, l’Homo si nutriva principalmente di frutta, e occasionalmente di larve e molluschi, come fanno tuttora gli scimpanzé e i bonobo. L’aver appreso a nutrirsi delle carcasse lasciate dai predatori, e successivamente aver imparato a cacciare, gli ha permesso di alimentarsi anche quando c’era scarsità del suo cibo di elezione, e questo gli ha fornito un grande vantaggio competitivo sulle altre specie. Ma la scoperta che forse più di tutte gli ha permesso di dominare sulle altre specie animali è stata la cottura dei cibi, grazie alla quale ha potuto utilizzare nutrienti concentrati, quali i carboidrati complessi dei cereali, che sono assimilabili dall’organismo solo dopo cottura. Questa tecnica ha aumentato per l’Homo erectus la disponibilità di alimenti utili, riducendo quindi il tempo necessario a procurarsi il cibo. Inoltre, i carboidrati complessi presenti nei cereali forniscono un apporto calorico elevato che dura parecchie ore, e ciò gli ha consentito di dedicarsi a varie attività creative per una consistente parte del giorno. Si ritiene che proprio questo tempo libero guadagnato con la cottura degli alimenti sia stato alla base della forte crescita del suo cervello.1 Tutto però lascia pensare che l’Homo sapiens del XXI secolo che abita nei paesi ricchi, non debba più la sua crescita intellettuale alla disponibilità di tempo dovuta al fatto di poter cuocere i cibi. Anzi, il fatto di essere dipendente da tecnologie che sono ormai divenute appendici del proprio corpo - si pensi all’uso dell’auto, del telefono, del computer e della TV - fa sì che spesso, in una buona percentuale di casi, oltre ai muscoli, anche il cervello sia lasciato in ozio durante il tempo libero.
L’importanza dei cibi crudi Ma, anche nella preistoria, la cottura degli alimenti non esonerava affatto l’Homo erectus dal dover mangiare frutta e verdure crude. Il motivo di ciò risiede nel fatto che molti nutrienti essenziali, tra cui vitamine, enzimi vegetali e microorganismi (il microbiota umano), si trovano esclusivamente negli alimenti crudi. Sappiamo come questa necessità sia stata cruciale, e quante vittime abbia causato, nei lunghi viaggi per nave che seguirono alla scoperta dell’America. Per quanto riguarda il microbiota umano, sappiamo anche che il suo ruolo è essenziale in molti processi metabolici, e che esso svolge una funzione fondamentale per il sistema immunitario dell’organismo. L’uomo di oggi ha forse il problema opposto rispetto all’Homo erectus: arriva spesso ad avere problemi di salute fisica, proprio perché mangia troppo cibo cotto e disattende spesso la necessità d’inserire nella sua dieta una buona percentuale di vegetali crudi. Questo problema si somma al costante deterioramento della qualità degli alimenti, che ormai non risponde più alle esigenze fisiologiche del consumatore - spesso male informato e manipolato dai media - ma quasi esclusivamente agli interessi dei produttori e dei distributori. E il motivo di ciò è in gran parte dovuto alla mancanza di consapevolezza delle persone su un argomento cruciale che riguarda il loro quotidiano. Da questa esigenza, deriva anche la necessità di sapere se le mele che compriamo dal fruttivendolo siano crude o meno - sì avete capito bene, non è uno scherzo, anche se per il momento è sperabile che almeno le mele prodotte in Italia non siano ancora travolte dall’ondata di orrori che stiamo per descrivere. Il fatto sorprendente e inquietante è che molti degli alimenti che compriamo pensando che siano crudi, quindi con i loro nutrienti vivi, hanno invece subito un processo indicato eufemisticamente come “pastorizzazione a freddo”, ovvero l’irraggiamento degli alimenti con radiazioni ionizzanti. Il risultato del quale è trasformare un alimento vivo in un alimento morto. In molti casi, è facile capire se il prodotto che abbiamo comprato è vivo o no, in altri casi i test da fare sono più complicati, e spesso non alla portata del consumatore medio. Questo, secondo noi, è di per sé un fatto gravissimo, perché riguarda un tema importante come l’alimentazione, e perché pensiamo che le persone debbano essere informate e scegliere consapevolmente e liberamente quale cibo comprare. Ma, come vedremo più avanti, i problemi purtroppo non finiscono qui.
Le radiazioni nucleari sono entrate prepotentemente, ma in sordina, nel mercato alimentare Sapere se la banana che compriamo - e la banana è oggi uno degli alimenti più colpiti dalla “pastorizzazione a freddo” - è bollita o no è indubbiamente una questione importante ma, se si trattasse di un problema di semplice cottura in acqua, sappiamo anche che non esistono rischi visto che, come abbiamo detto, quello che cambia in un alimento cotto, rispetto allo stesso alimento crudo, sono le caratteristiche nutrizionali, senza altri possibili effetti dannosi. Altro discorso sarebbe invece una cottura alla brace che, con le alte temperature, può produrre molecole ad alto rischio per la salute. Nel caso della “pastorizzazione a freddo”, gli alimenti sono trattati con radiazioni elettromagnetiche ionizzanti, provenienti dagli isotopi radioattivi Cobalto 60 (radiazione gamma con un’energia di 1,3 MeV)2 - di gran lunga il più usato - e Cesio 137 (radiazione gamma con un’energia di 0,66 MeV). Oppure con radiazione X di alta energia (10 MeV). Un altro tipo di trattamento avviene con fasci di elettroni accelerati con energia di 5 MeV. Diciamo ora come avviene il processo, quali modifiche apporta ai prodotti trattati, e su quale normativa internazionale si basa questa vasta e inquietante operazione.

Una banana biologica Fairtrade al “giusto punto di maturazione” e uno spicchio d’aglio fotografato in dicembre, quando avrebbe dovuto essere in piena fase di germogliamento.
La parte centrale della banana sembra cotta e il germoglio dell’aglio è chiaramente morto. Il sapore della banana è poco gradevole, quasi di muffa. L’odore dell’aglio è decisamente ripugnante.
Dal Rapporto sui cibi irradiati dell’Istituto Superiore della Sanità: “[… omissis] … Per quanto riguarda i caratteri organolettici, si manifestano variazioni di colore, odore, sapore e consistenza dovute essenzialmente alle trasformazioni indotte dalle radiazioni sui costituenti dell’alimento. I raggi gamma provocano reazioni di ossidazione e riduzione, polimerizzazioni con liberazione di acido solfidrico e formazione di vari solfuri organici, probabilmente derivati dal glutatione, responsabili di odori sgradevoli. [… omissis] …”
Citato in www.pieronuciari.it/wp/lirraggiamento-degli-alimenti-e-la-tutela-dei-consumatori/
Gli alimenti sono portati presso una stazione di trattamento, posti su un nastro trasportatore, che passa all’interno di una camera opportunamente schermata, nella quale vengono irradiati ricevendo una dose di radiazione che dipende dal tipo di alimento, secondo quanto stabilito da minuziose norme, emesse dalla Codex Alimentarius Commission di cui parleremo più avanti. Le motivazioni, apertamente espresse per giustificare questo orribile procedimento, sono diverse per i diversi prodotti e riguardano la eliminazione di batteri per le carni, di uova d’insetto e larve per i prodotti secchi - come spezie, erbe aromatiche, cereali, legumi e frutta secca - e l’inibizione del germogliamento nei bulbi, nei tuberi e nei frutti freschi. Anche se l’eliminazione di pericolosi parassiti e patogeni viene indicata come un grande beneficio per il consumatore, lo scopo centrale - apertamente dichiarato - per produttori e distributori è quello di prolungare la vita commercialmente utile del prodotto (indicata in inglese come shelf life). Poi ci sono naturalmente gli interessi della opulenta industria nucleare che con questi trattamenti può invadere un altro appetitoso settore civile, oltre a quello delle centrali a fissione, delle attrezzature mediche per radioterapia e degli impianti di “sicurezza” negli aeroporti. E il business degli alimenti sembra essere grande, perché negli ultimi 10 anni sono nati nel mondo migliaia di nuovi impianti. Nell’ambito della normativa europea, che consente l’irraggiamento di 60 prodotti alimentari, ci risulta che l’Italia abbia autorizzato soltanto il trattamento anti-germogliamento per agli, cipolle e patate, oltre alla sterilizzazione per erbe aromatiche, spezie e condimenti vegetali essiccati. Non ci aspetteremmo quindi di trovare nei negozi e nei supermercati frutta o fagioli secchi irradiati. E invece, non solo ne troviamo in grande quantità, perfino nei negozi che vendono esclusivamente alimenti biologici, ma essi sono sistematicamente venduti senza la etichettatura prescritta per legge, e quindi senza che chi compra possa liberamente scegliere fra un prodotto vivo e uno irradiato. Ma non dobbiamo meravigliarci di trovare tanti alimenti irradiati dato che, anche ammettendo che i produttori italiani rispettino i limiti imposti sui prodotti nazionali, l’Italia importa ormai un’altissima percentuale di prodotti alimentari. E la cosa più allarmante è che questo fenomeno è andato crescendo fortemente negli ultimi anni, in maniera nettamente visibile nel caso della frutta importata, e in maniera meno visibile, ma facilmente riscontrabile, nel caso di legumi secchi importati.
Le trasformazioni in un alimento irradiato e il principio di precauzione È importante a questo punto cercare di capire quali sono le possibili trasformazioni che l’irraggiamento può apportare agli alimenti, in particolare a quelli vivi. L’approccio “scientifico” alla questione è decisamente empirico e riduzionista e, guarda caso, attento agli interessi delle corporazioni del Big Food: si limita a controllare la dose di radiazione assorbita e i danni totali causati ai “nemici” che si vogliono distruggere, quali batteri, insetti ed embrioni vegetali, sui quali si è usata la stessa precisione e delicatezza che un bombardiere avrebbe su un obiettivo militare. È probabile che chi legge possa trovarsi d’accordo sul fatto che i “cattivi” batteri vadano comunque eliminati, e che si preoccupi principalmente degli effetti collaterali di questo bombardamento. A questo punto, ci corre l’obbligo di spezzare una lancia a favore dei tanto vituperati e perseguitati batteri, per la lotta ai quali è stata addirittura creata la categoria farmacologica degli antibiotici. L’organismo di una persona adulta sana è costituito da circa 30 mila miliardi di cellule, e contiene circa 40 mila miliardi di batteri3. Questi ultimi, costituiscono il microbiota umano, indispensabile alla vita dell’organismo, ogni squilibrio del quale arriva a causare gravi patologie. Siamo ancora sicuri che i batteri siano così cattivi? L’idea, che il pensiero dominante ha installato nelle nostre menti, è che si debba dare la caccia al batterio, come il responsabile di quasi tutte le patologie, così come si deve combattere il terrorista islamico, responsabile dei mali del pianeta. Il benessere non si raggiunge con la distruzione dei batteri, ma con il raggiungimento di una convivenza equilibrata fra le specie, e a questo equilibrio provvedono la corretta alimentazione e lo stesso organismo. Nel caso poi dell’irraggiamento finalizzato a ritardare il processo di maturazione nella frutta e di germogliamento nei bulbi, il fatto che le radiazioni rompano in modo innaturale e imprevedibile le macromolecole di un sistema biologico, interrompendo i processi biochimici in corso, è presentato come un fatto privo di conseguenze. Ma la domanda è: si conoscono le conseguenze per la persona che si ciberà di quegli alimenti le cui molecole sono state macellate dalle radiazioni, producendo mostruosi cataboliti che, ammesso che esistano in natura, sono di certo molto rari, che probabilmente il sistema immunitario del malcapitato organismo non riconoscerà, e che sarà quindi costretto ad attaccare come corpi estranei? Dove diavolo è finito il principio di precauzione?
Le istituzioni mondiali che vegliano sulla nostra salute A questo punto, ci si chiede su quale normativa internazionale si basi tutta questa scellerata operazione. La Codex Alimentarius Commission (CAC), creata nel 1963 da FAO e OMS allo scopo dichiarato “di proteggere la salute dei consumatori e assicurare la correttezza degli scambi internazionali di alimenti” ha oltre 20 comitati di esperti ed emette periodicamente rapporti in cui sono fissate e aggiornate le normative. Ma tutto lascia intendere che la CAC (nomen omen!) si preoccupi molto più del business commerciale che della salute dei consumatori. Molto attenta a questioni irrilevanti - come si legge su Wikipedia - del tipo «i canoni che stabiliscono quando un pesce può portare l'etichetta ‘sardina’, o quanto burro di cacao deve essere presente nel cioccolato perché sia ‘vero’ cioccolato, o ancora quanta buccia può essere tollerata in una scatola di ‘pomodori pelati’ interi». Invece, quando si tratta di applicare l’ovvio principio di precauzione su questioni cruciali, quale ad esempio la presenza di diserbanti e dei loro metaboliti negli alimenti, la CAC è sistematicamente ancorata alla visione mainstream, a sua volta ampiamente controllata dalle multinazionali degli alimenti. Per esempio, non vengono presi in seria considerazione l’inquinamento da glifosato e quello da alluminio che, come è stato ampiamente dimostrato in esaurienti lavori scientifici4, sono correlati direttamente a gravi malattie neuro degenerative che iniziano proprio con una grave disbiosi, cioè con una perdita dell’equilibrio del microbiota umano. Questa poca attenzione da parte della CAC è tanto più sospetta, a fronte di una dilagante pandemia di disbiosi umana e animale, testimoniata da un aumento vertiginoso di malattie come Candidosi, Celiachia, Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS), Morbo di Crohn, Morbo di Alzheimer, Autismo5. Inoltre, tutti questi dati epidemiologici risultano in perfetta correlazione con un mercato dei probiotici in crescita del 10% l’anno6. Quindi siamo di frontesimultaneamente a: (1) patologie gravi imputabili ad alterazioni del microbiota intestinale; (2) presenza sempre più massiccia nell’ambiente e in agricoltura di sostanze tossiche che inducono la disbiosi intestinale; (3) forte crescita del mercato dei probiotici, come risposta - solo di una parte di consumatori e medici attenti e consapevoli – alle patologie di cui al punto (2). Ci si aspetterebbe, da una commissione mondiale di esperti che dice di perseguire la salute dei consumatori, che si cominciassero a studiare queste correlazioni e a mettere in discussione l’uso di certe tecniche agricole e di trattamento degli alimenti. Invece, su questi punti, dalla CAC vengono solo rassicurazioni. Come abbiamo potuto vedere nella vicenda dell’autorizzazione in ambito europeo per l’uso del glifosato, tutto si è giocato sul dilemma “cancerogeno sì / cancerogeno no”, come se la parola cancerogeno avesse un significato scientificamente compiuto, e come se l’unico rischio concreto fosse il cancro, le malattie neuro degenerative essendo nella visione di Bruxelles problemi secondari7
Il possibile rischio di ingerire alimenti radioattivi Ma, oltre a tutti i rischi citati e ampiamente sottovalutati dalla CAC, dobbiamo citarne un altro, forse remoto, ma ancora più grave e terrificante, sul quale la società civile dovrebbe chiedere alle autorità competenti che venga immediatamente aperta un’indagine e siano fatte tutte le necessarie verifiche. Parliamo di possibili reazioni di fissione nucleare negli alimenti trattati, impossibili da verificarsi come effetto degli irraggiamenti gamma, ma che potrebbero essere indotte dalla eventuale presenza, nella sorgente, di scorie radioattive che emettano neutroni ad alta energia. In questo caso, non si avrebbero solamente i danni - pur gravissimi e ancora tutti da studiare - a livello biochimico, ma si arriverebbe alla possibile trasmutazione o rottura di nuclei, con la formazione di radionuclidi, che noi ingeriremmo con gli alimenti. Anche se il fenomeno fosse di piccolissima entità, vanno tenuti presenti gli effetti letali derivanti dall’ingestione di quantità, anche infime, di isotopi radioattivi. Sappiamo che il Cobalto 60 è un radioisotopo artificiale, volutamente prodotto in speciali reattori dalla trasmutazione del Cobalto 59, ma sappiamo anche che piccole quantità di Co-60 si trovano nelle scorie dei reattori nucleari, come sottoprodotto non voluto dell’attivazione di isotopi del ferro. E non possiamo escludere che, con l’aumento del business delle sorgenti di Co-60, si possa tendere ad introdurre intenzionalmente del Co-59 in un grande reattore per la produzione di energia, al fine di avere una produzione a basso costo di questo radioisotopo. A questo punto, come essere sicuri a priori che un Co-60 così prodotto sia esente da scorie contenenti radionuclidi che emettono neutroni in grado di indurre una fissione nei nuclei dell’alimento? Anche se questa ipotesi può apparire eccessiva, non è affatto campata in aria, visto che a gestire questo traffico di impianti mortiferi sono delle multinazionali che, notoriamente, per aumentare il fatturato, praticano tutto il possibile, e spesso anche l’impossibile.
Quali speranze abbiamo? Giunti a questo punto, a chi ci abbia pazientemente seguito fin qui sorge spontanea una domanda, peraltro ormai sistematicamente ricorrente: di fronte a questo ennesimo scenario disperante, che fare? Se l’ambizione è quella di risolvere il problema alla fonte, allora forse non c’è molto da dire e da sperare. Si deve, anche per questo nuovo attacco contro la società civile, cominciare con tenacia una lotta dura e difficile ma sacrosanta, così come hanno fatto molti gruppi di cittadini coraggiosi per la TAV, il MUOS, gli OGM, i vaccini, i diserbanti. Ma in questo caso, potremmo perseguire un primo obiettivo, efficace e molto meno ambizioso, usando quei residui di democrazia formale che ancora ci restano a disposizione - e che l’eventuale entrata di un TTIP domani ci toglierebbe – per chiedere che la normativa italiana di etichettare i prodotti irradiati sia rigorosamente rispettata. A quel punto, se riuscissimo a vedere soddisfatte le nostre richieste, certo non avremo fermato lo scempio sugli alimenti, ma potremmo almeno scegliere cosa mangiare e non mangiare. E se, usando i media a nostra disposizione, saremo stati così bravi da dare il giusto risalto a questa azione, diffondendola viralmente, in modo da rendere consapevole la società civile su un problema così cruciale, allora potremo anche sperare che molti consumatori ci seguano e che il mercato degli alimenti radio-Zombie abbia una sostanziale caduta, che scoraggi gli artefici di questi orrori dal continuare il loro business. Sarebbe una vittoria della democrazia diretta e della ragione sulla barbarie che le multinazionali ci infliggono con l’appoggio dei nostri governanti compiacenti. E sarebbe, una volta tanto, una vittoria della mano invisibile del mercato buono - quello inusuale dei consumatori consapevoli – sul Washington Consensus. Così Adam Smith potrebbe, per una volta, riposare in pace nella sua tomba.
Note
1) “Metabolic constraint imposes tradeoff between body size and number of brain neurons in human evolution” pubblicato dalla National Academy of Sciences USA – http://www.pnas.org/content/109/45/18571 e ripreso in lingua italiana da Le Scienze – “L'evoluzione del cervello? Tutto merito della cottura” – http://www.lescienze.it/news/2012/10/24/news/ dimensioni_cervello_uomo_metabolismo_evoluzione-1325568/?refresh_ce  
2) MeV sta per Mega-elettron-Volt ed è un’unità di misura dell’energia che si usa nelle reazioni su scala atomica e nucleare. La lunghezza d’onda di una radiazione elettromagnetica è tanto minore, quanto maggiore è la sua energia. Nel caso del Co-60 che emette un raggio gamma di 1,3 MeV la lunghezza d’onda è circa 1 pm, ovvero un miliardesimo di millimetro.
3) National Geographic Italia: “Quanti batteri abbiamo in corpo?” http://www.nationalgeographic.it/scienza/2016/01/15/news/ quante_cellule_ci_sono_nel_corpo_umano_-2928794/?refresh_ce
4) “Aluminum and Glyphosate Can Synergistically Induce Pineal Gland Pathology: Connection to Gut Dysbiosis and Neurological Disease”, Agricultural Sciences, 2015, 6, 42-70. Disponibile in inglese su: http://dx.doi.org/10.4236/as.2015.61005
5) A titolo di esempio, si veda un recente lavoro sul legame tra morbo di Alzheimer e disbiosi intestinale: “Role of gut microbiota and nutrients in amyloid formation and pathogenesis of Alzheimer disease” https://www.researchgate.net/publication/ 308179725_Role_of_gut_microbiota_and_nutrients_in_amyloid_formation_and_pathogenesis_of_Alzheimer_disease
6) “Probiotici tra clinica, mercato e sicurezza”, disponibile in pdf su www.sied.it/files/Probioticitraclinicamercatoesicurezza.pdf
7) C’è da dire, a parziale onore del nostro paese, che sull’irraggiamento degli alimenti il nostro Istituto Superiore di Sanità in un suo rapporto ha mosso molte critiche e posto molti interrogativi, ben descritti nell’articolo di Piero Nuciari “L’irraggiamento degli alimenti e la tutela dei consumatori” http://www.pieronuciari.it/wp/lirraggiamento-degli-alimenti-e-la-tutela-dei-consumatori/

mercoledì 20 settembre 2017

Su La Testa!: SCIE BELLICHE: NE PARLANO I MASS MEDIA E LA CONVEN...

Su La Testa!: SCIE BELLICHE: NE PARLANO I MASS MEDIA E LA CONVEN...: Italia: irrorazione tossica NATO di Gianni Lannes Non bastava l’inquinamento industriale che devasta aria, acqua e terra. ...

Orban sfugge alla morte e chiama a raccolta gli ungheresi

Orban sfugge alla morte e chiama a raccolta gli ungheresi

 modificato luglio 2013 in Notizie dal mondo
Sunday 28 july 2013

Orban sfugge alla morte e chiama a raccolta gli ungheresi

- di Sergio Basile -

Budapest – Cari amici lettori, per chi non l’avesse ancora capito l’Europa sta vivendo il periodo più buio della sua millenaria storia… Il più buio anche perché il più occultato e mistificato (quanto dissacrante ed asfissiante). Insomma viviamo in una prigione totale e molti ancora non se ne rendono conto, plagiati dai media di regime. Tutti i fantasmi che qualcuno pensava fossero stati fugati – sulla scia di testi di storia completamente distorti, falsi ed alterati – stanno prendendo corpo, e sotto le mentite spoglie di agnelli che lavorano per una presunta e miracolistica unificazione europea, i mostri e gli spettri più cupi del passato stanno tornando minacciosamente a galla per una sorta di attacco finale ai popoli. L’attentato – perché di attentato si tratta! - a Viktor Orban, in tal senso, sembra essere unito a un doppio filo rosso con questa tesi, che qualcuno – erroneamente – bollerà come “complottista”, ma che alla fine è la pura e semplice realtà dei fatti. Negli ultimi giorni, non dimentichiamolo, in Ungheria era stato chiuso l’ufficio del Fondo Monetario Internazionale. Sarà stata una strana coincidenza? Per molti no! Sarà una strana coincidenza il fatto che il Bilderberg abbia affrontato il “problema Ungheria” nell’ultimo suo incontro? Mah!!! Certo, vietare gli OGM e puntare sulla rinazionalizzazione della Banca Centrale non sono cose da poco! Che dite!

L’Incidente-Attentato

Come raccontato (vedi articolo in allegato - Venerdì 26 Luglio) nel pomeriggio di ieri, in Romania, il convoglio che accompagnava il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, in viaggio verso la Balvanyos Summer University, con tanto di poliziotti rumeni a scorta del convoglio, ha subito un gravissimo incidente-attentato. Tra i feriti, il Console Generale ungherese in Csíkszereda, ed altri 4 “fidati uomini del Premier”. Rimasto miracolosamente illeso il Premier.

L’Uomo della Sovranità

Ma l’uomo della sovranità e dell’indipendenza per antonomasia, l’uomo che ha osato – tra l’altro – come detto vietare i distruttivi OGM nel proprio Paese (e la voglia di trasferirsi a vivere in Ungheria a questo punto è davvero tanta, anche per chi scrive) l’uomo che è diventato un esempio e modello per centinaia di milioni di europei schiacciati, sviliti e distrutti dall’usura internazionale e dal golpe masso-mafioso dei poteri occulti che dominano l’Europa, nelle ultime ore ha preso la situazione di petto ed ha parlato alla Nazione in diretta TV. Senza alcun pelo della lingua Orban ha esordito parlando del Nuovo Ordine Mondiale e di cosa gli stati devono fare per liberarsi da questo diabolico cancro mondialista, proteso a distruggere non solo le nazioni e le costituzioni, ma le famiglie, “la Famiglia“, e gli stessi uomini. Come? Sovvertendo la natura e la società in nome del “progresso”; distruggendo il creato (vedi OGM, per l’appunto) e modificando lo stesso DNA umano; creando debiti fittizi ed inestinguibili e iniziando più o meno in tutto il mondo (vedi paradigma Siriano, per tutti), guerre senza fine e logica. Guerre spacciate per missioni di Pace e missioni per “l’esportazione della democrazia”. Cosiddette “primavere”. Più simili però a gelidi e taglienti Inverni.

L’Abbraccio con la Nazione – Tutti protagonisti, cittadini e idee

Ma Orban nell’occasione ha chiamato a raccolta tutta la Nazione, tutti gli Ungheresi di buona volontà, sono stati chiamati a dare il proprio contributo in termini pratici e di idee per contrastare il male assoluto che vuol distruggere e schiavizzare la Nazione, come fatto già con la Grecia ed in buona parte con Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro, Italia. Guarda caso le nazioni a più antica tradizione cristiana. Anche questo qualcuno lo chiama caso!? Orban, scampata la morte per miracolo, ha ammonito del fatto che ogni idea proveniente dal popolo e dagli amici della nazione, dotata di senso pratico e spessore morale e/o legale sarà ben accetta per il governo e diventerà la protagonista principale delle sue politiche, per il bene del popolo. Una sorta di nuovo, fantastico e rivoluzionario modello di università a cielo aperto, libera e aperta come mai.

Lezione di Storia

Orban, nella sua compita e puntuale digressione sul pericolo ed il male concreto del Nuovo Ordine Mondiale in via di completamento ha affrontato il tema anche dal punto di vista storico, ricordando agli Ungheresi – accorti per l’occasione da tutta la Nazione – come nel 1918 il percorso fu segnato dall’ascesa degli Stati Uniti e dal formarsi di nuovi equilibri mondiali, guidati da poteri occulti. Le Guerre mondiali – ha notato in pratica il Premier - portarono all’instaurazione di un “Nuovo Mondo” in Europa. Non a caso – aggiungiamo – il 1943 fu l’anno del colpo di stato angloamericano ai danni dell’Italia (come raccontato negli ultimi articoli dedicati a MUOS ed F35 – vedi allegati), ”Nel 1990 – ha poi continuato il Premier ungherese - l’impero sovietico ha cessato di esistere nel mondo bipolare e gli Stati Uniti si sono imposti all’Europa in una posizione dominante”. Per il vero – aggiungiamo – il golpe USA-CIA nel Vecchio Continente (come detto in più articoli – vedi allegato) iniziò con il Piano Kalergi, ancor prima della nascita dell’UE. Ma questa è una storia di cui già abbiamo detto. Orban nel suo intervento ha poi parlato di due principali difetti/errori (orrori) fatali all’Europa di oggi: il centralismo europeista che ha preso in contropiede molti popoli che non immaginavano una tale deriva, nonché il sistema di moneta comune, apripista della cosiddetta “crisi”. Beh, non ci resta che gridare: “Forza Orban! Forza Ungheria! L’Italia e gli Italiani ora hanno un modello da seguire. E non esistono più alibi e mezze misure per nessuno! Né per la politica, né per la cosiddetta “antipolitica”. A buon intenditor…

Sergio Basile
http://informare.over-blog.it/article-orban-sfugge-alla-morte-e-chiama-a-raccolta-gli-ungheresi-119276391.html

Storico discorso di Viktor Orban

Storico discorso di Viktor Orban: “Esiste un piano per realizzare una Europa nelle mani di una popolazione cosmopolita con preminenza mussulmana”
“Circa 27 anni addietro avevamo pensato che il nostro futuro fosse in Europa. Attualmente, noi siamo il futuro dell’Europa”, ha dichiarato questa mattina il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban, nel corso della 28a edizione della Università Libera di Tusnádfürdő.
Nel suo discorso annuale, Orban ha manifestato l’idea che le elezioni parlamentari che si svolgeranno la prossima primavera nel paese avranno una importante dimensione europea. “Quello che accadrà in Ungheria avrà importanti implicazioni per l’insieme dell’Europa, perchè oggi una Ungheria forte gioca un ruolo decisivo nella battaglia per evitare la scristianizzazione dell’Europa”, ha segnalato.
Orban ha considerato allo stesso modo che un paese forte non può permettersi un declino demografico. “I paesi più forti sono quelli che sono in grado di mantenersi biologicamente. Perchè l’Ungheria abbia un futuro deve mantenere una tassa di fecondità di 2,1 figli per famiglia”.
Orban ha sottolineato che uno Stato forte necessita di un buon livello di sicurezza, inclusa la protezione delle sue frontiere e la lotta contro il terrorirismo, così come il mantenimento di un forte senso di identità culturale”. In contrasto con questi principi, ha indicato l’Europa, vittima a suo giudizio di un cambiamento culturale e demografico di imprevedibili conseguenze.
“L’Immigrazione non apporterà alcuna soluzione ai problemi economici. Cercare di rimediare la scarsezza di mano d’opera mediante l’importazione di immigrati è come se, nel mezzo di un naufragio, ti metti a consumare acqua di mare. E’ anche quella acqua ma il problema lo farà aumentare”, ha sostenuto il primo ministro ungherese.
In particolare Orban ha voluto mostrarsi molto franco e deciso circa le sfide della integrazione di un gran numero di immigrati mussulmani nella nostra cultura cristiana. ” Non possiamo mantenere i nostri ideali solidali nelle nostre nazioni quando esistano gruppi etnici che pretendono di modificare la cultura europea. Non possiamo mantenere i nostri ideali nel mezzo di collettività che si oppongono all’esistenza ed alla cultura europea, perchè il risultato finale sarebbe catastrofico”, ha sottolineato Orban.
“La sfida nei prossimi decenni è se l’Europa continuerà appartenendo agli europei. Se l’Ungheria continuerà ad essere la terra degli ungheresi, se la Germania continuerà ad essere la terra dei tedeschi, se la Francia continuerà ad essere la terra dei francesi, se l’Italia seguirà ad essere la terra degli italiani”, ha aggiunto il leader magiaro, criticando in questo senso i burocrati europei dell’Impero mondialista di George Soros nell’opporsi alla volontà delle nazioni.
Oggi gli interessi di George Soros sono meglio rappresentati a Brusseles ed a Washington, DC che non a Tel Aviv, ha affermato Orban, il quale ha respinto che le critiche fatte allo speculatore ebreo di origine ungherese facciano parte di teorie cospirative. “Esiste un piano di Soros, che lui stesso ha scritto”.
Miogranti sul confine ungherese
Secondo Orban, detto piano consisterebbe nel trasferire un milione di migranti nel territorio dell’Unione Europea. ” Al loro arrivo devono ricevere 15.000 milioni di euro per mantenere così l’effetto di aspirazione. Questo importo è maggiore del reddito promedio degli ungheresi. Soros pretende che gli immigrati siano distribuiti per tutti i paesi dell’Unione Europea. Proteggere le nostre frontiere di fronte all’entrata di questi migranti illegali ha comportato un grande sforzo economico. L’Europa si è caricata di una piccola parte di questo costo. Oggi la Germania si trova sull’orlo della bancarotta, così che non ci vengano più a parlare di mancanza di solidarietà dell’Ungheria”, ha segnalato.
Se l’Europa vuole continuare ad esssere attuabile, deve recuperare la sua sovranità e liberarsi dell’Impero di Soros”, ha ribadito Orban.
Orban si è inoltre pronunciato per una riforma dell’Unione Europea e di ritornare alla forma originaria prevista dai trattati costitutivi. “Le Nazioni Unite devono proteggere le frontiere dell’Europa. Questo può suonare duro, ma quelli che sono entrati illegalmente in Europa devono essere espulsi. l’Europa non può seguitare ad essere un continente senza protezione delle frontiere”, ha proclamato il primo ministro ungherese.
Orban si è augurato inoltre che i leaders europei sappiano essere all’altezza delle loro responsabilità (anche se ne dubita) e che l’Europa deve recuperare la sua competitività, garantire la pace, aprirsi agli stati balcanici e risolvere i suoi problemi esterni con la Russia e la Turchia. Orban ha ribadito alla necessità di opporsi al progetto di scristianizzazione del Continente e che si sappia resistere  all’attacco ideologico in atto da parte dei liberisti e degli intellettuali, denunciando come anche i partiti socialdemocratici abbiano rinunciato a difendere i diritti dei lavoratori nazionali. Loro sono tutti impegnati a difendere gli interessi economici del neoliberismo”, ha denunciato il presidente ungherese.
Secondo Orban esiste in piano per mettere il territorio europeo nelle mani di una popolazione cosmopolita, in modo predominante mussumana, un piano di sostituzione di popoli. “La riuscita di questo piano richiede una Europa scristianizzata, goveni burocratici e senza anima”, ha avvertito il leader magiaro. (……….)
Siamo noi il principale ostacolo per la realizzzazione del piano Soros”, ha dichiarato Orban, insistendo che il principale ostacolo sarà quello di affrontare i partiti dell’opposizione del suo paese. Noi dobbiamo in primo luogo misurarci con la “rete di Soros”, gli eurocrati di Bruxelles ed i loro media. Conosciamo le loro tattiche, basate sul ricatto, sulla diffamazione e sul giornalismo prostituito ai grandi interessi”.
Orban ha avvisato che molto in gioco in questa sfida: non soltanto nell’ambito nazionale ma anche a livello europeo. “Da 27 ani pensiamo al nostro futuro in Europa,. Oggi siamo il futuro dell’Europa”, ha concluso lo statista magiaro.
Traduzione e sintesi: Luciano Lago

Sarà l’Ungheria ad essere la prossima nazione a uscire dalla disfunzionale Unione Europea?

Sarà l’Ungheria ad essere la prossima nazione a uscire dalla disfunzionale Unione Europea?
La domanda non è affatto peregrina così come potrebbe sembrare. Il 2 ottobre, in Ungheria, gli elettori parteciperanno a un referendum nazionale per votare se acconsentono o meno alla dislocazione forzata di immigrati in Ungheria da parte dell’UE. Si tratta di una domanda importante in Ungheria, una terra di gente fiera e fermamente indipendentemente che ha subito 150 anni di dominio ottomano; guerre con gli Asburgo d’Austria fino a quando il compromesso austro-ungarico del 1867 ha creato una convivenza pacifica sotto la duplice monarchia d’Austria-Ungheria.
Dopo di che, nel 1945, gli ungheresi entrarono – inizialmente sotto il temuto Mátyás Rákosi – nell’orbita dell’Unione Sovietica, fino all’ottobre del 1989 quando sono diventati il primo paese comunista del Patto di Varsavia a dichiarare una repubblica costituzionale e hanno aperto i confini verso l’Austria, mettendo in moto il domino della caduta della Germania Est e poi di tutto il Patto di Varsavia e, in ultima analisi, dell’Unione Sovietica. Come ogni nazione, hanno una storia molto particolare.
Si potrebbe ben dire che gli ungheresi, da sempre una popolazione etnicamente aperta (melting-pot)il cui parlamento emanò nel 1849 le prime leggi sui diritti etnici e delle minoranze nel mondo, non sono un popolo passivo quando sentono che qualcosa non va nel modo in cui vengono trattati. Così è oggi per quanto riguarda le richieste di Bruxelles, che l’Ungheria e gli altri Stati membri dell’Unione Europea devono accettare un numero di profughi mediorientali determinato da Bruxelles e pagare tutti i costi che lo vogliano o no. I paesi che si rifiutano di prendere la loro quota [di profughi] si troverebbero ad affrontare sanzioni pecuniarie severe. Nel 2015 circa 400.000 rifugiati sono arrivati in Ungheria prima che venisse eretto un recinto di filo spinato alto quattro metri al confine con la Serbia.
Circa la metà, o 200.000, hanno tentato di ottenere asilo in Ungheria, e dopo le restrizioni del governo, solo a 264 rifugiati è stato concesso asilo politico. Dalla costruzione della recinzione l’afflusso tramite la cosiddetta rotta balcanica ha tutt’altro che fermato il flusso dei profughi. Pertanto anche il governo austriaco ha deciso di cooperare con il governo di Orban e pattugliare congiuntamente la frontiera comune.
L’Ungheria, nell’opporsi all’assegnazione obbligatoria di quote di rifugiati da parte di Bruxelles, fa fronte comune con la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Polonia – il cosiddetto gruppo di Visegrad Four. Finora soltanto l’Ungheria ha deciso di indire un referendum nazionale sulla faccenda. I sondaggi mostrano che ben oltre il 66% si oppone a ricevere quote obbligatorie, in linea con Orban, che ha sollecitato a votare NO.
Il famoso Primo Ministro ungherese, Viktor Orban, unico Primo Ministro dal 1989 a servire per un intero mandato e ad essere rieletto, è molto popolare tra gli ungheresi, capace di parlare apertamente quando sente che le decisioni politiche provenienti da Bruxelles sono sbagliate. Molti ungheresi lo vedono come un moderno David opposto al grande Golia, senza volto e non-eletto, la Commissione europea.
Il 2 ottobre gli ungheresi voteranno su una sola domanda in uno speciale referendum nazionale: “Vuoi che sia l’Unione europea a rendere obbligatoria l’accoglienza di cittadini non-ungheresi in Ungheria, anche senza il consenso del Parlamento?”
Orban: ‘rischio terrorismo …’
Sulla questione dei profughi di guerra Orban non usa mezze parole: “L’Ungheria non ha bisogno di un singolo migrante per far girare l’economia, o la popolazione a sostenere se stessa, o il paese ad avere un futuro”, ha detto in una recente intervista. Al contrario, ha affermato, “Ogni singolo migrante rappresenta un pericolo per la sicurezza pubblica e il rischio di terrorismo. Questo è il motivo per cui non vi è alcuna necessità di adottare una politica comune europea in materia di immigrazione. “Chi ha bisogno di migranti li accolga pure, ma non li possono imporre a noi, non abbiamo bisogno di loro.” Per quanto riguarda l’Ungheria, ha dichiarato in una intervista a RT, “l’immigrazione non è una soluzione ma un problema … non ne abbiamo bisogno e non la vogliamo subire.” Il governo ungherese insiste sul fatto che il diritto di decidere sulla questione dei rifugiati dovrebbe essere riservato esclusivamente ai governi nazionali.
L’Ungheria e altri tre Stati dell’Europa centrale, che formano il gruppo Visegrad Four costituito dalla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia e dalla Polonia, si oppongono alle quote obbligatorie che l’UE vuole imporre a ciascun Stato membro. Lo scorso dicembre l’Ungheria ha iniziato una battaglia legale presso la Corte di giustizia europea per contrastare il tentativo dell’Unione europea di ridistribuire i nuovi arrivi in tutta l’Unione. Una decisione [concordata] potrebbe richiedere anni. Il referendum è destinato a dare ampio mandato popolare contro i tentativi di Bruxelles di fissare quote obbligatorie.
Primo passo verso l’uscita dall’EU?
E’ chiaro a tutti da Bruxelles a Berlino a Budapest che gli ungheresi voteranno uno schiacciante No all’accoglienza forzata di quote di rifugiati. A quel punto la vera domanda sarà: vorranno gli ungheresi promuovere un secondo referendum, come hanno fatto di recente gli inglesi, per votare se lasciare l’UE o meno, quando diventa evidente che Bruxelles ignorerà il voto ungherese con il consueto silenzio assordante. L’idea di una uscita ungherese dalla UE non è da escludere a questo punto, ora che la Gran Bretagna è diventata “la prima [nazione] fuori dalla porta,” stabilendo il precedente che l’uscita è possibile.
Il governo Orban fino ad oggi si è mosso con una certa cautela mirante a testare i limiti delle norme UE. Lungi dall’essere un “tiranno di destra”, come i burocrati di Bruxelles e i politicamente-corretti-media europei lo hanno ritratto, l’Oxfordiano Orban è [personaggio] molto sofisticato, a quanto pare incorruttibile (una vera novità nella politica di oggi, se del tutto vera), genuino democratico che si rivolge sempre ai suoi elettori sulle decisioni politiche fondamentali per essere sicuro che li ha con sé, qualcosa di simile ad un anatema per l’oligarchia non-eletta di Bruxelles.
Il punto di vista di Viktor Orban sulla corrente crisi dei rifugiati, che i media europei deliberatamente ed erroneamente definiscono immigrazione di massa, lo ha illustrato in dettaglio nel suo discorso annuale del 28 febbraio sullo Stato dell’Unione indirizzato alla nazione, a metà strada nel suo terzo mandato come Primo Ministro.
Riferendosi alla recente esperienza di paese che si è districato da decenni distruttivi di dominio comunista, ora come Stato membro dell’UE dal 2004, Orban nota, “siamo preoccupati su come dobbiamo proteggere i nostri interessi nazionali all’interno dell’Unione Europea.” Questo suona ragionevolmente sufficiente a meno che non ci si renda conto che l’obiettivo della UE come istituzione è esattamente l’opposto – di distruggere in ultima analisi, tutti gli interessi nazionali e qualsiasi [specifico interesse] a favore di una gestione top-down da parte dell’autocrazia non-eletta di Bruxelles.
Realizzazioni effettive
Poiché la vera Ungheria e le realizzazioni effettive di Orban sono ignorate o distorte dai media non ungheresi, è subito utile notare alcune delle cose che Viktor Orban ha realizzato nel periodo 1998-2002, quando il suo partito Fidesz ha vinto in un coalizione con Hungarian Democratic Forum (MDF) e Independent Smallholders, Agrarian Workers and Civic Party (FKGP), e nel suo unico governo di maggioranza dal 2010. Dopo 8 anni di assenza, nel 2010, il partito di Orban Fidesz ha ricevuto un nuovo mandato con la maggioranza schiacciante del 53% di voti e due terzi dei seggi del Parlamento, e nel 2014 ha ottenuto la rielezione per l’attuale legislatura tuttora in corso.
Come Orban fa notare nel suo discorso di febbraio alla nazione, “in tre anni abbiamo consolidato il bilancio, stabilizzato l’economia, evitato il fallimento, frenato l’inflazione e ridotta la disoccupazione – quest’ultima non marginalmente, ma dall’ 11,5% al 6,2%. Abbiamo restituito al FMI i fondi ricevuti, abbiamo rimborsato il prestito prima della scadenza, e quest’anno rimborseremo fino all’ultimo centesimo del nostro debito all’Unione Europea. Tutto sommato, nel 2014 abbiamo completato questo periodo di stabilizzazione con una crescita economica del 3,7%, e abbiamo aperto un nuovo capitolo”.
Inoltre, durante la gestione di Orban, il governo è riuscito “in cinque anni a ridurre l’imposta sul reddito delle persone dal 35% al 15%, e in cinque anni abbiamo lasciato 1.300 miliardi di fiorini nelle tasche delle famiglie. Abbiamo ridotto le bollette delle famiglie del 25%, e in cinque anni il salario minimo in Ungheria è aumentato del 50%. Abbiamo raggiunto questo [risultato] insieme: lo Stato e il mercato; il governo e le imprese; datori di lavoro e dipendenti; micro, piccole e medie imprese ungheresi e le filiali locali di conglomerati globali … In confronto al 2010, abbiamo stanziato quaranta per cento in più di fondi per l’assistenza sanitaria. Abbiamo dimezzato le liste di attesa. Abbiamo stanziato più di cinquecento miliardi – più di cinquecento miliardi di fiorini – allo sviluppo dei nostri ospedali”.
Questo è il quadro dell’attuale economia ungherese sotto la gestione di Orban e il quadro per capire il motivo per cui la popolazione sostiene la sua richiesta di un No alle quote obbligatorie di rifugiati. Pertanto le sue osservazioni sulla crisi dei rifugiati sono rilevanti.
‘Il nome di questo pericolo è l’immigrazione di massa …’
Orban continua: “Ora vorrei spiegare il motivo per cui ho detto tutto questo. In sintesi, è perché tutto questo ora è in pericolo. La stabilità finanziaria per cui abbiamo lavorato così duramente è in pericolo … La nostra politica estera decisa a livello nazionale – che è stata costruita con tanta attenzione per i dettagli – è in pericolo. Il ristabilito ordine pubblico e la pubblica sicurezza al riparo dalle minacce terroristiche sono in pericolo. E anche la nostra cultura nazionale … è in pericolo.”
Egli precisa: “Il nome di questo pericolo è l’immigrazione di massa … Il 2015 ha portato a termine un’epoca in cui, credendo che fosse sotto il controllo dell’Europa, abbiamo preso per scontato la protezione e la sicurezza del nostro continente. Un anno fa, in questa stessa occasione, avevamo avvertito che una nuova era di immigrazione di massa era cominciata. Siamo stati derisi senza pietà, e insultati da amici, alleati e rivali … La realtà è che chi viene qui non ha alcuna intenzione di adottare il nostro stile di vita, perché vedono il proprio come più prezioso … E perché, in effetti, dovrebbero rinunciarvi? La realtà è che essi non forniranno l’offerta di lavoro necessaria per le fabbriche dell’Europa occidentale. I fatti dimostrano che, per intere generazioni, il tasso di disoccupazione è stato più alto – sovente molte volte più elevato – tra i nati al di fuori dell’Europa. La realtà è che le nazioni europee non sono state in grado di integrare neanche le masse che sono arrivate dall’Asia e dall’Africa gradualmente, nel corso dei decenni. Come potranno riuscire a farlo ora, in modo rapido e per grandi numeri?”
Tutte queste dichiarazioni possono essere contestate. Ma ecco il punto principale su cui Orban basa la sua strategia sul referendum, e la ragione ultima per cui lo vedremo presto costretto dopo il 2 ottobre a preparare per l’Ungheria un ‘Huexit’ dalla UE:
“… Non è certo verso gli immigranti che dovremmo essere arrabbiati. La maggior parte di essi sono anche vittime: vittime dei governi dei loro paesi che crollano, vittime di errate decisioni internazionali, vittime di trafficanti. Stanno facendo quello che fanno per il loro bene. Il problema è che noi europei non stiamo facendo quello che sarebbe nel nostro interesse. Non c’è parola migliore per descrivere quello che Bruxelles sta facendo della parola “assurdo”. E ‘come il capitano di una nave in procinto di collisione che, invece di voler prendere provvedimenti, è più interessato a decidere quali scialuppe di salvataggio dovrebbero essere per non-fumatori. È come se, invece di riparare lo scafo che perde, stiamo discutendo su quanta acqua dovrebbe inondare ciascuna cabina … “
Orban continua poi:
“E’ un grosso problema che Bruxelles non sia in grado di organizzare la difesa dell’Europa, ma diventa un problema ancora più grande che manchi l’intenzione di farlo. A Budapest, Varsavia, Praga e Bratislava, è difficile per noi capire come siamo arrivati al punto in cui è possibile che chi, di altre culture, vuole venire qui da altri continenti lo possa fare senza controlli. E ‘difficile capire l’indebolimento della nostra civiltà, del suo istinto naturale e fondamentale, per la difesa di noi stessi, le nostre famiglie, le nostre case e la nostra terra … Questa è l’Europa. L’Europa è Hellas, non è la Persia; è Roma, non è di Cartagine; è il cristianesimo, non è un califfato. Quando diciamo questo non stiamo sostenendo che siamo migliori, ma che siamo diversi. Per indicare l’esistenza di una civiltà europea indipendente non significa che sia meglio o peggio; significa solo che “siamo fatti in questo modo, e siamo così”.
Questa azione dell’Ungheria, del suo Primo Ministro e della sua popolazione non è una manovra politica superficiale di contrattare condizioni migliori con Bruxelles come David Cameron intendeva con il fiasco Brexit (visto dal punto di vista di Cameron). Si tratta di un disegno fondamentale, di una linea nella sabbia, di tutta l’Unione Europea tra i paesi che credono in un sovranità nazionale disciolta in favore di un disegno sovranazionale con sede a Bruxelles, l’Europa unita, e di quei paesi che con fierezza intendono, a seguito di questa crisi dei rifugiati e di tutte le sue ramificazioni, rivendicare diritti di sovranità nazionali ed essenziali.
Bruxelles, e chiaramente la Merkel da Berlino, si opporranno alla difesa con le unghie e con i denti dell’Ungheria del proprio concetto di sopranazionalità. Lo faranno con l’appoggio di George Soros e del suo think tank e Consiglio europeo per le Relazioni Estere. Non sorprende, Viktor Orban ha più volte manifestato la sua opposizione al miliardario e speculatore di origine ungherese, George Soros, e alle sue ONG, nel cercare di destabilizzare l’Ungheria. Soros ha anche finanziato il documento noto come il Piano Merkel, che è la diretta opposizione alla difesa di Orban della sovranità nazionale circa l’accoglienza dei rifugiati.
A questo punto lo sfortunato esperimento noto come Unione Europea sta andando in pezzi in ogni direzione. Dopo il 2 ottobre l’Ungheria potrebbe essere costretta a ripensare la sua identità europea, se non prima per come gli eventi stanno andando, e ciò ineluttabilmente alimenterà le forze dissolutrici nell’UE, una conseguenza forse non proprio da scartare.
F. William Engdahl, consulente e docente sui rischi strategici, laureato in geopolitica alla Princeton University, autore di best-seller su petrolio e geopolitica, scrive in esclusiva per la rivista online “Nuovo Outlook Orientale”
Fonte: journal-neo.org
LINK
Tradotto per www.comedonchisciotte.org e per http://leformedellapolitica.it da ANTONIO FIORELLA

martedì 19 settembre 2017

A quale dio si deve credere ?

INOLTRE OGNI GRUPPO SI E' FATTO UN DIO E UN MESSIA AD PERSONAMOLTRE A SANTI, DIVINITA' VARIE, MAGHI E STREGONI IN UNA QUANTITA' INFINITA
FATTI AD USO E CONSUMO IN OGNI EPOCA

che devono "pensare" .....
..... a un Universo, che ha 100 miliardi di Nebulose,
ed ogni Nebulosa come la nostra, ha 100 miliardi di puntini luminosi,
e ogni puntino luminoso é un Sole come il nostro,
e ogni Sole ha i suoi pianeti come i nostri.
Sul nostro, chiamato Terra, sono già vissuti 90 miliardi di esseri umani,
attualmente ne vivono sì sette miliardi e mezzo,
ma ciononostante alcuni sono rimasti - anche con le loro religioni - disumani.
------------------------------------------

Nel mondo (che conta 7.500.000.000 di abitanti) esistono...
30.547 religioni, dottrine, scuole filosofiche, credenze, sette, culti tribali
LE RELIGIONI SI DISTINGUONO IN
Rivelate: con Profeti, Dogmi, Leggi (l'Ebraismo, il Cristianesimo, l'Islamismo)
Le naturali: dette universaliste (con precetti etico-religiosi di senso comune)
Scuole: filosofiche-morali-politiche (elaborazioni razionali)
SONO COSI' DISTRIBUITE
Cristiana: 2.400.000.000 di fedeli(divisa in 5 correnti (Cattolica 1.300.000.000 (*) ; Protestante 550.000.000;
Ortodossa 225.000.000; Anglicana 73.000.000;
Orientali (Nestoriane e Neofista ecc.) 72.000.000).
Esistono inoltre altre 56 Chiese e 175 Istituzioni crist. varie)
Maomettana (Islam): 1.500.000.000 di fedeli(divisa in 3 correnti principali (Sunniti, Sciiti, Kharigiti)
oltre a 65 movimenti e 145 sette varie)
Ebrea: 15.000.000 di fedeli
(divisa in 3 grandi correnti e 12 tribù religiose)
Induista: 1.000.000.000 di seguaci(divisa in 2 grandi correnti (Visnuismo con 580 mil., Sivaismo con 220 mil.,
e altre 1256 sette varie con 200 mil.)
Buddhista: 576.000.000 di seguaci(divisa in grandi 3 dottrine Filosofiche, con all'interno 1680 sette varie)
Taoista: 400.000.000 di seguaci
(divisa in 3 grandi correnti e sette varie)
Confuciana: 237.000.000 di seguaci (8 correnti, 840 Scuole di pensiero politico-religioso)
(Nelle 4 sopra spesso i seguaci di una sono anche seguaci di un'altra)
Scintoista: 100.000.000 di seguaci (soprattutto in Giappone)
(sterminati i culti degli spiriti (kami): spesso anche personali)
Culti tribali e animistici: 405.000.000 di seguaci (con 26.397 cerimoniali indigeni diversi)
Atei: con nessuna credenza: 1.070.000.000

(*) Sul numero dei Cristiani (e Cattolici) le cifre sono molto controverse.
Esempio in Italia: su 60 milioni di abitanti i cattolici-battesimati sono l'80%.
( il 96,7% secondo il dato diffuso dalle gerarchie ecclesiastiche)
O gli uni o gli altri sono cattolici più per tradizione che non credenti dichiarati.
Solo il 37% (22,2 mil.) sono praticanti. E solo il 25% si reca a messa.
Ma anche qui i conti non tornano.
Solo il 42% nell'8 per mille irpef, ha «votato» a favore della Chiesa cattolica.
E' questo un "peccato veniale". Ma come la mettiamo con il "mortale"?
"Scegliere deliberatamente, cioè sapendolo e volendolo, una cosa gravemente contraria alla Legge divina e al fine ultimo dell'uomo è commettere un peccato mortale".
Infatti:
Il 65 % degli italiani ha votato per il divorzio, il 68% per l'aborto.
Il 27 % dei matrimoni attuali è celebrato civilmente (a Milano il 41%).
Il 77,2% dei giovani italiani tra i 15 e i 24 anni (anche se battezzati)
ritiene ammissibile avere rapporti sessuali prematrimoniali.

E se i battesimati sono l'80% degli italiani (48 mil.)
di questi, più della metà, il 54% (27,8 mil.) è scettico sui miracoli,
il 55% non crede all'esistenza di Satana, il 44 % non crede all'inferno.
Il 61 % considera i testi religiosi piuttosto ingenui e arcaici e...
gradirebbe una religione basate su poche credenze fondamentali.

Si calcola inoltre che il 10% degli italiani (ca. 6 mil.) crede in altre religioni.

Mentre gli atei italiani contano ca. 4 milioni di adepti.
(fonte Eurispes - cnf. Il Corriere d.S. del 18-1-06)
-----------------------------------------------
CHI CREDE
"I credenti in superstizioni, scaramanzie, oroscopi & religioni sono:
il 99 % degli analfabeti
il 94 % hanno la V elementare
il 90 % ha la III media
il 74 % sono diplomati
il 45 % sono laureati in materie scientifiche
il 31 % sono gli scienziati ad alto livello
lo 0 % i premi Nobel italiani viventi"
Dalla trasmissione "White Rabbit" by Bruno Moretti Turri, Radio Varese, 1978

-----------------------------------------------
Ognuno pensa che la propria religione sia quella giusta e, se si sbagliasse ?

Arte e anima: La Russia contro le scie chimiche

Arte e anima: La Russia contro le scie chimiche: Forse gli USA, hanno organizzato il colpo di stato in Ucraina anche per mandare un segnale a Putin che ha intimato di smetterla di avvele...

“il più grande genocidio globale dal dopoguerra” riferendosi alla geoingegneria clandestina.

È notizia delle ultime ore l’abbattimento da parte dell’esercito turco di un caccia russo che, secondo il Governo di Ankara, avrebbe violato il loro spazio aereo. Questa news non può non farci tornare alla mente quello che successe quasi un anno fa, quando i caccia russi venivano denunciati di sfiorare aerei civili sui cieli europei. In quell’occasione scoprimmo che l’operato russo era volto al dissuadere i piloti dallo spruzzare scie chimiche sul cielo del vecchio continente, e mai si era rischiato un vero e proprio scontro nei cieli.
Finora i caccia “dissuadenti” erano stati solo denunciati dai governi, ma mai si era arrivati alle armi. Pare quindi che questa volta Putin abbia irritato seriamente i poteri forti, che sono dovuti passare all’uso della forza: cosa è cambiato nella strategia russa tanto da costringere il NWO a questa mossa così grave e azzardata?
Dalle prime notizie che sono giunte a noi del Comitato Chiave Orgonica dalle nostre fidate fonti dell’Est, pare che il caccia russo non stesse solamente svolgendo operazioni di dissuasione nei confronti di aerei civili armati di scie chimiche, ma che stesse agendo direttamente contro di esse. I laboratori “Григо́рий Распу́тин” di Mosca hanno infatti da un paio di mesi realizzato un composto di SrCO3 e aceto in grado di dissolvere i metalli pesanti spruzzati dalle scie chimiche prima che raggiungano terra. Il caccia russo stava per l’appunto testando il composto su un’aera della Turchia nota per essere pesantemente irrorata: il passo successivo per Putin sarebbe quello di mandare i suoi caccia carichi del composto su tutta l’Europa, e mostrare ai suoi abitanti com’è un cielo senza scie chimiche. Le foto pubblicate dai media confermano questa affermazione: il caccia abbattuto in fiamme ha rilasciato infatti ingenti quantità di fumo bianco-azzurrino (quello del cielo naturale), tipico del composto SrCO3 + aceto, anzichè il classico fumo nero dei veicoli in fiamme.
fumo caccia russo abbattuto
Il Sukoi russo abbattuto
Se queste notizie ci verranno confermate nei prossimi giorni, ci auguriamo che questo incidente non scoraggi il Presidente Vladimir Putin dal combattere oltre alla guerra al terrorismo anche quella contro le scie chimiche. L’abbattimento di un caccia russo, che noi condanniamo nella maniera più totale, ha però permesso al mondo di far vedere di che pasta è fatto il Presidente russo, pronto a mandare il proprio esercito a combattere quello che qualcuno ha definito “il più grande genocidio globale dal dopoguerra” riferendosi alla geoingegneria clandestina.

Putin contro le scie chimiche

Sono degli ultimi giorni le dichiarazioni shock della NATO, secondo cui 26 aerei militari russi sarebbero stati rilevati sorvolare senza autorizzazione lo spazio aereo europeo. I fatti sarebbero stati ulteriormente acuiti dopo due mancate collisioni tra caccia russi e aerei civili e militari europei.
Naturalmente la stampa giornalistica cerca di far passare queste notizie come pericolo militare da guerra fredda, cercando di farci credere che la Russia starebbe testando i sistemi difensivi aerei della NATO. Le scuse dei militari di fronte alla presenza dei caccia russi nei cieli europei non stanno però in piedi: se la Russia cercasse veramente di testare le difese militari NATO sarebbero già volati missili intercontinentali. Qual è allora il vero scopo della presenza militare russa nei nostri cieli?
I nostri sospetti prendono una direzione ben precisa se sappiamo, come testimoniato dallo stesso Giulietto Chiesa, che le scie chimiche in Russia non esistono: esse sono state infatti proibite da Putin con decreto legge, mentre nel resto del mondo occidentale controllato dall’egemonia statunitense risultano in aumento anno dopo anno. Sarà un un caso che Angela Merkel, marionetta di Obama in Europa, sia ai ferri corti con il presidente russo?
Noi della Chiave Orgonica, sempre sospettosi nei confronti delle attività militari avioniche, abbiamo chiesto un aiuto internazionale. Siamo così riusciti ad intervistare l’attivista russo Kolimasky Andrej, attualmente sistemista informatico dell’esercito rosso e nel tempo libero divulgatore di verità. Ecco l’intervista con le sue shoccanti rivelazioni.
Chiave Orgonica: Buongiorno Andrej, vorrebbe presentarsi a chi non La conosce in Italia?
Kolimasky Andrej: Ciao, volentieri, e diamoci pure del tu. Il mio è uno pseudonimo, ho 32 anni, e lavoro sotto copertura per l’aeronautica militare russa a Prypjat. Nel 2004 mi ero intrufolato nel sistema informatico dell’esercito russo tramite accesso Military Only Net Attack (M.O.N.A.) e ho scoperto documenti riguardanti accordi di non belligeranza sciaclimatica tra Russa e Corea del Nord. Ho fatto 2 mesi di galera e poi Putin mi ha dato un buon lavoro a tempo indeterminato nell’esercito.
CO: Come hai reagito quando sei venuto a conoscenza, negli ultimi giorni, dell’aumento di attività militare russa sui cieli europei?
KA: Francamente, Chiave Orgonica, era una cosa che nell’ambiente era risaputa già da 11 mesi. Da febbraio infatti Putin ha preso contatti con l’Europa per chiedere il cessato intervento sciaclimatico, ma naturalmente i poteri forti hanno risposto negativamente. Per questo hanno fatto quello che finora nessun altro Governo mondiale ha mai deciso di fare: intervenire con l’esercito. La NATO ha provato a tenere nascosto il fatto per diversi mesi, ma si sa, come con il finto sbarco sulla Luna, la verità prima o poi, portata avanti dai ricercatori indipendenti, viene a galla.
CO: Perdiana, quindi i russi vorrebbero finalmente liberarci dalla coltre chimica che gravita sulle nostre teste?
KA: Esattamente. Quello è il primo passo per svegliare le coscienze europee sulla neocolonizzazione statunitense. Ovviamente la Russia è anche arrabbiata perché il nanoparticolato spruzzato su nazioni confinanti ricade sul suolo russo.
CO: Metto le mani avanti sulle possibili obiezioni dei falsificatori di verità: non potrebbe la Russia semplicemente svelare al mondo i documenti sull’esistenza delle scie chimiche, anziché mobilitare l’esercito?
KA: La Russia si è accorta che la semplice declassificazione di documenti riguardanti il controllo climatico non è sufficiente: le coscienze sono ormai talmente annebbiate che negano persino l’evidenza, ad esempio il documento sul controllo climatico USA-Italia del 2001, sempre osteggiato dai negazionisti. Così hanno deciso di passare direttamente all’azione.
CO: Gli europei sono preoccupati circa un possibile scontro tra aerei militari russi e aerei civili europei…
KA: Lo scopo della Russia non è certo ammazzare gente, anzi è quella di salvarli dal controllo climatico e psicoclimatico. Le forze aeree russe si avvicinano ai velivoli civili solo per intimidire i militari.
CO: Grazie Andrej, speriamo di risentirci presto!
KA: Lo spero anch’io, Chiave.

Pigi Battista vs Paragone: I BAMBINI NON SONO DEI GENITORI

Chi ha ragione chi ?

I figli sono proprietà dello Stato ? Altri scienziati ericercatori dicono il contrario di coloro che ci guadagnano, di coloro che sono affiliati o succubi del potere del sistema, ma costoro non sono sentiti.

giovedì 14 settembre 2017

The Rothschilds Exposed 1/3

The Rothchilds The Bloody family

PROJECT CAMELOT: A ROTHSCHILD SPEAKS OUT

I Padroni del Mondo.Le persone che manipolano la nostra economia.signora...

Da non perdere!

I Padroni del Mondo.Le persone che manipolano la nostra economia.signora...

Da non perdere!

Massimo Mazzucco - I Padroni del Mondo

VIDEO ALLUCINANTE: GUARDATE COME CI PRENDONO PER IL CULO I PADRONI DEL M...

LA VERA MAFIA E' DENTRO LA BANCA D'ITALIA

Dr. Rath appello a Berlino 13-3-2012 (DA ASCOLTARE E DIFFONDERE)

Kankropoli e le cure alternative contro il cancro

Inventori Di Malattie 1di5