La UE gela renzi: No a Fondi Ue per ridurre il cuneo fiscale
L'Unione europea rovina i piani del premier, puntando direttamente al cuore del programma del nuovo governo
E’ dura quindi la risposta dell’Ue al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che giovedì 6 marzo in una intervista a Il Sole 24 Ore aveva parlato di un possibile utilizzo dei fondi europei per finanziare il programma annunciato da Renzi. “Dobbiamo anche capire con l’Unione europea come utilizzare al meglio i fondi europei che oggi non vengono spesi”, aveva detto rispondendo a una domanda sulle coperture, chiedendosi: “Perché non si potrebbero utilizzare quelle risorse (i fondi europei, ndr) su due capitoli oggi prioritari come il mercato del lavoro e la capacità di competere delle imprese? E’ interesse dell’Europa intera, non solo dell’Italia”.
Ma le parole del numero uno di via XX Settembre non convincono Bruxelles. “Stiamo quindi dicendo all’Italia, come a qualsiasi altro Stato membro dell’Unione, che le regole dei fondi permettono di finanziare con risorse nazionali, prima che i programmi per il 2014-2020 siano adottati dalla Commissione, progetti concreti per offrire, per esempio, aiuti per le start up o per l’espansione produttiva e occupazionale dell’industria manifatturiera, o operazioni per ridurre la dispersione scolastica“, prosegue il portavoce del commissario Ue. “Progetti che mirano a questi obiettivi sono considerati una priorità della politica dell’Unione europea. Questi progetti dovranno in ogni caso essere sottoposti a una verifica a posteriori di coerenza con le regole dei fondi, con i criteri di selezione, e con la strategia dei programmi. Solo quando sarà trovato un accordo sulla strategia e sui programmi, la Commissione potrà rimborsare quei progetti con risorse comunitarie“.
Il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, Simon O’ Connor, rispondendo ai giornalisti a Bruxelles sottolinea poi che ”in generale i contributi dei Paesi ai fondi europei di stabilità Efsf ed Esm non hanno impatto sul debito pubblico, non penalizziamo uno Stato membro per la sua partecipazione”. Diversa è la posizione dell’ex ministro Fabrizio Saccomanni, secondo cui sull’indebitamento pesano il meccanismo di rimborso dei debiti della pubblica amministrazione e l’aiuto agli altri Paesi europei in difficoltà, tramite i fondi comunitari.
L’avvertimento di Bruxelles a Renzi sul cuneo fiscale è il secondo duro monito dell’Ue in pochi giorni. Mercoledì 5 marzo, infatti, la Commissione europea aveva annunciato che l’Italia ha “squilibri macroeconomici eccessivi” e per questo dovrà essere sottoposta a uno “speciale monitoraggio”. Tra i punti critici che soffocano il Paese, Bruxelles aveva sottolineato il debito pubblico fuori controllo, in pancia soprattutto alle banche, e la scarsa competitività.
(Fonte)
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