giovedì 6 febbraio 2014

Analisi della genesi (4 di 4)

CAPITOLO XII







Vocazione di Abramo





Nel versetto (1) del 12° cap. C’è scritto che il Signore aveva detto ad Abramo. Vattene fuori dal tuo paese, e del tuo parentado, e della casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. v.(2 e 3), io ti farò diventare una grande gente, ti benedirò, magnificherò il tuo nome, tu sarai benedetto, benedirò coloro che ti benediranno e maledirò coloro che ti malediranno; e tutte le nazioni saranno benedette in te. “Caspita mica una cosa da poco”.

Ora, premesso che per quanto riportato prima, Tare aveva preso Abramo, Sarai, Lot sua moglie ed erano andati via da Ur de Caldei, per recarsi appunto nella terra di Canaan, ed in seguito come dice la bibbia Tare morì in Charan. Mi pare che la sollecitazione del Signore arrivi un po tardiva, a cose già fatte.

Charan. Dati storici attesterebbero che Abramo lascia Ur attorno al 1900 a.C. La bibbia non ci dice però cosa ci facesse la famiglia di Abramo in Ur, non ci dice chi erano. Ed Abramo (v.4) se ne sarebbe andato, come il Signore gli aveva detto, e Lot andò con Lui. Abramo a quel tempo doveva avere settanta cinque anni quando parti per Charan.

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Se come raccontato dalla genesi biblica, Sem era il capostipite di vari popoli, la sua discendenza doveva essere importante, se quindi si fossero costituiti dei regni, come lascia intendere la bibbia, come minimo questi popoli avrebbero dovuto costituire una stabilità territoriale e culturale, e i suoi discendenti primogeniti dovevano essere dei capi, anzi dei principi e dei re. Ma così non è, perché dal 2000 a.C. e prima ancora tutta la Mesopotamia e le varie città Ur, Babilonia, Akkad, Sumer e via dicendo erano regni di altri popoli. Attorno al 2017 – 1985 a.C., orde di popoli di etnia semitica venendo da occidente si spingono verso la Mesopotamia, verso le regioni settentrionali e centrali, poi in forma più tenue anche verso sud. Non si sa molto sulle loro origini, non esistono scritti, probabilmente anche per il fatto che essendo dei nomadi avevano qualche difficoltà a cimentarsi con le lettere. Alcuni studiosi fanno coincidere i Semiti di quel tempo con gli Amorrei, ma non è certo. Comunque pare certo che queste popolazioni fossero dei nomadi, e seminomadi. Queste popolazioni di nomadi Semiti arrivarono in Mesopotamia dove da molto tempo c’erano dei regni, ed i regnanti di questi stati più volte si scontrarono con i Semiti in quanto volevano scacciarli via. Come mai questa situazione, questo conflitto, i discendenti di Sem dovevano avere le loro terre!? <>, come mai ?


Così come il fatto che in tutta la regione, ma anche oltre, ovunque, da millenni questi regni, queste popolazioni avevano i loro Dei. E’ nessuno conosceva il nome di Yavè (che poi non è un nome).



Però attorno al 1900 a.C. Un bel giorno si presenterebbe questo Dio, di cui non si conosce il nome e dicendo ad Abramo che lo farà un grande, promettendogli mari, regni e monti, questo secondo i compilatori della bibbia.



Quindi Abramo con sua moglie e Lot, si prepararono tutte le loro cose per il viaggio, fecero anche degli acquisti, come si usa fare quando si affronta un viaggio (v.5), tra cui <>, e quindi iniziarono il loro viaggio.



Nel versetto (6), l’autore accenna il percorso del viaggio fatto da Abramo, inoltre ci informa che <>(v.7) Al ch’è il Signore apparve ad Abramo, il quale gli dice che avrebbe dato quel paese alla progenie di Abramo. Quindi questo era l’iniziale progetto, secondo l’autore della genesi, il Signore intendeva espropriare i legittimi abitanti di quella regione per cederla agli ebrei.



Questo è quanto si racconta nella genesi; ma evidentemente gli autori o i racconti biblici non sono riusciti a mettersi d’accordo con gli avvenimenti e le situazioni storiche. La terra di Canaan, a quanto risulta fin dalla notte dei tempi è sempre stata una terra travagliata; probabilmente in passato fu una sorta di crocevia per molti popoli di quell’epoca, tant’è che tanti e diversi sono stati i popoli che l’anno attraversata, sostato, guerreggiato su questa terra, non solo tribù di varie etnie, ma anche terra dei “giganti”. Credo che questa terra avrebbe tante cose da dirci, più di quanto si possa immaginare. Comunque per non andare troppo oltre, per adesso dirò, che in Canaan già da tempo oltre a vari altri popoli ci vivevano delle <>, ancora prima di Mosè <>. Quindi già questo dato storico, provato anche da vari ritrovamenti archeologici, si contrasta con quanto si voleva fare credere nella bibbia, in merito alle “leggendarie” dodici tribù che unitamente conquistarono Canaan, le prove e la documentazione storica dicono tutt’altro.



Nel versetto (8), si racconta che Abramo edificò un ulteriore altare, e invocò il nome del Signore. Ora, Abramo non conosceva il nome di questo “Signore” e non lo si conosce a tutt’oggi, mi chiedo quindi come avrebbe fatto ad invocare un nome di cui non conosceva. La prima volta che questo “Signore” dette “un nome che non era proprio tale” è stato, quando Mosè, sul Monte del Sinai, unico è per la prima volta glielo chiese.



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Questo Signore non volle dare il suo vero nome, nessuno lo conosceva; a tal proposito si trovano in tutta la letteratura ebraica delle situazioni per cui tale nome era nascosto, anche nel Libro di Enoc, si accenna al segreto di questo nome, e quando Mosè glielo chiese, lui non gli disse qual’era il suo nome, gli disse <>, perché non voleva essere identificato dagli Egizi ?


Ver.9) Poi Abramo si partì, camminando, e traendo verso il Mezzodì.



Adesso vedremo di commentare i versetti dal (10 al 20), la situazione avrebbe una sua tragicità, ma il racconto, se guardato con la dovuta equidistanza e con una certa ottica, sembra per lo più una sceneggiatura da commedia, ma cominciamo ad analizzare il racconto.


Dopo un certo tempo che Abramo con sua moglie e Lot, nonché tutto il seguito di persone che erano con loro, tra cui servi e serve, concubine, schiavi e schiave, animali ed averi. Di cui la genesi non ne parla, se non quando non ne può fare a meno, così come non parla della moglie di Lot, e delle sue figlie. Difatti in molti episodi sembra che Abramo sia solo un poveraccio con al seguito sua moglie. Quando invece è a capo di una tribù. Comunque dopo un certo tempo che soggiornavano in Canaan; accadde una forte carestia, per cui Abramo con la sua tribù, pensarono di andarsene in un’altra regione, decisero di andare in Egitto. Da riscontri fatti il periodo cronologico di gruppi ebrei che immigrarono in Egitto descritto dalla bibbia con quello storico, risulta controverso, per certo si dà il periodo dal XX – XVI. secolo.

Quando arrivarono in prossimità di varcare i confini dell’Egitto, Abramo fu colto vigliaccamente da un dubbio, ritenendo di avere una bella moglie (e come sé tutte le altre donne della tribù non esistessero), come se in Egitto non c’erano donne di bell’aspetto, e come sé il Faraone il Signore d’Egitto stesse lì a guardare sé in quella tribù di Apiru (tribù di seminomadi dediti al banditismo) la moglie di Abramo fosse bella. Comunque fu preso dalla paura che gli Egizi a causa di Sarai avrebbero ucciso lui per sottrargli la moglie (un racconto del genere non fa certo onore a quello che era un grande regno, così dicendo si fa apparire gli Egizi come una banda di predoni); ma tu vedi cosa va a pensare Abramo, con ciò più che pensare al suo onore e al rispetto di se stesso, preferì cedere (quindi fare prostituire sua moglie) per salvarsi la vita, ammesso che la sua vita era veramente in pericolo, ed ammesso che la storia sia veramente così. Quindi confida a sua moglie il suo piano.


Quando la carovana di Abramo entrò in Egitto, gli Egiziani erano tutti lì ad aspettarli, e subito in mezzo a tutta quella gente videro Sarai, e già commentarono la sua bellezza, per cui fu portata dal Faraone. Io la definirei una storia surreale, accentrata su un dubbio di Abramo, od un autore troppo fantasioso, però mi chiedo come poteva l’autore sapere di questa intima confidenza, che Abramo avrebbe fatto alla propria moglie.



Quello che mi stupisce è anche il fatto, che una vicenda del genere, un capo che cede la sua donna per vigliaccheria, non si sarebbe avuta nessuna reazione nella tribù. Una volta vigeva il concetto dell’onore e delle armi, certamente molto di più di come non è adesso. Una cosa del genere avrebbe indignato tutta la tribù, sarebbe stato un disonore per tutti, un capo doveva dimostrare per essere tale in primo luogo di essere una persona forte è coraggiosa, venendo meno queste prerogative non sarebbe rimasto a capo della sua tribù neanche un minuto di più. Invece tutto prosegue secondo un risvolto certamente voluto dall’autore, e che comunque non fa onore a quegli ebrei.

Anche se non c’era ancora quella mentalità religiosa e le leggi Mosaiche, in quanto tale conversione è avvenuto in seguito. Rimane il punto che anche oggi, che certi valori di una volta ormai non reggono più, un Abramo che si sia comportato in questo modo per pura vigliaccheria diremmo che è un “gran cornuto”, figurarsi a quel tempo.



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Nel versetto (17), si dice che il Signore percosse Faraone a causa di Sarai; quindi secondo questo passaggio, siccome Abramo si è comportato da vigliacco, interviene questo “Signore” a prendere le parti di Abramo. E questo non lo capisco, ha parte il fatto che non è chiaro cosa intenda l’autore, quando dice che il Signore percosse il Faraone. Da quanto sta scritto, il Faraone si è comportato bene, da vero “Signore”, in quanto avrebbe preso Sarai come moglie perché nessuno gli aveva detto che era sposata, tanto più gli interessati, quindi il Faraone non ha alcuna colpa, ed allora perché questo “Signore” avrebbe dovuto percuotere il Faraone?



Difatti quando Faraone venne a sapere che Sarai era la moglie di Abramo (non si sa come) esso si infuriò, chiedendo spiegazioni ad Abramo del suo comportamento, in quanto Abramo la presentò come sua sorella.



Il Faraone era adirato con Abramo ed aveva ragione, perché è stato ingannato, e perché a causa di ciò il suo popolo ora stava subendo delle ritorsioni. Il Faraone non uccise Abramo come avrebbe dovuto fare, si limitò a cacciarli fuori dall’Egitto.



E malgrado tutto ciò, il Faraone fu generoso con Abramo ed il suo popolo, lo mandò fuori d’Egitto ma gli lasciò tutte le ricchezze e i suoi averi. Difatti possiamo constatare ciò leggendo il seguito del racconto.



E tutto ciò è strano, contraddittorio.









CAPITOLO XIII







Abramo e Lot si separano









Come abbiamo avuto modo di leggere, Abramo e Lot con relativo seguito delle loro tribù, comprendenti uomini, donne, concubine, schiavi, greggi, ricchezze ed altri averi, uscendo dall’Egitto si dirigono verso il Mezzogiorno (v.2,3,4,5,6.), e dal Mezzogiorno proseguirono fino a Betel ed Ai, arrivati nei pressi della città, si resero conto che la loro gente era talmente tanta da creare dei problemi nel paese, e che non poteva contenerli tutti (v.7,8,9,10.11.). Dopo avere risolto i loro problemi, decisero di dividersi, Lot con la sua tribù si stabilirono nella pianura del Giordano. Abramo e la sua gente dimorò nelle terre di Canaan (v.12) fino a quando decise di recarsi a Sodoma.



Secondo il racconto biblico, ci viene raccontato che gli uomini che abitavano Sodoma e Gomorra erano dei scellerati e peccatori contro il Signore.





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Questo aspetto che riguarda Sodoma e Gomorra, ma non solo, perché in sostanza tutte le popolazioni e città che non erano ebree, alla fine sono descritte come dei peccatori e contro il Signore. Tale costume andrebbe approfondito, se non altro capito. Tutti coloro che erano contro gli ebrei erano ovviamente loro nemici così come chi professava una fede diversa da quella voluta dai sacerdoti ebrei erano avversari degli ebrei, in conclusione erano contro il “Signore”, ma, il loro Signore!

E’ questo che và considerato, per cui se qualche popolo cadeva in disgrazia, era conveniente dire gli abitanti di quella città che erano dei peccatori, per cui il “Signore” li ha puniti uccidendoli tutti.

Anche sé in questo caso, quello di Sodoma e Gomorra e altre città della regione subirono una sorte che ancora oggi è avvolta da mistero; in quanto queste città a quanto pare sono state sistematicamente distrutte in quanto ritenute nemiche; qualcuno dice che sia stata usata una qualche arma tale che oltre a distruggere le mura delle città, abbia provocato danni tali da fare sprofondare le suddette, spaccando il sottosuolo, da cui emersero le acque dando vita all’attuale mare interno, il mar morto.



Limitandoci solo a Sodoma, e Gomorra, dobbiamo dire che non ci sono molti dati onde potere fare una radiografia della loro storia e cultura, sarebbe stato molto importante e utile che fossero stati descritti i costumi e la cultura di queste città, purtroppo la bibbia non dice praticamente nulla su questo popolo che abitava queste città, non c’è da meravigliarsi, comunque è la caratteristica degli ebrei non dare molte informazioni “sui loro nemici”.



Allo stato attuale non sono riuscito a reperire dati sufficientementi attendibili su queste due città. Comunque quanto commenteremo dovrebbe essere sufficiente a dare l’idea della situazione.



Allora, Abramo avrebbe detto che gli abitanti di Sodoma erano degli scellerati e peccatori contro il “Signore”, è evidente che Abramo doveva riferirsi al Suo Signore Yavè, per quanto narrato nella Bibbia, questo “Signore” si era autoproclamato Signore di Abramo, e solo per conseguenza (in seguito) signore del popolo di Abramo, quindi Sodoma e Gomorra ed altre città che non rientravano nella “signoria di Yavè”, costoro neanche conoscevano questo Signore di Abramo, quindi non è logico dire che avrebbero peccato contro di lui. Questo è un aspetto molto importante in quanto, questo “Signore Yavè non si è, mai proclamato “Signore” di tutta l’umanità, ma solo del popolo ebreo. Lui stesso da la definizione di sé medesimo, nei passaggi Biblici, dicendo: Io sono colui che sono (Yavè), Elohim degli eserciti, di giustizia e vendetta. E sottolineando spesso che in quanto Elohim di Abramo, gli ebrei erano il suo popolo, quindi Yavè doveva rappresentare lo spirito degli ebrei e non di altri.



Penso che un piccolo commento si possa ancora fare. Perché c’è questo fatto che proprio non riesco a mandare giù. Io non riesco a concepire, come si può dire che questo Dio, sia un Elohim <>.





Quando invece, egli stesso, si proclama <>, s’è facciamo un paragone con una situazione terrena. Un re, rappresenta il suo popolo, la sua nazione, e tra le altre cose poi, c’è un esercito, di cui non il re, ma un’altra persona è a capo di tale esercito. Per cui come può un comandante di un esercito essere considerato una entità suprema?


Inoltre questo Signore comandante di un esercito; è anche un Signore che si autoproclama essere <>. Tali caratteristiche non si addicono al tanto decantato Dio..


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Ritornando alla motivazione evidente che portò Yavè a distruggere queste città, ad uccidere “umanamente” tante persone dovevano essere ben altre, è certamente molto più importanti di quanto invece si vuol fare credere dalle pagine della genesi, i dati storici ci portano a conoscenza di grandi ed evolute civiltà nel passato con tanto di leggi e regole, per cui non si capisce di quali colpe, quali peccati queste comunità avrebbero commesso, tanto da meritare lo sterminio, secondo quanto ci viene narrato dallo scritto biblico il loro grande peccato era quello di una grande libertà sessuale (personalmente ho motivo di non credere a ciò), ma tutti i popoli di quel tempo ed anche dopo, ebrei compresi fino a quando non si affermò il Cristianesimo, ed in seguito l’Islam, c’era grande libertà di costume sessuale tra tutti i popoli, allora perché distruggere solo Sodoma e Gomorra e non tutte le altre città e popoli della terra ?



Comunità ebraiche, in particolare la tribù di Giuda non sono state da meno di altre comunità nell’uso di certe pratiche.



Dalla prostituzione sacra, e al sacrificio di bambini.


La pratica della prostituzione sacra, non era esercitata solo in Babilonia o altre comunità descritte dalla Bibbia, essa era esercitata anche da molte donne Israelite. Documenti proverebbero tali pratiche diffuse anche nella terra di Canaan, pratica esercitata da vari popoli, tra cui i Filistei, ma anche dagli Israeliti. Ancora nel VIII secolo a.C. gli Israeliti della comunità di Giuda erano molto a contatto con le comunità Filistei, tanto che ne subirono anche una forte influenza culturale; come la pratica della circoncisione. Pratica antica, anteriore nell’uso ebraico. Risulta che già i Filistei come i Fenici, i Siri di Palestina praticassero la circoncisione , testimonianza da fonti Egizi del XVIII a.C. Oltre a tali pratiche era in uso, come in tutti e due gli emisferi del pianeta, consuetudine fare sacrifici umani (in particolare di bambini), tra questi non erano da meno i Filistei come gli Israeliti. Ciò è stato praticato per alcuni secoli. Abbondantemente testimoniato dalle fonti classiche, da scoperte archeologiche, e dalla stessa bibbia. Ciò avvenne nei primi secoli del primo millennio a.C. Quindi ancora nel primo millennio a.C. gli Israeliti praticavano il sacrificio dei bambini. Dobbiamo comunque tenere presente, l’ottica esclusivamente meridionale (giudaica) degli scritti biblici e specialmente del PENTATEUCO, redatto a Gerusalemme. Il sacrificio dei bambini è uno dei riti praticato dai <>, che vivono nel <> (Levitico 20, 2 – 5 ; Deuteronomio 12, 29 – 31 e18, 9 – 10 ; 2 re 16,3; anche Geremia 32,35. ). Non tutti erano d’accordo con tali pratiche e culti riprovevoli, la reazione a queste forme idolatre praticate dai Filistei e Giudei è stato la nascita dello Yahwismo. Per cui in realtà si cominciò a parlare di Yavè solo dopo il primo millennio a.C.





Quanto sopra spiegherebbe la umana reazione, e l’estremizzazione dello Yahwismo, da ciò si potrebbe desumere, che non una entità, bensì un& lt;> portò alla nascita di una netta presa di posizione, che senza compromessi decise di fare <> di quei culti riprovevoli, da ciò la caccia spietata a chiunque praticasse: Idolatria, prostituzione, sacrifici umani ecc.



Diversamente non si spiegherebbero le pratiche ed il perdurare di tante situazioni in giro per il mondo, magari per alcuni aspetti non sono così estreme ed eclatanti come allora; ed anche perché oggi e tutto molto più alienato, nascosto è controllato, nel senso che le masse difficilmente riescono a realizzare le loro aspirazioni, ma una lenta e nuova inesorabile consapevolezza può prendere terreno, ed allora si modificano dei modi di pensare; non si esclude quindi la nascita o la metamorfosi di una antica concezione religiosa che incorpora un nuovo concetto, una coscienza di massa basata sulle esigenze attuali, un “nuovo Dio” un cambiamento del genere è già in atto nel mondo occidentale.

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Se così non fosse, non si spiegano il perdurare di certe pratiche sessuali, e di turpi comportamenti umani, bieco e orrendamente criminale, come il furto e l’espianto degli organi, le trasfusioni di sangue, i genocidi, sofisticazioni alimentari, inquinamento del pianeta, dov’è questo Dio che punisce per poco ed è inesistente in tutte le situazioni gravi e serie (forse perché tale movimento di pensiero non c’è più. Difatti almeno in occidente chi è che va oggi in giro a scannare gli idolatri?)



Ver. (14,15,16). In questi versetti il Dio di Abramo gli promette un territorio ove potere regnare, questo territorio, la Palestina era però già occupata da diverse popolazioni di diverse etnie, tra cui Israeliti insediatosi in Canaan ancora prima di Abramo, situazione non spiegata nella genesi, ma contesa di territori che dura fino ad oggi – v.(17,18).







CAPITOLO XIV







Abramo libera Lot – Melchisedec







Il racconto del capitolo 14 dal versetto (1 al 24), narra una situazione di instabilità nella regione, città che si alleano per fare guerra ad altre città riappacificazioni e cambio di alleanze ulteriori guerre e aggressioni e così via. Un periodo molto vivido e di sangue, in cui in qualche misura sono coinvolte anche le tribù ebraiche, l’aspetto “originale” è narrato dall’autore della genesi, perché in un contesto così infuocato, và a sottolineare degli episodi, per certi versi divertenti, ma irrilevanti. Le vicende narrate non sono storicamente rilevanti, ma neanche rivelazioni divine, come ci si potrebbe aspettare. Sono stupito e perplesso per un racconto che si presenta di una siffatta miseria morale, un aspetto che mi colpisce e nello stesso tempo mi lascia perplesso, che sembra quasi una barzelletta, e che non trova la morale della storia è per esempio il versetto(10) cito testualmente: Or la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume, e i re di Sodoma e di Gomorra si misero in fuga, e cascarono dentro què pozzi; e coloro che scamparono fuggirono verso il monte. Ora si presume che tra le due fazioni in guerra sia avvenuto uno scontro armato, e fin qui nulla di particolare, il particolare starebbe a quanto pare per il fatto che nello scontro, i re di Sodoma e Gomorra, non sono citati gli altri re, sembra che i due re Bera e Birsa fossero l’uno l’ombra dell’altro, quindi guarda caso essi fuggirono e non avrebbero visto i pozzi di petrolio che vi caddero dentro. Ma cosa successe dopo, cosa si fecero cadendo dentro quei pozzi: si sporcarono, si ferirono, morirono, questo non viene detto. Cosa ci si vuol dire col fatto che quei due re caddero nel pozzo? Quindi avendo gli avversari avuto la meglio, avendo vinto si presero il bottino dei vinti, e siccome a quanto pare Lot era alleato della fazione perdente fu a sua volta fatto prigioniero.



Quando Abramo venne a sapere che Lot era prigioniero avrebbe armato trecento diciotto suoi servi, assalito di notte il campo nemico, sconfitto gli avversari, liberato lot e il suo popolo, le donne e recuperato il bottino. Questo è quanto dice il racconto. Ora il punto è questo, che non si riesce a capire per quale motivo il narratore tende a presentare Abramo come un poveraccio, quasi un pezzente, un piccolo e inoffensivo commerciante. Quando invece, Abramo era il capo di una tribù di mercenari agguerriti e trafficanti, all’occorrenza un vero e proprio esercito, ricchi e potenti. Dopo l’avventura Egiziana era diventato anche più ricco, aveva servi e serve, schiavi e schiave, nonché concubine al suo seguito.

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Come potrebbe difatti un povero e pio mercante approntare su due piedi un esercito procurarsi delle armi e sconfiggere militarmente dei soldati professionisti ? Un esercito di servi, ma siamo seri, gli uomini di Abramo erano dei soldati mercenari, comunque gente molto esperta con le armi. Evidentemente il narratore non vuole mettere Abramo sotto una luce da belligerante, ma farlo apparire un pio ometto.



Come si può verificare il racconto biblico è già adulterato alla sua origine. Quindi finita la missione di salvataggio, Abramo se ne ritornava verso il suo accampamento strada facendo, non si capisce da dove spunta fuori, il re di Sodoma gli uscì incontro nella valle della pianura, contemporaneamente spunta fuori anche un certo Melchisedec, re di Salem che porta ad Abramo pane e vino e benedicendolo e benedicendo anche il dio di Abramo ( “ che tu sia benedetto ed anche il tuo dio” ) , uso comune a quel tempo, una forma di ringraziamento, indipendentemente chi fosse il dio dell’altro. Sembra che Abramo abbia dato a costui la decima parte del suo bottino. Poi rispunta il re di Sodoma che non si spiega cosa ci faccia lì. Il quale propone ad Abramo di avere per sé i prigionieri che evidentemente il pio Abramo aveva fatto. Tra i due viene fuori un dialogo che francamente non mi pare stia in piedi, il vincitore in una battaglia aveva diritto al bottino, invece secondo il narratore, che a mio parere si “intorta” in una sorta di filosofia morale, cerca di comunicarci che Abramo nel suo discorso rinunciava al bottino per via di certi principi, malgrado gli spettasse di diritto.



A proposito del capitolo 14 e sulla apparizione di Melchisedec, mi trovo per caso sottomano un racconto della Bibbia, Pentateuco, scritto da un certo Nico Terlinden, edito da Rizzoli, 1996, il quale ha scritto a parer suo in chiave moderna comprensibile, non che interpretato la Genesi, nei vari passaggi cerca di apparire brillante e scherzoso e fin qui nulla di male, solo che racconta anche un bel po’ di balle. Questo signore Linder descrive per esempio, Sodoma, senza descrivere nulla in quanto si limita a dire che all’interno della città era il caos, ma in che senso era il caos, cosa si intendeva effettivamente. Facendo di questa vicenda puramente storica un fatto di filosofia ed etica cristiana, che non centra assolutamente nulla, (al momento il Cristianesimo è fuori dalla storia).





Questo Signore, prende dei passaggi biblici li interpreta seconda la sua personale opinione e il suo credo, non secondo una imparziale ricerca, ed allo scopo di rafforzare ciò che è una sua opinione, dice, secondo la Bibbia, per chi non è addentro la conoscenza delle scritture, in buona fede prenderà per verità le manipolazioni di costui. Difatti si inventa delle cose che nella Bibbia non sono menzionate. Riporto uno stralcio testuale dello scritto di questo Signore che dice: Secondo la bibbia c’è modo di abitare. Si può abitare come Abramo presso gli alberi di Mamre, ma in realtà Abramo non ci vive, non ci si è mai stabilito, perché lui sulla terra è un errante, uno straniero. La sua casa non sta in questo tempo. Si può abitare anche al modo di Lot, che è un modo tutto diverso. Lot abita a Sodoma ma lui ci sta davvero, ne è un abitante e, cresciuto insieme a quella città, è lì che possiede tutto.



Ecco cosa scrive questo Signore, ma ha questo Signore io gli ricordo che il modo di Abitare di Abramo, non era né particolare, né eccezionale. A quel tempo, 2.000, 4.000 o 6.000 anni a.C. Vivere ed abitare in quel modo era comune a molte genti. Barbari, popoli e varie comunità di ogni etnia facevano vita da nomade o, seminomade, tipo la comunità di Abramo.




Poi nel corso degli avvenimenti, tra scorrerie, battaglie o, guerre, succedeva che talune tribù o venivano sterminate da altre tribù o riuscivano a costruirsi un impero o un regno; come è successo anche agli ebrei, che in seguito si stabilirono in Palestina, secondo quanto narrato dalla bibbia, allorchè non furono più seminomadi.

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Da premettere che già prima della tribù di Abramo, come ò già detto, nella terra di Canaan da tempo vivevano altre tribù Israelite.



Prima che si costituissero in comunità ed edificassero una città stato, anche la gente di Sodoma conduceva una vita da nomade; quindi in cosa erano diversi gli ebrei di Abramo, gli ebrei Israeliti che erano stabili in Canaan da Sodoma? E’ dal momento che in seguito anche la tribù di Abramo si stabilì in Canaan, e che costituirono un regno ? (ed oltretutto non ci dobbiamo dimenticare che Abramo era esiliato in Canaan, non era la sua terra, per cui è ovvio che era uno straniero senza fissa dimora).


Quindi mio caro Linder non dica sciocchezze sull’ebreo errante. Smettetela di raccontare “storielle ovattate” , le vostre sono solo illazioni, per non dire invenzioni di sana pianta, se dovessimo esaltate la vita da nomadi, oramai non ci rimangono che gli zingari, costoro sono rimasti i veri nomadi, li vogliamo glorificare, anche se poi ti vengono a rubare in casa ? In quanto a Lot ed alla sua tribù, cosa si sta ad inventare: Lot è cresciuto in quella città, Lui ci sta per davvero, e lì, che possiede tutto. Ma dico, basta leggere la Bibbia per sapere come sono andate le cose. Dal momento che Lot ed Abramo si sono dovuti dividere per divergenze, mentre Abramo aveva un altro progetto e Lot non rientrava in tali piani, per cui dopo che si divisero, Lot chiede ospitalità alla città più vicina, in quanto nomade era costume di queste tribù fermarsi per qualche

tempo. Le ricchezze, certo che le aveva con sé, mica le poteva abbandonare; d’altronde anche Abramo aveva le sue ricchezze, mica le ha date hai poveri!



Ed in quanto a questo aspetto mio caro Signore, lasci che le dica una cosa, tanto gli ebrei, quanto i cristiani, non si sono da allora ad oggi costruiti forse degli imperi, e diventati delle potenze economiche ? Tanto da fare di gran lunga invidia a Sodoma e Gomorra messi insieme? E per quanto riguarda “l’errante”, le faccio presente nel caso l’avesse dimenticato, che nelle metropoli di oggi non ci sono “gli alberi, tantomeno di Mamre”, però in compenso ci sono i ponti che diventano sempre più affollati, tanto è che oggi si usa alloggiare dentro i tombini e i cassonetti dell’immondizia. Secondo la bibbia o la sua interpretazione, questo sarebbe il modo di abitare? O forse l’aspirazione di ogni persona è quella di avere un tetto sulla testa? Che oggi i giovani non si possono neanche sposare, in quanto non trovano casa! Ma forse secondo la sua visione, devono andare a vivere sotto gli alberi, magari di una proprietà privata o qualche alberello di un parco o lungo le strade? A proposito, Signor Linder lei vive sotto un albero o in una bella casa?


L’acquisizione di una mentalità <> , come quella dei monoteisti, altro non è che la negazione della verità, dividere in due soli campi opposti l’esistenza; cioè negativo e positivo, è una menzogna, perché “le cose non sono bianche o nere, il ragionare in questa maniera induce a commettere enormi errori di valutazione, storici, ideologici, sociali, filosofici e scientifici. Un modo di vedere il mondo in così siffatto modo, non produce nulla, ma tiene legato ad una agonia statica.” Questo è proprio della cultura delle religioni di ceppo “Zoroastro – giudaica” in altre parole dei Monoteisti. Difatti hanno fatto diventare un assassino e ladrone il Barabba dei tempi di Gesù, mentre in realtà questi era un capo popolo che lottava per liberare Israele dal giogo dei Romani, hanno fatto diventare Giuda l’apostolo un traditore che si è venduto per pochi denari, mentre la realtà è molto più complessa, hanno creato il “Satana in quanto Male”, per poterlo contrapporre al loro “Dio come il bene”. Linder ha fatto diventare quel povero Lot l’opposto di Abramo, il bene ed il male, quando così non è, insomma infangando l’uno per santificare l’altro.









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La realtà invece è molto diversa, la vita non è bianca o nera, bene o male, la realtà è molto più complessa, piena di sfumature e di grigi, non esiste il male in quanto tale è in assoluto è viceversa. Molto spesso la visione del male è solo <>. La vita, l’esistenza di questo universo è un complesso interagire con infinite sfaccettature ed imprevedibili risultati, per semplificare, si può dire che dove c’è il bene c’è il male, sono due facce della stessa medaglia non può esistere l’uno senza l’altro, ed al “buio” è difficile vedere qual è la faccia giusta.



Ma d’altronde per continuare a imperare, queste religioni devono comportarsi di conseguenza, da un lato devono creare un nemico del genere umano e dall’altro la ricompensa, il bene assoluto.

Vada che con il tempo il clero cattolico, a differenza dei barbari mussulmani, per esempio, si sono molto affinati nel modo di porsi, nel periodo del Medioevo, quando detenevano il potere temporale anche se la chiesa era strutturata come un Impero i suoi metodi erano crudeli, torture, persecuzioni, assassinii; oggi non possono più comportarsi in questo modo e quindi usano altri sistemi, più subdoli e raffinati, manovrando da dietro le quinte le proprie organizzazioni, i propri sistemi di convincimento, i propri politici e agenti fidati in varie strutture di controllo e di potere, rappresentanti nei governi, e soprattutto in Italia.


Visto il crescere di una “blanda cultura Laica”, già squillano le trombe d’allarme nei saloni del clero (mica sotto gli alberi di Mamre), il quale affina le sue armi per correre ai ripari; devono provvedere ha bloccare ogni forma di Laicità, devono impedire ulteriori progressi scientifici, devono impedire che la gente possa rivolgersi più alla medicina che non alla madonnina dei miracoli. Non possono permettersi di perdere il controllo sugli uomini, non basta più il trucco, circa il quale <>, ora più che mai, vescovi, preti ed altri fanno in modo di essere sempre più presenti, intervengono attivamente con le loro affermazioni e subdole manovre; anche in tutte le trasmissioni e dibattiti televisivi; sono diventate delle star della televisione, ove hanno lo spazio che vogliono; è tu, che stai a guardare la trasmissione, magari non sei proprio d’accordo su quanto viene detto. Però non puoi intervenire, non te lo permetterebbero mai; è s’è qualcuno dovesse riuscire a saltare lo sbarramento, comunicando con l’opinione pubblica, il potere ne distorcerebbe il pensiero, facendo credere ciò che non é.


La chiesa di oggi, non è la chiesa di un tempo. Almeno nella sua organizzazione interna, al di là di ciò che dice. La chiesa si è strutturata mettendosi al passo con i tempi, ampi gruppi di studiosi e ricercatori in varie discipline, non solo filosofiche, ma anche scientifiche e astronomiche; compreso un gruppo di sondaggi, manca solo la manipolazione delle masse in modo scientifico, forse. La chiesa oggi guarda avanti, molto avanti, tenendosi aggiornata a tutti i possibili eventi, anche futuri: Per esempio la risposta data da rappresentanti della chiesa a domande in merito all’esistenza, o meno di Alieni, non è negativa, come si potrebbe supporre, essi si mettono nella situazione del probabile, si sbilanciano quanto basta, non un centimetro di più, sono dei bravissimi equilibristi. Comunque adducono la possibilità che nel cosmo ci possono essere altre forme di vita extra terrestre, aggiungendo fuori dai canoni che ciò farebbe più grande la gloria di Dio (ovviamente la chiesa non dice ciò che sa, ma semplicemente ciò che le fa più comodo), così dicendo si sono parati per futuri e possibili eventi in merito, in questo modo nessuno potrà screditare la chiesa, perché loro lo avrebbero ammesso, anche se in forma condizionata.

Qualche lettore nel leggere queste pagine, potrebbe intravedere della polemica su certi aspetti ed una sorta di ironia. È per cui pensare, che questa analisi non sia obiettiva; in realtà così non è. Perché ha prescindere dall’evidente polemica od ironia, del tutto aperta, senza intenti di nasconderla. Dopo tutto, di fronte a talune affermazioni l’unica risposta non può che essere ironica, d'altronde, questo libro vuole essere vivo, perché toccante in tutti i suoi aspetti, e non un’asettica e barbosa analisi. Ma in quanto all’aspetto che è proprio di una analisi, nulla perde, perché essa e stata svolta con obbiettività e discernimento.

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CAPITOLO XV




Patto di Dio con Abramo





Adesso ci accingiamo ad analizzare il presente capitolo. Che non è cosa da poco, ma non per il contenuto della storia, perché quando si analizza una storia, un avvenimento, anche se distorto falsato od altro, in qualche modo sempre si riescono a trovare dei parametri, un raffronto una logica di chi l’ha scritto, o la logica del personaggio il suo tempo ecc. Ma fare l’analisi di una vicenda, avutala in visione ci vorrebbe il supporto di psicologi, se bastano.



Il fatto è che non abbiamo una solida base su cui potere fare dei ragionamenti. La genesi dice che Abramo ebbe questa visione; ma l’autore della genesi ci racconta ciò da un presunto racconto orale, arrivato a lui dopo 700 anni. Certo è fondamentale capire se questa visione di Abramo è reale od onirica; potrà sembrare strano, ma non credo che Abramo possa avere avuto una apparizione in sogno, la descrizione per quanto possibile arrivata a noi dal racconto di Mosè, credo si riferisca a cose realmente vedute da Abramo, per lui incomprensibili, ma reali. Abramo nel raccontare ciò che ha visto, lo a fatto come meglio ha potuto, facendo dei paragoni e riferimenti con ciò che conosceva per dare l’idea della sua visione.



Se dovessimo considerare che Abramo abbia fatto veramente tale sogno; lo si potrebbe definire come il suo cruccio, la sua ossessione di non potere avere figli con Sara, anche se mi sembra una ossessione esagerata, considerando le possibilità alternative che aveva, altre mogli, serve e concubine; però l’aspetto più interessante è, che il cruccio di Abramo, a quanto viene detto, nei versetti (2 e 3) non è per il fatto che così non può manifestare, esprimere l’amore paterno, ma per il fatto che non avendo eredi le sue ricchezze andrebbero a finire nelle mani di un estraneo, anche se cresciuto in casa sua.

Quello che vorrei sottolineare è l’attaccamento ai beni materiali da parte di Abramo, in completo contrasto con quanto si vuole fare credere nella bibbia, quando dice di volere glorificare i beni spirituali e disprezzare i beni materiali, nei racconti della genesi come si può leggere, apprendiamo invece il forte attaccamento alla ricchezza da parte di questi uomini pii, diversamente da come ad esempio vorrebbe farci credere il Signor Linder. Per cui non tratteremo questo come gli altri, analizzandone il contenuto, ma osservandolo dall’esterno, a parte entrare nel merito di qualche versetto.


Riassumendo, dobbiamo considerare il contenuto del capitolo 15, in quanto sogno? Il contenuto dei sogni non è attinente alla realtà. Se un avvenimento per quanto assurdo è supportato da riscontri, si può prenderlo in considerazione. Un sogno supportato da riscontri, rimane un sogno, una fantasia della mente. Chiunque può dire di avere visto un Dio in sogno, il Diavolo, la madonna, un autotreno; ma rimane sempre frutto della mente di chi là sognato. Nel leggere qualsiasi scrittura religiosa, ricorrono con frequenza determinate frasi o concetti, per esempio le visioni, queste persone che dicono avere un rapporto con Dio, la madonna, o altro non hanno tanto un rapporto fisico, ma riferiscono di avere avuto questa o quella visione che Dio o qualche santo gli avrebbe detto determinate cose. Inoltre la descrizione; difficilmente è quella originale, cioè per come era o doveva essere. Solitamente viene data una descrizione del soggetto secondo il canone a lui attualmente più conosciuto, in quanto questo tipo di sognatore difficilmente comprende il suo vero stato.

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Per esempio, non trovate curioso che queste visioni le hanno quei soggetti che sono dei devoti e ferventi credenti? Così come il fatto che un cattolico veda la Madonna, mentre è più facile che un protestante abbia una visione di Gesù. Un Buddista può avere una visione di Budda; mentre un Musulmano vedrà Maometto; ognuno secondo la sua religione e la sua fede. Potremmo dire che ciò è logico e naturale; Il vero miracolo sarebbe s’è un cattolico avesse una visione di Maometto o di Budda, o s’è un Musulamano a sua volta avesse la visione della Madonna, allora sì, questo sarebbe un vero miracolo. Come considerare quindi il fatto che uno vede solo a ciò che crede?



Invece nella visione di Abramo non riscontriamo tutto ciò, anzi sono riferite delle cose non usuali ed incomprensibili, se lo scopo fosse stato quello di fare credere una falsità, l’avrebbe arricchita di luoghi comuni e usuali, ed invece cita delle cose che potevano risultare non credibili per la conoscenza di quel tempo.



Inoltre c’è da notare, che a differenza dei visionari di oggi che sono “tutto casa e chiesa”, tra diversi Patriarchi di quel tempo: vedi per esempio Abramo, Mosè, ecc. a parte la scarsa fiducia che si rileva dalla loro storia, nei confronti di questo dio, avrebbero preferito non avere a che fare con lui e con i suoi progetti. Mosè è stato praticamente costretto suo malgrado, e siccome non sempre fu un fedele servitore di questo Signore, per punizione Mosè non mise mai piede a Gerusalemme, morì prima.

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Altro aspetto molto importante, è che quando nel testamento vecchio, si parla di ricchezze, territori, uccisioni e via dicendo, non se ne parla in senso metaforico o simbolico come vorrebbe farci credere la chiesa per certi passaggi, quando invece esse sono cronache, cioè realtà, fatti realmente accadute.



Avevo in effetti pensato di non analizzare nel suo profondo contenuto questo capitolo della genesi; però così facendo mi sembrava di omettere qualcosa. Per cui riconsidero ciò descrivendone il suo contenuto, che per certi aspetti può essere anche una situazione di angoscia da parte di Abramo.



Il contenuto inizia col fatto che la parola del Signore sarebbe stata indirizzata ad Abramo, sempre in visione, il tarlo che mi martella è se e stato Abramo a dire di avere avuto una visione, od invece è stata l’interpretazione di qualche traduttore od oratore. In questa presunta visione Il Signore lo avrebbe rassicurato per l’ennesima volta e riconfermandogli il grande premio. La mia domanda è, ma perché Dio ha bisogno di rassicurare continuamente Abramo, sempre con la promessa di una grande ricompensa ? Ed Abramo, sempre nella presunta visione gli avrebbe risposto: O Signore che mi daresti? Questo dialogo tra Abramo e il suo Dio, viene ripetuto nella genesi fino alla nausea, continuamente sempre lo stesso delirante dialogo. Abramo che esterna le sue oramai conosciute angosce, e il suo Signore che non fa altro che rassicurarlo con grandi promesse. Un altro aspetto che salta all’occhio il fatto che siccome Abramo non ha figli, è molto addolorato che ad ereditare i suoi beni (materiali) possa essere questo Eliezer Damasceno, che malgrado costui sia nato e cresciuto in casa di Abramo come un figlio, Abramo ne parla con disprezzo .ver. (2, 3, 4).

Ed ancora una volta Dio lo rassicura, aggiungendo che non sarà quel servo suo erede, ma che ne avrà uno che uscirà dalle sue viscere. In questo dialogo non riscontro amore Cristiano, fraterno o divino.



Ver. (5, e 6). Nel proseguo del dialogo Dio invitò Abramo ad uscire fuori dalla tenda a guardare il cielo e le stelle, dicendogli che la sua progenie sarebbe stata numerosa come le stelle del cielo. E così Abramo credette al Signore. Su quale base è da capire, perché questa sarebbe stata una delle solite promesse, come mai ora Abramo avrebbe creduto al Signore ?

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Ver. (7 e 8). E qui il Signore avrebbe ricordato ad Abramo ancora una volta che lui era colui che ha fatto uscire Abramo da Ur dè Caldei, per dargli il paese di Canaan affinchè tale paese diventasse di Abramo e quindi degli ebrei. (avrete notato e potrete notare anche in seguito, che quando questo Signore si presenta ad uno dei nostri Patriarchi si identifica e specifica sempre chi è, questo ovviamente allo scopo di non essere confuso con altri, non certo con altri uomini, ma semmai con dei suoi pari, e chi sono questi pari da essere confusi facilmente con dio?)In altre parole si trattava semplicemente di cacciare via i suoi legittimi abitanti e, siccome mi pare ovvio che nessuno ci sta a farsi invadere e cacciare via dalla propria casa, i Cananei i Palestinesi gli Israeliti, avrebbero resistito, ciò sarebbe significato una guerra e nelle guerre ci capitano anche i morti; se ne deduce che in questo caso, la tribù di Abramo diveniva “aggressore” allo scopo di depredare quel paese.





Chissà come mai il Signor Nico Terlinder, nel suo libro di cui ho accennato prima, non parla di questo aspetto, salta questi versetti e passa ad altro, chissà come mai? ver.(9, 10, 11, 12). Qui il discorso si intreccia nello spiegare la pratica di una offerta che Abramo deve fare al Signore, ed in modo che Abramo possa sapere in che modo saprà e come sarà il momento della realizzazione della promessa. Ver. (12). Dopo avere preparato il tutto per l’offerta al Signore, nel frattempo giunse il tramonto, Abramo sarebbe caduto in un sonno profondo; ed ecco uno spavento, una grande oscurità improvvisa cadde su di lui. Qui il racconto non prosegue, non viene spiegato che cosa è questa grande oscurità. Il racconto riprende al versetto (13) con delle citazioni del Signore. Come potete notare e come o già fatto notare in precedenza, il narratore biblico, usa lo stesso criterio, sia che si tratti di avvenimenti citati direttamente da lui, o avvenimenti di altri, trattandosi di fonti diverse, il criterio narrativo dovrebbe variare, ed invece nella genesi è sempre lo stesso, come originato sempre dalla stessa persona. Quando si tratta di spiegare e/o raccontare cose e avvenimenti non necessariamente importanti, si perde in tutti i minimi particolari tanto da essere noioso, quando invece ci aspettiamo una spiegazione dettagliata di avvenimenti fondamentali, il narratore sorvola, non dando quelle spiegazioni che ci aspetteremmo, passa ad altro. Potrebbe voler non dire nulla quanto citato nel versetto (12), però se ci riflettiamo un po’ forse quanto e successo e molto importante; ci sembra di capire che Abramo e stato svegliato dal sonno di soprassalto, e si vede su di lui una grande ombra tale da non vedere altro e ciò cogliendolo di sorpresa lui si prende un grande spavento. Ma cosa poteva essere a quel tempo tanto grande da creare una grande oscurità su di lui? Una tale oscurità doveva essere procurata da un qualcosa che si era frapposto tra lui e la luce del tramonto, inoltre doveva essere qualcosa oltre che grande anche insolita, non poteva certo trattarsi di un monte, o un albero, anche perché ciò non dà ombra improvvisa, un grosso animale, ma doveva essere enorme, e sé così fosse stato Abramo ne avrebbe certamente parlato, un enorme uccello, in questo caso doveva essere anche più grande di un aereo, però non esistono uccelli così enormi, quindi cosa ha arrecato quel buio improvviso tale da spaventare Abramo? Certo se sarebbe oggi, potremmo pensare molte cose, anche ad un grosso oggetto volante, ma a quel tempo?




Ver. (13), Più che citazioni, il Signore profetizza ad Abramo il fato del suo popolo e le sofferenze che dovrà patire per i prossimi 400 anni, ver. (14). Ma che però alla fine lui, il Signore avrebbe fatto giustizia, anche se gli ebrei alla fine di tali avvenimenti ne sarebbero usciti ricchi (in senso materiale). Nel leggere tale scritto non posso rimanere come minimo sconcertato, ma come, uno sa che i suoi “figli”, il suo popolo va incontro ad un terribile destino e, non fa nulla; concludendo che, però alla fine avrebbe fatto giustizia. Comunque sia, anche se siamo alla parte iniziale di questa analisi, una cosa però sembra già assodata e cioè, che questo Dio degli ebrei non si presenta come Dio di tutta l’umanità in quanto è settario, pone o comunque crea le condizioni di creare dei nemici agli Ebrei, sovente mette gli Ebrei in situazioni di grosse difficoltà, a causa dei suoi progetti muore tanta gente, siano essi Ebrei o altri popoli.



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Nel dire tali cose, aggiunge che Abramo avrebbe avuto comunque una degna sepoltura, ver. (15). Promette però che la quarta generazione di ebrei, ver. (16) sarebbero ritornati nella terra promessa. Poi cita alcune cose contro gli amorrei, sembra che questo Dio nutra una profonda antipatia per i popoli della Caldea, secondo lui tali popoli sono iniqui e peccatori. Ver. (17) Quanto descritto nel presente versetto è alquanto curioso ed incomprensibile; il narratore parla di una caligine, cioè ad un tratto si sarebbe formato una densità di fumo o nebbia tale che non si poteva vedere bene, poi parla di un forno fumante ed un torchio acceso, cosa può essere mai questo forno fumante? Cercando di interpretare e dare senso a quanto scritto, sembrerebbe che: Un oggetto ove usciva del fuoco, paragonato con un forno e facente anche fumo, da qui la caligine, tale oggetto passava tra gli animali offerti da Abramo, il quale sprigionava fiamme a forte pressione, da qui il riferimento come un torchio acceso. Questo è quanto emerge dall’interpretazione del racconto di Abramo, tale descrizione mi fa venire in mente un reattore.



Ver. (18, 19, 20, 21). In quel giorno il Signore avrebbe fatto il patto con Abramo, riconfermando i territori che lui a deciso di assegnare agli ebrei, che ricordiamo tali territori erano già abitati da altre popolazioni, “ma questo non conta”.


Ritengo particolarmente importate anche l’aspetto di fondo. Questo Dio, che si impone a questi Ebrei, pretendendo di essere il solo loro Signore. Perché come la stessa Bibbia racconta, appena gli ebrei potevano sgusciare da quelle norme loro imposte, ritornavano subito al loro culto antico; tipo quello del vitello d’oro. Che per realizzare il suo progetto abbia bisogno della “manovalanza” di uomini, in questo caso degli ebrei. “Un Dio”, tipo come ci vogliono fare credere, non ha bisogno di ciò. Sé vuole realizzare una cosa, basterebbe un suo comando, ed invece sembra che tale progetto non si può realizzare se non praticato dagli uomini. Questo mi fa venire in mente, quando altri popoli, che muovevano guerra contro altre città, dicevano che era il volere del loro Signore.






CAPITOLO XVI





Agar ed Ismaele





Adesso analizziamo il capitolo 16, Qui entriamo nel vivo delle questioni domestiche di Abramo e di sua moglie Sarai. Lo scritto dice che la moglie del “Pio” Abramo aveva una serva (personale), da quello che abbiamo letto è evidente che Abramo non aveva solo una serva, probabilmente Agar doveva essere la serva favorita di Sarai. Come abbiamo già appreso Sarai era sterile e quindi non poteva dare ad Abramo un erede, e solo nella vecchiaia si rese conto che effettivamente era sterile; quindi al fine di fare avere ad Abramo un erede, pare che sia stata Sarai a spingere Abramo ad avere rapporti con Agar ( come se quando aveva rapporti con le sue concubine, aveva bisogno dell' approvazione della moglie). “Curioso come mai non ci abbia pensato Abramo”, curioso come mai non si parli di eventuali altri figli avuti dalle concubine, curioso come mai considerando l’importanza di un erede ed il desiderio di avere un figlio, Abramo non abbia ripudiato Sarai e quindi avere un’altra moglie, o avere il figlio da un’altra moglie che non fosse Sarai. Questi erano tutti aspetti possibili e fattibili nella cultura e nelle usanze di quel tempo, ed Abramo non era da meno. Certo questa realtà metteva in imbarazzo i fautori del monoteismo, come coniugare la realtà poligama e polisessuale di Abramo, con la concezione di una monogamia? Quindi il narratore omette, e gira intorno ad un discorso accettabile accentrando l’attenzione sull’aspetto che vuole portare avanti, trascurando quindi tutte le altre possibilità che aveva Abramo.

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Rinnegando volutamente l’originale cultura di quel tempo, di cui anche gli ebrei ne facevano parte, ma indirizzando scritti e racconti in prospettiva di una ideologia monoteista. In altre parole in origine le tribù ebree non erano meno “scellerate e peccatrici” dei loro vicini di quel tempo.



Diversamente mi si dovrebbe spiegare sotto quale ottica deve essere considerato quanto riportato nei versetti (2, 3, 4). Sarai, avrebbe quindi comandato alla sua serva Agar di avere rapporti sessuali con il suo padrone Abramo. Un uomo vecchio con più di ottanta anni, ed allo scopo di

metterla incinta, purtroppo non viene menzionata l’età di Agar, ma avendo una certa idea dei costumi dell’epoca doveva essere molto giovane, una fanciulla. Comunque non è stata chiesta l’opinione di Agar, gli è stato semplicemente imposto; d'altronde l’opinione di una serva non contava. D'altronde era consuetudine che i servi e gli schiavi non erano considerate persone, ma in quanto proprietà privata, erano paragonati ad oggetti, se ne poteva fare ciò che se ne voleva (“quindi è esclusa la violenza sessuale”). Queste usanze erano anche presso gli ebrei. Un altro aspetto importante del versetto (2), è quando Sarai dichiara forse avrò progenie da lei, da come e narrata la frase se ne dovrebbe dedurre che il figlio che Agar avrebbe partorito, doveva diventare figlio di Sarai, in questo caso si doveva disconoscere la vera madre, certo per qualunque madre una situazione del genere non è per nulla allettante.




Quanto segue nei versetti (4, 5, e 6) sembrano quelle questioni tipicamente femminili, improntate su gelosie e rivalità; solo che in questo caso Agar è una serva <>, e Sarai la padrona. Come è nata e si e sviluppata la presunta disputa tra le due donne sarà difficile capirlo, in quanto non possiamo conoscere i fatti leggendoli semplicemente. Fatto sta, che Sarai afflisse Agar a tal punto che la ragazza non ne poteva più e, quindi decise di fuggire.



Qui entra in gioco <>, (v.7,8) non viene detto quale, considerando i tanti Angeli. Questo Angelo non si capisce da dove sia saltato fuori e per conto di chi, o cosa, si prende la briga di andare a cercare una <> e perché? Comunque, sembrerebbe che l’abbia trovata; e le avrebbe detto le seguenti magnifiche parole : “Agar, serva di Sarai, onde vieni e onde vai?” Arrivati a questo punto ci concediamo le seguenti considerazioni; lo status di schiavitù era consentito dal Signore, Dio stesso ne avrebbe regolamentato diversi aspetti, e la cosa fa pensare, ma come, Dio ammetteva la schiavitù, il fatto che un uomo fosse padrone della vita di un altro uomo, e di conseguenza anche la compra vendita di carne umana, ma che Dio è questo?



Oggi, diversi preti e organizzazioni di matrice cattolica, tendono ad influenzare i mass media e l’opinione pubblica, nel portare avanti <>, per la verità non nuova. Un concetto& lt;>, dall’altro l’incitamento a fare figli. E poi per un verso la caccia ( esasperata, tipo caccia alle streghe), alle persone che cercano di intrattenersi con delle prostitute. Pare che questi vecchi preti “rincoglioniti”, vogliono condurre una battaglia contro la sessualità sotto qualunque aspetto; ma quello che è peggio è che trovano “sensibilità” in molti ipocriti strati della società benpensante. Abolire la prostituzione, salvando queste “anime innocenti, dalla mostruosità del sesso”. Si potrebbe definire, quasi una nobile missione, se non fosse una sciocchezza immensa o più precisamente propaganda. In quanto tale << utopia>>, va contro due semplici principi:



  1. Da che mondo, sotto varie forme la prostituzione è sempre esistita, essa è una condizione umana.



Si divide in due aspetti. Una quella di ricevere una contropartita in solido e subito.

L’altra ricevere una contropartita a breve o medio termine.



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In tutte è due i casi si tratta di offrire il proprio corpo allo scopo di raggiungere un beneficio personale, allo scopo di ottenere una qualità di vita migliore.



Tale dato di fatto, ritengo sia ineliminabile, in quanto intrinseco nella natura umana, per cui la battaglia dei bigotti è persa in partenza, salvo portare diverse forme di “sofferenze” al prossimo. Non si può andare contro natura!



Semmai c’è un aspetto che è quello obbrobrioso, ed è quello dello sfruttatore.



  1. L’altro aspetto è quello che questi cattolici ignorano o non rispettano gli statuti del loro Dio. Il quale riconosceva la compra vendita di carne umana, ammetteva lo schiavismo ed il servilismo.



Riconosceva ad ogni uomo di avere più donne, e che queste dovevano obbedire e dipendere dall’uomo.


Che il soggetto asservito non doveva ribellarsi al suo padrone.



Allora io mi chiedo, perché costoro si richiamano e dicono di servire questo loro Dio, se poi non rispettano i suoi statuti e le sue leggi ? Costoro interpretano e fanno dire al loro Dio per bocca loro medesima, ciò che vogliono loro; e non quanto scritto nella bibbia.



Ritornando& lt;> che trova Agar, costei non si meraviglia della sua presenza, non si mette soggezione, non fa alcuna riverenza, bensì si comporta come se fosse una cosa del tutto normale, ciò vuol dire che sia lei, ma evidentemente anche altri erano abituati alla presenza di questi <>. La bibbia non ci dice praticamente nulla sulla natura di questi Angeli; ma come abbiamo avuto modo di vedere, attingendo ad altre fonti sicure, e come ne ò già parlato in precedenza, siamo riusciti a farci un’idea della loro natura. Però forse è il caso di rinfrescarci la memoria.



Questi Angeli, chiamati in modi diversi in relazione alla località o la lingua. Molto più conosciuti fino ad un millennio a.C. ciò non vuol dire che non siano stati anche dopo, o che siano spariti. Venivano anche chiamati. Messaggeri, Osservatori, Vigilanti, Grigori e via dicendo. Stavano spesso a contatto con gli uomini. Essi erano molto simili agli uomini, erano alti di statura, carnagione bianca, potremmo dire che i capelli erano lunghi e bianchi o platinati con boccoli. Lineamenti ben definiti e pronunciati. Insomma simili a tanti umani di oggi, mangiavano e bevevano come gli umani, e come gli umani non avevano le ali ed avevano l’apparato sessuale. Furono in particolare i teologi cattolici a sradicare drasticamente anche il ricordo, del fatto che gli Angeli o grigori erano visti come esseri del tutto materiali.



E’ per molti, pare che non siano proprio spariti. In quanto ancora oggi in particolare negli Stati Uniti esiste una organizzazione, detta I figli di Iared, che combattono una <>, che, a loro avviso,& lt;>. Costoro vedono gli Angeli come <>.


Fatto sta, che questo Angelo (v.9, 10) consiglia ad Agar di ritornare dalla sua padrona, e di umiliarsi al suo cospetto. Debbo dire che trovo alquanto difficile accettare una simile situazione, però quel che è scritto è scritto ! E l’Angelo le disse inoltre, che lui avrebbe moltiplicato la sua progenie in una grande moltitudine, il significato di queste parole, malgrado lo scritto limitato appare ovvio, però voglio prima capire dove si vuole andare a parare con questa asserzione.

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Secondo il mio modesto parere, le varie vicende della genesi vanno considerate per quello che si presentano, senza preconcetti, senza quel presunto alone si sacralità, ma con serenità analitica e discernimento. Solo così ci si può rendere conto della umanità delle storie, le debolezze, le meschinità; aspetti del tutto terreni e materiali, lo stesso comportamento e quanto viene detto dal Signore e da Angeli rientra in una casistica di comportamento del tutta umana, con ciò non intendo negare l’origine non terrestre di queste schiere e personaggi, che interferiscono nelle vicende umane: anzi per essere più precisi, a me pare che costoro più che interferire tendono a guidare, usare gli uomini per i propri fini, e che gli uomini più che protagonisti siano delle pedine per dei progetti che stanno fuori dagli interessi umani. Non ci facciamo, quindi schizzare il cervello pensando a chissà quale insondabile e sovrumano progetto divino. Restiamo più terra, terra basandoci esclusivamente su quanto leggiamo, con distacco, senza lasciarci coinvolgere emotivamente ed ideologicamente.



In varie vicende della genesi, si può riscontrare una sorta di preveggenza da parte del Signore o degli Angeli, che però datosi il risultato che poi ne consegue, sembra più una pre – determinazione, quindi un adoperarsi di qualcuno affinchè le cose vadano come “pre- annunciate”, più che un realizzarsi esattamente quanto detto.



Un altro aspetto che si può riscontrare dai discorsi di questo Signore, è quello che sovente parla di nemici e popoli da distruggere, le parole quali pace ed amore per il prossimo sono pressocch’è inesistenti.



Nel versetto (11), viene detto che l’Angelo del Signore dice ad Agar che lei è gravida e che partorirà un figliolo, al quale manco a dirlo dovrà chiamarlo Ismaele, così gli viene detto; perché, prosegue il Signore ha udito la tua afflizione.



Avendo letto bene quanto dice il versetto (11), se ne deduce che Agar è gravida, <>. Tant’è che è stato quest’Angelo a comunicarglielo (questo è un aspetto curioso)! Comunque sia doveva ancora partorire. S’è ritornate al versetto (4), dello stesso capitolo, dice che Agar partorì il figliolo, ed avendo concepito questo bambino si atteggiava e disprezzava la sua padrona Sarai. E Sarai, essendo risentita e offesa afflisse la serva Agar ver. (6), ed è per questo motivo che ella se ne fuggi e potè avere l’incontro con l’Angelo. E quindi lo sviluppo e prosieguo del racconto. Però a questo punto i conti non tornano. Perché secondo quanto detto in precedenza, il motivo della fuga di Agar era dovuto al fatto che si vantava di avere concepito il figliolo di Abramo, e per cui si vantava ed umiliava Sarai, e Sarai a sua volta l’afflisse, ed ella fuggi. Se ora l’Angelo gli dice che deve partorire, quindi non ha ancora concepito; il discorso precedente non sta in piedi, ed allora per quale motivo sarebbe fuggita Agar ?


Quest’Angelo impone ad Agar come deve essere chiamato suo figlio; questo è un altro aspetto discutibile, in quanto il figliolo in questione è anche figlio di Abramo, padrone di Agar, ed è lui Abramo che ha la prerogativa di decidere il nome, semmai, l’Angelo doveva parlare con Abramo, non con la serva Agar. Il dialogo prosegue, e l’Angelo dice ad Agar che il signore ha udito l’afflizione di Agar, ma l’afflizione di cosa, dal momento che la nascita del figliolo non è ancora avvenuta, e quindi non ci può essere motivo di afflizione se questo è il contendere, a meno ch’è non ci sia altro motivo, ma quello raccontato è questo. Quindi tutta la storia non ha ne capo ne coda. Se Agar, non aveva ancora partorito, non si comprende il motivo dell’afflizione di Agar, la quale non ce la faceva più a sopportare le angherie della sua padrona. In buona sostanza non sappiamo il vero motivo della fuga di Agar. Però, la motivazione di questa fuga è utile in quanto permette lo svolgimento del seguito del racconto. Senza il quale non si poteva sviluppare la conclusione.



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Se no, come poteva l’Angelo dire di ritornare e di umiliarsi a Sarai e forse la sua padrona l’avrebbe perdonata. Il ritorno di Agar, e la sua sottomissione a Sarai non mi pare risolva il suo problema, semmai quello della sua padrona, che così non perde una serva. La situazione sarebbe, così conclusa. Ed invece l’Angelo intrattiene Agar, facendogli delle rivelazioni non richieste in merito al figliolo che gli deve nascere (v.12). Lo descrive che esso sarà simile ad un <> e che il popolo che ne deriverà da esso <>. In lett. Asino, sta per persona ignorante e caparbia. Agg. Fig. di persona, non socievole, che vive appartata, che ha modi rozzi.



E’ qui abbiamo un’altra rivelazione (v.13). Agar crede di stare parlando con un Angelo, ma ad un certo punto si ricrede e comprende di stare parlando con “l’Angelo che è il Signore”. Quindi Agar non solo a parlato col Signore, ma lo a visto pure in faccia era li a pochi centimetri e parlava con lui (eppure non è morta). Agar non aveva quindi riconosciuto il Signore, lo aveva scambiato per un comune Angelo; comune è appunto il termine forse più adatto, comune in quanto di per sé un Angelo dovrebbe essere qualcosa di particolare, eccezionale, mentre lei lo ha comunemente confuso con uno dei tanti, evidentemente. Questo vuole dire anche che tra il presunto Signore e gli Angeli non vi erano differenze. Per logica deduzione, infine viene svelato l’Arcano sulla reale natura di questo Dio; esso, il terribile Signore Yavè, altro non è che un Angelo, ovvero un Osservatore, un Vigilante; probabilmente con grado superiore ai suoi simili, un comandante. Come tanti altri d'altronde, della stessa razza di coloro che si unirono con le donne umane. E che in questa circostanza, tramite Abramo e il suo popolo stava cercando di consolidare un suo personale dominio.



Stranamente Agar non ribatte su quanto il Signore gli dice, stranamente e contro il suo stesso interesse e lei che cambia discorso, di punto in bianco, Agar gli dice, tu sei l’Iddio (splendente)della veduta, perché disse, ho io pure qui ancora veduto, dopo la mia visione ? (v.14) Il versetto si conclude dicendo che quel pozzo è stato nominato, il pozzo del vivente che mi vede; ecco, egli è fra Cades e Bered. (V.15), Alla fine Agar, partorì un figliolo maschio così Abramo ebbe finalmente il suo erede che si chiamò Ismaele (.16) ciò all’età di ottantasei anni


Abbiamo potuto constatare, senza bisogno di sondare altri aspetti, come il racconto di questo capitolo sia contraddittorio, privo di evidente logica, direi montato su, solo allo scopo di dire delle cose, la storia non regge. Però dal discorso tra Agar e il Signore, abbiamo appurato la vera natura di Dio, come il dialogo tra Agar e il Signore, sia arrivato a conoscenza dell’autore della genesi questo rimane il solito mistero.

Ma è essenziale, ed è stato inaspettato anche per me, fino a che non ho fatto la dovuta deduzione, di avere capito definitivamente la vera natura del Dio di Abramo.





CAPITOLO XVII







Abrahamo e la Circoncisione









Il capitolo 17, cita che quando Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve, e gli disse: Io sono l’Iddio Onnipotente; cammina davanti a me e sii intiero.

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Da come è citato il versetto sembra una cosa eccezionale, che Dio appare ad Abramo, quando invece e evidente dalla lettura biblica, che questo Dio sta sempre lì a tampinarlo, che sembra non abbia di meglio da fare.

(v.2). Ed indovinate un po’, gli propone un patto! Un Dio che scende a patti con un uomo, potrebbe avere dell’incredibile, se non fosse per tutti i patti fatti già in precedenza, per adesso questo è l’ennesimo.

A proposito di patti, io vorrei dire una cosa; nella storia più recente, milioni di persone hanno invocato Dio, molti lo hanno osannato, lodato, molti altri lo hanno vituperato, insultato, bestemmiato, sfidato e offeso, e questo Dio onnipresente, non è mai stato presente, nessuno là visto, ne sentito. Mentre a leggere la bibbia, sembra così evidente, che pare, Dio salti fuori da un momento all’altro. Tanti si sono sempre chiesti, del perché Dio fa accadere tutte queste brutte cose, dov’è questo Dio quando viene invocato disperatamente da milioni di persone, lo pregano, come mai non c’è questa sua presenza? Da Abramo fino a Mosè questo dio era pressocchè sconosciuto da tutti gli altri popoli. Mentre nella bibbia si parla della sua costante presenza; Abramo non poteva fare un passo che non gli appariva questo dio, che gli proponeva subito un patto. ( una presenza molto letteraria, ma per nulla fisica a quanto pare). (V. 3). Adesso Dio gli promette che se lui si comporterà bene, da bravo figliuolo, lui, Dio, lo accrescerà grandissimamente, in altre parole ne migliorerà ulteriormente le sue condizioni di vita, sarà più importante, più ricco, più potente; ha però?!



Ed ecco che Abramo cade sopra la sua faccia (che sia svenuto per ciò che ha sentito?). E Iddio parlò con lui, dicendogli che lui, Abramo sarebbe diventato una moltitudine di nazioni (v. 4 e 5) . E che non sarebbe più stato nominato Abramo, bensì Abrahamo in quanto padre di una moltitudine di nazioni. Insomma Dio gli prometteva di avvalorare la sua persona, promettendogli che lui sarebbe diventato importante e potente, che sarebbe diventato padre di molte nazioni che dalla sua stirpe sarebbero nati anche Re, questa è la promessa e la lusinga che Dio fa ad Abramo. Direi una lusinga che rasenta la superbia, la tanto vituperata superficialità materiale viene proposta da Dio ad Abramo. Chissà perché non riesco a scorgere nessuna spiritualità in ciò, essere più importante, diventare più ricco e potente, e padre di una moltitudine di nazioni, essere il capostipite di molti re. A me pare una superbia ed orgoglio molto umano, meschinamente umano e materiale. Curioso, non gli ha promesso il paradiso e l’eternità spirituale, Dio non chiede ad Abramo castità e purezza d’animo, dal momento che gli propone di diventare più ricco e potente (nel senso di ricchezza materiale). Mi piacerebbe conoscere il parere del Signor Linder a tal proposito.



(v. 6 e 7). E’ quindi con questo patto, Dio si garantisce non solo di essere il Signore di Abramo, ma anche di tutte le nazioni che sarebbero derivate da esso. (V. 8). Ed inoltre promette ad Abramo che il paese dove lui e la sua gente sono ospitati come forestieri, sarebbe stato sottratto ai suoi legittimi abitanti per donarlo a lui, ed al suo popolo e a tutta la sua discendenza in perpetuo.



Sia i Musulmani che gli Ebrei hanno lo stesso Dio, riconoscendo in Abramo lo stesso Patriarca. Però da decenni questi due popoli ,Ebrei e Palestinesi si fronteggiano, si ammazzano, sono in guerra permanente; in quanto i Palestinesi non riconoscono agli ebrei il diritto di esistere e di occupare l’attuale territorio; da parte loro gli ebrei rivendicano il diritto di esistere, e quello di diritto a quella terra, in quanto donatagli dal loro Dio. I Palestinesi non ci stanno e reagiscono contro il cosiddetto occupante Israelita.

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Qui c’è qualcosa che non quadra, evidentemente il corano non dice le stesse cose che dice la Bibbia ebraica. Come è possibile tale conflitto teologico, “uno stesso Dio che parla due lingue diverse”, agli ebrei dice una cosa e ai musulmani ne dice un’altra? Non entrerò nel merito del contendere. Dico solo una cosa, sé hanno ragione gli ebrei, i Musulmani se la dovrebbero prendere con il loro Dio.

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(V. 9). Dio è stato molto chiaro i discendenti dovevano osservare il patto che Dio fece con Abramo (v. 10). Per sigillare questo patto Dio impose che tutti i maschi dovevano essere circoncisi .



Nella bibbia viene esaltato l’uso della circoncisione, come una prerogativa tutta ebraica. Nell’ideologia ebraica infatti i Filistei erano gli incirconcisi per antonomasia impuri. Con incirconcisi si voleva designare i gentili (filistei). Ma da certa documentazione dell’epoca, pare che già i Filistei come i Siri di Palestina, praticassero la <>, testimonianza da fonti Egiziana del XIII secolo a.C. cui i popoli del mare erano generalmente circoncisi. Ai Filistei che non erano circoncisi venivano tagliate le mani, mentre ai Libi che erano incirconcisi veniva tagliato il fallo.





(V. 11 e 12). Con ciò mi chiedo a chì dare credito, ad una precedente usanza, o alla pretesa degli ebrei, i quali dicono che tale pratica e dovuta al volere del loro Dio?



Fatto sta che tale pratica barbara fu imposta a tutti gli ebrei e non solo, ma anche a chi non fosse ebreo e non riconosceva questo Dio. Quindi chiunque risiedesse presso di loro, servi compresi che fossero nati in casa o comprati. E’ sì perché al tempo del Signore o, si nasceva nobili o si nasceva servi, questo era il dato di fatto. Tale situazione come si può constatare era perfettamente condivisa da quel Dio.



Purtroppo nelle scuole, almeno quelle di ordine inferiore hanno da sempre insegnato poco e male, se poi aggiungiamo il disinteresse dei giovani per certe materie, come la storia per esempio. Se ne conclude che finiti gli studi, questi giovano diventati in seguito adulti, e non avendo ne tempo ne passione per la lettura <> come stanno le cose.



Poi per le nuovissime generazioni, tutto gli è dovuto, tutto è scontato. Ma purtroppo non è così, perché quello che ancora c’è di buono e stato conquistato in passato con molto sangue dai nostri padri. Quando iniziarono le prime battaglie per i diritti civili ad esempio; le autorità non ci pensavano due volte a reprimere le manifestazioni popolari, in bagni di sangue ed allora anche la chiesa in intesa con il potere, condannava questi poveracci che chiedevano solo un po’ più di giustizia ed umanità additandoli come figli del demoni e disgregatori dell’ordine di Dio. Credo che da allora cominciò a serpeggiare l'idea del Laicismo; perché la chiesa anzicchè interessarsi solo alle anime, si interessava anche alla vita “dei sudditi”, che filassero dritto. E da sempre infatti che i preti ci stanno sempre addosso. Da quando si nasce, col battesimo, poi diventando più grandicelli, tramite le scuole e gli oratori, quando ci si sposa, quando si devono battezzare a sua volta i propri figli; ricomincia il tutto ed a parte la pretesa della s. messa fino a darti l’estrema unzione. In sostanza anche la chiesa cerca di seguirti dalla culla alla bara.



Siamo tutti dei peccatori, perché in occidente i popoli si sono battuti per abbattere le tirannie, per la libertà; contro lo schiavismo ed il servilismo, contro la guerra e l’ineguaglianza, noi poveri umani peccatori abbiamo l’ardire abominevole di volere giustizia ed uguaglianza per tutti. Ma i pensatori della chiesa sono molto furbi ed hanno molto esperienza; arrivati ad un certo punto avevano capito che era un errore schierarsi apertamente con il potere per condannare chi chiedeva giustizia; e quindi molti preti si sono infiltrati nei ranghi di chi si ribella. Ed ecco che ci furono i preti operai, o i preti guerriglieri; in questo modo avevano la simpatia popolana, e riuscivano a controllare le situazioni e comunque a fare il doppio gioco. La chiesa nel corso dei secoli a adeguata la sua politica in base alle situazioni, cambiando pelle al momento opportuno, e continuare a regnare. Ma d'altronde si sa, le vie del Signore sono infinite e misteriose.

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La forma di schiavizzare i propri simili, affonda le sue radici in un lontano passato. Per la precisione, coloro che l’hanno introdotta, << non si ritenevano tanto simile agli umani, in quanto li ritenevano inferiori >>. Una pratica imposta agli umani per molti millenni; in un tempo relativamente recente, benchè già da tempo gli umani erano diventati una moltitudine schiacciante rispetto agli Angeli – vigilanti: dal momento che gradualmente gli uomini cominciarono a fare le veci, ed occupare posti di comando, e per la quale anche loro si definivano dei “Signori”, o spendenti (Elohim). Si comportavano con i propri simili come fossero Dei, tant’è che le Monarchie ed i re rivendicano il titolo di origine divina, costoro si comportavano allo stesso modo dei loro Signori. In diritto di schiavizzare anche interi popoli.



Quindi in un tempo anche relativamente recente (ma tutt’oggi, anche se in modo illegale), un ricco poteva andare al mercato degli schiavi e comprarsene quanti ne poteva, come fossero pomodori (v. 13). Ciò era legale; se leggiamo le leggi e gli statuti della bibbia, possiamo vedere che sta scritto che questo Dio ammetteva tale pratica, non solo ma secondo la bibbia ne legifera addirittura le norme.



Questo sarebbe il Dio degli ebrei, cristiani e musulmani; un Dio schiavista. Quindi dal momento che un ebreo ricco si comprava un servo, o uno schiavo, era sua proprietà e per la sua legge doveva circonciderlo. Ovviamente l’opinione del servo non contava, non si pensi minimamente che lo schiavo potesse non essere d’accordo, esso non aveva diritti, qualunque suo reclamo di giustizia era considerata ribellione, la quale doveva essere punita in modo esemplare (v.14). Comunque secondo la bibbia, era volere di Dio, che chiunque non fosse circonciso e veniva scoperto doveva essere ucciso. In quanto quest’anima avrebbe violato il patto che lui ha imposto agli ebrei. Certo un non ebreo poteva dire, io non centro nulla con voi, però veniva ammazzato lo stesso.


(V. 15, 16). Dio decide di mutare anche il nome della moglie di Abrahamo la quale non dovrà più chiamarsi Sarai bensì Sara, in quanto Dio la benedice e , promettendo ad Abrahamo che tramite Sara, Dio gli avrebbe dato un figlio, << quindi non sarà, Sarai a dare un figlio ad Abrahamo, bensì Dio, tramite Sarai, ed ella sarebbe diventata nazione e da essa sarebbero usciti dei re di popoli.



Possiamo notare anche in queste righe, come per questo Signore sia molto importante il fattore dinastico, la continuità del sangue, la purezza della stirpe (non di animo), un nobile è un nobile, e un plebeo, un plebeo.

Per cui Dio non poteva accettare Ismaele quale legittimo erede di Abrahamo e quindi re di Israele, perché Ismaele era anche figlio di una serva, mentre Sara era la moglie. Mentre Abrahamo amava quel figlio, a dovuto allontanarlo per non fare torto al suo Signore. (v.17) Ed Abrahamo ricade nuovamente sulla sua faccia in cuor suo, pensava, un uomo di cent’anni ed una donna di novant’anni avrebbero avuto un figlio?



(V.18) Da quanto si legge non è difficile capire che Abrahamo non prendeva in considerazione quanto gli diceva il suo Dio, tant’è che per contro chiede la benedizione di Ismaele suo figlio.



Ma come è possibile che Abrahamo, che pur venerava ed obbediva a questo Signore, non prende in seria considerazione quanto gli diceva? Ciò non è cosa da poco; che in cuor suo invece sbeffeggiava.



Secondo quanto sta scritto nella Bibbia che si trova in mani ebraiche, Sara, avrebbe avuto un figlio (v.19), in quanto Dio si sarebbe ripetuto più volte a questo proposito, e che questo figlio doveva chiamarsi Isacco. E che Dio avrebbe fatto un patto anche con Isacco e per tutta la sua progenie. Anche da parte Musulmana sembra si riconosca, un Isacco figlio di Abrahamo.


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(V. 20). E in quanto a Ismaele Dio dice ad Abrahamo che lo ha benedetto, quindi ho esaudito la tua richiesta gli dice, aggiunge che lo farà moltiplicare e crescere grandissimamente, ed ancora, informa Abramo che esso genererà dodici principi e che egli il Signore lo farà diventare una grande nazione. (V. 21). Ma io, dice, formerò il patto con Isacco che nascerà l’anno che viene.


Come si può notare, questo <>. Questo Dio non riconosce la primo genitura di Ismaele, e ciò in contrasto con quanto in altri momenti sostiene, circa il diritto del primogenito. Come mai non vuole riconoscere il diritto di Ismaele? Questo non viene detto. L’unico dato certo è, che Ismaele è anche figlio di una serva, ma ha parte ciò, non vengono citati altri dati; dobbiamo forse pensare che Dio considera Ismaele, bastardo e quindi non degno di succedere ad Abrahamo ? Ci sono altre spiegazioni, perché se non c’è una motivazione valida rimane quanto detto. Un altro aspetto, “ ma di poca importanza, naturalmente” e il fattore del libero Arbitrio; in tutte le vicende che riguardano Abrahamo, non è lui medesimo che decide, ma è questo suo Dio che gli dice punto per punto cosa deve o non deve fare, e sembra che non possa contrastare il suo Signore.



(V. 22, 23, 24, 25, 26, 27). Quando Iddio ebbe finito di parlare con Abrahamo, egli se ne salì d’appresso a lui. Ritornando al suo campo Abrahamo prendeva tutti i Maschi della sua famiglia e gli praticava la circoncisione, quindi tutti i maschi della casa di Abrahamo, servi compresi furono circoncisi. Questo è quanto dicono i versetti.





































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