giovedì 6 febbraio 2014

Analisi della genesi (3 di 4)

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CAPITOLO IX





Patto di Dio con Noè







A quanto pare e ritornato il sereno, l’incubo del diluvio oramai è cosa passata, questa è almeno l’immagine che né da la “Bibbia”. Non sono citati strascichi o conseguenze, neanche collaterali (1), tant’è che il Dio benedice Noè e i suoi figlioli, raccomandando loro di darsi da fare con le loro donne e d’avere tanti figli. Sotto quest’aspetto, Questo Dio ha sempre incoraggiato gli uomini ad avere sempre molti rapporti sessuali, alla fine della “panna il nocciolo” è questo.





In secondo luogo (v.2) e, questo non sembra ma è importate nel senso che questo Dio lasciava praticamente il dominio di tutti gli animali (anime viventi) all’uomo, ciò che non era ritenuto suo, adesso diventa suo dominio, di conseguenza anche la terra.

Con ciò l’uomo eredita la terra, ma perché adesso è non prima? Credo che a differenza di altri, questo concetto, di ereditare la terra sia relativamente recente, che risalga a 7.000 anni fa, più che un “regalo” come sembra suggerire la Bibbia, credo piuttosto che si tratta di un dato di fatto in ogni modo acquisito. Se guardiamo l’aspetto storico, da lì a poco (si fa per dire) la concezione politeista nei vari popoli si affievolisce in quanto presenza <>, per passare gradualmente al ricordo, al mito, al paganesimo; pian, piano, andava prendendo corpo in alcuni personaggi ed in seguito in alcuni gruppi e quindi comunità, l’idea monoteista, si veda lo zoroastrismo che condusse sanguinose ed aspre battaglie contro i Magi. Da lì in poi lo sviluppo in qualche comunità della concezione monoteista, come quella degli Ebrei, in seguito. Dovremmo pensare, cosa effettivamente era successo, perché avvenisse questo cambiamento culturale, la Bibbia non lo dice.



Al versetto (3 e 4) questo Dio, pare invitasse gli uomini a potere mangiare di tutto, qualunque animale o pianta; sembrerebbe un invito molto risoluto, anche se, in effetti, tele disposizione implica una serie di norme, dettate da una situazione contingente; difatti aggiunge, che sì, puoi mangiare l’animale, ma non mangiarne il suo sangue. Su quest’aspetto è molto categorico, perché dice, il “Signore” se mangi il suo sangue, mangi anche l’anima sua, perché nel sangue alberga il “Nefhes”, in sostanza l’uomo “doveva astenersi dal mangiare la carne” con il suo sangue e di non bere sangue, equivalente di non assumere nel proprio corpo sangue di un’altra anima. La chiesa cristiana ancora oggi, in contrasto con quanto sta scritto nella Bibbia& lt;> su questo concetto una recente risposta da parte della chiesa è stata data nell’Aprile del 2003, a proposito di una ricerca genetica cellulare da parte del ricercatore Francis Crick a Londra, da parte mia, ho trovato allettante potere immettermi nella polemica, il risultato è stato solo un mio articolo su un giornale secondario, della cosa non se né più parlato. Silenzio assoluto.


Su questa questione del sangue (5 e 6), anche sé categorico in senso assoluto, pare che gli uomini, è mi risulta, meno ancora, proprio i più religiosi cristiani non ne tengono conto, anche perché costoro danno tutto per scontato. A differenza magari dei loro fratelli Musulmani, che anche sé a modo loro cercano di dare credito a quest’aspetto, tipo: non mangiando carne di maiale, scozzando l’animale per fargli disperdere il suo sangue ecc.



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L’aspetto di questo racconto mi sa di criptato od omesso, il vero concetto di fondo. Questo Dio, non è solo categorico su questo aspetto, ma dichiara che ne chiederà conto. Quanto scritto nel racconto Biblico non è bene esplicitato, si vede in modo evidente che manca di qualcosa, il concetto era in origine più esteso e più profondo ed è legato anche al rapporto “uomo – uomo”. Dio dice che domanderà conto alla bestia, di chi gli ha sottratto l’anima, ma dice anche che lo chiederà a quell’uomo che gli è stata sottratta l’anima; non nel senso che è stato ucciso in quanto tale, ma che gli è stata <>; prosegue, dicendo perché l’uomo è ad immagine di Dio! Credo che l’origine di questo concetto sia “atavico”, in ogni caso antidiluviano. Per comprendere a fondo e nella sua completezza tali affermazioni non possiamo limitarci solo alla conoscenza della Bibbia.


Dobbiamo “guardare oltre e altrove”, se consideriamo i racconti di altri popoli antichi sul diluvio veniamo a conoscenza che quando 15.000 – 16.000 anni or sono ci fu quell’immane catastrofe, il primo vero Grande Diluvio (il picco più dilagante, quindi disastroso dovrebbe essere stato attorno a 13.000 anni fa), morirono moltitudine di persone, come di animali, ma altri si salvarono, tutti coloro che ci riuscirono in alte montagne come nel sottosuolo, un po’ in tutte le parti del mondo, in queste alture o cittadelle sotterranee, con spazi molto ristretti, non è che c’era modo o mezzi per coltivare, o allevare e pascolare bestiame. Tale situazione catastrofica durò dei millenni, mica quaranta giorni come la vicenda di Noè, perciò i sopravvissuti stentavano a sopravvivere, fame e freddo erano la situazione permanente, e siccome la “fame era fame”, questi scampati, cominciarono a mangiare di tutto; dalle radici agli insetti, topi scarafaggi e serpenti, o anche vermicelli, cani e gatti (credo che questi ultimi saranno stati un lusso), chiunque può sapere che nel mondo ci sono ancora diverse popolazioni che ancora oggi usano mangiare cose simili, magari senza andare tanto nell’estremo, perché oggi non c'è più quella lontana “condizione antidiluviana”, però c’è una cultura antica di cibarsi di quanto detto, una cultura nata dall’estremo bisogno di sopravvivere.



Tale modo di alimentarsi e di cui i popoli o le comunità autoctone hanno tenuto come tradizione, tale tradizione è stata persa in tutti quei popoli che per vari motivi si sono spostati dai luoghi originari. In merito ai versetti (5 e 6) considerando la panoramica su esposta, comprendeva certamente anche l’estrema necessita al fine di sopravvivere di mangiarsi i cadaveri, “gli uomini mangiavano gli uomini”, se provate ad immaginare la situazione estrema vi renderete conto che si era sviluppato il cannibalismo. Usanza che è restata in alcune comunità d’indigeni per lo più rimaste isolate fino a non molto tempo fa; quando la situazione è ritornata ad una relativa normalità, la coscienza di molti ha dovuto fare i conti con tale dato di fatto, adesso che non sussisteva più la “follia della fame” andava tutto riconsiderato, specie quest’aspetto che era aberrante; ecco adesso sotto questa luce, le parole dei versetti (5 e 6), sono comprensibili. Ovviamente si è cercato di dimenticare quest’aspetto vergognoso e aberrante, nonché disgustoso praticamente e moralmente.


Anche in questo frangente (v. 7), questo Dio non perde occasioni per sollecitare gli uomini ad avere rapporti sessuali. Contrariamente a quanto invece dice la chiesa, in altre parole di evitarli, com’è arci noto, la chiesa hà la fobia per il sesso, nel senso del piacere carnale, però invita a fare molti figli. Tale religione ha innalzato ad atto puro e santo ciò che è contro natura, ciò che avrebbe creato il loro stesso Dio, in quanto proprio il loro Dio, non ha mai detto astenetevi dal sesso, questo Dio ha sempre detto di accoppiarsi e moltiplicarsi, in effetti, cosa c’è di più bello, di più gioioso di una creatura che viene alla vita? Certo anche i cristiani sono concordi che non c’è cosa più bella di questo; ma dico io, da qualcosa devono pur nascere queste creature, e visto che nascono dal grembo di una femmina, sarebbe, anzi, si deve sublimare il grembo femminile, idealizzarlo in quanto fonte di vita e di gioia per gli uomini. Invece per la chiesa tale parte anatomica è sconcia e abominevole.



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Vorrei riprendere l’ultima parte del versetto (6), quando Dio dice ed è categorico: “Chiunque verserà il sangue di un uomo, a sua volta sarà versato il suo sangue”, come concetto è bellissimo, peccato che resti un concetto, perché nella pratica tutti sanno benissimo “da che mondo e mondo” che gli assassini grandi e piccoli, ideologi o praticanti di morte altrui, nel piccolo come nelle stragi e genocidi, difficilmente hanno pagato con la vita, chi ha mai fatto giustizia? E’ se qualcuno lo ha fatto, ne ha pagato le conseguenze, dal momento che ha osato mettersi contro dei potenti. A cominciare dai capi delle varie religioni. I Cristiani si sono distinti per la loro ferocia, torture, massacri, nonostante i canoni del loro credo dicano di non uccidere, non ne hanno mai pagato il conto.



Dal versetto (8 al 17) IdDio ripete a Noè una serie di cose già dette, poi seguono tutta una serie di raccomandazioni e di rassicurazioni, che di tutto quanto è successo non sarà più, che da quel momento in poi tutto sarebbe cambiato per il meglio. Gli dice anche che quando farà piovere metterà un suo segno in modo che si ricordi di avere fatto un patto che nessun’acqua distruggerà più ogni carne.



I FIGLI DI NOE’



Secondo la Genesi Biblica, fino a seicento anni di vita Noè ebbe solo tre figli, francamente mi pare un po’ difficile crederci. Credo piuttosto che con la definizione dei tre figli (v.18) usciti dall’Arca si voglia affermare che, queste tre stirpi sono originarie dello stesso ceppo, in altre parole Noè potrebbe essere solo ipotetico. Noterete come in certi racconti, già a priori, si parla di Cam come padre di Canaan, Molto si è discusso di questa terra chiamata allora Canaan, questa regione a quanto pare è stata sempre molto travagliata, si raccontano antiche vicende su di essa, a quei tempi sembra sia stato un territorio molto ambito da diversi popoli. Ritornando ai tre figli di Noè in cui la stessa Genesi tende in ogni modo a fare delle precise distinzioni. Solo che nella Bibbia si tende a darne una spiegazione <> più che fisica; difatti da altro materiale riferito sempre a questi avvenimenti antichi, i racconti sono meno spirituali e con una logica materiale molto più interessante.


I figli di Noè a quanto pare avevano caratteristiche fisiche diverse l’uno dall’altro, tale da non sembrare neanche fratelli, anche il colore della loro pelle era diverso, quello che somigliava al padre più di tutti era Jafet, aveva ereditato le caratteristiche dei “giganti”, alto, pelle e capelli chiari, a differenza dei “fratelli di cui avevano la pelle <> e <>. (con ciò non si può escludere considerando tali aspetti; ch’è più che fratelli; Sem, Cam e Jefet fossero fratellastri, figli di diverse madri, e che quindi Noè, avesse più mogli; ciò considerato non si può escludere che Noè avesse altri figli).

Il riferimento alla pelle scura (v.19) e alle caratteristiche in merito, si riferiscono al popolo Egiziano, agli antichi Etiopi ai Dravidi come i Misi, così come la pelle olivastra degli antichi figli di Sem, quando il versetto afferma che da loro si ripopolò tutto il mondo, almeno questo lascia credere, dice un’inesattezza; perché le caratteristiche anzidette, non sono come quelle delle Specie e popoli “negri”. Costoro sono altre specie, così come i popoli mongoli, sulla terra ci sono decine di specie umane. Queste specie che non c’entrano nulla con Noè e i suoi figli, da dove vengono, chi sono? La Bibbia non lo dice.



Dal versetto (20 al 29) si parla dello stesso avvenimento. Del fatto cioè che Noè, la prima cosa che fece quando usci dall’Arca fu quella di piantare una vigna, con quali semi non si sa. Fatto il vino si ubriacò, e quando si fu addormentato sul suo letto si scoprì i genitali; non si capisce bene come mai Cam “che era già padre di Canaan”, che già da tempo doveva vivere nella sua terra per i fatti suoi, col suo popolo nel suo regno. Invece vide le “vergogne” di suo padre. Le vergogne secondo la Bibbia sono i genitali. Perché vergogna?

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Francamente mi pare una estrema esagerazione pudica e moralistica una banale esagerazione, una scusa per portare avanti un certo tipo di argomento, che diversamente sarebbe stato difficile da sostenere. Anche per l’impropria azione dei fratelli, e l’esagerata reazione di Noè, in quanto solo per (ammesso che ci sia del vero) una banale e sciocca presa in giro, il padre maledice gravemente il figlio. E’ da riprendere quanto viene detto in questo capitolo, anche se non si riuscirà ad avere una risposta, perché il tutto al di là, di come viene presentato il racconto, è invece molto intrigato, oltre all’assurdità di tutta la vicenda, una cosa che viene detta ancora prima che iniziasse tutta la vicenda dell’ubriachezza di Noè. Quando uscirono dall’Arca viene detto che Cam era padre di Canaan, la Bibbia non ne spiega il senso, perché viene anteposta questa informazione? In seguito Cam ebbe un figlio di nome Cush e poi un nipote di nome Misrain, e quindi due pronipoti uno di nome Put e l’altro di nome Canaan, il quale probabilmente dette nome alla terra, appunto di Canaan, ma ciò avverrà dopo, mentre nella Genesi, quando uscirono i figli di Noè viene precisato che Cam era padre di Canaan, ciò non ha senso, ha meno ch’è le cose non stanno molto diversamente ma per non spiegarle salta fuori la storiella di Abramo e delle sue vergogne, e quindi per la punizione di Cam il discorso non ha logica. E poi c’è il fatto che dopo la maledizione su Cam, Noè benedice Sem, Jafet non viene praticamente considerato, eppure i due fratelli si sarebbero comportati allo stesso modo, perché privilegiare solo Sem ? In conclusione i due fratelli per diverso motivo vengono messi da parte, ed il benedetto dal Signore resta solo Sem, dovremmo tenere presente forse che ha scrivere questa storia sono stati degli Ebrei e ch’è guarda caso gli ebrei sono di discendenza Semita!?


Una curiosità ancora, Noè chiede benedizione sul suo Signore, si dovrebbe presumere che ci possa essere qualcosa o qualcun altro superiore al suo Signore, è che Noè era a conoscenza. A chì Noè chiede benedizione sul suo Signore? Sé consideriamo che nessun’altro è superiore a Dio. Diversamente Noè avrebbe commesso grande peccato, in quanto collocherebbe idealmente il suo Signore ad un livello inferiore.


Dobbiamo ricordarci che gli ecclesiastici considerarono <>, tutti quelli che hanno ritenuto opportuno “portare quella logica” ai fini di un preciso progetto, una loro filosofia, malgrado i loro sforzi alla luce di oggi, noi possiamo rilevare una caterva di contraddizioni, che altrimenti non potevano essere rilevati una volta.



I vari autori dei racconti Biblici, con la storia dei genitali scoperti di Noè, riprendono la battaglia <>, asserendo che il sesso, il nudo sono peccaminosi; che gli attributi genitali sono <> . Su tale questione, che poi& lt;<è la questione per eccellenza >> ci sarebbe da fare un lungo discorso, che però non è il contendere di questo libro, per cui mi limiterò a qualche accenno.



In primo luogo c’è il fatto che queste “santità”, propagandano un concetto menzognero, le quattro religioni monoteiste sono portatori di un aberrante ed insana filosofia, volta a tenere repressa l’umanità.



Ad una mente sana non verrebbe mai in mente di definire i genitali qualcosa di cui vergognarsi. Per queste “santità”, la femmina ed il maschio si dovrebbero vergognare di essere tali.




Primo, perché anche nella bibbia sta scritto che Dio ci ha fatti così.

È così siamo fatti, ad immagine di Dio, per cui non dobbiamo

Vergognarci di ciò.


Secondo, nei racconti biblici possiamo leggere le continue sollecitazioni

fatte agli uomini da parte di Dio a fare sesso, e il sesso lo si fa con i

Genitali. 77

Terzo, la natura umana (fatta o non fatta da Dio) è tale per cui <

attratti dall’altro sesso (per loro natura gli opposti si attraggono),

pregustandoci un ancestrale piacere di ciò; e facendo sesso si continua la

specie , difatti se non ci fosse godimento ad avere rapporti sessuali saremmo

tutti casti, in quanto sarebbe una fatica <> e nel giro di

una generazione si estinguerebbe la specie.



Quarto, tutti gli esseri viventi, qualunque forma di vita in questo universo

dalla margherita al più piccolo insetto fino all’uomo, non è che si ha il sesso

come fosse un accessorio improprio, ma <> ! Tutta la

struttura, la natura la sua funzionalità è concepita solo allo scopo di avere

rapporti sessuali e quindi procreare e per rendere possibile ciò il, sesso

è piacevole.



Ogni parte del corpo a una sua funzione, la mano, il braccio, il piede, le mammelle, tutte servono ad un preciso scopo, ma alla fine per una unica funzione <>. Che male c’è quindi a procreare? Provandone un naturale piacere, d'altronde siamo fatti così. Perché non vergognarci allora delle mani, in quanto con i genitali non si uccide nessuno, mentre le mani possono impugnare un’arma e uccidere.

La vergogna della sessualità dovrebbe essere esordita col giudaismo e sviluppatasi con le religioni monoteiste.

Prima di allora non era vergogna avere i genitali, anzi era qualcosa di cui andare fieri a mostrare la propria nuda bellezza. Basta dare uno sguardo alla storia antica di vari popoli e civiltà, ma anche di popoli relativamente recenti, dalla scoperta dei popoli “americani” come i Maya o altri, ma anche fino a qualche decennio fa, tra quei popoli ancora incontaminati da certe “filosofie”, comunità e tribù, “vivevano ingenuamente nudi e non se ne vergognavano”. Poi arrivarono i “santi missionari” e gli “rivelarono” che non dovevano stare nudi, perché era vergogna e che si dovevano convertire al cristo se si volevano salvare l’anima.



La concezione giudaica – cristiana in merito al sesso ed a quello che sono gli aspetti più intimi della persona, sono a dir poco sconcertanti, di sicuro aberrante. Oggetto e soggetto da rieducazione psicoanalitica. Non è come può sembrare che tale argomento è il mio preferito. Solo che alla base di questa “filosofia religiosa” il fattore& lt;> è uno dei cardini principali, in quest’epoca ed in occidente, la chiesa evita apertamente tale argomento, perché sa che sarebbe impopolare, ma solo per questo, ciò non toglie che comunque operi sempre in questo senso anche in modo nascosto. Dicevamo quindi, che per gli ecclesiastici, la parte sessuale – genitale è un abominio vergognoso, inoltre fino a tutto il Medio Evo il loro bersaglio principale era la donna in quanto femmina, tant’è che non gli riconoscevano neanche l’anima, per gli ecclesiastici, la natura femminile della donna era il male << la vulva è l’ano>> sono considerate sconce da aborro, tale è questa loro mania che da sempre dicono che Gesù è nato per virtù dello spirito santo e che Maria la madre di Gesù era perciò vergine, cioè non riconoscono che il Gesù sia nato dalla vagina, che sia stato partorito, tale è il ribrezzo che hanno per la vulva, e considerando il Gesù figlio del loro Dio, non ammettono che sia nato come tutti gli uomini. All’inizio del riassetto dell’ideologia Cristiana, quando ancora molti aspetti non erano ancora stati definiti, e quindi si scontravano diverse tesi, discutendo della natura di Dio e del Cristo, alcune correnti filosofiche, pur riconoscendo non potendone fare a meno, visto che era provato che Gesù mangiava come tutti gli uomini, che sì, Gesù mangiava, ma non defecava, perché affermavano che la sua natura divina era tale che ciò non avvenisse. Ognuno è libero di crederci, per quanto mi riguarda è una enorme bufala, in quanto qualunque organismo materico su questa terra, mangia per nutrirsi e non può farne a meno, e chiunque si nutre, chiunque ingurgita alimenti, deve poi espellere le feci, tutto ciò e naturale è normale, non c’è motivo di vergogna per tutto questo, sé non nelle menti malate di certi individui.

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Ma vorrei continuare ancora un po’ su questo divertente argomento, almeno a mio parere. Ammettiamo per assurdo, che Gesù sia nato per virtù dello spirito santo, in primo luogo non aveva bisogno di una madre, dal momento che gli ecclesiastici negano che Gesù sia venuto alla luce tramite l’utero femminile, e che perciò la madre di Gesù è rimasta vergine. O per meglio dire pare che lo spirito santo sia entrato nella giovane Maria ed ella concepì Gesù. Ovviamente qui dobbiamo scendere hai particolari tecnici, ammesso è concesso la questione dello spirito santo, dal momento che diventa un feto per poi nascere in quanto bambino, tanto spirito non è, in quanto il bimbo è materia. In secondo luogo, perché Dio doveva usare una femmina priva di anima per fargli concepire suo figlio? Non bastava farlo spuntare dal nulla? Che volete che sia per Dio. In terzo luogo, se Gesù è comunque venuto fuori dal ventre di sua madre, senza che questa prima avesse avuto rapporto con uomo, dal momento che nasce, l’imene della donna si rompe, quindi è impossibile che possa comunque rimanere vergine.

Quarto luogo, scritto nei vangeli che quando Giuseppe suo marito si accostò la prima notte alla moglie Maria allo scopo di avere il rapporto, Giuseppe si accorse che Maria non era vergine, e qui salta tutto il castello tirato su dalla chiesa, inoltre dopo Gesù, sta scritto nei vangeli che Maria concepì altri figli con Giuseppe suo marito, dico è rimasta nonostante tutto sempre vergine? Anche se malgrado i vangeli, oggi la chiesa nega che Gesù abbia mai avuto dei fratelli.







CAPITOLO X







Posterità dei figli di Noè







Secondo la Bibbia queste sono le generazioni dei figli di Noè: Sem, Cam, Iafet, e

a loro nacquero i figli dopo il diluvio.



Ver.2 - I figlioli di Iafet sarebbero stati, Gomer, Magog, Iavan, Mesec, Tiras.



Ver.3 - I figlioli di Gomer, Aschernaz, Rifat, Togarma.



Ver.4 - I figlioli di Iavan, Elisa, Tarsis, Chittim, Dodanim.



Ver.5 - Da costoro, per le loro famiglie, nelle loro nazioni è avventa la divisione dell’isola delle genti, nei loro paesi, secondo la lingua di ciascuno di loro.



Come si può notare la bibbia prende in considerazione solo i figli di Gomer e Iavan.

Come mai, per quale motivo non considera anche gli altri figli di Iafet?



Ver.6 - I figli di Cam sarebbero stati invece, Cus, Misraim, Put e …Canaan.


Ver.7 - I figli di Cus sarebbero stati, Seba, Havila, Sabta, Rama, Sabteca; ed i figli di Rama sarebbero stati Seba e Dedan.



Qui l’autore non rispetta l’ordine, passando ad evidenziare subito il quartogenito di Cus, cioè Rama ed i suoi figli, Seba e Dedan. 79

Ver.8 - Citando ancora Cus si afferma che abbia generato Nimrod, però non c’è detto in quale ordine nacque Nimrod, ma soltanto che Nimrod cominciò ad essere possente nella terra.

Ver.9 - Egli fu un potente cacciatore nel cospetto del Signore; perciò si dice: come Nimrod, potente cacciatore nel cospetto del Signore.


Questo Nimrod da quel poco che è citato nella genesi e già tanto, perché non sembra tanto simpatico all’autore del racconto, però da quel poco che è detto, deve avere avuto nella storia nella sua vita un ruolo non da poco, deve essere stato un personaggio di notevole peso, ed a mio parere meritava si parlasse di più di Nimrod; ma evidentemente gli autori biblici fanno come Dante Alighieri autore della (detta) “Sacra commedia”. Chi gli stava simpatico lo poneva in paradiso coloro che invece gli stavano antipatici li cacciava nell’inferno. Infatti, è oramai noto che gli ebrei consideravano “male” tutti quelli, e tutti coloro che erano avversari di Israele, li definivano il “Male, il satana”.


Ver.10 - Il principio del regno di Nimrod sarebbe stato Babilonia poi Erec, Accad e Calne nel paese di Sinear.



Ver.11 - Di quel paese uscì Assur, ed edificò Ninive, e la città di Rehobot, e Cala.

.

ver.12 - E, fra Ninive e Cala, la gran città.



Ver.13 - e Misraim generò Ludim, Anamin, Lehabim e Naftuhim.



Se si guarda con attenzione, si può notare che nello elencare le generazioni esse non seguono un quadro cronologico, ma capita di “dimenticare” qualcuno, in questo caso Put, figlio di Cam, però c’è una nota stonata, cioè nella genealogia vengono inseriti dei personaggi, tipo Assur, che ha quanto pare sarebbe stato anch’esso un personaggio di rilievo.



Ver.14 - E’ citato Patrusim e Casluhim (onde sono usciti i filistei), e Caftorim. Non era il caso potremmo dire che si specificasse che dai sopracitati avessero avuto origine i Filistei, ovviamente non è un caso, potremmo dire che i filistei, sono inseriti nella “lista nera” e così anche i loro progenitori. La lista nera sarebbe quella della stirpe di Cam, gli Israeliti avversano “tutto ciò che è Camita”, e ciò che non lo è, vi è inserito ugualmente a parere dei sacerdoti; siccome i Filistei sono stati definiti dai Sacerdoti Ebrei, i “malvagi”, sono così classificati. Solo che secondo ricerche approfondite, i filistei non sarebbero di origine Camita, ma indoeuropei. Per cui non dovevano essere inseriti nella genealogia di Cam.



Ver.15 - E Canaan generò Sidon suo primogenito e Het.



Adesso l’autore biblico e meno meticoloso e preciso, elencando alla rinfusa, non specificando come solito usa fare con i padri.



Ver.16 - E il Gebuseo, l’Amorreo, il Ghirgaseo. (V.17) E l’hivveo, l’Archeo e il Sineo; ver.18 - E l’Arvadeo, il Semareo, l’Hamatco. E poi le famiglie d’è Cananei si sparsero.


Ver.19 - Ed i confini dè Cananei furono da Sidon, traendo verso Gherar, fino a Gaza; e traendo verso Sodoma e Gomorra, ed Adma e Seboim, fino a Lesa.








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Traendo…, cosa vuol dire traendo? Mi sembra un termine fuori luogo, e mi chiedo se la traduzione sia corretta, perché se lo è, mi rende perplesso, un termine non appropriato alla circostanza, in questo caso si sarebbe dovuto usare dei termini come: conquistare, costruire, allearsi ecc. La parola traendo non rende l’idea in questo caso tale termine assume una vaghezza non definita, che dice e non dice; o forse era proprio questo l’intento del suo autore, è perché?



Ver.20 - Questi sarebbero i figlioli di Cam, secondo le loro famiglie e lingue, né lor paesi e nazioni.



Io credevo che Cam nel bene o nel male facesse parte della famiglia di Noè, e che assieme ai suoi fratelli facessero parte della stessa comunità, e che avessero una stessa lingua e che abitassero uno stesso territorio, non avrei mai immaginato che ogni componente di una stessa famiglia parlasse una sua propria lingua.



Debbo affermare che quanto descritto in questo capitolo è un falso storico, e che tale convinzione che dai tre figli di Noè si sia ripopolata la terra ha procurato non pochi problemi all’umanità, e fatto nascere odi e razzismi.



Questa divisione in tre stirpi così nette non esiste, ciò è stato fatto solo allo scopo di creare una presunta stirpe benedetta, cioè quella degli Ebrei, e quindi trovare un’origine in un patriarca (Sem), che fosse in antagonismo con altre stirpi quella maledetta in questo caso la stirpe di Cam; ciò è frutto della tesi (errata) della lotta tra il bene ed il male.



Non esiste una razza Camita, così come non esiste una razza, o stirpe ebrea, in sostanza queste tre stirpi originate da Noè non esistono e non sono mai esistite, è tutta un’invenzione.

Questo è quanto emerge da studi e ricerche effettuati da uomini di scienza, ma anche ciò che emerge da ricerche storiche.



Dai vari riscontri non risulta essere vero quanto detto nella bibbia; ma prima di proseguire in tale spiegazione, elenco la stirpe di Sem, elencata nella genesi.



Ver.21 - A Sem ancora, padre di tutti i figlioli di Eber, e fratel maggiore di Iafet, nacquero figlioli.

Ver.22 - I figlioli di Sem furono Elam, ed Assur, ed Arfacsad, e Lud, ed Aram.

Ver.23 - E i figlioli di Aram furono Us, Hul, Gheter, e Mas.

Ver.24 - Ed Arfacsad generò Sela, e Sela generò Eber.

Ver.25 - E ad Eber nacquero due figlioli, il nome dell’uno fu Peleg, perciocchè al suo tempo la terra fu divisa; e il nome dell’altro suo fratello fu Ioctam.

Ver.26 - E Ioctam generò Almodad, e Selef, ed Asarmavet, e Iera;

Ver.27 - E Hadoram, ed Huzal, e Dicla;

Ver.28 - Ed Obal, ed Abimael, e Seba;

Ver.29 - Ed Ofir, ed Havila, e Iobab. Tutti costoro furono figlioli di Ioctam.

Ver.30 - E le loro abitazioni furono da Mesa, traendo verso Sefar, fino al monte Orientale.

Ver.31 - Costoro furono i figlioli di Sem, secondo le lor famiglie e lingue, né lor paesi, per le lor nazioni.

Ver.32 - Queste son le famiglie de’ figlioli di Noè, secondo le lor generazioni, nelle lor, nazioni; e da costoro sono discesi le genti divise per la terra, dopo il diluvio.















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Una supposizione, sola supposizione arbitraria. Spiegare come gli ebrei arrivarono a tale conclusione non credo sia facile per nessuno, considerando la complessità degli avvenimenti, i millenni trascorsi, l’avvicendarsi e il sovrapporsi nel corso di tanti millenni di popoli e razze; ove ogni comunità che riusciva ad avere ad influenzare altre comunità imponeva le proprie credenze, e di volta in volta ogni popolo imponeva continuamente ad altro popolo la propria cultura, e magari il popolo sconfitto in una guerra che a suo tempo ha dovuto digerire una cultura e credenze esterne e comunque già diversificate a suo tempo riimponeva allo stesso popolo di cui è stato dominato la sua stessa cultura, ovviamente riveduta e corretta. Un calderone di mescolanze e confusione, di cui non è facile venirne a capo, tutt’ al più si possono fare delle ipotesi in linea di massima, ma averne la certezza assoluta, credo non sia possibile.



Ed a tal proposito accennerò ad una breve ipotesi, tanto per contribuire alle presunte genealogie.


Prima del Grande Diluvio Universale 15.000 mila anni or sono, e prima ancora la terra era abitata da comunità altamente civili. A quel tempo (in conformità a documentazioni ritrovate anche di recente). Non dovrebbe stupire tale data ed anche il fatto che possano essere esistite delle civiltà altamente progredite; basterebbe leggere cosa disse a suo tempo il greco Solone, o meglio Sonchis, alto sacerdote del tempio di Sais in Egitto.

Le comunità umane che si andavano costituendo erano dominate <>, i quali asservivano gli umani. I giganti dovevano essere una comunità a sé, che all’inizio non si mescolava con tutti gli altri umani, questi giganti dovevano essere alti, così come oggi possiamo vedere in giro, un metro e novanta, due metri, per noi oggi è divenuto normale tale altezza, ma fino ad alcuni decenni fa le persone si meravigliavano per tali altezze. Figurarsi millenni or sono quando gli uomini raggiungevano appena il metro e dieci, al massimo un metro e venti centimetri, trovarsi di fronte un individuo di due metri; dicevamo questi giganti pare fossero di pelle bianca dalle chiome bianche o comunque molto chiare, essi detenevano la civiltà e la cultura, mentre gli altri umani erano piccoli e scuri di carnagione; tipo il popolo dei Draviti (tuttora abitano in India).



Dopo il Grande Diluvio Universale (11.000 – 13.000 a.C.) I sopravvissuti a quella immane catastrofe che decimò la maggioranza degli esseri viventi sulla terra, inizia la ricostruzione; si dice al tempo di Iared, i figli di Dio (giganti), si unirono con le figlie degli uomini, da tali unioni venne fuori una umanità diversificata, man mano che le unioni si moltiplicavano, nascevano quindi uomini più alti con pelle non più nerastra, ma sul colore marrone o, bianco scuro, gli uomini acquisivano dei bei capelli ed in seguito cangiate nel colore, anche gli occhi venivano di colore diverso, più chiari, ovviamente le ulteriori unioni fecero sicch’ è, la prole somigliasse sempre di più ai figli degli Dei, questi vennero definiti da altri come <> o <>. Da queste mescolanze e non, poiché qualche comunità non sì “contaminò, ” non “cedette al Male” si cominciarono a diffondere dei gruppi umani differenti per caratteristiche, ed anche il diverso modo a causa della propria nuova situazione etnica di vedere le cose e le situazioni, quindi diversificazione di cultura, fino ad un’opposizione l’una con un’altra.


Quindi in origine si possono inquadrare già dei tipi umani diversi: i Nefilim, dalla pelle bianca rosata e d’alta statura, altri bianchi scuri, e tipi marroni, marrone scuro, fino al tipo Dravitico, rimasto per quanto si poté “puro”, per la verità vennero fuori anche dei tipi con la pelle color olivastra, questi si diffusero nell’est asiatico anche gruppi cosiddetti semitici potevano avere avuto la pelle olivastra, in origine gli ebrei originali per quanto lo potevano essere erano di color olivastro, ma in seguito con tutte le mescolanze genetiche in cui sono state coinvolte persero tali caratteristiche di colore ma anche somatiche.







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Una nota a proposito dei Camiti, la regione del Sinai ed il nord Egitto, lungo il Nilo, ed in seguito lungo la Palestina meridionale in tempi remoti antidiluviani, stanziavano delle comunità di umani pare della stessa etnia dei Draviti, costoro o comunque consistenti comunità si mescolarono geneticamente con comunità di negri dando vita ad una nuova etnia, detta Camitica per via della terra in cui vivevano, il grosso di questa nuova etnia si sarebbe in seguito spostato verso il sud Egitto ed in seguito ancora più a sud, essi sarebbero gli Etiopi, l’avversione degli Israeliti e dovuta semplicemente al fatto che i presunti Camiti furono avversari, almeno culturalmente degli Israeliti, come lo furono i Filistei. Questo è quanto per adesso.


Queste sono dunque le generazioni dei figli di Noè, che nella loro lunga vita (secondo la Bibbia) hanno avuto un “limitato numero di figli”; qualcuno in più del patriarca Noè, che invece secondo gli autori Biblici (sic !) nella sua “plurisecolare vita avrebbe invece avuto solo tre figli”?



Nel capitolo dieci sta scritto che <>, sarebbero nati solo dopo il diluvio. Dal secondo al quarto versetto è elencata la progenie di Iafet.



Ritengo il caso di fare una precisazione, perché quando si affronta l’argomento delle “razze e delle stirpi”, si tende sempre ad esseri reticenti. Mi spiego meglio, la bibbia citando i tre figli di Noè afferma che costoro sono stati i patriarchi di tutta l’umanità. Che mi risulti, questo dettaglio non è stato mai affrontato o negato da altri. Allora ci terrei a precisare che, le stirpi dei tre figli di Noè non c’entrano nulla con le popolazioni nere, con quelle mongole ed altre minoranze. I vari teologi ci dovrebbero quindi spiegare questi altri da dove vengono, inoltre mi risulta che assieme alla famiglia di Noè, si siano salvati anche i familiari di colui che effettivamente collaborò alla costruzione dell’Arca.



Nel quinto versetto il solito “smarrimento”, in quanto come al solito non vengono mai specificati in modo dovuto i riferimenti e gli aspetti più importanti. Perché da subito dopo il diluvio i figli di Noè hanno cominciato ad avere a loro volta dei figli. Che indipendentemente dalla catastrofe che avrebbe provocato il diluvio e dalle condizioni in cui avrebbe dovuto trovarsi il pianeta; quindi limitate zone abitabili, ma che comunque ancora da assestarsi. Di tal contesto non se ne parla più, la Bibbia non parla più di quella che dovrebbe essere stata la più immane catastrofe della storia umana.



Sembra invece che l’autore abbia fretta di arrivare a descrivere le varie famiglie che si sarebbero costituite subito dopo il diluvio, e che si sarebbero costituite in nazioni, secondo la loro <>.Se non vado errato, secondo la Bibbia si salvò solo la famiglia di Noè comprensiva dei suoi tre figli, e perciò è ovvio che tale famiglia faccia parte della stessa origine, quindi di un costituente stesso paese, e che è in una stessa famiglia si parla la stessa lingua. Come può quindi la Bibbia affermare che si sono costituite delle nazioni, addirittura con lingue diverse?



Come minimo ritengo a rigor di logica, che qui ci sia un vuoto “storico” e comunque una considerevole omissione, un vero e proprio salto del tempo. In quanto è ovvio che prima che si costituiscano delle varie nazioni e con una propria lingua, ci vada molto tempo, “ma tanto tempo”, ed in questo frattempo cosa è accaduto? Subito dopo si parla di una “isola delle genti”. In altre parole di un luogo ove è già abitato da diversi popoli e culture. Però la Bibbia a tal proposito non fornisce molte spiegazioni. Come si ricorderà, quando i tre figli di Noè uscirono dall’Arca, il racconto riferendosi a Cam, lo definiva già padre di Canaan. Ciò prima ancora del costituirsi sempre secondo la bibbia dei popoli, questa è a mio parere una nota stonata che lascia perplessi.



  1. Un’isola delle genti, Qual era quest’isola, cosa s’intendeva dire?

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CAPITOLO XI






La Torre di Babele







Nella lingua originale dei costruttori della mitica ed introvabile Torre di Babele, il significato di Babele è “Porta del Cielo”. Il concetto dovrebbe essere quindi, una torre che varca le porte del cielo, se eliminiamo l’idea della torre <>, quale altra torre è in grado oggi di varcare i cieli? Da alcuni decenni la civiltà occidentale innalza alte torri nei cieli, ma per questo non si sono confuse le nostre lingue, anche se alcune di queste torri “sono state abbattute”.



Se normalmente troviamo nel racconto della genesi tutta una serie di incongruenze, il racconto della Torre di Babele è ancora più controverso, l’idea che mi ero fatto dalle prime letture, era quello di considerare tale racconto CRIPTATO, oggi non ne sono più tanto sicuro.



Mosè introduce il racconto della Torre di Babele in un contesto secondo me, improprio, egli sta elencando le varie posterità dei tre presunti figli di Noè, i quali secondo lui, questi tre capostipiti avrebbero dato con le loro discendenze tutte le popolazioni che abitano la terra.


Nello stesso tempo sta elencando la discendenza di Sem, s’interrompe e parla di altro, cioè della Torre di Babele, poi finito tale racconto riprende a parlare della posterità di Sem.

Perché non narrare la storia di Babele in un suo capitolo proprio, invece di inserirla in un contesto non suo? Voleva forse raccontare ai posteri la vera storia della Torre, ma forse non doveva farlo ed allora là introdotta in un capitolo non suo allo scopo di occultare quanto non poteva dire o, non voleva dire? O ci sono altre ragioni? Poi come se non bastasse, non riusciamo ad avere dalla Bibbia dei dati, o dei precisi riferimenti che ci possano aiutare a comprendere almeno il periodo in cui si sarebbe svolta tale vicenda, per cui, non possiamo essere certi dei lacunosi riferimenti.

Quando prendi un libro per leggerlo ti aspetti di apprendere qualcosa, di venire a conoscenza di cose che magari ignoravi. Anche perché, solitamente quando un autore scrive un libro lo scrive per comunicare la sua conoscenza o il suo pensiero agli altri, ed allo scopo di essere il più credibile possibile vi inserisce tutti i dati e riferimenti possibili. Non possiamo dire questo della bibbia, in quanto tali libri sono astrusi.


O perché gli autori non volevano dare nozioni che a loro parere erano compromettenti; o non conoscevano bene le vicende e dati di riferimento.



D’altro canto possiamo notare, che l’autore è molto meticoloso nel descrivere particolari di poco rilievo, comunque alla portata di molti, rispetto al fatto concreto che non cita mai neanche una data o un preciso riferimento.


I racconti non sono messi tutti in ordine cronologico






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E’ come se non bastasse i racconti sono descritti in modo controverso, di cui taluni in modo astruso. Insomma il racconto della Genesi non brilla per chiarezza, affidabilità ed intelletto (almeno in certi racconti).


I racconti non sono lineari, non seguono una logica “progressiva” conseguente. Sembra piuttosto una raccolta di notizie sparse, tipo un puzzle, di cui mancano alcuni pezzi, ed altri non sono messi come dovrebbero.


Eppure Mosè (almeno si dice che sia lui l’autore), non era uno qualunque, lui è stato allevato ed istruito come principe, anzi pare che doveva succedere in quanto Faraone; è stato quindi istruito a tutte le conoscenze della cultura Egiziana una delle più antiche e persistenti, almeno fino a 3.500 anni fa. Quindi lettere, matematica, geometria, astronomia, ecc. dovevano fare parte del suo bagaglio culturale. Per cui doveva essere in grado di fornire nel libro della Genesi, date e riferimenti precisi ed una storia logica nell’esposizione del suo pensiero, come mai non ha fatto ciò? Una ragione ci deve essere, sempre ch’è sia stato veramente Mosè a scrivere la Genesi, che per quanto ne sappiamo sempre secondo la Bibbia, non è che Mosè fosse tanto contento di avere quel ruolo di guidare gli Israeliti. Quindi sé un uomo mal sopporta una certa situazione, dobbiamo credere che poi ci scriva un libro? Ha meno ch’è non sia stato costretto a farlo, vedete si possono fare innumerevoli ipotesi, però sarà difficile dire qual’ è quella più credibile. Quindi qual è la verità?


Non posso dire nulla con certezza, in questo caso posso solo fare delle supposizioni, anche se le supposizioni possono essere delle mezze verità.




Nella ricerca delle varie culture di vari popoli antichi, nelle varie parti del mondo, da vari resti di scritti e indizi che si sono salvati dalla distruzione da parte di popoli e comunità di Barbari, ignoranti, avidi e di religiosa superstiziosità. Sembra che già nel periodo a.C. Come d'altronde anche dopo, per diversi popoli era proibito imparare a leggere e scrivere, questo in origine. Dopo, le “umane caste dominanti” lo proibivano alla gente comune. La capacità di sapere leggere e scrivere era cosa molto rara, e coloro che ne erano capaci evitavano di diffondere tale conoscenza. Questo modo di porsi deriverebbe da una imposizione esercitata sugli uomini millenni prima, comunque prima del Cristianesimo.



D’altronde è dall’origine dell’umanità, che da sempre c’è stato chi in tutti i modi a cercato di impedire che l’uomo acquisisse la conoscenza. Non dimentichiamo al tempo di Adamo, che quando gli uomini appresero la conoscenza, il Signore s’infuriò molto, maledicendo Adamo ed Eva, compreso chi aveva aiutato gli uomini a prendere conoscenza, e per questo furono puniti.



Per quanto ci riguarda in occidente, e comunque ove il Cristianesimo s’insediò, non riconoscevano nessun’altra lettura o libro che non fosse la bibbia, tutti gli altri scritti e libri che trattavano argomenti di medicina, astronomia ed altre scienze, furono bollate come opera del demonio e quindi bruciati, assieme a coloro che li possedevano, non prima naturalmente di averli torturati finch’è non confessavano di essere dei seguaci di Satana e cose del genere. In quel periodo le trascrizioni venivano fatte a mano (non c’era l’industria tipografica), per cui ogni libro era raro e prezioso, la gente comune non poteva certo possedere una bibbia. Tale monopolio era della Chiesa, il popolo doveva credere ai sacerdoti, “unici depositari della saggezza e della conoscenza” e intermediari tra Dio e l’uomo e tra la Bibbia e l’uomo, a nessuno era consentito accedere alla lettura biblica, per cui i sacerdoti dicevano le cose come li comprendevano o come gli conveniva.






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In sostanza chi comanda vuole impedire che il popolo <>, che la gente conosca la verità, questo ancor di più oggi, ma non meno ieri. <>.



Una grande verità ci è stata nascosta da colui che gli Israeliti definiscono “il Dio vivente”, si legga nella bibbia, quanto riportato in Isaia 65:13, 17; si veda anche Pietro 2 – 3:13. Il Signore ha detto questo:



Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra;

e le cose precedenti non saranno richiamate

alla mente, né saliranno in cuore.



In queste poche parole a mio parere si cela un grande arcano. Però io mi chiedo, quanti “credenti” hanno meditato su queste parole, quanti hanno cercato di capirne il significato, quanti si sono avvicinati alla verità?



Io credo, molto pochi, anche perché a parte alcuni <>, normalmente anche coloro che tutte le domeniche vanno a messa, è molto difficile che leggano la Bibbia; e su questo e quei pochi ci sarebbe molto da dire.


In primo luogo perché queste parole fanno parte di un concetto arcano, qualcosa di molto profondo e antico. Ed è risaputo che la maggioranza delle persone non ha ne voglia né tempo per dedicarsi a queste cose, quando ha del tempo libero preferisce andare a divertirsi.



Allora vediamo se riusciamo a capire cosa vogliono dire i suddetti passaggi. Si parla di nuovi cieli e nuova terra, ma si dice pure che i precedenti non saranno più (richiamati alla mente).



Il senso di queste parole non mi pare che vogliano occultare un’era di felicità, ma semmai coprire qualcosa, qualcosa di tremendo di odioso, perché oltre a non dovere ricordare con la mente, non devono neanche salire al cuore. Il messaggio è rivolto all’uomo, per cui è l’uomo che dovrebbe lasciar perdere e non pensarci più. Ma cosa non deve ricordare l’uomo e perché?



Da queste parole io capisco che gli uomini hanno subito <> da parte dei loro Elohim, qualcosa di tremendo, tale che si ritiene meglio non ricordare. E’ possibile che si voglia riferire a tutti i torti, ai tanti massacri fatti contro l’umanità, ivi compresi infanticidi di massa? E che essendo una cosa troppo abietta, la si voglia coprire?

Solo che qualcuno in passato ha avuto l’accortezza di annotare alcune di queste vicende, ed oggi chi vuole può ricordare. Solo gli stolti e i fanatici preferiscono ignorare.



Non mi seguite più? Eppure quelle parole rievocano tragici eventi di un passato remoto, molto lontano, che non si può dimenticare, non si deve dimenticare !



Perché, millenni prima gli Elohim, tentarono di distruggere l’umanità, moltitudine di uomini, donne e bambini perirono; perché a causa loro patirono la fame ed il freddo, tanto che si sviluppò anche il cannibalismo, gli uni si mangiavano con gli altri, perché gli Elohim pretendevano i sacrifici umani, compreso il “così detto Yavè”, il quale per potere controllare gli uomini li atterriva con pretese abominevoli. Perché, quando i giovani figli degli Elohim si unirono sessualmente con le figlie degli uomini, Il Signore ordinò che tutti gli <> frutto di tale unione dovevano essere sterminati sotto gli occhi dei loro genitori; e poi perché i presunti ribelli o peccatori furono condannati ad una fine terribile, fatta di torture ed infamia. Per questo motivo e tante altre cose.



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Il secondo aspetto di quelle parole invece si riferisce a qualcosa di “geografico”, le parole dicono … Ecco io creo nuovi cieli e nuova terra! Non credo che queste parole siano relativamente recenti, penso piuttosto che sia stato raccolto il concetto, per poi elaborarle in queste frasi. Il contenuto, sé mai c’e stato, di queste parole, doveva essere molto diverso; e comunque essere antico di almeno undici mila anni, cioè dopo la fine della catastrofe: il “grande diluvio universale”, doveva essere riferita alla immane catastrofe che coinvolse tutto il pianeta 17.000 anni fa, quando i continenti si spostarono, alcuni s’inabissarono ed altri emersero con tutto quello che né conseguì, quindi è chiaro il concetto di nuove terre, come di nuovi cieli.


Una catastrofe planetaria, sconvolgimenti continentali, distruzione di civiltà, poi il grande gelo ed infine il grande diluvio. I superstiti ridotti nelle condizioni più disperate, abbandonati a se stessi, un ritorno allo stato selvaggio e barbaro. Hanno dovuto ricominciare da zero, hanno dovuto adattarsi a vivere come uomini primitivi, com’era la preistoria. Ecco che la memoria vacillava nel ricordarsi quei tragici avvenimenti, i bambini e quelli nati subito dopo la distruzione non potevano sapere, non potevano ricordare, se non in base ai racconti orali che nel corso dei millenni erano distorti e offuscati, diventando dei miti sempre più lontani e confusi.



A tal proposito si possono citare appunto le parole del Greco Solone, o per meglio dire di Sonchis, alto sacerdote del tempio di Sais in Egitto, spiega Solone come civiltà di un passato antichissimo sono state dimenticate, in seguito a periodi d’imbarbarimento dovuti a cataclismi e alla mancata conservazione del “sapere”. Testimonianza di questo fenomeno di <> è l’ecumene riprodotta da quest’antica mappa corredata d’iscrizioni in Latino, sicuramente limitata nei confronti di ben vetuste mappe – sorgente riproducenti le coste americane e addirittura le antartiche prima dell’invasione dei ghiacci.



Il racconto di un vecchio Sacerdote Egizio (Sonchis). Al ch’è disse: <> Udito ciò (Solone riferì) di avere esclamato: << Che cosa intendi dire ? >> e che quello gli rispose: << Siete giovani, tutti quanti, in rapporto alle vostre anime. In esse, infatti, non avete alcuna vecchia opinione acquisita attraverso un’autentica tradizione, né alcuna scienza resa canuta dal tempo. Ed ecco il motivo.



Ci sono state e ci saranno molte catastrofi per il genere umano, nei modi più vari, le altre più lievi per infinità di altre cause … E tutte quante le cose (accadute) o da voi, o anche in altro luogo di cui siamo a conoscenza per fama, se ce n’è qualcuna bella, o grande, o comunque rimarchevole da altri punti di vista sono state scritte dall’età più remota qui nei templi (Egizi) e si sono così salvate (dall’oblio). Ma, presso di voi e presso gli altri, puntualmente, appena si è acquisita una qualche organizzazione per quanto concerne la scrittura e tutto ciò di cui gli stati hanno necessità, nel solito arco di anni di nuovo, come la malattia, il diluvio dal cielo si abbatte su di voi, non lascia (sopravvivere) che gli illetterati e gli incolti, cosicchè daccapo tornate a essere come giovani, non sapendo nulla né di ciò che è successo qui, né di ciò che è successo da voi, insomma di ciò che è stato nei tempi antichi …

Ricordate un solo cataclisma sulla terra (quello di Deucalione e Pirra per i Greci o di Noè per gli Ebrei), essendosene invece verificati molti altri in tempi anteriori, e non sapete poi che è vissuta nella vostra regione la stirpe più bella e migliore del genere umano, da cui discendete tu e tutta la città che ora è vostra, perché di quella rimase qualche seme. Ma ciò vi è ignoto perché, per molte generazioni, i superstiti sono morti senza lasciare voce di sé, per la mancanza di scrittura.



Un tempo, infatti, o Solone, prima dell’immenso disastro delle acque (il diluvio), l’attuale città degli Ateniesi era più forte in guerra e distintamente quella dotata di leggi migliori …



Il sacerdote egiziano afferma poi che Atene e Sais crebbero sotto la protezione della stessa dea, ma Atene mille anni prima di Sais… 87

Di questa nostra civiltà (egizia) nei testi sacri è riportato il numero di ottomila anni. Pertanto a proposito dei tuoi concittadini (Ateniesi) vissuti novemila anni fa ti darò brevi chiarimenti sulle leggi e, fra le loro imprese, sulla più bella che è stata compiuta.



Dicono, infatti, le scritture come una volta la vostra città pose fine a una potenza che invadeva arrogantemente tutta l’Europa e l’Asia a un tempo, irrompendo fuori nel mare Atlantico.



A quei tempi, infatti, tale mare era navigabile e aveva un’isola, davanti a quell’imboccatura che chiamate, così dite voi, “Colonne di Eracle”; l’isola era più grande della Libia e dell’Asia assieme (per Asia si intende la zona occidentale dell’attuale Turchia, per Libia la zona costiera), e da essa i naviganti di allora potevano passare alle altre isole (le antille?) e dalle isole a tutto il continente opposto (le Americhe), che orla quel vero mare.


Il mare, infatti, che sta al di qua dell’imboccatura che ho detto (il mediterraneo e lo stretto di Gibilterra) sembra un porto dall’accesso stretto; per quello invece (l’oceano Atlantico) la definizione di “mare” è davvero calzante, come la terra che lo circonda è propriamente un vero continente (l’America).



Dunque in quest’isola, Atlantide, grande e mirabile era il dominio regale, che aveva il controllo di tutta l’isola e di molte altre, nonché di una porzione di continente (Messico?). In aggiunta, dalla nostra parte, governavano la Libia fino all’Egitto e l’Europa fino alla Tirrenia (etruria). Dunque questa potenza, concentrate tutte le sue forze, tentò una volta con un’azione unica di sottomettere la vostra regione e la nostra, e tutte quelle che si estendono al di qua dello stretto. In quell’occasione appunto, o Solone, la Potenza della vostra città rifulse per virtù ed energie agli occhi di tutti gli uomini…


Battuti gli invasori, eresse trofei, impedirono che fossero asserviti quelli che non erano mai stati servi, e gli altri, quanti abitano al di qua delle Colonne di Eracle, li liberò tutti senza secondi fini. Ma nei tempi che seguirono, essendosi verificati terremoti e grandi cataclismi, nell’arco di un solo giorno e di una notte tremenda, tutti i vostri soldati sprofondarono in un colpo solo dentro la terra e in modo analogo scomparve l’isola di Atlantide inghiottita dal mare.



Gli antichi scritti, affermano che prima della catastrofe di Deucalione … Ci furono almeno tre Diluvi. La tradizione esoterica parla in totale di sette cataclismi di cui l’ultimo deve ancora accadere…


Crizia spiega la perdita della memoria storica di questi avvenimenti a causa del fatto che sono sempre le popolazioni montane, per forza di cose le meno civilizzate, e salvarsi dai diluvi, per questo vengono tramandati solo dei nomi di re o personaggi illustri senza alcuna cognizione del contesto storico – culturale in cui erano inseriti.



Ritengo questo racconto di estrema importanza, esso fa comprendere i racconti biblici, il motivo delle sue contraddizioni, le sue incongruenze, i& lt;>, nella genesi non sono che racconti lontani e frammentari ricordi, raccontati oralmente per millenni; ma nella versione biblica tali racconti sono stati “compressi riveduti e corretti” e quindi presentati come una attualità molto vicina agli Ebrei.


Ma ritorniamo alla mitica Torre di Babele. Ed analizziamo il versetto (1 e 2, ove si dice che sulla terra si parlava una sola lingua, l’autore biblico, prosegue dicendo che gli uomini partendo da Oriente, non specifica la località precisa; trovarono una pianura nel paese di Sinear ove si stabilirono.

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Va precisato che l’autore non dice che gli uomini trovarono una pianura ove si stabilirono, chiamata magari Sinear, ma una pianura nel paese di Sinear, detta così si configura nell’immaginario un paese, o una città e, la configurazione di un paese, sappiamo tutti da cosa è realizzata, cioè una località abitata da uomini e donne, animali domestici e case, non ch’è una relativa attività sociale del paese. Se così non fosse si doveva dire una steppa, una savana un deserto, una pianura e basta.



Ora il senso del passaggio, quando viene detto, <> nel paese di Sinear; in un primo momento sembra ci si riferisca, in quanto gli uomini, come fosse l’umanità, poi dice nel paese di Sinear, allora viene in mente chè oltre a quegli uomini ci dovevano essere altri uomini, quindi è contraddittorio dire <>, ma bensì dire <>, e quindi in questo caso specificare chi erano quegli uomini. Mosè, invece si limita ed omette tutto il resto del contesto. Come descritto da Mosè, lascia intendere che quegli uomini erano l’umanità unita.



Una volta stabilitisi in quella pianura (v.3), gli uomini si sarebbero detti l’uno con l’altro orsù facciamoci dei mattoni, quindi i mattoni sarebbero stati usati invece delle pietre e il bitume in vece della malta (in realtà si ritiene che il bitume servisse per isolare i muri dall’umidità portata dal fiume adiacente).

Quanto raccontato è alquanto strano, Mosè spiega che gli uomini, anzicchè usare le pietre si fecero dei mattoni, e direi che ciò è comprensibile, dal momento che gli uomini erano in grado di fabbricare dei mattoni, quindi non capisco perché avrebbero dovuto usare delle pietre, considerando che i mattoni sono più idonei nelle costruzioni. E mi sorprende il fatto che avrebbero usato il bitume al posto della malta.


Quindi avrebbero costruito una città con mattoni e bitume; sinceramente non so cosa pensare, non so quanto credibile possa essere una cosa del genere; se la consideriamo reale una cosa del genere, quale stabilità potevano avere simili costruzioni ? Perché non avrebbero usato la malta?



Poi avrebbero detto orsù (v.4), edifichiamoci una città ed una torre, la quale sommità della torre giunga fino al cielo; lo scopo sarebbe stato quello di diventare famosi e per non essere dispersi sulla faccia della terra. Quindi secondo la bibbia, l’umanità si accingeva a costruirsi una città e una torre, non per motivi di uso ovvio, bensì solo allo scopo di diventare famosi. .. E’ per distinguersi usano il bitume al posto della calce!? Lasciatemi il beneficio del dubbio.



Comunque in merito alla mitica Torre, non esiste solo una versione biblica, ne esistono altre e, di sostanza diversa. Ogni civiltà, racconta la versione dei fatti secondo il proprio punto di vista, ma solo spaziando nelle diverse versione e facendo dei confronti ci si può avvicinare alla verità.


In Sumer o Sumeria, dove dal 3.000 a.C. fino al 1.600 circa a.C. esistettero una serie di città stato che controllavano le pianure tra le colline del Kurdistan Irakeno e il Golfo Persico nell’Iran meridionale. Qui <> al Grande Diluvio. Finch’è si dice un potente tiranno di nome Nimrod costruì una torre che si protendeva verso il cielo.



Un’altra versione dice, che nei giorni di Serug, prese il potere il primo re della terra, Nimrod il gigante che governò per sessantanove anni: La capitale del suo regno era Babele.



Eupolemo, un autore classico, afferma che la torre dovette la sua fondazione ai “giganti”, uno dei quali era lo stesso Nimrod. A quanto pare, quando la costruzione fu abbattuta dall’ira divina (uno dei sette peccati capitali), questi giganti vennero <>.



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Uno di questi giganti secondo Moses di KHORENATS’I, era un personaggio chiamato HAYK, figlio di T’ORGON, diretto discendente di YAPHETH (Jafet), un altro dei tre figli di Noè. HAYK è detto il fondatore della stirpe ARABATIANA, o Armena (stirpe di giganti).



Comunque, nonostante le ricerche effettuate da vari studiosi e archeologici di epoca Vittoriana, non è mai stata trovata alcuna testimonianza di Nimrod e della sua mitica Torre.



Sulla base della documentazione fino ad oggi trovata e sulle varie vicende in particolare <> voluta dal Signore, e su quanto la stessa bibbia dice, usando un pò di discernimento; proviamo a fare un piccolo ragionamento, l’Ipotesi potrebbe essere questa. Nella bibbia si dice che gli uomini partendo da Oriente; ma se noi mutiamo come è logico il concetto, e diciamo che degli uomini partendo da Oriente, quindi provenienti da Oriente, da una zona lontana periferica a quella che era invece il centro degli avvenimenti e delle civiltà, almeno per coloro che vivevano in Medio Oriente. Chi erano questi uomini, decisi a realizzare ciò che si proponevano. La stessa bibbia dice che <>, i costruttori della torre vennero nel paese di Sinear con un progetto e una determinazione, il loro progetto si scontrò con quello del Signore, che temendone le potenziali capacità agì di conseguenza.



Questi uomini, potevano essere, tutti gli infanti e i bambini superstiti, che i loro genitori probabilmente riuscirono a mettere in salvo, affidandoli ad umani fidati per portarli lontano, nasconderli per sottrarli dallo sterminio, cresciuti lontano dai genitori, ma vivi; crescendo e diventando numerosi “si presentano con un progetto”, rivendicando la loro legittima grandezza. Questi potevano essere i “giganti”, i Nefilim, figli degli umani e degli Elohim. In merito al fatto della confusione delle lingue, non la farei così tragica, forse la cosa è più banale di quanto sembri, se in una data regione si usa parlare una lingua, e poi arrivano degli stranieri è evidente che parlano magari un’altra lingua, o un diverso dialetto; se una comunità vive distate o isolata, magari a contatto con altre comunità di differente linguaggio, è facile che si modifichi la lingua, e può essere il caso qui ipotizzato.


Comunque, in merito al fatto che fino ad oggi non è stata trovata traccia ne della mitica Torre e di Nimrod, tutto sta nel fatto a mio parere, non perché non e mai esistita, ma probabilmente perché non hanno cercato la cosa giusta, naturalmente ciò non vuol dire che esista ancora, anche se in varie parti del mondo ci sono ancora tante cose nascoste. Quando si cerca qualcosa, bisogna anche sapere cosa si vuole trovare. I ricercatori fino ad oggi hanno cercato una torre fatta di mattoni e come dice (assurdamente) la bibbia innalzata con bitume; ma siamo sicuri che la mitica torre in questione sia fatta di mattoni? E’ questo vale anche per l’Arca, fino ad oggi si è cercato una <> e sé come pare è una cittadella sotterranea, avranno tempo di trovarla?



Secondo il racconto biblico, Dio avrebbe voluto punire la superbia umana, perché quegli uomini stavano costruendo una torre che toccava il cielo; ma dico io, vi sembra possibile una cosa del genere, ma quando mai una costruzione può toccare il cielo, un discorso del genere non sta veramente ne in cielo, ne in terra.

Una persona con un po di criterio non può certo credere a queste parole; la verità è certamente un’altra, anche perché il racconto viene fatto seriamente, veramente si è creduto ad una cosa del genere, quindi del vero c’è, ma non certo come ci viene propinato il racconto.



Quanti popoli hanno fatto delle costruzioni altissime, nella nostra era poi i famosi grattacieli, per modo di dire, e che certamente in quanto ad altezza sono superiori a qualunque costruzione del passato, ma non mi pare che sia intervenuto Dio, senza contare le <>dovè questo Dio pronto a punire ogni pio sospiro dell’uomo?



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Ma guardiamo questa vicenda biblica sotto un’altra luce. La situazione di questo popolo, ceppo dell’umanità, una umanità che affronta un lungo viaggio (da Oriente?), a piedi, in un periodo post diluviale (almeno questo è il clima biblico), quindi gente provata, sbandata, sopravvissuti a stenti, alfine trovano un luogo, una pianura dove potersi finalmente insediare per ricostruirsi una normalità di vita; e questo significava “tirarsi su le maniche” per ricostruire tutto quanto era stato distrutto dal diluvio, e questo voleva dire ripartire da zero, da una situazione da preistoria, in quanto non potevano avere nulla, ne cose ne attrezzi, ne posti ove dormire o ripararsi. Quindi la prima cosa da fare era eventualmente bonificare il terreno, arare per coltivare dei campi, procurarsi e addomesticare e allevare bestiame, provvedere insomma a tutto quanto poteva necessitare per vivere e per affrontare i periodi di magra. Ed invece secondo la bibbia, questi uomini, arrivano da oriente nella pianura di Sinear e, che si dicono appena arrivati ?Costruiamoci una città ed una torre affinchè noi diventiamo famosi!?



A quanto pare, una cosa coincide con i vari racconti. La distruzione della torre, per cui se è stata distrutta, sarà un po difficile trovarla.

Ed il fatto che la comunità che stava costruendo la torre fu dispersa per tutta la terra.


Quello che tutti ricordiamo, quello che abbiamo imparato sui libri di scuola storicamente parlando del passato, un passato, relativamente recente, in quanto se volessimo sapere cose che vanno altre i 2.000 anni, già diventa difficile, diventa tutto più nebuloso e confuso. In realtà si potrebbe sapere di più, ma la storia “ufficiale” quella riconosciuta deve entrare dentro precisi diversamente non è riconosciuta. Comunque la storia che ci hanno insegnato è fatta di turbolenze, guerre, spade e cavalli, si parla di grandi civiltà del passato, ma in effetti se andiamo a quel presunto periodo, vediamo solo dei barbari incolti. Venendo a noi ad una storia più attuale, possiamo vedere che solo attorno al 1.400, varie popolazioni in occidente (Europa) cominciano ad entrare in fermento, 1.450, il Rinascimento (il clero comincia ad essere messo da parte), quindi negli ultimi 600 – 500 anni vari popoli dell’occidente cominciano ad emanciparsi, negli ultimi 100 anni si sono fatti passi da leone, rispetto ad un passato storico che era praticamente stagnante, in questi ultimi decenni, l’umanità fa rivoluzioni in vari campi, scoperte che sono molto utili alla società e la fanno procedere verso condizioni di vita migliori. Possiamo notare che tutti gli altri paesi oppressi da una cappa di tirannia e religiosità rimangono fermi, l’occidente che progressivamente si Laicizza, si emancipa velocemente, negli ultimi sessant’anni l’Occidente ha fatto un balzo enorme, veicolo trainante della tecnologia nel mondo. In poche decenni alcune nazioni hanno fatto un balzo incredibile nell’evoluzione, mentre prima di queste date per millenni l’umanità ha stagnato le sue capacità, non ha fatto “un vero passo in avanti” come mai?



Ma ritorniamo alla nostra Torre, e vediamo cosa ci viene narrato in merito.


Quando la famiglia di Noè uscì dall’Arca, secondo il racconto ognuno dei figli di Noè si scelse una regione da abitare. Secondo il racconto biblico ognuno dei figli sì separò ognuno in regioni diverse, ed ogni figlio fu capostipite di diversi popoli. Quindi se ne dovrebbe dedurre come in altre circostanze, che i figli si sono accoppiati sessualmente tra di loro, e poi i nipoti i pronipoti ecc. Noi sappiamo che tali accoppiamenti tra consanguinei portano all’estinzione, come può essere che questi crearono addirittura dei popoli, ed ognuno con una sua lingua?



Comunque, dopo che si sarebbero formati tutti questi popoli, ognuno nella sua rispettiva lingua, usi e costumi (derivando da una sola famiglia, avrebbero dovuto avere la stessa lingua, usi e costumi uguali).



Ecco che il seguito del racconto biblico ci dice o comunque così ci lascia capire, che <>.

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Al versetto 5, il racconto dice, che il Signore discese per vedere la città e la torre che i figlioli degli uomini edificavano. Ed il Signore (v.6)nel vedere ciò che stavano facendo gli uomini si sorprese e, si contrariò, esprimendo parole di disapprovazione per ciò che stavano facendo gli uomini, il Signore nel dire ciò si rivolge ad un compagno, non meglio identificato; dicendo, ecco un solo popolo, con una medesima lingua e questo è quanto già cominciano a fare con il loro lavoro, con ciò significa che ora tutto quello che avranno in mente di realizzare potranno farlo e, non ci sarà impedimento per loro.



A quanto pare Dio non gradiva che gli uomini fossero uniti, perché nel vedere quanto già cominciavano a fare temeva che sarebbero andati oltre e realizzare tutto quanto gli passava per la mente. E’ questo fatto, Dio non lo sopportava.


E’ questo, io proprio non lo capisco, come padre degli uomini Dio avrebbe dovuto essere contento che i suoi figlioli, o le sue creature avevano grandi capacità ed intraprendenza; ed invece no, Dio era contrario.



---- Non era affatto contento che i figlioli degli uomini erano un solo popolo unito.

---- Non era contento che s’intendessero e usassero lo stesso linguaggio.

---- E’ che avessero tanta capacità, iniziativa e voglia di progredire.



Perché dunque Dio non era contento degli uomini ?



Dal versetto 7, si capisce che Dio era in compagnia e, mentre stanno ad osservare l’opera degli uomini, ad un certo punto Dio dice ai suoi compagni <Questo è quanto dice la genesi.



Considerazioni. Qui si afferma che nel periodo della torre di Babele, Dio confuse la lingua di questi figli degli uomini, la genesi lascia intendere che ognuno si mise ha parlare una sua lingua e, per questo non si intendevano l’uno con l’altro.

Prima di ogni cosa bisogna capire sé qui stiamo parlando di <>, o <>, perché ciò fa la differenza. Il capitolo 11 dice che <>, il ch’è, è in contraddizione con quanto detto in precedenza, nel capitolo 10, cioè circa il fatto che quando Noè con i figli uscirono dall’Arca, si recarono ognuno di loro in regioni diverse dando vita a popoli, ed ognuno aveva la loro lingua. Per cui sé già c’erano, non uno, ma diversi popoli che parlavano diverse lingue, come si può affermare, che dopo c’era un solo popolo ed aveva una sola lingua?



Il racconto dice, che Dio confuse la loro lingua, e quindi da allora si parlò una moltitudine di lingue diverse, è ovvio, che qui qualcosa non quadra. Ma la domanda che io mi pongo è la seguente. In che modo Dio confuse questa lingua? Agì forse nella mente degli uomini, bèh, non importa, certamente non operò un convincimento, quindi attenendoci al concetto biblico e Divino, avrebbe agito in qualche maniera sulla <>in altre parole Dio avrebbe indotto gli uomini a pensare ad essere diversamente dalla loro volontà. <> Com’è che adesso interviene nella mente umana per modificarne la volontà ? A questo punto perché non ha reso l’uomo buono e santo ?



Il racconto della storia della torre di Babele si conclude dicendo che perciò essa fu chiamata Babele per la confusione della lingua.



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Babele, che nella sua lingua significa qualcosa come “Porta del Cielo” non ha alcuna attinenza con quanto narrato dalla bibbia, però ha prevalso il concetto distorto, e così e stata distorta anche la storia.



Ora cercando di rimanere sul filo della logica biblica, si può rilevare che da quando Dio confuse la lingua unica e divise il popolo umano, gli uomini non hanno più costruito nulla di comune accordo, essi non si intendono più, in compenso guardandosi come stranieri e nemici si aggrediscono l’un l’altro, si fanno le guerre, si uccidono a vicenda commettendo ogni sorta di iniquità.



Considerando tutto ciò, la situazione attuale sarebbe derivata dalla vicenda della Torre di Babele, io ne chiedo conto, ne chiedo conto agli uomini, alle religioni e al loro Dio.



Quale può essere la risposta da parte del clero, se non quella che l’azione di Dio è stata dettata per il fatto che con quella iniziativa gli uomini avrebbero peccato di superbia, e Dio volle punirli.





E’ il senso della misura, l’onniscienza e la bontà ..?



Nell’imperfetto ed umano ordinamento giuridico dei paesi peccatori e Laici occidentali, dopo tanti errori derivati dal passato, abbiamo sviluppato un concetto legale (almeno in teoria), per il quale la pena va comminata in relazione alla gravità del delitto medesimo.



Abbiamo avuto modo di assodare che per un delitto o, meglio ancora per “Il delitto” (vedasi Caino ed Abele)! Il Signore non ha punito Caino per avere ucciso il fratello; lo a semplicemente esiliato. Così facendo, Dio ha sì dato una punizione, ma avrebbe anche mostrato magnanimità.



Ma con la questione della costruzione di una città con torri, da parte degli uomini, a motivo di superbia, secondo la bibbia; paragonato ad un delitto, credo non ci sia paragone. Eppure per una motivazione futile, non certo di importanza vitale, Dio avrebbe dato una punizione di una gravità incommensurabile, sono millenni che ci fasciamo le ferite e seppelliamo i nostri morti, e non è finita.


Come dire, uno pecca di vanità è per questo viene fucilato!



In realtà nella genesi non viene detto il motivo per cui Dio intervenne e distrusse la Torre. La motivazione della superbia è una invenzione della chiesa. Una grave invenzione. Io sto ancora cercando di capire cosa aveva di speciale la mitica Torre di Babele, che a detta della genesi venne eretta con bitume, mi chiedo quanto sarebbe potuta durare una cosa del genere, ammesso ci fossero riusciti, bitume al posto della calce; più che superbia, una ipotetica costruzione con questo sistema la definirei stupidaggine. Ed inoltre dico, da sempre l’uomo costruisce agglomerati urbani allo scopo di vivere in comunità, fortezze, castelli, grattacieli, torri e torrette, piramidi ed altre costruzioni maestose, eppur non ha subito alcuna punizione divina. Cosa avrà avuto di speciale la presunta costruzione di una Torre in Babele?



Difatti se leggiamo con attenzione, possiamo notare che Dio non menziona per niente questa famosa Torre, il commento che viene fatto riguarda la << capacità degli uomini, ed il fatto che con ciò dimostravano che qualunque cosa adesso gli uomini avessero in mente di realizzare lo avrebbero potuto fare >>. Per cui l’insinuazione da parte del clero, della costruzione della torre a motivo di superbia è una grossa imbecillità.

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E’ evidente che l’intervento del Signore non era tanto volto ad impedire la costruzione di una torre, gli uomini avevano già realizzato altre costruzioni. Il punto è che lì << quegli uomini stavano realizzando qualcosa di importante, qualcosa che ha fatto temere Dio della capacità umana, e quindi doveva impedire che vi riuscissero ed ecco che intervennero a cacciare e disperdere gli uomini affinchè smettessero la loro opera, altro che torre di mattoni e bitume!>> Questo è il vero nocciolo della questione.



Questo è almeno il tipo di Dio che emerge dalla cultura religiosa Ebraica. Quando ci si immerge nella lettura biblica se non si ha una conoscenza storica, ed almeno degli elementi scientifici; si entra in una dimensione assurda, direi allucinante per certi versi.


Pur risultando veri molti riferimenti ed avvenimenti, questi sono raccontati con un’ottica delirante di assurdità probabilmente dovuta dal fanatismo religioso e dall’ignoranza profonda.



Secondo ritrovamenti e dati incontestabili, il mondo di Babele e la sua Torre, non risulterebbero così drammatici, almeno non più drammatici di altre situazione di quella epoca. Babilonia certamente costruita prima del 2.000 a.C. Ma ancora fiorente attorno al 500 a.C. Essa fu abbandonata man mano che si è lentamente degradata (non sarebbe il primo caso), in quanto, essendo che il fiume Eufrate aveva cambiato il suo corso, rese aridi i terreni circostanti a Babilonia. Ma nel 2.000 a.C. ed anche in seguito Babilonia faceva parte del tessuto culturale di quella regione, avendo rapporti commerciali con altre città vicine, almeno quando non si facevano guerra. Babilonia era considerata e non ha torto, la più grande città del mondo antico, le sue costruzioni erano enormi, palazzi che arrivavano fino a trenta piani.



Gli ebrei che nel periodo del regno di Nebukadnezar, vi furono in esilio, avrebbero vissuto in questa città molti anni di sofferenza e di nostalgia per essere lontani “dalla loro terra” ed umiliati in quanto in condizioni di schiavi. E’ ovvio che tale situazione era già motivo di antagonismo nei confronti di Babilonia. Gli ebrei non è che eccellevano per essere un popolo di grande cultura e tradizioni, provenendo dalla Palestina, non avevano mai visto altro che strette viuzze, spesso maleodoranti e scarsamente illuminate, fiancheggiate da casupole, tipo baraccati; che non avevano niente a che vedere con i grandi e maestosi edifici pubblici e religiosi che si ergevano in luoghi appositi, isolati dal resto della città. A Babilonia essi videro per la prima volta strade larghe e dritte, perpendicolari come in una moderna metropoli, ognuna con un nome di divinità del Pantheo babilonese. Vi era la via di Marduk e la via Sin, il dio della Luna, di Enlil, il <>, e di Enki. Sulla riva destra si stendeva la via di Adadad, che tagliava ad angolo retto la via del dio Sole.



Babilonia era una vera e proprio capitale dei culti. Da qui se ne deduce anche una apertura culturale e tolleranza verso altri culti.



Non c’è quindi da stupirsi se fanatici religiosi ebrei la ritenevano la capitale di tutti i peccati. Si aggiunga poi che, secondo il rituale ufficiale, ogni donna del paese doveva congiungersi sessualmente almeno una volta nella sua vita con un forestiero.



La natura politeista della sua religione, i riti sessuali che comportava, il lusso in cui viveva una parte della popolazione, si impresse nella mente degli ebrei una avversione negativa di Babilonia, raccontando storie non vere e alterate sulla reale natura di quella città, facendo dimenticare la vera natura di centro di cultura e di civiltà. Definita dagli ebrei <>, Ed il suo naturale degrado fu avvolto da una evanescente leggenda ingloriosa, che contribuì a rafforzare l’opinione degli ebrei.

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Ora mentre nella Bibbia viene detto che babele fu costruita con mattoni e bitume al posto della calce, dando così una idea “inverosimile ed allucinante”avvolgendola di un ulteriore mistero. Sarebbe stato “onesto” dire che, le fondamenta erano fatte di mattoni asfaltati, o che fosse stato usato del bitume per rendere impermeabile le fondamenta. In quanto la vicinanza del fiume comportava il pericolo della piena e della costante umidità del terreno, che avrebbe corroso l’argilla se non fosse stato adeguatamente protetto.



Nello scrivere ciò, mi vengono in mente quei fervidi religiosi, accecati dalla loro fede, anche se poi non hanno mai letto una sola pagina della bibbia, così hai vari preti di borgate e paeselli, o hai più alti dignitari ecclesiastici, veri nobili e principi che conducono la loro esistenza nel lusso e da gran signori; che parlano in pubblico molto bene della povertà e della miseria nel mondo, parlano, parlano però non pensano minimamente di rinunciare ai loro privilegi per condurre una vera vita da cristiani in povertà e santità, in compenso invitano gli altri a fare questo con il loro “buonismo peloso”. E’ considerando il periodo in cui sto scrivendo questo libro, perché non mettere per iscritto qualche osservazione ?

A proposito della chiesa e la guerra in Iraq, tutti i mass media hanno esaltato la figura del Papa come uomo santo e per la pace, pochissima rilevanza si è data a tutti quei giovani che per impedire il bombardamento in Iraq, sono andati a fare da scudo umano, a mettere in gioco la propria vita per quella degli altri; il cosiddetto Santo Padre ha parlato, parlato, parlato anche perché ne ha la possibilità lui si è preso il titolo di uomo di pace, e “quegli imbecilli” che sono andati a morire per la pace, non ne hanno neanche parlato.



Ma ritorniamo ai ferventi fedeli, che se per caso leggono questo mio libro, come minimo saranno infuriati a morte, sentimento poco cristiano, ma proprio di queste persone, e se potessero mi accuserebbero di grande peccatore, di eresia, se non addirittura di essere Satana. Scherzi a parte in un altro momento con questo libro io mi sarei giocato la pelle. Solo perché cerco la verità !

Per fortuna non siamo in una piena Teocrazia sociale retta dal clero, anche se non passa giorno che la chiesa non cerca in tutti i modi di acquisire potere politico.



Il mio sentimento ? è benevolo per costoro, almeno per coloro che sono in buona fede, provo compassione per queste povere anime che si sbattono tanto credendo in un Dio (in quanto entità superiore, creatore di ogni cosa), e che però tale esaltazione gli offusca la mente e gli impedisce di vedere le cose con chiarezza, e per quello che realmente sono.


Percorrendo già dall’inizio della Genesi la storia umana, ci si può facilmente rendere conto che sin dal principio questo Dio, è sempre stato avverso all’emancipazione dell’uomo. A cominciare dal fatto dell’Albero della Conoscenza. I vari teologi o i racconti biblici non hanno mai detto in cosa consistesse questo peccato dell'uomo, le spiegazioni sono futili, poco convincenti e prive di logica; sé consideriamo poi il comportamento di questo Dio, un enorme dubbio mi assale. Poi lungo la storia sono citati altri eventi come la vicenda poco chiara della Torre di Babele ed altre ancora. Tutte una serie interminabile di ammonimenti e proibizioni, da un lato tese ad impedire l’emancipazione dell’uomo, e poi la discutibile interpretazione del clero tesa a “mortificare la naturale complementarietà della carne nell’espressione sessuale”. La maggioranza degli uomini non si avvedono che la religione è un grande fardello che li “rende disumani”, sono millenni che gli uomini si trascinano questo fardello, mai nulla è migliorato; però in compenso in nome di un Dio gli uomini hanno commesso crimini abominevoli. Mi chiedo se mai gli uomini si libereranno di questa palla al piede che gli impedisce di conciliarsi con la natura, di divenire “umani”. Da parte sua la chiesa è molto operosa nello impedire che gli uomini prendano consapevolezza. Anche se poi usufruiscono del benessere prodotto dalla mentalità Laica e della tecnologia prodotta. Malgrado in precedenza da sempre ne hanno osteggiato con tutti i mezzi la realizzazione, condannandola fino a definirla opera demoniaca e, contro il volere del Signore.

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In quanto qualunque ricerca o sperimentazione scientifica è contro la logica della chiesa; perché la capacità umana di riuscire a risolvere tutti i suoi mali, senza bisogno di ricorrere alla fede di un Dio che lo aiuti, renderebbe la chiesa inutile. E’ quando una cosa è inutile poi si dissolve. Ma così si dissolverebbe anche l’Impero Cristiano, tutta la ricchezza, il lusso ed il potere di coloro che ne fanno parte. Quindi ben vengano le malattie incurabili, il dolore e la sofferenza, la povertà e tutte quelle cose che sono i mali dell’uomo. Non conoscendone l’uomo il rimedio, i preti potranno dire che è tutto nelle mani del Signore, che se vuoi stare meglio devi avere fede in Dio, che se anche subisci e soffri non ti devi lamentare, devi essere santo, perché anche se soffrirai su questa terra e lo farai nella grazia del Signore, avrai il compenso, il paradiso è lì che ti aspetta; intanto i veri potenti e dignitari ecclesiastici ingrassano e fanno la bella vita su questa terra.



Altri fanatici sono anche i Mormoni, però a differenza di altre correnti religiose questi “meriterebbero più rispetto”. Costoro cercano di praticare alla lettera i dettami biblici. Quindi in primo luogo si astengono (o si astenevano) dal praticare opere contrari alle scritture bibliche. Quindi nessuna ricerca scientifica, innovazioni e qualunque cosa che non sia “donata dal cielo”. I mormoni vivono in comunità chiuse, l’emancipazione, la società industriale e tecnologica per loro non esiste, essi vivono <>, pregando e lavorando la terra con l’aratro, per bere un bicchiere d’acqua devono andare al pozzo, non hanno case moderne con ascensore, riscaldamento centralizzato, radio e televisione, telefoni, acqua calda in casa con idromassaggio o, doccia. Automobili ecc. Tutte cose che i nostri <> usano tranquillamente, oltre ad usufruire dell’avanzata scienza medica dalle trasfusioni (malgrado sta scritto nella bibbia: non dovete mangiare il sangue, perché nel sangue c’è l’anima, ed io ne domanderò conto. Ora che si mangi il sangue o che lo si beve oppure viene trasfuso sempre in corpo va a finire; e questo è contro i principi biblici !) ai trapianti e via dicendo, in caso di bisogno questi fervidi religiosi quando stanno male o sono in pericolo di vita non si affidano al loro Dio, ma alla tanto vituperata scienza medica.


E’ per stare ancora sul discorso dei Mormoni e delle leggi bibliche, i Mormoni usano avere più mogli, come i Musulmani, cosa che per i cattolici è proibita; eppure nessun dio ha mai fatto tale proibizione.



Anche se abbiamo spaziato al fine di comprendere delle cose, non dobbiamo perdere il filo conduttore. E’ cioè il fatto che Mosè stava elencando le generazioni di Noè per poi introdurre in mezzo una storia diversa quella della torre di Babele. E per seguire la cronologia biblica adesso parliamo della posterità di Sem.



Nel versetto (10), si dice quali sono i figli di Sem. Sem non generò i suoi figlioli ad una età di 20 o 30 anni, no, lui aspetto di avere 100 anni, quindi essendo “santo” aspettò per 100 anni prima di toccare sua moglie, è sì, perché malgrado fosse sposato deve avere fatto 100 anni di castità, a meno ch’è non abbiano usato anticoncezionali. Quindi due anni dopo il diluvio generò Arfacsad.

E dopo (v.11) che ebbe generato Arfacsad, aspettò altri cinquecento anni e questa volta generò figlioli e figliole (si è dato alla pazza gioia).

Arfacsad (v.12), a differenza del padre, all’età di 35 anni generò Sela.

v.-13, Dopo che ebbe generato Sela, Arfacsad visse quattrocento tre anni e poi generò figlioli e figliole.

v. - 14, E Sela visse 30 anni e poi generò Eber.

v. -15, Ancora Sela dopo che ebbe generato Eber, visse quattrocento tre anni generando figlioli e figliole.

v. -16, Ed Eber, essendo vissuto trentaquattro anni, generò Peleg.




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v. -17, E dopo che ebbe generato Peleg, visse quattrocento trent’anni e generò figlioli e figliole.

v. - 18, E Peleg, essendo vissuto trent’anni, generò Reu.

v. -19, E Peleg, dopo ch’ebbe generato Reu, visse diciannove anni, e generò figlioli e figliole.

v. -20, E reu, essendo vissuto trenta due anni, generò Serug.

v. - 21, E Reu, dopo che ebbe generato Serug, visse diciassette anni, e generò figlioli e figliole.

v. - 22, E Serug, essendo vissuto trenta anni, generò Nahor.

v. - 23, E Serug, dopo ch’ebbe generato Nahor, visse duecento anni,e generò figlioli e figliole.

v. - 24, E Nahor, essendo vissuto ventinove anni, generò Tare.

v.- 25, E Nahor, dopo ch’ebbe generato Tare, visse cento diciannove anni, e generò figlioli e figliole.

v. - 26, E Tare, essendo vissuto settant’anni, generò Abramo, Nahor e Haran.

v. - 27, E queste sono le generazioni di Tare: Tare generò Abramo, Nahor e Haran e Haran generò Lot.

v. - 28, Or Haran morì in presenza di Tare suo padre, nel suo natio paese, in Ur de Caldei.

v. - 29, Ed Abramo e Nahor si presero delle mogli; il nome della moglie di Abramo era Sarai; e il nome della moglie di Nahor, Milca, la quale era figliola di Haran, padre di Milca e d’Isca.





Quindi Nahor, prese come moglie sua nipote.



v. - 30, Or Sarai era sterile, e non aveva figlioli.

v. - 31, E Tare prese Abramo suo figliolo, e Lot figliol del suo figliolo, cioè di Haran, e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figliolo; ed essi uscirono con loro fuori d’Ur dè Caldei, per andare nel paese di Canaan, e, giunti fino in Charan, dimorarono quivi.

v. - 32, E il tempo della vita di Tare fu duecento cinque anni, poi morì in Charan.






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