giovedì 5 settembre 2013
Ministro della Difesa: Chiarezza sui militari “vaccinati a morte” per evitarne altri
Ministro della Difesa: Chiarezza sui militari “vaccinati a morte” per evitarne altri
Lanciata da
Andrea Rinaldelli, Santa Passaniti, Silvana Miotto .
potenza picena, Italy
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170
medio
I LORO
AMICI
10.000
circa
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Sarebbero i vaccini numerosi, ripetuti, spesso fatti senza rispettare i protocolli, a indebolire il sistema immunitario di migliaia di militari (3700 al momento) scelti dall’Esercito perché sanissimi. Sembrerebbe che queste procedure aprono le porte a malattie molto gravi, specialmente nel momento in cui vengono esposti a materiali tossici o sostanze inquinanti che possono essere l’uranio impoverito ma anche la diossina, le esalazioni di una discarica o agenti chimici fuoriusciti da una fabbrica.
Siamo i genitori di 3 altrettanti ragazzi che hanno servito l’Esercito Italiano. Andrea Rinaldelli, padre di Francesco Rinaldelli, morto nel 2008. Santa Passaniti, madre di Francesco Finessi, morto nel 2002, ammalatosi alcuni mesi dopo il congedo. Silvana Miotto, madre di David Gomiero malato di una malattia molto grave causata dalle vaccinazioni ricevute durante il servizio militare e da 6 anni invalido al 90%.
I nostri figli erano stati vaccinati senza indagare correttamente sul loro stato di salute, senza sapere se erano già immuni ad alcune malattie o domandarsi se fosse realmente necessario un vaccino in più. Sui loro libretti vaccinali sarebbero segnate molte situazioni poco chiare, vaccinazioni fatte non necessarie, alcune senza senso, visite mediche mai effettuate.
Come denunciato da Repubblica.it con l’inchiesta di Vittoria Iacovella “Vaccinati a morte”, l’85 per cento dei militari ammalati non è mai stato all’estero. Il problema è che non serve arrivare in Kosovo, o da qualsiasi altra parte, la stessa Italia con tutti i suoi veleni rappresenta un pericolo mortale per chi ha un sistema immunitario disattivato, impazzito a causa della somministrazione dei vaccini. Come accaduto a Francesco, l’alpino di 26 anni mandato a Porto Marghera e poi morto di tumore, molti altri si sono ammalati appena pochi mesi dopo essere congedati, senza sapere il perché.
La cosa più grave e che lo Stato non riconosce quasi mai il nesso a chi ha indossato la divisa, quindi il riconoscimento e tantomeno il risarcimento per le malattie contratte. Nella quasi totalità dei casi viene negato che si tratti di cause di servizio.
Questa pratica vaccinale accade perché si cerca di far tutto velocemente. Questi ragazzi devono essere operativi subito: far partire per una missione 600 militari, seguire i protocolli e fare lo screening di tutti sarebbe difficile. Magari in base a un’attenta analisi 100 finirebbero per non essere in regola e quindi non partire, e allora cosa succederebbe?
Altro problema importante è rifiutare di vaccinarsi, fare troppe domande non è consentito. Si rischiano sanzioni disciplinari e addirittura il carcere come nel caso del Maresciallo dell’aereonautica Luigi Sanna che ha chiesto di rinviare i vaccini a quando avrebbe avuto risposte a una serie di domande sulla loro sicurezza e necessità.
Chiediamo al Ministero della Difesa di vigilare affinchè:
- sia garantita per tutti l’applicazione reale del principio del consenso informato ad essere sottoposti o meno a vaccinazioni senza conseguenze legali;
- il medico vaccinatore pretenda al momento dall’arruolamento, come previsto dal regolamento, da tutti i militari il libretto dell’USL, e rispetti quanto lì riportato: copertura vaccinale, durata dell’immunizzazione;
- i militari siano sottoposti ad anamnesi e test immunologici ed anticorpali, prima di essere vaccinati, e che venga preteso il rispetto del previsto riposo prima di e dopo la vaccinazioni, a maggior ragione se dovessero partire per missioni;
- siano date risposte sui casi dei militari ammalati facendo indagini su chi non applica con correttezza i protocolli di vaccinazione, applicando loro provvedimenti disciplinari appropriati.
A:
Ammiraglio Giampaolo di Paola, Ministro della Difesa
Renato Balduzzi, Ministro della Salute
Sarebbero i vaccini numerosi, ripetuti, spesso fatti senza rispettare i protocolli, a indebolire il sistema immunitario di migliaia di militari (3700 al momento) scelti dall’Esercito perché sanissimi. Sembrerebbe che queste procedure aprono le porte a malattie molto gravi, specialmente nel momento in cui vengono esposti a materiali tossici o sostanze inquinanti che possono essere l’uranio...
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