venerdì 7 dicembre 2012

Le patatine surgelate possono causare il cancro

Le patatine surgelate possono causare il cancro

La sostanza nel mirino è l'acrilamide, che rimane nelle patatine dopo la cottura


La sostanza nel mirino è l'acrilamide, che rimane nelle patatine dopo la cottura
La notizia è stata diffusa da molti autorevoli quotidiani. Ce ne parlano il Daily Mail e il Telegraph. Le patatine congelate potrebbero causare il cancro. Gli scienziati hanno scoperto che soprattutto le patatine precotte, vendute surgelate, contengono livelli elevati di sostanze chimiche cancerogene.

La sostanza nel mirino è l'acrilamide, che rimane nelle patatine dopo la cottura. Si tratta di un composto naturale che si trova in molti tipi di alimenti, comprese le patate. Il processo utilizzato per preparare le patatine surgelate non ne riduce i livelli. Il chimico Donald Mottram, autore della ricerca, afferma: "Il processo include la selezione delle patate, il taglio, l'aggiunta di zucchero, l'essiccazione, la frittura e il congelamento. Tutto questo, combinato la cottura finale, dona il colore, la consistenza e il sapore che i consumatori si aspettano dalle patatine fritte."

Ha poi aggiunto: "L'acrilamide si forma naturalmente durante la cottura di molti prodotti alimentari. La formazione di acrilammide nelle patate fritte è inevitabile." Nel caso delle patate pre-cotte, il rischio è maggiore vista la doppia cottura alle quali vengono sottoposte.

L'acrilamide è una sostanza molto tossica che si forma durante il processo di cottura, a temperature elevate, degli alimenti ricchi di carboidrati. La produzione di acrilamide è facilitata dall'assenza di acqua e dalla presenza di asparagina (un amminoacido) e di uno zucchero ridotto (come il glucosio od il fruttosio contenuti soprattutto nelle patate, ma anche nei cibi caramellati).

Molti alimenti in commercio hanno valori di acrilamide, che variano da 5 microgrammi/kg a 3.500 microgrammi/kg. Le patatine fritte hanno valori molti più elevati: da 3.500 a 12.000 microgrammi/kg. Vale comunque il solito discorso: ciò che conta è la quantità, ma è giusto che i consumatori sappiano.
fonte: cadoimpiedi

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