Aids, lo scandalo del vaccino italiano - Vittorio Agnoletto
"Nel 1998 a San Marino, durante un convegno internazionale su Aids e tumori la dottoressa Barbara Ensoli annuncia al mondo che è partito un progetto per la ricerca del vaccino contro l’Aids , un progetto tutto italiano, con grande possibilità di successo, anche in tempi brevi. I giornali dedicano titoli enormi, i media, le televisioni ne parlano, celebrano questo come la scoperta del secolo, addirittura del millennio, c’è addirittura chi arriva a parlare di conferire alla Ensoli il premio Nobel. Sono passati 14 anni, di questo vaccino non c’è traccia!Doveva essere un vaccino vero e proprio, quindi un vaccino significa un vaccino preventivo, per evitare l’infezione, basato su una proteina del virus, la proteina Tat. C’è stata la fase di ricerca sugli animali e sono andate avanti le prime fasi di ricerca cliniche, bene, nel 2011 dopo 13 anni di ricerca, tutto riparte da capo, riparte con la nuova fase uno, riparte non solo con la proteina Tat, ma anche con un’altra proteina del virus, quindi con un disegno clinico completamente diverso. Quando si riparte vuol dire che la ricerca condotta non aveva dato i risultati attesi, che era fallita, eppure nessuno dice nulla, silenzio totale, la ricerca riparte da zero, ma continua a essere finanziata." Vittorio Agnoletto
Intervento di Vittorio Agnoletto, ricercatore e fondatore della Lega italiana per la lotta contro l'Aids Un progetto tutto italiano (espandi | comprimi)
"Buongiorno a tutti, innanzitutto voglio ringraziare tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, e voglio ringraziare anche il blog stesso che per l’ennesima volta mi ospita a parlare di un libro denuncia, inchiesta, che ho appena pubblicato e che è destinato a sollevare molte polemiche e purtroppo anche a essere molto censurato.
Sono Vittorio Agnoletto, sono un medico, nel 1987 ho fondato e poi sono state Presidente della lega italiana per la lotta contro l’Aids , quindi sono un ricercatore, ho diretto diversi progetti di ricerca in Italia e all’estero, sempre nel campo dell’Aids. Nel 2001 sono stato il portavoce del Genova social forum a Genova, ho fatto poi il parlamentare europeo come indipendente nel gruppo della sinistra, e oggi sono qui a parlare di Aids, il primo dicembre è la giornata mondiale di lotta all’Aids. Il motivo per cui Carlo Gnetti e il sottoscritto abbiamo deciso di scrivere questo libro è un senso di dovere morale, non potevamo stare zitti! In base alle informazioni che avevamo, che mettevano profondamente in discussione il modo con cui si è svolto il progetto di ricerca sul vaccino italiano per l'Aids noi sentivamo il dovere di dovere suonare un campanello di allarme, attenzione, perché questo progetto si sta sperimentando in Italia e in Sud Africa.
Qualora le critiche che sono state sollevate, i dubbi che noi stessi solleviamo dovessero dimostrarsi anche solo parzialmente confermati, non c’è dubbio che potrebbero sorgere dei rischi per le tante persone coinvolte nel progetto di ricerca. Da qui l’urgenza e la necessità di chiedere che sia fatta chiarezza. Nello scrivere quello che doveva essere comunque un libro su un progetto clinico, medico, di ricerca, ci siamo trovati di fronte a qualcosa che somiglia molto di più a un giallo, a silenzi, omertà, intrighi, certe volte anche intrighi internazionali, in un caso specifico. Coinvolgimenti familistici, un giro spropositato di denaro, che ha trasformato un testo che poteva inizialmente essere destinato unicamente a chi lavora in questo campo, nel mondo scientifico, in un giallo che sarebbe bene diventasse patrimonio di tante persone, perché, attraverso l’esempio del cosiddetto vaccino sull’Aids, si può capire come funziona in grande parte la ricerca scientifica italiana, di come funzionano i finanziamenti e di quali intrecci, palesi e occulti, ci stanno dietro.
Nel 1998 a San Marino, durante un convegno internazionale su Aids e tumori la dottoressa Barbara Ensoli annuncia al mondo che è partito un progetto per la ricerca del vaccino contro l’Aids , un progetto tutto italiano, con grande possibilità di successo, anche in tempi brevi.
I giornali dedicano titoli enormi, i media, le televisioni ne parlano, celebrano questo come la scoperta del secolo, addirittura del millennio, c’è addirittura chi arriva a parlare di conferire alla Ensoli il premio Nobel. Sono passati 14 anni, di questo vaccino non c’è traccia!
Doveva essere un vaccino vero e proprio, quindi un vaccino significa un vaccino preventivo, per evitare l’infezione, basato su una proteina del virus, la proteina Tat. C’è stata la fase di ricerca sugli animali e sono andate avanti le prime fasi di ricerca cliniche, bene, nel 2011 dopo 13 anni di ricerca, tutto riparte da capo, riparte con la nuova fase uno, riparte non solo con la proteina Tat, ma anche con un’altra proteina del virus, quindi con un disegno clinico completamente diverso. Quando si riparte vuol dire che la ricerca condotta non aveva dato i risultati attesi, che era fallita, eppure nessuno dice nulla, silenzio totale, la ricerca riparte da zero, ma continua a essere finanziata.
Parliamo di decine di milioni di Euro dati dal ministero della Sanità e anche da quello degli Esteri, oltre venti milioni di finanziamenti arrivano dal mistero degli Esteri attraverso fondi della cooperazione, che non dovrebbero essere destinati alla ricerca scientifica, anche perché i finanziamenti alla ricerca scientifica passano attraverso un meccanismo di valutazione tecnica fatta da altri scienziati che si chiama peer review, in questo caso nulla di tutto ciò.
Chi conduce la ricerca rilascia interviste dicendo stiamo andando vanti, siamo arrivati alla fase due. La fase due di cui parlano è tutto un altro discorso! È per produrre un eventuale farmaco sempre sulla base della proteina Tat, che si aggiunge a altri trenta farmaci disponibili per le persone già sieropositive. Qui si parla di vaccini, non si può giocare sulle parole! D’altra parte fin dall’inizio il mondo scientifico internazionale aveva detto che da questa strada non si va da nessuna parte. Domande che restano sospese (espandi | comprimi)
Ho scritto un libro: "Aids, lo scandalo del vaccino italiano", con la prefazione di Robert Gallo, uno dei più importanti scienziati a livello mondiale nel campo dell’ Aids e nella prefazione lui è chiarissimo, dice "Non credevo allora, nel '95, come non credo ora, che esista un grammo di logica né di dati che indichi nella Tat un possibile efficace vaccino". Eppure si è andati avanti. In questo libro inchiesta io ho provato a intervistare il direttore dell’Istituto superiore di Sanità, la dottoressa Ensoli, responsabile del progetto, i primari di quegli ospedali dove il progetto è stato e è condotto, pensavo di trovare persone disponibilissime a parlare, in fondo sono degli scienziati che stanno lavorando su quella che potrebbe essere la scoperta del millennio, del secolo: nessuno ha voluto rilasciare alcuna intervista. Anzi la maggioranza di loro hanno detto "Non ne sappiamo nulla, non siamo stati coinvolti, non ce ne occupiamo!". Stiamo scherzando?! Noi abbiamo le pubblicazione scientifiche che queste persone hanno firmato! Come mai non ne vogliono parlare? Allora forse i sospetti che da tante parti ci sono sul fatto che questa ricerca non sia stata condotta nel modo migliore sono qualche cosa di più di sospetti! Anche perché mentre facevamo l’inchiesta siamo stati contattati da alcuni colleghi, da altri medici, che prima mi hanno fatto promettere in modo assoluto che non avrei mai rilevato il loro nome, e poi hanno iniziato a mandarmi dei documenti, su delle ipotetiche irregolarità di questo progetto di ricerca. E allora siamo tornati alla carica, a chiedere a chi dirige il progetto di ricerca di rilasciarci una intervista, avremmo voluto chiedere "Nella prima fase del progetto, quello sulle scimmie, ma le scimmie che non dovevano infettarsi perché hanno ricevuto il vaccine si sono veramente non infettate tutte o alcune si sono infettate? È vero che invece non si è infettata qualche scimmia che avrebbe dovuto farlo?" Perché, se così fosse, è evidente che c’è qualche cosa che non torna, i risultati non confermerebbero le attese. Avremmo voluto approfondire perché nella prima fase della ricerca sull’uomo è intervenuta la agenzia italiana del farmaco, la Aifa, e ha dichiarato che c’erano diverse deviazioni dei protocolli di ricerca ufficiali, cioè delle irregolarità, su alcune ci sono state date delle spiegazioni, nei documenti, su altre le domande restano assolutamente sospese! Allora che cosa è questo rifiuto di parlare? Questa omertà di fronte a una ricerca importantissima? E perché il mondo scientifico e internazionale disdegna questa ricerca? Nei grandi convegni mondiali che parlano di Aids quando si parla di vaccino, in genere del vaccino cosiddetto italiano, si fatica a trovare traccia? Anzi alcune riviste scientifiche internazionali lo criticano fortemente. D’altra parte in Italia quelle poche voci, citiamone una per tutti, il professore Aiuti, lontano da me tantissimo per questioni culturali, politiche, nel passato abbiamo avuto anche scontri molto duri, ma in questo caso la battaglia per la verità ci ha fatto trovare uno di fianco all’altro, il professore Aiuti coinvolto nella ricerca solleva dei dubbi sui criteri utilizzati, sulla metodologia clinica. Si chiede come mai la prima fase è stata interrotta anticipatamente, coinvolgendo un numero molto ridotto delle persone e in risposta riceve una denuncia, parte una causa civile, con richiesta di danni per costringerlo al silenzio, causa che è andata avanti per diversi anni e che il professore Aiuti ha vinto solo qualche mese fa. A un certo punto questo progetto oltre che in Italia si è spostato in Africa. Abbiamo cercato di contattare la responsabile del progetto sviluppato in Africa e anche lì stessa storia, lei aveva scritto in Italia chiedendo di avere spiegazioni su dei dubbi su questo progetto e la risposta è stata attenzione, perché rischi la denuncia. E allora si è tirata indietro. Poi abbiamo scoperto che i ricercatori italiani volevano addirittura svolgere questo progetto nello Swaziland! Ma come? Nello Swaziland esistono i comitati etici in grado di controllare un progetto di questo tipo?! Avrebbero potuto essere rispettati i criteri internazionali nella ricerca scientifica? No di certo! E allora adesso si svolge in Sudafrica. Dopo 13 anni la ricerca sul vaccino riparte da zero (espandi | comprimi)
Di fronte a questo scenario sono cresciute in noi angosce, paure, e allora abbiamo chiesto un nostro editore, a Feltrinelli, di anticipare l’uscita del libro, nella speranza che questo libro da un lato spinga tutti coloro che sanno e che stanno zitti a parlare, a raccontare, noi abbiamo nel libro alcune testimonianze, per esempio dei veterinari, che mettono assolutamente in discussione la fase preclinica, quella sulle scimmie, e poi la seconda speranza è che qualche magistrato decida di interessarsi di questa materia, vorremmo essere sicuri che si può andare avanti con il progetto di ricerca in Italia e Sudafrica, vorremmo essere certi che non si stiano esponendo delle persone in Italia e Sudafrica a rischi dovuti a una sperimentazione che forse non è stata condotta nel modo migliore.
Mentre lavoravamo a questa inchiesta ci siamo imbattuti in altri fatti che ci preoccupano molto. Che non fanno parte della vita normale di una ricerca scientifica. Per esempio il direttore del laboratorio che deve controllare i risultati del progetto di ricerca, quindi fare i prelievi ai pazienti, vedere come rispondono alla somministrazione dell’ipotetico vaccino, bene... il direttore di questo laboratorio, che ha una funzione fondamentale di controllo, a un certo punto viene sostituito e viene nominato direttore di quel laboratorio il fratello della responsabile della ricerca, cioè della Ensoli. In diverse pubblicazione appare il nome di diversi famigliari della Ensoli, il fratello, l’ex marito, l’ex cognata, sono pratiche che a livello internazionale nella ricerca scientifica in genere si tende assolutamente a non utilizzare.
Alla notizia dell’uscita del nostro libro la dottoressa Ensoli ha cercato di replicare, ha mandato in giro una nota esplicativa. Bene! Questa nota conferma in tutto quanto scriviamo nel libro! E infatti in quella nota si evita di dire a che punto è la ricerca del vaccino preventivo, si parla solo della ricerca del farmaco per le persone direttamente sieropositive, non dice che la ricerca sul vaccino è ripartita da zero, che 13 anni di ricerca sono stati praticamente cancellati, eppure i finanziamenti continuano a arrivare.
E qui la.domanda che sorge spontanea è "Come mai?"- E abbiamo scoperto che c’è un interesse anche di personaggi importanti della politica in questo progetto, un interesse e una protezione di questo progetto. Per esempio ci domandiamo come mai a sostegno del progetto e dei finanziamenti per questo progetto continua a intervenire più volte l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. Non mi risulta che abbia un ruolo specifico, o che lo abbia mai avuto, istituzionale in campo sanitario, non mi risulta un esperto neanche di Aids, eppure è un grande sostenitore di questo progetto contro diverse evidenze scientifiche. È incredibile che continuino a arrivare dei finanziamenti così ingenti a un progetto di ricerca così discusso e con così tanti punti di domanda anche oggi in una situazione socialmente drammatica e quando il governo annuncia futuri tagli alla sanità pubblica! Io credo che sia assolutamente necessario analizzare attentamente ogni Euro che proviene da fondi pubblici, dove va, a cosa è destinato e che senso abbia oggi continuare a finanziare un progetto di ricerca se non ci sono dati scientifici assolutamente incontrovertibili!
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