lunedì 19 dicembre 2011

Chiesa cattolica e costi

18 dicembre 2011

Chiesa cattolica, quanto mi costi...

Non ci sono informazioni precise su quanto “costa” la Chiesa cattolica, sull’importo complessivo dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui essa gode in Italia. Per questo motivo l’Uuar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) ha creato un sito denominato www.icostidellachiesa.it per effettuare una stima dei costi, a carico di tutti gli italiani, derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica. In una nota l’Uuar descrive le caratteristiche dell’iniziativa:

“L’Uaar parte dall'assunto che le religioni (tutte) le dovrebbe sostenere chi le professa. Ciò non accade, quantomeno in Italia, grazie a un numero considerevole di leggi e normative emanate in favore delle comunità di fede.

Nessuno è al corrente dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la religione che ne gode incomparabilmente più delle altre, la Chiesa cattolica nelle sue articolazioni (Santa Sede, Cei, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, eccetera). Non la rendono nota né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato.

È per questo motivo che l’Uuar ha deciso di dar vita alla piattaforma ‘I costi della Chiesa’: l’obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accurata possibile, citando estesamente le fonti e utilizzando metodologie trasparenti.

Il compito non è per nulla facile, perché la cifra reale e precisa è quasi sicuramente ignota sia allo Stato, sia alla Chiesa. Occorrerebbe infatti esaminare, delibera per delibera, capitolo di spesa per capitolo di spesa, il bilancio dello Stato e quelli di tutte le Regioni, le Province, i Comuni, gli enti pubblici, le società a partecipazione pubblica. Occorrerebbe inoltre disporre di tutti i bilanci delle diocesi, delle parrocchie, degli enti ecclesiastici, delle associazioni cattoliche.

Un’impresa impossibile per chiunque. Anche per l’Uaar, ovviamente. Anche perché non dispone certo di somme ragguardevoli da investire nell’inchiesta. Ciononostante, abbiamo ritenuto che fosse possibile, con ragionevole approssimazione, cercare di quantificare la cifra.

Anche altri ci hanno provato nel recente passato: Piergiorgio Odifreddi (‘Perché non possiamo essere cristiani’, 2007) l’ha stimata in 9 miliardi di euro l'anno, Curzio Maltese (‘La questua’, 2008) in 4,5 miliardi, l’Ares (‘La casta dei casti’, 2008) in 20 miliardi.

Da parte sua, il mondo cattolico fa quasi sempre riferimento alla replica al libro di Maltese, intitolata ‘La vera questua’, scritta dal giornalista di Avvenire Umberto Folena e liberamente scaricabile online, la quale non contiene però alcun totale.

A differenza dei precedenti sforzi, ‘I costi della Chiesa’ rappresenta il tentativo da parte dell’Uaar di raggiungere lo stesso obbiettivo in modo approfondito, attendibile e dinamico. Perché di ogni singola voce presa in considerazione spieghiamo la sua origine normativa, quali sono i dati a nostra disposizione e quali sono state le valutazioni che ci hanno spinto ad attribuire loro un certo valore.

Tutto questo, essendo pubblicato online, è altresì a disposizione di chiunque, anche della stessa Conferenza Episcopale, voglia integrare i dati, criticarli o commentarli.

‘I costi della Chiesa’ costituisce anzi uno stimolo per tutti a effettuare le proprie valutazioni e, di conseguenza, a disporre nel tempo di una piattaforma, e delle stime che contiene, sempre più affinate’. Se poi la Chiesa e/o lo Stato presenteranno i propri totali saremo ancora più contenti: vorrà dire che l’iniziativa avviata dall’Uaar ha raggiunto il suo scopo, quello di discutere e confrontarsi sui costi pubblici della Chiesa cattolica.

La stima aggiornata dei costi annui della Chiesa è 6.086.565.703”.

Le spese più importanti che determinano quell’importo complessivo di oltre 6 miliardi di euro (per acquisire informazioni circa tutte le categorie di spesa considerate si può far riferimento al sito già citato www.icostidellachiesa.it) sono le seguenti (i valori sono espressi in milioni di euro).

riduzione Ires 100
riduzione Irap 100
esenzione Iva 100
insegnamento della religione cattolica nelle scuole 1.500
contributi statali alle scuole cattoliche 261
contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche 400
utilizzo dei fondi strutturali europei 107
cambi di destinazione d’uso 150
altri contributi erogati dalle Regioni 242
servizi appaltati in convenzione ad organizzazioni cattoliche 150
convenzioni pubbliche con la sanità cattolica 167
altri contributi erogati dai Comuni 257
benefici concessi da fondazioni e società a partecipazione pubblica 200

L’iniziativa dell’Uuar mi sembra molto importante. Si può essere d’accordo o meno con l’opinione di questa associazione circa la necessità che ogni religione deve essere sostenuta solo da chi la professa. Ma, a mio avviso, è più che opportuno conoscere con precisione l’entità dei costi pubblici derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica come alle altre religioni, per valutare se tali costi siano troppo elevati oppure no, soprattutto in un periodo come quello attuale nel quale si considera come obiettivo prioritario la riduzione del deficit dello Stato. Anche per rispondere a una domanda più che legittima: le spese pubbliche a favore della Chiesa devono contribuire al raggiungimento di quell’obiettivo? Io penso proprio di sì.

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