domenica 28 giugno 2015

L'Ipertrofia prostatica

Questa patologia maschile così frequente col progredire dell’età sembra rappresentare una inevitabile complicazione della salute fisica, compagna del suo declino. Non è vero.
Voglio affermare che, comprendendo il sistema biologico alla base dell’ipertrofia prostatica, ne possiamo bloccare lo sviluppo e trasformarla in occasione  di comprensione del funzionamento dei meccanismi della vita. Tutto ha un significato, anche quello che a una prima considerazione potrebbe sembrare privo di senso, in realtà obbedisce ad una legge della Natura che solo per ignoranza consideriamo sia da correggere o peggio combattere.
Arrivando alla conoscenza del perché insorge l’ipertrofia, cioè alla diagnosi dell’essenza del problema, comprenderemo la terapia che ne consegue.
La prostata, macroscopicamente a forma di una castagna,  è la ghiandola maschile posta alla base della vescica. E’ attraversata dal dotto dell’uretra nel cui lume immette il suo secreto, che completa il liquido seminale prodotto dai testicoli, all’atto dell’eiaculazione.
La prostata secerne una sostanza fluida alcalina che protegge e nutre gli spermatozoi cosi da aumentarne la mobilità, e potenziarne la capacità  fecondativa dell’ovulo femminile.
Nell’ipertrofia la prostata si ingrossa e comprime l’uretra che la attraversa, rendendo difficile il passaggio delle urine e  causando ritenzione vescicale e cistite con tutta la sintomatologia collegata (dolori, bruciori, minzioni frequenti e urgenti per la difficoltà di iniziare lo svuotamento e di completarlo fino in fondo).
Il paziente si rivolge allo specialista che prescrive gli esami di laboratorio, esegue la visita urologica, fa diagnosi  e propone una terapia convenzionale medica o chirurgica solo sintomatica e non causale: sopprimiamone la funzione e, se non si blocca la crescita, togliamola.
Poiché esiste una terapia causale, e di questa che voglio scrivere seguendo e applicando a questa patologia le 5 leggi biologiche scoperte dal Dott. Hamer.
La prostata si ingrossa perché essendo di derivazione endodermica, cioè del foglietto embrionale primitivo da cui sviluppano tutti gli organi essenziali alla vita dell’organismo, tra cui appunto l’apparato riproduttivo,  risponde ad ogni stimolo funzionale con un graduale aumento del volume e della quantità delle sue cellule.
L’aumento cellulare e funzionale della ghiandola si attiva  come tentativo inconscio di compenso in tutte le situazioni in cui l’attività riproduttiva fallisce, cioè viene meno la capacità di fecondazione.
Proviamo a raccontare quelle situazioni in cui il fallimento sessuale diventa traumatico perché inatteso, improvviso e per il quale non viene trovata una soluzione soddisfacente.
a) Quando succede,  per ragioni organiche  circolatorie od ormonali, di aver perso la  capacità erettile del pene, e di non riuscire più ad avere rapporti sessuali e soddisfare il partner. Questo viene avvertito come la perdita dell’identità di maschio capace di fecondare e procreare.
b) Diversamente, per ragioni psichiche, quando un evento fa avvertire la debolezza e  la vulnerabilità fisica ed economica  che  spesso accompagna l’età avanzata, creando ansia  e preoccupazione per il proprio futuro. La perdita dell’autorevolezza che il proprio ruolo  comporta, la paura del fallimento, passa dall’ambito sociale a quello familiare e sessuale e viceversa, rafforzandosi in un circolo vizioso depressivo.
c) Quando il genitore vive come perdita della capacità fecondativa, per il  blocco della propria discendenza, l’impotenza sessuale, la castità, o la non volontà procreativa dei figli ad averne dei propri.
Il problema non  è la situazione in sé, ma come viene avvertita.
Poiché è facile che il conflitto proceda per ripetute soluzioni e recidive, la prostata  cresce, molto lentamente, ma cresce e, come in altre occasioni, le terapie (chirurgia, radioterapia, chemioterapia e ormoni)  aggravano il problema psichico originario.
Ne consegue  frequente un’impotenza definitiva, spesso associata ad una avvilente incontinenza urinaria che si complica e si riflette su altri organi.
Crolla nell’uomo l’identità di maschio capo famiglia e la fiducia in sé stesso vacilla, si può facilmente sentire bastonato a livello sessuale, sull’organo e sulla struttura scheletrica che lo contiene. Questo sentirsi colpito produce materialmente un riassorbimento delle ossa del bacino che porterà alla diagnosi  radiologica di  metastasi ossea del primitivo tumore prostatico.
La paura farà il resto e vivrà male la sua esistenza condizionata dall’ignoranza.
Potrà sentire che per lui non c’è più scampo e gli mancherà l’aria per sopravvivere, e così pensando attiverà la crescita del tessuto polmonare (tumore polmonare). Penserà che il tumore alla prostata ne fermerà l’attività lavorativa e produttiva, e mancherà dell’essenziale per nutrire sé e la sua famiglia (tumore al fegato).
La terapia è nella comprensione dei meccanismi e nel rispetto delle leggi della Natura. L’evoluzione dell’uomo è frutto di una selezione spietata, e per questo efficace, che può essere messa in difficoltà solo dalle nostre resistenze ad accoglierla pienamente con la fiducia che merita.
In quel momento della vita si sta cedendo il ruolo di “capo branco” per fisiologiche ragioni, passando il testimone a chi è più giovane e capace di mantenere la vitalità della specie.
Daremo una risposta psico fisica consapevole per quanto accade se andremo oltre quegli istinti animali che pur appartengono all’uomo  e fanno parte della sua storia, ma diventano  insufficienti nel  progredire della vita di uomini liberi.
Rispettando questo procedere della vita  si potrà godere pienamente e  soddisfare serenamente quel che resta della mascolinità fino a quando è avvertito il desiderio sessuale.
Può essere certamente d’aiuto coltivare il proprio aspetto seduttivo e prendersi cura di sé, ad ogni età pronti a non ripetere e imitare il passato, ma a creare e realizzare il futuro con prospettive diverse, adeguate alle diverse età della vita.
La conoscenza e la flessibilità, sapere ed essere pronti a cambiare, accogliendo la novità e i frutti inediti che la vita riserva ad ogni cercatore, che sia in pace con sé stesso, ci manterranno liberi dalla paura di perdere il nostro benessere, e la felicità che cerchiamo.
Nota:
1. Il Dott. Richard Ablin, proprio colui che quaranta anni fa scoprì il test del PSA (antigene prostatico specifico presente nel sangue) utilizzato come marcatore per eccellenza del tumore della prostata, afferma che l’affidabilità del test è poco più che tirare una monetina in aria. L’esame non misura la gravità della malattia, produce molti falsi positivi e troppo allarmismo.
2. Il migliore aiuto biologico per risolvere i problemi della prostata, internazionalmente riconosciuto, è il polline raccolto dalle api! Il polline è l’elemento fecondatore, germinativo maschile, dei fiori che aiuta e sostiene la capacità germinativa dell’uomo! Meraviglia e stupore della Natura!  Al riguardo potete consultare internet: prostata polline.

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