sabato 13 ottobre 2012

Markus Kerber - L'uomo che fermò il MES



Markus Kerber è il professore della Technical University di Berlino che ha il fermato il MES, il fondo salva-stati che istituisce un'organizzazione finanziaria con tali e tanti poteri da creare di fatto un'entità sovranazionale incontrollabile, un buco nero nella sovranità dei popoli europei. Markus è stato l'ispiratore della sequenza di 37mila ricorsi alla Corte Costituzionale di Karlsruhe che avrebbe poi obbligato l'organo supremo tedesco a imporre significative limitazioni al delirio di onnipotenza pensato dai creatori del MES. L'istituto finanziario, che è stato inaugurato lunedì 8 ottobre in Lussemburgo, non potrà infatti chiedere all'infinito soldi alla Germania, come era scritto chiaramente nel trattato che noi abbiamo firmato senza colpo ferire. Non senza l'autorizzazione esplicita del Parlamento, e dunque non senza il viatico del popolo sovrano. Inoltre, cade l'inviolabilità assoluta e suprema dei documenti e dei verbali collegiali dell'organismo, che non potrà così derogare a quel principio di trasparenza che è alla base di qualunque democrazia che si possa fregiare di questo nome. E se la Germania sarà costretta al passaggio parlamentare prima di conferire nuovi capitali nel MES, abbiamo significative speranze di poter cambiare il trattato in un senso coerente anche noi, visto che l'art.11 della nostra Costituzione consente limitazioni della sovranità, ma solo in condizioni di assoluta parità con gli altri Stati.
 Luca Travaglione ha incontrato Markus Kerber a Napoli, per Byoblu.com, mentre era di passaggio per un convegno organizzato dall'Università Federico II. Di seguito l'intervista.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità, altrimenti detto MES, indebita l'Italia per 125 miliardi di Euro che possono essere aumentati senza limiti e senza appello dai 17 governatori coperti dal segreto e immuni all'autorità giudiziaria. Eppure il Parlamento italiano ha sottoscritto il trattato a larghissima maggioranza nel silenzio della stampa e senza alcun dibattito pubblico. Al contrario, in Germania sono fioccati 37 mila ricorsi e il professor Markus Kerber è appunto uno dei firmatari di tali ricorsi. Qual è stato l'esito dei ricorsi in Germania? La Corte Costituzionale tedesca li ha accolti?
La Corte Costituzionale ha qualificato il MES come ammissibile ma ha imposto una limitazione. Ha dato una interpretazione molto restrittiva del testo, dello statuto del MES, del fondo salva-stati, dicendo che la massima responsabilità della Germania deve essere pari al capitale nominale, di 190 miliardi. E’ uno schiaffo per il ministro delle finanze tedesco e per il governo, perché un testo giuridico di una così grande importanza avrebbe dovuto essere scritto con maggiore precisione. Invece la Corte Costituzionale ha detto che il trattato lascia molto spazio per una interpretazione che va nel senso di una responsabilità illimitata, ciò che sarebbe incompatibile con i poteri e con i doveri di economia del Parlamento tedesco, che non possono essere conferiti ad altre organizzazioni.
Dunque la Corte Costituzionale tedesca ha bocciato il MES per quella parte in cui prevede la possibilità di aumentare il fondo senza passare per l'autorizzazione del Parlamento. In Italia la Costituzione sancisce anche l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Ritiene che l'immunità riconosciuta ai 17 governatori rispetti questo importante principio costituzionale?
Non sono uno specialista del diritto costituzionale italiano, ma posso dire che un Parlamento che si prende sul serio non potrebbe mai accettare il trasferimento di una parte sostanziale della responsabilità finanziaria a un organismo come il MES, rinunciando a vigilare sulla sua politica. La Corte ha chiaramente detto che l'immunità del fondo e dei suoi funzionari deve "cedere" alle prerogative del Parlamento e nella decisione sul fondo, che aspettiamo in un futuro prossimo, questo problema andrà risolto.
La sentenza della Corte Costituzionale tedesca è una doccia fredda non solo per il Parlamento tedesco, ma anche per tutti gli altri parlamenti degli altri stati membri che hanno ratificato il MES. Lei ha definito il testo del MES un po’ vago e ha parlato di schiaffo al Governo. Ci sono altri messaggi che possono essere letti nella sentenza della Corte tedesca?
Credo che il tribunale della Corte Costituzionale tedesca non abbia voluto dare nessun messaggio ad altri parlamenti, ad altri Stati, perché non si permetterebbe di usurpare il loro ruolo sovrano. Ma, nei fatti, posso dire che tutti gli altri Paesi, soprattutto quelli alleati con la Germania, come l’Olanda, la Finlandia, l’Austria, senza dimenticare il Lussemburgo e in un futuro prossimo l’Irlanda, erano molto contenti di questa sentenza, perché possono finalmente dire che anche la loro responsabilità in questo fondo è limitata. Il Mes non dovrebbe mai diventare una scatola nera. Nel rispetto delle prerogative dei Parlamenti, della vita politica di ogni Paese, questa sentenza è un invito ai deputati europei a compiere il proprio lavoro, controllando le spese e soprattutto questo fondo, che non è un fondo con regole molto chiare e che potrebbe diventare un caso di risanamento. Spero di sbagliarmi.
Il MES ha lo scopo di fornire liquidità ai Paesi che si trovino in difficoltà o che siano oggetto di speculazioni finanziarie. Ma che senso ha vietare alla BCE di acquistare titoli di stato e poi creare un fondo che fa proprio questo, però indebita gli stati prima ancora di cominciare la partita?
Bisognerebbe chiedere a questi “architetti” del fondo. Fondamentalmente io non mi sono opposto a tutto questo per ragioni giuridiche, ma per la mancanza di razionalità economica: perché questo fondo non potrebbe mai sospendere la logica del mercato. Quando il mercato, a causa degli ingenti debiti sovrani, non ha fiducia in uno Stato, questo Stato dovrebbe provare a convincere i mercati con una politica di credibilità. Questo fondo potrebbe forse comprare un po’ di tempo, per evitare il caso della Grecia, dove un piano di austerità ha completamente distrutto il Paese e ha reso la popolazione molto povera. La logica di questo fondo, la sua logica funzionale, purtroppo non mi convince, perché come ci si potrebbe mai aspettare che Cipro, o Malta, o il Portogallo, o la Spagna, che sono molto in difficoltà, possano fare la loro contribuzione in un prossimo futuro, in un momento storico dove per esempio è la Spagna ad aspettare fondi? Dunque mi chiedo se questo fondo possa essere davvero funzionale.
E se invece di indebitare gli stati nella costituzione di un fondo, pensassimo di sanzionare le banche che speculano?
E’ un problema molto complesso. Non c’è una soluzione nera o bianca. E’ invece ovvio che la politica attuale alimenta la volatilità del comportamento delle banche, perché la Banca Centrale Europea ha trasferito loro una liquidità immensa, di migliaia di miliardi, a condizioni di interessi non immaginabili per lei o per me: quando noi andiamo in banca otteniamo condizioni molto più severe. E cosa hanno fatto queste banche con tutti questo soldi? Non hanno aumentato il credito per stimolare l’economia reale, ma fanno trading: hanno ricevuto questi soldi dalla Banca Centrale Europea per comprare titoli di stato. Dunque è un circolo vizioso, che ricorda molto lo schema di Ponzi.
Lei ha affermato che l'autonomia che è stata riconosciuta dall'Unione Europea alla BCE serve a garantire la stabilità della moneta. Ritiene che la BCE stia rispettando questo mandato?
La BCE è chiaramente fuori mandato, perché ha usurpato un ruolo come vigile del fuoco: interviene sulle politiche fiscali. Ha cominciato con la caccia contro il governo Berlusconi. Si potrebbe discutere sul comportamento del Governo Berlusconi, però era un Governo democraticamente legittimo. Invece il signor Draghi e il famoso presidente francese non hanno nessuna legittimità democratica: hanno deciso di dire al Governo Berlusconi “Tu vai via. Se non vai via noi non siamo disposti a comprare i titoli dello Stato italiano”. E’ un metodo completamente inaccettabile, e questa usurpazione di un ruolo riservato a un potere democraticamente legittimato continua. Dunque non è solamente una questione di accentramento di competenze nella BCE, che non potrebbe mai funzionare a lungo termine, ma è anche una minaccia per la democrazia fiscale.
Tornando al MES, i paesi in difficoltà che chiederanno di attingere al fondo, dovranno accettare pesanti interferenze sulle politiche interne in materia economica e sociale.
Vediamo… Vediamo... Il discorso è questo: le condizionalità servono per rendere accettabile la politica della Banca Centrale Europea di comprare titoli degli stati sul mercato secondario, ma in realtà la Grecia fino ad oggi non ha mai rispettato tali condizionalità, e gioca a ping-pong con la Germania. E’ una situazione completamente assurda, e la Germania paga, e pagherà molto, per la mancanza di coraggio politico della sua cancelliera. Le condizionalità sono qualcosa che devono essere rispettate per molti anni. Nel caso della Grecia, vediamo chiaramente che la Grecia non ha rispettato niente. E non rispetterà mai niente. E alla fine ecco che riescono ad annullare la totalità dei loro debiti e dei prestiti che hanno ricevuto. Imporre le condizionalità, e dunque un programma di austerità, è certamente una misura democraticamente problematica, ma quello che è ancora più problematico è che l’acquisto dei titoli di stato, l’aiuto, non è simmetrico con le condizionalità stesse, perché l’acquisto, l’aiuto, gli interventi sono adesso, mentre le condizionalità sono nel futuro. Dunque i paesi che ricevono l’aiuto della Banca Centrale Europea ricevono un aiuto adesso, contro una promessa. Quelli che credono alle promesse, ogni tanto sono molto naive.
Dunque lei ipotizza che il programma di privatizzazioni che la Grecia è stata invitata a fare non verrà probabilmente rispettato?
Niente, niente, niente… niente! Un deserto! Perché non vogliono vendere tutti questi giocattoli del servizio pubblico, che sono stati per tanti anni uno strumento della classe politica, di questa impertinente oligarchia greca, per servire i propri clienti, per dare posti, lavori… Sono giocattoli per legare certi clienti politici.
Di fatto, intanto, normativamente parlando, con la ratifica del Trattato, la Grecia si è tuttavia impegnata ad accettarle. La promessa l’ha fatta, insomma. Per cui l’ingerenza in materia economica e sociale da parte di questa entità extra-nazionale l’ha accettata, ratificando il Trattato. La domanda che volevo farle è se lei ritiene che un Governo, e il Parlamento che in quel momento lo appoggia, abbia il mandato per cedere blocchi così importanti di sovranità, e se richiede che sia etico farlo, senza consultare ampiamente la popolazione anche attraverso un referendum. In Italia tutto questo non c’è stato.
Il caso della Grecia è un caso non solamente assurdo: è un caso unico. Speriamo, perlomeno, che rimanga un caso unico. Il caso è così grave che il popolo greco dovrebbe decidere se vuole rimanere nella zona Euro o se vuole uscire. Le due opzioni sono entrambe molto gravi, perché quando esci il sistema bancario greco implode completamente, perché perderebbero immediatamente l’accesso al finanziamento. Io credo che la Grecia non abbia un futuro nella zona Euro, per ragioni politiche, perché non hanno capito chi ha pagato finora. Attaccano gente che finora ha pagato molto, anche l’Italia, anche la Francia, anche la Slovacchia, che è un Paese molto più povero della Grecia. Dunque non si sono resi conto della cattiva gestione del loro Paese, e finalmente l’opinione pubblica europea si è resa conto del fatto che la Grecia ha ricevuto, dal suo ingresso nella Comunità Europea, 150 miliardi di euro senza migliorare la sua produttività. Dunque è uno schiaffo anche per la Commissione Europea e per la politica del fondo regionale e del fondo di ristrutturazione.
L’Italia è al terzo posto, dopo la Grecia e la Spagna, probabilmente la crisi…
Non necessariamente. Non necessariamente perché l’Italia è un Paese con un’economia reale. Non è assolutamente paragonabile con la Grecia. E’ un paragone completamente assurdo. Ed è molto più industrializzata della Spagna. Quello che pone un problema è lo Stato, in Italia, ma non vorrei intervenire su questo perché è una competenza degli italiani. Ma il coraggio degli italiani supererà tutte queste difficoltà.
La ringrazio per l’incoraggiamento. Ritiene quindi che sia opportuno per l’Italia restare nella zona euro, piuttosto che tornare a una moneta nazionale?
E’ una opzione sovrana, per l’Italia. Se l’Italia vuole rimanere nella zona Euro dovrebbe fare una svalutazione interna, dunque far crescere la sua produttività e ridurre le spese, e dovrebbe farlo in un termine molto breve. E’ possibile? Non lo so. E non vorrei dare una risposta. Ma culturalmente l’Europa non potrebbe mai esistere senza l’Italia: l’Italia è il cuore della partria europea.
Tutte queste misure (ndr: fondo salva-stati etc…) sono misure di carattere centrale. Dunque il centralismo cresce, soprattutto il Fiscal Compact rappresenta un governo politico-economico con una nuova capacità della Commissione Europea di intervenire. Tutto questo arriva in un momento nel quale vediamo che la Commissione ha fatto molto male il suo lavoro, per esempio nel controllo della Grecia. E quando qualcuno chiede di esaminare le sue prerogative, i suoi poteri, otteniamo sempre la stessa reazione: molto altro potere in più. Dunque la domanda centrale diventa: questa amministrazione di Bruxelles giustifica un aumento dei suoi poteri? Ho dei dubbi, e sono molto più che semplici dubbi.

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