giovedì 27 maggio 2010

Grandi sacrifici per gli Italiani (Rudy Bandiera)

Finalmente ci siamo: il governo ha abbassato la maschera ed ha detto quello che tutti ci si aspettava da mesi e cioè “servono grandi sacrifici“.
E certo, servono sacrifici, o meglio serve che i cittadini affrontino dei sacrifici per avere quel surplus di danaro che occorre per le puttane sulla Salaria, per comprare case all’insaputa di ignari politici, per pagare le pensioni dei parlamentari e per pagare l’euro-culo che sta seduto a Bruxelles a fare assolutamente NIENTE.
E non solo, servono anche sacrifici per pagare menti brillanti che studiano un condono, o che studiano uno scudo fiscale, misure che vanno a dare una mano a quelli che non sono soggetti ai sacrifici di cui sopra.
Insomma, servono sacrifici ma sono richiesti sempre ai soliti coglioni.
Un paio di settimane fa, guardando la TV in cui passava l’incazzatura della gente ad Atene, la Principessa Leila ha detto “si ma comunque hanno poco da incazzarsi, o fanno dei sacrifici o affondano“.
“Eh no!” dico io “immagina se, con la politica che abbiamo noi, ci dicessero da un giorno all’altro che servono sacrifici, che abbiamo un buco enorme nel bilancio e che siamo sull’orlo del baratro, non ti verrebbe da andare a Roma e dare fuoco a Palazzo Chigi?”.
Si perchè si fa presto a mandare Letta (attenzione perche Berlusconi quando si chiedono sacrifici non si fa mai vedere, lui si fa vedere solo quando fa il fenomeno tra i terremotati o robe simili) a dire che servono sacrifici ma francamente la gente si è rotta i coglioni di fare sacrifici.
Non si chiede altro che il nostro sangue, sempre, e la nostra classe politica non da niente se non queste piccole chicche: “Perché solo i parlamentari devono godere di un vitalizio? Perché un politico la cui carriera non ha bucato il diaframma comunale, deve restare – a fine mandato – senza più un euro in tasca?
Con questa preoccupazione tre deputati del Partito democratico, Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Condurelli, hanno affrontato la questione della quiescenza dei politici senza altra passione che la politica. Coloro che, rimanendo esclusi dal consiglio comunale, si troverebbero a spasso, senza un soldo e uno straccio di impiego. (…) Equità e giustizia. Dare una pensione al sindaco, all’assessore di un paese, al presidente della comunità montana, e anche al presidente della circoscrizione, raggiungerebbe il doppio obiettivo di rendere meno faticoso l’ingresso nella comunità e soprattutto dare ai colleghi che hanno avuto meno fortuna in carriera quel giusto ristoro di tanto sacrificio.” repubblica.it

Beh non so voi, ma francamente io sono stanco di dare e non avere niente, sono stanco di questi ladri che pensano solo a mangiare e alle troie mentre a noi si chiedono i sacrifici, e sono stanco di questi quattro subumani che ci governano ed invece di fare “il bene collettivo” sono come delle zecche appoggiate alla base del nostro collo.
Scusate ma oggi va così.

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