martedì 29 dicembre 2020

Il declino dell'Italia è iniziato dal Britannia. Decisero che l'Italia doveva fallire.

 Il 2 giugno 1992, a bordo della nave si tenne un convegno sulle privatizzazioni italiane, a cui presero parte importanti manager ed economisti.

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L’incontro avvenne in acque italiane. La nave attraccò al porto di Civitavecchia facendo poi rotta lungo la costa dell’Argentario. Alla riunione parteciparono, oltre ad alcuni banchieri inglesi, anche un gruppo di manager ed economisti italiani: Herman van der Wyck, Presidente Banca Warburg, Lorenzo Pallesi, Presidente INA Assitalia, Jeremy Seddon, Direttore Esecutivo Barclays de Zoete Wedd, Innocenzo Cipolletta, Direttore Generale di Confindustria, Giovanni Bazoli, Presidente Banco Antonveneto, Gabriele Cagliari, Presidente ENI, Luigi Spaventa.

Fece anche un breve saluto scendendo prima che la nave salpasse il Direttore Generale del Ministero del Tesoro Mario Draghi.

Una determinazione effettivamente addebitata a quell’incontro, da parte di un testimone di quegli anni, emerge dalla seguente ricostruzione di Fulvio Coltorti, stretto collaboratore di Enrico Cuccia come capo dell’Ufficio studi, in un colloquio che appare sulla rivista Nuova Antologia per i 70 anni di Mediobanca: il grande smacco per l’istituto milanese era stato di essere escluso dal business delle privatizzazioni, nel convegno del giugno 1992 sullo yacht Britannia. Fu quello «un poderoso aiuto di Stato» alle banche d’affari straniere, protesta Coltorti, organizzato da Mario Draghi allora direttore generale del Tesoro.

Anche altre fonti (ad esempio, Nino Galloni) hanno in passato addebitato a quell’incontro quella che sarebbe stata la pianificazione della svendita dell’industria italiana.

Riportiamo alcune significative documentazioni raccolte in rete:

Ci sono inoltre altri personaggi che si incastrano perfettamente in tale quadro come caselle di domino. Reginald Bartholomew, ex ambasciatore britannico a Roma nel periodo 1987-89, nel 1993 ambasciatore americano a Roma e dal 1990 ad oggi figura chiave del British Invisibles, oltre ad essere direttore dal 1991 della NM Rothschild & Sons LTD. Nel 1994 ecco cosa dirà Bartholomew: «Continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la necessità di essere trasparenti nelle privatizzazioni, di proseguire in modo spedito e di rimuovere qualsiasi barriera per gli investimenti esteri». Cinque anni dopo Bartholomew diventerà presidente di Merryl Linch Italia.

Tra gli ospiti illustri non va dimenticato il grande maestro Prodi, nonchè i rappresentanti dell’ENI, dell’AGIP, della Baring & Co. e della S.G. Warburg, Riccardo Gallo dell’IRI, Leon Brittan, faccendiere ma appartenente alle alte sfere dei media, Giovanni Bazoli dell’Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop, alti funzionari della Banca Commerciale e delle Generali, ed altri della Società Autostrade.
Tra gli esimi partecipanti Gianfranco Miglio, della lega nord, che sosteneva la lotta di Bossi contro “Roma ladrona” e inneggiava alle privatizzazioni, perdendo alla fine anche i soldi delle tangenti nella sede del partito.
Associati newyorkesi della Goldman Sachs, della Merrill Lynch e della Salomon Brothers, nonché i loro sostenitori nel Fondo Monetario Internazionale, nell’OCSE e nel mondo dei mass media, che appoggiano in tutto e per tutto le politiche massoniche sostenendo la propaganda.
Mario Draghi del ministero del Tesoro, nonché l’intero schieramento del centro-sinistra, D’Alema e l’intera armata di Brancaleone che si preparava a conquistare il governo del Paese.

Mentana: “Beppe Grillo era a bordo del famoso Britannia nel 1992.” Emma Bonino: “Non so a che titolo fosse lì”

Tratto da http://italian.irib.ir

Beppe Grillo, nel 1992, era a bordo della Britannia.
Sì, proprio quella Britannia, sulla quale i potentati della perfida Albione costrinsero il Governo Italiano a dare il via alle privatizzazioni industriali, ovviamente allo scopo di arricchire ancora di più chi tiene in mano. Assieme all’attuale leader del M5S erano presenti Mario Draghi, Mario Monti, Emma Bonino, Giuliano Amato, vari esponenti della famiglia Agnelli, il presidente della Banca Warburg, Herman van der Wyck, il presidente dell’ Ina, Lorenzo Pallesi, Jeremy Seddon, direttore esecutivo della Barclays de Zoete Wedd, il direttore generale della Confindustria, Innocenzo Cipolletta e decine di altri manager ed economisti internazionali, invitati dalla Regina Elisabetta in persona.

Mentana era al porto di Civitavecchia con la troupe del TG5, intervistò per qualche minuto Beppe Grillo che era sbarcato dal tender del panfilo Britannia, Grillo al microfono che lei impugnava disse che a bordo del Britannia erano state discusse cose molto interessanti. La sua risposta è importante, perchè colloca Grillo in una posizione netta rispetto alla politichina che sta tentando di affermare manipolando giovani cervelli.

Anche Emma Bonino ha confermato la presenza a bordo del comico genovese: “Non so a che titolo fosse lì, ma la cosa mi parve abbastanza strana. Oggi tutto è più chiaro”

In quei giorni vi furono indignate prese di posizione della stampa nazionalista. Vi furono preoccupate interrogazioni parlamentari di esponenti del Msi. E vi fu un coro di voci allarmate che denunciarono la «regia occulta» dell’incontro, le strategie dei «poteri forti», la «svendita dell’industria italiana». L’uso del panfilo della Regina Elisabetta sembrò dimostrare che la crociera del Britannia era stata decisa e programmata dal governo di Sua Maestà. E il fatto che l’evento fosse stato organizzato da una società chiamata «British Invisibles» provocò una valanga di sorrisi, ammiccamenti e battute ironiche.

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Cominciamo dal nome degli organizzatori. «Invisibili», nel linguaggio economico-finanziario, sono le transazioni di beni immateriali, come per l’appunto la vendita di servizi finanziari. Negli anni in cui fu governata dalla signora Thatcher, la Gran Bretagna privatizzò molte imprese, rilanciò la City, sviluppò la componente finanziaria della sua economia e acquisì in tal modo uno straordinario capitale di competenze nel settore delle acquisizioni e delle fusioni. Fu deciso che quel capitale sarebbe stato utile ad altri Paesi e che le imprese finanziarie britanniche avrebbero potuto svolgere un ruolo utile al loro Paese. «British Invisibles» nacque da un comitato della Banca Centrale del Regno Unito e divenne una sorta di Confindustria delle imprese finanziarie. Oggi si chiama International Financial Services e raggruppa circa 150 aziende del settore. Nel 1992 questa organizzazione capì che anche l’Italia avrebbe finalmente aperto il capitolo delle privatizzazioni e decise di illustrare al nostro settore pubblico i servizi che le sue imprese erano in grado di fornire.

Come luogo dell’incontro fu scelto il Britannia per tre ragioni. Sarebbe stato nel Mediterraneo in occasione di un viaggio della regina Elisabetta a Malta. Era invalsa da tempo l’abitudine di affittarlo per ridurre i costi del suo mantenimento. E, infine, la promozione degli affari britannici nel mondo è sempre stata una delle maggiori occupazioni del governo del Regno Unito.

Nota; occorre precisare che Mentana ha successivamente negato l’incontro con Grillo, in ogni caso Grillo, non si è mai dichiarato contro le privatizzazioni.

 INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12630 presentata da PARLATO 

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_12630_11

Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Per conoscere – premesso che: si richiama l’interrogazione n. 4-11646 del 3 marzo 1993 con quanto altro riportato in un brano pubblicato da L’Italia il 3 febbraio 1993 in ordine alle privatizzazioni nel quale si legge: “2 giugno 1992: muore il giudice Falcone. Mentre l’Italia si indigna e scende in piazza, qualcun altro da’ il via alla svendita dello Stato. Prime vittime “annunciate”, i patrimoni industriali e bancari piu’ prestigiosi.

Il nome dell’operazione e’ privatizzazione. Formula magica presentata alla collettivita’ come unica cura per risanare la nostra economia e che, invece, nasconde un business dalle proporzioni incalcolabili, patti di sangue tra le famiglie piu’ influenti del capitalismo, dinastie imprenditoriali, banche e signori della moneta.

Accordi e strategie politiche ben precise con un minimo comun denominatore: scippare agli Stati, considerati un inutile retaggio del passato e un odioso freno alla globalizzazione del mercato, la sovranita’ monetaria.

L’Italia un’espressione geografica delle lobby, dell’impero multinazionale anglo-americano? E quanto viene deciso, anzi, ufficialmente sancito il 2 giugno 1992, °a bordo del regio yacht Britannia! (che si trova “per caso” nelle nostre acque territoriali), dai rappresentanti della Bzw (la ditta di brocheraggio della Barclay’s), della Baring e Co, della S. G. Warburg e dai nostri dirigenti dell’Eni, dell’Agip, da Mario Draghi del Ministero del tesoro, da Riccardo Gallo dell’Iri, Giovanni Bazoli dell’Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop e da alti funzionari della Comit, delle Generali e della Societa’ Autostrade.

Lo rivela un documento dell’Executive Intelligence Review.

Poche ore di discussione e l’affare prende corpo. Al Governo il compito di giustificare la filosofia dell’operazione (con una adeguata campagna-stampa di drammatizzazione dei dati del deficit pubblico) … Anche la svalutazione della lira e’ stata soltanto un comodo affare per le finanziarie di Wall Street.

Calcolato in dollari, l’acquisto delle nostre imprese da privatizzare, e’ diventato infatti, per gli acquirenti americani, meno costoso del 30 per cento. La stessa lira si va assestando, ormai, sul valore politico di circa 1.000 lire a marco, esattamente come da richiesta (imposizione) internazionale.

Ma non bisogna stupirsi.

https://youtu.be/LpiydK8Ld_I

Il disegno di espansione delle grandi finanziarie anglo-americane, e’ noto e viene da lontano”; l’interrogante e’ in attesa della risposta sia al predetto atto ispettivo che agli altri sue successivamente prodotti -: se sia noto quanto ha inoltre pubblicato l’EIR, Executive Intelligence Review a pagina 30 del numero dell’agenzia, che aveva a suo tempo diffuso la notizia della riunione del 18 marzo scorso e cioe’ che tra i partecipanti alla riunione sul panfilo della regina Elisabetta d’Inghilterra, che si tenne il 2 giugno 1992, per discutere delle “privatizzazioni” vi sarebbe stato anche il senatore Andreatta, poi divenuto ministro del bilancio; se e quali posizioni siano state espresse da rappresentanti del Governo in quella occasione e se eventuali conclusioni emerse in quella circostanza siano compatibili con la politica del Governo italiano. (4-12630)

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