venerdì 10 febbraio 2012

I RESPONSABILI DI QUESTA CRISI

Le mani di Goldman Sachs sulla crisi europea

Secondo la stampa francesce, la triade Draghi-Monti-Papademos sono l'esempio di come la rete della banca Goldman Sachs abbia una enorme influenza sall'economia mondiale

dal nostro corrispondente GIAMPIERO MARTINOTTI
PARIGI - Goldman Sachs governa l'Europa? Posta in questo modo, la domanda può far sorridere. Ma la stampa francese s'interroga sull'influenza esercitata dalla banca d'affari statunitense: Mario Draghi ne è stato vice-presidente per l'Europa dal 2002 al 2005, Mario Monti consigliere internazionale dal 2005, mentre Lucas Papademos, nuovo premier greco, era governatore della banca centrale del suo paese quando Goldman Sachs truccò i conti del paese. A sottolineare i rapporti tra l'istituto americano e diversi leader europei è Marc Roche, corrispondente di Le Monde a Londra e soprattutto autore di un libro di rilevo : 'La Banca. Come Goldman Sachs dirige il mondo', premiato nel 2010 con il Premio del libro di economia.

Roche non è un adepto delle teorie del complotto e mette in guardia dalle semplificazioni : "Le reti non possono far tutto, l'efficienza della rete Goldman Sachs è oggi minore. Monti e Draghi sono sorvegliati dalla stampa, i deputati, le Ong". In un articolo per il suo quotidiano, Roche sostiene che "le antiche complicità mantenute dagli ex banchieri centrali sono meno utili di fronte a politici sensibili all'impopolarità dei professionisti della finanza, considerati i responsabili della crisi". Inoltre, la nuova generazione di industriali rispetta meno il vecchio establishement e chiede trasparenza. Ma proprio questa manca a Goldman Sachs, scrive ancora Roche : "La banca ama piazzare i suoi uomini senza lasciar mai cadere la maschera. Per questo i suoi uomini ligi nascondono questa filiazione quando danno un'intervista o conducono una missione ufficiale (come fu il caso di Monti, che si è visto affidare nel 2010 uno studio sul mercato unico europeo dal presidente della Commissione)".

Se Draghi è stato un banchiere di Goldman Sachs, Monti ne è stato solo un consigliere internazionale. E molti altri europei hanno lavorato per gli americani : l'ex commissario irlandese Peter Sutherland; l'ex dirigente della Bundesbank e della Bce Otmar Issing; Lord Griffiths, che fu consigliere di Margaret Thatcher; Petros Christodoulou, ex della banca è oggi responsabile dei mercati alla National Bank of Greece, il più grande gruppo bancario greco. Non c'è niente di illegittimo, ma Roche, interrogato dal sito Rue89, sottolinea l'imbarazzo dei protagonisti : "Monti e Draghi dissimulano che hanno lavorato alla Goldman Sachs o recalcitrano a parlarne. Perché? Senza dubbio perché si vergognano, la banca è oggi molto contestata, è un'istituzione sulla difensiva".

Sul web i commenti, più o meno virulenti, impazzano : l'estrema sinistra e si cosidetti 'sovranistì (cioè i difensori della sovranità nazionale) si sono appropriati l'argomento. E anche Libération, sia pur senza far riferimento alla banca americana, si chiede se i mercati non stiano scavando la fossa alla democrazia. Ma la risposta del quotidiano è rassicurante : "Se il potere politico non è più in posizione di monopolio, non è però scomparso. Meglio ancora : la storia della filosofia politica ci ricorda che la crisi e la guerra sono, par excellence, il momento del potere politico".

 
(15 novembre 2011)

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