venerdì 28 ottobre 2011
I costi della politica Italiana
Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Dal libro: Il Naufragio della Ragione di Diego Pascale - Edizioni
Diego Pascale - ISBN 978-88-9044-966-6
I COSTI DELLA POLITICA
ITALIANA
Nota: Da quando è uscito il libro, qualcosa è stato modificato ma
sono modifiche legislative che incidono sui dati riportati di meno
dell’1% sui totali.
L’autore autorizza alla diffusione, gratuita, degli stralci qui riportati – Diego Pascale Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Capitolo 17 – Finanziamento ai Partiti Il sistema del finanziamento dei Partiti Italiani
I finanziamenti pubblici attraverso i quali i Partiti italiani
accedono ad un’imponente disponibilità finanziaria, e’ assicurato
da una legge che ha raggirato il referendum svolto nel 1993 dove
il 90,30% dei cittadini italiani ha chiaramente abolito tale
privilegio, trasformando il finanziamento pubblico dei partiti di
allora in “rimborsi elettorali” di oggi, dove basta prendere l’1%
dei voti per avere diritto al rimborso.
Nelle Elezioni Politiche del 2008, dalla relazione della Corte
dei Conti depositata a Montecitorio, i partiti hanno speso circa
120 milioni di euro ma ne incasseranno quasi 500 di milioni, in
poco meno di cinque anni.
In particolare, per il solo 2008, i rimborsi spese sono stati:
Per la Camera dei Deputati Euro 88.221.430,02.
Per il Senato della Repubblica Euro 96.183.000,00.
Per un totale, solo nel 2008, di Euro 184.404.430,02. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego PStralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Il costo complessivo a carico dei contribuenti, per il
finanziamento dei Partiti, nel periodo 2008-2013, sara’ pari a
circa 2 miliardi di euro considerando anche le elezioni europee
del 2009, quelle regionali del 2010 e quelle politiche del 2013.
Le elezioni nel nostro paese sono diventate un affare ed un
investimento con utili altissimi, ovviamente esclusivamente a
spese degli Italiani. Qualche esempio: il leader del partito dei
pensionati, Carlo Fatuzzo, nella campagna elettorale del 2004
spese 16.435 euro per riceverne circa 3 milioni come rimborsi,
oltre il 30.000% in più! Rifondazione Comunista, l’Udeur, i
Verdi e tutti gli altri partiti non rientrati in parlamento con le
elezioni del 2008 continueranno a ricevere fondi pubblici fino al
2011. I Comunisti Italiani nel 2006 hanno ottenuto un rimborso
del 2.950,04% (duemilanovecentocinquanta %) con quasi 5.8
milioni su’ una spesa totale di 194,000 euro effettuata per la
campagna elettorale.
Da un’analisi più attenta, ci si rende conto meglio della
questione.
I costi dei partiti per la campagna elettorale del 2008:
Il tesoriere di Forza Italia, Rocco Crimi, ha speso quasi la metà
di quanto hanno sborsato tutti i partiti messi insieme, e cioè 50
milioni di euro.
Il vecchio Ulivo (Ds e Margherita, che parteciparono
separatamente al Senato e uniti alla Camera) hanno speso circa
la metà di FI, 28 milioni di euro.
Gli incassi dei partiti per la campagna elettorale del 2008:
Forza Italia potrà contare di un totale di rimborsi pari a 79
milioni di euro. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego PPascale
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A Ds e Margherita insieme verranno rimborsati oltre 130 milioni
che si divideranno i due “Padri Fondatori”.
Ad Alleanza Nazionale spetteranno oltre 59 milioni di euro.
A Rifondazione Comunista oltre 33 milioni.
All’Udc poco più di 24 milioni di euro.
Alla Lega oltre 17 milioni di euro.
In totale alle segreterie dei partiti sono fluiti oltre 381 milioni
di euro.
La media annuale dei fondi pubblici ai partiti è aumentata di
circa del 600% rispetto al ‘93, ultimo anno di finanziamento
pubblico.
Tutto questo e’ inoltre possibile perché la legge sul rimborso
elettorale ai partiti che partecipano alle elezioni prevede che,
oltre al raggiungimento esiguo dell’1% dei voti (anche se quindi
non si esprime nessun eletto visto il quorum del 4%), la
ripartizione viene conteggiata sul numero degli iscritti, nelle liste
elettorali, avente diritto al voto e non sull’effettivo numero dei
votanti, pertanto, anche chi a votare non ci va’ e quindi si astiene,
contribuisce involontariamente al rimborso elettorale ai partiti
automaticamente
Tabella riassuntiva dei Contributi ai Partiti per le Elezioni
del 2006
(Dati ufficiali Corte dei Conti)
Partiti Politici
CONTRIBUTO
SPESE
Effettive
dei partiti
Differenza Contributo
ANNUALE Camera e
Senato in 5
anni
Guadagni
in Euro
% di
entrate sulle
spese
CAMERA SENATO
Forza Italia 12.343.500 13.413.965 128.787.333 50.033.744 78.753.588 157,40%
L’Ulivo 16.038.257 94.832 80.665.450 7.633.192 73.032.257 956,77%
Alleanza
Nazionale
6.327.567 6.777.688 65.526.280 6.234.198 59.292.082 951,08%
Democratici
di Sinistra
0,00 9.381.282 46.906.413 9.943.577 36.962.835 371,73%
Rifondazione
Comunista
2.996.963 3.989.416 34.931.896 1.635.989 33.295.907 2.035,22%
UDC 3.524.482 3.793.563 36.590.227 12.389.160 24.201.067 195.34%
La
Margherita
0,00 6.153.995 30.769.978 10.441.231 20.328.746 194,70%
Lega Nord 2.351.496 2.139.616 22.455.560 5.132.473 17.323.087 337,52%
IDV 1.204.570, 940.641 10.726.060 2.223.522 8.502.538 382,39%
Insieme con
l’Unione
(Verdi)
0,00 1.667.538 8.387.694 377.639 8.010.055 2.121,08%
Comunisti
Italiani
0,00 1.188.490 5.942.450 194.831 5.747.619 2.950,04%
UDEUR 717.949 373.571 5,457.601 1.938.039 3.529.562 183,06%
La Rosa nel
Pugno
1.331.743 0,00 6.658.715 3.935.682 2.723.033 69,19%
SVP –
Camera e
Senato TAA
323.324 187.877 2.556.010 304.021 2.251.989 740,73%
L’Unione (DS,
Margherita,
Verdi) Estero
e Trentino
Alto Adige
366.169 0,00 1.830.848 230.815 1.600.033 692,21%
L’Unione
SVP – Senato
TAA
0,00 316.856 1584.282 ** 1.584.282 **
Casa delle
Libertà
Senato
Trentino A.A.
0,00 280.051 1.400.258 19.598 1.380.660 7.044,90%
Federazione
dei Verdi
1.054.973 0,00 5.274.868 4.356.138 918.729 21.09%
Lista
Consumatori
0,00 113.676 568.382 ** 568.382 **
Associazioni
Italiane in
Sud America
– Estero
63.766 64.347 640.567 100.624 539.943 536,59%
Per l’Italia nel
mondo con
Tremaglia –
Estero
37.691 39.331 385.116 110.670 274.445 247,98%
Valle D’Aoste 0,00 69.387 346.938 143.150 203.787 142,36%
Forza Italia – 0,00 33.863 169.318 * 169.318
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AN (Valle
D’Aosta)
TOTALI 498.562.255 117.368.302 381.193.953 324,78%
* “ Le spese sostenute e le fonti di finanziamento utilizzate sono rendicontate nei consuntivi presentati ai
Presidenti delle Camere dai partiti costituenti la coalizione”
** “Ha dichiarato di non aver sostenuto spese
Capitolo 19 – Camera dei Deputati
Il Parlamento Italiano - La Camera dei Deputati
Costi politici Diretti
La Camera dei Deputati, è composta da 630 Deputati ( lo
0.00105% della Popolazione Italiana) eletti nei vari collegi
elettorali del paese.
Sul totale di spesa dell'istituzione – nel bilancio di previsione
dell’anno 2008 – di Euro 1.796.532.525,88 – i costi “Politici
Diretti” relativi ai Deputati, per spese di Indennità mensili e
Diarie giornaliere (che per legge non sono pignorabili per
nessun motivo), Rapporto con gli Elettori, Rimborso spese,
Indennità d’Ufficio e Altre Indennità non classificate, e' di Euro
169.454.417,67.
In questi costi non sono calcolati gli Assegni Vitalizi
(Pensioni) dei Deputati non più in carica (mentre lo sono nei
costi generali) e gli importi erogati a fine mandato ai non eletti
nel 2008 che corrispondono all’80% dell’ultima indennità Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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ricevuta per ogni anno di mandato o frazione non inferiore a 6
mesi.
Gli Ex-Deputati, non più in carica, nel 2008, sono costati alle
casse dello Stato Euro 140.343.455,79, in pratica quasi quanto
costano le indennità annuali dei Deputati in Carica.
Nei Costi dei Deputati vanno anche aggiunti i Contributi ai
Gruppi Parlamentari e il rimborso ai parti
e movimenti politici
per spese elettorali (sostituti del finanziamento pubblico ai
partiti, cancellati con un referendum popolare del 1993 e che
non corrispondono alle reali spese sostenute dei Partiti e
movimenti politici), che corrispondono, in ordine, a Euro
34.314.753,52 per i primi e Euro 166.222.503,99 per i secondi.
A queste spese vanno ancora aggiunte (in quanto dipendenti
dall'entità degli emolumenti percepiti e a carico, in ogni caso,
della spesa pubblica) le Ritenute Fiscali, Previdenziali e
Assistenziali per i Deputati (sono escluse quelle per il personale)
di Euro 62.500.000,00.
Altri Costi attribuibili ai Deputati sono le spese per il
Funzionamento Commissioni Varie e Diverse e per le Attività
Interparlamentari che corrispondono alla cifra di Euro
7.060.033,80.
In totale, i 630 Deputati eletti alla Camera dei Deputati, (lo
0.00105% della Popolazione Italiana), hanno un “Costo
Politico” di Euro 439.551.708,18 che corrispondono (solo di
indennità e di rimborsi vari) a Euro 697.701,12 l'anno per ogni
singolo Deputato
( Euro 1.911,51 al giorno per Deputato).
Costi Politici Indiretti della Camera dei Deputati.
I Costi Politici Indiretti, sono quei costi che derivano da
decisioni “dirette” della politica che incidono
sull’amministrazione delle strutture Pubbliche dello Stato ma,
spesso indirettamente, anche Private (più avanti vedremo il
perché).
La Camera dei Deputati conta 1.850 Dipendenti retribuiti nella
misura totale, su base annua, di Euro 279.957.531,68.
In pratica, un solo dipendente della Camera dei Deputati, in
media, costa allo stato Euro 12.610,69 al mese.
E’ da notare un importante particolare. In questo costo mensile
(al netto mensile per ogni dipendente) non sono incluse:
Spese per Personale Non più in Servizio per vari motivi (Euro
180.137.168,55 annui), le Pensioni Dirette (Euro 160.232.168,55
annui), le Pensioni di Reversibilità (Euro 19.140.000 annui) e le
Pensioni di "Grazia" (Euro 375.000 annui).
TABELLE RIASSUNTIVE
(Fonte Bilancio di Previsione 2008 Camera)
CAMERA DEI DEPUTATI (Deputati 630 - ) - SPESE
CAMERA DEI DEPUTATI ANNO 2008: EURO
1.796.532.525,88.-
Indennità lorda
mensile
Euro 11.703,64
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro
88.479.518,40
Indennità netta
mensile
Euro 5.486,58
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro
41.478.544,80
Diaria Giornaliera
- mensile
Euro 4.003,11
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro
30.263.511,60
Spese per il
rapporto con gli
elettori mensile
Euro 4.190,00
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro 31.676.400
Assegno di fine mandato 80% importo mensile indennità per ogni anno di
mandato o frazione non inferiore a 6 mesi.
Assegno vitalizio Tra il 25% e l’80% indennità parlamentare.
Spese anno 2008 Euro 140.343.455,79
Altri Rimborsi Spese, Esenzioni e privilegi dei Deputati
Rimborso annuo spese telefoniche: €. 3.098,74
Pedaggio sulle autostrade italiane: NESSUNO
Trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e da Fiumicino a
Montecitorio (forfait trimestrale dimezzato per gli eletti nel collegio Lazio 1):
€. 3.323,70.
Trasferimenti aeroportuali per chi dista più di 100 km dall’aeroporto più vicino:
€. 3.995,10.
Circolazione sui treni in Italia: GRATUITA
Circolazione marittima in Italia: GRATUITA
Circolazione sugli aerei in Italia: GRATUITA
Rimborso annuale per viaggi all’estero (per studio o attività connesse all’attività
parlamentare): Sospeso dal 23.07. 2007.
ALCUNE VOCI IN PARTICOLARE DELLE SPESE DELLA CAMERA DEI
DEPUTATI
(Fonte: Bilancio di Previsione 2008 Camera dei Deputati)
INDENNITA’ DEI
DEPUTATI
Euro
90.850.000,00
Diviso
630
Euro 12.017,20 al mese
x deputato
ALTRE INDENNITA’ Euro 90.000,00
RIMBORSO SPESE
DEPUTATI
Euro
74.724.579,68
Diviso
630
Euro 9.884,21 al mese x
deputato
INDENNITA’
D’UFFICIO
DEPUTATI
Euro
3.789.837,99
( MANCANO SPESE PER
PRESIDENTI – VICE-PRESIDENTI E
SEGRETARI DELLA COMMISSIONI –
QUESTORI DELLA CAMERA ED
ALTRE).
TOTALE INDENNITA’ & RIMBORSO SPESE DEPUTATI Euro 169.454.417,67
CONTRIBUTI AI
GRUPPI
PARLAMENTARI
Anno 2008
6 Gruppi
Euro 34.314.753,52.-
Sono esclusi i Rimborsi elettorali
di cui Spese per
funzionamento gruppi Euro
11.870.000,00.- Personale
dipendente Euro
12.414.753,52.- Personale di
segreteria dei gruppi Euro
10.030.000,00.-
SPESE RIMBORSO
SPESE AI PARTITI
PER SPESE
ELETTORALI PER IL
RINNOVO DELLA
CAMERA DEI
DEPUTATI
Euro 88.221.430,02
SPESE RIMBORSO
SPESE AI PARTITI PER
SPESE ELETTORALI
PER LE ELEZIONI
SUPPLITIVE CAMERA
DEI DEPUTATI Euro 38.481,84
SPESE RIMBORSO AI
PARTITI PER SPESE
ELETTORALI PER IL
RINNOVO DEL
PARLAMENTO
EUROPEO
Euro 39.024.799,30
SPESE RIMBORSO
SPESE AI PARTITI
PER SPESE
ELETTORALI PER IL
RINNOVO DEI
CONSIGLI
REGIONALI
Euro 38.937.792,83
Totale Rimborso Spese Elettorali ai Partiti e
Movimenti Politici alla Camera dei Deputati
Euro 166.222.503,99
TOTALE PARZIALE COSTO DEI DEPUTATI Euro 369.991.675,18
TOTALI SPESE PER RITENUTE FISCALI,
PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI A
CARICO DELLA CAMERA per Indennità
Deputati(Euro 29.000.000), Assegni Vitalizi,
(Euro 32.000.000), Altre indennità dei Deputati
(1.500.000), Personale (68.475.000), Pensioni
(66.000.000) Prestazioni Rese (euro 4.635.000)
Fondo Previdenza del Personale (5.000.000)
Euro 206.610.000,00
TOTALE RITENUTE PER I SOLI
DEPUTATI
Euro 62.500.000,00
Altre spese per i deputati
(Funzionamento Commissioni varie e speciali,
Attività interparlamentari)
Euro 7.060.033,80
TOTALE COSTO
DEPUTATI
EURO
439.551.708,18
diviso 630 Deputati
Euro 697.701,12 all’anno
per ogni deputato
Diviso 365 giorni Euro 1.911.51 al giorno
SPESE PER DEPUTATI CESSATI DALLA
CARICA
Euro 140.343.455,79
Di cui: ASSEGNI VITALIZI Euro 96.705.000
ASSEGNI VITALIZI DI REVERSIBILITA’ Euro 24.503.500,00
RIMBORSO QUOTA ASSEGNI VITALIZI
SOSTENUTA DAL SENATO
Euro 17.000.000,00
RIMBORSO SPESE SOSTENUTE DAI
DEPUTATI CESSATI DAL MANDATO
Euro 2.134.955,79
TOTALE COSTI PER DEPUTATI CESSATI
DALLA CARICA
EURO 140.343.455,79
l’anno
PERSONALE DIPENDENTE CAMERA DEI DEPUTATI
SPESE PER
PERSONALE IN
SERVIZIO
1.850
DIPENDENTI
Euro
279.957.531,68
COSTO
MEDIO PER
UN SOLO
DIPENDEN
TE
Euro
12.610,69.-
Netti al Mese
SPESE PER
PERSONALE IN
QUIESCENZA
(NON PIU’ IN
SERVIZIO A
VARIO
TITOLO)
Euro
180.137.168,55
PENSIONI DIRETTE
Euro
160.232.168,55
PENSIONI DI
REVERSIBILITA’
Euro
19.140.000,00
PENSIONE DI GRAZIA
Euro
375.000,00
Alcune Spese Camera dei Deputati, in dettaglio:
- Spese per locazioni di Immobili: Euro 42.205.052,78.
- Spese per manutenzioni ordinarie: Euro 20.130.153,24.
- Spese per servizi di pulizia: Euro 10.123.297,47.
- Spese per acqua, gas, elettricità’: Euro 7.475.277,42.
- Spese telefoniche: Euro 3.034.082,51 di cui Euro 2.444.082,51
per rete fissa e Euro 590.000,00 per rete mobile (non sono inclusi i cellulari
dei Deputati)
- Spese postali Euro 1.172.490,71.
- Spese per acquisti di beni: Euro 7.892.420,17 di cui Alimentari
Euro 993.855,05 prodotti igienici Euro 86.868,00.
- Spese per servizi stampa: Euro 10.105.265,78.
- Spese per servizi vari: Euro 2.140.479,33.
- Spese di trasporto (non incluse nei rimborsi per i Deputati): Euro
12.861.776,20 di cui, Trasporti Aerei Euro 8.387.089 – Trasporti Aerei
Circoscrizione Estero Euro 1.951.098,86.- Trasporti Marittimi Euro
11.825,42 Trasporti Ferroviari Euro 1.735.298,59 Pedaggi Autostradali
Euro 1.521.414,07 Altre Spese Euro 30.000,00.
- Spese di servizi di personale non Dipendente: Euro
24.924.471,24.
- Spese per aggiornamento professionale: Euro 2.054.628,80 di cui,
Euro 980.192,21 Per la formazione linguistica dei Deputati.
- Spese per iniziative di comunicazione ed informazione: Euro
5.183.864,23.
Spese per accesso gratuito Internet agli Atti Parlamentari: Euro
2.522.571,61.
- Spese per beni e servizi: Euro 237.744.305,22 di cui, Controllo
rendiconti dei partiti Euro 541.230,10 Noleggi Euro 8.611.690,95 Servizi di
ristorazione gestiti da terzi 8.611.690,95 Spese di trasferta personale di
scorta Euro 780.000,00 Altre Euro 1.314.636,45 Spese di consulenza organi
di tutela giurisdizionale interna Euro 100.000,00.
- Spese per la verifica dei risultati elettorali: Euro 3.016.212,72.
- Spese per la commissione sul fenomeno della criminalità
organizzata mafiosa: Euro 321.206,50.
- Spese commissione sul ciclo dei rifiuti: Euro 150.000,00.
- Spese commissioni errori sanità: Euro 10.000,00.
- Spese attività commissioni e giunte: Euro 738.767,31.
- Spese commissioni bicamerali: (9 commissioni – 2 previste dalla
Costituzione 7 di indirizzo, vigilanza e controllo) Euro 320.280,50.
- Spese attività Interparlamentari ed Internazionali: Euro
3.384.899,79.
- Spese di Missione: (non sono incluse quelle corrisposte ai
Parlamentari) Euro 1.247.314,85.
- Spese per il cerimoniale: Euro 859.904,09.
- Spese per imposte e tasse: Euro 37.660.549,87.
- Fondo di riserva a disposizione per spese impreviste: Euro
23.840.000,00.
- Spese per attrezzature informatiche: Euro 32.722.194,74.
- Spese per opere d’arte: Euro 414.638,68.
- Spese per patrimonio bibliotecario: Euro 1.648.106,62.
- Spese patrimonio archivistico: Euro 613.904,91.
Il Parlamento Italiano – Il Senato della Repubblica
Costi politici Diretti
Il Senato, è composto da 329 Senatori (322 Eletti – 7 Senatori a
Vita) che corrispondono allo 0.00055 % della Popolazione
Italiana.
Sul totale di spesa dell’istituzione – nel bilancio di previsione
dell’anno 2008 – di Euro 594.500.000,88 i costi “Politici
Diretti” relativi ai Senatori, per spese di Indennità, mensili e
Diarie giornaliere (che non sono per legge pignorabili, in nessun
modo), Rapporto con gli Elettori, Rimborso spese, Indennità
d’Ufficio e Altre Indennità non classificate, e' di Euro
112.257.000,00.
In questi costi non sono calcolati gli Assegni Vitalizi
(Pensioni) dei Senatori non più in carica (mentre lo sono nei
costi generali) e gli importi erogati a fine mandato ai non eletti
nel 2008 che corrispondono all’80% dell’ultima indennità Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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ricevuta per ogni anno di mandato o frazione non inferiore a 6
mesi.
Gli Ex- Senatori, non più in carica nel 2008, costeranno alle
casse dello Stato Euro 81.700.000,00 (di cui Euro 1.415.000,00
per “Rimborso Spese Senatori Cessati dal mandato”).
Nei “Costi Politici Diretti” dei Senatori vanno anche aggiunti i
Contributi ai Gruppi Parlamentari e il rimborso ai partiti e
movimenti politici per spese elettorali che corrispondono, in
ordine, a Euro 40.100.000,00 (superiore alle stesse spese, di
capitolo, per la Camera) per i primi e Euro 96.183.000,00 per i
secondi.
In totale, i 322 Senatori eletti, (lo 0.00055 % della Popolazione
Italiana), hanno un “Costo Politico” di Euro 248.540.000,00 che
corrispondono a Euro 755.440,73 l’anno per ogni Senatore (
Euro 2.069,70 al giorno per Senatore, circa 180 euro in più dei
Deputati che sono in un numero quasi doppio).
Costi Politici Indiretti Senato
Il Senato della Repubblica conta 1.013 dipendenti, retribuiti con
Euro 299.200.000,00 (costo superiore alla Camera dei
Deputati).
In pratica, un solo dipendente del Senato, costa, in media, alle
casse dello Stato Euro 24.613,36 al mese (in pratica il doppio
previsto per i Dipendenti della Camera dei Deputati). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Se calcoliamo solo Stipendi, Indennità ed emolumenti al
Personale (senza considerare i costi per le ritenute Previdenziali
e Fiscali), un solo Dipendente del Senato, ha un costo mensile,
netto, di Euro 11.488,16.
E’ da evidenziare un importante particolare.
In questo costo mensile (al netto mensile per ogni dipendente)
non sono incluse:
Spese per Personale Non più in Servizio, per vari motivi di
Euro 82.290.000,00 annui, comprese le Pensioni Dirette – Euro
73.500.000,00 annui – e le Pensioni di Reversibilità – Euro
8.790.000,00 annui, e Spese per Personale Non Dipendente di
Euro 20.845.000,00 annui. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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TABELLE RIASSUNTIVE SENATO
(Fonte Bilancio di Previsione 2008 Senato)
Spese anno 2008: Euro 594.500.000,00
SENATORI 329 (322+7 a vita) Dipendenti 1.013
CONTRIBUTI AI GRUPPI
PARLAMENTARI IN SENATO
Esclusi i Rimborsi elettorali.
SPESE PER FUNZIONAMENTO DEI
GRUPPI PARLAMENTARI Euro
8.300.000,00.-PERSONALE DIPENDENTE
DEI GRUPPI Euro 13.600.000,00,
Contributo per le attività di supporto ai
senatori Euro 18.200.000,00.-.
Anno 2008
6 Gruppi
Euro 40.100.000,00
RIMBORSO SPESE AI PARTITI PER SPESE ELETTORALI
PER IL RINNOVO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
Euro 96.183.000,00
Totale Rimborso Spese Elettorali ai Partiti e Movimenti Politici al
Senato della Repubblica (Incluse ritenute fiscali, previdenziali e
varie)
Euro 136.283.000,00
TOTALE COSTO SENATORI (Incluse
Indennità, Rimborso spese, Contributi ai
Gruppi Parlamentari e Rimborso Spese
Elettorali per il rinnovo del Senato)
EURO 248.540.000
diviso 329 Senatori
Euro 755.440,73
l’anno per ogni Senatore
diviso 365 giorni
Euro 2.069,70
al giorno per ogni senatore
SPESE PER SENATORI CESSATI DALLA CARICA Euro 81.700.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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DI CUI: ASSEGNI VITALIZI Euro 59.300.000,00
ASSEGNI VITALIZI DI REVERSIBILITA’ Euro 17.600.000,00
RIMBORSO QUOTA ASSEGNI VITALIZI SOSTENUTA DALLA
CAMERA
Euro 4.100.000,00
RIMBORSO SPESE SOSTENUTE DAI SENATORI CESSATI
DAL MANDATO
Euro 1.415.000,00
Ritenute previdenziali ai senatori CESSATI dal mandato per
assistenza sanitaria per senatori e familiari
Euro 3.900.000
Emolumenti Diretti
ai Senatori
di cui: Competenze
Senatori Euro
50.392.000,00.-
Diarie Euro
15.600.000,00.-
Rimborsi spese di
viaggio Euro
4.900.000,00.-
Rimborsi spese per
telefonia e dotazione
strumenti informatici
(laptop) Euro
3.000.000,00.- Altri
rimborsi Euro
1.830.000,00.-
Euro
75.722.000,00
diviso 329
senatori e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 19.179,84 al
mese x senatore per
emolumenti diretti.
Trasferimenti al fondo
di solidarietà
Euro 8.500.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 2.152,99 al mese
x senatore
Personale di
segreteria e
consulenza
Euro
14.890.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 3.771,53 al mese
x senatore Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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PERSONALE DIPENDENTE SENATO DELLA
REPUBBLICA
SPESE PER
PERSONALE IN
SERVIZIO
di cui Stipendi del
personale a ruolo e a
contratto a tempo
indeterminato Euro
129.600.000,00.-
Indennità di funzione e
di risultato Euro
5.100.000,00.- Altre
indennità e rimborsi
spese Euro
2.750.000,00.-
Emolumenti del
personale a contratto a
tempo determinato Euro
2.200.000,00.-
1.013
DIPENDENTI
Euro
139.650.000
Costo medio
per un solo
dipendente.
Netto al mese
Euro
11.488,16
Ritenute previdenziali
ai senatori
Euro 5.650.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 1.431,10 al mese
x senatore
Restituzione
contributi per il
vitalizio
Euro 1.900.000 diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 481,26 al mese x
senatore
Trasporti per i
senatori in carica
Euro
Euro 5.595.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 1.417,17 al mese
x senatore
TOTALE
INDENNITA’ &
RIMBORSO SPESE
SENATORI Annuali
Euro
112.257.000,00
Al mese x
Senatore
Euro 28.433,89
(Euro 934,81 al
giorno) Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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SPESE PER
PERSONALE IN
QUIESCENZA
di cui Pensioni dirette
Euro 73.500.000,00.-
Pensioni di reversibilità
Euro 8.790.000,00.-
(NON PIU’ IN
SERVIZIO A
VARIO TITOLO)
Euro
82.290.000
Spese Personale NON
dipendente
di cui Personale
addetto alle
segreterie
Particolari Euro
13.000.000,00.-
Consulenze per il
consiglio di
presidenza e per I
presidenti di
commissioni e
giunte
parlamentari
Euro
1.890.000,00.-
Prestazioni
professionali per
l’amministrazione
2.935.000,00.-
Personale di altre
amministrazioni
ed enti che
forniscono servizi
al Senato Euro
3.020.000,00
Euro
20.845.000
Ritenute previdenziali al
Personale
Euro
14.200.000
Ritenute Fiscali e per
Euro Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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IRAP 145.350.000
TOTALE GENERALE COSTO ANNUALE
DEI 1.083 DIPENDENTI DEL SENATO E
DEI DIPENDENTI IN QUIESCENZA
(NON PIU’ IN SERVIZIO)
Euro
402.335.000
TOTALE GENERALE COSTO ANNUALE
DEI 1.083 DIPENDENTI DEL SENATO IN
SERVIZIO
Euro
299.200.000
All’anno
Euro
295.360,32
per ogni
dipendente
Al mese, ogni dipendente del Senato costa allo Stato
Euro
24.613,36
ALCUNE DELLE ALTRE SPESE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ITALIANA
- Oneri di natura Previdenziale e assistenziale a carico
dell’amministrazione Euro 30.119.034,49.
- Quote di gratificazione di fine servizio TPFS Euro 14.512.441,52.
- Cerimoniale e Rappresentanza Euro 3.457.000,00.
- Comunicazione Istituzionale Euro 10.528.000,00.
- Servizi di Ristorazione Euro 2.800.000,00.- di cui Ristorazione
dei Senatori Euro 1.427.000,00.- Ristorazione del personale Euro
1.373.000,00.
- Locazioni ed Utenze Euro 9.100.000,00.
- Pulizie e Facchinaggio Euro 4.586.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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- Oneri non ripartibili Euro 26.622.000,00.
- Patrimonio Biblioteca e Archivio storico del Senato Euro
1.188.000,00.
- Servizi esterni gestione uffici senatori Euro 1.990.000,00.
- Corsi di lingua straniera Senatori Euro 200.000,00.
- Prodotti Igienico Sanitario Euro 180.000,00.
- Biancheria, tende, guide e simili Euro 300.000,00.
- Posate e stoviglie Euro 30.000,00.
- Vestiario di servizio Euro 435.000,00.
- Tessere di riconoscimento Euro 25.000,00.
- Acquisto di oggetti non inventariati Euro 350.000,00.
- Contributi all’unione interparlamentare Euro 310.000,00.
- Contributi ad istituti di studi e ricerche parlamentari Euro
235.000,00.
- Contributi a fondazioni culturali Euro 40.000,00.
- Contributi al circolo di palazzo Madama Euro 130.000,00.
- Contributi per spese funerarie Euro 160.000,00.
- Contributi e sussidi disposti dai membri del consiglio di
presidenza Euro 385.000,00.
- Contributi e sussidi diversi Euro 270.000,00.
- Fondo di riserva per spese impreviste Euro 4.500.215,51.
- Acquisto Arredi e Tappezzerie Euro 900.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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- Opere d’arte 90.000,00.
- Opere di manutenzione straordinaria arredi fissi e tappezzerie
Euro 1.450.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 21 - Ulteriori Costi Politici Diretti e Indiretti dello
Stato
Presidenza della Repubblica
Il personale complessivo del Quirinale è di 1930 dipendenti.
Di questi, gli addetti di ruolo alla Presidenza ammontano a 911
unità. Il personale non di ruolo 74 unità in posizione di comando
(38 civili e 36 militari, di cui 28 addetti all'Ufficio del
Consigliere per gli affari militari e alla Segreteria del Consiglio
supremo di difesa), 11 unità a contratto e 10 collaboratori a vario
titolo. Il personale militare e addetti alla sicurezza delle forze di
polizia, distaccati per esigenze di sicurezza ammonta a 924 unità
- tra loro i 260 corazzieri -.
Questo apparato - e la manutenzione del palazzo, nonché dei
suoi giardini – e’ costato nel 2009 una spesa di Euro
238.570.000 di cui Euro 218.407,00 per il Presidente della
Repubblica, rispetto ai 240.380.000 del 2008 con un risparmio
dello 0.7% (non e’ un errore e’ proprio lo zero virgola sette per
cento di risparmio), dato che il Quirinale ha provveduto a
diffondere come un “ottimo” risultato. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Nel periodo 2010/2012 sono previsti ulteriori 3 milioni di euro
di risparmi.
Il Governo
Il Governo e’ un organo difficile da valutare. Non per qualche
particolare motivo ma semplicemente perché non e’ dato di
sapere, anche solo in parte, ufficialmente, le spese di gestione e
di emolumenti sostenuti da Palazzo Chigi.
Il Governo e’ composto da 61 componenti di cui 22 ministri e
39 sottosegretari (Situazione al Giugno del 2009).
La Presidenza del Consiglio e’ composta da 38 Dipartimenti,
15 Comitati e 11 Strutture di missione.
Alla Presidenza del Consiglio ci sono 27 Dirigenti di Prima
Fascia e 229 Dirigenti di Seconda Fascia, con un bilancio
autonomo e con 4.237 persone.
Le spese classificabili in “Costi Politici”, oltre ovviamente a
quelle “Classiche” di stipendi del personale che nel 2007 sono
state oltre Euro 236.000.000,00, sono consulenze, missioni, studi
e spese di rappresentanze che contribuiscono a un bilancio
complessivo annuale di oltre Euro 3.700.000.000,00 (di cui 1
miliardo e 800 milioni circa destinati alla Protezione Civile per
la quale, senza obiezione alcuna sulla professionalità umana
disponibile, si spendono 18 milioni di euro per stipendi, oltre
500 milioni di euro per il pagamento dei mutui contratti dalle
regioni colpite da calamità e il restante in vari interventi). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Dal bilancio generale di spesa della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, (come nota Mario Sechi – Panorama 10 maggio
2008), si evince la spesa di 400 milioni di euro per l'editoria che
dimostrano quando il settore abbia necessità di essere riformato
con una selezione anche dei soggetti destinatari di tali aiuti
(spesa che qui’ ho configurato più come “Aiuti alle Imprese”
che non come “Costo Politico” anche se nella realtà e’ più
convincente la seconda alla prima).
Infine, Auto Blu, Voli di Stato e Spese per i Servizi Segreti,
hanno un peso non secondario.
Per i Servizi Segreti, per esempio, sono previste “buone
uscite” che superano i 2 milioni di euro a persona e le pensioni
dei nostri ex agenti, si aggirano intorno ai 30.000,00 euro al
mese.
Molto pubblicizzati sono stati i tagli voluti dal Governo in
carica per il 2009 che si possono quantificare in circa Euro
10.000.000,00 ma purtroppo essi corrispondono a meno dello
0.3% del totale del Bilancio di Previsione 2008. Inoltre i Ministri
e Sottosegretari, compreso il Capo del Governo, se Parlamentari,
percepiscono il doppio Stipendio anche senza mai partecipare ai
lavori di aula.
Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale e’ composta dal Presidente, dal VicePresidente e da 13 Giudici Costituzionali. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Il Presidente percepisce Euro 440.000,00 lordi l’anno e gli altri
membri percepiscono Euro 370.000,00 lordi annui, per un totale,
solo per indennità (stipendi) al Collegio dei Giudici
Costituzionali di Euro 5.250.000,00.
Ovviamente a questo andrebbe aggiunto: Diarie, Indenni
Il Presidente percepisce Euro 440.000,00 lordi l’anno e gli altri
membri percepiscono Euro 370.000,00 lordi annui, per un totale,
solo per indennità (stipendi) al Collegio dei Giudici
Costituzionali di Euro 5.250.000,00.
Ovviamente a questo andrebbe aggiunto: Diarie, Indennità
diverse, Rimborso Spese e di Soggiorno, Indennità di Carica,
Strutture di Segreteria per tutti i 15 componenti, le Auto Blu con
autista, l’utilizzo dei voli di Stato che per i componenti della
Corte sono a loro completa discrezione e senza limiti,
Consulenze, Dipendenti, Spese Amministrative e Spese per gli
immobili.
Il Bilancio Ufficiale di Previsione 2008 della Corte ha previsto
un totale di spese annue di Euro 47.189.235,92 di cui:
Retribuzioni totali per giudici Euro 5.400.000,00 (costo medio
euro 336.000,00.- a Giudice in un anno), oneri sulle retribuzioni
dei Giudici Euro 1.280.000,00, Viaggi e trasferte (pagate al
Bilancio della Corte non da quello dello Stato che paga per
esempio, i voli aerei) Euro 120.000,00, personale in Servizio
Euro 22.428.550,48, personale non più in servizio Euro
12.560.000,00, acquisto di beni e servizi Euro 5.198.900.00,
trasferimenti Euro 631.785.44 (in questa ultima voce e' curioso
notare che e' composta da tre voci: Assistenza economica al
personale – Interventi assistenziali a favore del personale –
Equo indennizzo al personale).
Corte di Cassazione
Il Presidente della Suprema Corte percepisce un’indennità di
Euro 246.000 lordi l’anno. I magistrati hanno uno stipendio in
linea con il resto dell’Europa ma al loro stipendio possono Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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aggiungere il compenso che prendono come Docenti
Universitari. Infine, godono di due mesi e mezzo di ferie l’anno.
Avvocatura dello Stato
Un’inchiesta del 2008, di Primo Di Nicola e’ stata fatta passare
dai media nazionali in silenzio.
L’inchiesta riguardava gli Avvocati di Stato (Avvocatura dello
Stato, Avvocato Generale in carica Oscar Fiumara), dipendenti
pubblici che rappresentano e difendono l'amministrazione statale
in tutti i tribunali.
Nonostante le condizioni disastrose in cui versa
l'amministrazione della giustizia i 370 Avvocati dello Stato
(questo e’ il loro numero totale in tutta Italia) oltre a un ricco
stipendio, oltre alla possibilità di ottenere incarichi esterni,
docenze e arbitrati, questi dipendenti dello Stato si dividono una
cifra notevole.
Per svolgere il compito per cui vengono già pagati con lo
stipendio, incassano personalmente un rimborso ma quando
vincono le cause, incassano anche, sempre in prima persona, le
spese legali che le loro controparti devono versare.
Una somma enorme, considerando l’esiguo numero dei
soggetti:
Nel 2006, gli Avvocati di Stato si sono divisi 42 milioni e 405
mila euro, quasi 115.000 euro ciascuno in media, oltre a Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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stipendio e rimborsi, che poi vengono divisi secondo criteri
territoriali.
Questa gratifica viene chiamata "quadrimestre", perché calcoli
e spartizioni avvengono ogni quattro mesi.
In media, per la spartizione territoriale applicata, nel 2006 ogni
toga pubblica romana ha intascato 91 mila euro, che diventano
244 mila a Bari, 247 mila a Potenza, 261 mila a Venezia e ben
296 mila a Messina: sempre oltre allo stipendio.
Il capo di questa avvocatura a Messina nel 2006 ha ricevuto
222 mila euro di stipendio e quasi 300 mila dai "quadrimestri".
La Giustizia
Oltre a quanto evidenziato nel Capitolo 9 a pag. 62, il
problema Giustizia, tipicamente tutto italiano, si ripercuote
inevitabilmente anche sui conti dello Stato (più avanti vedremo
anche specifici esempi).
Nel 2008 in Italia circa 200 mila reati sono caduti in
prescrizione.
Un esercito di imputati che, invece di essere puniti dalla legge,
può tranquillamente essere libero di andare dove vuole.
Si assiste all’aumento progressivo dei costi della legge Pinto,
che stabilisce un risarcimento alle vittime dei processi
“Lumaca”.Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Una spesa arrivata nel 2008 a 81 milioni di euro, mentre si
sono celebrati 40 mila procedimenti per denunciare il ritardo di
ulteriori processi.
La prescrizione, infatti, risponde a un principio di economia
dello Stato che, come spiegano i manuali di diritto, “rinuncia a
perseguire l’autore di un reato, quando dalla sua commissione
sia trascorso un periodo di tempo giudicato eccessivamente
lungo e solitamente proporzionale alla gravità dello stesso”:
minimo quattro anni per le contravvenzioni e sei per i delitti.
Lo scorso anno, quindi, circa 200 mila reati si sono estinti per
la lentezza dei processi.
L’Italia è, infatti, il paese europeo con i tempi più lunghi
nell’amministrazione della giustizia, triplicata negli ultimi
vent’anni in ambito civile, e raddoppiata nel penale.
Inoltre, gli ulteriori problemi da risolvere, denunciati
dall’Associazione magistrati, sono: lo scarso numero di toghe in
attività contro un elevato numero di avvocati (solo 11 magistrati
per ogni 100 mila persone, a fronte dei 290 avvocati per lo
stesso numero di abitanti. In tutto si contano 200 mila avvocati
in Italia contro i 48 mila della Francia), le condizioni di lavoro
dei pm e dei giudici che sono pessime costringendoli spesso a
lavorare in stanze senza misure di sicurezza, prive di fax o di
scanner o di altri beni essenziali al funzionamento di qualunque
ufficio o peggio ancora senza la disponibilità di Cancellieri e
personale vario, indispensabile per la preparazione documentale
dei procedimenti e delle sentenze che ne derivano.
Il ministro Brunetta, invece, lo scorso ottobre aveva dato un’altra
spiegazione del fenomeno, puntando il dito contro i pm:
“Lavorano poco, solo 2 o 3 giorni alla settimana”, aveva detto Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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minacciando i tornelli anche in tribunale. Di diverso avviso i
magistrati che dichiarano di scrivere circa 700 sentenze l’anno,
lavorando anche durante i periodi festivi e portandosi i fascicoli
da studiare a casa.
Authorities
Le Autorità di Vigilanza sono 11 e sono gestite da un organo
collegiale di 4 Commissari (incluso il Presidente).In ordine sono
(con l’anno di Istituzione):
Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob)
1974 – Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di
interesse collettivo – ISVAP 1982 – Autorità garante della
concorrenza e del mercato (Antitrust) 1990 – Centro nazionale
per l’informatica nella pubblica amministrazione – Cnipa 1993 –
Autorità per l’energia elettrica e il gas 1995 – Garante per la
protezione dei dati personali 1996 – Commissione di vigilanza
sui fondi pensione 1996 – Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni 1997 – Autorità di vigilanza sui lavori pubblici
1999 – Autorità garanti del contribuente per il fisco e la
burocrazia (2000) – Agenzia per le organizzazioni senza scopo
di lucro di utilità sociale 2001 – Si aggiungeranno presto le
Autorità di vigilanza sulle fondazioni bancarie e l’Autorità’ per I
trasporti.
L’Autorità’ per l’energia elettrica e il gas, ha sovvenzioni
prettamente private. Per l’ISVAP, le spese di funzionamento
sono coperte dal contributo di vigilanza dovuto dalle imprese di
assicurazione. L’autorità’ per le garanzie nelle comunicazioni e’
composta da un Presidente e 8 commissari nominati dal
Parlamento e gestisce gli stanziamenti dello Stato nel settore (nel Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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1999 sono stati 82 miliardi di lire), più un contributo dell’uno
per mille sui ricavi della telecomunicazione. L’autorità’ di
vigilanza sui lavori pubblici e’ composta da cinque componenti
(Presidente incluso). I semplici componenti guadagnano Euro
370.000,00 l’anno. I Presidenti Euro 444.000,00 l’anno.
Calcolando i costi su 9 Autorità, con costi statali, moltiplicando
il numero di 4 Commissari e, ovviamente, 9 Presidenti, solo di
Stipendi, si spendono Euro 17.316.000,00. Il resto delle spese
non si conoscono.
Banca d’Italia
(Fonte: Bilancio Banca D’Italia 2006)
Stipendi per Governatore, Direttore Generale e i due ViceDirettori sono Segreti.
I Funzionari percepiscono,lordi l’anno, Euro 110.000,00 e i
Direttori di Filiale (oltre 200) Euro 64.000,00 l’anno. Oltre allo
stipendio, hanno diritto a: Premio presenza, come
quattordicesima, per almeno 241 giorni di presenza all’anno. In
Dicembre e’ prevista una gratifica di bilancio di Euro 18.000,00
per i direttori e Euro 6.000,00 per i funzionari. Indennità di
rappresentanza semestrale di Euro 8.500,00 per i funzionari
generali, Euro 4.000,00 per i direttori e Euro 1.200,00 per i
funzionari. Stipendi e oneri accessori per il personale in servizio:
Euro 633.760.000,00 (i dipendenti nel 2006 erano 7.834). Altre
spese relative al Personale (qualcuno considera tali somme come
divise fra il Governatore, Direttore Generale e i due VicePresidenti) Euro 44.799.000,00. Pensioni e Indennità di fine
rapporto corrisposte: Euro 367.992.000. Compensi per organi
centrali e periferici Euro 1.826.000,00. Spese di
Amministrazione Euro 402.894.000,00. Altre Spese Euro Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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20.199.000,00. Il Totale delle spese e degli oneri diversi della
Banca d’Italia sono pari a Euro 1.767.996.000,00.
Consulenze
Stabilire i costi per le Consulenze e’ praticamente impossibile.
Ci sono, ovviamente, consulenze di indiscussa utilità ma anche
molte che, di fatto, hanno una forte dubbia utilità pubblica
effettiva. Se la legge fissasse paletti rigidi e ben precisi entro i
quali poter usufruire delle consulenze esterne, gli enti pubblici
risparmierebbero oltre 1 miliardo di euro all’anno che,
comunque, non inseriremo nei nostri conteggi.
Contingenti Militari Italiani all’Estero
Gli uomini impiegati nelle missioni, definite “Di Pace”,
all’estero sono 7.700 per un costo annuale pari a Euro
1.040.500.000,00. Una sola base di 2500 persone (2000 militari e
500 civili) ha un costo di Euro 600.000 al giorno.
Contributi pubblici per l’Editoria
Contributi indiretti, solo per le spese telefoniche, elettriche e
postali, per la carta (a 495 «imprese editrici di quotidiani,
periodici e libri») e per la riqualificazione professionale, lo Stato
ha “rimborsato” in un solo anno 450 milioni di euro.
Ne hanno beneficiato tutte le aziende editoriali, ma, di fatto, in
misura più consistente i giornali a più alta tiratura. La FIEG
calcolava in 270 milioni, nel 2006, la sola “compensazione” per
le agevolazioni postali in abbonamento versata dallo Stato a
Poste Italiane S.p.A., attribuendoli nella misura di 100 milioni
alle pubblicazioni “no profit” di 48 ai quotidiani e di 120 ai
periodici. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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In effetti, le agevolazioni postali sono costate 303 milioni nel
2005 e 299 nel 2006, secondo il calcolo ufficializzato nel luglio
2007 dal presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del
mercato Antonio Catricalà, rendendo pubblica un’indagine
dell’Antitrust sul mercato dell’informazione (quotidiani,
periodici, TV, nuovi media, ecc.). 7.124 le testate
complessivamente sostenute, compresi il settore no profit (104
milioni) e gli editori di libri (25 milioni). Circa 80 milioni
risultavano assegnati a soli dieci editori: 18 milioni e 887 mila
alla Mondadori, 17 milioni e 822 mila al Sole 24 Ore, 13 milioni
e 753 mila alla RCS, 6 milioni e 966 mila al San Paolo, 4 milioni
e 689 mila al gruppo Espresso-Repubblica, 3 milioni e 603 mila
all'Avvenire, 2 milioni e 996 mila a Conquiste del Lavoro, 2
milioni e 581 mila alla De Agostini, 2 milioni e 536 mila
all'Athesia Druck, 2 milioni e 415 mila alla Stampa.
All'undicesimo posto l’Hachette Rusconi, con 2 milioni e 300
mila. Aliquota agevolata del 4% sulla vendita di libri, quotidiani
e periodici, ma tale agevolazione viene estesa ad alcuni prodotti
– libri, dvd, videocassette Vhs, giocattoli, ecc. – venduti in
allegato alle pubblicazioni.
La cifra dei contributi totali all'editoria, nell’anno 2007 e’ stata
di Euro 700.000.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 22 - Regioni
Regioni
Costi Politici Diretti
Le 20 Regioni d’Italia hanno 1.089 Consiglieri Regionali eletti
(lo 0.001815 % della Popolazione Italiana che in Sicilia
assumono il nome di Deputati Regionali) e hanno un costo totale
annuo solo per le Indennità mensili, Indennità di presenza e
Rimborsi vari, “certi” e “una - tantum”, (che sono destinate
personalmente ai Consiglieri Regionali e che costituiscono la
retribuzione annuale netta), di oltre 205.640.190,86 euro (cifra
stimata in ribasso perché di molte indennità le cifre non sono
rese note in quanto manca l'accesso ai Bilanci
particolareggiati).
Ogni Consigliere Regionale viene quindi retribuito, in media e
annualmente, con oltre Euro 188.833,00 (Euro 517,35 al giorno).
Ovviamente la parte da protagonista viene svolta dai vertici dei
Consigli Regionali dove, per esempio, un Presidente del
Consiglio viene remunerato con oltre Euro 210.000,00
(comprese le indennità mensili, di presenza e rimborsi vari certi
e una - tantum), mentre un Presidente di Giunta e’ di molto al di
sopra in quanto:
Presiede la Giunta (e quindi percepisce anche gettoni di
presenza alle riunioni di Giunta oltre a quelle del Consiglio) e Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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ha a totale disposizione un fondo speciale da usare a sua
discrezione ed altre indennità.
A queste spese vanno aggiunti i costi per le ritenute di legge
che portano ad un totale, per le indennità e rimborso per spese
varie, di Euro 288.000.000,00 circa.
Altre spese da calcolare sono quelle destinate agli Organi delle
Regioni e Uffici di Giunte, Consiglio e Commissioni varie che
raggiungono la cifra di Euro 773.034.233,79 (Anche in questo
caso la cifra e' in netto ribasso rispetto alla realtà per le stesse
difficoltà sopra descritte nel reperire dati diretti ed ufficiali).
In questa ultima cifra sono incluse spese come i Contributi per
il funzionamento dei Gruppi Politici (che sono in totale 263 in
tutte le Regioni e che hanno, singolarmente, un costo totale di
circa Euro 45.000.000,00.), mentre, ovviamente, non sono
incluse ogni tipo di indennità e rimborso, sopra descritte e
calcolate.
In totale, i Costi Politici Diretti delle Regioni possono essere
quantificati in Euro 1.061.034.233,79.
In questa stima non sono incluse le Pensioni e le Prerogative –
che variano da Regione a Regione – per gli Ex-Consiglieri
Regionali che pure fanno parte dei Costi Politici Diretti.
Per esempio in Piemonte, guidato dal PD, al termine del
mandato i consiglieri e gli assessori ricevono l’indennità di fine
mandato che è fissata nella misura di due volte l’ultima mensilità
lorda dell’indennità consiliare, percepita in carica, moltiplicata
per ogni anno di effettivo esercizio del mandato o frazione di
anno non inferiore a sei mesi ed un giorno.
Costi Politici Indiretti
Le protagoniste dei Costi Politici “Indiretti” delle Regioni
sono le migliaia di Consulenze, spesso utilissime ma tantissime
altre volte del tutto inutili (se non ai diretti interessati).
Non volendomi addentrare, per il momento, nel settore degli
sprechi (di cui accenneremo più avanti), possiamo
semplicemente dire che tale costo non e' assolutamente
quantificabile per la mancanza diretta e ufficiale di cifre. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un costo Indiretto della Politica nella gestione delle Regioni
può essere considerato il Personale che però, a differenza del
Senato (Euro 11.488,16 al mese per ogni Dipendente) e della
Camera (Euro 12.610,00 al mese per ogni dipendente), ha una
retribuzione media di Euro 5.292,00 per Dipendente.
Anche in questo caso, la Dirigenza ha emolumenti molto più
alti dell'ultimo dei dipendenti in scala gerarchica.
I Costi, individuali per dipendente, selezionati per le Regioni
(Fonti: Bilancio di previsione ufficiali 2008 – tranne il Molise
dove i dati si riferiscono al Bilancio del 2006), sono i seguenti
(migliaia di euro per dipendente in media al mese):
Campania Euro 6.166,00 – Puglia Euro 3.551,00 – Calabria
Euro 3.550,00 – Sicilia Euro 6.861,00 – Basilicata Euro
4.383,00 – Abruzzo Euro 4.720,00 – Lazio Euro 6.146,00 –
Friuli Venezia Giulia Euro 4.041,00 – Veneto Euro 4.474,00 –
Lombardia Euro 6.255,00 – Piemonte Euro 5.787,00 – Valle
D’Aosta Euro 7.566,00.
Le altre regioni non hanno pubblicato, in rete, i bilanci con le
spese specifiche.
La Spesa totale per i Dipendenti (che sono nella loro totalità
85.374), delle Regioni in Italia, nel 2008, e' stata di circa Euro
451.799.208,00.
La Regione con più Dipendenti e’ la Sicilia con 18.236 alla
quale seguono il Trentino Alto Adige con 15.949 (sono comprese
le province autonome di Trento e Bolzano), la Campania con
6.685 e la Calabria con 4.044.
Una curiosità e’ rappresentata dal fatto che il piccolo Molise
(di cui non e’ possibile calcolare il costo medio di ogni
dipendente) ha 901 dipendenti, la piccola Basilicata 1.222 e
l’altrettanto piccola Valle D’Aosta 3.063.
La regione più generosa e’ la Valle D’Aosta con uno stipendio
medio di 7.566,00 al mese, per ogni dipendente.
Segue la Sicilia con Euro 6.861,00, la Lombardia con Euro
6.255,00 e la Campania con Euro 6.166,00 per ogni dipendente. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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La più ”Virtuosa”e’ la Puglia che eroga uno stipendio medio,
per ognuno dei suoi 3.341 dipendenti, sempre al mese, di Euro
3.551,00.
Un tipico esempio di una Regione media italiana
In Veneto, a guida PDL, ai consiglieri regionali spettano, in
ordine:
Un’indennità pari al 65% di quella percepita dai componenti del
Parlamento nazionale (che corrisponde a Euro 12.017,20).
Un’ulteriore indennità aggiuntiva spetta al consigliere che
svolge altre funzioni:
Trentacinque per cento in più per i Presidenti del Consiglio e
della Giunta regionale, venticinque per cento per i Vicepresidenti
del Consiglio regionale e per il Vicepresidente della Giunta
regionale, venti per cento per gli altri membri della Giunta
regionale, quindici per cento per i Consiglieri Segretari del
Consiglio regionale, per i Presidenti delle Commissioni consiliari
permanenti, per i Presidenti delle Commissioni temporanee per
lo studio di problemi speciali e i Presidenti delle speciali
Commissioni e per i Presidenti dei Gruppi consiliari, dieci per
cento per i Vicepresidenti e i Consiglieri Segretari delle
Commissioni consiliari permanenti, temporanee e speciali, per i
revisori dei conti del Consiglio regionale e per i Vicepresidenti
dei gruppi consiliari.
Ai consiglieri regionali è corrisposta una diaria, a titolo di
rimborso spese, pari al sessantacinque per cento delle indennità
corrispondenti spettanti ai componenti del Parlamento nazionale.
Competono ai consiglieri regionali:
a) un rimborso spese calcolato in base alle tariffe ACI secondo le
modalità stabilite con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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connesso alla percorrenza determinato moltiplicando il doppio
della distanza chilometrica tra il luogo di residenza e la sede
della Regione;
b) l'abbonamento autostradale sulla rete ricadente nell'ambito del
territorio della Regione del Veneto e il parcheggio a Venezia, in
autorimessa, dell’autovettura propria, con spese a carico dei
fondi di bilancio per il funzionamento del Consiglio regionale.
Il rimborso spese va’ liquidato forfettariamente su quindici
presenze mensili. Sono esclusi dal rimborso i Presidenti del
Consiglio regionale e della Giunta regionale, gli altri membri
dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e gli altri
membri della Giunta regionale che per le loro funzioni
usufruiscono in via permanente di mezzi di trasporto posti a loro
disposizione dalla Regione.
Al consigliere regionale, per missioni nel territorio regionale,
per le quali è autorizzato di diritto, in funzione dell'espletamento
del mandato, è corrisposto mensilmente un rimborso spese
onnicomprensivo pari al venticinque per cento dell'indennità.
Al Presidente della Giunta regionale, agli altri membri della
Giunta regionale e ai consiglieri regionali, sospesi di diritto dalla
carica è corrisposto, per il periodo della sospensione, un assegno
pari all'indennità ridotta di un quinto.
Il trattamento indennitario dei consiglieri regionali, oltre alle
indennità previste dalla legislazione regionale in vigore, è
comprensivo dell'assegno vitalizio, dell'assegno di reversibilità e
dell'assegno di fine mandato.
Alle spese derivanti dal trattamento indennitario differito si
provvede con: Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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a) una quota posta a carico dei consiglieri regionali pari al 30 per
cento dell’indennità di carica, al netto delle ritenute fiscali
erariali riferibili alla stessa, con ciò intendendosi quelle
determinate esclusivamente su tale reddito, senza tener conto di
eventuali altri redditi, deduzioni e detrazioni d’imposta, anche se
conosciute dal sostituto d’imposta.
Hanno diritto a conseguire l’assegno vitalizio:
a) i consiglieri eletti fino alla quinta legislatura compresa, cessati
dal mandato, che abbiano compiuto cinquantacinque anni di età,
ed abbiano almeno cinque anni di contribuzione;
b) i consiglieri eletti per la prima volta a partire dalla sesta
legislatura fino all’ottava compresa, cessati dal mandato, alle
seguenti condizioni:
1) abbiano compiuto sessanta anni di età, salvo quanto previsto
dal comma 4;
2) abbiano esercitato il mandato per almeno dodici mesi elevato
ad almeno trenta mesi per i consiglieri eletti per la prima volta
nell’ottava legislatura;
3) abbiano versato i contributi per un periodo complessivo di
almeno cinque anni;
c) i consiglieri eletti per la prima volta a partire dalla nona
legislatura, cessati dal
mandato, alle seguenti condizioni
1) abbiano compiuto sessantacinque anni di età, salvo quanto
previsto dal comma 4;
2) abbiano esercitato il mandato per almeno trenta mesi;
3) abbiano versato i contributi per un periodo complessivo di
almeno cinque anni. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Ai fini del computo degli anni di contribuzione e di
anticipazione, la frazione di anno che sia pari almeno a sei mesi e
un giorno si calcola come anno intero.
I consiglieri, che al momento della cessazione del mandato,
abbiano raggiunto il limite di età per il conseguimento
dell'assegno vitalizio o lo raggiungano prima del periodo
occorrente per il quinquennio contributivo per l’ottenimento
dell’assegno vitalizio nella misura massima, hanno la facoltà di
versare in unica soluzione il totale delle mensilità mancanti per il
completamento del relativo periodo contributivo del
quinquennio.
Il consigliere, che cessi dal mandato, ha la facoltà di continuare
a versare mensilmente i contributi mancanti per ottenere
l’assegno vitalizio fino alla misura massima.
L’assegno vitalizio spettante dopo cinque anni di contribuzione
è commisurato al 30 per cento dell’indennità consiliare lorda. Ai
soli fini della determinazione dell’assegno vitalizio e
dell’assegno di fine mandato, l’indennità consiliare lorda è pari
all’ottanta per cento dell’indennità parlamentare (quella percepita
e’ invece pari al 65%...).
Per ogni anno di contribuzione oltre il quinto anno l’assegno
vitalizio è aumentato del 4 per cento sino al raggiungimento del
70 per cento dell’indennità consiliare.
Il Consigliere che subentri nel mandato nel corso della
legislatura, ha la facoltà di versare i contributi afferenti il periodo
precedente la data d’inizio del proprio mandato, con decorrenza
dall’inizio della legislatura medesima. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Il diritto all’assegno di reversibilità si consegue alla morte
dell’iscritto, sempre che siano stati effettuati almeno cinque anni
di contribuzione.
Si prescinde da detto limite allorché la morte sia intervenuta
nel corso del mandato consiliare.
Hanno diritto a conseguire l’assegno di reversibilità:
a) il coniuge cui non è stata addebitata la separazione o il
convivente (n.b.: per la legge dei “cittadini”, il
convivente non e’ compreso fra i beneficiari).
b) i figli legittimi, legittimati, adottivi, naturali riconosciuti
o giudizialmente dichiarati, finché minorenni o fino al
compimento del ventiseiesimo anno di età, se iscritti in
regolare progressione di classe e non in posizione di
fuori corso, a scuole statali o parificate o ad istituti
universitari;
c) i genitori, in mancanza del coniuge o del convivente e
dei figli, se abbiano oltre sessantacinque anni di età,
oppure siano inabili al lavoro proficuo ed in condizioni
di bisogno, e già a carico del Consigliere deceduto.
L’assegno di reversibilità è commisurato all’assegno vitalizio
liquidato o pertinente al Consigliere defunto, in base a
percentuali variabili nel seguente modo:
a) al coniuge avente diritto o al convivente, senza figli, il 60 per
cento;
b) al coniuge o al convivente, in concorso con un figlio avente
diritto, l’80 per cento; al coniuge o al convivente, in concorso
con due figli aventi diritto, l’85 per cento; al coniuge o al
convivente, in concorso con tre o più figli aventi diritto, il 90 per
cento; Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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c) al figlio avente diritto il 60 per cento; a due figli aventi diritto
l’80 per cento diviso in parti uguali; a tre o più figli aventi diritto
il 90 per cento diviso in parti uguali;
d) ad entrambi i genitori aventi diritto il 60 per cento; all’unico
genitore superstite avente diritto il 50 per cento.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, è autorizzato
ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti
o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità
consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato, il cui
importo massimo non superi comunque le dieci mensilità.
REGIONI ANNO 2008*
*Valori medi tra le regioni, espressi in Euro.
Premessa
Ogni Regione adotta emolumenti diversi dalle altre Regioni, ho
quindi preso una media, in ribasso, di emolumenti molto
attendibili e realistici, fra tutte le Regioni.
Del Piemonte abbiamo le cifre esatte, nette, perché pubblicate
in rete sul sito della Regione. In qualche Regione gli emolumenti
sono di fatto inferiori o superiori ma di poco e quindi non si
discostano di molto dalla media qui’ adottata.
Ovviamente i Consiglieri Regionali svolgono anche tutte le
altre funzioni descritte e pertanto percepiscono le indennità di
base più le indennità per le cariche eventualmente ricoperte (oltre
quindi a quella di consigliere).
Riguardo ai Vice-Presidenti di Regione, spesso (sempre…)
sono anche Assessori e quindi percepiscono tre indennità. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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In merito agli Uffici di Presidenza dei Consigli Regionali, essi
sono composti dal Presidente del Consiglio, da uno o più VicePresidente e da Consiglieri Segretari e/o Questori.
Avendo riportato, per tale ufficio, l'indennità' del Presidente e
del/i Vice-Presidente/i, ho aggiunto alla voce Ufficio di
Presidenza Consiglio i restanti Segretari e/o Questori ma non e'
chiaro se i Presidenti e i loro Vice percepiscono anche la
indennità di appartenenza all'Ufficio, come riportato da tutte le
Regioni.
Riguardo alle Commissioni non è elencato il numero dei
membri e quindi gli eventuali gettoni di presenza.Sono escluse le
Auto di Servizio (Auto Blu), che valuteremo in un capitolo a
parte.
Ultima nota: I gruppi consiliari politici, per ogni regione,
percepiscono, in media, un contributo per il proprio
funzionamento di circa euro 2.200.000 per ogni regione (c’e’ chi
ne prende 4.5 di milioni e chi ne prende solo 1.8 di milioni).
Particolari delle Regioni:
Per meglio comprendere quanto i calcoli riportati siano di gran
lunga inferiori alla realtà, di seguito si illustrano tre esempi
“tipici” risalenti al 2004 (quindi quattro anni fa’) che, pur
sembrando forse esagerati rispetto alle altre Regioni d’Italia, non
sono così diversi come si potrebbe pensare e per come vengono
spesso pubblicizzate.
Inoltre, ovviamente, riportati ad oggi, le cifre presenti in questi
esempi, sono notevolmente aumentate. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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La Regione Sardegna conta 85 consiglieri regionali, veri
privilegiati in un’isola da sempre affetta da un elevato tasso di
disoccupazione e dove, di fatto, manca un sistema ferroviario e
stradale dignitoso.
Gli stipendi dei consiglieri regionali sono, infatti, molto vicini
a quelli del Parlamento nazionale, per l’esattezza l’80%,
Un’indennità di carica di 9.263 euro mensili, che sale a 12.615
aggiungendovi i 3.352 euro del bonus previsto per i portaborse.
In più, l’equivalente di altre due mensilità (circa 18.500 euro)
viene concesso come rimborso per spese di rappresentanza e
studio. Le entrate aumentano ulteriormente con le indennità di
funzione spettanti a chi riveste un incarico istituzionale
regionale, oltre a quello di consigliere.
Altri 3.100 euro vanno a finire nelle buste paga di assessori,
presidenti di commissione e segretari del Consiglio. E, salendo di
grado, 3.500 euro rappresentano il compenso aggiuntivo per i
questori, 4.000 per i vicepresidenti e 4.500 per il presidente.
Finita qui? Nemmeno per sogno.
I consiglieri isolani possono godere anche di un ricco bagaglio di
benefit e rimborsi vari: si va da una dozzina di biglietti aerei
gratis, utilizzabili anche dai familiari, a una diaria di 260 euro il
giorno per trasferte di lavoro in “Italia” e di 500 se all’estero.
Ma il colmo del benefit è una voce senza eguali per entità
economica e per mostruosità semantica.
L’hanno definita, infatti “indennità di reinserimento nella
società civile”, in realtà altro non è che la liquidazione. Si tratta
di 117.000 euro lordi, che è possibile scegliere se ricevere a fine
mandato o in caso di mancata rielezione.
Il clima favorevole dell’isola ha favorito enormemente la
crescita di tale privilegio: nel 1999, era di 60 milioni delle Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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vecchie lire. Sono bastati cinque anni a farla crescere fino alla
cifra attuale.
Una consistente voce in più, che a detta degli interessati non
dovrebbe destare scalpore dato che si ritrova anche nel
trattamento dei parlamentari nazionali.
I consiglieri della Regione Umbria, in fatto d’indennità e
benefit, hanno poco da invidiare agli altri consiglieri d’Italia.
Come indennità di fine mandato, ad esempio, si vedono
accantonare 18.527 euro per ogni anno di consiliatura.
Fra le voci più curiose della busta paga dei consiglieri umbri ci
sono i 31.224,24 euro di “rimborso spese permanenza”, per far
pernottare i consiglieri a Perugia.
Peccato che l’intera Regione sia piuttosto piccola.
Se poi il consigliere forma un gruppo monocratico, oltre agli
spazi e a servizi come telefono e fax, gli vengono concessi altri
contributi fissi: 1.549,37 euro mensili per il funzionamento, pari
a 18.592,45 euro annui; più 4.274,40 euro mensili per il
personale (portaborse), che moltiplicati per tredici fanno ulteriori
55.567,20 euro.
Moltiplicate tale cifra per 36 a tanto abbondano il numero dei
consiglieri regionali umbri (prima dell’approvazione del nuovo
statuto erano i consiglieri erano 30) e tirate le somme.
La Regione Basilicata, ha adottato un legge regionale,
denominata “Modifica e integrazione alla legge regionale 2
febbraio 1998”.
Con la leggina in questione, i portaborse sono diventati a tutti
gli effetti consulenti, collaboratori o addirittura dipendenti della Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Regione, con piena garanzia del loro posto di lavoro e del
pagamento della retribuzione e relative assicurazioni.
La nuova legge regionale, ad ogni modo, ha puntualizzato che
“resta il divieto, per i consiglieri, di avere come collaboratore
un proprio parente o affine entro il quarto grado”.
QUADRO GENERALE DELLE SPESE REGIONALI PER i
1.089 CONSIGLIERI ELETTI
Carica
Indennità
Mensile
Lorda Euro
Indennità
Mensile
Netta
(in media)
Euro
Indennità
Annuale
Euro Netto
Numero
Eletti
Totale Annuale in
Euro
Consigliere
Regionale
9.948,09 7.461,07 89.532,84 1.089 97.501.262,76
Rimborsi
spese netti
In media 2.900,00 34.800,00 1.089 37.897.200,00
Rimborsi
chilometrici
In media Euro 0.50 per km. Percorso, autocertificato, per raggiungere
le sedi Istituzionali, se non si usufruisce dell’auto di servizio. Se si
calcola una media di 100 Km al giorno (andata/ritorno), moltiplicato
per il numero dei consiglieri che devono raggiungere le sedi delle
Regioni (ma ci sono molti che superano questa soglia di Km.) abbiamo
un rimborso chilometrico per Consigliere, al giorno, di Euro 50,00.- X
1.089 consiglieri = Euro 54.450 al giorno X 20 giorni al mese = Euro
1.089.000,00 x 12 mesi all’anno = Euro 13.068.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Indennità di
Presenza
In media Euro 120,00 al
giorno, per ogni giorno di
presenza a riunioni
Istituzionali o a riunioni
in cui I consiglieri
partecipano in Veste
Istituzionale
(autocertificate). 20
Presenze al mese di
media (Consiglio
Regionale o altre riunioni
in veste di Consigliere
Regionale), ulteriori Euro
2.400,00 mensili
28.800,00 1.089 31.363.200,00
Indennità di
fine
Mandato
Doppio dell’indennità’ lorda ultima mensile moltiplicata x il numero
di anni di mandato per i consiglieri e per gli assessori.
Vitalizio
(Pensione)
A 65 anni Consiglieri e Assessori hanno diritto al vitalizio (pensione)
che varia dal 35% all’80% dell’indennità’ lorda + al loro decesso il
60% dell’importo del vitalizio (della Pensione) viene conferito al
coniuge e/o ai figli (Reversibilità del 60%).o al Convivente.
I Consiglieri Regionali Eletti, sopra elencati, si dividono le seguenti Cariche
aggiuntive con le relative indennità nette:
Presidente
Consiglio
3.700,00 44.000,00 20 888.000,00
Presidente
Giunta
3.700,00 44.400,00 20 888.000,00
Vice
Presidente
Consiglio
2.000,00 24.000,00 40 960.000,00
Vice
Presidente
Giunta
2.700,00 32.400,00 20 648.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Assessore 1.800,00 21.600,00 203 4.384.800,00
Capigruppo 1.400,00 16.800,00 263 4.418.400,00
Ufficio di
Presidenza
del
Consiglio
1.000,00 12.000,00 63 765.000,00
Presidenti
commissioni
permanenti,
speciali e
giunte varie
1.000,00 12.000,00 196 2.352.000,00
Vice
Presidenti
commissioni
permanenti,
speciali e
giunte varie
e Segretari
450,00 5.400,00 392 2.116.800
SPESE TOTALI SOLO PER LE INDENNITA’ NETTE AI
1.089 CONSIGLIERI REGIONALI
(Non inclusi rimborsi spese e indennità di presenza)
Euro
184.182.662,76
Emolumenti NETTI Annuali, in media, per ogni Consigliere
Regionale
169.130,085
I soli emolumenti dei consiglieri regionali costano in totale,
lordo, ai contribuenti Italiani, circa:
300.000.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 23 – Le Auto Blu
Le Auto Blu
La prima cosa da notare è che le Auto Blu (Autovetture di
Servizio) sono un Costo Politico Diretto “Puro” perché servono
esclusivamente le necessità legate all’incarico assunto da Eletti
Politicamente e le esclusive necessità dei titolari di nomine
attribuite loro dagli Eletti, come una delle loro prerogative.
Del termine “auto blu”, naturalmente, non fanno parte gli
automezzi dello Stato, degli Enti e delle Amministrazioni
Pubbliche che sono destinati al servizio svolto dai dipendenti,
anche se e’ molto diffuso sull’intero territorio nazionale l’utilizzo
di tali mezzi per esigenze che nulla hanno a che fare con il
servizio pubblico svolto, pesando ovviamente, in maniera
importante, sui bilanci degli Enti e delle Amministrazioni
Pubbliche.
C’e’ però anche un’altra categoria che non rientra nelle due
sopra descritte e che corrisponde a quella dei Magistrati – siano
essi in pericolo o meno giustificato dal ministero degli Interni e
dagli organi di polizia - e un’ultima che e' rappresentata da
cittadini normali che corrono seri pericoli di vita per via della Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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loro Professione o Collaborazione con le Istituzioni dello Stato e
con gli organi di Polizia Giudiziaria.
Prima di passare all’analisi del settore Auto Blu, e’ necessario
fare alcune considerazioni.
Le Auto Blu sono considerate, per lo più, come Privilegi ma,
come abbiamo spiegato, sono anche una necessità.
Escludendo i Magistrati e le poche decine di Italiani ai quali e’
stata affidata un auto di servizio, con relativa scorta (per i quali
tale esigenza e' comprensibile senza alcun dubbio), le necessità
dei Politici sono legate all’Alta carica Istituzionale ricoperta –
per ovvi motivi di sicurezza della persona che potrebbe essere
soggetta a diversi tipi di rischi, prevedibili e non, proprio per
l’alto incarico ricoperto – mentre per i soggetti di nomina
Politica (Dirigenti di Ministeri, di Aziende di Stato, di Società a
Partecipazione Statale sia di maggioranza che di minoranza -,
Soggetti non eletti ma nominati direttamente dalla Politica –
come Commissari Straordinari, Inviati Speciali, Consulenti
Permanenti, Consiglieri di Stato e Ministeriali ed altri), o
Politici Eletti normali, senza incarichi particolari, molti – quasi
la totalità della popolazione a voler essere esatti – faticano a
comprenderne l’utilità Istituzionale ma soprattutto la necessità
(se non rientranti nei soggetti a rischio di vita).
Le Auto Blu, pubbliche e quindi pagate con i soldi dei
contribuenti, vengono affidate dal Ministero degli Interni, dagli
Enti Costituzionali e Istituzionali dello Stato, dalle Direzioni
Generali dei Ministeri e dai Consigli di Amministrazione di Enti
e Società a partecipazione Statale. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Infine, è da chiarire che esistono tre tipi di Auto Blu (anche se
nell'immaginario collettivo l'Auto Blu spesso e' una macchina
blindata con autista e scorta armata):
- Un’automobile assegnata ad un soggetto, di grossa
cilindrata, blindata (antisfondamento e antiproiettile) con
equipaggiamento completo e con uno o due autisti (se due, si
avvicendano in due turni sulle 24 ore).
- Un’automobile come sopra ma con uno a più uomini ci
scorta, in genere Carabinieri o Poliziotti (se però la scorta è
composta da più di due persone, e' necessaria un'altra macchina
normale in dotazione agli organi di Polizia).
- Un’automobile spesso di grande cilindrata, ma non
necessariamente con autista.
Le Auto Blu possono essere noleggiate (e spesso modificate
dagli stessi noleggiatori) o sono di proprietà dell’Istituzione,
Ministero, Ente o Società a partecipazione dello Stato.
Secondo uno studio molto serio e approfondito
dell’Associazione Contribuenti Italiani, considerando che solo le
auto dell’apparato statale sono all’incirca 200 mila e a queste
vanno aggiunte quelle usate dagli amministratori pubblici di
Comuni, Province, Comunità Montane, Consorzi, Enti ed
Aziende Pubbliche, si arriva ad una cifra di circa 574.215 “Auto
Blu”, mentre negli Stati Uniti sono 73.000, in Francia 65.000,
nel Regno Unito 58.000, in Germania 54.000, in Turchia 51.000,
in Spagna 44.000, in Giappone 35.000, in Grecia 34.000 e in
Portogallo 23.000.
Queste Auto Blu’ appartengono al parco auto presso Stato,
Regioni, Province, Comuni, Municipalità, Comunità Montane, Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Enti pubblici (come le ASL), Enti pubblici non economici e
Società pubbliche e misto pubblico-private.
Naturalmente avere dati ufficiali e’ impossibile perché, pur
essendo di natura pubblica e quindi soggetti ad essere pubblicati
senza alcuna restrizione, non vengono diramati i dati ufficiali.
Proviamo allora a fare dei calcoli molto realistici, partendo da
un dato certo che invece di contare 573.215 auto blu (diciamo
che all'Associazione Contribuenti Italiani quindi sono giunti dati
in eccesso e mi scuso per questa provocazione ai danni
dell’Associazione ma e’ necessario partire da questo
presupposto per dimostrare quanto grande il fenomeno sia, nella
realtà, di notevole importanza, senza voler mettere in alcun
modo in dubbio la seria ricerca svolta dall’Associazione
Contribuenti Italiani) siano la metà e cioè 286.607, in tutto il
paese.
Di queste, diciamo che ancora la metà disponga anche di un
autista, abbiamo quindi:
1. 143.303 Auto Blu’ con autista (che però spesso sono
due per auto perché, per avere a disposizione l’auto tutto il
giorno, i turni di disponibilità sono due al giorno, 6 ore per
turno).
2. 143.303 Auto Blu’ senza autista, a disposizione del
soggetto.
• Per le 143.303 Auto Blu con autista, se ipotizziamo un
costo realistico (anche se decisamente in ribasso) medio annuo
per un autista di circa Euro 20.000, tasse incluse, abbiamo: Euro
20.000 di costi per autista per anno, moltiplicato per 143.303
auto = Euro 2.866.060.000,00 solo per gli autisti. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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• Noleggio per un’auto normale, naturalmente di grande
cilindrata ma NON blindata (molte lo sono e ovviamente non
costano come un’auto normale ma molto di più) per un mese
(dati veritieri perché ho prenotato personalmente un’auto
MERCEDES E 220 via internet con la società Herts per 30
giorni): Costo (con sconto per pagamenti via Internet) Euro
2.066,00 moltiplicato per 12 mesi = Euro 24.792,00 annui
moltiplicato per 286.607 auto blu (143.303 con autista e 143.303
senza autista) = Euro 7.105.560.744,00.
• Totale Costi: Auto Blu (286.607) + Autisti (143.303) =
Euro 9.971.620.744,00 l'anno.
• Per le auto con autista, visto che l’assicurazione e
l’eventuale manutenzione e’ a carico della Società che le
noleggia, calcolando ora un consumo giornaliero medio di
benzina di 30 euro al giorno + 5 euro di pedaggi autostradali,
sempre al giorno, (anche per i Parlamentari perché per loro
paga lo Stato) moltiplicati per 250 giorni in un anno (escluso
quindi i giorni festivi) per le 143.303 autovetture, abbiamo le
seguenti ulteriori spese: Per benzina Euro 1.074.772.500,00 e per
pedaggi autostradali 179.128.750,00. per un costo totale di Euro
1.253.901.250,00.
• Il restante delle Auto Blu, senza autista ma solo a
disposizione dei soggetti ai quali vengono date in uso (143.303),
le consideriamo di proprietà dei soggetti pubblici e solo la metà
come utilizzate per scopi non prettamente lavorativi ma per
esigenze di spostamento Personale dei Dirigenti.
A parte i costi per Assicurazioni, manutenzione e varie (di
cui non ne teniamo conto ma sono ulteriori ingenti costi
pubblici), calcolando Euro 10,00 a macchina, al giorno, per uso Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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personale e non esclusivamente legato al servizio, abbiamo la
spesa totale in un anno (250 giorni lavorativi) di Euro
358.257.500,00.
Il totale generale dei costi per le 286.606 Auto Blu corrisponde
a una cifra pari a Euro 11.225.521.994,00.
Capitolo 24 – Le Province
Le Province
All’interno del dibattito sui Costi della Politica, forti polemiche
hanno messo in discussione l’esistenza delle Province con la
nascita all’interno di gruppi politici e di settori della Società,
favorevoli alla loro eliminazione in quanto ritenute inutili e
titolari di funzioni già svolte dalle Regioni, anche se la politica
continua a istituirne delle nuove.
In questa sede, nell’ottica generale dell’impostazione scelta, ho
preferito non considerare la scomparsa di questi enti, per tentare
di dimostrare che, anche senza un intervento estremo, e’
possibile intervenire con enormi vantaggi finanziari, per la
comunità.
In fondo, la Provincia, se utilizzata nel modo migliore, e’ la
prima organizzazione istituzionale vicina ai cittadini, oltre
ovviamente ai Comuni, anche se oggi e’, di fatto, semplicemente
un costo e anch’essa, fucina di sprechi.
Le Province in Italia sono diventate nel 2008, 110 e la spesa
totale della loro gestione è stata calcolata, da molti analisti, in
circa 17 miliardi di Euro l’anno.
I Consiglieri Provinciali sono, nel 2008, 3.863 ma i nostri
calcoli (come al solito in ribasso) si basano sul numero di 3.653
consiglieri (lo 0.006 % della Popolazione Italiana) per le 104
Province esistenti “Ufficialmente” nel 2004, periodo al quale si
riferiscono i dati ufficiali descritti, anche perché per le Provincie,
avere dati più recenti e' molto difficile in quanto, molte province Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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ancora non hanno approvato i bilanci nel periodo stabilito dalla
legge.
I bilanci consuntivi delle Amministrazioni Provinciali
(Dati Istat 21 maggio 2009)
Nel 2007 l’ammontare complessivo degli accertamenti, al netto
delle partite di giro, risulta pari a 13.857 milioni di euro, di poco
superiore all’esercizio precedente (+0,1 per cento).
La crescita delle entrate correnti, passate da 9.258 a 9.897
milioni di euro nel 2007, è dovuta all’andamento delle entrate da
contributi e trasferimenti che aumentano del 12,0 per cento, dalle
entrate extra-tributarie e da quelle tributarie che crescono
rispettivamente del 7,3 e del 2,8 per cento.
Le entrate in conto capitale accertate passano da 3.099 milioni
di euro nel 2006 a 3.260 milioni di euro nel 2007.
Diminuiscono notevolmente in termini percentuali, rispetto
all’esercizio precedente, le alienazioni di immobili (-65,6 per
cento), mentre aumentano le riscossioni dei crediti (+20,8 per
cento) ed i trasferimenti (+8,4 per cento).
Rispetto al 2006, in tutte le ripartizioni diminuisce il peso delle
entrate tributarie con l’unica eccezione del Nord-est; aumenta,
invece, l’incidenza dei contributi e trasferimenti, sempre con
l’esclusione della ripartizione del Nord-est. Il peso delle entrate
extra-tributarie cresce nelle province del Nord-est e del Centro,
mentre diminuisce in quelle del Nord-ovest e del Mezzogiorno.
A livello nazionale la struttura delle entrate correnti segnala una
diminuzione del peso delle entrate tributarie, che rappresentano
quasi la metà delle entrate correnti (-2,0 punti percentuali
rispetto al 2006) e un pari incremento per quello dei contributi e
trasferimenti (+2,0 punti percentuali). Il peso delle entrate extratributarie rimane invariato confermandosi al di sotto del 10 per
cento per gli enti di tutte le ripartizioni geografiche.
Il valore delle entrate correnti pro-capite assume il livello più
elevato nelle province della Basilicata con 265,67 euro (+25,13
euro rispetto al 2006) seguono le province della Calabria con
232,02 euro (+55,54 euro) e quelle del Friuli-Venezia Giulia con Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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227,12 euro, (+11,89 euro). I valori meno elevati si registrano
nelle amministrazioni provinciali della Sicilia, del Veneto e del
Lazio con, rispettivamente, 126,07 (+4,17 euro rispetto
all’esercizio precedente), 140,25 (+1,17 euro) e 145,76 euro procapite (+11,41 euro). Il valore pro-capite più alto per le entrate
tributarie e le extra-tributarie si rileva per le amministrazioni
provinciali della Toscana, quello più alto per le entrate per
contributi e trasferimenti spetta alle province della Basilicata. I
valori pro-capite più bassi, invece, si registrano nelle province
del Friuli-Venezia Giulia per le entrate tributarie, in quelle del
Veneto per i contributi e trasferimenti e in quelle della Sicilia per
le entrate extra tributarie.
Gli impegni totali di spesa assunti nel corso dell’esercizio 2007
dalle Amministrazioni provinciali ammontano a 14.064 milioni
di euro (-1,1 per cento rispetto all’anno precedente). Gli impegni
per le spese correnti crescono, rispetto al 2006, del 7,0 per cento
passando da 8.244 a 8.819 milioni di euro, mentre diminuiscono
in misura consistente (-13,1 per cento) gli impegni per le spese in
conto capitale (da 5.267 a 4.576 milioni di euro). Diminuiscono
anche gli impegni di spesa per rimborso di prestiti che passano
da 703 a 669 milioni di euro (-4,9 per cento).
Alla crescita degli impegni di parte corrente hanno contribuito,
in diversa misura, tutte le voci economiche comprese nel titolo,
in particolare le spese per l’acquisto di beni e servizi (+12,5 per
cento) e quelle per gli interessi passivi (+13,1 per cento). Più
contenuti risultano in questo settore gli aumenti delle spese per il
personale (+3,3 per cento) e di quelle per i trasferimenti (+0,1
per cento).
Anche la diminuzione degli impegni rispetto all’anno
precedente nel settore degli investimenti è il risultato della
flessione registrata in quasi tutte le voci economiche, soprattutto
nelle spese per l’acquisto di mobili e attrezzature (-48,7 per
cento), in quelle per i trasferimenti (-27,2 per cento) e nelle spese
per le partecipazioni e conferimenti
(-25,1 per cento). Unica voce economica d’investimento in
aumento è risultata quella delle spese per la concessione di
crediti (+21,5 per cento). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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La struttura degli impegni di spesa risulta modificata a livello
nazionale: le spese correnti impegnano il 62,7 per cento del totale
delle spese con un aumento di 4,7 punti percentuali rispetto al
2006, le spese in conto capitale impegnano un valore percentuale
pari a 32,5, in diminuzione di 4,5 punti percentuali rispetto
all’anno precedente, infine le spese per rimborso di prestiti con il
4,8 per cento del totale degli impegni mantengono praticamente
inalterato il loro peso.
Per quanto attiene la gestione di cassa, il valore totale dei
pagamenti ha mantenuto il livello raggiunto nel 2006,
attestandosi a 13.226 milioni di euro. Le spese correnti sono
cresciute del 2,8 per cento (da 8.142 a 8.367 milioni di euro),
mentre le spese in conto capitale sono diminuite del 3,3 per cento
(da 4.345 a 4.200 milioni di euro). I rimborsi di prestiti
registrano una flessione dell’11,0 per cento, passando da 740 a
659 milioni di euro.
Esaminando la composizione delle spese correnti a livello
nazionale, nel 2007 diminuisce, seppure moderatamente,
l’incidenza della spesa per il personale (-0,9 punti percentuali)
sul totale degli impegni correnti e quella delle altre spese correnti
(-1,2 punti percentuali), mentre aumenta il peso delle spese per
l’acquisto di beni e servizi (+2,2 punti percentuali).
Tale comportamento nella struttura delle spese correnti non è
omogeneo all’interno nelle diverse ripartizioni geografiche. Nel
Nord-ovest diminuisce il peso delle spese di personale e per
acquisto di beni e servizi, compensato dall’aumento di quello
delle altre spese correnti. La struttura delle spese correnti nel
Centro e nel Mezzogiorno mostra un comportamento omogeneo,
con un aumento del peso delle spese per acquisto di beni e
servizi e una diminuzione sia del peso delle spese di personale
sia di quello delle altre spese correnti. Unica ripartizione a
mostrare un aumento del peso delle spese per personale è quella
del Nord-est, dove aumenta anche il peso delle spese per acquisto
di beni e servizi ma diminuisce quello delle altre spese correnti.
L’incidenza delle spese di personale, calcolata come il peso
delle spese per il personale sul totale delle entrate correnti,
raggiunge a livello nazionale un valore di 23,3 per cento ( - di 0,9 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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punti percentuali rispetto al 2006). Le amministrazioni
provinciali che registrano le flessioni più significative sono
quelle della Sardegna (-7,4 punti percentuali), seguite da quelle
dell’Abruzzo (-4,4 punti percentuali) e della Lombardia (-2,3
punti percentuali). Le amministrazioni provinciali della
Basilicata, della Puglia e dell’Umbria presentano tutte un livello
di flessione simile (-2,4 punti percentuali per la Basilicata, -2,2
per le altre). Le amministrazioni provinciali dell’EmiliaRomagna (2,2 punti percentuali), del Friuli-Venezia Giulia (1,0
punti percentuali), delle Marche (0,6 punti percentuali) e della
Liguria (0,3 punti percentuali) sono le uniche amministrazioni
che presentano valori positivi nei confronti dell’anno precedente.
Solo le province del Piemonte non presentano variazioni
percentuali rispetto all’esercizio precedente. Tutte le ripartizioni
geografiche confermano la tendenza alla diminuzione rilevata a
livello nazionale, eccetto quella del Nord-est che cresce di 0,8
punti percentuali.
Nel Mezzogiorno viene registrata la flessione maggiore (-1,7
punti percentuali).
Costi Politici Diretti
Nel loro totale, il costo politico “Diretto”, di Indennità
annuali, Gettoni di Presenza medi dei Consiglieri e Gettoni di
Presenza medi degli Assessori, è di Euro 223.538.400,00. In
questi Costi non sono incluse spese per: Commissioni, Telefonini
con schede, contratti di utenza con i gestori telefonici e
telefonate, auto blu, rimborsi spese e varie.
Un Consigliere Provinciale percepisce quindi, in media, Euro
5.100,00 il mese.
Un Presidente della Giunta Provinciale, in media, Euro
12.500,00 il mese.
Un Assessore percepisce, in media, Euro 7.850,00 il mese. Un
Consigliere Provinciale costa, in media, Euro 61.193,00 l’anno, Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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solo di Indennità. Ovviamente dipende dalla Provincia. Questa e’
una media.
PROVINCE
Il costo totale delle Province italiane e’ stato valutato intorno ai
17 miliardi di euro all’anno.
Emolumenti e indennità per i Consiglieri, ed i membri dei
Governi provinciali (anno 2004).
Fonti: Bilanci Provinciali. Valori medi espressi in Euro.
Carica
Emolumento
mensile
Emolumento
annuale
Numero degli
eletti
Totale annuale
Presidente
giunta
prov. le
9.000,00 108.000,00
104
(110 nel 2008)
11.232.000,00
Vice-
presidente
6.750,00 81.000,00 104 8.424.000,00
Pres.
Consiglio
5.850,00 70.200,00 104 7.300.800,00
Assessore 5.850,00 70.200,00 1.036 72.727.200,00
Consigliere 400,00 4.800,00 3.653 17.534.400,00
Gettone di
presenza
medio
Consiglieri
Euro 100,00
a seduta
X 20 sedute al
mese X n. 3.653
consiglieri
Mensili
7.306.000,00
87.672.000,00
Gettone di
Presenza
medio
Assessori
Euro 150,00
a seduta
X 10 sedute al
mese X 1.036
consiglieri
Mensili
1.554.000,00
18.648.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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TOTALE SOLE INDENNITA’ ANNUALI (Costi Politici):
Euro 223.538.400,00.-
Ogni consigliere Provinciale, in una media nazionale, costa alla
comunità, solo per le indennità, circa Euro 61.193,10 all’anno.
(Nota Bene: Nei costi politici NON sono inclusi privilegi e spese come:
Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con Abbonamento ai Gestori
telefonici e il costo delle telefonate, tutti a carico delle Amministrazioni Provinciali –
Auto Blu di Servizio – Autisti e Costi di Gestione delle Auto di Servizio – Rimborsi
Spese e varie).
I Comuni Italiani
Costi Politici Diretti
I Comuni in Italia sono 8.102, di cui 5.828 inferiori ai 5.000
abitanti e 2.274 al di sopra.
Le fonti usate si riferiscono all’anno 2004 e sono espressi in
valori medi (per le indennità dei Sindaci per esempio, per i
Comuni più piccoli sono previste indennità di Euro 1.500,00
mentre per quelli più grandi si può arrivare a cifre medie,
mensili, anche di Euro 15.000,00 e oltre).
I Consiglieri Comunali Italiani sono in totale 99.140 (lo 0.165
% della Popolazione Italiana) e percepiscono, solo per le
indennità, un totale di Euro 2.625.338.800,00.
Ovviamente, anche in questo caso, c’e’ una differenza
consistente fra, gli amministratori dei Grandi Comuni e quelli dei
piccoli Comuni e fra le varie cariche e quella di semplice
Consigliere.
Ci sono altre spese da aggiungere a quelle sopra, relative alle
sole indennità. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un Gettone di presenza al Consiglio Comunale è, di Euro
35,00 per Consiglio, con un totale di spesa, l’anno, solo per i
Consigli Comunali, calcolando un consiglio al mese per ogni
comune (anche se sono spesso molti di più), di Euro
41.638.800,00.
I Gettoni di presenza per le Giunte, sono in media di Euro
45.00. - per seduta. Moltiplicati per i 40.780 Assessori Comunali
in carica, calcolando 2 sedute di Giunta al mese (calcolo molto
generosamente in ribasso), determinano la spesa di Euro
44.042.400,00.
In questi costi politici dei Comuni non sono incluse spese
come: Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con
Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle telefonate –
Auto Blu di Servizio – soprattutto per i Comuni oltre i 50.000
abitanti – Autisti e Costi di Gestione delle Auto di Servizio –
Rimborsi Spese varie.
Infine molti Consiglieri percepiscono ulteriori indennità legate
al loro diritto nomina nelle Comunità Montane.
Il Costo Politico Diretto dei Comuni Italiani è di Euro
2.711.020.000,00 per un costo medio, di un solo Consigliere
Comunale, di Euro 27.345,37 l’anno.
Costi Politici Indiretti
Nei Costi Politici Indiretti non sono calcolati i Dipendenti dei
Comuni ma, oltre alle consulenze (incalcolabili e che qualcuno
dice si aggirino ben oltre i 50 miliardi di euro in tutta Italia)
prendiamo solo in considerazione una figura che è presente sia
nei Comuni sia nelle Province e che si sovrappone alla figura del
Segretario, di cui si conosce pochissimo: Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Il Direttore Generale.
Il Direttore Generale, figura abbastanza giovane nel nostro
ordinamento, è una figura che è nominata direttamente dai
Sindaci e dai Presidenti della Provincia e il compenso è stabilito
in comune accordo fra loro.
I Segretari Comunali e Provinciali sono circa 6.400 in tutto il
Paese e, nella stragrande maggioranza (oltre a coprire più Enti
contemporaneamente, in quanto i concorsi per nuove figure sono
praticamente bloccati), svolgono anche il ruolo di Direttori
Generali.
Hanno delle retribuzioni stabilite dal Contratto Nazionale dei
Segretari Comunali e Provinciali (fonte ufficiale dei nostri
calcoli, riferiti all'anno 2001), che prevede, in ordine e per ogni
Segretario: Stipendio Tabellare, secondo la fascia di
appartenenza che, in una media delle fasce, corrisponde a circa
Euro 17.000,00 annui.
Indennità Integrativa Speciale. Retribuzione Individuale di
Anzianità. Retribuzione di Posizione, che corrisponde, in media,
a Euro 23.871,00 l’anno.
Aggiungendo solo quest’ultima Retribuzione di Posizione (le
altre non sono reperibili ufficialmente) alla prima, Stipendio
Tabellare, si ottiene una media di retribuzione annuale, per
Segretario, di Euro 40.871,00 (non sono incluse le Indennità'
Integrative Speciali e la Retribuzione Individuale di Anzianità).
Questi emolumenti, possono essere variati, in aumento, dagli
Enti (Comuni e Province), a seconda delle risorse disponibili e
nel rispetto della capacità di spesa, a esclusiva discrezione dei
Sindaci.
A queste cifre va' infine aggiunta una percentuale sui contratti
e sui documenti legali prodotti dai Comuni e dalle Province
(Certificati, Contratti ed altri). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Una curiosità sul contratto dei Segretari: Fra le loro
prerogative, per le trasferte è previsto l’alloggio, pagato dall’Ente
(quindi dal Comune o Provincia dove lavorano), presso strutture
Alberghiere NON al di sotto delle Quattro Stelle di categoria
(come recitato testualmente nel Contratto Nazionale).
Vanno ancora aggiunte le retribuzioni per il ruolo di Direttore
Generale.
In media (media nazionale, in ribasso), il costo di un Direttore
Generale e' di Euro 20.000,00 ma ci sono Direttori Generali che
percepiscono anche oltre Euro 100.000,00 l’anno.
Se questa media la moltiplichiamo per un numero di 6.000
unità (0.01% delle Popolazione), fra Comuni e Province (il
numero reale e' di certo superiore) che utilizzano tale figura, il
risultato e' di un costo annuale di Euro 120.000.000,00.
Ma non finisce qui’.
La Corte dei Conti si e’ interessata all’Ages, l’Agenzia dei Segretari
Comunali.
Quello che e’ definito da molti il “Club” di Melilli e’ un
carrozzone che vale sempre di più: 120 milioni di euro l’anno.
L’Ages è l’agenzia pubblica che cura l’albo dei segretari
comunali e fornisce ai city manager corsi di formazione e
aggiornamento.
Un ruolo defilato e un’attività sottotraccia che in realtà
nascondono un bilancio di spesa che arriva alla cifra record di
120 milioni di euro all’anno (dieci in più nell’ultimo resoconto).
Il budget serve a foraggiare la sede nazionale, le 18 sezioni
regionali, i “board” con oltre 160 consiglieri, le consulenze, i
comitati strategici e le cinque scuole.
Ad alimentare le casse dell’Ages sono i Comuni e le Province. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Un meccanismo talmente strutturato e stratificato, che risponde a
logiche “bipartisan”, a cui la politica nazionale e quella degli
enti locali non intendono rinunciare.
Il presidente è appunto Fabio Melilli.
Centinaia di consiglieri, consulenze a pioggia, acquisti di
immobili.
E i bonus bocciati dai magistrati contabili.
Un bell’aumento di 10 milioni di euro. Non è un caso.
Un organismo abbastanza particolare.
Lo scorso anno il consiglio di amministrazione in ben 12
occasioni ha deciso di modificare all’insù il bilancio di
previsione 2008.
L’importante in fondo è spendere. Con il risultato che rispetto
ai 110 milioni iniziali il costo complessivo è salito a 120 milioni.
Tant' è che per farla meno lunga nel bilancio previsionale di
quest’anno è stato scritto direttamente che serviranno almeno
120 milioni.
Nome chilometrico che viene riassunto nella sigla Ages.
Destinataria di un fiume di soldi pubblici, già descritto da un
articolo de “Il Mondo” nel luglio scorso, che ogni anno finisce
disperso tra i rivoli delle attività di questa agenzia con 155
dipendenti strutturata con 18 sezioni regionali e altrettanti CDA
(i consiglieri sono 162), un board nazionale di nove componenti,
un comitato di controllo strategico, un collegio dei revisori per il
controllo contabile, un altro collegio per la revisione dei conti,
innumerevoli uffici regionali e una bella sede centrale a Roma.
Una macchina tanto complessa e costosa che ha spinto, tra
l’altro, la Corte dei conti a intervenire per bocciare i bonus e gli Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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incentivi garantiti secondo i magistrati contabili arbitrariamente
dall’Ages.
Per il 2009 il bilancio di spesa dell’Agenzia equivale a quello
di una città di 160 mila abitanti come Reggio Emilia, un budget
che autorizza a immaginare un’attività insostituibile.
Invece la montagna partorisce l’immancabile topolino. Il
compito principale dell’Ages è verificare i titoli dei segretari
comunali in occasione della loro nomina da parte dei sindaci.
Una certificazione peraltro formale, perché in caso di irregolarità
l’Agenzia non ha alcun potere di stoppare o intervenire nelle
scelte dei primi cittadini.
Oltre all’incombenza di gestire l’albo dei segretari comunali,
l’Ages cura la formazione e l’aggiornamento dei cosiddetti city
manager attraverso l’attività di cinque scuole che tra sedi,
dipendenti e lezioni costano 35 milioni l’anno.
Dal 2005 a tirare le fila di tutto è il presidente Fabio Melilli.
Un ex dirigente dell’ANCI (Associazione nazionale comuni
italiani) originario di Rieti che a un certo punto ha deciso di
buttarsi in politica.
E Melilli ha fatto carriera.
Lo scorso febbraio Dario Franceschini lo ha indicato tra gli otto
membri della nuova e rifondata segreteria del Pd dopo l’uscita di
Walter Veltroni.
Un balzo sulla ribalta nazionale per Melilli, che nel frattempo
dopo avere lasciato l’ANCI ha cumulato cariche e imparato a
gestire il potere.
Nell’Ages, oltre al presidente Melilli, in consiglio di
amministrazione si segnala la presenza di Adriana Vigneri, ex
parlamentare Ds ed ex sottosegretario agli Interni. Il Pdl è
rappresentato da Daniela Ruffino, sindaco forzista di Giaveno Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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(Torino), il paese dove è stato primo cittadino il deputato
Osvaldo Napoli che per il centrodestra è stato l’uomo forte a
presidio degli enti locali, e da Ida Nicotra, considerata vicina al
sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Con loro siedono in CDA anche Carlo Paolini, storico city
manager di Firenze e sodale di Leonardo Domenici (sindaco
uscente ed ex presidente dell’ANCI), e Mauro Guerra,
coordinatore nazionale dell’ANCI per la consulta dei piccoli
Comuni.
A tutti loro si deve, per esempio, la delibera che a dicembre
scorso, due giorni prima di Natale, ha stabilito di formalizzare il
ruolo dei docenti che tengono i brevi corsi nelle scuole targate
Ages.
Un bel gettone di 45 mila euro all’anno da distribuire a pochi
fortunati.
L’elenco dei consulenti beneficiari è pubblicato online e
segnala che per il 2009 a incassare saranno anche Roberto Alesse
(consigliere per le questioni politico istituzionale del presidente
della Camera Gianfranco Fini), Harald Bonura (ex braccio
destro al ministero degli Interni di Enzo Bianco), Filippo
Bernocchi (presidente della commissione ambiente dell’ANCI e
consigliere comunale di An a Prato), Marco Marafini (dirigente
della Provincia di Rieti, della quale Melilli è presidente),
Marcella Castronovo (ex capo del personale ANCI e oggi alto
dirigente della presidenza del Consiglio).
Nel 2004 è stato eletto presidente della Provincia di Rieti, poi è
stato indicato per la presidenza dell’Upi (Unione province
italiane), per la vicepresidenza di Mecenate 90, l’associazione
culturale presieduta da Alain Elkann, e per la poltrona più alta
dell’Ages.
Nei mesi scorsi il CDA ha inoltre assunto la scelta di acquistare
per 5,6 milioni un immobile diroccato a Fara in Sabina (Rieti),Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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un paesino a dieci chilometri da dove è nato Melilli, per farne
una nuova sede della scuola di formazione Ages.
In base al bando di gara serviranno almeno altri 12 milioni di
lavori di ristrutturazione per disporre dell’immobile. Totale di
spesa quasi 18 milioni per un asset difficilmente rivendibile, è a
quasi 100 chilometri da Roma, che rischia di pesare come
piombo sul bilancio dell’Agenzia.
Come se non bastasse, lo scorso 25 febbraio un’altra delibera
del CDA è finita in un’interrogazione parlamentare del
vicepresidente dell’Udc Michele Vietti.
L’ex sottosegretario all’Economia contesta la scelta di
assegnare una voce stipendiale aggiuntiva, sotto il nome di
«diritti di segreteria», ai segretari comunali inattivi e senza sede
che però vengano utilizzati nell’agenzia o nelle scuole.
Una mossa su cui ha indagato anche la Corte dei conti visto che
la delibera Ages assegna ai destinatari del provvedimento un
bonus aggiuntivo pari al 30% dello stipendio.
Il trattamento è quello identico riservato finora ai segretari
comunali in attività che svolgano compiti notarili rogitando
contratti per conto dei Comuni dove lavorano.
Ma con la delibera Ages sarà possibile incassare il bonus del
30% non lavorando, ma semplicemente svolgendo un
imprecisato servizio presso la stessa Agenzia.
Secondo Vietti, si tratta del «perpetrarsi di un’indebita
elargizione di denaro pubblico che si configura come danno
erariale».
Comuni Italiani
(8102 comuni di cui inferiori ai 5.000 abitanti 5.828)
Emolumenti e indennità per i membri dei Consigli e delle Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Giunte comunali
(anno 2004 media nazionale per difetto)
Valori medi espressi in euro (fonte: Società libera)
(N.B. Ci sono, per esempio, Sindaci che percepiscono Euro 1.000,00 al
mese ma anche Sindaci che percepiscono Euro 15.000,00.- al mese, per cui
abbiamo adottato una media per tutti)
Emolumento Emolumento Numero Totale
mensile annuale degli eletti annuale
Sindaco 6.000 72.000 8.102 583.334.000,00
Vice-Sindaco 3.000 36.000 8.102 291.672.000,00
Presidente Consiglio 2.700 32.400 8.102 262.504.800,00
Assessore 2.700 32.400 40.780 1.321.272.800,00
Consigliere 140 1.680 99.140 166.555.200,00
Totale Indennità Annuali: 2.625.338.800,00.-
• Gettone di presenza medio per i Consiglieri Comunali Euro 35,00.- I 99.140
consiglieri svolgono, in media, 12 consigli comunali all’anno che moltiplicati
per Euro 35,00.- a seduta di media, determina un totale di spesa di Euro
41.638.800,00.- all’anno per i gettoni di presenza al consiglio comunale.
• Gettone di presenza medio per gli Assessori alle Giunte Comunali Euro
45,00.- I 40.780 Assessori svolgono, in media, 24 sedute di giunta all’anno, che
moltiplicate per Euro 45,00.- a seduta di media, determina un totale di spesa di
Euro 44.042.400,00.- all’anno per I gettoni di presenza alle Giunte Comunali.
(Nota Bene: Nei costi politici NON sono inclusi privilegi e spese come: Commissioni,
Telefonini e Schede Telefoniche con Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle
telefonate – Auto Blu di Servizio – soprattutto per I Comuni oltre I 50.000 abitanti – Autisti Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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e Costi di Gestione delle Auto di Servizio – Rimborsi Spese varie. Infine molti Consiglieri
percepiscono ulteriori indennità legate al loro diritto di essere nominati nelle Comunità
Montane)
Totale costi politici dei Comuni italiani:
Euro 2.711.020.000,00
Costo annuale medio per un consigliere comunale – Euro 27.345,37
(costo medio, ma naturalmente i più avvantaggiati sono Sindaci e Assessori dei
comuni superiori ai 5.000 abitanti.)
Capitolo 26 – Le Circoscrizioni
Circoscrizioni di Decentramento Comunali
(più semplicemente denominate “Circoscrizioni”)
Le Circoscrizioni sono Organi dei Comuni dotate di autonomia
ma prive di personalità giuridica e, in pratica, possono essere
istituite nei comuni che partono dai 30.000 abitanti in su'.
In tutta Italia sono circa 600 che comprendono 12.541 (0.020%
della Popolazione) consiglieri circoscrizionali.
Fondamentalmente, hanno il solo potere di riferire al Consiglio
Comunale o agli Assessori Comunali di competenza, le necessità
del quartiere dove sono eletti e quindi non hanno alcun potere
decisionale.
Le Circoscrizioni, tramite liste elettorali collegate alle liste dei
candidati al consiglio comunale, esprimono 12.541 consiglieri
circoscrizionali che formano un vero e' proprio consiglio
comunale zonale, senza però alcun potere decisionale legale (ed
e' questo il motivo per il quale molti cittadini ritengono inutili
tali sub-consigli).
Hanno ovviamente dei costi. Oltre alla sede con personale
addetto, mobili e attrezzature di ufficio (sede che da qualche
comune viene usata anche per offrire servizi generali, come
certificazioni, uffici tecnici di zona ed altri, senza la necessità Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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per il cittadino di dover andare nella sede centrale del Comune),
ci sono le indennità dei Consiglieri Circoscrizionali.
Un Presidente di Circoscrizione percepisce in media, Euro
1.620,00 al mese e i consiglieri, in media, Euro 600,00, sempre
al mese, per un costo totale nazionale, annuo e medio, di Euro
101.959.000,00.
Ovviamente, anche in questi costi non sono inclusi:
Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con
Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle telefonate,
Auto Blu di Servizio, Autisti e Costi di Gestione delle Auto di
Servizio, Rimborsi Spese varie (anche questo aspetto e’ stato
motivo di enormi critiche per i fautori dell'eliminazione di tali
organismi).
Circoscrizioni di decentramento Comunali
(Organi dei Comuni dotate di autonomia ma prive di personalità giuridica)
Emolumenti e indennità per i membri dei consigli e dei
Governi circoscrizionali anno 2004
Valori medi espressi in euro
Emolumento Emolumento Numero Totale
mensile annuale degli eletti annuale
Presidente 1.620 19.440 600 11.664.000
Consigliere 600 7.200 12.541 90.295.200 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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(Nota Bene: Nei costi politici NON sono inclusi privilegi e spese come: Commissioni, Telefonini
e Schede Telefoniche con Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle telefonate – Auto Blu
di Servizio – Autisti e Costi di Gestione delle Auto di Servizio – Rimborsi Spese varie).
Totale Costi Politici delle Circoscrizioni Annuali:
Euro 101.959.200,00
Capitolo 26 – Le Comunita’ Montane
Comunità Montane
(Fonti: Sito web ufficiale delle Comunità Montane UNCEM).
Le Comunità Montane in Italia sono 327 in confronto delle
363 del 2007 (comprendono 4.195 Comuni – oltre la metà dei
Comuni Italiani – alcune Amministrazioni provinciali e altri Enti
operanti in montagna, quali i Consorzi di Bacino Imbrifero, i
Consorzi di bonifica e i Consorzi forestali, per un territorio pari
a circa il 54% di quello nazionale, ove risiedono oltre 10 milioni
di abitanti) ed esprimono un totale di 4.755 Consiglieri
(0.0088% della popolazione) con un media di circa 15
Consiglieri per Comunità.
I consiglieri delle Comunità Montane sono scelti fra i
Consiglieri comunali dei Comuni appartenenti alla Comunità
che, di solito, ne eleggono 2 (uno di maggioranza e uno di
minoranza), oltre al Sindaco membro di diritto, per ogni Comune
anche se dal calcolo generale (sull'elenco ufficiale presente nel
sito delle Comunità Montane) risultano essere solo 5.295.
Le indennità dei Consiglieri delle Comunità Montane (che si
sommano alle indennità percepite come Consiglieri Comunali,
Sindaci o Assessori) sono in media (ma non sempre è così) la
metà dei compensi previsti per i Consiglieri Comunali e cioè
Euro 13.672,00 l'anno (ovviamente come media, perché il Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Presidente della Giunta può guadagnare anche Euro 2.500,00 il
mese mentre un consigliere semplice può guadagnare anche solo
Euro 70,00 al mese per la presenza a due riunioni di Consiglio.
Qui' si è preso quindi il costo medio di un Consigliere Comunale
– Euro 27.345,37 l'anno – con le stesse motivazioni sopra
indicate – e lo si e' diviso per due).
Moltiplicando questa somma per il numero dei Consiglieri, si
ottiene un Costo Politico Diretto, annuale, di Euro
65,010,360.00.
Ancora una volta, in questi costi non sono inclusi:
Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con
Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle
telefonate,Auto Blu di Servizio,Autisti e Costi di Gestione delle
Auto di Servizio, Rimborsi Spese varie.
COMUNITA’ MONTANE
(Media Consiglieri 15 per ogni comunità montana – Media indennità: Le
stesse dei comuni ridotte del 50% - Fonti dei dati statistici numerici: Sito
Ufficiale delle Comunità Montane – UNCEM 2008
Fonti sui dati economici: Elaborazione, in media, dell’autore.
VALLE D’AOSTA 8 con 120 consiglieri
PIEMONTE 48 con 720 consiglieri
LOMBARDIA 30 con 450 consiglieri
VENETO 19 con 285 consiglieri
FRIULI VENEZIA GIULIA 6 con 90 consiglieri
TRENTINO ALTO ADIGE 19 con 285 consiglieri
LIGURIA 19 con 285 consiglieriStralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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EMILIA ROMAGNA 18 con 270 consiglieri
TOSCANA 20 con 300 consiglieri
MARCHE 13 con 195 consiglieri
UMBRIA 9 con 135 consiglieri
ABRUZZO 21 con 315 consiglieri
LAZIO 22 con 330 consiglieri
MOLISE 10 con 150 consiglieri
CAMPANIA 20 con 300 consiglieri
PUGLIA 6 con 90 consiglieri
BASILICATA 14 con 210 consiglieri
CALABRIA 26 con 390 consiglieri
SICILIA - 0 –
SARDEGNA 25 con 375 consiglieri
Totale: 363 Comunità Montane con 5.295 consiglieri
Costo Annuale: Euro 13.672,50 per ogni consigliere.
Totale spese Indennità e Gettoni di presenza:
Euro 72.395.887,50
(Esclusi privilegi, rimborsi spese di ogni genere, auto blu, telefoni e altro.) Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 28 – Totale dei Costi Politici
Totale dei costi della politica italiana.
Costi Indiretti
Questi costi si riferiscono solo ad Indennità di Carica (stipendi)
per la funzione politica svolta dei soli “Eletti” e riguardano
esclusivamente i seguenti soggetti: Parlamento Italiano, Regioni,
Auto Blu, Province, Comuni, Circoscrizioni, Comunità Montane
ed Enti e Società a Partecipazione Statale.
In totale sono oltre Euro 19 miliardi (diciannove miliardi)
l’anno.
Un eletto (in tutte le Istituzioni sopra elencate), in Italia, costa
alla collettività, in media, oltre Euro 140.000,00 l’anno (Euro
385 al giorno).
Ogni italiano paga all’anno Euro 316.00 per le indennità dei
politici eletti e per i loro nominati che sono pari a 140.195 (lo
0,225 % della Popolazione Italiana) e che includono anche i
18.000 amministratori nominati negli Enti Pubblici e nelle
Società a Partecipazione Statale e quindi sovvenzionate da
denaro pubblico. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Non sono incluse le altre spese collegate (come rimborsi spese,
indennità di ufficio ed altre) e gli altri costi per gli altri soggetti
presi in considerazione in questo testo.
Costi Generali Totali
Il totale generale invece di tutti i costi della politica italiana, sia
“Diretti” che “Indiretti” sono: Circa Euro 50 miliardi
(cinquanta miliardi) l'anno per spese collegate alla funzione di
politico.
In pratica: Euro 137 milioni al giorno,
Per ogni Cittadino Italiano: Euro 833.00 l’anno ed Euro 70 al
mese.
Ovviamente, come evidenziato fino ad ora, non sono incluse in
questi costi:
Il Governo, la Corte Costituzionale, la Corte di Cassazione, le
Authorities, la Banca d'Italia e le Consulenze, Commissioni,
telefonini e schede telefoniche con abbonamento ai gestori
telefonici e il costo delle telefonate, rimborsi e spese varie.
TOTALE GENERALE DEI COSTI DELLA POLITICA
ITALIANA
(Diretti ed Indiretti)
Euro 50.000.000.000,00 l’anno
(cinquanta miliardi di euro) Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 30 – Altri Costi Politici Indiretti
Altri costi politici indiretti
Fonte: Relazione Generale sulla situazione Economica dello Stato 2007 –
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Sanità
Il costo annuale, nell’anno 2007, della Sanità in Italia, nella sua
totalità, e’ stato di Euro 110.000.000.000 (l’8,5% del PIL)
destinato a lievitare di 10 miliardi di euro l’anno con una spesa
aggiuntiva per i cittadini di 30 miliardi l’anno.
Università
Gli ultimi stanziamenti (2008) ammontano a Euro
7.119.000.000,00, l'1,5 per cento in più rispetto all'anno
precedente.
Le spese per gli stipendi di docenti e dipendenti tecnici o
amministrativi sono di Euro 6.300.000.000, l'89 % del fondo di
funzionamento ordinario (Ffo) stanziato dallo Stato. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
In Italia sono attivi 5.500 corsi di laurea, 37 dei quali attivi con
un solo studente, 327 facoltà che non superano i 15 iscritti, 320
sedi distaccate per 94 atenei.
Produciamo però meno laureati del Cile e non c'è un solo
ateneo italiano tra i primi 150 al mondo.
Le università indebitate sono 41.
Ad esempio per L'Orientale di Napoli, ateneo da 10 mila
studenti, che ha acquistato una nuova sede da 30 milioni di euro
rilevando dall'Italgrani un enorme palazzo al centro della città.
Qui’ l'esposizione è pari al 21,7 % dei fondi di funzionamento
incassati nel 2006.
Siena, dove è stata recentemente scoperta una voragine nei
conti, è invece oberata da debiti per 93 milioni di euro.
E non se la passano meglio a Firenze, dove per pagare le rate
dei mutui, e contemporaneamente far quadrare i bilanci in
disavanzo per oltre 22 milioni, hanno messo in vendita le
storiche Ville Favard e Montalve.
Anche il «virtuoso» Politecnico di Milano, uno degli atenei con
il miglior rendimento economico (qui le spese del personale
coprono “solo” il 66 per cento dei 191 milioni stanziati), ha
contratto debiti per quasi il 10 % delle proprie entrate
governative.
Nella graduatoria degli indebitati figurano poi università come
il Piemonte Orientale, le siciliane Messina e Palermo, e la Statale
di Milano, il cui 7,65 % di indebitamento va però tarato sui 272
milioni incassati nel 2006. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Sindacati
(Fonte: Volume Bompiani di Stefano Livadiotti, firma del
settimanale «L'Espresso»)
Il Sindacato, pur essendo del tutto autonomo, e’ collocabile
come un Costo Politico “Indiretto”.
La struttura Sindacale in Italia conta 700.000 delegati (sei volte
di più di tutti i Carabinieri) che vengono pagati senza nessun
obbligo d'orario: in altre parole, pagati per fare quello che
vogliono e andare dove vogliono a spese dei lavoratori che li
mantengono nel privilegio.
I permessi sindacali da soli equivalgono a 1 milione di giorni
lavorativi al mese e costano al nostro sistema 1 miliardo e 854
milioni di euro l'anno.
Sono 20.000 i dipendenti diretti di Cgil, Cisl e Uil,
Le quote versate dagli iscritti corrispondono all’1% della busta
paga.
I costi dell’esazione sono risparmiati perché ad essa devono
pensare gli imprenditori con le trattenute sulle buste paga dei
dipendenti (Stimati in un totale di Euro 2.111.580.000,00. -
l'anno).
I pensionati fruttano circa 40 euro lordi l’anno, ovvero
complessivamente 1 miliardo di euro l’anno.
L’Inps gira inoltre ogni anno 110 milioni di euro alla Cgil, 70
alla Cisl e 18 all’Uil.
I Caf, i centri di assistenza fiscale, che assistono lavoratori e
pensionati per le dichiarazioni dei redditi, ricevono dall’Inps un
contributo di 90 milioni di euro l'anno divisi tra le sigle sindacali. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Altre entrate vengono dai patronati sindacali, le strutture di
assistenza ai cittadini per le pratiche previdenziali, la cassa
integrazione e i sussidi di disoccupazione: nel 2006 l’Inps ha
girato ai sindacati 248 milioni e 914 mila euro tra Inca-Cgil,
Inas-Cisl e Ital-Uil.
Riguardo invece alla Formazione, ogni anno, l’Europa manda
in Italia un miliardo e mezzo di euro per la formazione
professionale, ebbene, 10 dei 14 enti che si spartiscono la somma
sono partecipati dalla triplice sindacale.
La forza immobiliare dei sindacati e’ un patrimonio sterminato:
la Cgil conta 3 mila sedi di proprietà delle proprie strutture
territoriali, la Cisl 5.000, mentre la Uil concentra gli investimenti
in una società per azioni, la “Labour Uil”, con un bilancio di
oltre 35 milioni di euro di immobili.
A tal riguardo, noto e’ l’episodio del 1995 dove l’allora leader
della Cisl, Sergio D’Antoni (oggi esponente politico eletto in
Parlamento) fu pizzicato da “Affittopoli” come inquilino di un
appartamento ai Parioli di 219 mq. con 2 vasche per
idromassaggio per cui pagava di affitto appena 1 milione di lire
al mese ( 600 euro di oggi).
In Italia ci sono 800 contratti collettivi di lavoro.
Vista la diminuzione del potere d’acquisto, non si può certo dire
che siano serviti ai lavoratori per migliorare le proprie condizioni
di vita, ma ai sindacati sì, per aumentare influenza. In 18 mesi,
tra il 2005 e il 2006, sono stati proclamati 2.621 scioperi,
esattamente 4,8 al giorno, 27 volte in più della Germania, un
record europeo, un danno economico enorme per l’azienda Italia,
persino difficilmente quantificabile.
Un solo esempio: Un giorno di sciopero dei trasporti a Milano,
costa 254 milioni di euro di mancati introiti, tanto per farvi
un’idea. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
C'è un contratto nazionale per i tagliatori di sughero e uno per
le imprese che producono ombrelloni, uno per i lavoratori di
penne, differente da quello per i lavoratori di matite, uno per i
fantini di cavalli da corsa e un altro per i cavalli da trotto.
A chi servono? Ai lavoratori poco, ai sindacalisti molto.
Perché mentre il potere d'acquisto dei salari cala, i poteri del
sindacato non vengono minimamente scalfiti dall'insuccesso.
Basta guardare il settore pubblico, il più sindacalizzato di tutti
con percentuali bulgare di adesione tra i lavoratori.
L’opera dei sindacati sembra finalizzata ad un solo scopo: far
lavorare meno e con più privilegi i propri iscritti.
I ferrovieri italiani, per esempio, scioperano in media due volte
al mese, quelli svizzeri mai.
A parte la situazione disastrosa delle linee ferroviarie
secondarie e le condizioni pietose di igiene dei mezzi, (non solo
al sud del paese, come la Sicilia e la Sardegna, ma avete mai
provato ad andare da Bergamo a Brescia con il treno alle
20:00? Se no, fatelo. Sara’ un’esperienza indimenticabile) i
nostri ferrovieri godono di un contratto che li premia quando
mettono piede su un treno, quando ritardano un po’ meno del
solito, o quando sono impiegati su convogli con cuccette e
nessuno a mai compreso il perché.
Ma lo stipendio di un ferroviere svizzero è due volte più alto di
quello italiano, segno evidente che i sindacati elvetici hanno fatto
meglio il loro lavoro rispetto agli omologhi italiani. In
compenso, i nostri non li batte nessuno quando si tratta di far
incrociare le braccia.
I sindacati sono poi immuni dall’obbligo di rendere pubblici i
loro bilanci. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Riguardo agli iscritti: Quando contrattano col Governo i
sindacati dichiarano di avere 11 milioni e 731 mila lavoratori
iscritti, quando devono versare una piccola quota alla
“Conferedation Europeenne des Syndacats”, improvvisamente
gli aderenti scendono a 7 milioni e mezzo!
Un esempio della disponibilità finanziaria dei Sindacati:
Sono stati 50 milioni di euro (cioè oltre 100 miliardi di vecchie
lire) le spese per portare in piazza i propri iscritti dalla CGL nel
2002 che ha organizzato e pagato la manifestazione oceanica dei
suoi pensionati a Roma, per difendere il famoso artico 18 (cioè il
divieto di licenziare) che non riguardava affatto gli stessi
manifestanti.
Un terzo dei parlamentari della legislatura scorsa, hanno un
passato di sindacalisti e non può certamente sorprendere che tutti
questi benemeriti della nazione sostengano silenziosamente i
privilegi dei sindacati, ivi compresa quello (unico e scandaloso)
di non dover subire controlli di bilancio.
I Sindacati, infatti, godono di un’immunità che li dispensa
dall'obbligo di rendere pubblici i loro bilanci.
Nel 1974 passò la cosiddetta legge Mosca, che riconosceva i
contributi pensionistici a chi avesse prestato la propria opera in
nero nel dopoguerra. Di sindacalisti in tenera età ne spuntarono
come funghi.
All’Inps arrivarono 19mila e 500 domande, poi altre 6mila.
Il governo rispose prorogando la scadenza di legge, e bastò per
farne piovere sull’Istituto di previdenza altre 15mila domande.
Alla fine si scoprì che c’erano 40mila e 500 ex sindacalisti da
mettere in regola.
Tra di loro, manco a dirlo tutti i pezzi da novanta del sindacato. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Oltre a Del Turco, gli ex Cisl Franco Marini (ex Presidente del
Senato), Sergio D’Antoni e Bruno Trentin, Fausto Bertinotti (ex
Cgil) e Pietro Larizza (Uil), Armando Cossutta, Achille Occhetto
e infine Giorgio Napolitano (l’attuale Presidente della
Repubblica).
Pensioni che si sono andate ad accumulare a sostanziosi vitalizi
parlamentari o ad altri trattamenti previdenziali.
Accanto a questi personaggi noti, un esercito di funzionari più
o meno oscuri.
Chi è ricorso alla maxi-sanatoria previdenziale – perché di
questo, in fin dei conti, si è trattato - sono stati soprattutto il Pci e
la Cgil.
Botteghe Oscure regolarizzò la situazione di circa 8mila
funzionari, mentre il sindacato rosso sanò le posizioni dì ben
10mila dipendenti.
Un’altra leggina, votata ai tempi dell’Ulivo, garantisce ad
alcuni sindacalisti la possibilità di vedersi moltiplicare per due i
contributi pensionistici e quindi, di fatto, di ottenere una
pensione doppia.
Lo statuto dei lavoratori prevede che ai dipendenti in
aspettativa per lo svolgimento di incarichi sindacali siano versati,
a carico dell’Inps, i soliti contributi figurativi, calcolati sulla base
dello stipendio non più versato dall’azienda di provenienza.
Lo steso privilegio è garantito ai sindacalisti distaccati: quelli,
cioè, che continuano a percepire lo stipendio dell’azienda privata
o dall’ente pubblico di provenienza pur lavorando
esclusivamente per il sindacato. In base agli ultimi dati
disponibili, a godere di questo regime speciale di doppio
contributo – in vista di una pensione moltiplicata per lo stesso
fattore – sono 1.793 sindacalisti, dei quali ben 1.278 fanno capo
alla Cgil. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un decreto legislativo del ‘96, firmato dall’allora ministro del
Lavoro Tiziano Treu, uomo vicino alla Cisl, prevede però che i
sindacalisti in aspettativa possano godere di un ulteriore
versamento da parte del sindacato.
Alle organizzazioni sindacali, per citare l’esempio più
clamoroso, non si applica l’obbligo di reintegro previsto
dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
In altre parole, i sindacati sono liberi di licenziare chi vogliono
fra i loro 20.000 dipendenti senza correre il rischio di doverli
riassumere se un giudice dovesse decidere che il licenziamento è
avvenuto senza una giusta causa.
Inutile ricordare che la Cgil e le altre sigle, in difesa di
quell'articolo 18 che a loro non si applica, hanno scatenato una
vera e propria guerra di religione.
Nel 1995 si svolse un referendum per abolire il prelievo
automatico dell’1% sulla busta paga dei lavoratori iscritti al
sindacato.
Gli italiani approvarono («vogliono ridurci alla colletta» sibilò
Sergio Cofferati).
Ma fatta la legge, trovato l'inghippo.
Il sindacato ha semplicemente aggirato la nuova regola inserendo
la trattenuta nei contratti collettivi.
Risultato: tutto come prima.
Nel 1998 un deputato di Forza Italia convinse 160 colleghi a
firmare una proposta di legge per rendere pubblici i bilanci dei
sindacati.
Ma la maggioranza di centrosinistra bocciò il testo. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Oggi in Senato, dietro iniziativa del PDL e a cura del Presidente
della Commissione Lavoro e Previdenza Sen. Pasquale Giuliano,
c’e una proposta di legge (numero 1060) che punta ad imporre
l’obbligatorietà dei bilanci e la loro pubblicità ai sindacati ma
pochi scommettono sulla sua riuscita.
In Italia non esiste solo la “Triplice” ma nel 1996, nasce anche
un altro sindacato che ha un notevole peso nel settore pubblico,
l’UGL. (Unione Generale dei Lavoratori), di area AN, che
ovviamente non ha nulla da invidiare ai diretti concorrenti.
Le entrate generali stimate dei Sindacati, l’anno sono di Euro
4.748.494.000,00.-
A proposito di Alitalia oggi CAI.
L’articolo di stampa seguente spiega la filosofia delle società di
stato:
“Alitalia/Cai: Il figlio di Papà non resta a terra”.
Qualcuno nasce con la camicia, qualcuno con le ali ai piedi.
Federico Matteoli, figlio dell’Altero ministro alle Infrastrutture,
può vantare di avere sia le ali, sia la camicia: almeno quella con i
gradi di pilota della Cai di Roberto Colaninno & Company, che il
giovane aviatore è riuscito a strappare di dosso a colleghi più
titolati per anzianità aziendale, età, esperienza e figli a carico.
Come ha fatto? Matteoli junior era già stato graziato una volta:
nella defunta compagnia di bandiera era entrato solo nel 2002,
unico e ultimo assunto a tempo indeterminato, con le assunzioni
chiuse da mesi. Il papà allora era ministro all’Ambiente. E il suo
partito, An, nella vecchia Alitalia contava su Silvano Manera, poi
nominato direttore generale dell’Ente per l’aviazione civile
(Enac), e Luigi Martini, ex parlamentare, oggi consulente
personale di Rocco Sabelli, l’ad della nuova compagnia. Questa
volta però il Federico volante sembrava destinato alla cassa
integrazione, anche perché l’aereo che guida, l’Md80, finirà in Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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pensione. Invece ecco il colpo di scena: i manager di ColaninnoSabelli-Martini hanno inventato una graduatoria di anzianità a
parte a Milano, la città dove Matteoli junior era stato assunto. E
così il figlio del ministro ha potuto scavalcare centinaia di
colleghi davanti a lui. Un buon inizio per un’operazione che già
ci costa 3 miliardi e 300 milioni: 55 euro di debiti per ciascun
italiano, compresi i bambini. F. G. Spreconi.it, 30 gennaio 2009
Anche se e’ una vicenda che appare ormai conclusa, con
l'Alitalia i sindacalisti sono riusciti nell'impossibile: dilatare il
tempo.
Un giorno di riposo per un pilota durava 33 ore o, a scelta, due
notti.
Tutto vero. Era scritto nel contratto. Miracoli della
contrattazione sindacale.
Del resto l'87% dei piloti era (o forse ancora lo è) iscritto al
sindacato, adesione da Patto di Varsavia, perciò c'è poco da
stupirsi.
Privilegi che non erano tuttavia compensati da grandi fatiche.
I piloti lavoravano 556 ore all'anno, cioè 93 minuti al giorno,
hostess e steward 5 minuti in più, grazie all'opera dei sindacati,
che in Alitalia comandavano.
Sono loro che hanno deciso che piloti e hostess dovevano
mangiare ogni sei ore, «per evitare decrementi nelle
prestazioni».
Sono loro ad aver inventato il «premio di puntualità», la
«Banca dei riposi individuali», la commissione per la scelta degli
alberghi del personale di volo, chissà perché più cari del 45%
rispetto alle altre compagnie. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
O anche la franchigia di 24 ore al mese per le donne (che
dovrebbe coincidere con le loro esigenze femminili mensili).
Peccato che la chiedevano tutte tra il 31 dicembre e il primo
gennaio.
Inoltre, i 9 sindacati dell’Alitalia non hanno mai trattato
direttamente con il consiglio di Amministrazione ma
direttamente con il governo e, per questo, mentre in tutta Europa
le compagnie aeree tagliavano il personale e riducevano i costi,
in Alitalia sia personale che costi, sono sempre cresciuti in
maniera esponenziale.
Alitalia e’ stata una compagnia aerea che perdeva Euro 25.000
all’anno per ognuno dei suoi dipendenti.
Aveva cinque aerei Cargo sui quali si alternavano 135 piloti.
Il consiglio di amministrazione e’ arrivato ad avere 17
componenti, di cui tre per i sindacalisti, e uno al Provveditore
Generale dello Stato (colui che e' incaricato di acquistare i beni
primari di consumo uso ufficio - come prodotti di cancelleria,
matite, lampadine, sedie ed altro – per i ministeri).
Alitalia aveva anche una commissione composta da otto
componenti per decidere i nomi degli aeromobili.
In 20 anni ha cambiato 10 Presidenti di cui nessuno ha mai
portato a termine il suo mandato.
Negli ultimi 10 anni di vita, Alitalia ha chiuso un solo bilancio
in utile – grazie a un’enorme penale pagata da KLM per
rinunciare alla partnership con Alitalia – e ha registrato oltre 3
miliardi di euro di perdite.
Fra amministratori e dipendenti dell’Alitalia, ricordiamo, per
esempio: Stralci dal Libro “
Giuseppe Bonomi, ex presidente Alitalia, leghista, oggi
presidente della SEA di Malpensa e che percepisce uno stipendio
di 651.000 euro l’anno, che ha chiesto 1 miliardo e 200 milioni
di euro per danni all’Alitalia da lui stesso amministrata
(sponsorizzò generosamente i concorsi ippici di Assago e piazza
di Siena con i soldi dell'Alitalia, dove partecipò di persona come
concorrente).
Luigi Martini, ex-calciatore della Lazio (scudetto 1974), il
quale dopo la carriera sportiva, diventò pilota dell'Alitalia e poi
parlamentare, responsabile dei trasporti di Alleanza Nazionale,
ma senza mai smettere di volare.
Per conservare il brevetto di pilota, gli fu' concesso di
mantenere grado e stipendio, nonostante fosse, appunto, anche
parlamentare.
Effettuava tre decolli e tre atterraggi ogni 90 giorni, pilotando
aerei di linea con 160 passeggeri a bordo che non sapevano che
al comando dell'aereo vi era un parlamentare in carica.
Nel 2002, con la vittoria alle elezioni politiche, con l’intervento
del Ministro Claudio Scajola (attuale ministro per lo Sviluppo
Economico nel Governo in carica), venne istituita la tratta
Fiumicino - Villanova d’Albenga (terra nativa appunto di
Scajola) con il numero massimo di passeggeri 18.
Dimesso il ministro, fu’ dismessa la linea.
Ripristinato il ministero successivamente, fu’ ripristinato pure il
volo (in quel caso con Air One ma con soldi pubblici).
Il volo fu' soppresso di nuovo con la perdita delle elezioni e
oggi e' stato di nuovo riaperto con la vittoria della compagine
politica di Scajola.
Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, si decisero 2.600
prepensionamenti. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Poi arrivò Roberto Schisano, che diede un’altra strizzatina, e i
dipendenti scesero nel 1995 a 19.366.
Armato di buone intenzioni, Domenico Cempella nel 1996 li
portò a 18.850. Nel 1998 però erano già risaliti a 19.683.
L’anno dopo a 20.770 e nel 2001, l’anno dell’attentato alle
Torri gemelle di New York, si arrivò a 23.478.
Ci si stupì anche che per 14 anni, fino al 1999, fosse stato
tenuto in vita a Città del Messico, come denunciò l’Espresso, un
ufficio dell’Alitalia con 15 dipendenti, nonostante gli aerei
avessero smesso di atterrare lì nel lontano 1985. Come
meraviglia destò il fatto che gli equipaggi in transito a Venezia
venissero fatti alloggiare nel lussuoso “Hotel Des Bains del
Lido”, con trasferimento in motoscafo. O che per un intero anno
(il 2005) la compagnia avesse preso in affitto 600 stanze
d’albergo, quasi sempre vuote, nei dintorni dell’aeroporto, per gli
equipaggi composti da dipendenti con residenza a Roma ma
luogo di lavoro a Malpensa. Per non parlare della guerra sui
lettini per il riposo del personale di bordo montati sugli Jumbo, al
termine della quale 350 piloti portarono a casa una indennità di
1.800 euro al mese anche se il lettino loro ce l’avevano.
O dell’incredibile numero di dipendenti all’ufficio paghe del
personale navigante, che aveva raggiunto 89 unità. Incredibile
soltanto per chi non sa che gli stipendi arrivavano a contare 505
voci diverse. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando, di fatto, la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale
o spirituale della società.
Art. 36. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e
qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla
famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Art. 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono
consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e
assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
Art. 54
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di
osservarne la Costituzione e le legg
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Dal libro: Il Naufragio della Ragione di Diego Pascale - Edizioni
Diego Pascale - ISBN 978-88-9044-966-6
I COSTI DELLA POLITICA
ITALIANA
Nota: Da quando è uscito il libro, qualcosa è stato modificato ma
sono modifiche legislative che incidono sui dati riportati di meno
dell’1% sui totali.
L’autore autorizza alla diffusione, gratuita, degli stralci qui riportati – Diego Pascale Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Capitolo 17 – Finanziamento ai Partiti Il sistema del finanziamento dei Partiti Italiani
I finanziamenti pubblici attraverso i quali i Partiti italiani
accedono ad un’imponente disponibilità finanziaria, e’ assicurato
da una legge che ha raggirato il referendum svolto nel 1993 dove
il 90,30% dei cittadini italiani ha chiaramente abolito tale
privilegio, trasformando il finanziamento pubblico dei partiti di
allora in “rimborsi elettorali” di oggi, dove basta prendere l’1%
dei voti per avere diritto al rimborso.
Nelle Elezioni Politiche del 2008, dalla relazione della Corte
dei Conti depositata a Montecitorio, i partiti hanno speso circa
120 milioni di euro ma ne incasseranno quasi 500 di milioni, in
poco meno di cinque anni.
In particolare, per il solo 2008, i rimborsi spese sono stati:
Per la Camera dei Deputati Euro 88.221.430,02.
Per il Senato della Repubblica Euro 96.183.000,00.
Per un totale, solo nel 2008, di Euro 184.404.430,02. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego PStralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Il costo complessivo a carico dei contribuenti, per il
finanziamento dei Partiti, nel periodo 2008-2013, sara’ pari a
circa 2 miliardi di euro considerando anche le elezioni europee
del 2009, quelle regionali del 2010 e quelle politiche del 2013.
Le elezioni nel nostro paese sono diventate un affare ed un
investimento con utili altissimi, ovviamente esclusivamente a
spese degli Italiani. Qualche esempio: il leader del partito dei
pensionati, Carlo Fatuzzo, nella campagna elettorale del 2004
spese 16.435 euro per riceverne circa 3 milioni come rimborsi,
oltre il 30.000% in più! Rifondazione Comunista, l’Udeur, i
Verdi e tutti gli altri partiti non rientrati in parlamento con le
elezioni del 2008 continueranno a ricevere fondi pubblici fino al
2011. I Comunisti Italiani nel 2006 hanno ottenuto un rimborso
del 2.950,04% (duemilanovecentocinquanta %) con quasi 5.8
milioni su’ una spesa totale di 194,000 euro effettuata per la
campagna elettorale.
Da un’analisi più attenta, ci si rende conto meglio della
questione.
I costi dei partiti per la campagna elettorale del 2008:
Il tesoriere di Forza Italia, Rocco Crimi, ha speso quasi la metà
di quanto hanno sborsato tutti i partiti messi insieme, e cioè 50
milioni di euro.
Il vecchio Ulivo (Ds e Margherita, che parteciparono
separatamente al Senato e uniti alla Camera) hanno speso circa
la metà di FI, 28 milioni di euro.
Gli incassi dei partiti per la campagna elettorale del 2008:
Forza Italia potrà contare di un totale di rimborsi pari a 79
milioni di euro. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego PPascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
A Ds e Margherita insieme verranno rimborsati oltre 130 milioni
che si divideranno i due “Padri Fondatori”.
Ad Alleanza Nazionale spetteranno oltre 59 milioni di euro.
A Rifondazione Comunista oltre 33 milioni.
All’Udc poco più di 24 milioni di euro.
Alla Lega oltre 17 milioni di euro.
In totale alle segreterie dei partiti sono fluiti oltre 381 milioni
di euro.
La media annuale dei fondi pubblici ai partiti è aumentata di
circa del 600% rispetto al ‘93, ultimo anno di finanziamento
pubblico.
Tutto questo e’ inoltre possibile perché la legge sul rimborso
elettorale ai partiti che partecipano alle elezioni prevede che,
oltre al raggiungimento esiguo dell’1% dei voti (anche se quindi
non si esprime nessun eletto visto il quorum del 4%), la
ripartizione viene conteggiata sul numero degli iscritti, nelle liste
elettorali, avente diritto al voto e non sull’effettivo numero dei
votanti, pertanto, anche chi a votare non ci va’ e quindi si astiene,
contribuisce involontariamente al rimborso elettorale ai partiti
automaticamente
Tabella riassuntiva dei Contributi ai Partiti per le Elezioni
del 2006
(Dati ufficiali Corte dei Conti)
Partiti Politici
CONTRIBUTO
SPESE
Effettive
dei partiti
Differenza Contributo
ANNUALE Camera e
Senato in 5
anni
Guadagni
in Euro
% di
entrate sulle
spese
CAMERA SENATO
Forza Italia 12.343.500 13.413.965 128.787.333 50.033.744 78.753.588 157,40%
L’Ulivo 16.038.257 94.832 80.665.450 7.633.192 73.032.257 956,77%
Alleanza
Nazionale
6.327.567 6.777.688 65.526.280 6.234.198 59.292.082 951,08%
Democratici
di Sinistra
0,00 9.381.282 46.906.413 9.943.577 36.962.835 371,73%
Rifondazione
Comunista
2.996.963 3.989.416 34.931.896 1.635.989 33.295.907 2.035,22%
UDC 3.524.482 3.793.563 36.590.227 12.389.160 24.201.067 195.34%
La
Margherita
0,00 6.153.995 30.769.978 10.441.231 20.328.746 194,70%
Lega Nord 2.351.496 2.139.616 22.455.560 5.132.473 17.323.087 337,52%
IDV 1.204.570, 940.641 10.726.060 2.223.522 8.502.538 382,39%
Insieme con
l’Unione
(Verdi)
0,00 1.667.538 8.387.694 377.639 8.010.055 2.121,08%
Comunisti
Italiani
0,00 1.188.490 5.942.450 194.831 5.747.619 2.950,04%
UDEUR 717.949 373.571 5,457.601 1.938.039 3.529.562 183,06%
La Rosa nel
Pugno
1.331.743 0,00 6.658.715 3.935.682 2.723.033 69,19%
SVP –
Camera e
Senato TAA
323.324 187.877 2.556.010 304.021 2.251.989 740,73%
L’Unione (DS,
Margherita,
Verdi) Estero
e Trentino
Alto Adige
366.169 0,00 1.830.848 230.815 1.600.033 692,21%
L’Unione
SVP – Senato
TAA
0,00 316.856 1584.282 ** 1.584.282 **
Casa delle
Libertà
Senato
Trentino A.A.
0,00 280.051 1.400.258 19.598 1.380.660 7.044,90%
Federazione
dei Verdi
1.054.973 0,00 5.274.868 4.356.138 918.729 21.09%
Lista
Consumatori
0,00 113.676 568.382 ** 568.382 **
Associazioni
Italiane in
Sud America
– Estero
63.766 64.347 640.567 100.624 539.943 536,59%
Per l’Italia nel
mondo con
Tremaglia –
Estero
37.691 39.331 385.116 110.670 274.445 247,98%
Valle D’Aoste 0,00 69.387 346.938 143.150 203.787 142,36%
Forza Italia – 0,00 33.863 169.318 * 169.318
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AN (Valle
D’Aosta)
TOTALI 498.562.255 117.368.302 381.193.953 324,78%
* “ Le spese sostenute e le fonti di finanziamento utilizzate sono rendicontate nei consuntivi presentati ai
Presidenti delle Camere dai partiti costituenti la coalizione”
** “Ha dichiarato di non aver sostenuto spese
Capitolo 19 – Camera dei Deputati
Il Parlamento Italiano - La Camera dei Deputati
Costi politici Diretti
La Camera dei Deputati, è composta da 630 Deputati ( lo
0.00105% della Popolazione Italiana) eletti nei vari collegi
elettorali del paese.
Sul totale di spesa dell'istituzione – nel bilancio di previsione
dell’anno 2008 – di Euro 1.796.532.525,88 – i costi “Politici
Diretti” relativi ai Deputati, per spese di Indennità mensili e
Diarie giornaliere (che per legge non sono pignorabili per
nessun motivo), Rapporto con gli Elettori, Rimborso spese,
Indennità d’Ufficio e Altre Indennità non classificate, e' di Euro
169.454.417,67.
In questi costi non sono calcolati gli Assegni Vitalizi
(Pensioni) dei Deputati non più in carica (mentre lo sono nei
costi generali) e gli importi erogati a fine mandato ai non eletti
nel 2008 che corrispondono all’80% dell’ultima indennità Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
ricevuta per ogni anno di mandato o frazione non inferiore a 6
mesi.
Gli Ex-Deputati, non più in carica, nel 2008, sono costati alle
casse dello Stato Euro 140.343.455,79, in pratica quasi quanto
costano le indennità annuali dei Deputati in Carica.
Nei Costi dei Deputati vanno anche aggiunti i Contributi ai
Gruppi Parlamentari e il rimborso ai parti
e movimenti politici
per spese elettorali (sostituti del finanziamento pubblico ai
partiti, cancellati con un referendum popolare del 1993 e che
non corrispondono alle reali spese sostenute dei Partiti e
movimenti politici), che corrispondono, in ordine, a Euro
34.314.753,52 per i primi e Euro 166.222.503,99 per i secondi.
A queste spese vanno ancora aggiunte (in quanto dipendenti
dall'entità degli emolumenti percepiti e a carico, in ogni caso,
della spesa pubblica) le Ritenute Fiscali, Previdenziali e
Assistenziali per i Deputati (sono escluse quelle per il personale)
di Euro 62.500.000,00.
Altri Costi attribuibili ai Deputati sono le spese per il
Funzionamento Commissioni Varie e Diverse e per le Attività
Interparlamentari che corrispondono alla cifra di Euro
7.060.033,80.
In totale, i 630 Deputati eletti alla Camera dei Deputati, (lo
0.00105% della Popolazione Italiana), hanno un “Costo
Politico” di Euro 439.551.708,18 che corrispondono (solo di
indennità e di rimborsi vari) a Euro 697.701,12 l'anno per ogni
singolo Deputato
( Euro 1.911,51 al giorno per Deputato).
Costi Politici Indiretti della Camera dei Deputati.
I Costi Politici Indiretti, sono quei costi che derivano da
decisioni “dirette” della politica che incidono
sull’amministrazione delle strutture Pubbliche dello Stato ma,
spesso indirettamente, anche Private (più avanti vedremo il
perché).
La Camera dei Deputati conta 1.850 Dipendenti retribuiti nella
misura totale, su base annua, di Euro 279.957.531,68.
In pratica, un solo dipendente della Camera dei Deputati, in
media, costa allo stato Euro 12.610,69 al mese.
E’ da notare un importante particolare. In questo costo mensile
(al netto mensile per ogni dipendente) non sono incluse:
Spese per Personale Non più in Servizio per vari motivi (Euro
180.137.168,55 annui), le Pensioni Dirette (Euro 160.232.168,55
annui), le Pensioni di Reversibilità (Euro 19.140.000 annui) e le
Pensioni di "Grazia" (Euro 375.000 annui).
TABELLE RIASSUNTIVE
(Fonte Bilancio di Previsione 2008 Camera)
CAMERA DEI DEPUTATI (Deputati 630 - ) - SPESE
CAMERA DEI DEPUTATI ANNO 2008: EURO
1.796.532.525,88.-
Indennità lorda
mensile
Euro 11.703,64
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro
88.479.518,40
Indennità netta
mensile
Euro 5.486,58
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro
41.478.544,80
Diaria Giornaliera
- mensile
Euro 4.003,11
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro
30.263.511,60
Spese per il
rapporto con gli
elettori mensile
Euro 4.190,00
X 12 mesi x 630
Deputati
Euro 31.676.400
Assegno di fine mandato 80% importo mensile indennità per ogni anno di
mandato o frazione non inferiore a 6 mesi.
Assegno vitalizio Tra il 25% e l’80% indennità parlamentare.
Spese anno 2008 Euro 140.343.455,79
Altri Rimborsi Spese, Esenzioni e privilegi dei Deputati
Rimborso annuo spese telefoniche: €. 3.098,74
Pedaggio sulle autostrade italiane: NESSUNO
Trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e da Fiumicino a
Montecitorio (forfait trimestrale dimezzato per gli eletti nel collegio Lazio 1):
€. 3.323,70.
Trasferimenti aeroportuali per chi dista più di 100 km dall’aeroporto più vicino:
€. 3.995,10.
Circolazione sui treni in Italia: GRATUITA
Circolazione marittima in Italia: GRATUITA
Circolazione sugli aerei in Italia: GRATUITA
Rimborso annuale per viaggi all’estero (per studio o attività connesse all’attività
parlamentare): Sospeso dal 23.07. 2007.
ALCUNE VOCI IN PARTICOLARE DELLE SPESE DELLA CAMERA DEI
DEPUTATI
(Fonte: Bilancio di Previsione 2008 Camera dei Deputati)
INDENNITA’ DEI
DEPUTATI
Euro
90.850.000,00
Diviso
630
Euro 12.017,20 al mese
x deputato
ALTRE INDENNITA’ Euro 90.000,00
RIMBORSO SPESE
DEPUTATI
Euro
74.724.579,68
Diviso
630
Euro 9.884,21 al mese x
deputato
INDENNITA’
D’UFFICIO
DEPUTATI
Euro
3.789.837,99
( MANCANO SPESE PER
PRESIDENTI – VICE-PRESIDENTI E
SEGRETARI DELLA COMMISSIONI –
QUESTORI DELLA CAMERA ED
ALTRE).
TOTALE INDENNITA’ & RIMBORSO SPESE DEPUTATI Euro 169.454.417,67
CONTRIBUTI AI
GRUPPI
PARLAMENTARI
Anno 2008
6 Gruppi
Euro 34.314.753,52.-
Sono esclusi i Rimborsi elettorali
di cui Spese per
funzionamento gruppi Euro
11.870.000,00.- Personale
dipendente Euro
12.414.753,52.- Personale di
segreteria dei gruppi Euro
10.030.000,00.-
SPESE RIMBORSO
SPESE AI PARTITI
PER SPESE
ELETTORALI PER IL
RINNOVO DELLA
CAMERA DEI
DEPUTATI
Euro 88.221.430,02
SPESE RIMBORSO
SPESE AI PARTITI PER
SPESE ELETTORALI
PER LE ELEZIONI
SUPPLITIVE CAMERA
DEI DEPUTATI Euro 38.481,84
SPESE RIMBORSO AI
PARTITI PER SPESE
ELETTORALI PER IL
RINNOVO DEL
PARLAMENTO
EUROPEO
Euro 39.024.799,30
SPESE RIMBORSO
SPESE AI PARTITI
PER SPESE
ELETTORALI PER IL
RINNOVO DEI
CONSIGLI
REGIONALI
Euro 38.937.792,83
Totale Rimborso Spese Elettorali ai Partiti e
Movimenti Politici alla Camera dei Deputati
Euro 166.222.503,99
TOTALE PARZIALE COSTO DEI DEPUTATI Euro 369.991.675,18
TOTALI SPESE PER RITENUTE FISCALI,
PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI A
CARICO DELLA CAMERA per Indennità
Deputati(Euro 29.000.000), Assegni Vitalizi,
(Euro 32.000.000), Altre indennità dei Deputati
(1.500.000), Personale (68.475.000), Pensioni
(66.000.000) Prestazioni Rese (euro 4.635.000)
Fondo Previdenza del Personale (5.000.000)
Euro 206.610.000,00
TOTALE RITENUTE PER I SOLI
DEPUTATI
Euro 62.500.000,00
Altre spese per i deputati
(Funzionamento Commissioni varie e speciali,
Attività interparlamentari)
Euro 7.060.033,80
TOTALE COSTO
DEPUTATI
EURO
439.551.708,18
diviso 630 Deputati
Euro 697.701,12 all’anno
per ogni deputato
Diviso 365 giorni Euro 1.911.51 al giorno
SPESE PER DEPUTATI CESSATI DALLA
CARICA
Euro 140.343.455,79
Di cui: ASSEGNI VITALIZI Euro 96.705.000
ASSEGNI VITALIZI DI REVERSIBILITA’ Euro 24.503.500,00
RIMBORSO QUOTA ASSEGNI VITALIZI
SOSTENUTA DAL SENATO
Euro 17.000.000,00
RIMBORSO SPESE SOSTENUTE DAI
DEPUTATI CESSATI DAL MANDATO
Euro 2.134.955,79
TOTALE COSTI PER DEPUTATI CESSATI
DALLA CARICA
EURO 140.343.455,79
l’anno
PERSONALE DIPENDENTE CAMERA DEI DEPUTATI
SPESE PER
PERSONALE IN
SERVIZIO
1.850
DIPENDENTI
Euro
279.957.531,68
COSTO
MEDIO PER
UN SOLO
DIPENDEN
TE
Euro
12.610,69.-
Netti al Mese
SPESE PER
PERSONALE IN
QUIESCENZA
(NON PIU’ IN
SERVIZIO A
VARIO
TITOLO)
Euro
180.137.168,55
PENSIONI DIRETTE
Euro
160.232.168,55
PENSIONI DI
REVERSIBILITA’
Euro
19.140.000,00
PENSIONE DI GRAZIA
Euro
375.000,00
Alcune Spese Camera dei Deputati, in dettaglio:
- Spese per locazioni di Immobili: Euro 42.205.052,78.
- Spese per manutenzioni ordinarie: Euro 20.130.153,24.
- Spese per servizi di pulizia: Euro 10.123.297,47.
- Spese per acqua, gas, elettricità’: Euro 7.475.277,42.
- Spese telefoniche: Euro 3.034.082,51 di cui Euro 2.444.082,51
per rete fissa e Euro 590.000,00 per rete mobile (non sono inclusi i cellulari
dei Deputati)
- Spese postali Euro 1.172.490,71.
- Spese per acquisti di beni: Euro 7.892.420,17 di cui Alimentari
Euro 993.855,05 prodotti igienici Euro 86.868,00.
- Spese per servizi stampa: Euro 10.105.265,78.
- Spese per servizi vari: Euro 2.140.479,33.
- Spese di trasporto (non incluse nei rimborsi per i Deputati): Euro
12.861.776,20 di cui, Trasporti Aerei Euro 8.387.089 – Trasporti Aerei
Circoscrizione Estero Euro 1.951.098,86.- Trasporti Marittimi Euro
11.825,42 Trasporti Ferroviari Euro 1.735.298,59 Pedaggi Autostradali
Euro 1.521.414,07 Altre Spese Euro 30.000,00.
- Spese di servizi di personale non Dipendente: Euro
24.924.471,24.
- Spese per aggiornamento professionale: Euro 2.054.628,80 di cui,
Euro 980.192,21 Per la formazione linguistica dei Deputati.
- Spese per iniziative di comunicazione ed informazione: Euro
5.183.864,23.
Spese per accesso gratuito Internet agli Atti Parlamentari: Euro
2.522.571,61.
- Spese per beni e servizi: Euro 237.744.305,22 di cui, Controllo
rendiconti dei partiti Euro 541.230,10 Noleggi Euro 8.611.690,95 Servizi di
ristorazione gestiti da terzi 8.611.690,95 Spese di trasferta personale di
scorta Euro 780.000,00 Altre Euro 1.314.636,45 Spese di consulenza organi
di tutela giurisdizionale interna Euro 100.000,00.
- Spese per la verifica dei risultati elettorali: Euro 3.016.212,72.
- Spese per la commissione sul fenomeno della criminalità
organizzata mafiosa: Euro 321.206,50.
- Spese commissione sul ciclo dei rifiuti: Euro 150.000,00.
- Spese commissioni errori sanità: Euro 10.000,00.
- Spese attività commissioni e giunte: Euro 738.767,31.
- Spese commissioni bicamerali: (9 commissioni – 2 previste dalla
Costituzione 7 di indirizzo, vigilanza e controllo) Euro 320.280,50.
- Spese attività Interparlamentari ed Internazionali: Euro
3.384.899,79.
- Spese di Missione: (non sono incluse quelle corrisposte ai
Parlamentari) Euro 1.247.314,85.
- Spese per il cerimoniale: Euro 859.904,09.
- Spese per imposte e tasse: Euro 37.660.549,87.
- Fondo di riserva a disposizione per spese impreviste: Euro
23.840.000,00.
- Spese per attrezzature informatiche: Euro 32.722.194,74.
- Spese per opere d’arte: Euro 414.638,68.
- Spese per patrimonio bibliotecario: Euro 1.648.106,62.
- Spese patrimonio archivistico: Euro 613.904,91.
Il Parlamento Italiano – Il Senato della Repubblica
Costi politici Diretti
Il Senato, è composto da 329 Senatori (322 Eletti – 7 Senatori a
Vita) che corrispondono allo 0.00055 % della Popolazione
Italiana.
Sul totale di spesa dell’istituzione – nel bilancio di previsione
dell’anno 2008 – di Euro 594.500.000,88 i costi “Politici
Diretti” relativi ai Senatori, per spese di Indennità, mensili e
Diarie giornaliere (che non sono per legge pignorabili, in nessun
modo), Rapporto con gli Elettori, Rimborso spese, Indennità
d’Ufficio e Altre Indennità non classificate, e' di Euro
112.257.000,00.
In questi costi non sono calcolati gli Assegni Vitalizi
(Pensioni) dei Senatori non più in carica (mentre lo sono nei
costi generali) e gli importi erogati a fine mandato ai non eletti
nel 2008 che corrispondono all’80% dell’ultima indennità Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
ricevuta per ogni anno di mandato o frazione non inferiore a 6
mesi.
Gli Ex- Senatori, non più in carica nel 2008, costeranno alle
casse dello Stato Euro 81.700.000,00 (di cui Euro 1.415.000,00
per “Rimborso Spese Senatori Cessati dal mandato”).
Nei “Costi Politici Diretti” dei Senatori vanno anche aggiunti i
Contributi ai Gruppi Parlamentari e il rimborso ai partiti e
movimenti politici per spese elettorali che corrispondono, in
ordine, a Euro 40.100.000,00 (superiore alle stesse spese, di
capitolo, per la Camera) per i primi e Euro 96.183.000,00 per i
secondi.
In totale, i 322 Senatori eletti, (lo 0.00055 % della Popolazione
Italiana), hanno un “Costo Politico” di Euro 248.540.000,00 che
corrispondono a Euro 755.440,73 l’anno per ogni Senatore (
Euro 2.069,70 al giorno per Senatore, circa 180 euro in più dei
Deputati che sono in un numero quasi doppio).
Costi Politici Indiretti Senato
Il Senato della Repubblica conta 1.013 dipendenti, retribuiti con
Euro 299.200.000,00 (costo superiore alla Camera dei
Deputati).
In pratica, un solo dipendente del Senato, costa, in media, alle
casse dello Stato Euro 24.613,36 al mese (in pratica il doppio
previsto per i Dipendenti della Camera dei Deputati). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Se calcoliamo solo Stipendi, Indennità ed emolumenti al
Personale (senza considerare i costi per le ritenute Previdenziali
e Fiscali), un solo Dipendente del Senato, ha un costo mensile,
netto, di Euro 11.488,16.
E’ da evidenziare un importante particolare.
In questo costo mensile (al netto mensile per ogni dipendente)
non sono incluse:
Spese per Personale Non più in Servizio, per vari motivi di
Euro 82.290.000,00 annui, comprese le Pensioni Dirette – Euro
73.500.000,00 annui – e le Pensioni di Reversibilità – Euro
8.790.000,00 annui, e Spese per Personale Non Dipendente di
Euro 20.845.000,00 annui. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
TABELLE RIASSUNTIVE SENATO
(Fonte Bilancio di Previsione 2008 Senato)
Spese anno 2008: Euro 594.500.000,00
SENATORI 329 (322+7 a vita) Dipendenti 1.013
CONTRIBUTI AI GRUPPI
PARLAMENTARI IN SENATO
Esclusi i Rimborsi elettorali.
SPESE PER FUNZIONAMENTO DEI
GRUPPI PARLAMENTARI Euro
8.300.000,00.-PERSONALE DIPENDENTE
DEI GRUPPI Euro 13.600.000,00,
Contributo per le attività di supporto ai
senatori Euro 18.200.000,00.-.
Anno 2008
6 Gruppi
Euro 40.100.000,00
RIMBORSO SPESE AI PARTITI PER SPESE ELETTORALI
PER IL RINNOVO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
Euro 96.183.000,00
Totale Rimborso Spese Elettorali ai Partiti e Movimenti Politici al
Senato della Repubblica (Incluse ritenute fiscali, previdenziali e
varie)
Euro 136.283.000,00
TOTALE COSTO SENATORI (Incluse
Indennità, Rimborso spese, Contributi ai
Gruppi Parlamentari e Rimborso Spese
Elettorali per il rinnovo del Senato)
EURO 248.540.000
diviso 329 Senatori
Euro 755.440,73
l’anno per ogni Senatore
diviso 365 giorni
Euro 2.069,70
al giorno per ogni senatore
SPESE PER SENATORI CESSATI DALLA CARICA Euro 81.700.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
DI CUI: ASSEGNI VITALIZI Euro 59.300.000,00
ASSEGNI VITALIZI DI REVERSIBILITA’ Euro 17.600.000,00
RIMBORSO QUOTA ASSEGNI VITALIZI SOSTENUTA DALLA
CAMERA
Euro 4.100.000,00
RIMBORSO SPESE SOSTENUTE DAI SENATORI CESSATI
DAL MANDATO
Euro 1.415.000,00
Ritenute previdenziali ai senatori CESSATI dal mandato per
assistenza sanitaria per senatori e familiari
Euro 3.900.000
Emolumenti Diretti
ai Senatori
di cui: Competenze
Senatori Euro
50.392.000,00.-
Diarie Euro
15.600.000,00.-
Rimborsi spese di
viaggio Euro
4.900.000,00.-
Rimborsi spese per
telefonia e dotazione
strumenti informatici
(laptop) Euro
3.000.000,00.- Altri
rimborsi Euro
1.830.000,00.-
Euro
75.722.000,00
diviso 329
senatori e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 19.179,84 al
mese x senatore per
emolumenti diretti.
Trasferimenti al fondo
di solidarietà
Euro 8.500.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 2.152,99 al mese
x senatore
Personale di
segreteria e
consulenza
Euro
14.890.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 3.771,53 al mese
x senatore Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
PERSONALE DIPENDENTE SENATO DELLA
REPUBBLICA
SPESE PER
PERSONALE IN
SERVIZIO
di cui Stipendi del
personale a ruolo e a
contratto a tempo
indeterminato Euro
129.600.000,00.-
Indennità di funzione e
di risultato Euro
5.100.000,00.- Altre
indennità e rimborsi
spese Euro
2.750.000,00.-
Emolumenti del
personale a contratto a
tempo determinato Euro
2.200.000,00.-
1.013
DIPENDENTI
Euro
139.650.000
Costo medio
per un solo
dipendente.
Netto al mese
Euro
11.488,16
Ritenute previdenziali
ai senatori
Euro 5.650.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 1.431,10 al mese
x senatore
Restituzione
contributi per il
vitalizio
Euro 1.900.000 diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 481,26 al mese x
senatore
Trasporti per i
senatori in carica
Euro
Euro 5.595.000
diviso 329 e
diviso per 12
mesi all’anno
Euro 1.417,17 al mese
x senatore
TOTALE
INDENNITA’ &
RIMBORSO SPESE
SENATORI Annuali
Euro
112.257.000,00
Al mese x
Senatore
Euro 28.433,89
(Euro 934,81 al
giorno) Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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SPESE PER
PERSONALE IN
QUIESCENZA
di cui Pensioni dirette
Euro 73.500.000,00.-
Pensioni di reversibilità
Euro 8.790.000,00.-
(NON PIU’ IN
SERVIZIO A
VARIO TITOLO)
Euro
82.290.000
Spese Personale NON
dipendente
di cui Personale
addetto alle
segreterie
Particolari Euro
13.000.000,00.-
Consulenze per il
consiglio di
presidenza e per I
presidenti di
commissioni e
giunte
parlamentari
Euro
1.890.000,00.-
Prestazioni
professionali per
l’amministrazione
2.935.000,00.-
Personale di altre
amministrazioni
ed enti che
forniscono servizi
al Senato Euro
3.020.000,00
Euro
20.845.000
Ritenute previdenziali al
Personale
Euro
14.200.000
Ritenute Fiscali e per
Euro Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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IRAP 145.350.000
TOTALE GENERALE COSTO ANNUALE
DEI 1.083 DIPENDENTI DEL SENATO E
DEI DIPENDENTI IN QUIESCENZA
(NON PIU’ IN SERVIZIO)
Euro
402.335.000
TOTALE GENERALE COSTO ANNUALE
DEI 1.083 DIPENDENTI DEL SENATO IN
SERVIZIO
Euro
299.200.000
All’anno
Euro
295.360,32
per ogni
dipendente
Al mese, ogni dipendente del Senato costa allo Stato
Euro
24.613,36
ALCUNE DELLE ALTRE SPESE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ITALIANA
- Oneri di natura Previdenziale e assistenziale a carico
dell’amministrazione Euro 30.119.034,49.
- Quote di gratificazione di fine servizio TPFS Euro 14.512.441,52.
- Cerimoniale e Rappresentanza Euro 3.457.000,00.
- Comunicazione Istituzionale Euro 10.528.000,00.
- Servizi di Ristorazione Euro 2.800.000,00.- di cui Ristorazione
dei Senatori Euro 1.427.000,00.- Ristorazione del personale Euro
1.373.000,00.
- Locazioni ed Utenze Euro 9.100.000,00.
- Pulizie e Facchinaggio Euro 4.586.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
- Oneri non ripartibili Euro 26.622.000,00.
- Patrimonio Biblioteca e Archivio storico del Senato Euro
1.188.000,00.
- Servizi esterni gestione uffici senatori Euro 1.990.000,00.
- Corsi di lingua straniera Senatori Euro 200.000,00.
- Prodotti Igienico Sanitario Euro 180.000,00.
- Biancheria, tende, guide e simili Euro 300.000,00.
- Posate e stoviglie Euro 30.000,00.
- Vestiario di servizio Euro 435.000,00.
- Tessere di riconoscimento Euro 25.000,00.
- Acquisto di oggetti non inventariati Euro 350.000,00.
- Contributi all’unione interparlamentare Euro 310.000,00.
- Contributi ad istituti di studi e ricerche parlamentari Euro
235.000,00.
- Contributi a fondazioni culturali Euro 40.000,00.
- Contributi al circolo di palazzo Madama Euro 130.000,00.
- Contributi per spese funerarie Euro 160.000,00.
- Contributi e sussidi disposti dai membri del consiglio di
presidenza Euro 385.000,00.
- Contributi e sussidi diversi Euro 270.000,00.
- Fondo di riserva per spese impreviste Euro 4.500.215,51.
- Acquisto Arredi e Tappezzerie Euro 900.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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- Opere d’arte 90.000,00.
- Opere di manutenzione straordinaria arredi fissi e tappezzerie
Euro 1.450.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 21 - Ulteriori Costi Politici Diretti e Indiretti dello
Stato
Presidenza della Repubblica
Il personale complessivo del Quirinale è di 1930 dipendenti.
Di questi, gli addetti di ruolo alla Presidenza ammontano a 911
unità. Il personale non di ruolo 74 unità in posizione di comando
(38 civili e 36 militari, di cui 28 addetti all'Ufficio del
Consigliere per gli affari militari e alla Segreteria del Consiglio
supremo di difesa), 11 unità a contratto e 10 collaboratori a vario
titolo. Il personale militare e addetti alla sicurezza delle forze di
polizia, distaccati per esigenze di sicurezza ammonta a 924 unità
- tra loro i 260 corazzieri -.
Questo apparato - e la manutenzione del palazzo, nonché dei
suoi giardini – e’ costato nel 2009 una spesa di Euro
238.570.000 di cui Euro 218.407,00 per il Presidente della
Repubblica, rispetto ai 240.380.000 del 2008 con un risparmio
dello 0.7% (non e’ un errore e’ proprio lo zero virgola sette per
cento di risparmio), dato che il Quirinale ha provveduto a
diffondere come un “ottimo” risultato. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Nel periodo 2010/2012 sono previsti ulteriori 3 milioni di euro
di risparmi.
Il Governo
Il Governo e’ un organo difficile da valutare. Non per qualche
particolare motivo ma semplicemente perché non e’ dato di
sapere, anche solo in parte, ufficialmente, le spese di gestione e
di emolumenti sostenuti da Palazzo Chigi.
Il Governo e’ composto da 61 componenti di cui 22 ministri e
39 sottosegretari (Situazione al Giugno del 2009).
La Presidenza del Consiglio e’ composta da 38 Dipartimenti,
15 Comitati e 11 Strutture di missione.
Alla Presidenza del Consiglio ci sono 27 Dirigenti di Prima
Fascia e 229 Dirigenti di Seconda Fascia, con un bilancio
autonomo e con 4.237 persone.
Le spese classificabili in “Costi Politici”, oltre ovviamente a
quelle “Classiche” di stipendi del personale che nel 2007 sono
state oltre Euro 236.000.000,00, sono consulenze, missioni, studi
e spese di rappresentanze che contribuiscono a un bilancio
complessivo annuale di oltre Euro 3.700.000.000,00 (di cui 1
miliardo e 800 milioni circa destinati alla Protezione Civile per
la quale, senza obiezione alcuna sulla professionalità umana
disponibile, si spendono 18 milioni di euro per stipendi, oltre
500 milioni di euro per il pagamento dei mutui contratti dalle
regioni colpite da calamità e il restante in vari interventi). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Dal bilancio generale di spesa della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, (come nota Mario Sechi – Panorama 10 maggio
2008), si evince la spesa di 400 milioni di euro per l'editoria che
dimostrano quando il settore abbia necessità di essere riformato
con una selezione anche dei soggetti destinatari di tali aiuti
(spesa che qui’ ho configurato più come “Aiuti alle Imprese”
che non come “Costo Politico” anche se nella realtà e’ più
convincente la seconda alla prima).
Infine, Auto Blu, Voli di Stato e Spese per i Servizi Segreti,
hanno un peso non secondario.
Per i Servizi Segreti, per esempio, sono previste “buone
uscite” che superano i 2 milioni di euro a persona e le pensioni
dei nostri ex agenti, si aggirano intorno ai 30.000,00 euro al
mese.
Molto pubblicizzati sono stati i tagli voluti dal Governo in
carica per il 2009 che si possono quantificare in circa Euro
10.000.000,00 ma purtroppo essi corrispondono a meno dello
0.3% del totale del Bilancio di Previsione 2008. Inoltre i Ministri
e Sottosegretari, compreso il Capo del Governo, se Parlamentari,
percepiscono il doppio Stipendio anche senza mai partecipare ai
lavori di aula.
Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale e’ composta dal Presidente, dal VicePresidente e da 13 Giudici Costituzionali. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Il Presidente percepisce Euro 440.000,00 lordi l’anno e gli altri
membri percepiscono Euro 370.000,00 lordi annui, per un totale,
solo per indennità (stipendi) al Collegio dei Giudici
Costituzionali di Euro 5.250.000,00.
Ovviamente a questo andrebbe aggiunto: Diarie, Indenni
Il Presidente percepisce Euro 440.000,00 lordi l’anno e gli altri
membri percepiscono Euro 370.000,00 lordi annui, per un totale,
solo per indennità (stipendi) al Collegio dei Giudici
Costituzionali di Euro 5.250.000,00.
Ovviamente a questo andrebbe aggiunto: Diarie, Indennità
diverse, Rimborso Spese e di Soggiorno, Indennità di Carica,
Strutture di Segreteria per tutti i 15 componenti, le Auto Blu con
autista, l’utilizzo dei voli di Stato che per i componenti della
Corte sono a loro completa discrezione e senza limiti,
Consulenze, Dipendenti, Spese Amministrative e Spese per gli
immobili.
Il Bilancio Ufficiale di Previsione 2008 della Corte ha previsto
un totale di spese annue di Euro 47.189.235,92 di cui:
Retribuzioni totali per giudici Euro 5.400.000,00 (costo medio
euro 336.000,00.- a Giudice in un anno), oneri sulle retribuzioni
dei Giudici Euro 1.280.000,00, Viaggi e trasferte (pagate al
Bilancio della Corte non da quello dello Stato che paga per
esempio, i voli aerei) Euro 120.000,00, personale in Servizio
Euro 22.428.550,48, personale non più in servizio Euro
12.560.000,00, acquisto di beni e servizi Euro 5.198.900.00,
trasferimenti Euro 631.785.44 (in questa ultima voce e' curioso
notare che e' composta da tre voci: Assistenza economica al
personale – Interventi assistenziali a favore del personale –
Equo indennizzo al personale).
Corte di Cassazione
Il Presidente della Suprema Corte percepisce un’indennità di
Euro 246.000 lordi l’anno. I magistrati hanno uno stipendio in
linea con il resto dell’Europa ma al loro stipendio possono Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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aggiungere il compenso che prendono come Docenti
Universitari. Infine, godono di due mesi e mezzo di ferie l’anno.
Avvocatura dello Stato
Un’inchiesta del 2008, di Primo Di Nicola e’ stata fatta passare
dai media nazionali in silenzio.
L’inchiesta riguardava gli Avvocati di Stato (Avvocatura dello
Stato, Avvocato Generale in carica Oscar Fiumara), dipendenti
pubblici che rappresentano e difendono l'amministrazione statale
in tutti i tribunali.
Nonostante le condizioni disastrose in cui versa
l'amministrazione della giustizia i 370 Avvocati dello Stato
(questo e’ il loro numero totale in tutta Italia) oltre a un ricco
stipendio, oltre alla possibilità di ottenere incarichi esterni,
docenze e arbitrati, questi dipendenti dello Stato si dividono una
cifra notevole.
Per svolgere il compito per cui vengono già pagati con lo
stipendio, incassano personalmente un rimborso ma quando
vincono le cause, incassano anche, sempre in prima persona, le
spese legali che le loro controparti devono versare.
Una somma enorme, considerando l’esiguo numero dei
soggetti:
Nel 2006, gli Avvocati di Stato si sono divisi 42 milioni e 405
mila euro, quasi 115.000 euro ciascuno in media, oltre a Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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stipendio e rimborsi, che poi vengono divisi secondo criteri
territoriali.
Questa gratifica viene chiamata "quadrimestre", perché calcoli
e spartizioni avvengono ogni quattro mesi.
In media, per la spartizione territoriale applicata, nel 2006 ogni
toga pubblica romana ha intascato 91 mila euro, che diventano
244 mila a Bari, 247 mila a Potenza, 261 mila a Venezia e ben
296 mila a Messina: sempre oltre allo stipendio.
Il capo di questa avvocatura a Messina nel 2006 ha ricevuto
222 mila euro di stipendio e quasi 300 mila dai "quadrimestri".
La Giustizia
Oltre a quanto evidenziato nel Capitolo 9 a pag. 62, il
problema Giustizia, tipicamente tutto italiano, si ripercuote
inevitabilmente anche sui conti dello Stato (più avanti vedremo
anche specifici esempi).
Nel 2008 in Italia circa 200 mila reati sono caduti in
prescrizione.
Un esercito di imputati che, invece di essere puniti dalla legge,
può tranquillamente essere libero di andare dove vuole.
Si assiste all’aumento progressivo dei costi della legge Pinto,
che stabilisce un risarcimento alle vittime dei processi
“Lumaca”.Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Una spesa arrivata nel 2008 a 81 milioni di euro, mentre si
sono celebrati 40 mila procedimenti per denunciare il ritardo di
ulteriori processi.
La prescrizione, infatti, risponde a un principio di economia
dello Stato che, come spiegano i manuali di diritto, “rinuncia a
perseguire l’autore di un reato, quando dalla sua commissione
sia trascorso un periodo di tempo giudicato eccessivamente
lungo e solitamente proporzionale alla gravità dello stesso”:
minimo quattro anni per le contravvenzioni e sei per i delitti.
Lo scorso anno, quindi, circa 200 mila reati si sono estinti per
la lentezza dei processi.
L’Italia è, infatti, il paese europeo con i tempi più lunghi
nell’amministrazione della giustizia, triplicata negli ultimi
vent’anni in ambito civile, e raddoppiata nel penale.
Inoltre, gli ulteriori problemi da risolvere, denunciati
dall’Associazione magistrati, sono: lo scarso numero di toghe in
attività contro un elevato numero di avvocati (solo 11 magistrati
per ogni 100 mila persone, a fronte dei 290 avvocati per lo
stesso numero di abitanti. In tutto si contano 200 mila avvocati
in Italia contro i 48 mila della Francia), le condizioni di lavoro
dei pm e dei giudici che sono pessime costringendoli spesso a
lavorare in stanze senza misure di sicurezza, prive di fax o di
scanner o di altri beni essenziali al funzionamento di qualunque
ufficio o peggio ancora senza la disponibilità di Cancellieri e
personale vario, indispensabile per la preparazione documentale
dei procedimenti e delle sentenze che ne derivano.
Il ministro Brunetta, invece, lo scorso ottobre aveva dato un’altra
spiegazione del fenomeno, puntando il dito contro i pm:
“Lavorano poco, solo 2 o 3 giorni alla settimana”, aveva detto Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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minacciando i tornelli anche in tribunale. Di diverso avviso i
magistrati che dichiarano di scrivere circa 700 sentenze l’anno,
lavorando anche durante i periodi festivi e portandosi i fascicoli
da studiare a casa.
Authorities
Le Autorità di Vigilanza sono 11 e sono gestite da un organo
collegiale di 4 Commissari (incluso il Presidente).In ordine sono
(con l’anno di Istituzione):
Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob)
1974 – Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di
interesse collettivo – ISVAP 1982 – Autorità garante della
concorrenza e del mercato (Antitrust) 1990 – Centro nazionale
per l’informatica nella pubblica amministrazione – Cnipa 1993 –
Autorità per l’energia elettrica e il gas 1995 – Garante per la
protezione dei dati personali 1996 – Commissione di vigilanza
sui fondi pensione 1996 – Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni 1997 – Autorità di vigilanza sui lavori pubblici
1999 – Autorità garanti del contribuente per il fisco e la
burocrazia (2000) – Agenzia per le organizzazioni senza scopo
di lucro di utilità sociale 2001 – Si aggiungeranno presto le
Autorità di vigilanza sulle fondazioni bancarie e l’Autorità’ per I
trasporti.
L’Autorità’ per l’energia elettrica e il gas, ha sovvenzioni
prettamente private. Per l’ISVAP, le spese di funzionamento
sono coperte dal contributo di vigilanza dovuto dalle imprese di
assicurazione. L’autorità’ per le garanzie nelle comunicazioni e’
composta da un Presidente e 8 commissari nominati dal
Parlamento e gestisce gli stanziamenti dello Stato nel settore (nel Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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1999 sono stati 82 miliardi di lire), più un contributo dell’uno
per mille sui ricavi della telecomunicazione. L’autorità’ di
vigilanza sui lavori pubblici e’ composta da cinque componenti
(Presidente incluso). I semplici componenti guadagnano Euro
370.000,00 l’anno. I Presidenti Euro 444.000,00 l’anno.
Calcolando i costi su 9 Autorità, con costi statali, moltiplicando
il numero di 4 Commissari e, ovviamente, 9 Presidenti, solo di
Stipendi, si spendono Euro 17.316.000,00. Il resto delle spese
non si conoscono.
Banca d’Italia
(Fonte: Bilancio Banca D’Italia 2006)
Stipendi per Governatore, Direttore Generale e i due ViceDirettori sono Segreti.
I Funzionari percepiscono,lordi l’anno, Euro 110.000,00 e i
Direttori di Filiale (oltre 200) Euro 64.000,00 l’anno. Oltre allo
stipendio, hanno diritto a: Premio presenza, come
quattordicesima, per almeno 241 giorni di presenza all’anno. In
Dicembre e’ prevista una gratifica di bilancio di Euro 18.000,00
per i direttori e Euro 6.000,00 per i funzionari. Indennità di
rappresentanza semestrale di Euro 8.500,00 per i funzionari
generali, Euro 4.000,00 per i direttori e Euro 1.200,00 per i
funzionari. Stipendi e oneri accessori per il personale in servizio:
Euro 633.760.000,00 (i dipendenti nel 2006 erano 7.834). Altre
spese relative al Personale (qualcuno considera tali somme come
divise fra il Governatore, Direttore Generale e i due VicePresidenti) Euro 44.799.000,00. Pensioni e Indennità di fine
rapporto corrisposte: Euro 367.992.000. Compensi per organi
centrali e periferici Euro 1.826.000,00. Spese di
Amministrazione Euro 402.894.000,00. Altre Spese Euro Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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20.199.000,00. Il Totale delle spese e degli oneri diversi della
Banca d’Italia sono pari a Euro 1.767.996.000,00.
Consulenze
Stabilire i costi per le Consulenze e’ praticamente impossibile.
Ci sono, ovviamente, consulenze di indiscussa utilità ma anche
molte che, di fatto, hanno una forte dubbia utilità pubblica
effettiva. Se la legge fissasse paletti rigidi e ben precisi entro i
quali poter usufruire delle consulenze esterne, gli enti pubblici
risparmierebbero oltre 1 miliardo di euro all’anno che,
comunque, non inseriremo nei nostri conteggi.
Contingenti Militari Italiani all’Estero
Gli uomini impiegati nelle missioni, definite “Di Pace”,
all’estero sono 7.700 per un costo annuale pari a Euro
1.040.500.000,00. Una sola base di 2500 persone (2000 militari e
500 civili) ha un costo di Euro 600.000 al giorno.
Contributi pubblici per l’Editoria
Contributi indiretti, solo per le spese telefoniche, elettriche e
postali, per la carta (a 495 «imprese editrici di quotidiani,
periodici e libri») e per la riqualificazione professionale, lo Stato
ha “rimborsato” in un solo anno 450 milioni di euro.
Ne hanno beneficiato tutte le aziende editoriali, ma, di fatto, in
misura più consistente i giornali a più alta tiratura. La FIEG
calcolava in 270 milioni, nel 2006, la sola “compensazione” per
le agevolazioni postali in abbonamento versata dallo Stato a
Poste Italiane S.p.A., attribuendoli nella misura di 100 milioni
alle pubblicazioni “no profit” di 48 ai quotidiani e di 120 ai
periodici. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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In effetti, le agevolazioni postali sono costate 303 milioni nel
2005 e 299 nel 2006, secondo il calcolo ufficializzato nel luglio
2007 dal presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del
mercato Antonio Catricalà, rendendo pubblica un’indagine
dell’Antitrust sul mercato dell’informazione (quotidiani,
periodici, TV, nuovi media, ecc.). 7.124 le testate
complessivamente sostenute, compresi il settore no profit (104
milioni) e gli editori di libri (25 milioni). Circa 80 milioni
risultavano assegnati a soli dieci editori: 18 milioni e 887 mila
alla Mondadori, 17 milioni e 822 mila al Sole 24 Ore, 13 milioni
e 753 mila alla RCS, 6 milioni e 966 mila al San Paolo, 4 milioni
e 689 mila al gruppo Espresso-Repubblica, 3 milioni e 603 mila
all'Avvenire, 2 milioni e 996 mila a Conquiste del Lavoro, 2
milioni e 581 mila alla De Agostini, 2 milioni e 536 mila
all'Athesia Druck, 2 milioni e 415 mila alla Stampa.
All'undicesimo posto l’Hachette Rusconi, con 2 milioni e 300
mila. Aliquota agevolata del 4% sulla vendita di libri, quotidiani
e periodici, ma tale agevolazione viene estesa ad alcuni prodotti
– libri, dvd, videocassette Vhs, giocattoli, ecc. – venduti in
allegato alle pubblicazioni.
La cifra dei contributi totali all'editoria, nell’anno 2007 e’ stata
di Euro 700.000.000,00. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 22 - Regioni
Regioni
Costi Politici Diretti
Le 20 Regioni d’Italia hanno 1.089 Consiglieri Regionali eletti
(lo 0.001815 % della Popolazione Italiana che in Sicilia
assumono il nome di Deputati Regionali) e hanno un costo totale
annuo solo per le Indennità mensili, Indennità di presenza e
Rimborsi vari, “certi” e “una - tantum”, (che sono destinate
personalmente ai Consiglieri Regionali e che costituiscono la
retribuzione annuale netta), di oltre 205.640.190,86 euro (cifra
stimata in ribasso perché di molte indennità le cifre non sono
rese note in quanto manca l'accesso ai Bilanci
particolareggiati).
Ogni Consigliere Regionale viene quindi retribuito, in media e
annualmente, con oltre Euro 188.833,00 (Euro 517,35 al giorno).
Ovviamente la parte da protagonista viene svolta dai vertici dei
Consigli Regionali dove, per esempio, un Presidente del
Consiglio viene remunerato con oltre Euro 210.000,00
(comprese le indennità mensili, di presenza e rimborsi vari certi
e una - tantum), mentre un Presidente di Giunta e’ di molto al di
sopra in quanto:
Presiede la Giunta (e quindi percepisce anche gettoni di
presenza alle riunioni di Giunta oltre a quelle del Consiglio) e Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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ha a totale disposizione un fondo speciale da usare a sua
discrezione ed altre indennità.
A queste spese vanno aggiunti i costi per le ritenute di legge
che portano ad un totale, per le indennità e rimborso per spese
varie, di Euro 288.000.000,00 circa.
Altre spese da calcolare sono quelle destinate agli Organi delle
Regioni e Uffici di Giunte, Consiglio e Commissioni varie che
raggiungono la cifra di Euro 773.034.233,79 (Anche in questo
caso la cifra e' in netto ribasso rispetto alla realtà per le stesse
difficoltà sopra descritte nel reperire dati diretti ed ufficiali).
In questa ultima cifra sono incluse spese come i Contributi per
il funzionamento dei Gruppi Politici (che sono in totale 263 in
tutte le Regioni e che hanno, singolarmente, un costo totale di
circa Euro 45.000.000,00.), mentre, ovviamente, non sono
incluse ogni tipo di indennità e rimborso, sopra descritte e
calcolate.
In totale, i Costi Politici Diretti delle Regioni possono essere
quantificati in Euro 1.061.034.233,79.
In questa stima non sono incluse le Pensioni e le Prerogative –
che variano da Regione a Regione – per gli Ex-Consiglieri
Regionali che pure fanno parte dei Costi Politici Diretti.
Per esempio in Piemonte, guidato dal PD, al termine del
mandato i consiglieri e gli assessori ricevono l’indennità di fine
mandato che è fissata nella misura di due volte l’ultima mensilità
lorda dell’indennità consiliare, percepita in carica, moltiplicata
per ogni anno di effettivo esercizio del mandato o frazione di
anno non inferiore a sei mesi ed un giorno.
Costi Politici Indiretti
Le protagoniste dei Costi Politici “Indiretti” delle Regioni
sono le migliaia di Consulenze, spesso utilissime ma tantissime
altre volte del tutto inutili (se non ai diretti interessati).
Non volendomi addentrare, per il momento, nel settore degli
sprechi (di cui accenneremo più avanti), possiamo
semplicemente dire che tale costo non e' assolutamente
quantificabile per la mancanza diretta e ufficiale di cifre. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un costo Indiretto della Politica nella gestione delle Regioni
può essere considerato il Personale che però, a differenza del
Senato (Euro 11.488,16 al mese per ogni Dipendente) e della
Camera (Euro 12.610,00 al mese per ogni dipendente), ha una
retribuzione media di Euro 5.292,00 per Dipendente.
Anche in questo caso, la Dirigenza ha emolumenti molto più
alti dell'ultimo dei dipendenti in scala gerarchica.
I Costi, individuali per dipendente, selezionati per le Regioni
(Fonti: Bilancio di previsione ufficiali 2008 – tranne il Molise
dove i dati si riferiscono al Bilancio del 2006), sono i seguenti
(migliaia di euro per dipendente in media al mese):
Campania Euro 6.166,00 – Puglia Euro 3.551,00 – Calabria
Euro 3.550,00 – Sicilia Euro 6.861,00 – Basilicata Euro
4.383,00 – Abruzzo Euro 4.720,00 – Lazio Euro 6.146,00 –
Friuli Venezia Giulia Euro 4.041,00 – Veneto Euro 4.474,00 –
Lombardia Euro 6.255,00 – Piemonte Euro 5.787,00 – Valle
D’Aosta Euro 7.566,00.
Le altre regioni non hanno pubblicato, in rete, i bilanci con le
spese specifiche.
La Spesa totale per i Dipendenti (che sono nella loro totalità
85.374), delle Regioni in Italia, nel 2008, e' stata di circa Euro
451.799.208,00.
La Regione con più Dipendenti e’ la Sicilia con 18.236 alla
quale seguono il Trentino Alto Adige con 15.949 (sono comprese
le province autonome di Trento e Bolzano), la Campania con
6.685 e la Calabria con 4.044.
Una curiosità e’ rappresentata dal fatto che il piccolo Molise
(di cui non e’ possibile calcolare il costo medio di ogni
dipendente) ha 901 dipendenti, la piccola Basilicata 1.222 e
l’altrettanto piccola Valle D’Aosta 3.063.
La regione più generosa e’ la Valle D’Aosta con uno stipendio
medio di 7.566,00 al mese, per ogni dipendente.
Segue la Sicilia con Euro 6.861,00, la Lombardia con Euro
6.255,00 e la Campania con Euro 6.166,00 per ogni dipendente. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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La più ”Virtuosa”e’ la Puglia che eroga uno stipendio medio,
per ognuno dei suoi 3.341 dipendenti, sempre al mese, di Euro
3.551,00.
Un tipico esempio di una Regione media italiana
In Veneto, a guida PDL, ai consiglieri regionali spettano, in
ordine:
Un’indennità pari al 65% di quella percepita dai componenti del
Parlamento nazionale (che corrisponde a Euro 12.017,20).
Un’ulteriore indennità aggiuntiva spetta al consigliere che
svolge altre funzioni:
Trentacinque per cento in più per i Presidenti del Consiglio e
della Giunta regionale, venticinque per cento per i Vicepresidenti
del Consiglio regionale e per il Vicepresidente della Giunta
regionale, venti per cento per gli altri membri della Giunta
regionale, quindici per cento per i Consiglieri Segretari del
Consiglio regionale, per i Presidenti delle Commissioni consiliari
permanenti, per i Presidenti delle Commissioni temporanee per
lo studio di problemi speciali e i Presidenti delle speciali
Commissioni e per i Presidenti dei Gruppi consiliari, dieci per
cento per i Vicepresidenti e i Consiglieri Segretari delle
Commissioni consiliari permanenti, temporanee e speciali, per i
revisori dei conti del Consiglio regionale e per i Vicepresidenti
dei gruppi consiliari.
Ai consiglieri regionali è corrisposta una diaria, a titolo di
rimborso spese, pari al sessantacinque per cento delle indennità
corrispondenti spettanti ai componenti del Parlamento nazionale.
Competono ai consiglieri regionali:
a) un rimborso spese calcolato in base alle tariffe ACI secondo le
modalità stabilite con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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connesso alla percorrenza determinato moltiplicando il doppio
della distanza chilometrica tra il luogo di residenza e la sede
della Regione;
b) l'abbonamento autostradale sulla rete ricadente nell'ambito del
territorio della Regione del Veneto e il parcheggio a Venezia, in
autorimessa, dell’autovettura propria, con spese a carico dei
fondi di bilancio per il funzionamento del Consiglio regionale.
Il rimborso spese va’ liquidato forfettariamente su quindici
presenze mensili. Sono esclusi dal rimborso i Presidenti del
Consiglio regionale e della Giunta regionale, gli altri membri
dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e gli altri
membri della Giunta regionale che per le loro funzioni
usufruiscono in via permanente di mezzi di trasporto posti a loro
disposizione dalla Regione.
Al consigliere regionale, per missioni nel territorio regionale,
per le quali è autorizzato di diritto, in funzione dell'espletamento
del mandato, è corrisposto mensilmente un rimborso spese
onnicomprensivo pari al venticinque per cento dell'indennità.
Al Presidente della Giunta regionale, agli altri membri della
Giunta regionale e ai consiglieri regionali, sospesi di diritto dalla
carica è corrisposto, per il periodo della sospensione, un assegno
pari all'indennità ridotta di un quinto.
Il trattamento indennitario dei consiglieri regionali, oltre alle
indennità previste dalla legislazione regionale in vigore, è
comprensivo dell'assegno vitalizio, dell'assegno di reversibilità e
dell'assegno di fine mandato.
Alle spese derivanti dal trattamento indennitario differito si
provvede con: Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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a) una quota posta a carico dei consiglieri regionali pari al 30 per
cento dell’indennità di carica, al netto delle ritenute fiscali
erariali riferibili alla stessa, con ciò intendendosi quelle
determinate esclusivamente su tale reddito, senza tener conto di
eventuali altri redditi, deduzioni e detrazioni d’imposta, anche se
conosciute dal sostituto d’imposta.
Hanno diritto a conseguire l’assegno vitalizio:
a) i consiglieri eletti fino alla quinta legislatura compresa, cessati
dal mandato, che abbiano compiuto cinquantacinque anni di età,
ed abbiano almeno cinque anni di contribuzione;
b) i consiglieri eletti per la prima volta a partire dalla sesta
legislatura fino all’ottava compresa, cessati dal mandato, alle
seguenti condizioni:
1) abbiano compiuto sessanta anni di età, salvo quanto previsto
dal comma 4;
2) abbiano esercitato il mandato per almeno dodici mesi elevato
ad almeno trenta mesi per i consiglieri eletti per la prima volta
nell’ottava legislatura;
3) abbiano versato i contributi per un periodo complessivo di
almeno cinque anni;
c) i consiglieri eletti per la prima volta a partire dalla nona
legislatura, cessati dal
mandato, alle seguenti condizioni
1) abbiano compiuto sessantacinque anni di età, salvo quanto
previsto dal comma 4;
2) abbiano esercitato il mandato per almeno trenta mesi;
3) abbiano versato i contributi per un periodo complessivo di
almeno cinque anni. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Ai fini del computo degli anni di contribuzione e di
anticipazione, la frazione di anno che sia pari almeno a sei mesi e
un giorno si calcola come anno intero.
I consiglieri, che al momento della cessazione del mandato,
abbiano raggiunto il limite di età per il conseguimento
dell'assegno vitalizio o lo raggiungano prima del periodo
occorrente per il quinquennio contributivo per l’ottenimento
dell’assegno vitalizio nella misura massima, hanno la facoltà di
versare in unica soluzione il totale delle mensilità mancanti per il
completamento del relativo periodo contributivo del
quinquennio.
Il consigliere, che cessi dal mandato, ha la facoltà di continuare
a versare mensilmente i contributi mancanti per ottenere
l’assegno vitalizio fino alla misura massima.
L’assegno vitalizio spettante dopo cinque anni di contribuzione
è commisurato al 30 per cento dell’indennità consiliare lorda. Ai
soli fini della determinazione dell’assegno vitalizio e
dell’assegno di fine mandato, l’indennità consiliare lorda è pari
all’ottanta per cento dell’indennità parlamentare (quella percepita
e’ invece pari al 65%...).
Per ogni anno di contribuzione oltre il quinto anno l’assegno
vitalizio è aumentato del 4 per cento sino al raggiungimento del
70 per cento dell’indennità consiliare.
Il Consigliere che subentri nel mandato nel corso della
legislatura, ha la facoltà di versare i contributi afferenti il periodo
precedente la data d’inizio del proprio mandato, con decorrenza
dall’inizio della legislatura medesima. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Il diritto all’assegno di reversibilità si consegue alla morte
dell’iscritto, sempre che siano stati effettuati almeno cinque anni
di contribuzione.
Si prescinde da detto limite allorché la morte sia intervenuta
nel corso del mandato consiliare.
Hanno diritto a conseguire l’assegno di reversibilità:
a) il coniuge cui non è stata addebitata la separazione o il
convivente (n.b.: per la legge dei “cittadini”, il
convivente non e’ compreso fra i beneficiari).
b) i figli legittimi, legittimati, adottivi, naturali riconosciuti
o giudizialmente dichiarati, finché minorenni o fino al
compimento del ventiseiesimo anno di età, se iscritti in
regolare progressione di classe e non in posizione di
fuori corso, a scuole statali o parificate o ad istituti
universitari;
c) i genitori, in mancanza del coniuge o del convivente e
dei figli, se abbiano oltre sessantacinque anni di età,
oppure siano inabili al lavoro proficuo ed in condizioni
di bisogno, e già a carico del Consigliere deceduto.
L’assegno di reversibilità è commisurato all’assegno vitalizio
liquidato o pertinente al Consigliere defunto, in base a
percentuali variabili nel seguente modo:
a) al coniuge avente diritto o al convivente, senza figli, il 60 per
cento;
b) al coniuge o al convivente, in concorso con un figlio avente
diritto, l’80 per cento; al coniuge o al convivente, in concorso
con due figli aventi diritto, l’85 per cento; al coniuge o al
convivente, in concorso con tre o più figli aventi diritto, il 90 per
cento; Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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c) al figlio avente diritto il 60 per cento; a due figli aventi diritto
l’80 per cento diviso in parti uguali; a tre o più figli aventi diritto
il 90 per cento diviso in parti uguali;
d) ad entrambi i genitori aventi diritto il 60 per cento; all’unico
genitore superstite avente diritto il 50 per cento.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, è autorizzato
ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti
o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità
consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato, il cui
importo massimo non superi comunque le dieci mensilità.
REGIONI ANNO 2008*
*Valori medi tra le regioni, espressi in Euro.
Premessa
Ogni Regione adotta emolumenti diversi dalle altre Regioni, ho
quindi preso una media, in ribasso, di emolumenti molto
attendibili e realistici, fra tutte le Regioni.
Del Piemonte abbiamo le cifre esatte, nette, perché pubblicate
in rete sul sito della Regione. In qualche Regione gli emolumenti
sono di fatto inferiori o superiori ma di poco e quindi non si
discostano di molto dalla media qui’ adottata.
Ovviamente i Consiglieri Regionali svolgono anche tutte le
altre funzioni descritte e pertanto percepiscono le indennità di
base più le indennità per le cariche eventualmente ricoperte (oltre
quindi a quella di consigliere).
Riguardo ai Vice-Presidenti di Regione, spesso (sempre…)
sono anche Assessori e quindi percepiscono tre indennità. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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In merito agli Uffici di Presidenza dei Consigli Regionali, essi
sono composti dal Presidente del Consiglio, da uno o più VicePresidente e da Consiglieri Segretari e/o Questori.
Avendo riportato, per tale ufficio, l'indennità' del Presidente e
del/i Vice-Presidente/i, ho aggiunto alla voce Ufficio di
Presidenza Consiglio i restanti Segretari e/o Questori ma non e'
chiaro se i Presidenti e i loro Vice percepiscono anche la
indennità di appartenenza all'Ufficio, come riportato da tutte le
Regioni.
Riguardo alle Commissioni non è elencato il numero dei
membri e quindi gli eventuali gettoni di presenza.Sono escluse le
Auto di Servizio (Auto Blu), che valuteremo in un capitolo a
parte.
Ultima nota: I gruppi consiliari politici, per ogni regione,
percepiscono, in media, un contributo per il proprio
funzionamento di circa euro 2.200.000 per ogni regione (c’e’ chi
ne prende 4.5 di milioni e chi ne prende solo 1.8 di milioni).
Particolari delle Regioni:
Per meglio comprendere quanto i calcoli riportati siano di gran
lunga inferiori alla realtà, di seguito si illustrano tre esempi
“tipici” risalenti al 2004 (quindi quattro anni fa’) che, pur
sembrando forse esagerati rispetto alle altre Regioni d’Italia, non
sono così diversi come si potrebbe pensare e per come vengono
spesso pubblicizzate.
Inoltre, ovviamente, riportati ad oggi, le cifre presenti in questi
esempi, sono notevolmente aumentate. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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La Regione Sardegna conta 85 consiglieri regionali, veri
privilegiati in un’isola da sempre affetta da un elevato tasso di
disoccupazione e dove, di fatto, manca un sistema ferroviario e
stradale dignitoso.
Gli stipendi dei consiglieri regionali sono, infatti, molto vicini
a quelli del Parlamento nazionale, per l’esattezza l’80%,
Un’indennità di carica di 9.263 euro mensili, che sale a 12.615
aggiungendovi i 3.352 euro del bonus previsto per i portaborse.
In più, l’equivalente di altre due mensilità (circa 18.500 euro)
viene concesso come rimborso per spese di rappresentanza e
studio. Le entrate aumentano ulteriormente con le indennità di
funzione spettanti a chi riveste un incarico istituzionale
regionale, oltre a quello di consigliere.
Altri 3.100 euro vanno a finire nelle buste paga di assessori,
presidenti di commissione e segretari del Consiglio. E, salendo di
grado, 3.500 euro rappresentano il compenso aggiuntivo per i
questori, 4.000 per i vicepresidenti e 4.500 per il presidente.
Finita qui? Nemmeno per sogno.
I consiglieri isolani possono godere anche di un ricco bagaglio di
benefit e rimborsi vari: si va da una dozzina di biglietti aerei
gratis, utilizzabili anche dai familiari, a una diaria di 260 euro il
giorno per trasferte di lavoro in “Italia” e di 500 se all’estero.
Ma il colmo del benefit è una voce senza eguali per entità
economica e per mostruosità semantica.
L’hanno definita, infatti “indennità di reinserimento nella
società civile”, in realtà altro non è che la liquidazione. Si tratta
di 117.000 euro lordi, che è possibile scegliere se ricevere a fine
mandato o in caso di mancata rielezione.
Il clima favorevole dell’isola ha favorito enormemente la
crescita di tale privilegio: nel 1999, era di 60 milioni delle Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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vecchie lire. Sono bastati cinque anni a farla crescere fino alla
cifra attuale.
Una consistente voce in più, che a detta degli interessati non
dovrebbe destare scalpore dato che si ritrova anche nel
trattamento dei parlamentari nazionali.
I consiglieri della Regione Umbria, in fatto d’indennità e
benefit, hanno poco da invidiare agli altri consiglieri d’Italia.
Come indennità di fine mandato, ad esempio, si vedono
accantonare 18.527 euro per ogni anno di consiliatura.
Fra le voci più curiose della busta paga dei consiglieri umbri ci
sono i 31.224,24 euro di “rimborso spese permanenza”, per far
pernottare i consiglieri a Perugia.
Peccato che l’intera Regione sia piuttosto piccola.
Se poi il consigliere forma un gruppo monocratico, oltre agli
spazi e a servizi come telefono e fax, gli vengono concessi altri
contributi fissi: 1.549,37 euro mensili per il funzionamento, pari
a 18.592,45 euro annui; più 4.274,40 euro mensili per il
personale (portaborse), che moltiplicati per tredici fanno ulteriori
55.567,20 euro.
Moltiplicate tale cifra per 36 a tanto abbondano il numero dei
consiglieri regionali umbri (prima dell’approvazione del nuovo
statuto erano i consiglieri erano 30) e tirate le somme.
La Regione Basilicata, ha adottato un legge regionale,
denominata “Modifica e integrazione alla legge regionale 2
febbraio 1998”.
Con la leggina in questione, i portaborse sono diventati a tutti
gli effetti consulenti, collaboratori o addirittura dipendenti della Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Regione, con piena garanzia del loro posto di lavoro e del
pagamento della retribuzione e relative assicurazioni.
La nuova legge regionale, ad ogni modo, ha puntualizzato che
“resta il divieto, per i consiglieri, di avere come collaboratore
un proprio parente o affine entro il quarto grado”.
QUADRO GENERALE DELLE SPESE REGIONALI PER i
1.089 CONSIGLIERI ELETTI
Carica
Indennità
Mensile
Lorda Euro
Indennità
Mensile
Netta
(in media)
Euro
Indennità
Annuale
Euro Netto
Numero
Eletti
Totale Annuale in
Euro
Consigliere
Regionale
9.948,09 7.461,07 89.532,84 1.089 97.501.262,76
Rimborsi
spese netti
In media 2.900,00 34.800,00 1.089 37.897.200,00
Rimborsi
chilometrici
In media Euro 0.50 per km. Percorso, autocertificato, per raggiungere
le sedi Istituzionali, se non si usufruisce dell’auto di servizio. Se si
calcola una media di 100 Km al giorno (andata/ritorno), moltiplicato
per il numero dei consiglieri che devono raggiungere le sedi delle
Regioni (ma ci sono molti che superano questa soglia di Km.) abbiamo
un rimborso chilometrico per Consigliere, al giorno, di Euro 50,00.- X
1.089 consiglieri = Euro 54.450 al giorno X 20 giorni al mese = Euro
1.089.000,00 x 12 mesi all’anno = Euro 13.068.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Indennità di
Presenza
In media Euro 120,00 al
giorno, per ogni giorno di
presenza a riunioni
Istituzionali o a riunioni
in cui I consiglieri
partecipano in Veste
Istituzionale
(autocertificate). 20
Presenze al mese di
media (Consiglio
Regionale o altre riunioni
in veste di Consigliere
Regionale), ulteriori Euro
2.400,00 mensili
28.800,00 1.089 31.363.200,00
Indennità di
fine
Mandato
Doppio dell’indennità’ lorda ultima mensile moltiplicata x il numero
di anni di mandato per i consiglieri e per gli assessori.
Vitalizio
(Pensione)
A 65 anni Consiglieri e Assessori hanno diritto al vitalizio (pensione)
che varia dal 35% all’80% dell’indennità’ lorda + al loro decesso il
60% dell’importo del vitalizio (della Pensione) viene conferito al
coniuge e/o ai figli (Reversibilità del 60%).o al Convivente.
I Consiglieri Regionali Eletti, sopra elencati, si dividono le seguenti Cariche
aggiuntive con le relative indennità nette:
Presidente
Consiglio
3.700,00 44.000,00 20 888.000,00
Presidente
Giunta
3.700,00 44.400,00 20 888.000,00
Vice
Presidente
Consiglio
2.000,00 24.000,00 40 960.000,00
Vice
Presidente
Giunta
2.700,00 32.400,00 20 648.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Assessore 1.800,00 21.600,00 203 4.384.800,00
Capigruppo 1.400,00 16.800,00 263 4.418.400,00
Ufficio di
Presidenza
del
Consiglio
1.000,00 12.000,00 63 765.000,00
Presidenti
commissioni
permanenti,
speciali e
giunte varie
1.000,00 12.000,00 196 2.352.000,00
Vice
Presidenti
commissioni
permanenti,
speciali e
giunte varie
e Segretari
450,00 5.400,00 392 2.116.800
SPESE TOTALI SOLO PER LE INDENNITA’ NETTE AI
1.089 CONSIGLIERI REGIONALI
(Non inclusi rimborsi spese e indennità di presenza)
Euro
184.182.662,76
Emolumenti NETTI Annuali, in media, per ogni Consigliere
Regionale
169.130,085
I soli emolumenti dei consiglieri regionali costano in totale,
lordo, ai contribuenti Italiani, circa:
300.000.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 23 – Le Auto Blu
Le Auto Blu
La prima cosa da notare è che le Auto Blu (Autovetture di
Servizio) sono un Costo Politico Diretto “Puro” perché servono
esclusivamente le necessità legate all’incarico assunto da Eletti
Politicamente e le esclusive necessità dei titolari di nomine
attribuite loro dagli Eletti, come una delle loro prerogative.
Del termine “auto blu”, naturalmente, non fanno parte gli
automezzi dello Stato, degli Enti e delle Amministrazioni
Pubbliche che sono destinati al servizio svolto dai dipendenti,
anche se e’ molto diffuso sull’intero territorio nazionale l’utilizzo
di tali mezzi per esigenze che nulla hanno a che fare con il
servizio pubblico svolto, pesando ovviamente, in maniera
importante, sui bilanci degli Enti e delle Amministrazioni
Pubbliche.
C’e’ però anche un’altra categoria che non rientra nelle due
sopra descritte e che corrisponde a quella dei Magistrati – siano
essi in pericolo o meno giustificato dal ministero degli Interni e
dagli organi di polizia - e un’ultima che e' rappresentata da
cittadini normali che corrono seri pericoli di vita per via della Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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loro Professione o Collaborazione con le Istituzioni dello Stato e
con gli organi di Polizia Giudiziaria.
Prima di passare all’analisi del settore Auto Blu, e’ necessario
fare alcune considerazioni.
Le Auto Blu sono considerate, per lo più, come Privilegi ma,
come abbiamo spiegato, sono anche una necessità.
Escludendo i Magistrati e le poche decine di Italiani ai quali e’
stata affidata un auto di servizio, con relativa scorta (per i quali
tale esigenza e' comprensibile senza alcun dubbio), le necessità
dei Politici sono legate all’Alta carica Istituzionale ricoperta –
per ovvi motivi di sicurezza della persona che potrebbe essere
soggetta a diversi tipi di rischi, prevedibili e non, proprio per
l’alto incarico ricoperto – mentre per i soggetti di nomina
Politica (Dirigenti di Ministeri, di Aziende di Stato, di Società a
Partecipazione Statale sia di maggioranza che di minoranza -,
Soggetti non eletti ma nominati direttamente dalla Politica –
come Commissari Straordinari, Inviati Speciali, Consulenti
Permanenti, Consiglieri di Stato e Ministeriali ed altri), o
Politici Eletti normali, senza incarichi particolari, molti – quasi
la totalità della popolazione a voler essere esatti – faticano a
comprenderne l’utilità Istituzionale ma soprattutto la necessità
(se non rientranti nei soggetti a rischio di vita).
Le Auto Blu, pubbliche e quindi pagate con i soldi dei
contribuenti, vengono affidate dal Ministero degli Interni, dagli
Enti Costituzionali e Istituzionali dello Stato, dalle Direzioni
Generali dei Ministeri e dai Consigli di Amministrazione di Enti
e Società a partecipazione Statale. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Infine, è da chiarire che esistono tre tipi di Auto Blu (anche se
nell'immaginario collettivo l'Auto Blu spesso e' una macchina
blindata con autista e scorta armata):
- Un’automobile assegnata ad un soggetto, di grossa
cilindrata, blindata (antisfondamento e antiproiettile) con
equipaggiamento completo e con uno o due autisti (se due, si
avvicendano in due turni sulle 24 ore).
- Un’automobile come sopra ma con uno a più uomini ci
scorta, in genere Carabinieri o Poliziotti (se però la scorta è
composta da più di due persone, e' necessaria un'altra macchina
normale in dotazione agli organi di Polizia).
- Un’automobile spesso di grande cilindrata, ma non
necessariamente con autista.
Le Auto Blu possono essere noleggiate (e spesso modificate
dagli stessi noleggiatori) o sono di proprietà dell’Istituzione,
Ministero, Ente o Società a partecipazione dello Stato.
Secondo uno studio molto serio e approfondito
dell’Associazione Contribuenti Italiani, considerando che solo le
auto dell’apparato statale sono all’incirca 200 mila e a queste
vanno aggiunte quelle usate dagli amministratori pubblici di
Comuni, Province, Comunità Montane, Consorzi, Enti ed
Aziende Pubbliche, si arriva ad una cifra di circa 574.215 “Auto
Blu”, mentre negli Stati Uniti sono 73.000, in Francia 65.000,
nel Regno Unito 58.000, in Germania 54.000, in Turchia 51.000,
in Spagna 44.000, in Giappone 35.000, in Grecia 34.000 e in
Portogallo 23.000.
Queste Auto Blu’ appartengono al parco auto presso Stato,
Regioni, Province, Comuni, Municipalità, Comunità Montane, Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Enti pubblici (come le ASL), Enti pubblici non economici e
Società pubbliche e misto pubblico-private.
Naturalmente avere dati ufficiali e’ impossibile perché, pur
essendo di natura pubblica e quindi soggetti ad essere pubblicati
senza alcuna restrizione, non vengono diramati i dati ufficiali.
Proviamo allora a fare dei calcoli molto realistici, partendo da
un dato certo che invece di contare 573.215 auto blu (diciamo
che all'Associazione Contribuenti Italiani quindi sono giunti dati
in eccesso e mi scuso per questa provocazione ai danni
dell’Associazione ma e’ necessario partire da questo
presupposto per dimostrare quanto grande il fenomeno sia, nella
realtà, di notevole importanza, senza voler mettere in alcun
modo in dubbio la seria ricerca svolta dall’Associazione
Contribuenti Italiani) siano la metà e cioè 286.607, in tutto il
paese.
Di queste, diciamo che ancora la metà disponga anche di un
autista, abbiamo quindi:
1. 143.303 Auto Blu’ con autista (che però spesso sono
due per auto perché, per avere a disposizione l’auto tutto il
giorno, i turni di disponibilità sono due al giorno, 6 ore per
turno).
2. 143.303 Auto Blu’ senza autista, a disposizione del
soggetto.
• Per le 143.303 Auto Blu con autista, se ipotizziamo un
costo realistico (anche se decisamente in ribasso) medio annuo
per un autista di circa Euro 20.000, tasse incluse, abbiamo: Euro
20.000 di costi per autista per anno, moltiplicato per 143.303
auto = Euro 2.866.060.000,00 solo per gli autisti. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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• Noleggio per un’auto normale, naturalmente di grande
cilindrata ma NON blindata (molte lo sono e ovviamente non
costano come un’auto normale ma molto di più) per un mese
(dati veritieri perché ho prenotato personalmente un’auto
MERCEDES E 220 via internet con la società Herts per 30
giorni): Costo (con sconto per pagamenti via Internet) Euro
2.066,00 moltiplicato per 12 mesi = Euro 24.792,00 annui
moltiplicato per 286.607 auto blu (143.303 con autista e 143.303
senza autista) = Euro 7.105.560.744,00.
• Totale Costi: Auto Blu (286.607) + Autisti (143.303) =
Euro 9.971.620.744,00 l'anno.
• Per le auto con autista, visto che l’assicurazione e
l’eventuale manutenzione e’ a carico della Società che le
noleggia, calcolando ora un consumo giornaliero medio di
benzina di 30 euro al giorno + 5 euro di pedaggi autostradali,
sempre al giorno, (anche per i Parlamentari perché per loro
paga lo Stato) moltiplicati per 250 giorni in un anno (escluso
quindi i giorni festivi) per le 143.303 autovetture, abbiamo le
seguenti ulteriori spese: Per benzina Euro 1.074.772.500,00 e per
pedaggi autostradali 179.128.750,00. per un costo totale di Euro
1.253.901.250,00.
• Il restante delle Auto Blu, senza autista ma solo a
disposizione dei soggetti ai quali vengono date in uso (143.303),
le consideriamo di proprietà dei soggetti pubblici e solo la metà
come utilizzate per scopi non prettamente lavorativi ma per
esigenze di spostamento Personale dei Dirigenti.
A parte i costi per Assicurazioni, manutenzione e varie (di
cui non ne teniamo conto ma sono ulteriori ingenti costi
pubblici), calcolando Euro 10,00 a macchina, al giorno, per uso Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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personale e non esclusivamente legato al servizio, abbiamo la
spesa totale in un anno (250 giorni lavorativi) di Euro
358.257.500,00.
Il totale generale dei costi per le 286.606 Auto Blu corrisponde
a una cifra pari a Euro 11.225.521.994,00.
Capitolo 24 – Le Province
Le Province
All’interno del dibattito sui Costi della Politica, forti polemiche
hanno messo in discussione l’esistenza delle Province con la
nascita all’interno di gruppi politici e di settori della Società,
favorevoli alla loro eliminazione in quanto ritenute inutili e
titolari di funzioni già svolte dalle Regioni, anche se la politica
continua a istituirne delle nuove.
In questa sede, nell’ottica generale dell’impostazione scelta, ho
preferito non considerare la scomparsa di questi enti, per tentare
di dimostrare che, anche senza un intervento estremo, e’
possibile intervenire con enormi vantaggi finanziari, per la
comunità.
In fondo, la Provincia, se utilizzata nel modo migliore, e’ la
prima organizzazione istituzionale vicina ai cittadini, oltre
ovviamente ai Comuni, anche se oggi e’, di fatto, semplicemente
un costo e anch’essa, fucina di sprechi.
Le Province in Italia sono diventate nel 2008, 110 e la spesa
totale della loro gestione è stata calcolata, da molti analisti, in
circa 17 miliardi di Euro l’anno.
I Consiglieri Provinciali sono, nel 2008, 3.863 ma i nostri
calcoli (come al solito in ribasso) si basano sul numero di 3.653
consiglieri (lo 0.006 % della Popolazione Italiana) per le 104
Province esistenti “Ufficialmente” nel 2004, periodo al quale si
riferiscono i dati ufficiali descritti, anche perché per le Provincie,
avere dati più recenti e' molto difficile in quanto, molte province Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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ancora non hanno approvato i bilanci nel periodo stabilito dalla
legge.
I bilanci consuntivi delle Amministrazioni Provinciali
(Dati Istat 21 maggio 2009)
Nel 2007 l’ammontare complessivo degli accertamenti, al netto
delle partite di giro, risulta pari a 13.857 milioni di euro, di poco
superiore all’esercizio precedente (+0,1 per cento).
La crescita delle entrate correnti, passate da 9.258 a 9.897
milioni di euro nel 2007, è dovuta all’andamento delle entrate da
contributi e trasferimenti che aumentano del 12,0 per cento, dalle
entrate extra-tributarie e da quelle tributarie che crescono
rispettivamente del 7,3 e del 2,8 per cento.
Le entrate in conto capitale accertate passano da 3.099 milioni
di euro nel 2006 a 3.260 milioni di euro nel 2007.
Diminuiscono notevolmente in termini percentuali, rispetto
all’esercizio precedente, le alienazioni di immobili (-65,6 per
cento), mentre aumentano le riscossioni dei crediti (+20,8 per
cento) ed i trasferimenti (+8,4 per cento).
Rispetto al 2006, in tutte le ripartizioni diminuisce il peso delle
entrate tributarie con l’unica eccezione del Nord-est; aumenta,
invece, l’incidenza dei contributi e trasferimenti, sempre con
l’esclusione della ripartizione del Nord-est. Il peso delle entrate
extra-tributarie cresce nelle province del Nord-est e del Centro,
mentre diminuisce in quelle del Nord-ovest e del Mezzogiorno.
A livello nazionale la struttura delle entrate correnti segnala una
diminuzione del peso delle entrate tributarie, che rappresentano
quasi la metà delle entrate correnti (-2,0 punti percentuali
rispetto al 2006) e un pari incremento per quello dei contributi e
trasferimenti (+2,0 punti percentuali). Il peso delle entrate extratributarie rimane invariato confermandosi al di sotto del 10 per
cento per gli enti di tutte le ripartizioni geografiche.
Il valore delle entrate correnti pro-capite assume il livello più
elevato nelle province della Basilicata con 265,67 euro (+25,13
euro rispetto al 2006) seguono le province della Calabria con
232,02 euro (+55,54 euro) e quelle del Friuli-Venezia Giulia con Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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227,12 euro, (+11,89 euro). I valori meno elevati si registrano
nelle amministrazioni provinciali della Sicilia, del Veneto e del
Lazio con, rispettivamente, 126,07 (+4,17 euro rispetto
all’esercizio precedente), 140,25 (+1,17 euro) e 145,76 euro procapite (+11,41 euro). Il valore pro-capite più alto per le entrate
tributarie e le extra-tributarie si rileva per le amministrazioni
provinciali della Toscana, quello più alto per le entrate per
contributi e trasferimenti spetta alle province della Basilicata. I
valori pro-capite più bassi, invece, si registrano nelle province
del Friuli-Venezia Giulia per le entrate tributarie, in quelle del
Veneto per i contributi e trasferimenti e in quelle della Sicilia per
le entrate extra tributarie.
Gli impegni totali di spesa assunti nel corso dell’esercizio 2007
dalle Amministrazioni provinciali ammontano a 14.064 milioni
di euro (-1,1 per cento rispetto all’anno precedente). Gli impegni
per le spese correnti crescono, rispetto al 2006, del 7,0 per cento
passando da 8.244 a 8.819 milioni di euro, mentre diminuiscono
in misura consistente (-13,1 per cento) gli impegni per le spese in
conto capitale (da 5.267 a 4.576 milioni di euro). Diminuiscono
anche gli impegni di spesa per rimborso di prestiti che passano
da 703 a 669 milioni di euro (-4,9 per cento).
Alla crescita degli impegni di parte corrente hanno contribuito,
in diversa misura, tutte le voci economiche comprese nel titolo,
in particolare le spese per l’acquisto di beni e servizi (+12,5 per
cento) e quelle per gli interessi passivi (+13,1 per cento). Più
contenuti risultano in questo settore gli aumenti delle spese per il
personale (+3,3 per cento) e di quelle per i trasferimenti (+0,1
per cento).
Anche la diminuzione degli impegni rispetto all’anno
precedente nel settore degli investimenti è il risultato della
flessione registrata in quasi tutte le voci economiche, soprattutto
nelle spese per l’acquisto di mobili e attrezzature (-48,7 per
cento), in quelle per i trasferimenti (-27,2 per cento) e nelle spese
per le partecipazioni e conferimenti
(-25,1 per cento). Unica voce economica d’investimento in
aumento è risultata quella delle spese per la concessione di
crediti (+21,5 per cento). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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La struttura degli impegni di spesa risulta modificata a livello
nazionale: le spese correnti impegnano il 62,7 per cento del totale
delle spese con un aumento di 4,7 punti percentuali rispetto al
2006, le spese in conto capitale impegnano un valore percentuale
pari a 32,5, in diminuzione di 4,5 punti percentuali rispetto
all’anno precedente, infine le spese per rimborso di prestiti con il
4,8 per cento del totale degli impegni mantengono praticamente
inalterato il loro peso.
Per quanto attiene la gestione di cassa, il valore totale dei
pagamenti ha mantenuto il livello raggiunto nel 2006,
attestandosi a 13.226 milioni di euro. Le spese correnti sono
cresciute del 2,8 per cento (da 8.142 a 8.367 milioni di euro),
mentre le spese in conto capitale sono diminuite del 3,3 per cento
(da 4.345 a 4.200 milioni di euro). I rimborsi di prestiti
registrano una flessione dell’11,0 per cento, passando da 740 a
659 milioni di euro.
Esaminando la composizione delle spese correnti a livello
nazionale, nel 2007 diminuisce, seppure moderatamente,
l’incidenza della spesa per il personale (-0,9 punti percentuali)
sul totale degli impegni correnti e quella delle altre spese correnti
(-1,2 punti percentuali), mentre aumenta il peso delle spese per
l’acquisto di beni e servizi (+2,2 punti percentuali).
Tale comportamento nella struttura delle spese correnti non è
omogeneo all’interno nelle diverse ripartizioni geografiche. Nel
Nord-ovest diminuisce il peso delle spese di personale e per
acquisto di beni e servizi, compensato dall’aumento di quello
delle altre spese correnti. La struttura delle spese correnti nel
Centro e nel Mezzogiorno mostra un comportamento omogeneo,
con un aumento del peso delle spese per acquisto di beni e
servizi e una diminuzione sia del peso delle spese di personale
sia di quello delle altre spese correnti. Unica ripartizione a
mostrare un aumento del peso delle spese per personale è quella
del Nord-est, dove aumenta anche il peso delle spese per acquisto
di beni e servizi ma diminuisce quello delle altre spese correnti.
L’incidenza delle spese di personale, calcolata come il peso
delle spese per il personale sul totale delle entrate correnti,
raggiunge a livello nazionale un valore di 23,3 per cento ( - di 0,9 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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punti percentuali rispetto al 2006). Le amministrazioni
provinciali che registrano le flessioni più significative sono
quelle della Sardegna (-7,4 punti percentuali), seguite da quelle
dell’Abruzzo (-4,4 punti percentuali) e della Lombardia (-2,3
punti percentuali). Le amministrazioni provinciali della
Basilicata, della Puglia e dell’Umbria presentano tutte un livello
di flessione simile (-2,4 punti percentuali per la Basilicata, -2,2
per le altre). Le amministrazioni provinciali dell’EmiliaRomagna (2,2 punti percentuali), del Friuli-Venezia Giulia (1,0
punti percentuali), delle Marche (0,6 punti percentuali) e della
Liguria (0,3 punti percentuali) sono le uniche amministrazioni
che presentano valori positivi nei confronti dell’anno precedente.
Solo le province del Piemonte non presentano variazioni
percentuali rispetto all’esercizio precedente. Tutte le ripartizioni
geografiche confermano la tendenza alla diminuzione rilevata a
livello nazionale, eccetto quella del Nord-est che cresce di 0,8
punti percentuali.
Nel Mezzogiorno viene registrata la flessione maggiore (-1,7
punti percentuali).
Costi Politici Diretti
Nel loro totale, il costo politico “Diretto”, di Indennità
annuali, Gettoni di Presenza medi dei Consiglieri e Gettoni di
Presenza medi degli Assessori, è di Euro 223.538.400,00. In
questi Costi non sono incluse spese per: Commissioni, Telefonini
con schede, contratti di utenza con i gestori telefonici e
telefonate, auto blu, rimborsi spese e varie.
Un Consigliere Provinciale percepisce quindi, in media, Euro
5.100,00 il mese.
Un Presidente della Giunta Provinciale, in media, Euro
12.500,00 il mese.
Un Assessore percepisce, in media, Euro 7.850,00 il mese. Un
Consigliere Provinciale costa, in media, Euro 61.193,00 l’anno, Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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solo di Indennità. Ovviamente dipende dalla Provincia. Questa e’
una media.
PROVINCE
Il costo totale delle Province italiane e’ stato valutato intorno ai
17 miliardi di euro all’anno.
Emolumenti e indennità per i Consiglieri, ed i membri dei
Governi provinciali (anno 2004).
Fonti: Bilanci Provinciali. Valori medi espressi in Euro.
Carica
Emolumento
mensile
Emolumento
annuale
Numero degli
eletti
Totale annuale
Presidente
giunta
prov. le
9.000,00 108.000,00
104
(110 nel 2008)
11.232.000,00
Vice-
presidente
6.750,00 81.000,00 104 8.424.000,00
Pres.
Consiglio
5.850,00 70.200,00 104 7.300.800,00
Assessore 5.850,00 70.200,00 1.036 72.727.200,00
Consigliere 400,00 4.800,00 3.653 17.534.400,00
Gettone di
presenza
medio
Consiglieri
Euro 100,00
a seduta
X 20 sedute al
mese X n. 3.653
consiglieri
Mensili
7.306.000,00
87.672.000,00
Gettone di
Presenza
medio
Assessori
Euro 150,00
a seduta
X 10 sedute al
mese X 1.036
consiglieri
Mensili
1.554.000,00
18.648.000,00 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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TOTALE SOLE INDENNITA’ ANNUALI (Costi Politici):
Euro 223.538.400,00.-
Ogni consigliere Provinciale, in una media nazionale, costa alla
comunità, solo per le indennità, circa Euro 61.193,10 all’anno.
(Nota Bene: Nei costi politici NON sono inclusi privilegi e spese come:
Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con Abbonamento ai Gestori
telefonici e il costo delle telefonate, tutti a carico delle Amministrazioni Provinciali –
Auto Blu di Servizio – Autisti e Costi di Gestione delle Auto di Servizio – Rimborsi
Spese e varie).
I Comuni Italiani
Costi Politici Diretti
I Comuni in Italia sono 8.102, di cui 5.828 inferiori ai 5.000
abitanti e 2.274 al di sopra.
Le fonti usate si riferiscono all’anno 2004 e sono espressi in
valori medi (per le indennità dei Sindaci per esempio, per i
Comuni più piccoli sono previste indennità di Euro 1.500,00
mentre per quelli più grandi si può arrivare a cifre medie,
mensili, anche di Euro 15.000,00 e oltre).
I Consiglieri Comunali Italiani sono in totale 99.140 (lo 0.165
% della Popolazione Italiana) e percepiscono, solo per le
indennità, un totale di Euro 2.625.338.800,00.
Ovviamente, anche in questo caso, c’e’ una differenza
consistente fra, gli amministratori dei Grandi Comuni e quelli dei
piccoli Comuni e fra le varie cariche e quella di semplice
Consigliere.
Ci sono altre spese da aggiungere a quelle sopra, relative alle
sole indennità. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un Gettone di presenza al Consiglio Comunale è, di Euro
35,00 per Consiglio, con un totale di spesa, l’anno, solo per i
Consigli Comunali, calcolando un consiglio al mese per ogni
comune (anche se sono spesso molti di più), di Euro
41.638.800,00.
I Gettoni di presenza per le Giunte, sono in media di Euro
45.00. - per seduta. Moltiplicati per i 40.780 Assessori Comunali
in carica, calcolando 2 sedute di Giunta al mese (calcolo molto
generosamente in ribasso), determinano la spesa di Euro
44.042.400,00.
In questi costi politici dei Comuni non sono incluse spese
come: Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con
Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle telefonate –
Auto Blu di Servizio – soprattutto per i Comuni oltre i 50.000
abitanti – Autisti e Costi di Gestione delle Auto di Servizio –
Rimborsi Spese varie.
Infine molti Consiglieri percepiscono ulteriori indennità legate
al loro diritto nomina nelle Comunità Montane.
Il Costo Politico Diretto dei Comuni Italiani è di Euro
2.711.020.000,00 per un costo medio, di un solo Consigliere
Comunale, di Euro 27.345,37 l’anno.
Costi Politici Indiretti
Nei Costi Politici Indiretti non sono calcolati i Dipendenti dei
Comuni ma, oltre alle consulenze (incalcolabili e che qualcuno
dice si aggirino ben oltre i 50 miliardi di euro in tutta Italia)
prendiamo solo in considerazione una figura che è presente sia
nei Comuni sia nelle Province e che si sovrappone alla figura del
Segretario, di cui si conosce pochissimo: Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Il Direttore Generale.
Il Direttore Generale, figura abbastanza giovane nel nostro
ordinamento, è una figura che è nominata direttamente dai
Sindaci e dai Presidenti della Provincia e il compenso è stabilito
in comune accordo fra loro.
I Segretari Comunali e Provinciali sono circa 6.400 in tutto il
Paese e, nella stragrande maggioranza (oltre a coprire più Enti
contemporaneamente, in quanto i concorsi per nuove figure sono
praticamente bloccati), svolgono anche il ruolo di Direttori
Generali.
Hanno delle retribuzioni stabilite dal Contratto Nazionale dei
Segretari Comunali e Provinciali (fonte ufficiale dei nostri
calcoli, riferiti all'anno 2001), che prevede, in ordine e per ogni
Segretario: Stipendio Tabellare, secondo la fascia di
appartenenza che, in una media delle fasce, corrisponde a circa
Euro 17.000,00 annui.
Indennità Integrativa Speciale. Retribuzione Individuale di
Anzianità. Retribuzione di Posizione, che corrisponde, in media,
a Euro 23.871,00 l’anno.
Aggiungendo solo quest’ultima Retribuzione di Posizione (le
altre non sono reperibili ufficialmente) alla prima, Stipendio
Tabellare, si ottiene una media di retribuzione annuale, per
Segretario, di Euro 40.871,00 (non sono incluse le Indennità'
Integrative Speciali e la Retribuzione Individuale di Anzianità).
Questi emolumenti, possono essere variati, in aumento, dagli
Enti (Comuni e Province), a seconda delle risorse disponibili e
nel rispetto della capacità di spesa, a esclusiva discrezione dei
Sindaci.
A queste cifre va' infine aggiunta una percentuale sui contratti
e sui documenti legali prodotti dai Comuni e dalle Province
(Certificati, Contratti ed altri). Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Una curiosità sul contratto dei Segretari: Fra le loro
prerogative, per le trasferte è previsto l’alloggio, pagato dall’Ente
(quindi dal Comune o Provincia dove lavorano), presso strutture
Alberghiere NON al di sotto delle Quattro Stelle di categoria
(come recitato testualmente nel Contratto Nazionale).
Vanno ancora aggiunte le retribuzioni per il ruolo di Direttore
Generale.
In media (media nazionale, in ribasso), il costo di un Direttore
Generale e' di Euro 20.000,00 ma ci sono Direttori Generali che
percepiscono anche oltre Euro 100.000,00 l’anno.
Se questa media la moltiplichiamo per un numero di 6.000
unità (0.01% delle Popolazione), fra Comuni e Province (il
numero reale e' di certo superiore) che utilizzano tale figura, il
risultato e' di un costo annuale di Euro 120.000.000,00.
Ma non finisce qui’.
La Corte dei Conti si e’ interessata all’Ages, l’Agenzia dei Segretari
Comunali.
Quello che e’ definito da molti il “Club” di Melilli e’ un
carrozzone che vale sempre di più: 120 milioni di euro l’anno.
L’Ages è l’agenzia pubblica che cura l’albo dei segretari
comunali e fornisce ai city manager corsi di formazione e
aggiornamento.
Un ruolo defilato e un’attività sottotraccia che in realtà
nascondono un bilancio di spesa che arriva alla cifra record di
120 milioni di euro all’anno (dieci in più nell’ultimo resoconto).
Il budget serve a foraggiare la sede nazionale, le 18 sezioni
regionali, i “board” con oltre 160 consiglieri, le consulenze, i
comitati strategici e le cinque scuole.
Ad alimentare le casse dell’Ages sono i Comuni e le Province. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un meccanismo talmente strutturato e stratificato, che risponde a
logiche “bipartisan”, a cui la politica nazionale e quella degli
enti locali non intendono rinunciare.
Il presidente è appunto Fabio Melilli.
Centinaia di consiglieri, consulenze a pioggia, acquisti di
immobili.
E i bonus bocciati dai magistrati contabili.
Un bell’aumento di 10 milioni di euro. Non è un caso.
Un organismo abbastanza particolare.
Lo scorso anno il consiglio di amministrazione in ben 12
occasioni ha deciso di modificare all’insù il bilancio di
previsione 2008.
L’importante in fondo è spendere. Con il risultato che rispetto
ai 110 milioni iniziali il costo complessivo è salito a 120 milioni.
Tant' è che per farla meno lunga nel bilancio previsionale di
quest’anno è stato scritto direttamente che serviranno almeno
120 milioni.
Nome chilometrico che viene riassunto nella sigla Ages.
Destinataria di un fiume di soldi pubblici, già descritto da un
articolo de “Il Mondo” nel luglio scorso, che ogni anno finisce
disperso tra i rivoli delle attività di questa agenzia con 155
dipendenti strutturata con 18 sezioni regionali e altrettanti CDA
(i consiglieri sono 162), un board nazionale di nove componenti,
un comitato di controllo strategico, un collegio dei revisori per il
controllo contabile, un altro collegio per la revisione dei conti,
innumerevoli uffici regionali e una bella sede centrale a Roma.
Una macchina tanto complessa e costosa che ha spinto, tra
l’altro, la Corte dei conti a intervenire per bocciare i bonus e gli Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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incentivi garantiti secondo i magistrati contabili arbitrariamente
dall’Ages.
Per il 2009 il bilancio di spesa dell’Agenzia equivale a quello
di una città di 160 mila abitanti come Reggio Emilia, un budget
che autorizza a immaginare un’attività insostituibile.
Invece la montagna partorisce l’immancabile topolino. Il
compito principale dell’Ages è verificare i titoli dei segretari
comunali in occasione della loro nomina da parte dei sindaci.
Una certificazione peraltro formale, perché in caso di irregolarità
l’Agenzia non ha alcun potere di stoppare o intervenire nelle
scelte dei primi cittadini.
Oltre all’incombenza di gestire l’albo dei segretari comunali,
l’Ages cura la formazione e l’aggiornamento dei cosiddetti city
manager attraverso l’attività di cinque scuole che tra sedi,
dipendenti e lezioni costano 35 milioni l’anno.
Dal 2005 a tirare le fila di tutto è il presidente Fabio Melilli.
Un ex dirigente dell’ANCI (Associazione nazionale comuni
italiani) originario di Rieti che a un certo punto ha deciso di
buttarsi in politica.
E Melilli ha fatto carriera.
Lo scorso febbraio Dario Franceschini lo ha indicato tra gli otto
membri della nuova e rifondata segreteria del Pd dopo l’uscita di
Walter Veltroni.
Un balzo sulla ribalta nazionale per Melilli, che nel frattempo
dopo avere lasciato l’ANCI ha cumulato cariche e imparato a
gestire il potere.
Nell’Ages, oltre al presidente Melilli, in consiglio di
amministrazione si segnala la presenza di Adriana Vigneri, ex
parlamentare Ds ed ex sottosegretario agli Interni. Il Pdl è
rappresentato da Daniela Ruffino, sindaco forzista di Giaveno Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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(Torino), il paese dove è stato primo cittadino il deputato
Osvaldo Napoli che per il centrodestra è stato l’uomo forte a
presidio degli enti locali, e da Ida Nicotra, considerata vicina al
sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Con loro siedono in CDA anche Carlo Paolini, storico city
manager di Firenze e sodale di Leonardo Domenici (sindaco
uscente ed ex presidente dell’ANCI), e Mauro Guerra,
coordinatore nazionale dell’ANCI per la consulta dei piccoli
Comuni.
A tutti loro si deve, per esempio, la delibera che a dicembre
scorso, due giorni prima di Natale, ha stabilito di formalizzare il
ruolo dei docenti che tengono i brevi corsi nelle scuole targate
Ages.
Un bel gettone di 45 mila euro all’anno da distribuire a pochi
fortunati.
L’elenco dei consulenti beneficiari è pubblicato online e
segnala che per il 2009 a incassare saranno anche Roberto Alesse
(consigliere per le questioni politico istituzionale del presidente
della Camera Gianfranco Fini), Harald Bonura (ex braccio
destro al ministero degli Interni di Enzo Bianco), Filippo
Bernocchi (presidente della commissione ambiente dell’ANCI e
consigliere comunale di An a Prato), Marco Marafini (dirigente
della Provincia di Rieti, della quale Melilli è presidente),
Marcella Castronovo (ex capo del personale ANCI e oggi alto
dirigente della presidenza del Consiglio).
Nel 2004 è stato eletto presidente della Provincia di Rieti, poi è
stato indicato per la presidenza dell’Upi (Unione province
italiane), per la vicepresidenza di Mecenate 90, l’associazione
culturale presieduta da Alain Elkann, e per la poltrona più alta
dell’Ages.
Nei mesi scorsi il CDA ha inoltre assunto la scelta di acquistare
per 5,6 milioni un immobile diroccato a Fara in Sabina (Rieti),Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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un paesino a dieci chilometri da dove è nato Melilli, per farne
una nuova sede della scuola di formazione Ages.
In base al bando di gara serviranno almeno altri 12 milioni di
lavori di ristrutturazione per disporre dell’immobile. Totale di
spesa quasi 18 milioni per un asset difficilmente rivendibile, è a
quasi 100 chilometri da Roma, che rischia di pesare come
piombo sul bilancio dell’Agenzia.
Come se non bastasse, lo scorso 25 febbraio un’altra delibera
del CDA è finita in un’interrogazione parlamentare del
vicepresidente dell’Udc Michele Vietti.
L’ex sottosegretario all’Economia contesta la scelta di
assegnare una voce stipendiale aggiuntiva, sotto il nome di
«diritti di segreteria», ai segretari comunali inattivi e senza sede
che però vengano utilizzati nell’agenzia o nelle scuole.
Una mossa su cui ha indagato anche la Corte dei conti visto che
la delibera Ages assegna ai destinatari del provvedimento un
bonus aggiuntivo pari al 30% dello stipendio.
Il trattamento è quello identico riservato finora ai segretari
comunali in attività che svolgano compiti notarili rogitando
contratti per conto dei Comuni dove lavorano.
Ma con la delibera Ages sarà possibile incassare il bonus del
30% non lavorando, ma semplicemente svolgendo un
imprecisato servizio presso la stessa Agenzia.
Secondo Vietti, si tratta del «perpetrarsi di un’indebita
elargizione di denaro pubblico che si configura come danno
erariale».
Comuni Italiani
(8102 comuni di cui inferiori ai 5.000 abitanti 5.828)
Emolumenti e indennità per i membri dei Consigli e delle Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Giunte comunali
(anno 2004 media nazionale per difetto)
Valori medi espressi in euro (fonte: Società libera)
(N.B. Ci sono, per esempio, Sindaci che percepiscono Euro 1.000,00 al
mese ma anche Sindaci che percepiscono Euro 15.000,00.- al mese, per cui
abbiamo adottato una media per tutti)
Emolumento Emolumento Numero Totale
mensile annuale degli eletti annuale
Sindaco 6.000 72.000 8.102 583.334.000,00
Vice-Sindaco 3.000 36.000 8.102 291.672.000,00
Presidente Consiglio 2.700 32.400 8.102 262.504.800,00
Assessore 2.700 32.400 40.780 1.321.272.800,00
Consigliere 140 1.680 99.140 166.555.200,00
Totale Indennità Annuali: 2.625.338.800,00.-
• Gettone di presenza medio per i Consiglieri Comunali Euro 35,00.- I 99.140
consiglieri svolgono, in media, 12 consigli comunali all’anno che moltiplicati
per Euro 35,00.- a seduta di media, determina un totale di spesa di Euro
41.638.800,00.- all’anno per i gettoni di presenza al consiglio comunale.
• Gettone di presenza medio per gli Assessori alle Giunte Comunali Euro
45,00.- I 40.780 Assessori svolgono, in media, 24 sedute di giunta all’anno, che
moltiplicate per Euro 45,00.- a seduta di media, determina un totale di spesa di
Euro 44.042.400,00.- all’anno per I gettoni di presenza alle Giunte Comunali.
(Nota Bene: Nei costi politici NON sono inclusi privilegi e spese come: Commissioni,
Telefonini e Schede Telefoniche con Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle
telefonate – Auto Blu di Servizio – soprattutto per I Comuni oltre I 50.000 abitanti – Autisti Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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e Costi di Gestione delle Auto di Servizio – Rimborsi Spese varie. Infine molti Consiglieri
percepiscono ulteriori indennità legate al loro diritto di essere nominati nelle Comunità
Montane)
Totale costi politici dei Comuni italiani:
Euro 2.711.020.000,00
Costo annuale medio per un consigliere comunale – Euro 27.345,37
(costo medio, ma naturalmente i più avvantaggiati sono Sindaci e Assessori dei
comuni superiori ai 5.000 abitanti.)
Capitolo 26 – Le Circoscrizioni
Circoscrizioni di Decentramento Comunali
(più semplicemente denominate “Circoscrizioni”)
Le Circoscrizioni sono Organi dei Comuni dotate di autonomia
ma prive di personalità giuridica e, in pratica, possono essere
istituite nei comuni che partono dai 30.000 abitanti in su'.
In tutta Italia sono circa 600 che comprendono 12.541 (0.020%
della Popolazione) consiglieri circoscrizionali.
Fondamentalmente, hanno il solo potere di riferire al Consiglio
Comunale o agli Assessori Comunali di competenza, le necessità
del quartiere dove sono eletti e quindi non hanno alcun potere
decisionale.
Le Circoscrizioni, tramite liste elettorali collegate alle liste dei
candidati al consiglio comunale, esprimono 12.541 consiglieri
circoscrizionali che formano un vero e' proprio consiglio
comunale zonale, senza però alcun potere decisionale legale (ed
e' questo il motivo per il quale molti cittadini ritengono inutili
tali sub-consigli).
Hanno ovviamente dei costi. Oltre alla sede con personale
addetto, mobili e attrezzature di ufficio (sede che da qualche
comune viene usata anche per offrire servizi generali, come
certificazioni, uffici tecnici di zona ed altri, senza la necessità Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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per il cittadino di dover andare nella sede centrale del Comune),
ci sono le indennità dei Consiglieri Circoscrizionali.
Un Presidente di Circoscrizione percepisce in media, Euro
1.620,00 al mese e i consiglieri, in media, Euro 600,00, sempre
al mese, per un costo totale nazionale, annuo e medio, di Euro
101.959.000,00.
Ovviamente, anche in questi costi non sono inclusi:
Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con
Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle telefonate,
Auto Blu di Servizio, Autisti e Costi di Gestione delle Auto di
Servizio, Rimborsi Spese varie (anche questo aspetto e’ stato
motivo di enormi critiche per i fautori dell'eliminazione di tali
organismi).
Circoscrizioni di decentramento Comunali
(Organi dei Comuni dotate di autonomia ma prive di personalità giuridica)
Emolumenti e indennità per i membri dei consigli e dei
Governi circoscrizionali anno 2004
Valori medi espressi in euro
Emolumento Emolumento Numero Totale
mensile annuale degli eletti annuale
Presidente 1.620 19.440 600 11.664.000
Consigliere 600 7.200 12.541 90.295.200 Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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(Nota Bene: Nei costi politici NON sono inclusi privilegi e spese come: Commissioni, Telefonini
e Schede Telefoniche con Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle telefonate – Auto Blu
di Servizio – Autisti e Costi di Gestione delle Auto di Servizio – Rimborsi Spese varie).
Totale Costi Politici delle Circoscrizioni Annuali:
Euro 101.959.200,00
Capitolo 26 – Le Comunita’ Montane
Comunità Montane
(Fonti: Sito web ufficiale delle Comunità Montane UNCEM).
Le Comunità Montane in Italia sono 327 in confronto delle
363 del 2007 (comprendono 4.195 Comuni – oltre la metà dei
Comuni Italiani – alcune Amministrazioni provinciali e altri Enti
operanti in montagna, quali i Consorzi di Bacino Imbrifero, i
Consorzi di bonifica e i Consorzi forestali, per un territorio pari
a circa il 54% di quello nazionale, ove risiedono oltre 10 milioni
di abitanti) ed esprimono un totale di 4.755 Consiglieri
(0.0088% della popolazione) con un media di circa 15
Consiglieri per Comunità.
I consiglieri delle Comunità Montane sono scelti fra i
Consiglieri comunali dei Comuni appartenenti alla Comunità
che, di solito, ne eleggono 2 (uno di maggioranza e uno di
minoranza), oltre al Sindaco membro di diritto, per ogni Comune
anche se dal calcolo generale (sull'elenco ufficiale presente nel
sito delle Comunità Montane) risultano essere solo 5.295.
Le indennità dei Consiglieri delle Comunità Montane (che si
sommano alle indennità percepite come Consiglieri Comunali,
Sindaci o Assessori) sono in media (ma non sempre è così) la
metà dei compensi previsti per i Consiglieri Comunali e cioè
Euro 13.672,00 l'anno (ovviamente come media, perché il Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Presidente della Giunta può guadagnare anche Euro 2.500,00 il
mese mentre un consigliere semplice può guadagnare anche solo
Euro 70,00 al mese per la presenza a due riunioni di Consiglio.
Qui' si è preso quindi il costo medio di un Consigliere Comunale
– Euro 27.345,37 l'anno – con le stesse motivazioni sopra
indicate – e lo si e' diviso per due).
Moltiplicando questa somma per il numero dei Consiglieri, si
ottiene un Costo Politico Diretto, annuale, di Euro
65,010,360.00.
Ancora una volta, in questi costi non sono inclusi:
Commissioni, Telefonini e Schede Telefoniche con
Abbonamento ai Gestori telefonici e il costo delle
telefonate,Auto Blu di Servizio,Autisti e Costi di Gestione delle
Auto di Servizio, Rimborsi Spese varie.
COMUNITA’ MONTANE
(Media Consiglieri 15 per ogni comunità montana – Media indennità: Le
stesse dei comuni ridotte del 50% - Fonti dei dati statistici numerici: Sito
Ufficiale delle Comunità Montane – UNCEM 2008
Fonti sui dati economici: Elaborazione, in media, dell’autore.
VALLE D’AOSTA 8 con 120 consiglieri
PIEMONTE 48 con 720 consiglieri
LOMBARDIA 30 con 450 consiglieri
VENETO 19 con 285 consiglieri
FRIULI VENEZIA GIULIA 6 con 90 consiglieri
TRENTINO ALTO ADIGE 19 con 285 consiglieri
LIGURIA 19 con 285 consiglieriStralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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EMILIA ROMAGNA 18 con 270 consiglieri
TOSCANA 20 con 300 consiglieri
MARCHE 13 con 195 consiglieri
UMBRIA 9 con 135 consiglieri
ABRUZZO 21 con 315 consiglieri
LAZIO 22 con 330 consiglieri
MOLISE 10 con 150 consiglieri
CAMPANIA 20 con 300 consiglieri
PUGLIA 6 con 90 consiglieri
BASILICATA 14 con 210 consiglieri
CALABRIA 26 con 390 consiglieri
SICILIA - 0 –
SARDEGNA 25 con 375 consiglieri
Totale: 363 Comunità Montane con 5.295 consiglieri
Costo Annuale: Euro 13.672,50 per ogni consigliere.
Totale spese Indennità e Gettoni di presenza:
Euro 72.395.887,50
(Esclusi privilegi, rimborsi spese di ogni genere, auto blu, telefoni e altro.) Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 28 – Totale dei Costi Politici
Totale dei costi della politica italiana.
Costi Indiretti
Questi costi si riferiscono solo ad Indennità di Carica (stipendi)
per la funzione politica svolta dei soli “Eletti” e riguardano
esclusivamente i seguenti soggetti: Parlamento Italiano, Regioni,
Auto Blu, Province, Comuni, Circoscrizioni, Comunità Montane
ed Enti e Società a Partecipazione Statale.
In totale sono oltre Euro 19 miliardi (diciannove miliardi)
l’anno.
Un eletto (in tutte le Istituzioni sopra elencate), in Italia, costa
alla collettività, in media, oltre Euro 140.000,00 l’anno (Euro
385 al giorno).
Ogni italiano paga all’anno Euro 316.00 per le indennità dei
politici eletti e per i loro nominati che sono pari a 140.195 (lo
0,225 % della Popolazione Italiana) e che includono anche i
18.000 amministratori nominati negli Enti Pubblici e nelle
Società a Partecipazione Statale e quindi sovvenzionate da
denaro pubblico. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Non sono incluse le altre spese collegate (come rimborsi spese,
indennità di ufficio ed altre) e gli altri costi per gli altri soggetti
presi in considerazione in questo testo.
Costi Generali Totali
Il totale generale invece di tutti i costi della politica italiana, sia
“Diretti” che “Indiretti” sono: Circa Euro 50 miliardi
(cinquanta miliardi) l'anno per spese collegate alla funzione di
politico.
In pratica: Euro 137 milioni al giorno,
Per ogni Cittadino Italiano: Euro 833.00 l’anno ed Euro 70 al
mese.
Ovviamente, come evidenziato fino ad ora, non sono incluse in
questi costi:
Il Governo, la Corte Costituzionale, la Corte di Cassazione, le
Authorities, la Banca d'Italia e le Consulenze, Commissioni,
telefonini e schede telefoniche con abbonamento ai gestori
telefonici e il costo delle telefonate, rimborsi e spese varie.
TOTALE GENERALE DEI COSTI DELLA POLITICA
ITALIANA
(Diretti ed Indiretti)
Euro 50.000.000.000,00 l’anno
(cinquanta miliardi di euro) Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Capitolo 30 – Altri Costi Politici Indiretti
Altri costi politici indiretti
Fonte: Relazione Generale sulla situazione Economica dello Stato 2007 –
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Sanità
Il costo annuale, nell’anno 2007, della Sanità in Italia, nella sua
totalità, e’ stato di Euro 110.000.000.000 (l’8,5% del PIL)
destinato a lievitare di 10 miliardi di euro l’anno con una spesa
aggiuntiva per i cittadini di 30 miliardi l’anno.
Università
Gli ultimi stanziamenti (2008) ammontano a Euro
7.119.000.000,00, l'1,5 per cento in più rispetto all'anno
precedente.
Le spese per gli stipendi di docenti e dipendenti tecnici o
amministrativi sono di Euro 6.300.000.000, l'89 % del fondo di
funzionamento ordinario (Ffo) stanziato dallo Stato. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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In Italia sono attivi 5.500 corsi di laurea, 37 dei quali attivi con
un solo studente, 327 facoltà che non superano i 15 iscritti, 320
sedi distaccate per 94 atenei.
Produciamo però meno laureati del Cile e non c'è un solo
ateneo italiano tra i primi 150 al mondo.
Le università indebitate sono 41.
Ad esempio per L'Orientale di Napoli, ateneo da 10 mila
studenti, che ha acquistato una nuova sede da 30 milioni di euro
rilevando dall'Italgrani un enorme palazzo al centro della città.
Qui’ l'esposizione è pari al 21,7 % dei fondi di funzionamento
incassati nel 2006.
Siena, dove è stata recentemente scoperta una voragine nei
conti, è invece oberata da debiti per 93 milioni di euro.
E non se la passano meglio a Firenze, dove per pagare le rate
dei mutui, e contemporaneamente far quadrare i bilanci in
disavanzo per oltre 22 milioni, hanno messo in vendita le
storiche Ville Favard e Montalve.
Anche il «virtuoso» Politecnico di Milano, uno degli atenei con
il miglior rendimento economico (qui le spese del personale
coprono “solo” il 66 per cento dei 191 milioni stanziati), ha
contratto debiti per quasi il 10 % delle proprie entrate
governative.
Nella graduatoria degli indebitati figurano poi università come
il Piemonte Orientale, le siciliane Messina e Palermo, e la Statale
di Milano, il cui 7,65 % di indebitamento va però tarato sui 272
milioni incassati nel 2006. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Sindacati
(Fonte: Volume Bompiani di Stefano Livadiotti, firma del
settimanale «L'Espresso»)
Il Sindacato, pur essendo del tutto autonomo, e’ collocabile
come un Costo Politico “Indiretto”.
La struttura Sindacale in Italia conta 700.000 delegati (sei volte
di più di tutti i Carabinieri) che vengono pagati senza nessun
obbligo d'orario: in altre parole, pagati per fare quello che
vogliono e andare dove vogliono a spese dei lavoratori che li
mantengono nel privilegio.
I permessi sindacali da soli equivalgono a 1 milione di giorni
lavorativi al mese e costano al nostro sistema 1 miliardo e 854
milioni di euro l'anno.
Sono 20.000 i dipendenti diretti di Cgil, Cisl e Uil,
Le quote versate dagli iscritti corrispondono all’1% della busta
paga.
I costi dell’esazione sono risparmiati perché ad essa devono
pensare gli imprenditori con le trattenute sulle buste paga dei
dipendenti (Stimati in un totale di Euro 2.111.580.000,00. -
l'anno).
I pensionati fruttano circa 40 euro lordi l’anno, ovvero
complessivamente 1 miliardo di euro l’anno.
L’Inps gira inoltre ogni anno 110 milioni di euro alla Cgil, 70
alla Cisl e 18 all’Uil.
I Caf, i centri di assistenza fiscale, che assistono lavoratori e
pensionati per le dichiarazioni dei redditi, ricevono dall’Inps un
contributo di 90 milioni di euro l'anno divisi tra le sigle sindacali. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Altre entrate vengono dai patronati sindacali, le strutture di
assistenza ai cittadini per le pratiche previdenziali, la cassa
integrazione e i sussidi di disoccupazione: nel 2006 l’Inps ha
girato ai sindacati 248 milioni e 914 mila euro tra Inca-Cgil,
Inas-Cisl e Ital-Uil.
Riguardo invece alla Formazione, ogni anno, l’Europa manda
in Italia un miliardo e mezzo di euro per la formazione
professionale, ebbene, 10 dei 14 enti che si spartiscono la somma
sono partecipati dalla triplice sindacale.
La forza immobiliare dei sindacati e’ un patrimonio sterminato:
la Cgil conta 3 mila sedi di proprietà delle proprie strutture
territoriali, la Cisl 5.000, mentre la Uil concentra gli investimenti
in una società per azioni, la “Labour Uil”, con un bilancio di
oltre 35 milioni di euro di immobili.
A tal riguardo, noto e’ l’episodio del 1995 dove l’allora leader
della Cisl, Sergio D’Antoni (oggi esponente politico eletto in
Parlamento) fu pizzicato da “Affittopoli” come inquilino di un
appartamento ai Parioli di 219 mq. con 2 vasche per
idromassaggio per cui pagava di affitto appena 1 milione di lire
al mese ( 600 euro di oggi).
In Italia ci sono 800 contratti collettivi di lavoro.
Vista la diminuzione del potere d’acquisto, non si può certo dire
che siano serviti ai lavoratori per migliorare le proprie condizioni
di vita, ma ai sindacati sì, per aumentare influenza. In 18 mesi,
tra il 2005 e il 2006, sono stati proclamati 2.621 scioperi,
esattamente 4,8 al giorno, 27 volte in più della Germania, un
record europeo, un danno economico enorme per l’azienda Italia,
persino difficilmente quantificabile.
Un solo esempio: Un giorno di sciopero dei trasporti a Milano,
costa 254 milioni di euro di mancati introiti, tanto per farvi
un’idea. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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C'è un contratto nazionale per i tagliatori di sughero e uno per
le imprese che producono ombrelloni, uno per i lavoratori di
penne, differente da quello per i lavoratori di matite, uno per i
fantini di cavalli da corsa e un altro per i cavalli da trotto.
A chi servono? Ai lavoratori poco, ai sindacalisti molto.
Perché mentre il potere d'acquisto dei salari cala, i poteri del
sindacato non vengono minimamente scalfiti dall'insuccesso.
Basta guardare il settore pubblico, il più sindacalizzato di tutti
con percentuali bulgare di adesione tra i lavoratori.
L’opera dei sindacati sembra finalizzata ad un solo scopo: far
lavorare meno e con più privilegi i propri iscritti.
I ferrovieri italiani, per esempio, scioperano in media due volte
al mese, quelli svizzeri mai.
A parte la situazione disastrosa delle linee ferroviarie
secondarie e le condizioni pietose di igiene dei mezzi, (non solo
al sud del paese, come la Sicilia e la Sardegna, ma avete mai
provato ad andare da Bergamo a Brescia con il treno alle
20:00? Se no, fatelo. Sara’ un’esperienza indimenticabile) i
nostri ferrovieri godono di un contratto che li premia quando
mettono piede su un treno, quando ritardano un po’ meno del
solito, o quando sono impiegati su convogli con cuccette e
nessuno a mai compreso il perché.
Ma lo stipendio di un ferroviere svizzero è due volte più alto di
quello italiano, segno evidente che i sindacati elvetici hanno fatto
meglio il loro lavoro rispetto agli omologhi italiani. In
compenso, i nostri non li batte nessuno quando si tratta di far
incrociare le braccia.
I sindacati sono poi immuni dall’obbligo di rendere pubblici i
loro bilanci. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Riguardo agli iscritti: Quando contrattano col Governo i
sindacati dichiarano di avere 11 milioni e 731 mila lavoratori
iscritti, quando devono versare una piccola quota alla
“Conferedation Europeenne des Syndacats”, improvvisamente
gli aderenti scendono a 7 milioni e mezzo!
Un esempio della disponibilità finanziaria dei Sindacati:
Sono stati 50 milioni di euro (cioè oltre 100 miliardi di vecchie
lire) le spese per portare in piazza i propri iscritti dalla CGL nel
2002 che ha organizzato e pagato la manifestazione oceanica dei
suoi pensionati a Roma, per difendere il famoso artico 18 (cioè il
divieto di licenziare) che non riguardava affatto gli stessi
manifestanti.
Un terzo dei parlamentari della legislatura scorsa, hanno un
passato di sindacalisti e non può certamente sorprendere che tutti
questi benemeriti della nazione sostengano silenziosamente i
privilegi dei sindacati, ivi compresa quello (unico e scandaloso)
di non dover subire controlli di bilancio.
I Sindacati, infatti, godono di un’immunità che li dispensa
dall'obbligo di rendere pubblici i loro bilanci.
Nel 1974 passò la cosiddetta legge Mosca, che riconosceva i
contributi pensionistici a chi avesse prestato la propria opera in
nero nel dopoguerra. Di sindacalisti in tenera età ne spuntarono
come funghi.
All’Inps arrivarono 19mila e 500 domande, poi altre 6mila.
Il governo rispose prorogando la scadenza di legge, e bastò per
farne piovere sull’Istituto di previdenza altre 15mila domande.
Alla fine si scoprì che c’erano 40mila e 500 ex sindacalisti da
mettere in regola.
Tra di loro, manco a dirlo tutti i pezzi da novanta del sindacato. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Oltre a Del Turco, gli ex Cisl Franco Marini (ex Presidente del
Senato), Sergio D’Antoni e Bruno Trentin, Fausto Bertinotti (ex
Cgil) e Pietro Larizza (Uil), Armando Cossutta, Achille Occhetto
e infine Giorgio Napolitano (l’attuale Presidente della
Repubblica).
Pensioni che si sono andate ad accumulare a sostanziosi vitalizi
parlamentari o ad altri trattamenti previdenziali.
Accanto a questi personaggi noti, un esercito di funzionari più
o meno oscuri.
Chi è ricorso alla maxi-sanatoria previdenziale – perché di
questo, in fin dei conti, si è trattato - sono stati soprattutto il Pci e
la Cgil.
Botteghe Oscure regolarizzò la situazione di circa 8mila
funzionari, mentre il sindacato rosso sanò le posizioni dì ben
10mila dipendenti.
Un’altra leggina, votata ai tempi dell’Ulivo, garantisce ad
alcuni sindacalisti la possibilità di vedersi moltiplicare per due i
contributi pensionistici e quindi, di fatto, di ottenere una
pensione doppia.
Lo statuto dei lavoratori prevede che ai dipendenti in
aspettativa per lo svolgimento di incarichi sindacali siano versati,
a carico dell’Inps, i soliti contributi figurativi, calcolati sulla base
dello stipendio non più versato dall’azienda di provenienza.
Lo steso privilegio è garantito ai sindacalisti distaccati: quelli,
cioè, che continuano a percepire lo stipendio dell’azienda privata
o dall’ente pubblico di provenienza pur lavorando
esclusivamente per il sindacato. In base agli ultimi dati
disponibili, a godere di questo regime speciale di doppio
contributo – in vista di una pensione moltiplicata per lo stesso
fattore – sono 1.793 sindacalisti, dei quali ben 1.278 fanno capo
alla Cgil. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Un decreto legislativo del ‘96, firmato dall’allora ministro del
Lavoro Tiziano Treu, uomo vicino alla Cisl, prevede però che i
sindacalisti in aspettativa possano godere di un ulteriore
versamento da parte del sindacato.
Alle organizzazioni sindacali, per citare l’esempio più
clamoroso, non si applica l’obbligo di reintegro previsto
dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
In altre parole, i sindacati sono liberi di licenziare chi vogliono
fra i loro 20.000 dipendenti senza correre il rischio di doverli
riassumere se un giudice dovesse decidere che il licenziamento è
avvenuto senza una giusta causa.
Inutile ricordare che la Cgil e le altre sigle, in difesa di
quell'articolo 18 che a loro non si applica, hanno scatenato una
vera e propria guerra di religione.
Nel 1995 si svolse un referendum per abolire il prelievo
automatico dell’1% sulla busta paga dei lavoratori iscritti al
sindacato.
Gli italiani approvarono («vogliono ridurci alla colletta» sibilò
Sergio Cofferati).
Ma fatta la legge, trovato l'inghippo.
Il sindacato ha semplicemente aggirato la nuova regola inserendo
la trattenuta nei contratti collettivi.
Risultato: tutto come prima.
Nel 1998 un deputato di Forza Italia convinse 160 colleghi a
firmare una proposta di legge per rendere pubblici i bilanci dei
sindacati.
Ma la maggioranza di centrosinistra bocciò il testo. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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Oggi in Senato, dietro iniziativa del PDL e a cura del Presidente
della Commissione Lavoro e Previdenza Sen. Pasquale Giuliano,
c’e una proposta di legge (numero 1060) che punta ad imporre
l’obbligatorietà dei bilanci e la loro pubblicità ai sindacati ma
pochi scommettono sulla sua riuscita.
In Italia non esiste solo la “Triplice” ma nel 1996, nasce anche
un altro sindacato che ha un notevole peso nel settore pubblico,
l’UGL. (Unione Generale dei Lavoratori), di area AN, che
ovviamente non ha nulla da invidiare ai diretti concorrenti.
Le entrate generali stimate dei Sindacati, l’anno sono di Euro
4.748.494.000,00.-
A proposito di Alitalia oggi CAI.
L’articolo di stampa seguente spiega la filosofia delle società di
stato:
“Alitalia/Cai: Il figlio di Papà non resta a terra”.
Qualcuno nasce con la camicia, qualcuno con le ali ai piedi.
Federico Matteoli, figlio dell’Altero ministro alle Infrastrutture,
può vantare di avere sia le ali, sia la camicia: almeno quella con i
gradi di pilota della Cai di Roberto Colaninno & Company, che il
giovane aviatore è riuscito a strappare di dosso a colleghi più
titolati per anzianità aziendale, età, esperienza e figli a carico.
Come ha fatto? Matteoli junior era già stato graziato una volta:
nella defunta compagnia di bandiera era entrato solo nel 2002,
unico e ultimo assunto a tempo indeterminato, con le assunzioni
chiuse da mesi. Il papà allora era ministro all’Ambiente. E il suo
partito, An, nella vecchia Alitalia contava su Silvano Manera, poi
nominato direttore generale dell’Ente per l’aviazione civile
(Enac), e Luigi Martini, ex parlamentare, oggi consulente
personale di Rocco Sabelli, l’ad della nuova compagnia. Questa
volta però il Federico volante sembrava destinato alla cassa
integrazione, anche perché l’aereo che guida, l’Md80, finirà in Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
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pensione. Invece ecco il colpo di scena: i manager di ColaninnoSabelli-Martini hanno inventato una graduatoria di anzianità a
parte a Milano, la città dove Matteoli junior era stato assunto. E
così il figlio del ministro ha potuto scavalcare centinaia di
colleghi davanti a lui. Un buon inizio per un’operazione che già
ci costa 3 miliardi e 300 milioni: 55 euro di debiti per ciascun
italiano, compresi i bambini. F. G. Spreconi.it, 30 gennaio 2009
Anche se e’ una vicenda che appare ormai conclusa, con
l'Alitalia i sindacalisti sono riusciti nell'impossibile: dilatare il
tempo.
Un giorno di riposo per un pilota durava 33 ore o, a scelta, due
notti.
Tutto vero. Era scritto nel contratto. Miracoli della
contrattazione sindacale.
Del resto l'87% dei piloti era (o forse ancora lo è) iscritto al
sindacato, adesione da Patto di Varsavia, perciò c'è poco da
stupirsi.
Privilegi che non erano tuttavia compensati da grandi fatiche.
I piloti lavoravano 556 ore all'anno, cioè 93 minuti al giorno,
hostess e steward 5 minuti in più, grazie all'opera dei sindacati,
che in Alitalia comandavano.
Sono loro che hanno deciso che piloti e hostess dovevano
mangiare ogni sei ore, «per evitare decrementi nelle
prestazioni».
Sono loro ad aver inventato il «premio di puntualità», la
«Banca dei riposi individuali», la commissione per la scelta degli
alberghi del personale di volo, chissà perché più cari del 45%
rispetto alle altre compagnie. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
O anche la franchigia di 24 ore al mese per le donne (che
dovrebbe coincidere con le loro esigenze femminili mensili).
Peccato che la chiedevano tutte tra il 31 dicembre e il primo
gennaio.
Inoltre, i 9 sindacati dell’Alitalia non hanno mai trattato
direttamente con il consiglio di Amministrazione ma
direttamente con il governo e, per questo, mentre in tutta Europa
le compagnie aeree tagliavano il personale e riducevano i costi,
in Alitalia sia personale che costi, sono sempre cresciuti in
maniera esponenziale.
Alitalia e’ stata una compagnia aerea che perdeva Euro 25.000
all’anno per ognuno dei suoi dipendenti.
Aveva cinque aerei Cargo sui quali si alternavano 135 piloti.
Il consiglio di amministrazione e’ arrivato ad avere 17
componenti, di cui tre per i sindacalisti, e uno al Provveditore
Generale dello Stato (colui che e' incaricato di acquistare i beni
primari di consumo uso ufficio - come prodotti di cancelleria,
matite, lampadine, sedie ed altro – per i ministeri).
Alitalia aveva anche una commissione composta da otto
componenti per decidere i nomi degli aeromobili.
In 20 anni ha cambiato 10 Presidenti di cui nessuno ha mai
portato a termine il suo mandato.
Negli ultimi 10 anni di vita, Alitalia ha chiuso un solo bilancio
in utile – grazie a un’enorme penale pagata da KLM per
rinunciare alla partnership con Alitalia – e ha registrato oltre 3
miliardi di euro di perdite.
Fra amministratori e dipendenti dell’Alitalia, ricordiamo, per
esempio: Stralci dal Libro “
Giuseppe Bonomi, ex presidente Alitalia, leghista, oggi
presidente della SEA di Malpensa e che percepisce uno stipendio
di 651.000 euro l’anno, che ha chiesto 1 miliardo e 200 milioni
di euro per danni all’Alitalia da lui stesso amministrata
(sponsorizzò generosamente i concorsi ippici di Assago e piazza
di Siena con i soldi dell'Alitalia, dove partecipò di persona come
concorrente).
Luigi Martini, ex-calciatore della Lazio (scudetto 1974), il
quale dopo la carriera sportiva, diventò pilota dell'Alitalia e poi
parlamentare, responsabile dei trasporti di Alleanza Nazionale,
ma senza mai smettere di volare.
Per conservare il brevetto di pilota, gli fu' concesso di
mantenere grado e stipendio, nonostante fosse, appunto, anche
parlamentare.
Effettuava tre decolli e tre atterraggi ogni 90 giorni, pilotando
aerei di linea con 160 passeggeri a bordo che non sapevano che
al comando dell'aereo vi era un parlamentare in carica.
Nel 2002, con la vittoria alle elezioni politiche, con l’intervento
del Ministro Claudio Scajola (attuale ministro per lo Sviluppo
Economico nel Governo in carica), venne istituita la tratta
Fiumicino - Villanova d’Albenga (terra nativa appunto di
Scajola) con il numero massimo di passeggeri 18.
Dimesso il ministro, fu’ dismessa la linea.
Ripristinato il ministero successivamente, fu’ ripristinato pure il
volo (in quel caso con Air One ma con soldi pubblici).
Il volo fu' soppresso di nuovo con la perdita delle elezioni e
oggi e' stato di nuovo riaperto con la vittoria della compagine
politica di Scajola.
Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, si decisero 2.600
prepensionamenti. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Poi arrivò Roberto Schisano, che diede un’altra strizzatina, e i
dipendenti scesero nel 1995 a 19.366.
Armato di buone intenzioni, Domenico Cempella nel 1996 li
portò a 18.850. Nel 1998 però erano già risaliti a 19.683.
L’anno dopo a 20.770 e nel 2001, l’anno dell’attentato alle
Torri gemelle di New York, si arrivò a 23.478.
Ci si stupì anche che per 14 anni, fino al 1999, fosse stato
tenuto in vita a Città del Messico, come denunciò l’Espresso, un
ufficio dell’Alitalia con 15 dipendenti, nonostante gli aerei
avessero smesso di atterrare lì nel lontano 1985. Come
meraviglia destò il fatto che gli equipaggi in transito a Venezia
venissero fatti alloggiare nel lussuoso “Hotel Des Bains del
Lido”, con trasferimento in motoscafo. O che per un intero anno
(il 2005) la compagnia avesse preso in affitto 600 stanze
d’albergo, quasi sempre vuote, nei dintorni dell’aeroporto, per gli
equipaggi composti da dipendenti con residenza a Roma ma
luogo di lavoro a Malpensa. Per non parlare della guerra sui
lettini per il riposo del personale di bordo montati sugli Jumbo, al
termine della quale 350 piloti portarono a casa una indennità di
1.800 euro al mese anche se il lettino loro ce l’avevano.
O dell’incredibile numero di dipendenti all’ufficio paghe del
personale navigante, che aveva raggiunto 89 unità. Incredibile
soltanto per chi non sa che gli stipendi arrivavano a contare 505
voci diverse. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando, di fatto, la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale
o spirituale della società.
Art. 36. Stralci dal Libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale
(su Facebook: Diego Pascale) – e-mail: info@publice.it
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e
qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla
famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Art. 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono
consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e
assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
Art. 54
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di
osservarne la Costituzione e le legg
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