giovedì 12 aprile 2012

Storia del Diabete

Luciano Gianazza - 14 luglio 2008
Tratto da www.arnoldehret.it/modules.php?name=News&file=article&sid=62

Nel 1880 alcuni scienziati tedeschi si domandarono quale fosse la funzione del pancreas in anatomia. Non trovarono niente di meglio che rimuovere il pancreas a un cane, per poi osservare cosa sarebbe successo al cane senza il pancreas.
Notarono che il suo livello di zucchero nel sangue salì in maniera incontrollabile. Quindi diedero il nome di diabete a una condizione in cui si riscontravano alti livelli di zucchero nel sangue, la cui causa fu attribuita a un pancreas che non funziona in modo appropriato. Quando in seguito si scoprì che l'insulina era l'agente causale nel controllo della glicemia, fu avviata una ricerca per isolarla e sintetizzarla.

Nel 1922, tre premi Nobel canadesi, Banting, Best e Macleod, riuscirono a salvare la vita di una ragazza di quattordici anni che aveva il diabete, mentre era ricoverata al General Hospital di Toronto, iniettandole insulina. La Eli Lilly si accaparrò la licenza per la produzione di questa nuova medicina miracolosa, e la comunità medica si crogiolò nella gloria del miracolo ottenuto. Per la prima volta il diabete, come malattia, poteva essere tenuto sotto controllo, seppure non curabile. A nessuno piacque l'idea che il paziente diabetico avrebbe dovuto prendere l'insulina ogni santo giorno della sua vita, ma l'idea divento accettabile come male minore rispetto a una morte ancor più prematura.

Tutto “andò bene” fino al 1933 quando emerse una nuova forma di diabete più resistente.
Questa informazione apparve in un documento presentato da Joslyn, Dublin e Marks e pubblicato nell'American Journal of Medical Sciences. Questo documento, Studi sul Diabete Mellito, metteva in guardia sull'emergere di una malattia a carattere epidemico che assomigliava molto al diabete dei primi anni '20, solo che non rispondeva al trattamento con la medicina miracolosa, l'insulina. Peggio ancora, a volte un trattamento con insulina uccideva il paziente. Questa nuova malattia diventò nota come diabete insulino-resistente perché era caratterizzata da un elevato il livello di zucchero nel sangue, sintomo di diabete, ma non rispondeva alla terapia con insulina.

Il diabete, che a cavallo del '900 aveva un'incidenza dello 0.0028% pro-capite, nel 1933 aveva raggiunto l'1% negli Stati Uniti fino a diventare una malattia sempre più riscontrata da un maggior numero di medici. Questa malattia era destinata a minare la salute di più della metà della popolazione americana e a farne diventare invalida, in maggior o minor misura, almeno il 20% entro il 1990.
Solo nel 1950, la comunità scientifica medica fu in grado di sviluppare metodi per eseguire test sierici dell'insulina. A seguito di questi test fu subito chiaro che questa nuova malattia non era il classico diabete, ma era caratterizzata da sufficienti, spesso eccessivamente alti livelli di insulina nel sangue. Il problema era che l'insulina appariva inefficace. Non riduceva i livelli di zucchero nel sangue. Ma dal momento che la malattia era conosciuta come diabete da quasi 20 anni, fu rinominata diabete di Tipo II. Questo per distinguerlo dal precedente diabete di Tipo I, causato da insufficiente produzione di insulina dal pancreas.

Nel 1949 trovandosi a fronteggiare quella che sembrava essere una grande epidemia di diabete insulino-resistente, la comunità medica si riorganizzò dando forma alle specialità mediche così come le conosciamo oggi. Così comparve il cardiologo, l'endocrinologo, l'allergologo, lo specialista in malattie intestinali, l'oncologo e tutti gli altri. Naturalmente ogni sintomo del diabete, diventò una singola malattia per suo conto. L'infarto, per esempio, che in precedenza stato spesso inteso come un sintomo del diabete, ora era diventato una malattia non collegata direttamente al diabete.
Diventò di moda dichiarare che il diabete "aumenta il rischio di malattie cardiovascolari." Il ruolo di un sistema fisiologico di controllo dello zucchero nel sangue inefficiente, come causa di infarto, fu oscurato.

Con questa nuova base per le diagnosi, ordini concorrenti di medici specialisti rapidamente riclassificarono gruppi di sintomi del diabete come appartenenti alla malattia di loro specifica competenza e iniziarono a trattare i sintomi che ritenevano appartenenti al proprio ramo specialistico. Dato che la causa della malattia è stata ampiamente ignorata, non si è fatto più alcuno vero sforzo per curare qualsiasi malattia.
Coerentemente con il nuovo paradigma medico, nessuno dei trattamenti offerti dal cardiologo, per esempio, effettivamente cura, è nemmeno s'intende che curi, la malattia "proprietaria", pertinente a quella specialità medica. Per esempio, gli anni di sopravvivenza pronosticati dopo un intervento chirurgico per un bypass spesso risultano poi essere effettivamente gli stessi per chi non si è sottoposto all'intervento. E questa è la linea seguita per il trattamento, e non per la cura, di ogni altra patologia.

Un anno più tardi, nel 1950, fu iniziata una ricerca per trovare un'altra medicina miracolosa per trattare i problemi del Diabete di tipo II
Questa nuova, ideale, medicina miracolosa, come l'insulina avrebbe dovuto:

- essere efficace, come l'insulina, nel ridurre evidenti sintomi dannosi della malattia;
- non essere efficace nella cura della patologia di base;
- essere poi necessario prenderla continuamente per il resto della vita del paziente;
- essere brevettabile, non essere un rimedio naturale perché questi non sono brevettabili;
- essere altamente redditizia per chi la fabbricasse e per la linea di distribuzione;
- essere sottoposta a richieste di approvazioni da parte dei governi;
- essere fornita obbligatoriamente solo dietro presentazione di ricetta medica per stimolare i medici a prescriverla.

I test richiesti per tali autorizzazioni avrebbero dovuto essere estremamente costosi per impedire ad altri farmaci non approvati di diventare competitivi.
In presenza di effetti collaterali indesiderabili, si sarebbe potuto sempre dire che la malattia è molto peggio degli effetti collaterali.
In caso di morte del paziente, abbiamo fatto del nostro meglio, ma era una malattia pericolosa.

Questa è l'origine del classico protocollo medico di "curare i sintomi". In questo modo, sia la casa farmaceutica che il medico possono prosperare nel mondo degli affari, e il paziente, pur non essendo guarito della sua malattia, a volte sarebbe temporaneamente sollevato da alcuni dei suoi sintomi. In aggiunta, farmaci naturali che effettivamente guarirebbero la malattia dovrebbero essere soppressi. Più efficaci sono, più dovrebbero essere soppressi e i loro fautori incarcerati come ciarlatani. Dopo tutto, non si può permettere che possano essere venduti dei rimedi naturali, efficaci nella cura delle malattie e non costosi, in un mercato di monopolio ad intensità di capitale specificatamente progettato per il trattamento di sintomi senza curare la malattia.

Spesso dei prodotti naturali hanno veramente curato più di una malattia. Per questo motivo il potere delle leggi è stato e viene utilizzato per rimuovere i rimedi naturali, spesso superiori, dal mercato dei farmaci, per rimuovere la parola "cura" dal vocabolario medico e per logorare completamente il concetto stesso di libero mercato negli affari in campo medico. Questo è il motivo per cui la parola "cura" è così energicamente soppressa con delle leggi. La FDA ha una vasta regolamentazione orwelliana che vieta l'uso della parola "cura" per descrivere qualsiasi sostanza o medicina naturale che sia in concorrenza con i farmaci di sintesi della medicina ortodossa. E' proprio perché molte sostanze naturali sono veramente efficaci nel curare e prevenire le malattie che la parola cura è diventata così terrificante per la comunità medico-farmaceutica ortodossa.

Il valore commerciale dei sintomi
Dopo che la politica di sviluppo dei farmaci fu ridisegnata per concentrarsi sul trattamento dei sintomi piuttosto che sulla cura delle malattie, si è reso necessario reinventare il modo in cui i farmaci vengono messi in commercio.
Deve essere chiaro che qualsiasi ente di qualsiasi altro paese occidentale che si occupa di regolamentare la produzione e distribuzione dei farmaci, integratori alimentari, protocolli medici, etichettatura dei prodotti, ecc. è l'esatta replica della FDA. Non hanno un pensiero proprio, ma riformano la regolamentazione, spesso solo la traducono, sul modello di quella della FDA, che è totalmente asservita alle case farmaceutiche, se si fa eccezione per qualche raro funzionario che comunque dura poco in carica.

Oggi, più della metà delle persone in America soffre di uno o più sintomi del diabete. E in Europa, incluso l'Italia, la percentuale è in aumento anche fra i bambini. Nei primi tempi, il diabete diventò ben noto ai medici come Diabete di tipo II, Diabete insulino-resistente, Insulino-resistenza, Esordio di diabete negli adulti o, più raramente, Iperinsulinemia. Secondo l'American Heart Association, quasi il 50% degli americani soffre di uno o più sintomi di questa malattia. Un terzo della popolazione degli Stati Uniti è patologicamente obesa, mentre la metà della popolazione è sovrappeso. Il diabete di tipo II ora sembra di routine nei bambini di sei anni. Molte malattie degenerative possono essere riconducibili a un fallimento del sistema endocrino. Questo era ben noto ai medici del 1930 come diabete insulino-resistente.

Si sa che il problema che sta alla base è lo sconvolgimento del sistema fisiologico di controllo dello zucchero causato da grassi e oli trattati industrialmente. E questi si trovano in quasi tutti i prodotti confezionati che trovi al supermercato. E' esacerbato e complicato dalla sistematica eliminazione degli enzimi, che farebbero rapidamente scadere il prodotto, e di altri nutrienti essenziali che il corpo ha bisogno per far fronte alle conseguenze metaboliche di questi veleni.
Ci sono enormi differenze fra un olio e un altro o un grasso e un altro. Alcuni sono sani e benefici, molti, comunemente in vendita nei supermercati, sono dei veleni. Per stabilire se sono di beneficio per la salute o meno la distinzione non va fatta fra saturi e insaturi, come l'industria dei grassi e degli oli industriali vorrebbe farci credere. Molti oli e grassi saturi sono estremamente benefici, molti oli insaturi sono molto velenosi. L'importante distinzione va fatta tra prodotti naturali e prodotti lavorati industrialmente.

Esiste molta disonestà nella pubblicità di grassi e oli industriali. L'industria alimentare mira a creare un mercato per gli oli spazzatura a basso costo come ad esempio olio soia, cotone e canola. Con un pubblico informato e consapevole, questi oli non avrebbero alcun mercato e in tutto il mondo ci sarebbe un numero molto minore, e non immagini quanto molto minore, di casi di diabete.

Alterazione degli stili di vita
Già nel 1901 furono fatti i primi tentativi di produrre generi alimentari con impianti automatici di produzione e confezionamento immaginando gli immensi profitti realizzabili. La maggior parte dei primi tentativi fallirono perché le persone erano intuitivamente sospettose riguardo a dei cibi che non fossero freschi come quelli che provenivano direttamente dalle aziende agricole e perché la tecnologia per la lavorazione era imperfetta. Con il progressivo aumento della prosperità economica in ogni classe sociale questi prodotti alimentari sospetti fecero dei lievi progressi. La Procter & Gamble che produceva e ancora produce Crisco, un grasso artificiale per fare il pane e prodotti da pasticceria, distribuì gratuitamente lattine da mezzo chilo di Crisco in un infruttuoso tentativo di conquistare la fiducia delle casalinghe americane affinché poi acquistassero il suo prodotto preferendolo allo strutto.

Quando la margarina fu introdotta negli Stati Uniti, gli stati con un elevato numero di industrie lattiero-casearie fecero un'accanita opposizione. Con l'avvento della Depressione del 1930, la margarina, Crisco e una serie di altri prodotti raffinati iniziarono a penetrare in maniera significativa nei mercati alimentari. Il supporto a favore dei prodotti lattiero-caseari in opposizione alla margarina si affievolì durante la seconda guerra mondiale, perché non c'era abbastanza burro per le esigenze sia dei civili che dei militari. A questo punto, l'industria lattiero-casearia, avendo perso molto supporto, semplicemente accettò una quota inferiore di mercato e si concentrò sulle forniture militari. Gli oli di semi di lino e di pesce, che erano comuni nei negozi e considerati beni necessari prima che la popolazione americana si ammalasse, scomparvero dagli scaffali. L'ultimo produttore di olio di semi di lino che serviva le grandi catene di distribuzione è stato Archer Daniels Midland, e ne ha interrotto la produzione e la fornitura nel 1950.

Più di recente, uno dei più importanti grassi salutari, è stato sottoposto ad una massiccia campagna di disinformazione dai media che lo hanno ritratto come un grasso saturo che provoca insufficienza cardiaca. Come risultato, è praticamente scomparso dagli scaffali dei supermercati. Quindi l'olio di cocco è stato rimosso dalla catena alimentare e sostituito dall'olio di soia, l'olio di semi di cotone e l'olio di canola. E' stato poco dopo questo riuscito blitz dei media che la popolazione degli Stati Uniti perse la "guerra dei grassi". Per molti anni, negli Stati Uniti l'olio di cocco è stato il più efficace agente di controllo dietetico del peso, al pari dell'olio crudo extra vergine d'oliva spremuto a freddo nei paesi mediterranei. La storia dell'ingegneria della trasformazione di quelli che una volta erano cibi sani corre esattamente parallela all'aumento dell'epidemia di diabete e iperinsulinemia che affligge gran parte del mondo. Un altro passo nella direzione della cura del diabete e di altre malattie è smettere di credere che i cibi pubblicizzati dai media siano sani e nutrienti.

Riferimenti:
Allen FM, M.D."Diabetes Mellitus.", Encyclopedia Americana, International Edition 1966 Vol 9 54-56
Brown JAC, M.B., B.Chir.,"Pears Medical Encyclopedia, Illustrated", London , England., Rainbird Reference Books Ltd. 1971
Erasmus U, "Fats that heal, Fats that kill.", Burnaby , BC Canada . Alive Books, 1996
Van Nostrands Scientific Encyclopedia, 8th Ed.
Trager J, "The Food Chronology", Henry Holt & Company. NY, NY. 1995

Questo è il primo di circa una ventina di altri articoli su questo argomento che verranno via via pubblicati e che nel loro insieme dimostrano che chi ha il diabete di tipo I o II potrebbe far sì che il suo corpo, e la sua mente, possano liberarsi di questa malattia. Ovviamente non aspettarti che il tuo medico sia d'accordo. I tempi di pubblicazione dipendono da quanto tempo potrò dedicare alla traduzione delle fonti e per creare articoli "purgati" dagli ostici termini medici per renderli facilmente accessibili a un pubblico profano. Se potrò attribuirmi un merito, sarà solo quello di aver reso accessibili queste informazioni alle persone a cui non fossero ancora arrivate, il merito del lavoro va a una persona che ha guarito se stessa dal diabete e ha deciso di condividere la sua esperienza e conoscenza libera dagli interessi particolari dell'industria del diabete. Tutti i dovuti credits verranno pubblicati alla fine della serie degli articoli.

La cura del diabete esiste ed è stata brevettata.
Questo particolare brevetto stabilisce:
"La combinazione dei componenti del medicinale induce una rigenerazione delle cellule del pancreas che poi inizia a produrre nuovamente l'insulina da solo. Dato che questa composizione ripristina le normali funzioni del pancreas, il trattamento può essere interrotto dopo un periodo di tempo, da un minimo di quattro mesi a un massimo di dodici ".

Purtroppo, questo eccellente lavoro non è stato continuato fino ad arrivare alla produzione di un farmaco disponibile per la vendita al pubblico. Il sospetto è che il motivo sia la mancanza di alcun incentivo finanziario per commercializzare una cura per una malattia che fornisce un lucroso e sicuro reddito con il business del suo perenne trattamento. Non è raro che dei brevetti vengano acquistati perchè nessuno possa poi realizzarli nella pratica, quando potrebbero minare interessi economici consolidati.
Come tutte le medicine che funzionano è un prodotto erboristico. E guarda caso, non aggiunge nulla, ma promuove una disintossicazione specifica

Ogni cura in realtà è disintossicazione. Non c'è nulla da curare, solo da disintossicare.

Un'ultima anticipazione:
Una proteina comunemente riscontrata nel latte vaccino, come è risultato da numerosi studi, ha dimostrato di essere corresponsabile per il diabete di tipo I. Più recentemente è stato riscontrato anche che le vaccinazioni infantili sono coinvolte seriamente come agente responsabile nel diabete di tipo I.

Ovviamente una dieta sana è il presupposto necessario, se non obbligatorio per non perpetuare il diabete, e la dieta ottimale per l'essere umano è quella descritta nel libro di Arnold Ehret, "Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco". Deve essere chiaro che nessuna persona che stia ricevendo trattamenti per il diabete deve pensare che vi sia un invito a sospenderli, fino a quando il suo pancreas non sia in grado di produrre insulina e/o il suo organismo sia in grado di utilizzare il glucosio e tutto quanto necessario per il corretto funzionamento delle funzioni degli organi interessati, comprovato da accurati esami medici oggettivi.

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Diabete di tipo I

Si pensa che il diabete di tipo I sia causato dal danneggiamento o dalla distruzione di cellule beta pancreatiche per una reazione autoimmune.
Le cellule beta sono le più numerose tra quelle presenti nel pancreas e secernono insulina.

A causa di una reazione errata del sistema immunitario l'organismo distrugge le proprie cellule beta. Questa risposta sbagliata avviene a causa della (presunta) presenza nel sangue di antigeni che l'organismo percepisce come una minaccia e che sono mimetizzate da sembrare cellule beta. Gli antigeni sono di solito proteine. Questo mimetismo è costituito da un rivestimento di proteine sull'antigene identico a quello delle cellule beta. Quindi, quando il corpo si mobilita per attaccare gli invasori dall'esterno, gli anticorpi sono programmati per identificarli tramite questo rivestimento. Quando questi anticorpi incontrano una cellula beta, la considerano un antigene per via dell'identico rivestimento e la distruggono.
A causa del modo in cui questa malattia opera, è importante non solo ripristinare le cellule pancreatiche beta, ma anche trattare qualsiasi composto antigene-anticorpo che possa essere ancora presente. Questo soprattutto per prevenire che possa ripetersi il conflitto antigene-anticorpo che fa precipitare la malattia.
Diversi agenti, come antigeni, sono coinvolti in questo danneggiamento delle cellule beta. Alcuni dei più prominenti sono vari virus come quelli che provocano gli orecchioni, il morbillo e la meningite asettica.
Una proteina comunemente riscontrata nel latte vaccino, come è risultato da numerosi studi, ha dimostrato di essere corresponsabile per il diabete di tipo I. Più recentemente è stato riscontrato anche che le vaccinazioni infantili sono coinvolte seriamente come agente responsabile nel diabete di tipo I.
Sia su Internet che in molte biblioteche universitarie e disponibile una vasta documentazione sul nesso di causalità di questi fenomeni. Purtroppo, molte di queste informazioni non sono più disponibili per un pubblico che ha perso interesse nel ricercarle da sé e di pensare autonomamente. Di conseguenza, una malattia che non dovrebbe avere più di una nota a piè di pagina nella storia, continua a sopravvivere come la più importante fonte di profitto per il diabete.

Per trattare qualsiasi forma di diabete è necessario fare tre cose:

1) Fare regredire la malattia.

2) Tenere manualmente sotto controllo lo zucchero nel sangue durante questo processo.

3) Riparare i danni collaterali a reni, occhi, arterie, ecc.

Sono disponibili le informazioni per realizzare tutti e tre gli obiettivi per i diabetici di tipo II. Queste informazioni sono state raccolte minuziosamente da materiale che copre quasi un secolo di ricerca.
Per il diabete di tipo I, queste informazioni sono in grado di realizzare il punto 2 e 3 della lista ma non il punto 1. Se applicate al tipo I, si otterrà un migliore controllo glicemico, meno delle incontrollabili oscillazioni di glucosio e di insulina che caratterizzano l'uso di insulina iniettabile e, di solito, minore quantità di insulina, ma non farà regredire questa malattia.
In questo articolo riassumo quello che è stato scoperto su questa malattia.

L'asserzione "Ora è disponibile una cura" per alcuni che hanno il diabete di tipo I è basata sul lavoro di ricerca svolto in India e poi in tutto il mondo e regolarmente pubblicato nel Journal of Ethnopharmacology a partire dal 1990 fino ad oggi. In questo lavoro, la rigenerazione di cellule beta del pancreas è stata chiaramente dimostrata, sia nei ratti di laboratorio che nell'uomo, dalla necessità significativamente ridotta di iniezioni di insulina e di migliore controllo glicemico. Un gran numero di erbe sono state esaminate in questi studi. Molte di queste hanno dimostrato di avere significativi effetti ipoglicemici e sembra che alcune migliorino le funzioni del pancreas ripristinando e rigenerando le cellule beta pancreatiche.

I risultati pubblicati di questo lavoro possono essere studiati nella locale biblioteca universitaria del Journal of Ethnopharmacology da chiunque abbia sufficiente interesse a farlo, basta ricordare di portare un buon dizionario medico per farsi strada nella giungla dei paroloni scientifici.
Negli Stati Uniti questi documenti possono essere ottenuti tramite il Loansom Doc Programma attraverso Il sito web è: Loansome Doc Program. Solo per curiosità, è complicato a meno che non si sia iscritti a biblioteche locali americane.
Una ricerca presso l'ufficio brevetti americano permetterà invece di trovare diversi brevetti sulla rigenerazione delle cellule beta pancreatiche. Per esempio, se vai alla pagina United States Patent and Trademark Office e nella prima maschera in alto a sinistra e inserisci il numero: 5886029 e poi clicchi "search" senza perderti a fare altro, troverai un brevetto dal titolo "Therapeutic/edible compositions comprising herbal ingredients and methods for treating hyperglycemia ". Non troverai il brevetto 5886029, ma uno simile in quanto è stato rimosso dal database, (immagina un po' perché...).

Nel brevetto 5886029 c'era questa asserzione:
"La combinazione dei componenti del medicinale induce una rigenerazione delle cellule del pancreas che poi inizia a produrre nuovamente l'insulina da solo. Dato che questa composizione ripristina le normali funzioni del pancreas, il trattamento può essere interrotto dopo un periodo di tempo, da un minimo di quattro mesi a un massimo di dodici ".

Nel marzo 2005, la Dott. ssa Denise Faustman, insieme ad una fondazione sostenuta e finanziata da Lee Iacocca, la cui moglie è morta a causa di complicazioni del diabete, ha annunciato un importante scoperta per trattare il diabete di tipo I.
Ritengo però che, anche se ha perso la moglie a causa del diabete, Iacocca non riuscirà a vedere le cose da un punto di vista diverso da quello da dove ha guardato per decenni, quello del vertice delle multinazionali, e che non sarà mai libero dal condizionamento a cui inevitabilmente si rimane soggetti avendo avuto i più alti incarichi in quegli ambienti, presupposto necessario per ottenere risultati conclusivi e non dipendenti dalla logica e prassi del mercato di monopolio ad intensità di capitale. Puoi comunque trovare alcuni dettagli qui: The Iacocca Foundation

Dall'inizio della riorganizzazione della comunità medica nel 1949, la parola cura è stata bandita ovunque ad eccezione che durante le campagne per la raccolta di fondi. Se hai il minimo dubbio su questo, menziona la parola cura, intesa come guarigione completa, al tuo medico e vedrai come reagisce. Oggi è politicamente corretto il trattamento, ma non la cura della malattia.
E questo vale per qualsiasi malattia.
Questo è quanto riporta una persona che si è liberata dal diabete e che è il principale protagonista in questo articolo :
"Ho incontrato questa stessa mentalità irrazionale quando ho contratto un grave caso di diabete di tipo II, alcuni anni fa. Se avessi accettato la prognosi del mio medico come inevitabile, sarei già morto a causa di questa malattia già da molto tempo. Quello che è avvenuto invece, esercitando le mie proprie facoltà e in disaccordo con i consigli dei miei dottori, ho invertito completamente il mio diabete di tipo II e, all'età di 75, sono in perfetta salute."

Ciò che è necessario è che qualcuno, non connesso all'industria del diabete e non guidato dal solo profitto indiscriminato, svolga una approfondita ricerca attraverso il materiale scientifico sui trattamenti erboristici del diabete di tipo I e poi rendere pubbliche le informazioni. C'è un alto numero di probabilità che rimedi a base di piante possano essere scoperti in questo modo che siano in grado di ristabilire pienamente la funzione delle cellule beta pancreatiche e quindi curare anche il diabete di tipo I.
Aspettarsi che l'industria del diabete distrugga se stessa finanziariamente sradicando una malattia che costituisce la loro unica fonte di reddito non ha alcun senso. Ovviamente non lo faranno mai. Se una cura davvero efficace venisse scoperta, e credo che sia già stata scoperta e tenuta ben nascosta, verrà soppressa dall'industria del diabete per questione di necessità aziendali.

Questo è quanto ho trovato riguardo alla cura del diabete di tipo I. Sarebbe più corretto dire che ci sono delle possibilità che possa essere curato ma che non è ancora una certezza
Sono sempre stato dell'idea che non esista nulla che non possa essere fatto, se non a causa delle nostre proprie limitazioni. E, dopo aver sbagliato molte volte in varie situazioni della vita, ho realizzato che quanto possa essere difficile risolvere un problema dipende dai metodi utilizzati, dagli strumenti a disposizione (e fra gli strumenti è necessario includere una mente sgombra da preconcetti, credenze, disinformazione e coinvolgimenti in interessi che potrebbero essere minati una volta scoperta la verità) e dalla conoscenza della causa del problema.
La causa del problema può essere trovata solo se si conoscono i processi coinvolti nell'intera scena ideale, cioè come sarebbe la scena perfetta emendata dal problema, e se si hanno tutte le informazioni delle interferenze nella scena ideale che l'hanno resa appunto problematica.

Consideriamo un motore di un ciclomotore a due tempi, (adoro fare gli esempi con i motori, hanno parecchie analogie con il motore umano), cioè un motore alimentato non dalla sola benzina ma da una miscela di olio e benzina, che viene portato continuamente dal meccanico perchè "non funziona bene", si ferma per la strada, fa fatica a partire, ecc. Se il meccanico ha tutti i requisiti necessari per riportare in quel contesto la scena ideale, cioè un motore liberato da ogni arbitrario introdotto nel suo funzionamento corretto, curerà il motorino.
Se non sa che cosa sta causando alla candela e alla testata d'incrostarsi ogni due o tre giorni, si limiterà a pulire quelle parti, beneficiando la sua economia a discapito di quella del malcapitato, senza mai risolvere il problema, che potrebbe essere che fa una miscela della benzina troppo "grassa" o usa l'olio recuperato quando cambia quello della macchina, magari per risparmiare...

Avrai notato quella parte del testo dell'articolo in un riquadro verde, e ti sarai chiesto che cosa volessi evidenziare. Leggendo il contenuto potrai notare che la persona che ha cercato di trovare delle risposte per risolvere il diabete di tipo 1 ha dovuto affermare:
Per il diabete di tipo I, queste informazioni sono in grado di realizzare il punto 2 e 3 della lista ma non il punto 1
Non ha potuto rispondere positivamente al punto 1 perché l'approccio della sua ricerca di informazioni è stato fatto mantenendo il punto di vista della scienza ortodossa e in quel riquadro il contenuto puzza tremendamente di teoria dei germi, e vedo che si arrampicano sui vetri per cercare di dare una spiegazione (fantasiosa) del motivo per cui l'organismo va a caccia delle sue cellule per ucciderle.

Devo ringraziare Arnold Ehret e non potrà che ringraziarlo chi si libererà del diabete di tipo 1, perché se avverrà sarà anche grazie alla conoscenza che ci ha trasmesso nel suo libro il "Sistema di Guarigione della Dieta senza Muco".
Se hai compreso i fondamenti del suo insegnamento, saprai che non c'è alcun microrganismo che causi qualsivoglia malattia, ma che questi producono i sintomi di cui si lamenta il paziente mentre ripuliscono l'organismo da scorie e tossine presenti.
In pratica: "No muco, no party!"

Inoltre l'asserzione che il sistema immunitario scambi le cellule beta del pancreas per dei fantomatici antigeni è una teoria bislacca. Il sistema immunitario non è un imbecille.

E' molto probabile che attacchi sì le cellule beta, ma quando queste sono intimamente rivestite, questa essendo una condizione patologica, da del materiale di un tipo o di un altro, proteico o meno.
Potrebbe sembrare che si confondi, in realtà è interessato a distruggere il solo rivestimento, ma essendo quest'ultimo troppo coeso con la cellula, non può evitare di distruggere anche la cellula, perché non farlo sarebbe ancora più dannoso che lasciare marcire delle cellule con la pompa sodio/potassio "incollata", bloccata e non funzionante. Le cellule beta liberate da quel "rivestimento" colloso riprenderebbero a funzionare e renderebbero possibile quanto indicato nel punto 1, Fare regredire la malattia.

Le cure erboristiche non potranno ottenere risultati definitivi se il concetto applicato nell'usarle è quello della medicina allopatica, e cioè sopprimere i sintomi, anche se potrebbero non far manifestare degli effetti collaterali.
E dato che la causa di qualsiasi malattia del corpo, per quanto possa essere rafforzata da stati disarmonici mentali e spirituali, è la costipazione dei vari sistemi da parte di tossine e muco, nel significato più ampio del termine, le erbe che potrebbero essere veramente utili sono quelle che hanno caratteristiche disintossicanti che facilitano l'espulsione delle tossine e del muco. Oltre alla dieta senza muco, che lentamente rigenerando l'intero organismo, riporta l'essere umano nel suo stato originario che gli spetta di diritto.

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