Adolf Hitler, epigono del
crimine di Stato, sapeva maneggiare la comunicazione in maniera
esemplare; non a caso una delle massime che ci ha tramandato – grazie anche a
Goebbels probabilmente - è la seguente: “Tutta la propaganda
deve essere popolare ed il suo livello intellettuale deve essere regolato
sull’intelligenza più limitata tra coloro verso cui è diretta”. Questa
settimana, sono apparse tre notizie su tutti i media (compreso il web) che hanno
attirato la mia attenzione:
1- Un italiano su
due, ritiene inaccettabile la lotta contro l’evasione messa in atto dal Fisco e
dal governo;
2- Cresce
l’evasione fiscale, riguarda tutte le categorie, ma in testa alla classifica -
stilata nel “rapporto Eures” 2012 – ci sono gli insegnanti;
3- Sette italiani
su dieci – secondo lo stesso rapporto dell’Eures – sono favorevoli alla galera
per gli evasori fiscali.
Appare fin troppo evidente
che i numeri di cui sopra sono quantomeno bizzarri e contraddittori,
dato che dalle risposte riportate si evince che il cittadino che evade il fisco,
ritiene al contempo che lui stesso dovrebbe finire in gattabuia. Roba da paese
schizofrenico, da Italia del XXI° secolo insomma. Eppure, una spiegazione logica
all’incoerenza delle tre risposte citate esiste: il condizionamento mediatico,
la propaganda per essere più chiari, messa in atto dall’esecutivo e dai suoi
leccapiedi della comunicazione, relativamente all’evasione fiscale, ha
trasformato il “cittadino moderno” in un delatore degno dei tempi
dell’inquisizione, in particolare della “caccia alle streghe”, dove l’isteria
collettiva conduce alla ricerca di capri espiatori ai quali affibbiare ogni
colpa.
Avrete notato, immagino, la
folle tendenza, che ha preso piede soprattutto con Monti, a considerare
la crisi economica appena iniziata come la conseguenza del comportamento
dell’evasore fiscale. Ebbene, c’è un fatto, noto a molti, che è quello delle
Streghe di Salem, che mi pare quantomai azzeccato per una corretta esegesi delle
tre affermazioni riportate poc’anzi.
Riporto dal libro di Hill
Frances: “Salem [Village] era un paesino del
Massachussets, e fu interessato nel diciassettesimo secolo dal più famoso caso
di isteria di gruppo legato alla stregoneria che ebbe mai colpito una comunità
così piccola. Cominciò tutto quando due ragazzine adolescenti (pare) fecero una
divinazione con l’uovo durante il solstizio d’estate. Queste due ragazzine erano
Abigail Williams e Betty Parris. La prima figlia tra l’altro di un reverendo
protestante. In seguito cominciarono a mostrare comportamenti bizzarri e il
medico del paese fece il primo passo a definire il maleficio come una
possibilità. Quando fu pronunciata la parola “possessione” le due ragazze
cominciarono a dare segni di isteria totale e dopo di loro anche altre due
ragazze: Ann Putnam ed Beth Hubbard. Vennero così accusate una serva, una
mendicante e un’anziana donna. Le ragazze additavano le persone ai margini della
società e queste venivano interrogate, torturate e infine uccise. La cosa dilagò
sempre di più. Finché vennero impiccate diciannove persone accusate per
stregoneria, e uno venne sepolto vivo per aver rifiutato di parlare e oltre
cinquanta tra uomini, donne e ragazzini furono torturati. 150 furono sospettati.
L’isteria dilagò anche nei paesi vicini finché non venne fermata dal governatore
stesso per via dei reverendi degli altri paesi che vedevano decimata la
popolazione dei paesi a causa di una isteria. La caccia alle streghe era
cominciata”.
I processi sommari in quel
di Salem, che risalgono alla fine del 1600, durarono qualche mese,
sull’onda del fanatismo globale, dell’accusa fatta tramite delazione e, in
taluni casi, sotto tortura. Paul Boyer, in merito alle accuse che venivano mosse
alle “possedute”, scrisse: “Durante i processi ci furono molte
testimonianze di persone che ne accusarono un’altra di stregoneria raccontando
che quest’ultima gli era apparsa in sogno e in circostanze simili per predire
sciagure e tragedie. Verificare la veridicità di questo genere di testimonianze
era praticamente impossibile: una visione infatti è un’esperienza visibile solo
alla persona a cui è destinata. Ciò nonostante esse furono tenute in grande
considerazione dai giudici”.
Torniamo a noi, all’anno
di grazia 2012. Provate a fare un esperimento e sostituite alla parola
strega quella di evasore ed eccoci catapultati in un batter d’occhio ai giorni
nostri, nell’Italia dei Napolitano’s, dove l’evasione fiscale – in un paese
preso da un’isteria collettiva – è sinonimo di stregoneria, dove i testimoni di
Salem sono i delatori fiscali di oggi (quelli che si vantano di segnalare in
Internet chi non richiede lo scontrino), dove i giudici sono le Fiamme Gialle e
gli Equitalioti che, facendo leva sull’immorale clausola del “solve et repete”
(paga e taci e dimostrami tu di non essere colpevole) mettono spalle al muro
intere categorie di produttori e lavoratori (finanche uccidendoli), con il
sostegno di una stampa infame e complice, sempre pronta a titolare che è stato
scoperto un qualche furbetto milionario che non ha pagato le tasse, ma che si
dimentica – successivamente – di usare gli stessi caratteri cubitali per
ricordare ai suoi lettori che quel “furbetto” è stato prosciolto in giudizio per
non aver commesso alcun reato (un caso su tutti è quello dello stilista Bikkembergs, leggetevelo).
Hayek spiegava:
“Chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini”. Il
martellante, odioso, ipocrita e banditesco mantra contro chi cerca di difendere
il frutto del proprio lavoro – implementato ad hoc per coprire le colpe dello
Stato e delle sue canaglie che lo governano (dai cinghialoni ai maialoni e dai
Fiorito ai Saggese) – è l’ennesima riprova del tentativo del potere di “metterci
tutti contro tutti”, facendo leva sul più bieco dei sentimenti umani: l’invidia,
che per ridirla con Hitler, appartiene “alle intelligenze più limitate” fra i
milioni di adulatori della democrazia.
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