"Esito dell'interpellanza su IREN e lo shopping a Torino: una società orpello del Partito creata e gestita negli interessi di bottega e non nell'interesse dei cittadini.
Una società come IREN con 3 miliardi di euro di debiti, problemi di liquidità, investimenti a rischio per scelte sbagliate si compra a Torino un pezzo minoritario della società dei rifiuti e un forno inceneritore, per la modica cifra di 180 milioni di euro?
La risposta dell'Assessore Spadoni e' stata: Iren gode di una salute migliore rispetto a qualche mese fa, compra impianti ed asset nei rifiuti a Torino perché se ne occupa già in Emilia, sta cercando di stringere accordi con F2i e Cassa Depositi e Prestiti. In pratica nessuna evidenza che questo investimento sia meglio di un altro: perché comprare a Torino e non in una qualunque città d'Italia? Iren cosa fa, anticipa l'impegno finanziario per conto di altri, alzando di nuovo quel poco di debito che aveva ridotto? No. Sono i soldi che servono a Torino, il Comune più indebitato d'Italia, per non fallire. Comune da sempre gestito dal PD. Il Comune di Torino ha un debito incancrenito di 260 milioni di euro in bollette elettriche nei confronti di IREN: non si è mai visto nella storia un debitore così miracolato dal suo creditore, tanto da incassare invece di pagare! Così come non si è mai vista nella storia una società che fa causa ad uno dei suoi principali soci, quello che ha fatto IREN nei confronti del Comune di Parma per lo stop al cantiere del forno di Ugozzolo. Ma in quel caso l'amministrazione non è amica, lì governa il MoVimento 5 Stelle.
IREN dice che fare causa contro Parma era un atto dovuto perché gli azionisti potrebbero rivalersi contro la società per le perdite accumulate nello stop. E noi chiediamo: gli azionisti potrebbero rivalersi contro IREN anche perché acquista da Torino per 180 milioni mentre pende un debito da 260? Due pesi due misure!
Tutto questo gestito da un apparato di riciclati della politica, ex Pd o ex Ds ed ex Margherita riciclati:ex assessore Lino Zanichelli Cda Enia Acqua Gas, ex consigliere regionale Gianluca Borghi Iren Ambiente spa, l'ex assessore di Piacenza Elefanti nel cda, ex consigliere Eugenio Bertolini in Iren Emilia, l'ex sindaco di Quattro Castella Cesare Beggi con un incarico per i rapporti con gli enti locali, fino a pochi giorni fa il presidente di FSU , la scatola cinese che contiene le quote Iren di Torino e di Genova , era il notaio Angelo Chianale, verbalizzatore di riferimento di tutta la Torino bene insieme alla moglie, il notaio Francesca Cilluffo, parlamentare PD. Chianale si è dimesso dopo aver presieduto ad una mega transazione immobiliare di IREN a Torino.
E allora tagliamo la testa al toro: a questo punto quotate il PD in Borsa! Cari Delrio e compagni. Se volete fare i vostri giochi, mettete sul tavolo i contributi elettorali con cui i vostri apparati si ingrassano, quotate a Piazza Affari piadine e gnocco fritto delle vostre Feste milionarie, provate a vendere i debiti della Margherita e dei DS, valorizzate le belle facce dei vostri politici e datevi agli spot televisivi, se qualcuno vi vuole. Ma non fatelo sulla pelle della gente e sui beni pubblici costruiti da generazioni di cittadini." Matteo Olivieri,
Ps. Il 22 settembre ci sarà un incontro pubblico a Parma a cui parteciperò. Avrà inizio alle 14 e terminerà alle 18 in piazza della Pace. Il tema di cui si tratterà è "Dies Iren - La fine degli inceneritori".
Postato il 19 Settembre 2012 alle 13:14 in Informazione | Scrivi | Ascolta | Stampa
Commenti (75) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
| |
Tags: comune fallito, debito, IREN, M5S Reggio Emilia, Matteo Olivieri, MoVimento 5 Stelle, Parma, PD, Torino
| |
Questa denuncia di Federico Tulli sugli abusi a dei minori sordomuti non è uno scoop. I fatti sono già stati oggetto di numerose lettere ai giornali, al Vaticano e persino citati in una proposta parlamentare di Maurizio Turco, Farina Coscioni e altri il 15 dicembre del 2010. Sulla vicenda c'è però un silenzio irreale, tranne pochissime eccezioni come l'Espresso. Dopo aver letto l'articolo sono rabbrividito. Non ho parole. Questi orrori non devono più succedere.
Testo di Federico Tulli, giornalista
"Masturbazioni, sodomizzazioni, rapporti orali forzosi. Tra le mura dell’Istituto religioso per bambini e bambine sordomuti “Antonio Provolo” di Verona, dagli anni Cinquanta fino al 1984 si è consumata una agghiacciante vicenda criminale ai danni di circa 40 giovani ospiti, di cui ancora oggi troppo poco si parla. Fondato nel 1830 da don Antonio Provolo, l'istituto è stato considerato per decenni tra i più rinomati centri a livello internazionale nel campo dell'educazione scolastica per minori sordomuti. Una fama crollata miseramente nel giro di qualche anno quando a poco a poco la forza vitale delle vittime è riuscita ad aprire delle crepe sempre più ampie nel muro dell'omertà dietro cui la Curia veronese ha tentato di celare gli abusi compiuti nei loro confronti da alcuni sacerdoti e fratelli laici dipendenti dell'Istituto. Dopo aver tentato per anni, inutilmente, di ottenere ascolto prima ancora che giustizia dalla diocesi locale, in particolare dal vescovo Giuseppe Carraro (deceduto nel 1981), e cozzando contro la prescrizione del reato stabilita dalla legge sia italiana che vaticana, una quindicina di vittime più forti psicologicamente, ha deciso di cambiare strategia e denunciare pubblicamente la vicenda sui media nazionali. Era l'inizio del 2009 e la loro storia ebbe anche un discreto risalto. È dovuto però passare ancora un anno prima che il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, si decidesse ad accogliere una delegazione degli ex studenti abusati. Una scelta obbligata, quasi sofferta quella di Zenti, maturata sulla scia delle nuove indicazioni che giungevano dalla Santa Sede. Si era infatti nel pieno dell'onda lunga di indignazione popolare montata durante la prima metà del 2010 in seguito all'impressionante serie di scandali pedofili che via via venivano alla luce dagli istituti religiosi cattolici di mezza Europa, isole comprese. Dopo infinite trattative col vescovo, le vittime ottennero - per la prima e unica volta in Italia - l'istituzione di una commissione curiale presieduta da un laico, che accertasse la veridicità delle loro denunce. La commissione, incaricata dal Vaticano e guidata dall’ex presidente del Tribunale di Verona, Mario Sannite, ha finito il proprio lavoro a febbraio 2011, dopo aver raccolto e videoregistrato le testimonianze sia delle vittime che di sacerdoti e fratelli laici presenti nell’Istituto all’epoca dei fatti contestati. È passato un anno e mezzo, che ne è dei risultati di quella inchiesta? Ancora oggi le vittime, riunite nell'associazione sordi Provolo, attendono di conoscere le conclusioni come convenuto con le autorità vaticane. Di certo si sa che la documentazione fu consegnata dopo pochi mesi a monsignor Giampietro Mazzoni, il magistrato del Tribunale ecclesiastico della diocesi di Verona. Ma nessuno dei testimoni è stato informato o ha ricevuto una copia della sua audizione. Eppure qualcosa è già trapelato e ha del clamoroso. Intervistato a Matrix su Canale 5 il 24 maggio 2011, il presidente Sannite, dichiarò che «almeno tre, tra sacerdoti e fratelli laici, hanno ammesso gli abusi». Da allora più nulla. Non un cenno, non una comunicazione. Niente. Un'omertà totale da parte di Mazzoni che nemmeno i proverbiali tempi biblici della Chiesa possono ormai più giustificare.
Testimonianze (espandi | comprimi)
«Guarda là! Quella finestra, che s’affaccia verso il cortile interno, un po’ stretta ma alta con un muro divisorio dove ci sono i gabinetti … non lo vedi all’interno lo sciacquone?» «Si è lì, e allora?». «È lì che dopo essere stato violentato ...
Non è ancora dato di conoscere i risultati della commissione curiale sul Provolo, ma testimonianze come quella di Bosoli, tutte in grado di descrivere dettagliatamente la stanza del vescovo, hanno provocato nel 2011 il blocco della procedura di beatificazione di Giuseppe Carraro, il vescovo di Verona al tempo dei crimini." Federico Tulli, giornalista, autore nel 2010 del saggio “Chiesa e pedofilia” edito da L'Asino d'Oro
Proposta di legge di Maurizio Turco per l'istituzione della Giornata della memoria
Lettera al Papa, a Bertone e Bagnasco in cui le vittime del Provolo chiedono la sconsacrazione dei luoghi in cui sono avvenute le violenze
Lettera ai principali quotidiani locali e nazionali
Commenti (75) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
Tags: comune fallito, debito, IREN, M5S Reggio Emilia, Matteo Olivieri, MoVimento 5 Stelle, Parma, PD, Torino
L'Istituto Antonio Provolo
Questa denuncia di Federico Tulli sugli abusi a dei minori sordomuti non è uno scoop. I fatti sono già stati oggetto di numerose lettere ai giornali, al Vaticano e persino citati in una proposta parlamentare di Maurizio Turco, Farina Coscioni e altri il 15 dicembre del 2010. Sulla vicenda c'è però un silenzio irreale, tranne pochissime eccezioni come l'Espresso. Dopo aver letto l'articolo sono rabbrividito. Non ho parole. Questi orrori non devono più succedere.
Testo di Federico Tulli, giornalista
"Masturbazioni, sodomizzazioni, rapporti orali forzosi. Tra le mura dell’Istituto religioso per bambini e bambine sordomuti “Antonio Provolo” di Verona, dagli anni Cinquanta fino al 1984 si è consumata una agghiacciante vicenda criminale ai danni di circa 40 giovani ospiti, di cui ancora oggi troppo poco si parla. Fondato nel 1830 da don Antonio Provolo, l'istituto è stato considerato per decenni tra i più rinomati centri a livello internazionale nel campo dell'educazione scolastica per minori sordomuti. Una fama crollata miseramente nel giro di qualche anno quando a poco a poco la forza vitale delle vittime è riuscita ad aprire delle crepe sempre più ampie nel muro dell'omertà dietro cui la Curia veronese ha tentato di celare gli abusi compiuti nei loro confronti da alcuni sacerdoti e fratelli laici dipendenti dell'Istituto. Dopo aver tentato per anni, inutilmente, di ottenere ascolto prima ancora che giustizia dalla diocesi locale, in particolare dal vescovo Giuseppe Carraro (deceduto nel 1981), e cozzando contro la prescrizione del reato stabilita dalla legge sia italiana che vaticana, una quindicina di vittime più forti psicologicamente, ha deciso di cambiare strategia e denunciare pubblicamente la vicenda sui media nazionali. Era l'inizio del 2009 e la loro storia ebbe anche un discreto risalto. È dovuto però passare ancora un anno prima che il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, si decidesse ad accogliere una delegazione degli ex studenti abusati. Una scelta obbligata, quasi sofferta quella di Zenti, maturata sulla scia delle nuove indicazioni che giungevano dalla Santa Sede. Si era infatti nel pieno dell'onda lunga di indignazione popolare montata durante la prima metà del 2010 in seguito all'impressionante serie di scandali pedofili che via via venivano alla luce dagli istituti religiosi cattolici di mezza Europa, isole comprese. Dopo infinite trattative col vescovo, le vittime ottennero - per la prima e unica volta in Italia - l'istituzione di una commissione curiale presieduta da un laico, che accertasse la veridicità delle loro denunce. La commissione, incaricata dal Vaticano e guidata dall’ex presidente del Tribunale di Verona, Mario Sannite, ha finito il proprio lavoro a febbraio 2011, dopo aver raccolto e videoregistrato le testimonianze sia delle vittime che di sacerdoti e fratelli laici presenti nell’Istituto all’epoca dei fatti contestati. È passato un anno e mezzo, che ne è dei risultati di quella inchiesta? Ancora oggi le vittime, riunite nell'associazione sordi Provolo, attendono di conoscere le conclusioni come convenuto con le autorità vaticane. Di certo si sa che la documentazione fu consegnata dopo pochi mesi a monsignor Giampietro Mazzoni, il magistrato del Tribunale ecclesiastico della diocesi di Verona. Ma nessuno dei testimoni è stato informato o ha ricevuto una copia della sua audizione. Eppure qualcosa è già trapelato e ha del clamoroso. Intervistato a Matrix su Canale 5 il 24 maggio 2011, il presidente Sannite, dichiarò che «almeno tre, tra sacerdoti e fratelli laici, hanno ammesso gli abusi». Da allora più nulla. Non un cenno, non una comunicazione. Niente. Un'omertà totale da parte di Mazzoni che nemmeno i proverbiali tempi biblici della Chiesa possono ormai più giustificare.
Testimonianze (espandi | comprimi)
«Guarda là! Quella finestra, che s’affaccia verso il cortile interno, un po’ stretta ma alta con un muro divisorio dove ci sono i gabinetti … non lo vedi all’interno lo sciacquone?» «Si è lì, e allora?». «È lì che dopo essere stato violentato ...
Non è ancora dato di conoscere i risultati della commissione curiale sul Provolo, ma testimonianze come quella di Bosoli, tutte in grado di descrivere dettagliatamente la stanza del vescovo, hanno provocato nel 2011 il blocco della procedura di beatificazione di Giuseppe Carraro, il vescovo di Verona al tempo dei crimini." Federico Tulli, giornalista, autore nel 2010 del saggio “Chiesa e pedofilia” edito da L'Asino d'Oro
Proposta di legge di Maurizio Turco per l'istituzione della Giornata della memoria
Lettera al Papa, a Bertone e Bagnasco in cui le vittime del Provolo chiedono la sconsacrazione dei luoghi in cui sono avvenute le violenze
Lettera ai principali quotidiani locali e nazionali
Chiesa e pedofilia. di Federico TulliUn'approfondita inchiesta su un crimine che attraversa indisturbato 20 secoli di storia, un'originale indagine sul pensiero all'origine della violenza nei confronti dei bambini.
Postato il 18 Settembre 2012 alle 14:30 in Informazione | Scrivi | Ascolta | Stampa
Commenti (615) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
| |
Tags: abuso minori, Antonio Provolo, bambini, chiesa e pedofilia, Federico Tulli, Gianni Bosoli, Giuseppe Carraro, Mario Sannite, pedofilia chiesa cattolica, pedofilia clericale, preti pedofili, Santa sede, sordomuti, Verona
| |
Il Passaparola di Erri De Luca, scrittore
Mi chiamo Erri Deluca e saluto gli amici del Blog di Beppe Grillo.
L’argomento della perdita di significato e di peso della parola mi riguarda, perché sono uno che traffica con la scrittura e quindi più che perdita di senso della parola credo che nei nostri tempi ci sia una perdita di responsabilità della parola e cioè la parola è diventata prevalentemente pubblicitaria, cioè deve servire in quel momento esaltare il proprio argomento e il proprio prodotto, ma poi non porta a nessuna responsabilità, se afferma il falso e può essere smentita in ogni momento, anche successivamente, la parola pubblica senza che chi la abbia pronunciata falsa ne subisca le conseguenze. Uno può dire una qualunque affermazione senza bisogno di verificarla, di controllarla, anzi sapendo anche che è imprecisa, usando e spacciando un vocabolario falso, senza che se ne porti discredito alla sua carriera e autorità.
C’è una perdita di responsabilità della parola.
Faccio un esempio: quando i nostri governanti parlano di ondate migratorie usano deliberatamente un vocabolo abusivo, quello di ondata, ma suggestivo. Perché se si tratta di ondate, la parola stessa suggerisce che una terraferma dalle ondate si debba difendere con barriere, scogliere, dighe, non è così! Non sono ondate, si tratta invece di flussi. Se li chiamiamo propriamente flussi non troviamo più l’immagine che li voglia strozzare, impedire, bloccare. I flussi, si tratta propriamente di questi, di flussi di nuova energia, di nuova vita, di nuove forze, che vengono a rinforzare le fibre di una comunità nazionale come la nostra, che è invecchiata, che produce poco lavoro manuale, che non si piega al lavoro manuale, facilmente e che quindi utilizza milioni di braccia che vengono dal sud e est del mondo.
Utilizza a suo profitto milioni di queste braccia che non sono state invitate, sono stati appunto flussi che hanno rinnovato e rinnovano le energie e l'economia di questo paese, ma appunto i poteri spacciano vocabolario falso e allora uno che è tenuto a usare con proprietà il proprio dizionario cerca di contraddire e di ribadire una versione diversa, una versione più appropriata della parola che riguarda per esempio i flussi migratori.
Il fatto che la parola sia così priva di responsabilità però ha un vantaggio, dal mio punto di vista, perché c’è una grande curiosità e un rinnovato interesse per l’uso di una parola non pubblicitaria, non politica, non economica, per l’uso di una parola narrativa. Mi capita di andare in giro per dei festival di narrativa, di letteratura, di parola, anche di parola ragionata, come il festival della mente di Sarzana, ecco, viene da andare in giro in queste località, dove si inaugurano degli incontri pubblici tra narratori, parlatori e persone venute ad ascoltare e questi incontri sono gremiti, sono affollati.
C’è una domanda di parole consistenti, che portino responsabilità e non siano solo di semplice comunicazione, che facciano avvenire uno scambio tra le persone che parlano e quelle che ascoltano. Comunque anche se siamo in tempi ciarlatani c’è uno spazio, una domanda, per la parola, per la parola giusta, per la parola esatta, per quella che coinvolge, e io credo che la nuova gioventù di questo paese oltre che sentirne il bisogno riesce a trovare anche applicazione e a trovare gusto per questo nuovo tipo di parola.
Cerchiamo di difendere la nostra integrità di persone anche attraverso il linguaggio, usando quello appropriato, il linguaggio più giusto, c’è una giustizia nelle parole, o una ingiustizia, che dobbiamo riconoscere e dobbiamo rivendicare.
La faccenda è che uno si impadronisce del proprio vocabolario a forza di leggere, di leggere tanto, a me è capitato così, fino da ragazzino, di imbottirmi la testa e anche di soffocare un po’ del mio tempo libero, buona parte di questo, leggendo, leggendo e straleggendo, e questo mi ha dato un diritto di cittadinanza dentro la lingua.
Non sono un cliente della lingua, non mi faccio mettere in bocca le parole dall’imbonitore di turno, ma sono il proprietario della mia lingua, il residente della mia lingua e dunque ho una forza maggiore di protezioni, ho anticorpi in più grazie al fatto che ho letto un sacco.
E allora il mio consiglio unico e possibile è quello di appassionarsi di lettura e non far passare nessun giorno senza questa compagnia. Io sono uno che ha avuto fortuna con i libri grazie a questo sistema di passaparola, uno che ha letto una mia pagina, un mio libro, un mio racconto, poi l’ha consigliato agli altri, ecco, il sistema di passaparola, questo meccanismo magnifico, orizzontale, da persona a persona, è il più efficace strumento di comunicazione che abbiamo. Passaparola!
Commenti (615) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
Tags: abuso minori, Antonio Provolo, bambini, chiesa e pedofilia, Federico Tulli, Gianni Bosoli, Giuseppe Carraro, Mario Sannite, pedofilia chiesa cattolica, pedofilia clericale, preti pedofili, Santa sede, sordomuti, Verona
Passaparola - La perdita delle parole - Erri De Luca
Il Passaparola di Erri De Luca, scrittore
Mi chiamo Erri Deluca e saluto gli amici del Blog di Beppe Grillo.
L’argomento della perdita di significato e di peso della parola mi riguarda, perché sono uno che traffica con la scrittura e quindi più che perdita di senso della parola credo che nei nostri tempi ci sia una perdita di responsabilità della parola e cioè la parola è diventata prevalentemente pubblicitaria, cioè deve servire in quel momento esaltare il proprio argomento e il proprio prodotto, ma poi non porta a nessuna responsabilità, se afferma il falso e può essere smentita in ogni momento, anche successivamente, la parola pubblica senza che chi la abbia pronunciata falsa ne subisca le conseguenze. Uno può dire una qualunque affermazione senza bisogno di verificarla, di controllarla, anzi sapendo anche che è imprecisa, usando e spacciando un vocabolario falso, senza che se ne porti discredito alla sua carriera e autorità.
C’è una perdita di responsabilità della parola.
Faccio un esempio: quando i nostri governanti parlano di ondate migratorie usano deliberatamente un vocabolo abusivo, quello di ondata, ma suggestivo. Perché se si tratta di ondate, la parola stessa suggerisce che una terraferma dalle ondate si debba difendere con barriere, scogliere, dighe, non è così! Non sono ondate, si tratta invece di flussi. Se li chiamiamo propriamente flussi non troviamo più l’immagine che li voglia strozzare, impedire, bloccare. I flussi, si tratta propriamente di questi, di flussi di nuova energia, di nuova vita, di nuove forze, che vengono a rinforzare le fibre di una comunità nazionale come la nostra, che è invecchiata, che produce poco lavoro manuale, che non si piega al lavoro manuale, facilmente e che quindi utilizza milioni di braccia che vengono dal sud e est del mondo.
Utilizza a suo profitto milioni di queste braccia che non sono state invitate, sono stati appunto flussi che hanno rinnovato e rinnovano le energie e l'economia di questo paese, ma appunto i poteri spacciano vocabolario falso e allora uno che è tenuto a usare con proprietà il proprio dizionario cerca di contraddire e di ribadire una versione diversa, una versione più appropriata della parola che riguarda per esempio i flussi migratori.
Il fatto che la parola sia così priva di responsabilità però ha un vantaggio, dal mio punto di vista, perché c’è una grande curiosità e un rinnovato interesse per l’uso di una parola non pubblicitaria, non politica, non economica, per l’uso di una parola narrativa. Mi capita di andare in giro per dei festival di narrativa, di letteratura, di parola, anche di parola ragionata, come il festival della mente di Sarzana, ecco, viene da andare in giro in queste località, dove si inaugurano degli incontri pubblici tra narratori, parlatori e persone venute ad ascoltare e questi incontri sono gremiti, sono affollati.
C’è una domanda di parole consistenti, che portino responsabilità e non siano solo di semplice comunicazione, che facciano avvenire uno scambio tra le persone che parlano e quelle che ascoltano. Comunque anche se siamo in tempi ciarlatani c’è uno spazio, una domanda, per la parola, per la parola giusta, per la parola esatta, per quella che coinvolge, e io credo che la nuova gioventù di questo paese oltre che sentirne il bisogno riesce a trovare anche applicazione e a trovare gusto per questo nuovo tipo di parola.
Cerchiamo di difendere la nostra integrità di persone anche attraverso il linguaggio, usando quello appropriato, il linguaggio più giusto, c’è una giustizia nelle parole, o una ingiustizia, che dobbiamo riconoscere e dobbiamo rivendicare.
La faccenda è che uno si impadronisce del proprio vocabolario a forza di leggere, di leggere tanto, a me è capitato così, fino da ragazzino, di imbottirmi la testa e anche di soffocare un po’ del mio tempo libero, buona parte di questo, leggendo, leggendo e straleggendo, e questo mi ha dato un diritto di cittadinanza dentro la lingua.
Non sono un cliente della lingua, non mi faccio mettere in bocca le parole dall’imbonitore di turno, ma sono il proprietario della mia lingua, il residente della mia lingua e dunque ho una forza maggiore di protezioni, ho anticorpi in più grazie al fatto che ho letto un sacco.
E allora il mio consiglio unico e possibile è quello di appassionarsi di lettura e non far passare nessun giorno senza questa compagnia. Io sono uno che ha avuto fortuna con i libri grazie a questo sistema di passaparola, uno che ha letto una mia pagina, un mio libro, un mio racconto, poi l’ha consigliato agli altri, ecco, il sistema di passaparola, questo meccanismo magnifico, orizzontale, da persona a persona, è il più efficace strumento di comunicazione che abbiamo. Passaparola!
Don Chisciotte di Miguel de CervantesFrutto del disinganno e dell'abisso che l'epoca ha scavato fra realtà quotidiana e grandezza imperiale
Postato il 17 Settembre 2012 alle 14:00 in Informazione | Scrivi | Ascolta | Stampa
Commenti (753) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
| |
Tags:
| |
Ci sono una, cento, mille democrazie. C'è quella "tradizionale" alla Martin Schultz che non si discute e non si cambia. C'è la democrazia dei "nominati" da pochi segretari di partito in Parlamento, sottratto democraticamente alla volontà popolare. C'è la democrazia scolpita nel nome del partito, affinché non ci siano dubbi sulla sua democraticità interna e esterna e tangenziale, come ad esempio per il Partito DEMOCRATICO. Il più grande partito (in termini soltanto numerici, intendiamoci) mai esistito in Italia, è stata la DEMOCRAZIA cristiana di cui è erede la cuffariana Unione dei DEMOCRATICI Cristiani e di Centro che usa la parola democrazia per depistare. Insomma, la parola democrazia è come il sale, meglio metterne un po' nelle pietanze, se poi il cibo è disgustoso, allora bisogna abbondare per nascondere il sapore. Quel sapore di marcio, di presa per i fondelli di chi, mentre afferma una cosa, fa esattamente il contrario. In Italia la volontà popolare è negata dai partiti. Persino i risultati dei referendum, come quelli per l'abolizione dei finanziamenti pubblici e del nucleare, sono stati ignorati. La proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" per un massimo di due mandati, l'elezione diretta del candidato senza condanne giace negli scantinati del Senato da cinque anni.Questa è democrazia?
Va detto però che il problema della democrazia partecipata, diretta, quella senza aggettivi, è stato finalmente affrontato dai partiti e dai giornalisti democratici. Meglio tardi che mai. Il primo (e unico) imputato è il MoVimento 5 Stelle accusato da settimane di mancanza di democrazia (e per qualcuno anche di fascismo). In effetti il M5S è sovversivo, vuole introdurre il referendum propositivo senza quorum, l'elezione diretta del candidato, l'obbligatorietà della discussione delle leggi popolari con voto palese in Parlamento, la conferma referendaria, inserita in Costituzione, di ogni cambiamento della legge elettorale , l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Si dirà che questo è tutto fumo negli occhi per evitare di parlare di mancanza di "democrazia interna". Parliamone. Le liste dei candidati regionali e comunali sono definite in autonomia sul territorio, il programma è deciso da loro, il voto in consiglio è dato sempre in piena libertà. I sopracciò della democrazia, i giornalisti grandi firme giustamente rilevano che si può e si deve fare meglio. Gridano al centralismo democratico che conoscono tanto béééééne. E la piattaforma, i candidati, le politiche .... ? C'è un deficit di democrazia, un principio evidente di ducismo, un accentramento intollerabile. Il M5S non può sottrarsi al confronto!
Per le prossime elezioni politiche i candidati del M5S saranno scelti on line e il programma sarà discusso e completato attraverso una piattaforma in Rete. In modo trasparente. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.
Ps. Il 22 settembre ci sarà un incontro pubblico a Parma a cui parteciperò. Avrà inizio alle 14 e terminerà alle 18 in piazza della Pace. Il tema di cui si tratterà è "Dies Iren - La fine degli inceneritori".
Commenti (753) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
Tags:
Democrazia va cercando, ch'è sì cara
Ci sono una, cento, mille democrazie. C'è quella "tradizionale" alla Martin Schultz che non si discute e non si cambia. C'è la democrazia dei "nominati" da pochi segretari di partito in Parlamento, sottratto democraticamente alla volontà popolare. C'è la democrazia scolpita nel nome del partito, affinché non ci siano dubbi sulla sua democraticità interna e esterna e tangenziale, come ad esempio per il Partito DEMOCRATICO. Il più grande partito (in termini soltanto numerici, intendiamoci) mai esistito in Italia, è stata la DEMOCRAZIA cristiana di cui è erede la cuffariana Unione dei DEMOCRATICI Cristiani e di Centro che usa la parola democrazia per depistare. Insomma, la parola democrazia è come il sale, meglio metterne un po' nelle pietanze, se poi il cibo è disgustoso, allora bisogna abbondare per nascondere il sapore. Quel sapore di marcio, di presa per i fondelli di chi, mentre afferma una cosa, fa esattamente il contrario. In Italia la volontà popolare è negata dai partiti. Persino i risultati dei referendum, come quelli per l'abolizione dei finanziamenti pubblici e del nucleare, sono stati ignorati. La proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" per un massimo di due mandati, l'elezione diretta del candidato senza condanne giace negli scantinati del Senato da cinque anni.Questa è democrazia?
Va detto però che il problema della democrazia partecipata, diretta, quella senza aggettivi, è stato finalmente affrontato dai partiti e dai giornalisti democratici. Meglio tardi che mai. Il primo (e unico) imputato è il MoVimento 5 Stelle accusato da settimane di mancanza di democrazia (e per qualcuno anche di fascismo). In effetti il M5S è sovversivo, vuole introdurre il referendum propositivo senza quorum, l'elezione diretta del candidato, l'obbligatorietà della discussione delle leggi popolari con voto palese in Parlamento, la conferma referendaria, inserita in Costituzione, di ogni cambiamento della legge elettorale , l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Si dirà che questo è tutto fumo negli occhi per evitare di parlare di mancanza di "democrazia interna". Parliamone. Le liste dei candidati regionali e comunali sono definite in autonomia sul territorio, il programma è deciso da loro, il voto in consiglio è dato sempre in piena libertà. I sopracciò della democrazia, i giornalisti grandi firme giustamente rilevano che si può e si deve fare meglio. Gridano al centralismo democratico che conoscono tanto béééééne. E la piattaforma, i candidati, le politiche .... ? C'è un deficit di democrazia, un principio evidente di ducismo, un accentramento intollerabile. Il M5S non può sottrarsi al confronto!
Per le prossime elezioni politiche i candidati del M5S saranno scelti on line e il programma sarà discusso e completato attraverso una piattaforma in Rete. In modo trasparente. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.
Ps. Il 22 settembre ci sarà un incontro pubblico a Parma a cui parteciperò. Avrà inizio alle 14 e terminerà alle 18 in piazza della Pace. Il tema di cui si tratterà è "Dies Iren - La fine degli inceneritori".
Critica della democrazia occidentale di David GraeberNuovi movimenti, crisi dello stato, democrazia diretta
Postato il 16 Settembre 2012 alle 14:14 in Politica | Scrivi | Ascolta | Stampa
Commenti (934) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
| |
Tags:
| |
Da decenni l'Occidente esporta democrazia nel Medio Oriente. Lo fa con i bombardamenti, con l'occupazione militare, con presidi, basi, portaerei. Lo fa sempre (chi lo può negare?) a fin di bene. E' per una questione di civiltà. E' nel nostro DNA civilizzare il mondo, dallo sterminio degli indiani d'America, al genocidio degli indios, alla caccia grossa agli aborigeni d'Australia, alla colonizzazione dell'Africa, oggi lasciata in eredità dagli Stati alle multinazionali. Immensi bagni di sangue per affermare la superiorità morale e religiosa degli europei, ma soprattutto quella economica.
Il film che insulta l'Islam e Maometto non è la causa dell'incendio che dilaga nei Paesi musulmani, è solo l'ennesima muleta rossa sventolata in faccia a chi non tollera più ingerenze da parte dell'Occidente. Forse si tratta di un salto, di un punto di non ritorno, di un "tipping point" per una situazione diventata insostenibile o forse no, ma le violenze si ripeteranno ancora e ancora fino a quando Stati Uniti e Europa non avranno levato le tende. L'Iraq è stato devastato da una guerra dichiarata dagli Stati Uniti a causa di "armi di distruzione di massa" inesistenti. Qualcuno ha chiesto scusa agli iracheni? Qualcuno ha processato Bush per crimini contro l'umanità? Non mi risulta. L'Afghanistan è occupato dalle forze della Nato, Italia inclusa, senza nessuna ragione. Non vi sono prove del coinvolgimento del governo afgano nell'attacco alle Torri Gemelle. L'Afghanistan era uno Stato sovrano a cui è stata dichiarata una guerra. Vi sono stati decine di migliaia di morti civili sotto le bombe dei droni. Qualcuno ha chiesto scusa agli afgani? La "No fly zone" per gli aerei libici è stata trasformata in una "Yes fly zone" per i bombardieri americani, francesi, inglesi e italiani. Solo pochi mesi prima Gheddafi, ricevuto con tutti gli onori al Quirinale e a Palazzo Chigi, aveva sottoscritto un solenne trattato di pace con l'Italia. Ora la Siria, dove si affrontano le spietate forze governative (e probabilmente lo sono), alleate, tollerate e giustificate per un quarto di secolo dall'Occidente, e i cosiddetti ribelli armati dai Paesi del Golfo con il sostegno di Al Qaeda e delle intelligence occidentali. Alla destabilizzazione completa del Medio Oriente mancano ancora l'intervento della Turchia nel teatro di guerra e un attacco all'Iran. Le primavere arabe volgono all'inverno. Forse, non ci sono mai state.
Commenti (934) | Commenti piu' votati | Invia il tuo video | Invia ad un amico
Tags:
L'Islam e gli esportatori di democrazia
Da decenni l'Occidente esporta democrazia nel Medio Oriente. Lo fa con i bombardamenti, con l'occupazione militare, con presidi, basi, portaerei. Lo fa sempre (chi lo può negare?) a fin di bene. E' per una questione di civiltà. E' nel nostro DNA civilizzare il mondo, dallo sterminio degli indiani d'America, al genocidio degli indios, alla caccia grossa agli aborigeni d'Australia, alla colonizzazione dell'Africa, oggi lasciata in eredità dagli Stati alle multinazionali. Immensi bagni di sangue per affermare la superiorità morale e religiosa degli europei, ma soprattutto quella economica.
Il film che insulta l'Islam e Maometto non è la causa dell'incendio che dilaga nei Paesi musulmani, è solo l'ennesima muleta rossa sventolata in faccia a chi non tollera più ingerenze da parte dell'Occidente. Forse si tratta di un salto, di un punto di non ritorno, di un "tipping point" per una situazione diventata insostenibile o forse no, ma le violenze si ripeteranno ancora e ancora fino a quando Stati Uniti e Europa non avranno levato le tende. L'Iraq è stato devastato da una guerra dichiarata dagli Stati Uniti a causa di "armi di distruzione di massa" inesistenti. Qualcuno ha chiesto scusa agli iracheni? Qualcuno ha processato Bush per crimini contro l'umanità? Non mi risulta. L'Afghanistan è occupato dalle forze della Nato, Italia inclusa, senza nessuna ragione. Non vi sono prove del coinvolgimento del governo afgano nell'attacco alle Torri Gemelle. L'Afghanistan era uno Stato sovrano a cui è stata dichiarata una guerra. Vi sono stati decine di migliaia di morti civili sotto le bombe dei droni. Qualcuno ha chiesto scusa agli afgani? La "No fly zone" per gli aerei libici è stata trasformata in una "Yes fly zone" per i bombardieri americani, francesi, inglesi e italiani. Solo pochi mesi prima Gheddafi, ricevuto con tutti gli onori al Quirinale e a Palazzo Chigi, aveva sottoscritto un solenne trattato di pace con l'Italia. Ora la Siria, dove si affrontano le spietate forze governative (e probabilmente lo sono), alleate, tollerate e giustificate per un quarto di secolo dall'Occidente, e i cosiddetti ribelli armati dai Paesi del Golfo con il sostegno di Al Qaeda e delle intelligence occidentali. Alla destabilizzazione completa del Medio Oriente mancano ancora l'intervento della Turchia nel teatro di guerra e un attacco all'Iran. Le primavere arabe volgono all'inverno. Forse, non ci sono mai state.
Nessun commento:
Posta un commento
artecultura@hotmail.it