Madrid sotto assedio per la marcia degli indignati: feriti e cariche
Pubblicato il 25 settembre 2012 22:10 in Cronaca Europa
”Governo dimission!”, ”Fuera, Fuera!”, la rabbia scandita contro i tagli imposti dall’esecutivo di Mariano Rajoy, tornata in piazza in due cortei partiti alle 17 da Atocha e da Piazza di Spagna, per confluire alla Carrera de San Jeronimo, protetta dalla vigilia da un triplo cordone di agenti in assetto anti-sommossa e a cavallo e vigilata dall’alto dagli elicotteri. La protesta si è svolta senza incidenti nelle prime ore del pomeriggio. Poi, intorno alle 19,00, le cariche della polizia quando, dalla marea in crescendo, concentrata in plaza Neptuno, si sono sganciati alcuni drappelli di manifestanti e hanno cominciato a lanciare oggetti e a premere sulle alte recinzioni di ferro, che sbarravano il passaggio alla sede della Camera, riunita in sessione plenaria.
Giovani, disoccupati, attivisti del Movimento 15-M, ecologisti, la piattaforma contro gli sgomberi, indignati di tutte le età, tanti i pensionati, cominciati a confluire nel pomeriggio a Plaza Neptuno. ”Quello di oggi è un passo ulteriore di un cambio per una democrazia reale cominciato il 15-M con l’occupazione di Puerta del Sol”, spiega Juan Canete, 63 anni, venuto dall’Almeria. ”Ho lottato contro la dittatura e sono qui oggi per dare animo ai giovani, per dire di non accettare provocazioni”. “Occupa il Congresso”, lo slogan poi trasformato in “Circonda il Congresso”, anche a seguito degli allarmi lanciati alla vigilia sul fronte dell’ordine pubblico. Fra questi, quello della delegata del governo a Madrid, Cristina Cifuentes, che, come la segretaria generale del Partito Popolare, Maria Dolores de Cospedal, ha paragonato la mobilitazione al tentato colpo di Stato del 23 febbraio 1981, con l’irruzione dei militari golpisti, guidati dal colonnello Tejero, nel Parlamento.
”Dichiarazioni incendiarie, per surriscaldare gli animi”, nel clima già infocato e propenso all’antipolitica e al malcontento, secondo i leader dei sindacati Uge e Comisione Obreras. 1350 agenti schierati, autobus con i manifestanti fermati e perquisiti all’arrivo nella capitale; mentre in internet il coordinamento 25-S ha diffuso un manuale di ”resistenza pacifica”, con l’indicazione dei commissariati di zona e gli avvocati di guardia, ai quali rivolgersi in caso di scontri e fermi. ”L’unico stato di assedio è quello di polizia per reprimere il diritto di associazione sancito dalla Costituzione”, assicura Victoria Sanchez, 63 anni. ”Questo governo è illegale e immorale. Sono nonna di due nipoti, sono venuta da Valencia in una pausa della chemioterapia, per protestare contro i tagli della sanità e dell’educazione. Non possiamo tornare al passato”. La prefettura ha autorizzato la manifestazione fino alle 21,30. ”Non ci muoveremo di qui fino a quando non sarà andato via anche l’ultimo dei deputati”, la risposta dei manifestanti, disposti prolungare l’assedio.
Nessun commento:
Posta un commento
artecultura@hotmail.it