Bergamo: orgoglio venatorio sfila alla Festa dell'Ambiente
Domenica 18 maggio nel centro di Bergamo circa settemila cacciatori hanno scelto la festa dell’ambiente per manifestare il proprio orgoglio venatorio, sfilando, nell'incredulità generale, accanto a rappresentanti di realtà che tutti i giorni studiano e creano nel tentativo di ridurre l’impatto di emissioni e rifiuti.
Settemila cittadini, provenienti da tutta Italia, non sono che una piccola minoranza, se paragonati a quel 74,3% di italiani che condannano la caccia (dati Eurispes 2014), additandola come pratica violenta ed antitetica rispetto al concetto di tutela dell’ambiente
Ma è inammissibile è l’associazione forzata tra ambiente e caccia, avallata dalle Istituzioni locali che hanno autorizzato la sfilata dei cacciatori nei giorni della festa dell’ambiente. L’ambiente è patrimonio della comunità e va tutelato, non offeso, umiliato, distrutto.
Il fenomeno della caccia, oltre ad essere disprezzato dai più, comporta una serie di controindicazioni assai rilevanti: solo in Itala, ogni anno vengono riversate nell’ambiente ben 25.000 tonnellate di piombo provenienti da 700 milioni di cartucce utilizzate durante le stagioni venatorie. Le conseguenze a livello di inquinamento dei terreni, dei corsi d’acqua e di rischio per la fauna che ingerisce il piombo sono facilmente deducibili. Se la fauna paga il prezzo più salato, anche la specie umana non può dirsi al sicuro: nell’ultimo anno sono stati 105 i casi di decesso per incidenti di caccia (dati CABS-Committee Against Bird Slaughter e LAC-Lega Abolizione Caccia).Poco credibile anche il tentativo di farsi passare per cittadini onesti: nella sola stagione 2013-14 sono stati ben 548 i casi di crimini contro gli animali riconosciuti e perseguiti (ma nella realtà il numero è molto più alto) per un totale di 1.133 persone coinvolte. L’80% dei suddetti reati è stato attribuito a cacciatori in regolare possesso di licenza caccia (dati CABS e LAC).
Ci auguriamo che le istituzioni prendano sempre maggiori distanze da un fenomeno che non ha alcuna ragione d’essere e che mortifica gli sforzi di un’intera comunità impegnata ogni giorno ad accrescere il proprio senso di rispetto verso animali ed ambiente.
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