domenica 3 luglio 2011

Scienza - "Dio sole" , qualcosa su cui riflettere

I ricercatori da mesi sono presi dalla paura dalla paura pensando alle tempeste solari in arrivo. Alcuni hanno predetto degli tsunami solari devastanti che potrebbero portar via la nostra avanzata tecnologia, altri danno voce ad avvertimenti sul fatto che violente esplosioni sulla superficie del sole, potrebbero raggiungere la Terra, aprire una breccia nel nostro campo magnetico ed esporci a miliardi di intensi raggi X ed altre forme mortali di radiazioni che possono causare cancro.

Ora è emersa la prova che qualcosa di potenzialmente più dannoso sta accadendo nelle profondità del nucleo della nostra stella dispensatrice di vita: particelle mai viste prima – oppure una forza misteriosa- vengono sparate fuori dal sole e stanno colpendo la Terra. 
Qualsiasi cosa sia… l’evidenza dice che sta influenzando tutta la materia
Qualcosa di strano ed ignoto
Negli anni scorsi, dei fisici allarmati si sono resi conto per la prima volta di questa minaccia. Inizialmente fu liquidata come una anomalia ora invece alcuni scienziati molto attivi  stanno rimbalzando emails ai loro colleghi intorno al mondo, nel tentativo di afferrare esattamente cosa stia succedendo sul sole.

E’ accaduto qualcosa di impossibile. Ma l’impossibile è stato dimostrato che sia vero.
I laboratori su tutto il globo hanno confermato che il tasso di decadimento della radioattività – che una volta era una costante ed una roccaforte della scienza – non è più una costante.
Qualcosa che viene emesso dal sole sta interagendo con la materia  in modi strani e sconosciuti ed ha la sorprendente potenzialità di cambiare enormemente la natura della Terra stessa.
Quel che esattamente sta innervosendo gli scienziati è il fatto che il tasso naturale di decadimento radioattivo delle particelle atomiche è stato sempre prevedibile. Infatti usare il tasso di decadimento del carbonio-14 è stato un metodo per datare archeologicamente gli oggetti.
Il processo, noto come la datazione al carbonio, misura la quantità di carbonio-14 all’interno di oggetti organici. Secondo i numeri, il carbonio 14 ha un periodo radioattivo (half life) di 5730 anni. I fisici hanno dimostrato con osservazione estenuante  e con la sperimentazione durata secoli, che ci vogliono 5730 anni perché gli atomi di carbonio-14 decadano in uno stabile nitrogeno-14
I valori non cambiano – o almeno non lo hanno mai fatto in passato. Data una certa evidenza  sul fatto che il decadimento radioattivo può essere significativamente influenzato da un effetto solare sconosciuto, la più parte della scienza è sottosopra.
Il tasso di decadimento in accelerata
Il peggio è che se i tassi di decadimento della materia stanno cambiando, allora tutta la materia sulla Terra ne viene influenzata, incluso la materia che costituisce la vita.
La mutazione può avanzare cosi tanto da cambiare la realtà alla base dell’universo quantistico  - e per estrapolazione- la natura della vita, alcuni  principi della fisica e forse persino il flusso uniforme del tempo.
Infatti, evidenza vuole che il tempo si dilati e a questo si è giunti dopo attenta osservazione del tasso di decadimento. Se le particelle che interagiscono con la materia non sono la causa – e la materia è influenzata da una nuova forza di natura- allora il tempo stesso può essere in accelerata e non c’è modo di fermarlo.
Sono i neutrini la causa?
I ricercatori hanno correlato le anomalie nel tasso di decadimento ad un periodo di  33 giorni. Il concetto di questo tempo corrisponde alla rotazione del nucleo solare, di 33 giorni appunto. Una tale corrispondenza non può essere una coincidenza da creduloni.
Poichè è noto che il nucleo del sole produce continuamente esplosioni di correnti di particelle chiamate neutrini, alcuni scienziati stanno tentando di trovare prova che i neutrini siano i principali responsabili dietro la mutazione della materia.
Ma c’è un problema con questa ipotesi, poiché i neutrini sono come particelle fantasma. E’ estremamente difficile intercettarle. Normalmente, i neutrini passano attraverso la Terra senza interagire con essa. Per un neutrino la Terra non esiste.
A meno di non scoprire una proprietà del neutrino sconosciuta fino ad ora, o trovare una nuova particella, esiste la possibilità che non ci siano particelle dietro i cambiamenti registrati nei tassi di decadimento radioattivo. Quel che potrebbe essere la causa del fenomeno è una forza sconosciuta prima d’ora.
Pericoli ignoti
Mentre il sole sta giungendo ad un suo massimo solare e si avvicina inesorabilmente un periodo di pericolosa intensità  mai sperimentato da persona vivente, forze strane ed incontrollabili potrebbero essere in costruzione nelle profondità della sua violenta fornace nucleare.
E’ già stato provato che la massa solare deforma il tempo, piega le onde della luce ed è responsabile della mutazione delle specie sulla Terra. Ora questa nuova forza, può essere direttamente interagente con la materia, in un modo che non solo potrebbe cambiare la comprensione della fisica da parte della umanità, ma cambiare l’umanità stessa... e non necessariamente in un modo benefico.
Si, le emails continueranno a volare e le mani continueranno a torcersi , ma alla fine … siamo semplici osservatori.
Sia che il fenomeno avrà o meno impatto sulla umanità o se sarà il peggior impatto possibile, non c’è nulla che possiamo fare per fermarlo. Ancora una volta, le forze titaniche della natura tirano su la testa per sopraffare la nostra tecnologia e noi ci troviamo come giocattoli nella mani degli dei.Totalmente impotenti.
Il sole può lanciare palle con traiettorie a curva
Sandy Koufax ha un suo equivalente solare: il famoso ex lanciatore dei Dodgers di Brooklyn e Los Angeles Dodgers era famoso per la sua feroce palla a curva.
Ora gli scienziati hanno scoperto che poderosi scoppi di magnetismo che emanano dalle macchie solari  vicino ai poli  del sole, possono ritornare ad arco verso la Terra attraverso il campo magnetico solare.
Questa scoperta crea un altro mal di testa potenziale a coloro che si fidano ciecamente dei GPS satellitari, delle reti di telecomunicazione e delle centrali elettriche, ma significa anche più cautela necessaria verso questi disturbi elettromagnetici.
Le eruzioni della massa coronale del sole (The sun’s coronal mass ejections CMEs) sono più che un semplice interesse scientifico. Quando queste esplosioni giganti di particelle di gas bollente, caricate elettricamente, colpiscono i satelliti, possono interrompere trasmissioni radio e tv, segnali GPS e chiamate di cellulari
Possono anche sovraccaricare le centrali elettriche al suolo e costituire un pericolo radioattivo per gli astronauti in orbita. 
Un recente studio della  National Academy of Sciences degli USA sui potenziali pericoli per la Terra nell’essere colpita da un forte CME, stima un danno in più di un trilione di dollari  ed un tempo di riparazione fino a 10 anni.
Gli scienziati hanno speso anni nel tentativo di tracciare i CME e fornire abbastanza allerte da permettere che si prendessero precauzioni, come per esempio mettere i satelliti in modalità di sicurezza temporanea.
Cosi un gruppo di ricerca internazionale che analizza i dati delle navicelle gemelle STEREO della NASA, che forniscono osservazioni tridimensionali  dell’attività solare, hanno fatto una importante scoperta, quando hanno notato qualcosa che era stata predetta ma mai osservata: i CME (eruzioni della massa coronale del sole ) si lanciavano nello spazio dalle alti latitudini del sole, seguendo traiettorie che li riportavano verso il piano equatoriale del sistema solare: dove risiede la Terra.  
“Eravamo veramente sorpresi e pensavamo che qualcosa doveva essere sbagliato  nei nostri algoritmi” ha detto il fisico solare  Peter Gallagher, del Trinity College di Dublino.
Ma le analisi successive rivelarono che i tracciati della tempesta solare “che fa la curva” erano accurati. I CME che emergevano dalle macchie solari collocate alle latitudini di 60¢ª o maggiori, al nord e al sud, possono vedersi piegare le loro traiettorie dal campo magnetico del sole ed essere spinte all’infuori verso i pianeti dal vento solare che soffia a 500 km/sec.
Gallagher e i colleghi riportano questa settimana su Nature Communications che anche i campi magnetici dei CME influenzano le traiettorie. Questi campi tendono a rotare e la loro rotazione può sia rendere più acuta la curva della traiettoria o appiattirla. A seconda se il CME (eruzione della massa coronale del sole ) viaggia lentamente o più veloce del vento solare del momento.
Il risultato è che, proprio come le palle con traiettoria curva di un lanciatore di un campionato importante, le rotte curve dei CME possono variare.
Gallagher, che era solito compilare gli allarmi per la attività solare per la NASA, dice che queste scoperte significano che coloro che fanno le previsioni sulle condizioni climatiche nello spazio hanno bisogno di osservare con più attenzione, le eruzioni ad alta latitudine
La reazione normale, quando i CME emergono dalle regioni polari, è stato pensare “che non ci stanno toccando”. I nuovi dati indicano invece che questo non è il caso.
Il processo delle immagini che i ricercatori hanno sviluppato per tracciare i CME
è piuttosto innovativo, ha detto Madhulika Guhathakurta,un fisico solare della missione STEREO della NASA in Washington, D.C.
L’abilità di tracciare persino i CME che si incurvano nello spazio “è di grande beneficio per coloro che predicono il clima nello spazio” aggiunge Guhathakurta, che non è stato coinvolto nella ricerca.
I ricercatori hanno “chiaramente indicato che le tempeste solari lanciate inizialmente ad alte latitudini  possono avere una influenza su di noi sulla Terra”, ha detto il fisico solare William Thompson, ingaggiato per la missione STEREO al Goddard Space Flight center della NASA in Greenbelt, Maryland. Thompson aggiunge che sebbene gli scienziati conoscano da tempo che le tempeste solari possono cambiare direzioni mentre sono vicine al sole, “è stato sorprendente scoprire che questo può essere anche il caso ben oltre nel loro percorso”
traduzione per The Living Spirits:  Cristina Bassi
Riferimenti:
Is the Sun Emitting a Mystery Particle, Ian O’Neill, Discovery News

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