martedì 12 giugno 2012

La svizzera vaticana

Tutto è cominciato quando ho chiesto di avere notizie sui conti che non erano intestati ai prelati”, scrive in un corposo dossier Ettore Gotti Tedeschi che, nonostante fosse il mega-presidente dell’Istituto per le Opere di Religione dal 23 settembre 2009, ignorava del tutto a chi fossero gli intestatari dei conti della santa banca.
E’ davvero difficile, però, credere che il “santo” banchiere Ettore dalla fulgida armatura e dalla carriera sfolgorante, fosse tanto ingenuo da non sapere.  Ora si sveglia e chiede! Vuole sapere. Dopo anni e , soprattutto, dopo essere stato defenestrato, ora vuole sapere perché e percome nelle casse dello IOR ci sono, a suo dire, depositi riconducibili a politici, faccendieri, costruttori, alti funzionari dello Stato, prestanome di boss mafiosi e, come emerge da un’inchiesta avviata dalla procura di Trapani, addirittura anche del latitante Matteo Messina Denaro.
E’ possibile mai che tutto questo potesse sfuggire al grande economista chiamato nel 2008 dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone per gestire la finanza in rosso (per più di 15 milioni di euro) del Governatorato della Città del Vaticano? Poteva essere così poco accorto colui che ha contribuito anche alla stesura dell’enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI? Era così sprovveduto chi ha ricoperto la carica di consigliere d’amministrazione del Sanpaolo IMI  grazie alla nomina del ministro Giulio Tremonti? Poteva avere gli occhi così foderati prosciutto il consigliere per “i problemi economico-finanziari ed etici nei sistemi internazionali“? Non si mai accorto di ciò che accedeva sotto il suo naso l’attuale consigliere d’amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti?  Delle due una: o Gotti Tedeschi era incompetente, perciò non meritevole dei tanti incarichi di grande responsabilità a lui conferiti (cosa che ci sentiamo di escludere visto il suo curriculum); oppure sapeva tutto e ci marciava (cosa che riteniamo più probabile, almeno a naso).
In ogni modo, non sta a noi stabilire eventuali colpe, responsabilità e misfatti. Il Vaticano, per il momento, si dice sereno. Anzi, aspetta fiducioso che l’organismo di controllo europeo Moneyval si esprima circa l’ammissione della Santa Sede nella cosiddetta “white list”, i paesi che rispettano le normative internazionali in termini di antiriciclaggio.
Ma noi curiosi, e anche un po’ malpensanti, vorremmo delle risposte alle tante domande che ci frullano in testa. Per esempio, vorremmo sapere, nel caso davvero politici, faccendieri e alti funzionari dello Stato custodiscano i loro capitali nella banca vaticana, cosa succederà loro? Se la caveranno o dovranno rispondere dei reati di fuga di capitali all’estero ed evasione fiscale visto che il Vaticano è uno Stato straniero? Sapremo mai gli intrecci che ci sono tra la criminalità organizzata, che si serve dello IOR e seppellisce i suoi morti nelle Chiese, e il Vaticano? Ma soprattutto, cadrà mai qualche testa “santa”?

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Scritto martedì, 12 giugno 2012 alle 10:42 nella categoria Attualità, Mondo, Popoli e politiche. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito

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