Inceneritori
Che
cosa sono
Gli
inceneritori o termodistruttori sono impianti di smaltimento di rifiuti che
bruciandoli ne riducono il peso ed il volume.
Che cosa producono
Circa
1/3 in peso dei rifiuti in entrata si ritrova a fine ciclo in forma di
ceneri, ma come la fisica insegna "niente si crea né si distrugge, ma
tutto si trasforma", così la parte della materia che non si ritrova in
uscita viene emessa nel corso del processo.
Che tipo di inquinanti producono
La
formazione delle sostanze inquinanti, emesse in forma solida e gassosa da
un inceneritore, dipende da diversi fattori quali: la tipologia del rifiuto
trattato (composizione chimica), le condizioni di combustione e quelle operative
dei sistemi di abbattimento degli inquinanti.
Le
sostanze chimiche emesse dal camino di un inceneritore comprendono:
composti organici del cloro (diossine, furani, PCB - policlorobifenili),
IPA (idrocarburi policiclici aromatici), VOC (composti organici volatili),
elementi in traccia (piombo, cadmio e mercurio), acido cloridrico, ossidi
di azoto, ossidi di zolfo ed ossidi di carbonio. Molti di questi composti
si disperdono in atmosfera insieme alle polveri, alle ceneri di fondo (che
si depositano alla base della caldaia durante il processo di combustione) e
alle ceneri volanti (perché non trattenute dai sistemi di filtraggio
aereo).
Le caratteristiche degli inquinanti
Molti
composti emessi da un termodistruttore sono persistenti, cioè resistenti ai
processi naturali di degradazione, bioaccumulabili, perché si accumulano
nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro
lungo la catena alimentare (fino a giungere all'uomo) e tossici, in quanto
sono sostanze che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono
comportare patologie acute o croniche fino a poter determinare la morte
dell'organismo esposto.
Perché Greenpeace è contraria agli inceneritori
Siamo
contrari all’impiego di questi impianti come soluzione allo smaltimento dei
rifiuti perché:
§ Pongono un rischio sanitario - Molti degli inquinanti emessi come le
diossine e i furani sono composti cancerogeni e altamente tossici.
L’esposizione al cadmio può provocare patologie polmonari ed indurre
tumori. Il mercurio, sotto forma di vapore, è dannoso al sistema nervoso
centrale ed i suoi composti inorganici agiscono anche a basse
concentrazioni.
§ Pongono un rischio ambientale - Le sostanze contaminanti emesse da un
inceneritore per via diretta o indiretta inquinano l’aria, il suolo e le
falde acquifere. Nonostante i moderni sistemi di abbattimento degli
inquinanti riescano a limitare le dispersioni atmosferiche, la natura della
maggior parte degli inquinanti emessi è tale da porre problemi anche a
bassa concentrazione. Inoltre la loro caratteristica di resistenza alla
degradazione naturale ne determina un progressivo accumulo nell’ambiente.
§ Non eliminano il problema delle discariche - Nonostante la diminuzione di
volume dei rifiuti prodotti, il destino delle ceneri e di altri rifiuti
tossici prodotti da un inceneritore è comunque lo smaltimento in discarica
per rifiuti speciali, più costose e pericolose.
§ Non servono a risolvere le emergenze - La costruzione di un impianto di
incenerimento richiede diversi anni di lavoro (almeno 4-6 anni) e pertanto
non può essere considerato una soluzione all’emergenza per i rifiuti.
§ Richiedono ingenti investimenti economici - Sono impianti altamente
costosi (almeno 60 milioni di euro) e a bassa efficienza che necessitano di
un apporto di rifiuti giornaliero e continuo, in netta opposizione ad ogni
intervento di prevenzione della loro produzione e pericolosità, principi
che sono alla base della gestione dei rifiuti dell’Unione europea.
§ Disincentivano la raccolta differenziata - Questo sistema di raccolta in
Italia si aggira intorno al 13 %, una percentuale irrisoria la cui crescita
sarà fortemente penalizzata se la gestione dei rifiuti prenderà la via
della combustione.
§ Non creano occupazione - La costruzione e l’esercizio di un impianto
determina un livello occupazionale inferiore al personale impiegato nelle
industrie del riciclaggio dei materiali pubbliche e private che potrebbe
offrire dai 200.000 ai 400.000 posti di lavoro nell’Unione europea.
§ Non garantiscono un alto recupero energetico - Il risparmio di energia
che si ottiene dal riciclare più volte un materiale o un bene di consumo è
molto superiore all’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti. La
plastica, che rappresenta circa l’11% in peso dei rifiuti urbani, è l’unica
frazione merceologica la cui combustione è più vantaggiosa del riciclaggio:
ciò è dovuto al suo elevato potere calorifico (ottimo per il processo di
incenerimento) e allo scarso valore commerciale della plastica riciclata
(un materiale plastico riciclato, infatti, può essere utilizzato una sola
volta ed esclusivamente in applicazioni minori, come l’arredo urbano, fibre
tessili e materiali per l’edilizia).
La soluzione sostenibile
Greenpeace
ritiene necessaria una politica di gestione che persegua obiettivi
progressivi di prevenzione della produzione dei rifiuti, raccolta
differenziata, riciclo e riutilizzo. Non è un caso che la Comunità Europea
preveda una linea di intervento sulla gestione dei rifiuti che in ordine di
priorità si riassume in:
-
prevenzione
- riutilizzo
- riciclo
- recupero
I rifiuti sono una risorsa potenziale che deve essere riportata nel sistema
economico. Riciclare e compostare i rifiuti è un approccio più sostenibile
rispetto a quello dello smaltimento, può ridurre i costi di gestione e
creare posti di lavoro. I programmi di riciclaggio andati a buon fine in
città del Canada, dell’Australia e del Belgio hanno portato a riduzioni dei
rifiuti urbani fino al 70%.
Fino a quando l’incenerimento sarà considerato come una soluzione alla
crisi dei rifiuti, l’industria non sarà spinta verso la progettazione e la
produzione di beni di consumo che non contengano sostanze chimiche
tossiche. I rifiuti potrebbero essere riutilizzati, riciclati e compostati
in condizioni di sicurezza garantendo in tal modo una soluzione sostenibile
ad un problema globale, in linea con una visione progressiva di una società
che produca Zero Rifiuti.
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