Gli stolti del mondo sono coloro che sanno ma fingono di non sapere. Sono
coloro che capiscono ma si comportano da stupidi. Sono coloro che potrebbero
cambiare le cose ma rimangono immobili. Sono coloro perennemente in guerra con
loro stessi e la verità. Ed il mondo ne è pieno.
Le vite degli stolti che girano insieme al mondo
Sono tanti gli stolti del mondo. Coloro che sentono la
verità, ma non la ascoltano. Coloro che capiscono ma fanno finta di non sapere
nulla. Coloro che vedono bene come gira il mondo
ma preferiscono girare insieme ad esso. Nasce così una giravolta di vite,
consapevoli ma ignoranti, che si lasciano trascinare dal mondo invece che dominarlo.
Il sentore che ogni uomo nasconde dentro se
Costa fatica accettare la verità e gli stolti del mondo non
la vogliono nemmeno ascoltare. Se la vedono girano lo sguardo dall’altra parte.
Nella maggior parte degli uomini è presente un sentore. Un piccolo sentimento che fa capire qualcosa, ma che non
venendo perseguito non porta a capire nulla. O meglio, qualcosa porta a capire:
permette di comprendere bene dove porterà quel sentore
se perseguito e questo comporta una scelta. Inutile parlare della scelta che
fanno gli stolti del mondo: lo vediamo ogni giorno.
Mentre vivono la loro vita però, gli stolti del mondo hanno a
volte la possibilità che la verità delle cose
gli venga mostrata veramente, che gli vengano svelati alcuni segreti della vita. Piccole cose che fanno andare quel
sentore, che essi provano, oltre quanto vorrebbero andasse. Perché quando il
sentore si muove, si porta dietro tutto ciò che abbiamo, persino noi stessi. E
perdersi è facile. Soprattutto quando ci si è costruiti una vita del tutto opposta a questo sentore.
Chi sa riconoscere la verità?
Queste persone tendono a combattere chiunque tenti di muovere
un po’ di più il loro sentore, di farlo crescere, maturare. Quando si parla del
vero senso della verità, della sua essenza,
ci sono generalmente due reazioni che si possono verificare. Ci sono persone
che si lasciano trasportare dal proprio sentore, mosso violentemente, per
raggiungere una nuova visione delle cose, per arrivare a una nuova comprensione circa le questioni del mondo. Altre
persone (stolti), invece, si scagliano con rabbia
contro chi muove il loro sentore, oppure con superficialità, o anche
menefreghismo. Spesso dopo alcune discussioni sbottano contro il loro compagno
di discussione chiedendogli: “sei
la verità tu?… che pensi di sapere tutto!” È la domanda che è sbagliata. In tutto. Anche nella direzione. Poiché
la vera domanda che tutti dovremmo porci è questa: “se incontrassi la verità sarei in grado di riconoscerla?”
Molte persone si creano aspettative dalle amicizie su facebook, ignorando
che la maggior parte di utenti di questi social network vivono con leggerezza
questo tipo di rapporti.
Pesi diversi alla parola amicizia
Le amicizie su facebook sono molto particolari. A volte
pericolose. Forse molti lo ignorano, ma tante altre persone danno molta importanza all’amicizia su facebook. Purtroppo lo
ritengo un atteggiamento immaturo proprio perché la maggior parte di utenti non
da rilevanza all’amicizia su facebook e si corre così il rischio di aspettative che non troveranno poi luogo, dando
vita a turbamento nelle persone più
sensibili.
Meglio pochi, ma buoni
Alcuni studi fatti su social network come facebook dimostrano
come sia impossibile
mantenere un rapporto con più di 150 amicizie. Il cervello umano non
ne è capace e alcune saranno per forza trascurate, senza considerare che molti
altri saranno rapporti di nessun particolare rilievo.
L’errore di facebook e l’errore degli utenti
Forse l’errore è stato di facebook nel chiamarle amicizie.
Altri social network usano parole come contatti e follower, che non creano
nessun dubbio e mantengono ben chiaro il tipo di rapporto che c’è all’interno di
questi luoghi virtuali. È importante capire che la maggior parte di persone già
vive rapporti che lasciano il tempo che trovano nella realtà, figurarsi avere aspettative virtuali da loro. L’amicizia è già un
rapporto complesso di per se, non complichiamolo con rapporti virtuali
straniti. I social network come facebook sono un buon strumento per ritrovare
vecchie conoscenze (che devono comunque essere ponderate, perché se non ci si
sentiva da anni un motivo ci sarà) e magari fare
nuove amicizie, alle quali va dato il giusto valore. Se poi sfoceranno
in qualcosa di più concreto, di più reale, ben venga. Ma non complichiamoci la
vita e ricordiamo sempre dove è meglio impiegare il nostro impegno socievole
Alcune persone hanno la cattiva abitudine di prendere la ragione e
cambiarne le proprietà e la struttura a proprio comodo e piacimento.
L’inversione della ragione è un’altra comune caratteristica di molti Italiani.
Il luogo in cui risiede la ragione
È curioso come la ragione possa essere messa in dubbio anche
quando è palese. La ragione non sta in mezzo, come sostengono in tanti, la
ragione sta da qualche parte. A volte può essere divisa, o in parte, ma ha
sempre un luogo. L’importante è cercarla per volere arrivare veramente ad essa
con un ragionamento e non volerla portare a
casa per forza, anche quando ragione non si ha. Prendere una posizione è
importante, soprattutto quando si ha ragione. No, non si parla di convinzioni che potrebbero essere messe in dubbio
dipendentemente dal punto di vista da cui le si osserva. Si parla di ragione,
pura e semplice. Ed è fondamentale che coloro che sono in grado di discernerla,
distinguerla e riconoscerla non si facciano ingannare
da chi, con male parole o abilità retoriche, cerchi di offuscarla, ingannarla,
invertirla!
Un episodio di vita quotidiana
Venerdì, al ritorno da una serata, mi sono soffermato con
alcuni amici a fare due chiacchiere. Trovandoci in un parcheggio il discorso è
presto volto a disquisire del modo in cui parcheggiano talune persone e così il
mio amico D. ci ha reso partecipi di un episodio capitato alla signora R., che
ho voluto chiamare “l’inversione della ragione”.
La signora R., uscendo di casa, trovava spesso un auto
parcheggiata in malo modo in una stradina privata che permette di accedere a
vari condomini, tra i quali anche il suo. L’auto in questione non permetteva il
libero accesso non solo al parcheggio interno del condominio, ma anche alle
rampe che portano ai garage. Un giorno la signora R. coglie sul fatto la
responsabile di questo parcheggio funesto. Con la giusta dose di sdegno, ma
gentilmente, la signora R. si avvicina alla signora X facendole notare il fatto
e il problema: “mi scusi, ma non
vede che in questo modo le auto non riescono a passare?”. La
signora X dava vita, nella sua risposta, all’inversione della ragione: “lei! Lei non mi deve neanche parlare! Non
si permetta! Lei è cattiva dentro e per questo io non la ascolto e faccio
quello che mi pare!”
Se si inverte la ragione si ottiene il torto
La signora R., turbata da questa risposta, non ha potuto fare
altro che andarsene, dando vita nel suo inconscio a dubbi e domande. È molto
facile abbattere un uomo con insulti e giudizi e probabilmente la signora R. si
sarà chiesta se forse era colpa sua, se era veramente cattiva dentro. Capiamo tutti bene dove stia la
ragione in questo caso. Non sta in mezzo e non è divisa tra le parti. È
semplicemente dalla parte della signora R. Ed è così che nasce l’inversione
della ragione. Creando dubbi, che non hanno
motivo d’essere, in chi ha ragione. L’attenzione va tutta riposta in chi fa
nascere l’inversione della ragione. Il disinteresse per gli altri, il
menefreghismo, l’ostentamento della propria persona, l’attaccamento alla
ragione volendo portarsela a casa per forza e la mancanza di umiltà nel riconoscere un proprio errore sono le
caratteristiche di chi ragione non può avere. Poiché la ragione deriva da un
ragionamento. E se il ragionamento è corretto non lo si può invertire e
ottenere comunque ragione, perché l’inverso della
ragione è il torto.
Il maltrattamento della ragione
Questo atteggiamento è molto comune in Italia. Soprattutto
nella classe politica odierna, dove
l’importante non è il contesto, ma l’apparire al popolo Italiano come
depositari della verità (e della ragione), anche se quest’ultima risiede, molto
probabilmente, da tutt’altra parte. Questo atteggiamento lo si riscontra spesso
anche tra le persone che incontriamo ogni giorno. Segno di una popolazione guasta e malsana, che prende la ragione
con forza per darsi più autorità e mai si mette a disposizione della ragione
per cercare la verità
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