domenica 14 agosto 2016

Referendum costituzionale

Referendum costituzionale: Renzi & Boschi, dopo insulti e annunci arriveranno minacce




Si fa fatica a star dietro alle sparate di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi sul referendum costituzionale. Quest’ultima poi è una recordwoman olimpionica delle uscite infelici contro chi voterà No: prima li ha iscritti tutti a Casapound, poi li ha bollati come partigiani tarocchi, li ha accusati di agevolare il terrorismo (visto che, secondo la ministra, la riforma costituzionale sarebbe persino in grado di sgominare l’Isis) e alla fine ha fatto l’offesa, dicendo che chi vota No non rispetta il Parlamento.
Non è da meno Matteo Renzi. Prima ha fatto il galletto sfidando tutti (un incrocio fra “se perdo, porto via il pallone” e “dopo di me il diluvio”) e facendo diventare il referendum costituzionale un plebiscito sulla sua persona. Poi l’espertone di Obama, Jim Messina, deve avergli spiegato come funziona il pallottoliere e Renzi si è reso conto che se ha un 30% di consensi elettorali significa che il 70% degli italiani è contro di lui.
Contrordine, dietrofront, retromarcia, mea culpa:”Ho sbagliato a personalizzare troppo”, ha ammesso il neo-umile Matteo, “questo non è il mio referendum, questa riforma è di Giorgio Napolitano“. ‘Peggio mi sento!’, avranno pensato almeno 7 italiani su 10…
Renzi Boschi referendum costituzionale

Referendum costituzionale: gli insulti della Boschi, gli annunci e i ripensamenti di Renzi. Alla fine ci diranno che se vince il No aumenterà la benzina

Poi, immancabile, l’annuncio sui 500 milioni di euro risparmiati grazie alla riforma, da destinare ai poveri. Come a dire, letta in negativo, se fate vincere il No, cari poveri, non vi toccherà un euro.
Peccato che, secondo la Ragioneria di Stato, i risparmi realizzati con la riforma sarebbero ben più modesti, cioè circa 50 milioni. Ma pure a dar retta a Renzi, viene il dubbio che Jim Messina non gliel’abbia spiegato proprio bene l’uso del pallottoliere: 500 milioni dati a 4,6 milioni di poveri (badate bene, consideriamo solo gli italiani in povertà assoluta) corrispondono a 108  euro una tantum all’anno, cioè 9 euro al mese. ‘Na svolta!
E pensate che mancano ancora tre mesi al referendum visto che le date più probabili sono le domeniche fra il 13 e il 27 novembre. Immaginiamo allora l’accelerata di insulti e annunci che ci sarà nello sprint delle ultime settimane, con gran finale di minacce apocalittiche in stile Fmi e Confindustria.
Per dirne una, sapete cosa sono le clausole di salvaguardia? In breve, se con la legge di Stabilità non tornano i conti, come forma di garanzia per la stabilità economica partono automaticamente delle misure per recuperare le risorse necessarie, come ad esempio il famigerato aumento dell’Iva o quello delle accise sui carburanti.
“Purtroppo ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia, – ha detto Renzi lo scorso 31 luglio, intervista a Repubblica – perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie, ma seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque l’Iva non aumenterà”.
In realtà il “meccanismo atroce” se l’è fatto proprio Renzi con le sue mani, visto che le attuali clausole di salvaguardia non sono una triste eredità dei passati esecutivi, ma sono scritte nero su bianco nelle leggi di Stabilità del governo Renzi.
E allora vedrete: dopo gli insulti su Casapound, partigiani, terrorismo e Parlamento della Boschi, dopo gli annunci di Renzi manna dal cielo per i poveri, alla fine ci minacceranno assicurando che, se vince il No, aumenterà la benzina.

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