Amnesty International è uno dei più grandi ostacoli ai diritti umani in tutta la Terra
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Cos’è Amnesty International? Potrebbe destare sorpresa sapere che Amnesty International, erroneamente considerata da molti come la voce finale in materia di diritti umani nel mondo, è, nei fatti, uno dei più grandi ostacoli alla causa di tali diritti in tutta la Terra.
Nel suo rapporto annuale del 2012, Amnesty afferma una delle più grandi falsità, sistematica
mente ripetuta: «Amnesty International è finanziata principalmente dai suoi membri e da donazioni pubbliche. Nessun fondo viene domandato ai governi, oppure accettato da essi, per l’opera di investigazione e la campagna contro gli abusi dei diritti umani. Amnesty International è indipendente da ogni governo, ideologia politica, interesse economico o religione». In realtà, Amnesty International è finanziata e condotta non soltanto da alcuni governi, ma vieppiù da enormi interessi di finanziatori d’impresa; inoltre è intrecciata con ideologie politiche e interessi economici. Amnesty è uno strumento essenziale, utilizzato esclusivamente per perpetrare tali interessi.
Il finanziamento di Amnesty International – Il reperimento delle informazioni relative ai finanziamenti di Amnesty International è reso deliberatamente difficile; questo, chiaramente, per proteggere il mito di “indipendenza” dell’organizzazione. Con modalità simili a quelle di qualsiasi attività criminosa, Amnesty tiene da parte, separati, i legami finanziari compromettenti attraverso una serie di manovre legali e di organizzazioni ombra. Sul sito web di Amnesty si legge: «Il lavoro portato avanti dal Segretariato Internazionale di Amnesty International è organizzato in due entità legali, in conformità alla legge del Regno Unito: Amnesty International Limited (AIL) e Amnesty International Charity Limited (AICL).
Amnesty International Limited prende in appalto le attività caritatevoli per conto di Amnesty International Charity Limited, istituzione benefica registrata». Ed è lì, presso la Amnesty International Limited, il luogo in cui sono mantenuti i legami con i governi e i finanziatori d’impresa. A p.11 del Rapporto e Rendiconto Finanziario del 2011 di Amnesty International Limited è riportato: «I Direttori sono lieti di ringraziare per il loro supporto la John D. e Catherine T. MacArthur Foundation, l’Oak Foundation, l’Open Society Georgia Foundation, il Vanguard Charitable Endowment Programme, Mauro Tunes e l’American Jewish World Service. L’UK Department for International Development (Governance and Transparency Fund) ha prorogato il finanziamento per un progetto quadriennale a favore dell’educazione ai diritti umani in Africa.
La Commissione Europea (Europe Aid) ha generosamente offerto una borsa di studio pluriennale, destinata al lavoro di Amnesty International in Europa a favore dell’educazione ai diritti umani». Dunque è chiaro, Amnesty prende effettivamente del denaro, sia da governi che da finanziatori d’impresa; una di tali imprese è la nota Open Society, presieduta da George Soros, riconosciuto colpevole di crimini finanziari.
Nel marzo del 2012, un report di bloomberg, intitolato “Soros perde la causa contro la condanna della Corte francese per Insider-Trading”, riferisce che un ricorso contro Wall Street, basato sulla violazione dei “diritti umani” da parte dello speculatore George Soros, è stato rifiutato dalla “Corte Europea per i Diritti Umani”. Soros, la cui Open Society finanzia anche Human Rights Watch e una miriade di altre associazioni sostenitrici dei “diritti umani”, ha letteralmente cercato di usare il “racket” occidentale dei “diritti umani” per difendere se stesso dall’accusa di frode finanziaria, in quella che forse è stata la manifestazione più trasparente del modo in cui operano queste organizzazioni. Soros, che nel 2002 venne condannato e multato per insider trading in relazione alle azioni della banca francese Société Générale, da lui acquistata nel 1988, ha creato un impero dall’offuscamento di attività criminali globali, grazie alla causa dei “diritti umani”. Il suo supporto, così come quello del governo britannico e dei governi europei, ad Amnesty International mira solamente all’espansione di questa pratica di offuscamento.
Amnesty International tradisce la reale promozione dei diritti umani – Amnesty, in realtà, nasconde tutte le tematiche critiche verso la politica straniera statunitense nei fondi dei suoi siti o nel retro dei suoi report. Allo stesso modo, dai media istituzionali vengono riferite selettivamente solo le questioni che coincidono con i loro interessi [quelli delle politiche estere statunitensi; N.d.T.], mentre le altre problematiche vengono sminuite, in termini di spazio a loro dedicato, o non riportate affatto. Ed è precisamente perché nasconde tutte le questioni, tranne quelle che decide selettivamente di enfatizzare, perché possono contribuire agli interessi delle immense corporations finanziarie, che Amnesty diventa uno dei più grandi impedimenti alla reale promozione dei diritti umani sulla Terra.
Alle persone comuni è data la falsa impressione che “qualcuno sorvegli” sulle violazioni dei diritti umani, quando in realtà ciò che Amnesty e tutte le altre organizzazioni simili fanno è gestire selettivamente la percezione pubblica su tali violazioni, fabbricando o manipolando molti casi affinchè questi si conformino meglio all’agenda delle grandi partecipazioni finanziarie. Questo diviene evidente, se si considera che interi report di Amnesty o di Human Rights Watch si basano unicamente su “dichiarazioni di testimoni” ricavate dai racconti dei gruppi di opposizione sostenuti dagli Stati Uniti. Nei rari casi in cui un report contiene reali prove fotografiche, video o documenti – come quello di Human Rights Watch Descent into Chaos, del 2011 – un linguaggio ingannevole viene intenzionalmente incluso tra i passi, affrontati con rapidità e finta noncuranza, allo scopo di comporre un report selettivo e fuorviante non soltanto per i media istituzionali occidentali, ma anche per una miriade di false ONG finanziate e condotte da sponsor e affiliati di Amnesty International e di Human Rights Watch.
Il report Descent into Chaos, che riguardava la Thailandia, fu rapidamente e ampiamente ribaltato e manipolato dall falsa ONG Prachatai “promotrice dei diritti umani”, finanziata dal Dipartimento di Stato americano. Le persone, quando credono erroneamente che delle organizzazioni fidate si stiano occupando della “promozione dei diritti umani”, non solo diventano compiacenti verso di esse, ma trascurano anche la loro responsabilità di esaminare obiettivamente la realtà delle potenziali violazioni e dichiararsi apertamente contrarie.
Le partecipazioni finanziarie di Wall Street e Londra nelle organizzazioni per i diritti umani hanno riempito un vuoto, che dovrebbe essere occupato dai loro più grandi oppositori. Le oligarchie mondiali non solo hanno avallato la violazione dei diritti umani su scala globale, ma utilizzano anche la loro opposizione controllata per attaccare i propri oppositori. E’ chiaro che Amnesty International, più che una “promotrice” di diritti umani, è piuttosto un insulto ai diritti umani. Non c’è bisogno di dire che dovrebbe essere boicottata, o per lo meno considerata illegittima e fraudolenta, a partire dai suoi finanziamenti fino alla sua leadership compromessa. Noi, in quanto persone, dobbiamo contrastare le violazioni reali dei diritti, nostri e del nostro prossimo, partendo dalla base, perché è assolutamente folle pensare che delle organizzazioni di estensione globale, finanziate da corporations economiche che indirizzano l’agenda di governi guidati da interessi costituiti, abbiano a cuore la giustizia e i nostri diritti.
Tony Cartalucci, ricercatore di geopolitica e scrittore, Tratto dal volume Subverting Syria-Obiettivo Siria, Arianna Editrice-2012,pag.239-243
Ringraziamo zarcoweb.blogspot.it
FONTE http://www.imolaoggi.it/2014/06/05/amnesty-international-e-uno-dei-piu-grandi-ostacoli-ai-diritti-umani-in-tutta-la-terra/
FONTE http://www.imolaoggi.it/2014/06/05/amnesty-international-e-uno-dei-piu-grandi-ostacoli-ai-diritti-umani-in-tutta-la-terra/
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AMNESTY INTERNATIONAL ORGANO DI PROPAGANDA DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA
DI TONY CARTALUCCI
informationclearinghouse.info
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Amnesty, gestita da delegati del Dipartimento di Stato degli USA, finanziata da individui riconosciuti colpevoli di crimini finanziari, minaccia le cause di difesa dei diritti umani in tutto il mondo.
Immagine: Dal sito web di Amnesty International USA, “Liberate le Pussy Riot.” “Aiuta Amnesty International per mandare a Putin un carico di passamontagna.” Questa trovata pubblicitaria infantile riporta alla mente le buffonerie di Gene Sharp, anch’esso finanziato direttamente dal Dipartimento di Stato Statunitense – e si accorda con gli obiettivi del Dipartimento di Stato di indebolire il governo russo attraverso la sua squadra di attivisti di opposizione finanziati dagli USA” che comprendono tra questi le “Pussy Riot.“Che Amnesty International supporti l’agenda del Dipartimento di Stato americano non dovrebbe indurre sorpresa, in quanto letteralmente gestita dal Vice Sottosegretario per le Organizzazioni Internazionali del Dipartimento di Stato degli USA, Suzanne Nossel.
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Erroneamente considerata da molti come la voce finale in materia di diritti umani nel mondo, potrebbe destare sorpresa sapere che Amnesty International è nei fatti uno dei più grandi ostacoli alla causa dei diritti umani su tutta la Terra. Nel suo più recente rapporto annuale del 2012 (pag 4, .pdf), Amnesty reitera una delle più grandi falsità, sistematicamente ripetuta:
“Amnesty International è finanziata principalmente dai suoi membri e da donazioni pubbliche. Nessun fondo è domandato oppure accettato dai governi per la sua opera di investigazione e campagna contro gli abusi dei diritti umani. Amnesty International è indipendente da ogni governo, ideologia politica, interesse economico o religione”.
Questo è nettamente falso. In verità Amnesty International è finanziata e condotta non soltanto da governi, ma viepiù da enormi interessi di finanziatori d’impresa, e non solo è intrecciata con ideologie politiche ed interessi economici, Amnesty è uno strumento essenziale utilizzato per perpetuare esclusivamente tali interessi.
Il finanziamento di Amnesty International
Trovare informazioni relative ai finanziamenti di Amnesty International è reso deliberatamente difficile – questo chiaramente per proteggere il mito di “indipendenza” dell’organizzazione. Come ogni operazione criminale organizzata, Amnesty separa i legami finanziari compromettenti attraverso una serie di manovre legali e organizzazioni ombra. Sul sito web di Amnesty si trova:
“Il lavoro portato avanti dal Segretariato Internazionale di Amnesty International è organizzato in due entità legali, in conformità alla legge del Regno Unito. Queste sono Amnesty International Limited (“AIL”) e Amnesty International Charity Limited (“AICL”). Amnesty International Limited prende in appalto le attività caritatevoli per conto di Amnesty International Charity Limited, istituzione benefica registrata.”
Ed è lì, presso la Amnesty International Limited, il luogo in cui sono mantenuti i legami con governi e finanziatori d’impresa. A pagina 11 del Rapporto e Rendiconto Finanziario del 2011(.pdf) di Amnesty International Limited è riportato:
“I Direttori sono lieti di ringraziare per il loro supporto la John D. e Catherine T. MacArthur Foundation, la Oak Foundation, la Open Society Georgia Foundation, Il Vanguard Charitable Endowment Programme, Mauro Tunes e l’American Jewish World Service.
Il UK Department for International Development (Governance and Trasparency Fund) ha prorogato il finanziamento per un progetto quadriennale a favore dell’educazione per i diritti umani in Africa. La Commissione Europea (EuropeAid) ha generosamente accordato una borsa di studio pluriennale destinata al lavoro a favore dell’educazione per i diritti umani di Amnesty International in Europa”.
Dunque è chiaro, Amnesty prende effettivamente del denaro sia dai governi sia dai finanziatori d’impresa, una delle più note delle quali, Open Society, è presieduta dal riconosciuto colpevole di crimini finanziari George Soros.
Nel Marzo 2012 un report di Bloomberg, intitolato “Soros perde la causa contro la condanna della corte francese per Insider-Trading“, illustrò che un ricorso basato sulla violazione dei “diritti umani” contro Wall Street da parte dello speculatore George Soros fu rifiutato dalla “Corte Europea dei diritti umani”.
Nel Marzo 2012 un report di Bloomberg, intitolato “Soros perde la causa contro la condanna della corte francese per Insider-Trading“, illustrò che un ricorso basato sulla violazione dei “diritti umani” contro Wall Street da parte dello speculatore George Soros fu rifiutato dalla “Corte Europea dei diritti umani”.
Soros, la cui Open Society finanzia tra le altre anche Human Rights Watch e una miriade di altre associazioni sostenitrici di “diritti umani”, letteralmente cercò di usare il racket occidentale dei diritti umani per difendere sé stesso contro l’accusa di frode finanziaria in quella che forse è stata la manifestazione più trasparente di come operano queste organizzazioni.
Soros, che fu condannato e multato per insider trading nel 2002 in relazione alle azioni della banca francese Société Générale da lui acquistate nel 1988, ha costruito un impero dall’offuscamento di attività criminali globali grazie alla causa dei “diritti umani”. Il suo supporto, così come quello dei governi britannico ed europei, nei confronti di Amnesty International mira solamente all’espansione di questa pratica di offuscamento.
La leadership di Amnesty InternationalAnche la leadership di Amnesty ci dice qualcosa in merito alla sua reale agenda. Suzanne Nossel, Direttore Esecutivo di Amnesty International USA, per esempio fu designata direttamente dal Dipartimento di Stato americano – dunque ancora una volta contraddicendo amaramente le dichiarazioni di Amnesty di essere “indipendente” da governi ed interessi delle corporations. Nossel ha continuato a promuovere la politica estera statunitense, ma semplicemente dietro un podio con un nuovo logo, il logo di Amnesty International, affisso su di esso. Il sito web di Amnesty International menziona specificamente il ruolo della Nossel dietro le risoluzioni ONU appoggiate del Dipartimento di Stato USA, riguardanti Iran, Siria, Libia e Costa d’Avorio.
Immagine: Stesse menzogne, podi differenti. Suzanne Nossel, in passato facente parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, è oggi direttore esecutivo di Amnesty International USA. Non è cambiata la sua funzione primaria di abbellire le aspirazioni dell’egemonia globale dei grandi finanziatori nel suo nuovo ruolo di “difensore dei diritti umani”.
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E’ stato largamente documentato come questi temi girano attorno ad un piano decennale escogitato dalle grandi partecipazioni finanziarie mirante a dividere, distruggere e saccheggiare le nazioni viste come ostacolo all’egemonia globale statunitense. Specificamente al caso della Siria, è stato rivelato come l’attuale catastrofe dei “diritti umani” ha origine risalente ad una cospirazione premeditata del 2007, documentata dal giornalista del “New Yorker” Seymour Hersh, tra USA, Israele e Arabia Saudita, la quale cercò ed ottenne di finanziare, armare e dispiegare estremisti settari che indebolissero e rovesciassero il governo siriano – questononostante la piena consapevolezza della tragedia umana che avrebbe comportato.
Il contributo della Nossel dunque è semplicemente di abbellire quella che crudamente è un’aggressione militare e il raggiungimento dell’egemonia delle corporations finanziarie col pretesto del supporto ai diritti umani.
Uno sguardo su AmnestyUSA.org rivela che ogni fronte sul quale il Dipartimento di Stato americano sta attualmente lavorando e che costituisce per esso priorità è coincidentemente priorità anche per Amnesty International. Questo include manifestazioni e campagne a supporto dei gruppi di opposizione al governo russo finanziati dal Dipartimento di Stato americano (attualmente ossessionato dalle “Pussy Riot“), l’indebolimento del governo siriano, il rovesciamento del governo bielorusso, e il supporto alla creatura di Wall Street Aung San Suu Kyi del Myanmar (ancora chiamata Birmania dalla stessa Suu Kyi secondo la nomenclatura imperiale britannica).
Amnesty International tradisce la reale promozione dei diritti umani.
Amnesty in realtà nasconde quelle tematiche che sono critiche per la politica straniera statunitense nei fondi dei loro siti o nel retro dei loro report. Allo stesso modo, i media istituzionali riportano selettivamente le questioni che coincidono con i loro interessi [delle politiche estere statunitensi, ndt.], mentre altre problematiche sono o sminuite in termini di spazi dedicati oppure non riportate neppure. Ed è precisamente perché Amnesty nasconde tutte le questioni, eccetto selettivamente enfatizzare quelle che sono contribuenti agli interessi delle immense corporations finanziarie, che Amnesty diventa uno dei più grandi impedimenti alla genuina promozione dei diritti umani sulla Terra.
Immagini: Fabbricando Dissenso. “Liberate le Pussy
Riot” (sopra). Ironicamente, la FIDH [Federazione Internazionale dei Diritti Umani, ndt.] è finanziata direttamente dal Dipartimento di Stato Americano attraverso la Neo-Con US National Endowment for Democracy (NED) così come dalla Open Society di George Soros. “Russia: Fermate il flusso di armi verso la Siria!” (sotto). Se il Dipartimento di Stato americano lo vuole, state sicuri che Amnesty International, da esso guidata, ne organizzerà una manifestazione – e a prescindere dalle dimensioni o dalla legittimità della dimostrazione, aspettatevi i media istituzionali farne notizie da prima pagina.
Riot” (sopra). Ironicamente, la FIDH [Federazione Internazionale dei Diritti Umani, ndt.] è finanziata direttamente dal Dipartimento di Stato Americano attraverso la Neo-Con US National Endowment for Democracy (NED) così come dalla Open Society di George Soros. “Russia: Fermate il flusso di armi verso la Siria!” (sotto). Se il Dipartimento di Stato americano lo vuole, state sicuri che Amnesty International, da esso guidata, ne organizzerà una manifestazione – e a prescindere dalle dimensioni o dalla legittimità della dimostrazione, aspettatevi i media istituzionali farne notizie da prima pagina.
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Alle persone comuni è data la falsa impressione che “qualcuno sorvegli” sulle violazioni dei diritti umani, quando in realtà ciò che Amnesty e tutte le altre organizzazioni come essa fanno è gestire selettivamente la percezione pubblica su tali violazioni, fabbricando o manipolando molti casi affinché questi si conformino meglio all’agenda delle grandi partecipazioni finanziarie. Questo si osserva bene quando interi report fabbricati da Amnesty o da Human Rights Watch si basano unicamente su “dichiarazioni di testimoni” raccolte tra i racconti dei gruppi di opposizione sostenuti dagli Stati Uniti.
Nel raro caso in cui un report include riferimenti su reali prove fotografiche, video o documenti, come il report di Human Rights Watch “Descent into Chaos” del 2011 (.pdf), un linguaggio ingannevole è intenzionalmente incluso tra i passi, affrontati con rapidità e finta noncuranza, allo scopo di abilitare un report selettivo e fuorviante non soltanto per i media istituzionali occidentali, ma anche per una miriade di false ONG finanziate e condotte dagli sponsor ed affiliati di Amnesty International e Human Rights Watch. Il Report “Descent into Chaos”, riguardante la Thailandia, fu rapidamente ed ampiamente ribaltato e manipolato dalla falsa ONG finanziata dal Dipartimento di Stato americano e “promotrice di diritti umani” Prachatai.
Nel raro caso in cui un report include riferimenti su reali prove fotografiche, video o documenti, come il report di Human Rights Watch “Descent into Chaos” del 2011 (.pdf), un linguaggio ingannevole è intenzionalmente incluso tra i passi, affrontati con rapidità e finta noncuranza, allo scopo di abilitare un report selettivo e fuorviante non soltanto per i media istituzionali occidentali, ma anche per una miriade di false ONG finanziate e condotte dagli sponsor ed affiliati di Amnesty International e Human Rights Watch. Il Report “Descent into Chaos”, riguardante la Thailandia, fu rapidamente ed ampiamente ribaltato e manipolato dalla falsa ONG finanziata dal Dipartimento di Stato americano e “promotrice di diritti umani” Prachatai.
Quando le persone credono erroneamente che organizzazioni credibili si stiano occupando della “promozione di diritti umani”, essi non solo diventano compiacenti, essi diventano negligenti verso le proprie responsabilità di esaminare obiettivamente reali potenziali violazioni e dunque dichiararsi apertamente contrari ad esse. Le partecipazioni finanziarie di Wall Street e Londra hanno riempito un vuoto che dovrebbe essere occupato dai loro più grandi oppositori invece che da quella grande organizzazione criminosa di appoggio di loro stessa creazione. Non soltanto essi hanno dato un lasciapassare alla violazione dei diritti umani su scala globale, essi in realtà utilizzano la loro opposizione controllata per attaccare i loro oppositori.
E’ chiaro che Amnesty International non è per nulla un “promotore” di diritti umani, piuttosto un insulto ai diritti umani. Non c’è bisogno di dire che essa dovrebbe essere completamente boicottata, o per lo meno identificata quale illegittima e fraudolenta – a partire dai suoi finanziamenti per finire con la sua leadership compromessa.
Inoltre, noi come persone dobbiamo contrastare le violazioni reali dei diritti, sia nostri che del nostro prossimo, partendo dalla base, perché è assolutamente folle pensare che organizzazioni di estensione globale, finanziate da corporation finanziarie, che riproducono l’agenda di governi guidati da interessi costituiti abbiano tra i loro pensieri il nostro interesse migliore e i nostri diritti.
Tony Cartalucci
Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article32257.htm
22.08.2012
Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article32257.htm
22.08.2012
Traduzione di MICHELE GARAU per www.comedonchisciotte.org
FONTE http://comedonchisciotte.org/amnesty-international-organo-di-propaganda-del-dipartimento-di-stato-usa/
FONTE http://comedonchisciotte.org/amnesty-international-organo-di-propaganda-del-dipartimento-di-stato-usa/
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Amnesty: “i clandestini accusano l’Italia di torture”Le pressioni dell’Ue affinché l’Italia avesse la “mano pesante” nei confronti dei migranti hanno dato luogo a detenzioni arbitrarie, espulsioni illegali e maltrattamenti che, in alcuni casi, possono equivalere a torture. Lo sostiene Amnesty International. Secondo le testimonianze raccolte, anche per poter rilevare le impronte digitali ai clandestini ci sono stati “agghiaccianti episodi di violenza” con pestaggi, uso di manganelli elettrici e umiliazioni sessuali.
Amnesty: “i clandestini accusano l’Italia di torture”Le pressioni dell’Ue affinché l’Italia avesse la “mano pesante” nei confronti dei migranti hanno dato luogo a detenzioni arbitrarie, espulsioni illegali e maltrattamenti che, in alcuni casi, possono equivalere a torture. Lo sostiene Amnesty International. Secondo le testimonianze raccolte, anche per poter rilevare le impronte digitali ai clandestini ci sono stati “agghiaccianti episodi di violenza” con pestaggi, uso di manganelli elettrici e umiliazioni sessuali.
Amnesty: “L’approccio hotspot compromette il diritto di chiedere asilo” – La denuncia è contenuta nel rapporto di Amnesty International “Hotspot Italia: come le politiche dell’Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti”.
Secondo il rapporto, il cosiddetto “approccio hotspot”, promosso dall’Ue per identificare migranti e rifugiati al momento dell’arrivo, non solo ha compromesso il loro diritto a chiedere asilo ma ha anche alimentato “agghiaccianti episodi di violenza”: Amnesty ha raccolto testimonianze di pestaggi, uso di manganelli elettrici e qualche caso di umiliazioni sessuali.
Le denunce ricevute da Amnesty – L’approccio hotspot, adottato per prendere le impronte digitali delle persone che arrivano nei Paesi di frontiera dell’Unione, come l’Italia, prevede una veloce valutazione dei loro bisogni di protezione e, a seconda dei casi, l’avvio della procedura d’asilo o il ritorno nei Paesi di origine: il rapporto, basato su oltre 170 interviste a rifugiati e migranti, rivela “gravi lacune” in ciascuna di queste fasi. Amnesty ha ricevuto denunce “coerenti e concordanti” di arresti arbitrari, intimidazioni e uso eccessivo della forza fisica per costringere uomini, donne e anche bambini appena arrivati a farsi prendere le impronte digitali.
Amnesty: “La Ue ha spinto l’Italia oltre i limiti della legalità” – “Determinati a ridurre il movimento di migranti e rifugiati verso altri Stati membri, i leader Ue hanno spinto le autorità italiane ai limiti, e talvolta oltre i limiti, della legalità” ha spiegato il curatore del rapporto, Matteo de Bellis. “Il risultato è che persone traumatizzate, arrivate in Italia dopo esperienze di viaggio strazianti, vengono sottoposte a procedure viziate e in alcuni casi a gravi violenze da parte della polizia, così come a espulsioni illegali”.
Amnesty: “La Ue ha spinto l’Italia oltre i limiti della legalità” – “Determinati a ridurre il movimento di migranti e rifugiati verso altri Stati membri, i leader Ue hanno spinto le autorità italiane ai limiti, e talvolta oltre i limiti, della legalità” ha spiegato il curatore del rapporto, Matteo de Bellis. “Il risultato è che persone traumatizzate, arrivate in Italia dopo esperienze di viaggio strazianti, vengono sottoposte a procedure viziate e in alcuni casi a gravi violenze da parte della polizia, così come a espulsioni illegali”.
Amnesty International è uno dei più grandi ostacoli ai diritti umani in tutta la Terra
Schiaffeggiati, pestati e umiliati sessualmente – Su 24 testimonianze di maltrattamenti raccolte, in 16 si parla di pestaggi. Una donna di 25 anni proveniente dall’Eritrea ha riferito che un agente di polizia l’ha ripetutamente schiaffeggiata sul volto fino a quando non ha accettato di farsi prendere le impronte digitali. In alcuni casi, migranti e rifugiati hanno denunciato di essere stati colpiti con bastoni elettrici.
“Mi hanno dato scosse con il manganello elettrico diverse volte sulla gamba sinistra, poi sulla gamba destra, sul torace e sulla pancia. Ero troppo debole, non riuscivo a fare resistenza e a un certo punto mi hanno preso entrambe le mani e le hanno messe nella macchina per le impronte”, ha raccontato un ragazzo di 16 anni originario del Darfur.
Schiaffeggiati, pestati e umiliati sessualmente – Su 24 testimonianze di maltrattamenti raccolte, in 16 si parla di pestaggi. Una donna di 25 anni proveniente dall’Eritrea ha riferito che un agente di polizia l’ha ripetutamente schiaffeggiata sul volto fino a quando non ha accettato di farsi prendere le impronte digitali. In alcuni casi, migranti e rifugiati hanno denunciato di essere stati colpiti con bastoni elettrici.
“Mi hanno dato scosse con il manganello elettrico diverse volte sulla gamba sinistra, poi sulla gamba destra, sul torace e sulla pancia. Ero troppo debole, non riuscivo a fare resistenza e a un certo punto mi hanno preso entrambe le mani e le hanno messe nella macchina per le impronte”, ha raccontato un ragazzo di 16 anni originario del Darfur.
Due testimonianze, di un sedicenne e di un uomo di 27 anni, riferiscono di umiliazioni sessuali.
Amnesty sottolinea come nella maggior parte dei casi il comportamento degli agenti di polizia rimanga professionale e la vasta maggioranza delle impronte digitali sia presa senza incidenti, ma le conclusioni del rapporto mettono in luce la necessità di un’indagine indipendente sulle prassi utilizzate.
Amnesty sottolinea come nella maggior parte dei casi il comportamento degli agenti di polizia rimanga professionale e la vasta maggioranza delle impronte digitali sia presa senza incidenti, ma le conclusioni del rapporto mettono in luce la necessità di un’indagine indipendente sulle prassi utilizzate.
Le procedure di screening – L’organizzazione umanitaria critica anche le procedure di screening per separare i richiedenti asilo dai migranti irregolari, affidate a “brevi interviste” effettuate da agenti delle forze dell’ordine “che non hanno ricevuto una formazione adeguata e sono chiamati a prendere una decisione sui bisogni di protezione delle persone che hanno di fronte”.
Amnesty: “Spesso espulsioni verso Paesi in cui migranti rischiano atrocità” – Nel mirino di Amnesty, infine, le espulsioni: “Sotto le pressioni dell’Ue, l’Italia sta cercando di aumentare il numero dei migranti rinviati nei Paesi di origine, anche negoziando accordi di riammissione con Paesi le cui autorità hanno commesso terribili atrocità” come, ad esempio il Sudan.
tgcom24.mediaset.it
Amnesty: “Spesso espulsioni verso Paesi in cui migranti rischiano atrocità” – Nel mirino di Amnesty, infine, le espulsioni: “Sotto le pressioni dell’Ue, l’Italia sta cercando di aumentare il numero dei migranti rinviati nei Paesi di origine, anche negoziando accordi di riammissione con Paesi le cui autorità hanno commesso terribili atrocità” come, ad esempio il Sudan.
tgcom24.mediaset.it
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Ci si può ancora fidare delle Ong?
– di Cinzia Palmacci –
Da un’interessante inchiesta francese emerge una verità sui veri obiettivi perseguiti dalle Ong. In un primo momento, le Ong perseguivano obiettivi lodevoli legati alla difesa dei diritti umani e della dignità umana, ma sempre più prove dimostrano che per alcune di tali organizzazioni questa osservazione è relativa.
Infiltrate da funzionari governativi e coinvolte in certi conflitti, ignorandone altri. L’inchiesta francese si riferisce in modo particolare al caso di Amnesty International. Come nasce Amnesty International? L’Ong Amnesty International è stata fondata dall’inglese Peter Benenson. Prima di praticare la professione di avvocato, lavorò al ministero dell’Informazione e della stampa inglese durante la Seconda Guerra Mondiale. Ha poi lavorato a Bletchley Park, il centro di decrittazione inglese dove fu assegnato alla “Testery”. Peter Benenson era responsabile della decifrazione dei codici tedeschi. Nel 1960, Benenson fu colpito da un articolo che riportava l’arresto di due studenti condannati a sette anni di carcere per aver brindato alla libertà sotto la dittatura di Salazar. Disgustato, lanciò sul giornale Observer (il cui direttore era David Astor) un appello ai “prigionieri dimenticati” in cui fu utilizzato per la prima volta il termine “prigioniero di coscienza”. L’avvocato ricevette migliaia di lettere di sostegno. L’appello, ripreso dai giornali di tutto il mondo, chiedeva ai lettori di scrivere lettere per protestare contro l’arresto dei due giovani.
Per coordinare tale campagna, Benenson fondò nel luglio 1961 l’associazione Amnesty International con l’aiuto, tra gli altri, di Sean MacBride e Eric Baker. Da allora, Amnesty ebbe il carattere di organismo consulente delle Nazioni Unite e tra gli altri, del suo Consiglio economico e sociale, dell’Unesco, dell’Unione Europea e dell’Organizzazione degli Stati Americani. Amnesty International è un’organizzazione non governativa finanziariamente indipendente grazie a donazioni in maggioranza anonime. Tuttavia, resta il dubbio sulla natura del finanziamento dell’organizzazione. Trovare informazioni relative ai finanziamenti di Amnesty International è reso deliberatamente difficile, questo chiaramente per proteggere il mito di “indipendenza” dell’organizzazione. Amnesty separa i legami finanziari compromettenti attraverso una serie di manovre legali e organizzazioni ombra. Sul sito web di Amnesty si trova: “Il lavoro portato avanti dal Segretariato Internazionale di Amnesty International è organizzato in due entità legali, in conformità alla legge del Regno Unito. Queste sono Amnesty International Limited (“AIL”) e Amnesty International Charity Limited (“AICL”). Amnesty International Limited prende in appalto le attività caritatevoli per conto di Amnesty International Charity Limited, istituzione benefica registrata”.
L’Ong ha diversi livelli. Amnesty International è in prima fila, ma poi troviamo Amnesty International Charity Limited, registrata come organizzazione caritatevole attraverso cui passa il finanziamento da gruppi statali e corporativi. George Soros, il miliardario ebreo accusato di insider trading della Société Générale in Francia è il capo della Fondazione Open Society Institute, che promuove la democrazia, ed uno dei maggiori donatori di Amnesty International Charity Limited. Dunque è chiaro, Amnesty prende effettivamente del denaro sia dai governi sia dai finanziatori d’impresa, Nel Marzo 2012 un report di Bloomberg, intitolato “Soros perde la causa contro la condanna della corte francese per Insider-Trading”, illustrò che un ricorso basato sulla violazione dei “diritti umani” contro Wall Street da parte dello speculatore George Soros fu rifiutato dalla “Corte Europea dei diritti umani”. Soros, la cui Open Society finanzia tra le altre anche Human Rights Watch e una miriade di altre associazioni sostenitrici di “diritti umani”, letteralmente cercò di usare il racket occidentale dei diritti umani per difendere sé stesso contro l’accusa di frode finanziaria in quella che forse è stata la manifestazione più trasparente di come operano queste organizzazioni. Soros, che fu condannato e multato per insider trading nel 2002 in relazione alle azioni della banca francese Société Générale da lui acquistate nel 1988, ha costruito un impero dall’offuscamento di attività criminali globali grazie alla causa dei “diritti umani”. Il suo supporto, così come quello dei governi britannico ed europei, nei confronti di Amnesty International mira solamente all’espansione di questa pratica di offuscamento. Di tale “indipendenza”, sia politica che finanziaria, di cui si fa portavoce, Amnesty International per certi aspetti è il contrario di ciò che predica. Anzi, perché non vede il conflitto di interessi quando Suzanne Nossel, direttrice di Amnesty International Usa nel 2012-2013, era assistente personale di Hillary Clinton agli Esteri degli Stati Uniti? Dopo aver passato un anno al timone di Amnesty International Usa, la Nossel è diventata direttrice dell’associazione Pen American Center. Suzanne Nossel, Direttore Esecutivo di Amnesty International Usa, fu designata direttamente dal Dipartimento di Stato americano, dunque ancora una volta contraddicendo amaramente le dichiarazioni di Amnesty di essere “indipendente” da governi ed interessi delle corporations. Nossel ha continuato a promuovere la politica estera statunitense, ma semplicemente dietro un podio con un nuovo logo, il logo di Amnesty International, affisso su di esso. Il sito web di Amnesty International menziona specificamente il ruolo della Nossel dietro le risoluzioni Onu appoggiate del Dipartimento di Stato Usa, riguardanti Iran, Siria, Libia e Costa d’Avorio.
Alcuni critici interni di Amnesty International hanno contestato le direttive strategiche assai vicine alla politica estera statunitense. Ma questi critici si rassicurano con Franck Jannuzi, scelto per sostituire ad interim Suzanne Nossel. La scelta di Jannuzi alla carica di vicedirettore esecutivo di Amnesty International Usa, a Washington DC, è sorprendente se si guarda alla sua carriera. Jannuzi ha lavorato per il Bureau of Intelligence and Research come analista politico-militare della regione asiatica. Costui oggi è responsabile dell’adattamento alla politica estera statunitense degli indirizzi strategici di Amnesty International Usa. Ma è così recente tale collusione tra il governo degli Stati Uniti e Amnesty International? Due casi dimostrano che tale legame esiste da oltre 20 anni. Prima dell’avvio della prima guerra del Golfo, l’amministrazione statunitense trasmise informazioni secondo cui i soldati iracheni avevano tolto dalle incubatrici più di 300 neonati prematuri, in un ospedale del Kuwait. I bambini furono gettati a terra, e le incubatrici rimpatriate in Iraq. Tale fatto fu determinante nel convincere il pubblico statunitense ad essere a favore dell’intervento in Medio Oriente. Amnesty International svolse un ruolo chiave nel supportare il governo degli Stati Uniti durante tutta l’operazione. Più di recente, Amnesty International lanciò la campagna per sostenere l’intervento della Nato in Afghanistan, “Enduring Freedom“, soprattutto con forze statunitensi.
In considerazione del coinvolgimento di persone collegate al governo degli Stati Uniti nella gestione di Amnesty International, ci si può legittimamente interrogare sull’indipendenza e l’imparzialità dell’organizzazione. Al di là della difesa dei diritti umani e della dignità umana come obiettivo primario, non vi vediamo il secondo fine di divenire il relè dell’influenza culturale statunitense? Ciò per imporre un terreno a lungo termine favorevole alle ambizioni strategiche degli Stati Uniti? Erroneamente considerata da molti come la voce finale in materia di diritti umani nel mondo, potrebbe destare sorpresa sapere che Amnesty International è nei fatti uno dei più grandi ostacoli alla causa dei diritti umani su tutta la Terra. Nel rapporto annuale del 2012, Amnesty reitera una delle più grandi falsità, sistematicamente ripetuta: “Amnesty International è finanziata principalmente dai suoi membri e da donazioni pubbliche. Nessun fondo è domandato oppure accettato dai governi per la sua opera di investigazione e campagna contro gli abusi dei diritti umani. Amnesty International è indipendente da ogni governo, ideologia politica, interesse economico o religione”. Questo è nettamente falso. In verità Amnesty International è finanziata e condotta non soltanto da governi, ma viepiù da enormi interessi di finanziatori d’impresa, e non solo è intrecciata con ideologie politiche ed interessi economici, Amnesty è uno strumento essenziale utilizzato per perpetuare esclusivamente tali interessi. E’ stato largamente documentato come i temi della difesa e della promozione dei diritti umani girano attorno ad un piano decennale escogitato dalle grandi partecipazioni finanziarie mirante a dividere, distruggere e saccheggiare le nazioni viste come ostacolo all’egemonia globale statunitense. Specificamente al caso della Siria, è stato rivelato come l’attuale catastrofe dei “diritti umani” ha origine risalente ad una cospirazione premeditata del 2007, documentata dal giornalista del “New Yorker” Seymour Hersh, tra Usa, Israele e Arabia Saudita, la quale cercò ed ottenne di finanziare, armare e dispiegare estremisti settari che indebolissero e rovesciassero il governo siriano, questo nonostante la piena consapevolezza della tragedia umana che avrebbe comportato.
Uno sguardo su AmnestyUSA.org rivela che ogni fronte sul quale il Dipartimento di Stato americano sta attualmente lavorando e che costituisce per esso priorità è, guarda caso, priorità anche per Amnesty International. Questo include manifestazioni e campagne a supporto dei gruppi di opposizione al governo russo finanziati dal Dipartimento di Stato americano, l’indebolimento del governo siriano, il rovesciamento del governo bielorusso. Amnesty in realtà nasconde quelle tematiche che sono critiche per la politica straniera statunitense nei fondi dei loro siti o nel retro dei loro report. Allo stesso modo, i media istituzionali riportano selettivamente le questioni che coincidono con i loro interessi, mentre altre problematiche sono o sminuite in termini di spazi dedicati oppure non riportate neppure. Ed è precisamente perché Amnesty nasconde tutte le questioni, eccetto selettivamente enfatizzare quelle che sono contribuenti agli interessi delle immense corporations finanziarie, che Amnesty diventa uno dei più grandi impedimenti alla genuina promozione dei diritti umani sulla Terra. Alle persone comuni è data la falsa impressione che “qualcuno sorvegli” sulle violazioni dei diritti umani, quando in realtà ciò che Amnesty e tutte le altre organizzazioni come essa fanno è gestire selettivamente la percezione pubblica su tali violazioni, fabbricando o manipolando molti casi affinché questi si conformino meglio all’agenda delle grandi partecipazioni finanziarie. Questo si osserva bene quando interi report fabbricati da Amnesty o da Human Rights Watch si basano unicamente su “dichiarazioni di testimoni” raccolte tra i racconti dei gruppi di opposizione sostenuti dagli Stati Uniti. Quando le persone credono erroneamente che organizzazioni credibili si stiano occupando della “promozione di diritti umani”, essi non solo diventano compiacenti, essi diventano negligenti verso le proprie responsabilità di esaminare obiettivamente reali potenziali violazioni e dunque dichiararsi apertamente contrari ad esse. Le partecipazioni finanziarie di Wall Street e Londra hanno riempito un vuoto che dovrebbe essere occupato dai loro più grandi oppositori invece che da quella grande organizzazione criminosa di appoggio di loro stessa creazione. Non soltanto essi hanno dato un lasciapassare alla violazione dei diritti umani su scala globale, essi in realtà utilizzano la loro opposizione controllata per attaccare i loro oppositori. Non solo. Zbigniew Brzezinski, uno degli uomini più potenti del mondo, consigliere guerrafondaio del presidente Carter in un periodo in cui il partito democratico degli Usa sembrava un po’ restio ad intraprendere azioni di guerra, è stato uno dei dirigenti di Amnesty International! La notizia è confermata anche da wikipedia inglese. Guarda caso, un’associazione che dovrebbe in teoria puntare il dito contro l’imperialismo degli Stati Uniti e delle altre potenze, colpevoli di esportare guerra e tortura in tutto il mondo, che viene diretto proprio da uno dei più influenti e potenti guerrafondai del mondo. Come dare credito ancora ad Amnesty International se viene gestita dagli stessi poteri che dovrebbero contrastare? E come fare a non complimentarsi con l’astuzia dei nostri leader mondiali che quando organizzano guerre, violenze, inquinamento e devastazioni ambientali, si preoccupano di creare e/o dirigere essi stessi le associazioni che dovrebbero opporsi a tutto questo? Alla stessa maniera abbiamo già visto che le associazioni ambientaliste sono state create affinché protestino solo quando lo permette chi sta al potere ed evitino di protestare in altre occasioni; che le potenze guerrafondaie hanno creato/manipolato le associazioni pacifiste affinché distraggano i pacifisti dalla campagne più importanti o perché li portino a fare solo inutili manifestazioni di piazza che non fanno crescere la coscienza popolare.
Un’informazione degna di nota: la Russia ha adottato una nuova legge che consente ai pubblici ministeri di chiudere le Organizzazioni non Governative straniere che sono ritenute una minaccia per l’ordine e la sicurezza costituzionale del Paese. La legge permette anche ai funzionari di bloccare i conti bancari delle organizzazioni fino a quando le Ong non mostreranno i conti delle loro azioni alle autorità russe. Inutile dire che Human Rights Watch di Soros, che ha tra il comitato d’onore David Rothschild, ed Amnesty International hanno criticato questa decisione. La sezione italiana di Amnesty International e’ stata fondata da Margherita Boniver una forte sostenitrice del regime israeliano.
Tuttavia, non vogliamo condannare l’intero mondo del volontariato e dei diritti umani; sappiamo bene che esiste, seppur in minoranza, una percentuale di realtà ed individui che si battono lealmente a sostegno degli ultimi.
Fonte: Il Faro Sul Mondo
Tratto da: informarexresistere
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http://giornaledigitale.altervista.org/chi-e-amnesty-international/
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La Russia contro Amnesty: macchina del fango su richiesta Usa
http://www.imolaoggi.it/2015/12/23/la-russia-contro-amnesty-macchina-del-fango-su-richiesta-usa/
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La Russia contro Amnesty: macchina del fango su richiesta Usa
http://www.imolaoggi.it/2015/12/23/la-russia-contro-amnesty-macchina-del-fango-su-richiesta-usa/
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Amnesty International: “Depenalizzare lo sfruttamento della prostituzione”
http://www.imolaoggi.it/2015/08/13/amnesty-international-depenalizzare-lo-sfruttamento-della-prostituzione/
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Nuove verifiche sulle Ong
http://www.imolaoggi.it/2015/08/13/amnesty-international-depenalizzare-lo-sfruttamento-della-prostituzione/
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Nuove verifiche sulle Ong
http://it.rbth.com/politica/2014/05/16/nuove_verifiche_sulle_ong_31033.html
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Amnesty invia a Renzi un’agenda in 10 punti per i diritti umani Italia
http://www.imolaoggi.it/2014/02/28/amnesty-invia-a-renzi-unagenda-in-10-punti-per-i-diritti-umani-italia/
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Amnesty: Hamas può usare i civili come scudi umani e Israele commette crimini di guerra
http://www.rightsreporter.org/amnesty-hamas-puo-usare-i-civili-come-scudi-umani-e-israele-commette-scrimini-di-guerra/
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Amnesty International la spara veramente grossa. Indaghi la magistratura
Questa volta Amnesty International la spara davvero grossa e accusa Israele di “crimini contro l’umanità” producendo un rapporto dove si citano testimoni non verificabili che raccontano fatti non accertabili dando per scontato di essere creduta sulla parola. Ma non funziona così e ci aspettiamo da parte del Governo israeliano una azione legale contro la ONG inglese
http://www.rightsreporter.org/amnesty-international-la-spara-veramente-grossa-indaghi-la-magistratura/
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Iraq. Il rapporto di Amnesty International “dimentica” i cristiani. Perché?
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Amnesty invia a Renzi un’agenda in 10 punti per i diritti umani Italia
http://www.imolaoggi.it/2014/02/28/amnesty-invia-a-renzi-unagenda-in-10-punti-per-i-diritti-umani-italia/
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http://www.rightsreporter.org/amnesty-hamas-puo-usare-i-civili-come-scudi-umani-e-israele-commette-scrimini-di-guerra/
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Questa volta Amnesty International la spara davvero grossa e accusa Israele di “crimini contro l’umanità” producendo un rapporto dove si citano testimoni non verificabili che raccontano fatti non accertabili dando per scontato di essere creduta sulla parola. Ma non funziona così e ci aspettiamo da parte del Governo israeliano una azione legale contro la ONG inglese
http://www.rightsreporter.org/amnesty-international-la-spara-veramente-grossa-indaghi-la-magistratura/
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http://www.grandecocomero.com/amnesty-rapporto-tutele-diritti-rom-migranti/
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http://www.repubblica.it/esteri/2015/07/29/news/l_accusa_di_amnesty_a_israele_crimini_di_guerra_a_gaza_tel_aviv_falsificano_la_realta_-120028318/
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Per Amnesty International la prostituzione è un «diritto umano»
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Per Amnesty International la prostituzione è un «diritto umano»
Amnesty International, si chiede in sintesi il Guardian, «non sarà stata sequestrata dai sostenitori della tratta del sesso globale»?
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…. Negli anni Sessanta le ong italiane (che rappresentano solo una piccola fetta del Terzo settore) non arrivavano a una ventina. Oggi quelle riconosciute ufficialmente sono 248, si interessano di 3.000 progetti in 84 Paesi del mondo, occupano 5.500 persone e gestiscono 350 milioni di euro l’ anno. A leggere i bilanci, le prime dieci ong italiane sono Medici senza frontiere (50 milioni di euro); ActionAid (48 milioni); Save the Children (45 milioni); Coopi (Cooperazione internazionale, 35 milioni); Cesvi (Cooperazione e sviluppo, 33 milioni); Emergency (30 milioni); Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale, 28 milioni); Intersos (18 milioni); Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, 16 milioni); Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo, 16 milioni).
La domanda più importante è: dove finiscono i soldi dei donatori? Molto se ne va per le spese di mantenimento e promozione delle organizzazioni. Qualche esempio: su un totale di circa 7 milioni di euro, la sezione italiana di Amnesty International ne spende circa un terzo per promuovere l’ associazione e mantenerla in vita.
Per salvaguardare oceani, balene e foreste, nel 2011 Greenpeace Italia ha utilizzato 2 milioni 349.000 euro, meno di quanto spenda per pubblicizzarsi e cercare nuovi iscritti (cosa del resto essenzialea ogni organizzazione): 2 milioni 482.000 euro. A queste associazioni va però reso il merito di rendere pubblicii propri bilanci, cosa che accade più di rado nel no-profit tutto italiano (da noi nessuna legge obbliga le ong a pubblicarli). La necessità di maggiori controlli è stata auspicata nel luglio 2012 anche dalla Corte dei conti, che ha monitorato 84 progetti in 23 Paesi, trovando di tutto: soldi mai arrivati, progetti fermi o in ritardo da anni, rendiconti spariti. … E spesso pagano gli stessi stipendi: la buonuscita di 500mila sterline versata a Irene Khan, ex segretario generale di Amnesty International, è solo la punta dell’ iceberg.
FONTE ART. COMPLETO : http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/01/07/il-nuovo-business-della-beneficenza.html
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Nel 2015 Medici senza Frontiere ha ricevuto 56 mln di euro da UE e Stati membrihttp://www.imolaoggi.it/2016/06/18/nel-2015-medici-senza-frontiere-ha-ricevuto-56-mln-di-euro-da-ue-e-stati-membri/
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Per salvaguardare oceani, balene e foreste, nel 2011 Greenpeace Italia ha utilizzato 2 milioni 349.000 euro, meno di quanto spenda per pubblicizzarsi e cercare nuovi iscritti (cosa del resto essenzialea ogni organizzazione): 2 milioni 482.000 euro. A queste associazioni va però reso il merito di rendere pubblicii propri bilanci, cosa che accade più di rado nel no-profit tutto italiano (da noi nessuna legge obbliga le ong a pubblicarli). La necessità di maggiori controlli è stata auspicata nel luglio 2012 anche dalla Corte dei conti, che ha monitorato 84 progetti in 23 Paesi, trovando di tutto: soldi mai arrivati, progetti fermi o in ritardo da anni, rendiconti spariti. … E spesso pagano gli stessi stipendi: la buonuscita di 500mila sterline versata a Irene Khan, ex segretario generale di Amnesty International, è solo la punta dell’ iceberg.
FONTE ART. COMPLETO : http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/01/07/il-nuovo-business-della-beneficenza.html
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Nel 2015 Medici senza Frontiere ha ricevuto 56 mln di euro da UE e Stati membrihttp://www.imolaoggi.it/2016/06/18/nel-2015-medici-senza-frontiere-ha-ricevuto-56-mln-di-euro-da-ue-e-stati-membri/
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Amnesty international,ecco come finiscono i soldi che donate,in ricchi stipendi e buonuscite a cinqu
http://www.notiziegenova.altervista.org/index.php/te-lo-nasondono/2261-amnesty-internationalecco-come-finiscono-i-soldi-che-donatein-ricchi-stipendi-e-buonuscite-a-cinque-zeri-ai-segretari
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Il vero volto di Amnesty International: mattanza di bambiniSenza più pudore. Ora lo dicono apertamente, senza più maschere e senza provar vergogna. Amnesty International ed il Center for Reproductive Rights ritengono che non esista alcun diritto alla vita prima della nascita. Si verrebbe, quindi, considerati «persone» solo dal momento del parto in poi. Sconcertante. Eppure è quanto han dichiarato alla sessione del Comitato per i diritti umani dell’Onu, lo scorso 14 luglio a Ginevra in occasione dell’audizione aperta alla società civile per stilare il testo generale di commento all’art. 6 del Patto sui Diritti Civili e Politici.
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Il vero volto di Amnesty International: mattanza di bambiniSenza più pudore. Ora lo dicono apertamente, senza più maschere e senza provar vergogna. Amnesty International ed il Center for Reproductive Rights ritengono che non esista alcun diritto alla vita prima della nascita. Si verrebbe, quindi, considerati «persone» solo dal momento del parto in poi. Sconcertante. Eppure è quanto han dichiarato alla sessione del Comitato per i diritti umani dell’Onu, lo scorso 14 luglio a Ginevra in occasione dell’audizione aperta alla società civile per stilare il testo generale di commento all’art. 6 del Patto sui Diritti Civili e Politici.
Secondo quanto riferito dall’agenzia InfoCatólica, all’assise eran presenti tutti: sigle pro-life e sigle pro-choice. Le prime, peraltro, scopertesi più numerose delle seconde. Ma è servito a poco. Quanto meno a ribadire come nessun trattato internazionale riconosca un «diritto» all’aborto: la Convenzione sui diritti del bambino, il Patto sui diritti civili e politici e la Dichiarazione sui diritti dell’uomo proteggono anzi la vita del nascituro. E vietano la condanna a morte per le donne incinta. Perché? La domanda è stata posta ad Amnesty, che ha nicchiato, trincerandosi dietro un pilatesco “no comment”. Non ha voluto ammettere che la pena capitale viene proibita proprio per tutelare la vita innocente portata in grembo.
Altre Ong abortiste hanno, invece, preferito negare l’evidenza: secondo loro, le restrizioni all’aborto incrementerebbero i casi di mortalità materna, mentre la legalizzazione non comporterebbe alcun aumento degli aborti effettuati. Il che è totalmente, palesemente, dichiaratamente falso. Cifre alla mano. Il Cile è uno dei Paesi, che tutelano maggiormente la vita, eppure registra il minor tasso di mortalità tanto per le madri quanto per i figli dell’intera regione. La liberalizzazione dell’interruzione di gravidanza, al contrario, incoraggia a considerare questa come una sorta di anticoncezionale d’emergenza, incrementandone il ricorso. E’ quanto han reclamato a gran voce la Society for the Protection of Unborn Children, l’Associazione dei Medici Cattolici di Bucarest, C-Fam, ADF International, Priests for Life, Canada Silent No More, Family & Life, Woomb International, European Center for Law and Justice, Autistic Minority International, National Right to Life tedesco, Life Campaign e CitizenGO. Tutte sigle, che hanno evidenziato come la vita umana cominci col concepimento e sia unica ed irripetibile: di ciò si ha un’evidenza scientifica riconosciuta da tutti i testi di Medicina. Così come evidenti sono anche i danni provocati dall’aborto nella donna. Eppure, queste parole sono rimaste inascoltate.
Insieme, tali organizzazioni rappresentavano la maggioranza dell’assemblea. Eppure, questa volta il Comitato dell’Onu ha deciso di non tenerne conto e di prender tempo, nel tentativo di rafforzare così il fronte abortista. Una sospensione del principio di “democrazia” a bacchetta, secondo le opportunità. Atteggiamento definito da Luis Losada, direttore di CitizenGO, profondamente «discriminatorio», ciò che ha indotto molte realtà pro life a presentare protesta formale.
Controprova? Il termine ultimo concesso ai vari organismi, per presentare i propri contributi, era stato fissato inderogabilmente per il 12 giugno. Molte sigle pro choice sono state però ammesse fuori tempo massimo. Contro ogni regola.
Evidente lo svolgersi di una strategia precisa, prestabilita e con una regia occulta, guidata ormai dalle solite lobby. Fino a quando? Resta il monito lanciato da Padre Cristoforo a don Rodrigo nel cap. VI dei Promessi Sposi: «Verrà un giorno in cui…».
Cosa dire, di una organizzazione che è contraria all’esecuzione di efferati assassini, ma a favore dell’annientamento di una vita innocente?
FONTE http://voxnews.info/2015/07/18/il-vero-volto-di-amnesty-international-mattanza-di-bambini/
La Khan, ex segretario generale dell’associazione, e le 500 mila sterline pagatele nel dicembre 2009
MILANO – Amnesty International è finita nella bufera per la buonuscita a cinque zeri pagata al segretario generale dell’associazione, Irene Khan. Quando, infatti, la donna, originaria del Bangladesh e fervida sostenitrice di numerose campagne contro la povertà, ha lasciato il proprio incarico nel dicembre del 2009, se n’è andata con 500 mila sterline in più sul conto in banca: ovvero, oltre quattro volte il suo stipendio annuale, che ammontava a 132.490 sterline. Cifre a dir poco esagerate e che gettano più di un’ombra sulla gestione patrimoniale del gruppo negli ultimi anni.«I pagamenti al segretario generale uscente, Irene Khan, mostrati nei rendiconti di Amnesty International per l’anno che termina il 31 marzo 2010, includono anche i versamenti effettuati come parte di un accordo confidenziale fra l’associazione e la signora Khan – ha spiegato al Daily Mail Peter Pack, presidente del Comitato Esecutivo di AI – e i termini di questo accordo non verranno ulteriormente commentati dalle parti coinvolte».
LE CRITICHE – Prima musulmana a guidare l’organizzazione, la Khan è stata duramente criticata in passato per la sua politica troppo morbida nei confronti degli abusi delle truppe americane ed inglesi in Iraq e per aver voluto sottolineare di più la situazione dei detenuti di Guantanamo che i loro presunti legami con i talebani e con i gruppi terroristici. Ma non è solo la 54enne attivista politica ad essere nel mirino dell’opinione pubblica: anche la sua vice, Kate Gilmore, che nel 2007 fece infuriare la Chiesa Cattolica sostenendo che l’aborto fosse un diritto umano, ha goduto di una generosa liquidazione quando ha mollato l’organizzazione, incassando ben 300 mila sterline.
Simona Marchetti
19 febbraio 2011
19 febbraio 2011
– Che la situazione in Sud Sudan sia grave nessuno può negarlo. Gli scontri di domenica hanno lasciato sul terreno decine di morti e altri focolai sono segnalati un po’ in tutto il Paese. Ma da qui a ventilare una pulizia etnica ce ne passa.
Invece secondo rapporti di Amnesty International e di Human Rights Watch, che per inciso non hanno rappresentanze in Sud Sudan quindi non si capisce dove abbino preso queste informazioni, i militari fedeli al Presidente Salva Kiir, di etnia Dinka, avrebbero deliberatamente massacrato decine di persone di etnia Nuer solo perché appunto Nuer. E’ una bugia clamorosa che rischia di gettare solo altra benzina sul fuoco. Sugli oltre 500 morti che si segnalano da domenica nessuno può dire quanti siano di etnia Dinka e quanti siano di etnia Nuer.
I golpisti di Riek Machar hanno sparato con armi pesanti contro qualsiasi cosa si muovesse e la maggioranza delle vittime si sono trovate in mezzo al fuoco incrociato dei due schieramenti. Non è stata fatta alcuna selezione. E se Amnesty International e Human Rights Watch hanno bisogno di finanziamenti non hanno il Diritto di inventarsi e foraggiare una guerra etnica con notizie falsa e basate sul nulla.
Leggi il seguito www.rightsreporter.org
Siria: Interferenza criminale di Medici Senza Frontiere a fianco dei terroristi
http://www.imolaoggi.it/2013/12/20/amnesty-e-human-rights-diffondono-falsita-per-ottenere-finanziamenti/
http://www.imolaoggi.it/2013/12/20/amnesty-e-human-rights-diffondono-falsita-per-ottenere-finanziamenti/
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