giovedì 6 febbraio 2014

Analisi della genesi - di Petrus Marotta (1 di 4)

Petrus Marotta





                        Analisi della Genesi




PREMESSA







Dalla lettura e l’analisi del testo Biblico non emerge quanto comunemente si crede, vale a dire, l’opera di un Dio che per amore imparziale crea il mondo è l’umanità; un Dio che dispensa amore e caritatevole verso le sue creature: il Dio che emerge dalla lettura Biblica è invece, come lui stesso si definisce; dio di giustizia e di vendetta, Signore degli eserciti. Questo è YHWH (Yavè), il terribile Dio degli Ebrei.



Scorrendo le pagine della Genesi, già dall’inizio, si nota che questo Dio è bugiardo che fa di tutto per asservire l’umanità ogni volta che gli uomini tendono a progredire, lui interviene facendo in modo di fare retrocedere gli uomini ad una condizione di sudditanza, ignoranza e atterrirli in modo da piegare la loro volontà.



Per ottenere obbedienza non si fermava davanti a nulla, “non sta scritto esplicitamente nel testo Biblico”, ma esaminando tra le righe e ricercando con incroci storico-culturali, risulta che questo medesimo Dio pretendeva anche sacrifici umani, solo da Isacco in poi non pretese più sacrifici umani dal suo presunto popolo.



Nondimeno a questo, tale Signore aveva un progetto che consisteva nel costringere gli Ebrei a fare quanto lui voleva, coloro che osavano solo fare delle osservazioni sul suo operato, di alcune azioni volute da esso “Dio”, veniva scannato senza pietà. Yavè è stato la causa di tante guerre affrontate dagli Ebrei, interi veri e propri massacri, non solo di uomini, ma anche di donne e bambini. Per questo Dio la vita umana valeva meno di niente, Dio fazioso e spietato che pur di realizzare il suo progetto non si fermava davanti a nulla, inoltre, bisogna precisare che questo Dio, non era un Dio universale come oggi si tende a fare credere, ma era un “dio nazionale”, com’era di fatto, in tutte le altre culture, come gli dei della Mesopotamia, degli Slavi, Germani, Palestinesi, Indiani, Giapponesi e via dicendo. Fino a quando la spada dei





Romani prima e la potenza vaticana poi non impose il Cristianesimo; anche quando il Cristianesimo cominciò ad affermarsi, i suoi seguaci continuarono a identificare impropriamente Yavè come il loro Dio, ma secondo una propria visione e filosofia; trasformarono il terribile e fazioso Yavè, in un Dio universale d’amore e bontà.



La notorietà e la diffusione in occidente di questo sconosciuto Dio, del quale non si conosce neanche il suo nome, non si deve alla sua grandezza ne tantomeno agli Ebrei, perché, Yavè era il loro “Dio nazionale” e gli Ebrei, solo loro, erano il popolo prescelto (il popolo eletto) il popolo di Dio e non intendevano dividerlo con altri. Poi, verso il 100 d.C, con lo sviluppo del Cristianesimo, tale concetto mutò soprattutto ad opera di un abile politico di quel tempo, “Paolo (S. Paolo) ”, cittadino Romano che stanziava in Palestina e che si convertì al Cristianesimo, essendo uomo d’intelletto, non

faticò molto ad arrivare al vertice della Setta Cristiana, fu lui ad avere l’idea di diffondere il Cristianesimo nel mondo, e per fare ciò, pensò bene di partire dal centro del mondo “Roma”, se il Cristianesimo riusciva ad affermarsi a Roma, si sarebbe diffuso per tutto l’impero, quindi in tutto il mondo. E’ difatti fu proprio così! In occidente e non solo, si diffuse il Cristianesimo, una religione importata dalla lontana Palestina, un credo religioso straniero che soppiantò i vari dei d’occidente, in seguito grazie anche alla spada Romana.




La maggior parte della gente comune, oggi, da credito a questa religione ritenendola la vera e unica parola del vero Dio, anche i Musulmani credono che la loro religione sia l’unica giusta, e questo vale anche per gli ebrei, ma anche per tutte le altre religioni, ognuno crede nel proprio dio e nella propria religione, e per questo si farebbero ammazzare e si ammazzano, ignorando le lontane e tortuose radici. Storie tramandate con racconti per millenni, storie le cui origini sì perdono nella lontana Caldea, Babilonia, Egitto e Sumer. Dopo millenni di storie tramandate oralmente, il racconto della Genesi, solo nei tempi relativamente recenti, 1300 a.C. circa, fu messa per iscritto. La Genesi è stata compressa nel suo contenuto, riveduta e corretta già all’inizio della sua stesura, ed in seguito fu ulteriormente manipolata per rispecchiare un certo stile di vita ed una propria filosofia, e quindi eccoci servito oggi un surrogato di una storia che fa acqua da tutte le parti, facendo in modo che l’interesse di alcuni e cecità cognitiva della gente, porti a sperare e credere in un Dio magnanimo che possa in qualche modo alleviare le sofferenze di questo mondo e fa sì che persista una fede in un essere superiore. Essendosi diffusa in sostanza in tutto il mondo, una cultura “dio-dipendente”, la storia umana dimostra che nei vari periodi storici, “di tanto in tanto salta fuori un santone, un profeta o un ispirato da Dio”. Questi uomini che si dicono ispirati, dicono ad altri uomini cosa e giusto e cosa non lo é, cosa bisogna fare o non fare previa punizioni e peccati, motivando le genti nel credere in un’etica e in una fede, che nei fatti fanno la storia; essi fanno i martiri, essi pregano che Dio stermini i suoi nemici, essi perseguitano e uccidono i peccatori per volere di Dio, fanno le guerre e pregano che Dio stia con loro, “muoiono, muoiono”, centinaia di persone, muoiono migliaia, milioni di persone e la storia va avanti e tutto questo “in nome di Dio”. Se oggi l’umanità si trova nella situazione di disastro che tutti ben conosciamo è dovuto dal fatto che, anzich’è










usare il criterio del buon senso, i popoli nella loro superstizione e ignoranza da un lato, è l’arroganza fraudolenta di altri, che peraltro, “continuano imperterriti”, e dovuta al fatto che i popoli si sono affidati alla credenza religiosa, e che per usare le parole di David Donnini, il quale cita in fondo ciò che è ovvio, eppure nessuno ancora vede, la Bibbia: il libro dei libri, la scrittura più tradotta, stampata e diffusa in tutto il mondo. Per molti(centinaia di milioni di esseri umani, o forse miliardi essa è la “parola di Dio”, ovverosia ciò che il Creatore in persona avrebbe voluto comunicare agli uomini nel corso della storia, attraverso la penna di scrittori ispirati, anche se esistono vaste aree del pianeta in cui non prevale la civiltà cristiana (Cina, India, paesi arabi…) la parte tecnologicamente ed economicamente più evoluta dell’umanità è caratterizzata da quest’elemento comune: la Bibbia come riferimento culturale e spirituale. Negli Stati Uniti, si trova una Bibbia nel comodino d’ogni camera d’albergo è il presidente eletto giura il suo impegno di fedeltà sulla Bibbia. In conseguenza di ciò, la Bibbia fornisce alcuni criteri fondamentali nella struttura del nostro pensiero, della nostra etica, delle nostre scelte, del nostro comportamento. E questo, naturalmente, sia in coloro che la riconoscano come autorità spirituale, sia in coloro che non la accettano.

Ovviamente la bibbia è un testo d’importanza enorme, non fosse altro perché essa è il pilastro culturale dell’occidente, ma anche perché essa costituisce come scrittura che ci giunge dai lontani secoli trascorsi, una delle più importanti fonti storiche per la conoscenza del passato, della storia, delle tradizioni, della cultura antica e delle credenze. In questo senso, essa non ha comunque un particolare primato dal momento che si affianca ad altre opere altrettanto importanti che, come la Bibbia, ci mettono in contatto con le civiltà di un tempo e con le loro tradizioni: l’epopea di Gilgamesh, la mitologia greca, i testi Vedici e il Mahabaratha, ecc.

Se oppongo alcune critiche alla Bibbia, non è ad essa in quanto tale, ma all’approccio culturale che il mondo occidentale ha nei confronti di quel testo. Il problema, infatti, non è di leggere o studiare la Bibbia, ma il fatto di credere ciecamente che essa sia la “parola di Dio” e che in valori ed etica da essa rappresentati siano valori universali, sicuri in quanto firmati da Dio in persona, indiscutibili nella loro positività data per scontata. Sebbene la Bibbia debba comunque essere considerata un punto importante di riferimento culturale, il genere di approccio che abbiamo appena descritto può essere letteralmente calamitoso e, di fatto, lo è moltissimo. Ai tempi di Galileo Galilei, poi di Charls Darwin l’attaccamento dogmatico alla Bibbia costituì in modo particolarmente evidente un infelice ostacolo al progresso della conoscenza e alla libertà della ragione. Vogliamo forse credere che l’epoca dell’oscurantismo biblico sia ormai conclusa? E’ facile distinguere i fattori inibitori del pensiero, quando questi appartengono ad un

passato ampiamente superato, ma non è altrettanto facile vederli mentre essi sono operativi, mentre siamo noi stessi circondati dal presente e dai suoi condizionamenti psicologici e culturali.

Talmente radicata è la consuetudine di considerare la Bibbia come una fonte di verità assoluta, consuetudine prodotta e difesa dall’istituzione ecclesiastica, spesso coi metodi di un’atroce tirannia, che oggi è “impresa quasi sovrumana”, il tentativo di sostenere e diffondere un atteggiamento critico nei confronti della Bibbia, dei suoi contenuti e della sua autorità. Il primo effetto è, innanzi tutto, quello che l’operazione è fraintesa come una crociata sterminatrice, con tanto di cataste di libri le cui pagine vanno a fuoco nel mezzo di una piazza in cui si è data appuntamento una folla di esaltati miscredenti. In realtà queste barbarie, a suo tempo, furono compiute proprio da coloro che volevano imporre e difendere l’autorità indiscussa della Bibbia, con la differenza che l’odore,



oltre a quello della carta bruciata, era assai spesso quello della carne umana. Senz’altro, nella lunga e varia raccolta delle possibili attitudini, ci sarà anche una ostilità violenta e culturale verso la Bibbia, ma non è questo il mio caso, e non è il caso della grande maggioranza di coloro che sono favorevoli ad un approccio critico nei suoi confronti.



Se potessimo leggere la Bibbia con atteggiamento libero della suggestione culturale che secoli di consuetudine e di autorità hanno determinato, sarebbe molto semplice convincersi innanzi tutto di un fatto: che essa è un grandissimo testo di epica, di storia, di geografia, di poesia, di teologia e di filosofia, di cui l’autore più improbabile è esattamente il Creatore dell’universo.



Già fin dalle prime pagine della genesi, troviamo una serie di concetti (che ispirano la religiosità ebraica e cristiana, ma anche quell’islamica) che difficilmente un Dio amorevole e creatore di tutto l’universo non avrebbero mai potuto indicare all’umanità come principi spirituali:



1 – innanzi tutto la Bibbia, nega con la sua rappresentazione dell’evento creativo, una visione evoluzionista,

Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e i rettili del suolo secondo la loro specie; E Dio vide che era cosa buona… (Gen. I, 25),



2 – poi stabilisce una visione totalmente antropocentrica:

Dio disse: - Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza … (Gen. I, 26),



3 – e ancora, stabilisce una superiorità di principio dell’uomo sulla donna, configurando un maschilismo assoluto:

Poi il Signore Dio disse: - Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile – Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo… (Gen. II, 18-22),

Alla donna disse: … verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà (Gen. III, 16)


4 – e ancora, invece di insegnare il rispetto per la natura, dichiara che l’umanità può soggiogare a suo libero piacimento la terra e tutti gli esseri che vivono in essa:

Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che strisciano sulla terra… (Gen. I, 28)

5 – e ancora, il Dio Biblico stabilisce il concetto supremo della colpa e del castigo, stabilendo persino che le colpe dei padri ricadano sui figli:


  1. All’uomo disse: - Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finchè tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai ! … (Gen. I, 17-19).





    6 – e infine , insegna una visione razzista dei rapporti fra gli uomini, con popoli che sono benedetti ed altri che sono maledetti:

    I figli di Noè che uscirono dall’arca furono Sem, Cam, e Jafet; Cam è il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra… (Gen. IX, 18-19),



    Allora disse: - Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli ! (Gen. IX, 25),



    Disse poi: - Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Jafet e questi dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!… (Gen. IX, 26-27),



    I figli di Jafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech e Tiras… I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Canaan… I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram… (Gen. X, 1,6,22).



    In fin dei conti, in quest’epoca di esplosione demografica e di emergenze ecologiche, come possiamo veramente convincerci di avere commesso errori gravissimi? E dell’urgenza di correre a drastici ripari? se Dio stesso ci avrebbe invitati, nell’apertura del suo presunto libro, a “…moltiplicarci, riempire la terra, soggiogarla e dominare su ogni sua creatura” ? Non è forse proprio ciò che abbiamo fatto finora? E, infatti, mi pare che il clero cristiano, abbia sempre visto con grande ostilità qualunque politica di controllo demografico, qualunque campagna di educazione demografica o di educazione all’uso consapevole dei sistemi di contraccezione. Da un lato, questo è dovuto senz’altro ad un irriducibile atteggiamento sessuofobo, ma dall’altra, è dovuto anche alla convinzione che la Bibbia non possa sbagliarsi così clamorosamente e che il Signore non possa averci dato indicazioni cattive.



    Come possiamo veramente liberarci da una mentalità maschilista e convincerci della parità di principio fra i sessi al di là di ipocrite apparenze? Dio stesso avrebbe creato la donna in un secondo momento, come compagnia gregaria dell’uomo, solo dopo aver

    prima provato con ogni sorta di animale (…?!), e se egli stesso avrebbe solennemente

    dichiarato ad Eva: “verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà”, infatti,

    mi pare che il clero cattolico, al di là delle sue aperture di secondaria importanza, abbia sempre difeso certi ruoli tradizionali dei sessi e sia irriducibilmente legato al presupposto che la donna non sarà mai degna del sacerdozio.


















    Come possiamo veramente liberarci dai residui inconsci di un’attitudine razzista, i cui affioramenti in epoca moderna si fanno piuttosto evidenti, allorché i popoli della miseria bussano alle porte dei popoli della ricchezza?! Se Dio stesso avrebbe deciso di maledire alcune discendenze, come popoli interi (i camiti, per esempio, ovvero gli africani), e di eleggere alcuni altri a suoi favoriti? E, infatti, mi pare che il mondo cristiano in generale non sia mai riuscito ad eliminare dal proprio retaggio l’attitudine razzista e che abbia saputo far tesoro delle indicazioni bibliche con la tratta degli schiavi negri, o con l’antisemitismo, visto che lo stesso Vangelo di Matteo sancisce la condanna degli ebrei in quanto razza, con la frase “E tutto il popolo rispose: - Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli –“ (Mt XXVII, 25).



    E’ come potremmo emanciparci da uno spirito vendicativo se è Dio stesso che compie vendetta? Come potremo convincerci che le guerre e gli eserciti sono realtà di cui dobbiamo imparare a fare a meno, se è Dio stesso il Signore degli eserciti che conduce i suoi favoriti alla vittoria militare e allo sterminio dei loro nemici, come potremo imparare ad odiare il potere e la ricchezza, se Dio stesso che innalza i potenti, Come potremo credere nella vera misericordia se Dio stesso è il castigatore che infligge l’eterna pena? Dove possiamo trovare la spinta per liberarci dalle nostre peggiori passioni, quando il Signore esige sacrifici di sangue per espiare le offese ricevute attraverso il peccato, e manda a morte tutti i neonati di Betlemme salvando solo il suo

    figlio?



    La verità è che lo YHWH del Vecchio Testamento, frutto dell’umana fantasia letteraria e teologica, è geloso e vendicativo, possessivo e violento, spietato e orgoglioso. Egli può avere creato tutt’al più, l’inferno, non l’Universo. Egli è soltanto la proiezione sovrannaturale di un particolare modello umano, quello della società semitica maschilista, autoritaria, bellicosa dell’epoca in cui le scritture bibliche furono redatte. Egli rende onnipotenti tutte le peggiori attitudini dell’uomo, le quali, grazie al vero Dio, sono tutt’altro che onnipotenti.







    Noi dobbiamo studiare profondamente la Bibbia, per conoscere le nostre origini storiche e culturali, e per imparare a gettare alle nostre spalle la spiritualità rozza e primitiva che essa rappresenta, rendendo così finalmente possibile l’emancipazione verso una spiritualità più adulta, universale, adeguata a quello che siamo e ai problemi che abbiamo.






























    INTRODUZIONE





    Personalmente non ho motivi né interessi di parte o simpatie particolari per qualche dottrina, o sempre cercato in qualunque cosa sempre la verità. (Sono dell’avviso che è meglio un’amara verità ad una felice bugia), nella mia ricerca o scoperto che ci sono “molte verità, quindi troppe bugie”. Una sola è la << vera verità>> ma tale verità è molto difficile da raggiungere.



    Sarebbe da considerare che, la conoscenza della verità non sempre rende felice e, spesso può essere una dannazione e/o motivo d’infelicità; perché << verità è sinonimo di conoscenza >> e non tutti gli esseri umani sono in grado di reggere la verità. Non tutti sono nella condizione mentale di assimilare conoscenza, difatti, la “pseudo saggezza popolare”, preferisce ignorare la verità, specialmente “certe verità”, in quanto ciò ne sconvolgerebbe tutte le cose in cui fino oggi hanno creduto, rifiutando di “conoscere”, preferendo vivere nelle proprie convinzioni, nelle proprie illusioni, purchè ciò li renda felici.



    D’altro canto, “coloro che sanno”, così come i potenti, si guardano bene dal far conoscere verità alle masse, facendo in modo di tenerli nell’ignoranza per poterli meglio controllare e manipolare.


    Provate ad immaginare se all’improvviso i “potenti della terra” annunciassero grandi verità, tali da annullare tutto ciò cui fino ad oggi si è creduto, immaginate cosa potrebbe succedere se divulgassero “ il mistero sull’origine dell’uomo”, se dicessero che, “ non un dio ha creato l’uomo”, ma “Alieni venuti da un altro mondo e che questi alieni sono come noi”, o che una parte di noi, del nostro D.N.A. è originario di una specie “non umana”, la quale millenni fa sì e unita carnalmente con gli umani, che hanno creato l’uomo al solo scopo di usarlo come schiavo per i loro scopi. A quel punto, probabilmente, il primo effetto sarebbe il crollo delle religioni monoteiste, il secondo, la fine dei governi che vivono appoggiati dalle suddette caste religiose, terza e forse non ultima, il caos totale che potrebbe sfociare in rivolte, linciaggi e assassinii. Le borse cadrebbero e l’economia andrebbe in malora. Con ciò, qualcuno potrebbe quindi insinuare che, l’uomo non è ancora pronto per apprendere la verità e che dopo millenni di bugie non si può digerire all’improvviso tutto ed il contrario di tutto.



    I potenti, fanno di tutto per continuare ad occultare la verità, ma la forza dei fatti e gli avvenimenti sempre più pressanti ed evidenti tendono a sfuggire al loro controllo, ed allora ad un certo momento sarà come una bomba che gli scoppierà nelle mani e ciò che doveva succedere succederà e nulla potrà fermare nessuno, salvo, che contemporaneamente non si verifichino delle situazioni talmente gravi da distrarre l’ira delle masse.










    Per cui, sarebbe saggio da parte dei potenti cominciare a dare alle masse dosi di verità sempre più massicce, fino ad oscurare completamente le bugie che fino ad oggi gli sono state propinate, “certo che molti si dovranno fare da parte”, lo faranno? Anche se le scoperte realizzate dall’uomo in tutti i campi, in questi ultimi 60 anni e benché l’evidenza d’oggi abbia sconfessato quanto fino ad ieri era considerato un dogma, “verità assoluta”, la maggioranza degli umani preferisce continuare a vivere volutamente nell’ignoranza più assoluta, e tenere la testa sotto la sabbia, continuando

    come se nulla fosse; difatti, ancora oggi più del 95% degli umani sulla terra continuano con le loro osservanze e credenze religiose, come i loro “Padri”, nulla per costoro è mutato e non si chiedono neppure sé ciò che fino ad oggi hanno creduto sia giusto; ma

    il potere è il potere e farà in modo di non concedere nulla ad altri, perciò malgrado tutto si adegueranno, la chiesa cattolica in primis si adegua, muta i suoi argomenti, i suoi concetti esteriori, muta cambiando e non trascrivendo versetti biblici che risultano di difficile risposta, tendono a nascondere verità scomode, in sostanza cambiano la base della loro religione pur di continuare nel mantenimento del potere.








    Io credo che fra tutti i libri che sono stati scritti sull’argomento religioso, questo sia il LIBRO MANCANTE, almeno fino ad oggi.



    Esso, senza troppe pretese si limita ad un’ANALISI ED UN CONFRONTO DEL CONTENUTO DELLA GENESI, al solo scopo di appurare la verità.







    Quando si narra qualcosa, di solito l’autore tende a focalizzare il suo interesse per ciò che gli preme raccontare, difficilmente si tiene conto del contesto nei modi e nelle situazioni in cui si svolge la vicenda che si racconta, d’altronde non è facile raccontare la mentalità, il senso della vita “reale” di duemila o cinquemila anni fa. A maggior ragione quando lo scopo non è solo quello di fare della cronaca, ma si vuole convincere il lettore delle proprie idee, allora il racconto diventa “virtuale”, sono omessi confronti e riscontri storici, perché possono apparire scomodi in ogni modo non importante. Lo sviluppo dal politeismo al monoteismo per le religioni in questioni non è stato semplice né immediato, esso ha avuto un lungo e sanguinoso travaglio, l’aspetto più rappresentativo si trova in quella che era conosciuta come Media – Persia, con l’affermarsi di Zaraustra, la sua lotta contro i Magi, lo sterminio dei Magi e l’affermazione della religione di Zaraustra, il quale si proclamava religione di verità, contro le bugie politeiste dei Magi (I, magi erano i detentori della “non religione” di quel tempo, prima che Zaratustra, diventasse potente), dopo di ciò, fece uccidere tutti i magi e i suoi seguaci, accusandoli di essere la religione della bugia. Sulla base di documenti non sembra sia così, i Magi pare professassero delle verità, verità in contrasto con le bugie delle religioni monoteiste… Potremmo quindi definire la religione di Zaraustra la prima religione monoteista, anche se piena di contraddizioni. Contraddizioni peraltro ereditate anche dalle moderne religioni Monoteiste.












    La prima religione monoteista, non cominciò quindi con Abramo, solo come riferimento, in realtà si cominciò a parlare di “religione monoteista del popolo ebreo” da Mosè in poi, tante cose furono attribuite a Mosè, come la stesura della genesi, ma in realtà così non è. Gli Ebrei furono influenzati dalla cultura della civiltà imperante di

    quell’epoca, cioè gli Egizi in seguito, quando questo popolo cominciò ad accarezzare l’idea di formarsi come stato, cominciarono a discernere filtrare e soppesare idee e concetti religiosi, cercando di dare una parvenza unitaria, “quindi monoteista”, perché

    volendo fondare uno “Stato sovrano” abbisognava che il popolo fosse unito ed unico. Ma in quel percorso storico, il ritorno degli ebrei in Palestina (Canaan) che erano stati deportati precedentemente in Persia, “a Babilonia”, molto influenzati dallo svilupparsi di pregiudizi e l’assimilazione deformata di concetti religiosi, in contrasto con i concetti di coloro che invece rimasero in Canaan, fecero scoppiare una faida fratricida, ma vinse il concetto di un solo popolo, una sola nazione e quindi si andò creando una religione di compromessi ,questo, è anche uno dei motivi di un’unica religione, che in seguito, da questa ne derivarono altre confessioni tra cui quella Cristiana ed infine quella Musulmana, queste tre religioni sono considerate monoteiste, in ogni caso di ceppo Ebraico.







    In questo libro l’analisi è fatta da una traduzione cristiana della Bibbia, nel contesto dell’analisi sarà illustrato anche il confronto tra alcune Bibbie tradotte da altri autori.



    Il presente libro è scritto e rivolto in primo luogo alle persone di cultura occidentale, perciò mi pare logico che l’analisi della Genesi è fatta su un testo e di una dottrina come quella Cristiana, perché, da più di un millennio è quella più conosciuta. La traduzione della Genesi è fedele all’originale, la presente analisi vale per tutte e tre le religioni del ceppo Ebraico.





    La religione cristiana da sempre proclama che la Bibbia è il suo credo, che il cristianesimo ha radici ebraiche e che a questo scritto dà fede.



    L’analisi è fatta sulla Genesi, perché è il primo libro ed è sulla Genesi che è costruito tutto l’impianto delle religioni monoteiste.





    Da parte mia, mi sono adoperato per quanto umanamente possibile ad un’acuta e razionale analisi dei testi, senza lasciarmi influenzare nella lettura da alcun che è, solo in un secondo momento li ho confrontati con avvenimenti storici, rilevando contraddizioni e incongruenze, un’analisi distaccata, evitando qualsiasi influenza che fosse fuori della situazione.









    Personalmente credo nella logica della ragione, non necessariamente razionale e materialistica, però non si può accettare e credere ad occhi chiusi qualunque cosa, anche la più improbabile o la più incomprensibile ha una sua logica ed una propria motivazione, quindi se analizziamo con discernimento arriveremo alla comprensione, non dobbiamo dimenticarci inoltre che i libri Biblici sono stati scritti da uomini.




    D’altronde, anche i pensatori cristiani a suo tempo furono oltre che propositori, anche critici nei confronti d’altri pensatori, e che a loro volta furono criticati da altri pensatori e così via, in particolare nel periodo della formazione di una filosofia cristiana, che comprende esattamente i secoli, XII, XIV, XXII e via dicendo, quando all’interno della Chiesa Cristiana si conducevano aspre battaglie e lacerazioni interne accompagnate da dure critiche, reinserimenti di tesi dottrinali ed eresie. Poi, infine dopo secoli di feroci battaglie i padri “vincitori” della Chiesa, ritennero di avere inforcato la giusta filosofia, ed allo scopo di salvaguardarla pensarono bene di farne un dogma. Per cui nulla era più discutibile, né criticabile, nessuno poteva osare più mettere in dubbio la dottrina ecclesiastica. Questa era la verità della Chiesa, e parola di Dio, chiunque osasse pensarla diversamente, mettere in dubbio quanto diceva la chiesa, era bollato come “eretico o figlio di Satana” perciò era condannato e perseguitato. Tale fu il potere assoluto che si arrogò la Chiesa, in sostanza per tutto il Medioevo, ciò fu più che sufficiente ad indottrinare, atterrire ed arrecare più danni possibili nella società, tra gli uomini e le donne.





    Ammessa la laicità di molte istituzioni e delle società occidentali, sono molto pochi coloro che osano mettersi contro la chiesa, bisogna fare molta attenzione a ciò che si dice e questo riguarda anche personaggi illustri, per non parlare della “ laicissima e democratica società americana” dove in teoria c’è tolleranza, ed ognuno è libero, salvo mettersi contro le istituzioni, associazioni e personaggi di mentalità bigotta, ma integrati nel sistema di potere, e se si riesce a superare legalmente con le proprie ragioni, alla fine s’incappa nei soliti gruppi di psicopatici che si dicono ispirati da Dio e ti sparano una fucilata.







































    ANALISI DELLA GENESI



    Di



    PETRUS MAROTTA



































    Finito di scrivere nell’ottobre del 2003






























    Il libro della GENESI (Biblica) comincia con queste parole…







    In principio Dio creò i cieli e la terra.”





    Dopo che Dio fece la luce si rese conto che era buona.”




















































    Le tre grandi religioni monoteiste (Ebraica, Cristiana e Musulmana), sono originarie dello stesso ceppo culturale, ed anche se chiamate in modi diversi fanno riferimento allo stesso Dio, più appropriato dire lo stesso patriarca. Le pratiche, le sue diverse applicazioni differiscono a causa delle difformi situazioni storico-culturali ed economico sociale, tali condizioni diverse nei vari popoli e nelle varie regioni hanno influenzato in modo diverso lo sviluppo religioso. In altre parole, le stesse regole sono state adattate alle diverse situazioni ed esigenze configurando un’apparente diversificazione non solo in tre religioni, ma anche in una serie di correnti e sotto correnti religiose di diversificazione o d’opposizione interna, ciò a causa di diversi interessi o esigenze, “vedi gli Ebrei in Ortodossi e non Ortodossi e Laici, i Musulmani in Sciiti, Sunniti ed altri, i Cristiani in Cattolici, protestanti, Ortodossi, Testimoni di Geova ed altri”.

    La base che accomuna tutti quanti, sono il “VECCHIO TESTAMENTO” o meglio la GENESI, comunque tutti si rifanno ad Abramo, riconoscendolo come Patriarca.



    Questo Dio è ritenuto dai suoi credenti un Dio immenso, un Dio supremo creatore del cielo e della terra, un Dio onnipotente, anzi l’unico Dio oltre al quale non c’è nessun altro, a lui sono attribuiti tutti gli aggettivi superlativi, un Dio che è onnipotente, onnipresente, onniveggente, un Dio anteriore alla creazione e che sarà anche dopo per un giudizio universale finale, un Dio che ci osserva e ci avvolge tutti quanti, <>, è anche ritenuto un Dio buono e misericordioso.



    Secondo il credo di queste tre religioni monoteiste e dei suoi seguaci, tale Dio era pre-esistente alla creazione del mondo e fin qui nulla di strano, il fatto è che oltre a lui non esisteva null’altro, quindi questo Dio esisteva in un luogo che non “ERA”, in quanto non aveva ancora creato il mondo.


    La definizione di quanto sopra, si riferisce testualmente al racconto come riferimento a chi ha scritto la Genesi “Biblica”, evidentemente non aveva cognizioni di conoscenze astronomiche, e vale ad affermare che oltre al mondo (pianeta terra) esisteva un universo con tutto quello che contiene.


    Prima di addentrarci in quest’analisi della genesi (biblica), credo sia il caso di puntualizzare alcune cose: la Bibbia è un racconto di vari libri scritti in diversi periodi e da vari autori. Ogni organismo di ciascuna singola religione nel proprio periodo allo scopo di definirsi e darsi una “precisa linea teologica, dopo lotte intestine delle varie correnti filosofiche, per affermare una certa linea invece di un’altra come nel caso della chiesa cristiana. Oltre a ciò ogni religione decise quali libri riconoscere in quanto sacri e quali invece eretici. Molti libri ritenuti eretici non sono stati ammessi nella “propria Bibbia”.


    Viene da chiedersi con quale diritto questi “dirigenti” delle varie confessioni si sono permessi di decidere quali sono i libri sacri e quali no. Arrogandosi un diritto d’interpretazione e scomunicando chi la pensa diversamente.








    Per gli interpreti delle diverse confessioni monoteiste, esiste la propria verità, l’unica universale al di sopra di tutto.

    Personalmente, ritengo che questi libri (Biblici) siano molto seri e importanti da lasciarne l’egemonia e l’interpretazione a degli psicopatici visionari, credo che alcuni libri o passaggi non siano stati capiti, non che male interpretati, non cogliendone il vero senso e spirito di quanto, in effetti, voleva trasmettere il suo primo autore.

    Andiamo con ordine, prendendo atto dello scritto e dell’interpretazione fatta da questi padri delle varie confessioni.



    Teniamo presente che, la visione interpretativa che si è imposta nella teologia religiosa non era quella che noi oggi abbiamo della Terra e dell’Universo. La visione di questi padri illuminati è stata nel seguito il concetto Tolemaico, secondo il quale si riteneva (a torto) che il mondo era piatto. Con tale idea di piattezza non intendevano un pianeta, perché non avevano la minima cognizione, essi intendevano il mondo nel senso universale oltre al quale non esisteva null’altro, se non i confini degli inferi. La visione Dantesca né da un’idea più chiara, anche se semplificata; suddividendo nella seguente maniera il creato: nella superficie ci stavano gli uomini (tutti peccatori), in cielo c’era il paradiso Dio e gli angeli, in un sottosuolo non meglio definito c’erano gli inferi, sia nel Paradiso sia negli inferi si poteva accedere da morti. Una cosa era certa, la Terra era il centro universale, il sole, le stelle e la luna erano considerati dei luminari, in altre parole delle luci (non astri) poste allo scopo di illuminare la terra e che addirittura il sole girava attorno alla terra.


    Una persona che ragiona, pensa, esprime dei concetti cognitivi, lo fa sulla base delle sue conoscenze; e in conformità a tali conoscenze ci si adopera e si sviluppa il senso della vita. L’uomo d’oggi può formulare dei propositi cognitivi di un certo livello, voglio affermare che nella società emancipata d’oggi, le persone hanno un certo tipo di mentalità basata sulle esperienze e conoscenza dell’epoca. In un futuro prossimo con l’acquisizione di nuove esperienze e conoscenze, il modo di pensare dominante sarà certamente diverso da quello d’oggi. Provate ad immaginare quanto “alieno”, diverso

    doveva essere il modo di pensare delle persone di una volta, almeno fino al Medioevo, un modo di pensare dominante basato sul non sapere, sull’ignoranza e sul tabù, ma il crimine più efferato è quello che taluni ordinamenti ancora oggi tendono ad inculcare nelle menti delle genti concetti superati e grotteschi di un tempo.

    Questa è stata la versione imposta da parte della Chiesa a tutti i popoli soggiogati al loro credo, "questa versione è stata sostenuta" finché hanno potuto, (in molti ambiti Islamici persiste ancora tale pensiero), giacché la scienza, “nonostante la Chiesa”, ha dimostrato come stanno effettivamente le cose; gli ecclesiastici man mano, hanno evitato di propagandare la loro visione delle cose, però non l’hanno mai smentita ufficialmente, come d’altronde tante altre cose.


    Riprendendo il discorso iniziale, ne consegue una domanda: se Dio era prima della creazione, esisteva nel nulla? Il nulla di per se è qualcosa, perché “ nulla esiste, c’è un nulla”, un qualcosa che c’è, un vuoto, un’assenza di cose, non è nulla, perché l’assenza stessa, il vuoto esiste, quindi come faceva ad essere e cosa ci facesse Dio prima della creazione? E se egli stesso è parte del nulla, come può il nulla creare? Che senso aveva la sua pre-esistenza indipendentemente dal fattore atempore? Questo non è spiegato, almeno in modo convincente.





    I primi a professare nello specifico questo Dio, si dice, siano stati gli Ebrei un popolo di nomadi, commercianti, guerrieri e mercenari allo stesso tempo, questi tipi di popolazioni erano diffusi a quel tempo, era una sorta di alternativa alle città-stato. Nello specifico chi erano gli Ebrei? Costoro erano originari della Caldea, prevalentemente la sua composizione era fatta da gente Semita, ma anche Sumeri ed altri gruppi minori. Essi, girovagavano per tutta la regione dirigendosi dove potevano fare affari, era uso di questi nomadi stanziare per certi periodi nei pressi delle città e commerciare con loro, alle volte erano assoldati da qualche re, che intendeva muovere guerra ad altri regni, quando perdevano le battaglie erano catturati perché nemici e resi schiavi, come per esempio dai Babilonesi e per ultimi dagli Egizi. La condizione di schiavi non sempre bisogna intenderla nel senso peggiore della parola, perché talune volte erano trattate bene e coloro che avevano capacità intellettive, spesso erano assunti a svolgere mansioni nel regno in cui stanziavano.

    Attorno a tremila e cinquecento anni fa, questo popolo di nomadi Ebrei cominciò a tralasciare i loro antichi Dei, poiché un certo Abramo, loro capo e Signore, imponeva al suo popolo d’avere fede in un nuovo ed unico Dio; un Dio fino allora sconosciuto non solo ad altri popoli, ma agli stessi Ebrei.


    Dopo tante vicissitudini, guerre ed altri avvenimenti, come successo con diversi popoli di nomadi, anche gli Ebrei si costruirono un regno stabile sul sangue delle popolazioni di Canaan, l’attuale Palestina, e qui iniziò il regno d’Israele.


    Tutti i popoli nella storia, anche il regno d’Israele fu a sua volta sottomesso da un altro regno, in questo caso dall’Impero Romano, questo succedeva al tempo del re Erode (duemila anni fa). Come oggi i Palestinesi combattono contro l’invasore Ebreo, più di duemila anni fa i Palestinesi combatterono “sempre” gli Ebrei, ma duemila anni fa, i Palestinesi e gli Ebrei combatterono l’invasore Romano; i gruppi di guerriglieri si configuravano in parte come quelli d’oggi, un misto di religiosi guerriglieri con conseguenti azioni terroristiche. All’epoca, molte erano queste tipo di sette e tanti erano i profeti. Gesù il Giudeo, faceva parte di una di queste sette a differenza d’altri che

    erano più radicali e ortodossi, quindi, si spingevano ad azioni terroristiche. Gesù, proclamava una sorta di ribellione pacifista, modificando anche i concetti Biblici, non senza attirarsi l’ira dei più ortodossi; che anzi lo vedevano probabilmente non come uno di loro, ma come un agente del nemico Romano. Gesù a differenza dei più radicali non enunciava la venuta del terribile Yavè, ma un Dio di pace e d’amore in netto contrasto con la religione Ebraica.


    Attorno al 500 e il 600 d.C., dai paesi Arabi vengono alla ribalta nella storia i Musulmani, bande di predoni e tribù Arabe unificate da Maometto sotto l’Islam che con violenze e prepotenza fecero in modo di affermare questa nuova religione, chi non si convertiva era scannato, reciso dalla faccia della terra; e qui il concetto è molto antico, “si rifà a quanto sentenziato da Yavè il Dio d’Abramo”, poiché anche gli Arabi riconoscono in Abramo il loro Patriarca.


    La storia dell’umanità, non è così recente come certe fonti vorrebbero farci credere, piuttosto, c’è stato in un momento della storia umana una volontà che ha cercato di occultarci il passato, invitandoci a guardare al futuro, ed io, sono d’accordo a guardare all'avvenire ma credo che non si possano ignorare le nostre radici, perché solo conoscendo il nostro passato possiamo comprendere il nostro futuro.



    C’è un passo nella Bibbia riportato da Isaia 65.13, 17; si veda anche 2 Pietro 3.13, ove testualmente sono riportate le seguenti parole, “Il Signore ha detto questo”: … (Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; e le cose precedenti non saranno richiamate alla mente, né saliranno in cuore).

    Leggendo queste parole non posso nascondere un certo disagio e sgomento per il possibile significato del suo contenuto.



    Grazie alla scienza e la ricerca, abbiamo appurato che la storia dell’umanità è molto più antica di quanto non si creda, o meglio conosciuta, ma dobbiamo dire grazie soprattutto a quei coraggiosi ricercatori solitari, che pur di portare avanti la ricerca si sono messi contro potenti personaggi e istituzioni, i quali hanno tutto l’interesse a tenere celate molte verità.


    La storia dell’umanità, va oltre 30.000 anni fa, la terra ha conosciuto in un lontano passato la gloria e la distruzione di grandi civiltà; “superiore a quell’attuale” di ciò, ve ne sono le prove e testimonianze, purtroppo, molti sono coloro che rifiutano questa verità occultando e distruggendo ciò che lo dimostra. Prima dell’ultimo diluvio, “detto Universale”, (perché a quanto pare ve ne sono stati altri, così come catastrofi), che hanno colpito l’umanità, fiorivano splendide civiltà, ma dall’ultima catastrofe, gli uomini hanno dovuto ricominciare da zero. Le immense ed imponenti costruzioni per la gran parte, sono anteriori al diluvio, edificazioni che la nostra attuale civiltà avrebbe non pochi problemi a realizzare.



    I nostri antichi antenati, che avevano una grande e profonda conoscenza, sapevano già a priori a cosa potesse andare incontro l’umanità, ed allo scopo di aiutarla, per non farla ripartire da zero, pensarono e tentarono di lasciarci e o tramandarci le loro conoscenze con costruzioni di vario genere, atte allo scopo di fare conoscere il passato ed il livello di conoscenza della precedente umanità, con informazioni atte a riprendere lo sviluppo e l’emancipazione dell’umanità stessa, tra i tanti, i più importanti ritengo siano stati, lo stesso Adamo ed Enoc. Purtroppo, “ la nuova” umanità non raccolse i messaggi e ancora per alcuni millenni condusse una vita da barbari, le cosiddette grandi

    civiltà post diluviani, sono misera cosa rispetto alla consistente grandezza e potenza raggiunta in precedenza. Tutto ciò che era rimasto come “testimonianza” fu saccheggiato, distrutto od occultato da orde di barbari ignoranti e incolte e dal sorgere di queste nuove religioni monoteiste che avevano lo scopo di imporre il loro credo, disprezzavano le culture diverse dalla propria ed in particolare quelle precedenti, oltretutto, non si sono fatti mai scrupoli nel distruggere tutto ciò che potevano. In particolare: scritti, manufatti e certe costruzioni, erano ritenute offensive nei confronti di “Dio” non ché diaboliche, perché non erano riconducibili alla loro idea religiosa. I seguaci di questi misfatti oggi governano il mondo.




















    Avendo testimonianze e prove, oltre che la conoscenza di una storia umana molto lunga di grandi civiltà, immani disastri, guerre, conquiste e scoperte di un lontanissimo passato di decine di millenni fa, com’è possibile accettare l’idea che solo 6000 anni fa Dio ha creato il mondo? “Le prove dimostrano un’esistenza molto anteriore”, ma “noi”, abbiamo capito che le cose vanno interpretate per poterne comprendere il suo vero significato, perché e importante farsi delle domande e perché solo così si può crescere, soprattutto a non adagiarsi come fanno i cristiani che, a domanda magari rispondono affermando che “le vie del Signore sono infinite ed imperscrutabile è il suo progetto”. Essi, quando non sanno cosa rispondere dicono così.




    Per le alte gerarchie religiose, conta solo che i popoli osservino i loro precetti e solo quelli, tutto il resto deve essere ignorato, non si deve ne ricercare ne scoprire cose nuove o diverse, tutto deve rimanere fermo, gli uomini devono vivere per Dio e non per se stessi, devono pregare ed espiare giorno per giorno fino alla loro morte.




























































    CAPITOLO I











    La Creazione





    Dopo che Dio ebbe creato la luce si rese conto che era cosa buona.


    Così sta scritto!




    Vediamo di analizzare questo passaggio della scrittura, Dio crea la luce, ma solo dopo averla creata si rende conto che la luce è cosa buona; quindi prima di crearla non lo sapeva. Se ne deve dedurre, che uno crea una cosa non sapendo né cosa sia, né a che serva, se è buona o cattiva, lui crea la luce.

    Per quanto c’è dato da sapere Dio era solo, non c’era null’altro accanto a lui, perché doveva ancora creare il mondo (non l’universo !).



    Solo dopo avere creato la luce, Dio si rese conto e prese coscienza che essa era cosa buona. Ciò era comunque una cosa sua personale il fatto di avere capito solo dopo della bontà della luce, era una sua cosa intima che umanamente nessuno ammetterebbe facilmente di avere capito dopo della sua utilità.



    Però nella Bibbia sta scritto tranquillamente così, quindi dopo che Dio crea tutte le altre cose, dopo molto tempo con lo sviluppo di vari avvenimenti e storie già passate, un bel giorno di tremila anni fa, il Signore dà l’ispirazione all’autore del libro della Genesi, confidandogli che lui (Dio) ha capito della bontà della luce, solo dopo.



    Questa presa di coscienza postuma, non si addice ad un Dio tanto decantato. Un Dio che era un Dio, doveva sapere a priori cosa stava facendo e sapere già che la luce era una cosa buona.



    E’ come mai questo Dio creatore di ogni cosa non ha illuminato l’autore della Genesi, non gli ha spiegato la reale struttura della Terra e dell’universo? In modo da rendere agli uomini un’idea chiara e precisa? In quanto, se così fosse stato, la storia degli uomini si sarebbe evoluta in modo diverso. Invece il pensiero della “nuova” umanità ha assunto il concetto Tolemaico come visione della vita, una distorsione della visione della vita, che lo ha portato a concetti aberranti, ritardandone la sua emancipazione e nel contempo facendogli commettere ogni sorta di iniquità e nefandezze, vedi ad esempio: la Santa Inquisizione.







    18

    L’applicazione dei precetti Biblici, nel potere temporale della Chiesa, fece partorire dalla mente distorta dei potenti ad ogni sorta d’iniquità, qualunque forma di ricerca anche medica era bandita, la sessualità era mortificata, la carne era mortificata, sapere leggere era demoniaco, qualunque espressione di cultura e scienza era considerata opera del Diavolo per cui, tutti coloro che incappavano nelle mire della Chiesa, venivano arrestati e sottoposti alle più atroci sevizie, torture e rogo, la morte infine per tutti i malcapitati era una liberazione, per gli illuminati padri della Chiesa questo era il volere del Signore.

    Continuando nella sua opera creativa, per tutte le cose che andava realizzando, da come sta scritto, sembra non sapesse a priori se era buona o cattiva, solo dopo averla creata constatava se era buona. Or dunque, quest’Onniveggente e infallibile Dio prima crea le cose pur non sapendo cosa, poi si rende conto di cosa a creato, oppure si pente di averla creata.


    Nel leggere quanto sta scritto, francamente non si può nascondere un certo imbarazzo e sconcerto per la situazione descritta. In quanto un Dio Onnipotente e “perfettissimo” dovrebbe sapere a priori ciò che crea e a che scopo, non può questo Dio creare, non sapendo cosa crea, sbagliare, non essere sicuro, dopo avere creato si rende conto che quella certa cosa era buona, oppure ripensarci e ammettere di avere sbagliato.


    Inoltre un essere “perfettissimo” non può che creare cose altrettanto perfette, in quanto l’imperfezione non è nella sua natura.



    Come può quindi Dio non avere creato un uomo perfetto?



    Genesi, I - 26. E Dio proseguì, dicendo: “ Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza. E Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.


    Quindi Dio dice: facciamo l’uomo a nostra immagine!



    Su quest’affermazione, tempo addietro o dovuto scontrarmi con un amico, il quale non sosteneva letteralmente tale affermazione, ma l’interpretava. In quanto secondo lui, l’uomo non poteva avere la figura del padre, semmai la somiglianza era nello spirito.

    Altre volte con altre persone in diversi dibattiti con sostenitori della Chiesa sono dovuto sempre arrivare a scontri verbali, in quanto questi signori, quando trovano qualcuno che riesce a mettere il “dito sulla piaga”, sono lì a tergiversare, interpretare, modificare tendono a sgusciare dal discorso.



    Insomma, costoro si devono decidere, o la Bibbia è un libro da interpretazioni, o prendiamo alla lettera quanto sta scritto, non lo possono girare secondo la loro convenienza.

    E’ non capisco per quale motivo l’uomo non dovrebbe avere la stessa immagine di Dio, in fondo l’uomo non è così brutto; E poi nella Genesi sta scritto, a nostra immagine.


    Ma il punto più importante non era questo; Bensì la citazione che dice: facciamo a nostra immagine. Su tale affermazione si erano inventati anche il plurale maestà, però di questo passo non ne usciremo più. Per cui noi ci baseremo su quanto letteralmente sta scritto. Dopo tutto, ciò che sta scritto è parola di Dio, quindi non dovremmo sbagliare.



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    Dio, prima della creazione era solo, unica entità in quanto tutto viene dopo di lui e da lui medesimo creata. A chi si rivolge quindi Dio? Quando dice facciamo, e quando dice nostra immagine, è plurale, quindi non solo di lui medesimo, ma anche d’altri, e chi, possono essere gli altri se lui era l’unico? Comunque sia, leggendo il racconto, rende l’idea che Dio stia parlando con altri che sono con lui, e sulla base del livello del dialogo, appare che questi o questo qualcuno sia un suo pari, al quale Dio si rivolge per dirgli ciò che sta facendo.


    C’era dunque qualcun altro con lui? I Teologi ecclesiastici dicono di no; allora se e così, dobbiamo convenire che Dio parlava da solo?



    Il che è umanamente normale, quante persone in determinate circostanze, parlano da sole, tra sé e sé.


    Ma Dio non è una persona dalle debolezze umane, esso è l’essenza suprema e incommensurabile, creatore dell’universo.


    Però, quando un bel giorno Dio decise di ispirare l’autore della genesi, gli avrebbe confidato anche questa sua debolezza tutta umana? Gli avrebbe dunque umanamente confidato le sue più intime perplessità e debolezze? Sinceramente stento a crederlo, considerando anche il rapporto tra Dio e Mosè, che definirei non troppo buono e comunque, non tale da fare tali confidenze ad un misero mortale, una sua creatura.

    Dicevo del rapporto non troppo buono tra Dio e Mosè, perché in effetti Mosè è stato praticamente costretto a svolgere un ruolo che non ne voleva sapere, Mosè era continuamente costretto a fare ciò che ha fatto, ma lo faceva a denti stretti, e sovente pur non essendo proprio d’accordo col Signore Yavè, doveva abbozzare suo malgrado.


    Attenendoci letteralmente a quanto scritto, è evidente che Dio sta parlando con qualcun altro e che si trova lì con lui. Proseguendo nella propria opera, Dio precisa dicendo: l’uomo deve essere fatto ad immagine e SOMIGLIANZA NOSTRA.



    L’uomo viene quindi creato a immagine e somiglianza di Dio, quindi noi siamo come lui, anche se umani siamo somiglianti al Divino.



    Noi esseri umani siamo come d’altronde ogni forma di vita, un apparato riproduttivo (sessuati), in quanto mammiferi ci distinguiamo in maschi e femmine. Nella Bibbia sta scritto, che prima Dio fece l’uomo. Ora, se l’uomo e stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio, anche la sessualità rientra nella creazione e quindi anche il pene, al che dobbiamo arguire che anche Dio a, il pene, e se Dio a, il pene ciò vuol dire che è maschio! In una seconda fase Dio precisa che farà anche la femmina umana. Quindi Dio ha creato l’umanità, l’ha creata maschio e femmina. Ricapitoliamo, Dio fa l’uomo e la Donna a sua immagine e somiglianza, e crea due soggetti distinti e separati, ma sessualmente dipendenti uno dall’altro. Non crea un soggetto indefinito, asessuato o, ermafrodite (ho sì ?). La precisazione precedente fatta da Dio, diceva a nostra immagine e somiglianza, quindi fu fatto l’uomo (sessualmente maschio) ad immagine di Dio, solo dopo fu fatta la donna (sessualmente femmina), quindi, se l’uomo è fatto ad immagine di Dio, lo è anche la donna, ma allora Dio che sesso ha?




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    Tutti noi sappiamo che nel mondo animale ed in ogni specie vivente, la prerogativa di base è il fattore riproduttivo, diversamente detto sesso. Gli animali, per quanto ne sappiamo non sono, ad immagine di Dio, però sono sessuati e come gli umani si distinguono sessualmente in maschi e femmine. Essendo l’uomo anche sessualmente fatto ad immagine di Dio, deve essere maschio, e la donna allora?



    Il fatto che si possa solo pensare, discorrere, esprimere un concetto sulla sessualità Divina, sono convinto che fa rizzare i capelli a tutti i religiosi, benpensanti (ipocriti) e bigotti, perché parlare di sesso per costoro è (apparentemente) chissà quale bestemmia, se poi parliamo di sessualità Divina nessuno ci toglie il rogo. Eppure l’argomento sessuale nella Bibbia non è trattato come una bestemmia od un insulto, anzi, in molti aspetti e argomento positivo, senza contare che anche il sesso fa parte come ogni altra cosa della creazione Divina, quindi, non riesco a capire perché quest’avversione nei confronti del sesso da parte dei religiosi.



    Secondo i cosiddetti monoteisti, Dio è unico e indivisibile, da quanto raccontato nelle prime pagine della Genesi così non appare, e se l’uomo è ad immagine di Dio, lo è anche la donna? La Genesi ci dice di sì, dovremmo presumere allora che Dio a doppio sesso ? e questo non è possibile, perché il soggetto uomo è stato fatto ad immagine Divina e con sesso maschile, la donna, pure lei è stata fatta in quanto soggetto ad immagine Divina. Da ciò deriva una sola conclusione, o Dio cambia aspetto sessuale in base alle circostanze, ma così non sembra, oppure oltre al Dio (maschio), c’è pure un Dio femmina. In questo caso però non regge più il concetto di Dio unico e indivisibile, dovendo parlare di più di un Dio.





    Passiamo ad altri aspetti della creazione, e mi chiedo, perché Dio, già in origine e non dopo ha creato gli animali e la vegetazione? E’ come mai ci ha fatto in modo tale che gli uomini sono soggetti a delle necessità come: mangiare, bere, dormire, copulare, ecc. Perché sta scritto: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza ! Se noi umani siamo simili a Dio, Dio e simile a noi, e se Dio e simile a noi, deve avere delle esigenze come coloro che sono simili a lui, cioè gli uomini.



    Nello scorrere i vari racconti Biblici, si trovano molte incongruenze, interrogativi e contraddizioni, che non rispecchiano quanto usualmente ci si vuol far credere. Dopo il Diluvio, quando Noè accese un fuoco per arrostire degli animali, Dio apprezzò il buon odore di quell’arrosto (esigenza umana), subito il racconto cambia con altro argomento, oppure quando i figli del vero Dio ebbero rapporti con le figlie degli uomini. Genesi 5.1 – 6.4, Questi ed altri fatti mi creano degli interrogativi, che mi fanno pensare che, se Dio è simile a noi, forse non è poi così evanescente e impalpabile come ci si vuol fare credere, forse anche lui ha delle esigenze, forse è meno onnipotente di quanto s’immagina, e probabilmente è più umano di quanto l’uomo stesso non creda.



    Questo è quanto penso io, piccolo uomo, in cerca di una ragione e della verità. I detentori del potere religioso ed ecclesiastico dicono cose diverse, per costoro e per i

    teologi religiosi, ciò è inammissibile, per loro, Dio è sovrumano, impalpabile, invisibile, onnipotente e non sbaglia mai.







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    CAPITOLO II






    Formazione dell’Uomo e della Donna





    E il settimo giorno (2) Dio giunse al compimento dell’opera che aveva fatta, e si riposava il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta.

    E Dio benediceva il settimo giorno e lo rendeva sacro, perché in esso effettivamente egli si riposava da tutta la sua opera che Dio ha creato allo scopo di farla (3)



    Analizzando questi passaggi, possiamo notare il duplice aspetto intrinseco delle parole. Facendo testo a quanto affermato dalla religione, di un Dio sovrumano e onnipotente; e non potendo ovviare di quanto sta scritto, in quanto sta scritto che Dio si riposava il settimo giorno. Ora, uno che si riposa lo fa perché è stanco, se non è stanco, non si riposa, diversamente non avrebbe senso; ma se Dio è sovrumano e onnipotente, e non ha né debolezze né esigenze come gli umani, come può stancarsi?


    Certo qualcuno potrebbe obiettare che il dire di Dio è Simbolico e, con ciò intendeva dire, visto che l’uomo lavora e si stanca e giusto che al settimo giorno si riposi, ma se è così, bastava darlo per comandamento come tutte le altre cose. Anche sé francamente, per quanto si legge l’intendimento è molto chiaro, Dio si riposa il settimo giorno da tutta la sua opera che aveva fatta.

    Proseguendo c’è scritto che, << Dio ha creato allo scopo di farla>>. Se le parole hanno un senso, se ne deve dedurre che Dio ha fatto la creazione “ tanto per farla” Questa affermazione non ha senso, ma come, uno come Dio crea la terra gli uomini con tutto quanto noi conosciamo tanto per fare qualcosa ?


    E’ evidente che anche la Chiesa si è resa conto dell’assurdità di queste parole, difatti, nel loro materiale propagandistico e nei loro discorsi, hanno mutato tale concetto con un’altro. E cioè << Dio ha creato per amore>>, mutando la frase, pensavano di avere ovviato al concetto imbarazzante di prima, già basta mettere la parola amore che tutto si risolve? Non tenendo conto che anche mutando il concetto originario, con un altro, questo crea nuove implicazioni, oltre ad allontanarsi dalla verità; perché la mia domanda adesso è: ma per amore di chi e cosa? Come si può amare qualcosa che non esiste, che non si conosce? In principio non c’era neanche la più pallida idea dell’uomo; poi, vuoi perché Dio si annoiava e non aveva nulla da fare, ti crea l’uomo, no anzi oggi secondo la Chiesa lo fa per amore. Noi sappiamo che da quando l’uomo [sarebbe] stato creato, quindi da quando noi esistiamo, non ha fatto che tribolare e soffrire,un’esistenza fatta di pene e privazioni, solo raramente un raggio di sole, però ecco che c’è la Chiesa che subito ci ricorda che tutti noi siamo dei peccatori, e che dobbiamo espiare le colpe, ed ecco che sacerdoti e profeti, che spuntano come funghi, ci impongono tutte una serie di restrizioni anche quelle contro natura, e di cui l’uomo non ha colpe in quanto è stato creato con questa natura sessuale; è sì ,perché gira e rigira sembra che la grande colpa dell’uomo sia quella sessuale, la sua libidine, grande peccato contro Dio. Le tre maggiori religioni monoteiste, comunque quelle di ceppo Ebraico sono a condannare sempre il sesso, questa è la loro fissazione fondamentale.

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    Per essere vicino a Dio, bisogna essere santi; I “monoteisti”, disprezzano la carne ed i piaceri che da essa ne possono derivare (a parole! Nei fatti sappiamo come si comportano loro, a cominciare dai preti pedofili e passare ad altra carne. Quella di Noè, quando dopo il diluvio arrostì della carne, ed il Signore sentì un soave profumo, detto peccato di gola, (però, in effetti, non pensavo che Dio fosse così facilmente incline agli arrosti), ma, nella loro profonda ignoranza dimenticano (o non gli frega nulla) che la natura universale é, non solo umana fu fondata sulla proliferazione, che avviene per contatto, per rapporto sessuale, che il piacere che né deriva è fondamentale a questo. Se, infatti, gli esseri viventi non traessero piacere da tale rapporto, non ci sarebbe interesse nel coito, e quindi, non essendoci coito, non ci sarebbero nascite e quindi proliferazione, nessuna forma di vita vivrebbe da sempre sulla terra; però, ciò andrebbe a contrastarsi con quanto affermato da Dio stesso: andate e moltiplicatevi, oppure quando viene detto che l’uomo e la donna dovranno divenire una sola carne (24).



    Quando si opera contro la natura sessuale, non facendogli espletare il suo normale corso, i soggetti interessati ne subiscono gravi conseguenze, conseguenze che alle volte vengono coinvolte anche persone che non sono afflitte dalla repressione sessuale.



    A mia opinione reprimere i naturali impulsi sessuali, non fa che deviarli portando il soggetto a problemi fisici e psichici; ciò detto, tale filosofia, modo di operare e di pensare è criminale!



    Ritornando quindi al concetto di creazione per amore, sinceramente non vedo tutto quest’amore. La vita sulla terra per la maggior parte delle persone, (con tutto quello che succede, e cosa subisce l’uomo), “non voglio dire che sulla terra è un inferno, ma un purgatorio senz’altro”; sembra che stiamo su questa terra per espiare non so quali colpe, quindi dove è quest’amore? Non, era meglio non esistere?


    Non si sente dire altro dai vari sacerdoti, che l’uomo è un peccatore, appena nato è già un peccatore, per questo i Cristiani usano fare il battesimo al neonato, per lavarlo dai suoi peccati (quali?) e renderlo alla grazia di Dio; Quello che io però non capisco è, se un uomo dopo il battesimo e mondo dai peccati ed è nella grazia di Dio, perché i sacerdoti continuano a dire che siamo dei peccatori visto che siamo stati santificati?

    23

    Per la Chiesa, l’uomo deve (giustamente) continuare a comportarsi bene sulla terra, deve vivere un’esistenza morigerata nel timore di Dio, saper soffrire con grazia, rinunciare ai piaceri della vita e della carne, bisogna essere onesti e virtuosi, non lamentarsi della propria cattiva sorte, miseria e misericordia sono qualità virtuose, quindi accettare tutto quanto Dio ci manda (mai che ce ne mandasse una buona), quindi lavorare duramente ed onestamente e senza vizi e pregando il Signore di quello che ci dà (nulla), chiedendo perdono dei propri peccati. Solo così quando sarai morto, potrai andare in Paradiso, e potrai contemplare Dio per l’eternità (…….. ), contemplare dio per l’eternità, contemplare dio per l’eternità, ma quale sarebbe il senso di ciò, contemplazione, riflettiamo per un momento <> ? Ritengo che il concetto sia molto diverso, una “eterna contemplazione” equivale ad un oblio, una non esistenza, ma questo ci porta ad un concetto che non è il tema di questo libro.







    23

    Se invece non farai come detto sopra, se condurrai una vita di piaceri e lussuria se vivrai una esistenza beata e tranquilla senza mai pregare o pentirti dei tuoi peccati, dopo una vita di bagordi, insomma, andrai all’inferno; ma se ti pentirai allora andrai anche tu in paradiso.



    Questa è la descrizione della chiesa, non posso nascondere una certa perplessità di questa filosofia.



    Fino a non molto tempo fa, spesso i sacerdoti parlavano d’inferno, fiamme eterne che bruciavano il peccatore e diavoli che t’infilzavano con i loro tridenti, in seguito non parlarono più di queste fiamme eterne, anche perché, evidentemente diventava difficile spiegare come può un’anima soffrire se non ha più corpo fisico, e pertanto non avendo più un corpo, non può essere soggetto a leggi fisiche, come la necessità di mangiare, bere, soffrire, godere, ecc.



    Infine in confidenza qualche illuminato potrebbe esprimere il concetto secondo il quale, comunque sia, se non altro le religioni servono a reprimere la malvagità umana, sarebbe un modo per indurre al timore in modo da frenare la bestialità umana.


    Sembra non ci sia verso per certe manie, ciò che riesci a cacciare via dalla porta, te lo fanno entrare dalla finestra. A parte il fatto che ragionevolmente non si potrebbe essere d’accordo con una tesi del genere, in quanto ritengo fondamentale sapere come stanno effettivamente le cose, e cioè se quanto riportato nella Bibbia corrisponde a verità, oppure sono solo storie prive di fondamento, però prendiamo in esame anche quest’aspetto. Guardiamoci intorno, documentiamoci e vediamo cosa ne viene fuori.



    A me risulta che da quando esiste l’uomo, non ha mai trascorso un periodo molto duraturo di pace, direi piuttosto che essendo innato in lui il senso del predatore, tende a comportarsi di conseguenza “sopravvivere e riprodursi”, dal momento che si è trovato in difficoltà o, a ritenuto che vi si poteva trovare a sempre aggredito il prossimo e nella sua natura, razziare e stuprare, questo vale sia a livello individuale, che a livello di comunità, per cui l’aggressività (guerra) è, non la misericordia( pace) è connaturata all’uomo. Con ciò non intendo dire che è una bella cosa, però non prendere coscienza di un dato di fatto di così vitale importanza è un grave errore, ci si può anche illudere che esistano gli uomini di buona volontà, però la realtà non cambia (ovviamente esistono varie forme di aggressioni, o di appropriazioni, non solo la guerra in quanto tale). Ovviamente l’elenco degli esempi è incommensurabile, per cui mi limiterò solo a qualche commento.



    Se andiamo a vedere la storia di qualunque popolo, sia esso profondamente religioso o meno, possiamo notare che al fine la sostanza non cambia, e che gli uomini si sono comportati nella loro lunga storia umana sempre allo stesso modo; magari lungo la loro storia hanno cambiato religione, ma l’aggressività è rimasta tale, non sono da meno quegli stati Teocratici o sostenuti da un Clero, anzi direi che proprio a motivo di rivalità e intolleranze religiose si sono realizzate come elemento aggiunto le più terribili

    guerre, in alcuni casi veri e propri massacri allo scopo di sterminare gli empi in nome del proprio Dio, anche se le nazioni contendenti avevano lo stesso Dio.







    24

    Potrà sembrare strano, ma le persone più intolleranti sono quelle più profondamente religiose al di là dell’apparenza coloro che fanno parte di un ordine religioso sono mossi sempre da un interesse di parte, anche perché in ogni gruppo grande o piccolo che sia, si annidano sempre dei fondamentalisti, anche la Chiesa Cristiana a, i suoi fondamentalisti, così come ogni altro “ordine e corrente” e, non e che si possono eliminare i fondamentalisti, essi sono l’anima il motore del gruppo ma anche causa di scontri tra le varie fazioni religiose, fino al livello più alto. Purtroppo, coloro che non sono religiosi o poco religiosi sono molto tolleranti, dico purtroppo, perché questa tolleranza nei confronti dei religiosi e dei loro eccessi, non fa che aumentare la loro tracotanza e l’intolleranza nei confronti di coloro che non la pensa come loro. L’intolleranza dei monoteisti d’origine Ebraica è “connaturata”, fa parte del loro credo. Con la questione del Dio unico, e che non sono riconosciuti altri Dei, chiunque altro non è dei loro, è un peccatore. A tal proposito mi viene in mente un ordine preciso dato dal Signore degli Ebrei ai suoi fedeli, quando ancora parte degli Ebrei non erano del tutto convinti di questo Dio, nel periodo che gli Ebrei erano insediati a Canaan, cioè: scannare tutti coloro che praticavano idolatria e di distruggere le loro statue rappresentanti altri Dei. D'altronde come lo stesso Yavè dichiarava, lui era un Dio geloso.



    Il “normale” credo religioso può esserlo per la sua base per i suoi credenti e fedeli, per i suoi capi il discorso è diverso, perché non si tratta solo di credere in un qualcosa o qualcuno, per i suoi capi subentra un interesse economico e di potere. Prendiamo per esempio la Chiesa Cattolica, il Vaticano non è semplicemente il centro religioso dei Cattolici, esso è pure il centro di potere dell’Impero Cattolico, da questa centrale il Vaticano amministra il suo potere in diverse nazioni ed istituzioni, potere politico, sociale ma soprattutto economico, lo stato del Vaticano è uno Stato ricchissimo, non vivono certo d’elemosine. Da ciò, ne consegue il vero interesse nel mantenere sempre vivo l’interesse religioso nonché il loro interesse economico.



    Secondo una ragionevole conclusione, nel nostro caso il Cristianesimo sarebbe dovuto sparire già da un pezzo, in quanto le sue secolari verità, tali non si sono rivelate. La “infallibilità” della Chiesa è stata smentita dalla storia e dalla scienza, ma ciò nonostante perdura; come è possibile tutto ciò, vi potrete chiedere? Semplice, la Chiesa come ogni potere forte, gioca sull’ignoranza della gente, la gente non ha memoria, non ricorda, non si documenta, e loro mutano cambiano pelle e continuano a dominare.



    La Chiesa sa benissimo che oggi non può supportare ed affermare quanto invece diceva fino a meno di due secoli fa, ed è proprio attorno a quel periodo che venne istituito in Vaticano uno stuolo di studiosi, con riservatezza anche la Chiesa scruta da allora ad oggi il mondo della scienza e della conoscenza . Naturalmente la Chiesa non fa ciò per amore della verità, ma semplicemente per stare al passo con i tempi, conoscere le materie, per deviarle a proprio uso e consumo, per non farsi trovare impreparata e quindi non farsi spiazzare, ed avendo la conoscenza essere in grado di fronte al pubblico di asserire più o meno la probabilità di eventuali avvenimenti futuri, con ciò, si assicura la possibilità che, un domani e in grado di dire noi l’avevamo detto che era possibile.











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    Il versetto (5) del capitolo II, sembra scontato e banale tanto da passare al seguito, ed invece ogni versetto, passaggio o parola, sono da vagliare con molta attenzione, perché impliciti d’importanza e, possibili di profonde rivelazioni.

    .

    Il versetto dice: Non c’era nessun uomo per coltivare la terra, a quanto pare il destino dell’uomo era già segnato ancora prima di esistere, doveva lavorare, Dio non aveva ancora fatto piovere e non c’era vegetazione, e non c’era vegetazione perché non c’era ancora l’uomo. Ma l’uomo doveva vivere felice e beato nel paradiso, nutrendosi dei frutti della natura o doveva essere creato per lavorare?



    Il versetto (6) del capitolo II dice<< Ma un vapore saliva dalla terra e adacquava l’intera superficie del suolo& gt;>Questo altro versetto è introdotto nel racconto, ma non se ne comprende il senso, perché scrivere qualcosa apparentemente privo di senso, a meno ch’è l’autore non volesse comunicare qualcosa d’altro, considerando il senso di disapprovazione con quanto scritto, ma che poi si è interrotto lasciando il senso del discorso non concluso.

    Il versetto (7) del capitolo II dice “ E Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente “.

    Le testuali parole di questo passaggio, sembrano così ovvie chiare e semplici che non occorre neanche commento, ma così non è, in quanto in queste poche parole sono impliciti molti altri sensi e concetti, di originario significato doppi sensi, la traduzione il concetto filologico delle parole; tale per cui non intendo addentrarmi oltre, per non diversificare il genere della mia linea. Adesso io non vorrei entrare nel merito e sindacare l’operato del Divino, però mi viene spontaneo pensare, perché, come mai star lì ad impastare l’uomo con la terra? Ma ci pensate fare tutte quelle cellule, capillari, venuzze, muscoli, fegato, reni, pancreas, cuore, polmoni, unghie, capelli, tutto l’apparato nervoso e venoso, insomma tutta la complessità di un organismo vivente; un lavoraccio non da poco. Non poteva Dio limitarsi a creare solo una forma, senza di tutto quest’apparato, un Dio può farlo, quindi perché questi organismi così complessi? Se non l’ha fatto evidentemente questo doveva essere l’unico sistema per creare l’uomo, però se è così, questo vuol affermare che anche Dio era limitato, e per realizzarli deve attenersi a delle procedure ben precise, diversamente non può farle. Creare comporta fatica, e difatti Dio avrebbe fatto un solo uomo. Non ha fatto l’uomo e la donna; a fatto l’uomo e poi gli animali. Qui il narratore non si sofferma molto sui particolari, ma se il metodo per creare esseri viventi è uguali per tutti, e non mi spiegherei perché non dovrebbe esserlo, ha fatto gli animali uno per uno, che sono tanti, un bel lavoro non ce che dire; anche se non ho capito perché avrebbe fatto tutti questi animali, insetti, virus e batteri: Mosè non parla dei dinosauri ed altri animali del genere, chissà come mai. Comunque ignoro del perché Dio avrebbe fatto gli animali. Un altro aspetto non specificato mi pare sia il sesso degli animali, sì gli animali si distinguono in maschi e femmine, come mai, perché Dio ha fatto il sesso anche agli animali?



    Non riesco a capacitarmi del perché Dio a dovuto plasmare l’uomo con del fango, mentre per creare la Terra, il Sole, le Stelle, l’Acqua e bastato solo il gesto della volontà.








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    Comunque sia, le Sacre scritture dicono che << l’Uomo da quel momento divenne un’Anima vivente >>. Non dice che aveva un’Anima, ma che lui medesimo era un’anima vivente! Per cui se Dio ha adottato lo stesso procedimento, sia per creare l’Uomo, che gli animali, e non vedo perché avrebbe dovuto usare due modi diversi, ed in questo caso quale sarebbe l’altro sistema? Non mi pare che sia detto; in questo caso ne debbo dedurre, che non solo Adamo era un’Anima vivente, ma anche tutti gli animali.

    Per cui, quando un uomo uccide, sia un altro Uomo che un animale, altro non fa che uccidere un’ anima vivente, ma per i cristiani, per i Musulmani, gli ebrei così non è. Anzi per costoro contrariamente a quanto scritto, gli animali non hanno anima, il fatto che soffrano anche loro e irrilevante, ma anche la donna e priva d’anima! Ultimamente la chiesa si è però dovuta adeguare, di recente hanno scoperto che anche le donne hanno l’anima.

    Adesso analizziamo i versetti (8 e 9) del cap. II. In questi due versetti ci sono altre situazioni che mi lasciano perplesso; il versetto dice: dio piantò un giardino in Eden, …piantò un giardino, ma perché i giardini si piantano? E’ non può esserci errore od un modo di dire. Perché proseguendo c’è scritto che, << Dio fece crescere ogni albero desiderabile >> , per cui quando viene affermato che << Dio piantò un giardino >>, non poteva voler dire che fece crescere, in quanto subito dopo viene detto che Dio fece crescere degli alberi, ma andiamo avanti, piantato questo giardino, Dio prese l’Uomo che aveva formato e ve lo pose. Proseguendo c’è detto che Dio fece crescere ogni albero desiderabile, fece crescere anche << l’Albero della vita e l’Albero della conoscenza del bene e del male >>. A questo punto sono ancora più perplesso, ma perché Dio ha fatto crescere questi due alberi, e a che scopo visto che come vedremo non si potevano neanche mangiarne il frutto? E’ poi mi pongo un’altra domanda, dal momento che per Dio fare crescere gli alberi era uno scherzo, per quale motivo ha creato l’Uomo allo scopo di coltivare la terra? – ver. (5), cap. II. Tutto ciò appare privo di senso, anche se personalmente io credo che un senso l’abbia, almeno nella storia originale e non rimaneggiata riveduta compressa e corretta, così come il senso ed il significato delle parole, che non è esattamente come pare, perché il concetto è diverso da come può sembrare, se si potesse intendere il concetto, il suo vero contenuto reale, la storia della Genesi sarebbe completamente diversa, ma questa è una mia opinione, perciò dobbiamo limitarci ad analizzare letteralmente quanto scritto.

    Leggendo il capitolo II nei versetti dal (10 al 14), è precisata l’ubicazione esatta ove si trova il Paradiso, in conformità a queste indicazioni si capisce che l’Eden si trova ad oriente dell’attuale Turchia, nei pressi del monte Ararat. Le indicazioni sono molto precise per sbagliare, perché e precisato il percorso dei fiumi e le proprietà del territorio che questi fiumi attraversano, tra le quali si esalta anche il fatto che nel territorio attraversato dal primo fiume c’è oro e di quello buono, come mai nella Sacra Scrittura è esaltato questo metallo? L’oro che è sinonimo di ricchezza! E’ poi un appunto, in base alle indicazioni sappiamo dove era l’Eden, in altre parole il Paradiso. Dove si trova oggi questo Paradiso, non può essersi perduto abbiamo delle precise indicazioni, come mai non ci va nessuno, come mai nessuna notizia di questo Paradiso? La situazione è seria, perché se Dio ha smobilitato, ed il Paradiso non si trova più là, dove andranno le anime buone quando muoiono, neanche la Chiesa ci ha informato se l’indirizzo del Paradiso è cambiato, nonostante le affermazioni scritte nella Sacra Bibbia, della località del& lt;>, i magisteri indicano il paradiso nel cielo. Mi ricordo di quando io ero bambino, di mia nonna, persona molto religiosa e devota, una volta mi disse, adesso che l’uomo può volare, come mai non trovano il paradiso?

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    Nel versetto seguente (15), praticamente l’autore ripete il fatto che, Dio prendeva l’Uomo e lo poneva nel giardino di Eden perché lo coltivasse e ne avesse cura. A parte il fatto, come sottolineato in precedenza che non si capisce perché l’Uomo dovesse coltivare la terra, dal momento che era Dio a fare crescere in un batter d’occhio ogni albero, ma anche il fatto, che questo Dio, senza neanche chiedere l’opinione di Adamo lo prende e lo mette a coltivare la terra, e se Adamo voleva magari fare il meccanico?

    No, Dio lo prende e lo mette a zappare, in sostanza L’Uomo doveva fare ciò che Dio gli diceva, senza che questi potesse obiettare. E’ il libero arbitrio?


    Adesso vediamo cosa dicono i versetti: (16 e 17). Questo è certamente il punto cruciale e controverso, che ha dato la svolta ai successivi avvenimenti.



    Proviamo a fare un piccolo ragionamento; abbiamo un albero, anzi abbiamo “l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male”. Da quello che ci, è raccontato, quest’albero doveva avere la proprietà, che colui che ne mangiava il frutto avrebbe acquisito la Conoscenza.



    Dio pianta quest’albero nel giardino; poi gli dice all’uomo di non mangiare il suo frutto, aggiungendo che se ne, avesse mangiato sarebbe morto.



    Forse è il caso di esaminare un po’ più attentamente la questione di quest’albero, in primo luogo è chiamato albero della conoscenza, perciò non vedo l’attinenza con la morte, ma il punto non è questo. Per comprendere il reale significato di queste parole, vale a dire il concetto dell’albero bisognerebbe conoscere il concetto originale; che non è quello che sembra e come c’è, l’ho hanno lasciato intendere.



    .

    Albero, nel suo significato originale in questo caso, non

    Era da intendersi in quanto tale, ma voleva significare la grandiosità

    Dell’oggetto “perché tale”, il riferimento era puramente

    Allegorico, quindi non si trattava di un vero albero.



    Frutto, altra allegoria, non si trattava né di mele o altra frutta,

    per frutto si voleva intendere, l’essenza, la sostanza, la qualità o prerogativa

    di un qualcosa.



    Mangiare, un rotolo, un libro, un frutto, in questo caso era pure un

    Riferimento allegorico; perché voleva significare, apprendere,

    imparare, capire, conoscere.



    Per cui il vero significato della vicenda dell’albero della Conoscenza è grosso modo il seguente; Dio proibì ad Adamo di apprendere l’essenza della grande conoscenza, in quanto ciò lo metteva in condizioni di ragionare ed essere in grado di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Questa era una prerogativa di Elohim, il quale aveva il libero arbitrio e, lo rendeva signore sopra a tutto.








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    Nel versetto (18); come se stesse parlando con un’altra persona, Dio proseguì, dicendo: non è bene che l’uomo stia solo. Gli farò un, << convenevole aiuto come suo complemento >>.

    Proseguendo (19) Ora Dio formava dalla terra ogni bestia selvaggia del campo, quindi lo stesso procedimento che usò per formare l’Uomo, anche se non capisco il motivo per cui a formato bestie selvagge. E’ ogni creatura volatile dei cieli, e le conduceva all’Uomo per vedere come avrebbe chiamato ciascuna; come l’Uomo la chiamava ciascun’anima vivente questo era il suo nome.




    Non riesco a comprendere ne a capire tutto questo traffico ed importanza di portare al cospetto dell’Uomo ogni sorta di animale, solo per sapere, come lui li avrebbe chiamati, però il racconto prosegue, vediamo quindi se la vicenda si chiarisce.



    Il versetto (20); dice testuale. L’uomo dava dunque i nomi a tutti gli animali domestici e alle creature volatili dei cieli e a ogni bestia selvaggia del campo, ma per l’Uomo non si trovava un aiuto convenevole a lui come suo complemento.



    Quindi, se hò compreso bene quanto dice il racconto; Dio portava al cospetto dell’Uomo ogni sorta di bestia, in modo che gli imponesse un nome, nel frattempo per vedere anche quale di queste bestie fosse adatta a suo complemento!



    Forse e bene rileggere testualmente il versetto, non credo di avere capito bene quanto dice, perché mi pare di capire che l’Uomo conoscendo le varie bestie avrebbe dovuto scegliere quale animale fosse di suo gradimento e, quindi sceglierlo come suo complemento, come sua compagna, perché questo è il concetto.



    Se ne deve dedurre quindi, che Dio volesse dare all’Uomo come compagna una bestia, doveva forse l’Uomo accoppiarsi con una bestia? Ciò non è specificato, però il senso del racconto ci fa capire questo; tanto è che giacché l’Uomo era di tutt’altro gusto e, non ha ritenuto nessuna bestia convenevole come suo complemento. (21).- Dio fece cadere sull’Uomo un profondo sonno e, mentre dormiva, prese una delle sue costole e chiuse quindi la carne sul posto d’essa.( 22). – E Dio edificava la costola che aveva preso all’Uomo in una donna e la conduceva all’Uomo.



    Detto così, al senso di un’enormità, certo realizzare una persona, solo prelevando un po’ di materiale umano fino ad alcuni decenni fa per la gente comune poteva essere una cosa solo da Dio; penso, che oggi molta gente ad un simile quesito, sé così si può dire penserebbe ad una manipolazione genetica, una clonazione.





    (23). – Allora l’Uomo disse:

    “ Questa è finalmente osso delle mie ossa

    e carne della mia carne.

    Questa sarà chiamata donna,

    perché dall’Uomo questa è stata tratta “.








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    Da quanto scritto sopra si capì la gioia d’Adamo, dopo la delusione di non avere trovato tra gli animali un complemento adatto a lui, vistosi presentare quella bella donna, non gli parve vero ciò che aveva davanti, perciò esternò la sua felicità accettando di buon grado la donna; altro che animali.





    Credo di non sbagliare sulla base del racconto, sul fatto che Dio voleva dare a Adamo come compagna una bestia, sol perché Adamo fu ritroso nello scegliere una bestia, che Dio alfine gli fece un’Anima simile a lui, solo di sesso opposto; il vero complemento.



    Il racconto prosegue col seguente versetto (24) Perciò l’Uomo lascerà suo padre e sua madre e dovrà tenersi stretto alla sua donna e dovranno divenire una sola carne.


    Così prosegue il racconto, che Dio comanda che l’Uomo deve divenire una sola carne con la donna, cioè con il suo complemento; mi chiedo, ma se l’Uomo come suo complemento avesse scelto una bestia, allora doveva divenire una sola carne con la bestia? Qui è evidente, che si parla di rapporti sessuali, credo, che più chiaro di così non possa esprimersi il concetto. Quello che però è importante adesso è che in conformità a quanto sta scritto in questa pagina della Genesi, Dio esalta il rapporto sessuale, non lo condanna e, non lo mortifica. Allora come si spiega che le religioni del ceppo Ebraico, che pur dicono di riconoscersi in questo libro sono così avversi al sesso?



    Ormai come di consueto possiamo notare dai testi scritti, da come sono raccontati, che c’è sempre un osservatore od interlocutore occulto cui Dio rivolge i suoi pensieri, e che è evidentemente fa anche da osservatore e cronista sia degli avvenimenti, ma addirittura di cosa pensa Dio.



    Versetto (24), se si legge secondo un intendimento non vincolato da una certa etica o da un retaggio ma liberamente, il suo significato potrà allora apparire diverso, magari quello che effettivamente s’intende, in pratica si potrebbe intendere nel seguente modo; quando Dio comanda all’Uomo che dopo un certo periodo dovrà allontanarsi dai genitori, conoscerà la donna e si congiungerà con lei, la parola moglie sta a significare conciliazione, sinonimo di sposare, in altre parole mettere due elementi diversi assieme, ma ciò non significa necessariamente matrimonio come noi oggi intendiamo, l’intendimento originale potrebbe essere diverso, inoltre e da notare in tutto il racconto Biblico che non è mai menzionato né l’età dell’Uomo né quello della donna. Il concetto secondo il quale un Uomo ed una Donna per congiungersi devono avere una certa età, è solo un retaggio di singole culture, in origine e, in effetti, non esiste un’età per i rapporti sessuali, se guardiamo tra le varie popolazioni del mondo d’oggi e del passato possiamo vedere che queste variano, ma variano al ribasso, fino ad arrivare almeno ad un’età attorno ai dodici anni, ancora oggi, tanti popoli del mondo usano celebrare unioni di giovanissime ragazze con uomini maturi.















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    Tale usanza culturale era normale anche nell’Europa fino al 1400 – 1600, fino ad arrivare agli inizi del 1700, poi con lo sviluppo dell’industria, l’ascesa della borghesia, l’istruzione scolastica. La famiglia assume un altro aspetto, da un lato il relativo benessere, cambia il concetto di famiglia, i figli maschi non sono considerati più solamente braccia per il lavoro, e le femmine non sono più un peso, bocche da sfamare. La chiesa si adegua alla nuova società industriale, Dove è molto forte il Cattolicesimo, specie in Italia, la famiglia diventa possessiva, i genitori diventano oppressori dei propri figli, anche ad età adulta ritenendoli “ i loro bambini”, e perciò non è loro concesso a questi giovani, avendosi inventato la cosiddetta fascia adolescente avere rapporti sessuali perché ritenuti piccoli, i genitori, la cultura popolare, la legislazione impone a questi adolescenti che non possono avere rapporti, un comportamento casto, asessuale, imposizione egoistica, giustificata solo dal fattore socio – economico che sta alla base di questo modello di società, nella pratica tale situazione negli ultimi anni tende a modificarsi, a causa della sempre più ampia libertà del sesso femminile e delle giovani ragazze, pero la legislazione punitiva contro rapporti sessuali di differenti età è ancora vivente è imperante.


    Secondo il racconto Biblico (25) l’Uomo e poi la donna, furono creati nudi e così restarono anche dopo. Vi sembrerà incredibile ma non furono creati con i vestiti addosso, né mai Dio comandò agli uomini di coprirsi i genitali. Gli uomini stavano tranquillamente nudi e non si vergognavano di questo.











    CAPITOLO III











    Peccato e condanna dell’Uomo









    Nel capitolo III della Genesi, fino al versetto 5 abbiamo questo testuale discorso tra Eva ed il Serpente: Ora il Serpente mostrò d’essere il più cauto di tutte le bestie selvagge del campo che Dio aveva fatte. Diceva dunque alla Donna: “E’ realmente così che Dio ha detto, che non dovete mangiare d’ogni albero del giardino? “ A ciò la Donna disse al Serpente: “ Del frutto degli alberi del giardino possiamo mangiare. In quanto a mangiare del frutto dell’albero che è nel mezzo del giardino, Dio ha detto: non ne dovete mangiare, no, non lo dovete toccare, affinché non moriate”. A ciò il Serpente disse alla Donna: “ Positivamente voi non morrete”, Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male.



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    Secondo quanto sta scritto nel terzo capitolo, il Serpente (non specifica la specie) avrebbe mostrato d’essere il più astuto fra tutte le bestie selvaggie. E’ che a quanto pare fosse anche dotato d’intelligenza, capacità di ragionamento cognitivo ed un profondo intelletto, tanto è che nel dialogo con la Donna riveste il ruolo del saggio; il colloquio tra la Donna ed il Serpente, si svolge tranquillamente ed amichevolmente ed ella non ha paura del Serpente.



    Il dialogo tra la Donna ed il Serpente, verte sul famoso albero della Conoscenza, la donna racconta al Serpente che Dio gli ha proibito di mangiare di quell’albero, diversamente sarebbero morti. A ciò il Serpente dice alla donna, non solo che non sarebbero morti nel mangiare di quel frutto ma, che gli occhi di entrambi si sarebbero aperti conoscendo il Bene ed il Male; ma che la proibizione fattagli era per il fatto che Dio sapeva che se l’Uomo avesse mangiato quel frutto esso sarebbe diventato veramente simile a lui.




    Quando l’Uomo e la Donna mangiarono il frutto (6 e 7), effettivamente “gli occhi d’entrambi si aprirono”. Esattamente come gli aveva detto il Serpente. Noi sappiamo che il significato di “aprire gli occhi “ vuol dire, capire, comprendere, conoscere. Conoscenza, il significato di questa parola è arrivato a noi inalterato, perciò quando sentiamo questa parola, comprendiamo perfettamente cosa s’intende. Con ciò, se ne dovrebbe dedurre a rigore di logica, giacché effettivamente gli occhi d’entrambi si aprirono, che effettivamente, l’Uomo e la Donna acquisirono la Conoscenza! Il testo poi continua affermando che entrambi compresero d’esser nudi, ma come, nonostante tutto ciò che ne deriva dall’acquisizione della Conoscenza, questi due vanno a notare che erano nudi? E’ allora? Quanti uomini e donne sono nudi, uno rispetto all’altra eppur non se ne vergognano! Figuriamoci, Adamo ed Eva che non conoscevano i vestiti, perché erano da sempre stati nudi, e che per di più non esisteva nessun altro all’infuori di loro due, che la moralità o la vergogna per il fatto della nudità non esisteva ancora, che guarda caso iniziò col monoteismo Ebraico. A meno ché, per nudi “non” si intendesse altro, per esempio, nudità nel senso che non avevano alcuna “conoscenza”, in questo caso l’acquisita consapevolezza di essere “nudi” ha un senso.



    Dai versetti: (8 fino al 15). – Se i passaggi Biblici sono enigmatici o criptati, o forse sarebbe più esatto dire reticenti, quanto ci accingiamo ad analizzare ne è una dimostrazione. Allora, dopo che Adamo ed Eva ebbero mangiato del frutto dell'Albero se ne stettero nel giardino (lo svolgimento di questo dramma, secondo la Genesi, si sarebbe svolto tutto a cielo aperto), cercando di coprirsi i genitali (Io davvero non riesco a capacitarmi, non riesco a concepire tutto questo incommensurabile dramma per via della nudità), nel frattempo udirono la voce di Dio che camminava nel giardino; se ne udirono la voce è, per il fatto che Dio parlava, cosa stesse dicendo e a chi non è riferito, il racconto dice solo che parlava. Una persona normale, di solito non va in giro a parlare da sola, doveva avere accanto qualcuno con cui conversare. Per cui, come dobbiamo interpretare il fatto che Dio stesse parlando?












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    Inoltre da quanto s’intende, Dio era solito passeggiare verso quell’ora per il giardino, questo dovrebbe significare che Dio era solito soggiornare in Eden, il quale Eden era una località sita in un preciso luogo sulla terra, precisamente a Nord – est dell’attuale Turchia, perciò questo, Eden o Paradiso o come lo vogliamo chiamare, non era un luogo astratto posto in chissà quale dimensione o nei cieli, questo Paradiso era un posto concreto sito sulla terra. La visione ed il comportamento di questo Dio, è raccontato come se si parlasse di una persona normale.



    Ritornando al racconto.


    Ad un certo punto Dio chiama l’Uomo, dicendogli, dove sei?


    Dio non sapeva dove fosse l’Uomo e cosa avesse fatto!

    Sembra proprio di no, perché per sapere cosa fosse successo dovette informarsi.




    Ma come, Dio non è onniveggente che tutto vede è tutto sa?



    Infine Adamo gli rispose dicendogli dove era, aggiungendo ingenuamente che si era nascosto per il timore d’essere nudo.




    Ora noi sappiamo sulla base del racconto Biblico, che Dio ha creato l’Uomo, e lo ha creato nudo e, tal era fino a quel momento; ed essi non si vergognavano di ciò, quindi il fatto d’esser nudi era del tutto naturale, com’è che adesso l’Uomo aveva timore d’esser nudo?


    L’acquisizione della Conoscenza non poteva implicare la vergogna del nudo.


    La Chiesa, afferma che la vergogna era conseguente all’apprendimento della Conoscenza perché Adamo ed Eva avevano perso l’innocenza.



    A me risulta che tempo addietro, nel periodo delle esplorazioni e delle conquiste coloniali, dove al seguito dei massacri fatti dai soldati a scapito degli indigeni ci stavano i preti Cristiani, allo scopo di convertirli alla loro Religione. Trovarono che molte tribù d’indigeni, era uso andare in giro, completamente nudi eppur non se ne vergognavano. I religiosi, allora cominciarono ad imporre agli indigeni di coprirsi. La malizia non era

    quindi in coloro che normalmente stavano nudi, ma nel pregiudizio dei religiosi.



    Riprendendo il dialogo che abbiamo interrotto. Sulla base della risposta d’Adamo, Dio ha capito come stavano le cose, non era mica un ingenuo; chiede comunque conferma, facendogli la domanda circa la proibizione che gli aveva fatto a proposito dell’Albero della Conoscenza. L’Uomo intimorito scarica la responsabilità di quanto accaduto alla donna, a sua volta la donna, accusa il Serpente.



    E’ così Dio a causa delle confessioni e non per altre virtù, venne a sapere che il principale responsabile dell’acquisizione della Conoscenza da parte degli Uomini fu il Serpente.



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    E’ fu nei suoi confronti che Dio si adirò moltissimo, maledicendo a destra e a manca, Dio quindi si rivolse al Serpente, affermandogli che lui sarebbe strisciato sul suo ventre e mangiata polvere, tutti i giorni della sua vita.



    Leggendo letteralmente quanto raccontato da questa vicenda, possiamo notare che, neanche alla fine dell'avvenimento si configura l’ipotesi di un presunto camuffamento in serpente, da parte di qualche aliena entità, a differenza dei religiosi che invece insinuano a titolo del tutto gratuito, che il Serpente, altro non era che Satana (dal greco, oppositore - avversario). Ciò non sta scritto nel racconto.



    Certo non possiamo essere così ingenui da pensare che effettivamente il serpente era un animale, però la Genesi lo pone come tale, e noi dobbiamo accettarlo letteralmente come c’è posto.



    Dio prosegue affermando che, avrebbe messo inimicizia fra il Serpente e la Donna.

    Dobbiamo arguire, dunque che tra Eva ed il Serpente c’era amicizia, e come mai?




    Il passo seguente dice, in altre parole, che tra la stirpe dell’Uomo e quella del Serpente sarebbe stata posta inimicizia.






    All’evidenza degli avvenimenti concreti, non si riscontra quest’apocalittica inimicizia tra l’Uomo ed il serpente. Il rapporto Uomo – serpente è del tutto indifferente, così come qualsiasi altro animale; ma con ogni probabilità il riferimento era non ai comuni serpenti, ma ad un particolare serpente, un essere dall’aspetto di serpente. Questo fatto è inquietante, non per quanto si vuole fare credere in questo racconto, ma per altre implicazioni. Nelle più antiche civiltà si cita il serpente o i serpenti in quanto divinità e, non in senso allegorico ma che abbiano interferito con lo sviluppo umano, si parla addirittura di uomo serpente, ma questa è un’altra storia e ci porterebbe fuori dal nostro argomento.



    Un’altra maledizione contro l’amicizia è quella quando Dio dice alla Donna, tu ferirai la testa del Serpente, ed il Serpente ti ferirà il calcagno. E’ evidente, che anche questo passo è allegorico. Personalmente non ho elementi sufficienti per interpretare con certezza il significato di quest’allegoria, francamente non sono sicuro che la traduzione della Genesi in mio possesso sia conforme all’originale, perché basta poco a far cambiare significato a queste cose. So da altri ricercatori, che si sono posti lo stesso quesito ed hanno dato una loro interpretazione, ma sempre d’interpretazione si tratta. Per quel minimo che possiamo capire, la maledizione si pone su due soggetti, che diverranno nemici nelle loro rispettive stirpi, vale a dire due popoli, due nazioni che si faranno guerra, di cui una ne ferirà la testa; stato maggiore, dirigenza, capi, l’altro ne ferirà il calcagno. Il calcagno rappresenta il fondamento basilare della persona, la base quindi alla base di una nazione c’è il popolo, quindi sarà ferito il popolo, decimato nella sua quantità.







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    Nello studiare ed analizzare la Genesi e tutto il materiale

    inerente all’Analisi della Genesi, mi viene in mente una domanda,

    in pratica, chi era l’autore o gli autori dei primi libri che compongono


    la Bibbia? Negli scritti della Genesi, appare un certo Mosè come

    autore. Nella storia non esiste riscontro di un tale personaggio.

    Storicamente Mosè non esiste, è sola la Bibbia che ne parla.



    Leggendo quanto scritto in Genesi e non solo, tutto risulta assurdo,

    incredibile, incongruente, reticente, allegorico

    e criptato, che se non fosse per alcuni riferimenti, verrebbe da pensare

    che la Bibbia, il suo contenuto è solo frutto di fantasia, tutte storie

    inventate, prendendo a riferimento solo qualche fatto concreto.





    E’ quindi mi pongo seriamente la domanda, come

    devo considerare la Bibbia?




    Un dubbio mi assale, e sé l’autore o gli autori, in effetti,

    volevano dare dei messaggi ai posteri? Come dire, questo è il

    racconto della creazione e della storia dell’Uomo, però per dei

    motivi a noi ignoti, non potevano rivelarceli in modo esplicito

    e chiaro, quindi vengono scritte le storie e gli avvenimenti in


    una formula inverosimile.





    A dire, questo è il racconto, ma la verità non è questa,

    bensì un’altra, cioè quella che non vi ho raccontato, Cercatela!




    Quando Dio profferisce le sue maledizioni e le sue sentenze di carattere profetico – apocalittico, il versetto si conclude con la sentenza che, come già detto prima col fatto di un’inimicizia che si veniva a creare fra l’Uomo e il Serpente.



    Ammessa la realizzazione della profetica maledizione, e poi? Quali dovrebbero essere le conseguenze di ciò, se non un massacro umano?


    Comunque sia, possiamo vedere in questo racconto un Dio molto severo ed irato, vendicativo e per nulla magnanimo. Un Dio che prima ti mette nelle condizioni di sbagliare per poi punirti.



    Poi il Signore si volge verso la Donna e l’Uomo (v.16, 17, 18, 19), profferendo nei loro confronti delle maledizioni, che per la verità in buona sostanza fanno parte del corso naturale della vita e delle circostanze ed eventi naturali.

    Che però nella circostanza citata, la gioia del parto è considerata come una punizione.



    Perché, come mai il fatto di proliferare figli, sarebbe aggravato con doglie da parte di Dio? Come dire, tu l’hai voluto ed adesso ne patirai le pene. Questa circostanza è ambigua, o forse no, il fatto è che non è chiaro il progetto di Dio, anche se ci sembra di capire, che il Signore non è molto contento che Eva dovesse o potesse avere figli.

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    Però c’è un aspetto che da adito ad un malinteso, o forse il narratore voleva che s’intendesse, come in effetti, lo intendono in molti. Il collegamento tra il frutto dell’Albero della Conoscenza e la gravidanza della donna. Questo collegamento tra i due elementi, nell’immaginario popolare fa pensare che il frutto, altro non sia, che il simbolo del peccato sessuale. Quindi da ciò le grandi menti dei teologi religiosi, ne hanno dedotto che il sesso è peccato. Questo può essere il motivo percui le religioni monoteiste sono così avverse alla sessualità.


    In effetti, però così non è, si tratta di una cattiva interpretazione, di un malinteso aberrante con tutte le gravi conseguenze che ciò ha apportato.



    L’altro aspetto riguarda il dominio dell’Uomo sulla Donna. Questo è un aspetto molto delicato, specie ai giorni nostri. Il comandamento del Signore è stato quello che la Donna deve sottostare all’autorità del suo marito. Oggi nella società occidentale (cristiana) le donne, hanno pari diritti degli uomini, di più, le donne stanno spiazzando gli uomini, in tutti i campi; come dicevo prima, questo è un aspetto molto delicato, che riguarda anche il presente ed il futuro, un aspetto che andrebbe analizzato e studiato nei suoi vari aspetti, da quello sociologico, psicologico e antropologico.


    E’ già in atto da qualche tempo nella cultura occidentale, una sorta di capovolgimento “dello statuto dominante”, vale a dire, che la donna tende a diventare il sesso dominante; questo con gravi ripercussioni nei maschi, in ampie aree il maschio è diventato frustrato, impotente rispetto alle sempre più crescenti prerogative femminili, il maschio d’oggi tende ad avere soggezione della donna.




    In natura il Maschio è, in effetti, l’elemento dominante, ma le leggi imposte senza riguardo al comandamento Biblico in questione, l’autonomia economica della donna, la presunta parità di diritti (tutto ciò solo per l’esclusivo profitto dei capitalisti), hanno inibito l’Uomo nelle sue prerogative, come nelle sue iniziative. L’Uomo occidentale d’oggi di fronte alla sicurezza e tracotanza della donna, frenato ed inibito dalle leggi in oggetto a lui imposte, ne prova soggezione e nel timore di non essere in grado di dimostrare quanto è maschio, il suo “delicato equilibrio” psichico – sessuale n’è turbato, per questo volge la sua attenzione non più alla “femmina – uomo” ma, alla dolcezza e

    delicatezza femminile della Donna, in altre parole la ragazzina molto giovane e inesperta.

    Una situazione del genere che ritengo sia in ascesa nelle società occidentali, dovrebbe essere affrontata con impegno e serietà da parte di persone competenti.



    Ritengo che a nulla servano leggi e punizioni per affliggere ulteriormente coloro che commettono, secondo le autorità benpensanti il crimine secondo cui, il “maschio cerca la femmina”. In realtà, l’indirizzo cui tende a svilupparsi quest’astruso modello di società, di cui non si comprende dove va a parare, è di per sé criminale, sorretto e sostenuto da menti oscurantiste e incapaci, essi stessi sono dei criminali, ancora più criminali di coloro che condannano. Naturalmente, questo è solo uno degli aspetti.



    L’altro aspetto del quale, non vedo l’attinenza, il fatto di avere mangiato il frutto e la maledizione della terra, qual è il vero senso di quest’accusa, ed in cosa effettivamente consisterebbe questa maledizione della terra.

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    Quest’aspetto non è chiarito, perché il narratore va avanti evidenziando le altre pene inflitte a Adamo; circa il fatto che avrebbe dovuto lavorare la terra e con sudore e fatica ne avrebbe tratto il raccolto e questo per tutta la sua vita. Se riflettiamo bene in fondo non è che il" fato" di Adamo sia molto cambiato, in quanto nel Paradiso doveva curare la terra e la vegetazione per il Signore, dopo la punizione e la cacciata dal Paradiso, doveva curare la terra per trarne i frutti da mangiare; ma almeno adesso lo fa per sé.


    Ora non è chiaro se la punizione data a Adamo riguardava solo lui, o anche tutti i suoi discendenti. Nel racconto non parla dei discendenti, la Chiesa invece lascia intendere che la punizione riguardi anche i discendenti. In ogni caso, per quello che ne sappiamo non c’è attività lavorativa che non comporti fatica e sudore. In qualunque ambito, di qualunque attività, può comportare fatica. Oggi rispetto ad una volta molte attività lavorative sono state alleggerite, grazie alle innovazioni tecnologiche sempre più progredite. Si dice, infatti, che si arriverà un giorno che il lavoro non sarà più faticoso (almeno fisicamente parlando) e questo sempre grazie sì allo sviluppo tecnologico e scientifico, ma anche perché l’Uomo acquisendo Conoscenza riesce a migliorarsi la vita.



    L’unico neo, ma fondamentale nella nostra attuale società è la proprietà privata, la divisione del lavoro con la conseguente società divisa in classi, retaggio questo molto antico che deriva da una mentalità feudale e monarchica, fino alle più remote monarchie assolute e teocratiche – schiaviste, che ancora oggi non si è riuscito ad estirpare dalla mente e dal cuore degli uomini.



    Ma non è questa la sede per fare della sociologia o antropologia; quindi andiamo al versetto 20, che dice. Dopo di ciò Adamo mise a sua moglie il nome di Eva, perché doveva divenire la madre di tutti i viventi.



    Tale affermazione non può che lasciarmi allibito, alla luce delle attuali conoscenze, ma anche alle domande e interrogativi che tali affermazioni comportano. Perché se è vero che i soli due esseri viventi umani erano Adamo ed Eva ed anche avendo tanti figli come raccontato in Genesi, che comunque non si capisce per quale motivo parla tanto dei primi due figli, ma neanche una parola è spesa per tutti gli altri. Comunque sia, costoro erano tutti fratelli e sorelle, dobbiamo dedurre che si sono accoppiati tra consanguinei?


    Ammesso e concesso, come si spiegano tutte le varie specie umane e non, se l’umanità deriverebbe dallo stesso ceppo?


    Come si spiega l’esistenza di specie “diciamo, umane non evolute”, come per esempio i Neandethaliani, di cui ancora un paio di decenni fa vivevano (e forse vivono ancora) in zone remote del Marocco. Esattamente come uomini primitivi di un tempo, in quanto costoro non si sono mai evoluti!


    Se oltre a Adamo ed Eva, c’era qualcun altro, si vede che questo non mangiò dell’Albero della Conoscenza, e quindi è rimasto un primitivo?!


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    Al versetto 21, leggiamo testualmente quanto afferma Dio.



    E’ Dio faceva lunghe vesti di pelle per Adamo e sua moglie e li vestiva. (v.22) E Dio proseguì dicendo: “ECCO, L’UOMO è DIVENUTO SIMILE A UNO DI NOI CONOSCENDO IL BENE E IL MALE, E ORA ONDE NON STENDA LA MANO ED EFFETTIVAMENTE PRENDA ANCHE IL FRUTTO DELL’ALBERO DELLA VITA E MANGI E VIVA A TEMPO INDEFINITO SI CONVIEN PROVVEDERE”.


    Vogliamo vedere cosa ci rivela effettivamente quanto sopraccitato?



    L’affermazione ha intrinseco un duplice significato, nel primo aspetto chi parla è Dio, e dice: l’Uomo è divenuto simile a uno di noi, per cui considerando la figura di Dio ed affermando uno di noi si mette sullo stesso piano delle figure non menzionate ma presenti, per cui affermando uno di noi, non in quanto Dio, ma Dei, cioè l’Uomo è simile agli Dei.

    Il secondo aspetto è quello che lo stesso Dio con queste parole asserisce non la sua unica, ma la presenza di più Dei. Questa sola affermazione fa saltare tutta la concezione monoteista di un Dio unico.

    Leggendo sempre con discernimento, apprendiamo che l’affermazione dice, che l’Uomo è divenuto come uno di noi, non simile, ma uno di noi, e lo è divenuto conoscendo il bene ed il male. Quindi attenendomi ha quanto sta scritto nella Bibbia, io leggo che l’Uomo è divenuto un Dio.




    E’ sé leggiamo con attenzione, possiamo capire che la cosa preoccupa Dio, in quanto rivolgendosi sempre, in questo caso dobbiamo dire agli altri Dei, suggerisce che bisogna provvedere in modo da impedire che, oltre che è l’Uomo è diventato un Dio, ora non mangi del frutto dell’Albero della Vita e viva a tempo indefinito.

    Quindi, qui abbiamo degli Dei (Elohim), che mal hanno digerito che l’Uomo è divenuto un Dio, e quindi fanno in modo che almeno non viva a tempo indeterminato.

    Inoltre, Dio si sarebbe rivelato un bugiardo in quanto ha ammonito Adamo, che se avesse mangiato del frutto dell’Albero della Conoscenza sarebbe morto.




    Ed ancora, non solo Adamo, non è morto, ma su affermazione dello stesso Dio, l’Uomo medesimo è divenuto un Dio.

    Ma non solo, tale affermazione implica e rivela, ché il Serpente non mentì né ingannò l’Uomo, dichiarando la verità quando asserì, che l’Uomo sarebbe divenuto simile a Dio conoscendo il Bene ed il Male; le stesse parole che furono profferite dal Serpente, sono poi state confermate da Dio. E’ siccome Dio sapeva, mentì ad Adamo cercando di incutergli timore, perché Dio non voleva che l’Uomo diventasse un Dio, a differenza del Serpente che volle aiutare l’Uomo ad elevarsi.



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    TUTTO CIO’ E’ SCRITTO CHIARAMENTE NELLA GENESI !



    Il Dio che si rivela nella Bibbia è un Dio bugiardo, un Dio che sbaglia, che non sa ciò che fa, un Dio fazioso e geloso, un Dio che voleva tenere soggiogato e schiavo l’Uomo. Quanto successe sconvolse tutti i piani del Signore, perciò si adirò molto, perché adesso non poteva più padroneggiare sull’Uomo. E’ quindi la motivazione dell’allontanamento dall’Eden è come sopra descritto.



    Quanto invece è stato diffuso religiosamente nella nostra epoca, non è quanto effettivamente scritto nella Bibbia, per la concezione del tipo di società e la mentalità di allora, andava bene un dio terribile e guerriero, ma nel nostro tempo un dio guerriero sarebbe stato fuori tempo, non accettato. Ecco allora la metamorfosi, la nostra epoca chiedeva un dio buono e umano, giusto e protettore dei suoi fedeli; da contrapporre ad un male che incombeva sull’uomo, un male peraltro inesistente, perché NON ESISTE UN MALE DA UN LATO ED UN BENE DALL’ALTRO LATO. Questa è una postura, in altre parole non esiste il bene ed il male. Esiste la vita, che nel suo corso ha varie smagliature che, possono essere buone o cattive, si possono alternare così come intrecciarsi, sarebbero le varie situazioni che si presentano nel corso della vita. Solo la superstizione e l’ignoranza possono avere estremizzato delle situazioni, tali da immaginarsi la forza di entità maligne o benigne che interferiscono nelle vicende umane.



    Analizziamo adesso quanto contenuto nei versetti (23 e 24), cercando di essere i più pragmatici possibili e meno fantasiosi, quindi attenendoci alle parole del racconto possiamo notarne le contraddizioni, il versetto (23) dice che Adamo fu mandato fuori di Eden perché coltivasse la terra, nel versetto (24) invece che Adamo fu cacciato fuori di Eden, ed una volta fatto ciò, furono posti a guardia dell’accesso in Eden delle guardie, dei Cherubini in modo da impedire all’uomo di accedere, onde esso l’Uomo stendesse la mano e carpisse il beneficio della vita. Oltre a ciò fu posta anche una lama rotante, o spada fiammeggiante. Qualunque cosa che fosse, non v’è dubbio che si trattava di un’apparecchiatura materiale difensiva che aveva lo scopo di scoraggiare gli intrusi.





    Da quanto leggiamo si capisce quindi, che Dio aveva timore che l’Uomo s’impadronisse del segreto della vita. Tale provvedimento ci fa arguire che Adamo poteva impadronirsi di tale segreto indipendentemente dalla volontà di Dio. Quanto era stato scritto, i provvedimenti, innanzi tutto, ma anche il resto, compreso i Cherubini, che altro non erano che, dei mezzi uomini e mezzi animali (tale risultato oggi si può ottenere con l’ingegneria genetica). Tali preoccupazioni e tali provvedimenti, non possono appartenere ad un Dio, questi sono cose molto materiali e molto umane. Un Dio, a parte il fatto che la vita sarebbe dovuta dipendere da lui e non da altro, avrebbe certamente creato una sorta d’incantesimo, insomma qualcosa di divino tale che nessuno non avrebbe potuto fare nulla.











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    Perché, Dio non voleva che l’Uomo vivesse in tempo indeterminato? In merito a questo non è data alcuna spiegazione.



    Però dalle vicende dei due Alberi e da come si sono svolti e conclusi gli avvenimenti, credo che noi ne possiamo trarre le debite conclusioni.



    Analizzando bene la situazione, è evidente che ci siano cose che non dipendono necessariamente da questo Dio, difatti Adamo ed Eva acquisirono la conoscenza malgrado dio.



    Perché, Dio non voleva che l’Uomo acquisisse la conoscenza?



    Sé l’Uomo oggi è quello che è, se è diventato come un Elohim, conoscendo il bene ed il male, lo deve al Serpente (Il Serpente in questione, non c’entra assolutamente nulla con il cosiddetto satanismo !), difatti quando Dio ne venne a conoscenza, s’infuriò moltissimo maledicendo tutti, ed elargendo punizioni per tutti, ma la conoscenza rimase all’Uomo.


    Per timore che l’Uomo, avendo adesso la conoscenza potesse apprendere ed ottenere la vita a tempo indeterminata, è quindi sarebbe stato uguale a Dio, questì lo cacciò fuori d’Eden, s’è Dio non avesse provveduto in questo modo, l’Uomo si sarebbe impadronito del segreto dell’Albero della Vita, e noi Uomini saremmo vissuti in tempo indeterminato, perché a quanto pare << la vita a tempo indeterminata, non era una prerogativa della volontà di Dio>>Insomma s’è Adamo

    fosse stato più sveglio o avesse avuto la possibilità di “avvicinarsi all’Albero della Vita, come a quello della Conoscenza, oggi l’Uomo sarebbe un Dio a tutti gli effetti”, però, però.





    Se è pur vero che Adamo non è riuscito ad avere la vita a tempo indefinito, in quanto questo Dio glielo ha impedito, rimanendo all’Uomo solo la Conoscenza, sarà comunque grazie ad essa, che l’uomo conquisterà la lunga vita.



    L’uomo, è oggi vicino all’Albero della vita, (grazie alle sue ricerche, e che la chiesa tanto osteggia), sta stendendo la mano per coglierne il frutto.



























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    CAPITOLO IV













    Nascita di Caino







    Che un uomo, abbia dei rapporti sessuali con una donna ed ella rimanga incinta e che dopo il suo tempo “partorisca” è una cosa normale che succede comunque a tutti gli umani, ed anche a tutti gli altri mammiferi, e quindi a buon motivo doveva essere normale per Adamo ed Eva; Ma dire ho acquistato un uomo con l’aiuto di Dio, indipendentemente dal rapporto sessuale dall’idea di un intervento tipo, quello di un medico, che interviene per fare nascere il fanciullo, perciò questo fatto mi pone delle perplessità. Certo qualcun’ altro potrebbe dire, che quello era solo un modo di dire, come potremmo dire noi oggi. Sinceramente non sono molto convinto di questo, credo invece che se, è stato detto ciò, c’è stata senz’altro una ragione pratica, però essa è taciuta.



    Ritengo che quanto scritto nella Bibbia, vero o falso che sia, le sue parole i suoi racconti ed ogni più piccolo aspetto non sono in ogni modo, messi lì a caso, credo ed ho motivo di crederlo che siano ponderate, riflettute e studiate, perciò ogni parola ha un suo preciso motivo e quindi le parole della Bibbia vanno soppesate una per una ed e per questo che ritengo quell’affermazione implicita di un preciso significato e non un semplice modo di dire, che sarebbe troppo banale, no, con quell’affermazione Eva intendeva dire qualcosa di preciso, se cosi non fosse, non avrebbe avuto motivo di essere riportata per iscritto. Ed inoltre devo dire che per noi uomini del nostro tempo che pur abbiamo degli specialisti esperienza ed apparecchiature sofisticate e già molto difficile conoscere addirittura cose essenziali del nostro passato, mentre un Mosè un uomo di cui non disponeva di nulla, sarebbe venuto addirittura a conoscenza anche delle banali esclamazioni di Eva. Sempre quel qualcuno potrà dire che la Bibbia è stata ispirata da Dio, ed è per questo che lo scrittore sapeva tante cose, più che ispirata allora sarebbe più corretto dire suggerita, cosa che io non credo proprio; ma avete letto bene la Bibbia? Se oggi uno scrittore si presentasse da un editore con un’impostazione come quella Biblica, credo che gli tirerebbe il libro appresso.



    Proseguendo (v.2) si racconta che Eva partorì anche Abele; e qui non è menzionato << con l’aiuto di Dio >>, come mai per Caino c’è voluto l’aiuto di Dio e per Abele non se né fa parola? Se Eva la prima volta ha esclamato, se si è espressa in quel modo, anche la seconda volta avrebbe dovuto dire qualcosa, ed invece nulla, ciò suggerisce che non era un modo di dire. La prima volta c’è voluto probabilmente veramente un intervento esterno, la seconda volta, non è stato necessario e quindi non si commenta.



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    Il racconto continua asserendo con normalità che Abele fa il pastore, fin qui tutto normale. Poi continua precisando che Caino divenne coltivatore della terra, letteralmente: “ma Caino divenne”, come affermare che Caino poteva divenire altro, ma (invece) divenne coltivatore, sembra che tale scelta non è stata gradita da qualcuno.





    Il racconto dice (v. 3,4,5) che dopo qualche tempo Caino portava dei frutti come offerta a Dio, ed Abele ? (infine) anche Abele, portò delle offerte, dei primogeniti del suo gregge. A ciò sembra che Dio gradì l’offerta di Abele, ma ignorava le offerte di Caino.



    Mi chiedo per quale motivo, sia Caino, sia Abele, portavano del cibo a Dio. Nei racconti Biblici, a quanto pare Dio aveva uno stretto rapporto con gli uomini, sovente è citato il fatto che gli uomini offrivano cibo agli Elohim, perché l’offerta? Perché il cibo? Sono convinto che in tale fatto ci sia una valida e consistente ragione fondamentale, e che non sia puramente simbolica.


    In ogni modo, vediamo il seguito del racconto. Sembra che Dio gradiva


    l’offerta di Abele, ma ignorava le offerte di Caino, perciò Caino era molto adirato, vorrei vedere chi non lo sarebbe in una situazione del genere. Al di là, di come prosegue il racconto, la domanda è come mai Dio faceva queste parzialità? Perché apprezzava l’operato di Abele, mortificando e facendo sgarbo a Caino?


    Una cosa l’abbiamo capita, che se Dio non chiede le cose come tutti i mortali, non è in grado di saperle, tanto meno è in grado di sapere a priori, per cui non è onnivegente.


    Vedendo il comportamento e l’espressione dimessa del viso di Caino, come meravigliato di ciò, Dio gli chiede cosa c’è che non va. Curioso, un comportamento del genere (da parte di Dio) qualunque essere umano, avrebbe capito a priori che, sarebbe stato offensivo nei riguardi di Caino, e quindi per delicatezza non avrebbe fatto discriminazioni, invece Dio non solo fa apertamente discriminazioni, ma poi si meraviglia dell’ira di Caino. Appreso il motivo dell’ira di Caino, Dio gli da la sua risposta, e che razza di risposta gli è data?



    Ma come, uno offre il ricavato del suo sacrificio è l’altro (Dio) neanche lo considera? E poi l’ingarbugliamento del bene e del male, ma cosa c’entra tutto ciò? Di solito quando qualcuno offre qualcosa, si accetta, anche se non piace, specialmente sapendo con che sacrificio lo ha ricavato e con quanto ardore te lo cede pensando di farti piacere, è ovvio che sé l’altro lo mortifica, il donatore ci rimane male, è solo una questione d’eleganza e sensibilità, quindi il "discorsone" del bene, del male non c’entra proprio nulla.



    Nel trascrivere ed analizzare il contenuto d’ogni versetto ed il senso della parola, nonché, del racconto in generale, non posso fare a meno di notare, l’ossessivo ripetere di talune affermazioni, come se l’autore del racconto temesse di non essere compreso nel suo dire. E’ evidente che l’autore ci “tenesse” molto che il suo concetto fosse bene impresso nella mente di chi avrebbe letto il suo scritto, per questo, soppesava bene ogni parola, quest’ossessione è però ripetuta per aspetti marginali e del tutto secondari. All’opposto invece quando sono raccontati, o più precisamente accennati fatti fondamentali e di principale importanza, quando ci si aspetta precisione ed un esauriente resoconto del racconto, tronca senza concludere e passa ad altro, lasciando il

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    lettore perplesso. Datosi il mio carattere, questa cosa mi a notevolmente incuriosito, perciò ho seguito la logica e nonostante le incongruenze vado avanti; ciò mi ha stimolato a scavare più a fondo cercando altrove quanto non e completo od esauriente nel testo Biblico, andando a ricercare su altri libri allo scopo di comprendere il senso ed il nesso d’alcuni passaggi storici e culturali che avessero a che fare con quei passaggi Biblici poco comprensibili. Purtroppo, è così, per comprendere la Bibbia non basta leggerla, occorre avere una certa conoscenza da porre in relazione o come confronto a quanto citato nella Bibbia.



    Con mia gran sorpresa (ma non più di tanto) sono venuto a conoscenza di cose molto interessanti, alcune di queste addirittura rivoluzionarie.

    Il mio tarlo è, come mai dei passaggi così rivelatori, non solo per una corretta storicità, ma anche per una comprensione scientifica, non sono stati rilevati e ripetuti? Mentre l’autore si sofferma e ripete ossessivamente aspetti che a confronto sono futili, e ciò lo fa per tutto il libro.

    Negligenza, superficialità, ignoranza, timore, oppure più semplicemente non voleva rivelare certe cose o, l’esatto contrario? Citare dei fatti per poi interrompersi, oppure più semplicemente chi a scritto o chi ha trascritto già dall’inizio ma soprattutto in seguito abbia operato dei tagli e delle omissioni, questo spiegherebbe l’incompletezza di certi racconti, precisamente quelli di spessore. In altre parole tutte queste manomissioni nel corso dei secoli hanno fatto in modo che oggi l’opera Biblica riportasse ben poco dei racconti originari. Basta pensare ad un cosiddetto gran padre della chiesa come S. Agostino che tra le tante altre cose, non fece includere il LIBRO DI ENOC nella Bibbia, asserendo che era troppo vecchio per essere considerato, perché avrebbero fatto tutto ciò? Questa è una cosa che è meglio arrivarci da soli. Basti pensare che fino a non molto tempo fa avvicinarsi alla lettura della Bibbia non era per nulla facile, in sostanza era proibito, che quando un certo professor Giovanni Diodati fece la prima traduzione in Italia dall’inglese fu perseguitato.

    Riprendiamo il discorso su Caino, il quale secondo la Bibbia ha ucciso Abele solo perché era risentito che Dio non considerava le sue offerte. Non posso non manifestare una certa perplessità in tutta questa vicenda.



    La cosa che risalta, è il fatto che pare che Caino non conducesse una vita propria, la sua esistenza, ma non solo la sua. L’autore non presenta un quadro familiare ove i membri si ritrovano, discutono o collaborano, il racconto è incentrato su Dio. Sembra che ogni elemento di questa prima famiglia umana, viva per conto suo, ognuno, pare operano all’insaputa dell’altro, e che tra loro non comunicano, situazione umana alquanto insolita, è una cosa che mi viene difficile credere. Così come mi viene difficile credere, che un fratello uccida l’altro, per i motivi sopraddetti. Non esiste una concreta ragione valida per essere geloso; è più un concetto pretestuoso per un fine preciso.


    E’ pur vero che i sentimenti sono irrazionali, e che spesso portano il soggetto a fargli compiere delle stupidaggini, però credo che ci sia un senso di misura per tutto. Ora posso capire, che un bambino sia geloso del fratellino neonato, perché a timore che la sua mamma possa volere più bene al fratellino più piccolo che a lui, perché per il bambino il genitore rappresenta il massimo, il punto di riferimento, il suo bene assoluto, ma nel rapporto anzidetto, in quale maniera o misura s’incuneerebbe la figura di questo Dio? Tale sarebbe la sua “presenza” da adombrare le figure dei genitori e diventare Dio medesimo la figura centrale, il bene supremo?



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    In ogni modo, sia Caino sia Abele non erano dei bambini, ma dei giovanotti, e quando si è di quest’età normalmente quella che una volta era la figura centrale, sia essa la madre o il padre, diventano secondari, perché il giovane cerca altrove quel bene che lo appagherà nella sua maturazione. Questa presunta gelosia mi pare quindi un po’ forzata, età che di solito corrisponde a quella di cinismo, “che gli può fregar de meno”.



    Altro aspetto ragionevole è, che in fondo Abele non aveva alcuna colpa del comportamento di Dio, Abele non ha fatto nulla contro Caino, è stato Dio che ha offeso Caino.


    Ver.- 9,10,11. Non sappiamo per quale motivo Dio cercasse Abele e, per saperlo s’informa con Caino, che gli chiede, non dove è tuo fratello o, Abele, ma: dove è tuo “fratello Abele”? La domanda era posta in modo molto preciso, ma in ogni modo lo chiamasse, non ci poteva essere possibilità d’errore, perché quindi tanta precisione? Perché specificare di quale fratello si trattava? Dovremmo forse arguire che c’erano altri fratelli o altri che si chiamavano Abele? Stranamente questa volta, non si sa come, ma Dio era informato dell’accaduto; difatti alla risposta di Caino che diceva di ignorare dove fosse suo fratello, Dio l’accusa di avere ucciso Abele.



    Mi chiedo io, perché questa commedia? Sé è vero che Caino ha ucciso il fratello a causa di Dio, Dio doveva saperlo, perché si è comportato in quella maniera, tale tragedia si poteva evitare, bastava che Dio fosse stato benevolo anche con Caino. Ma, ecco che sento all’orecchio la voce dei clericali che affermano che, Dio voleva mettere alla prova Caino.



    Ed io dico loro, ma sé Dio sa tutto, anche il futuro, sapeva ha priori come sarebbe andata a finire, Dio sapeva che a causa del suo comportamento Caino avrebbe ucciso Abele, ciò malgrado Dio si è comportato male nei confronti di Caino, lasciando che questo lo uccidesse. Se Dio conosceva l’esito la prova era inutile.



    Per cui Dio gli afferma che a causa di ciò, ora egli è maledetto. E tanto per non cambiare, Dio maledice e sentenzia contro Caino (v. 12,13,14,15,16), affermandogli che la terra lavorata da lui non gli avrebbe dato più frutti, e che sarebbe stato errante per la terra. Secondo la versione Biblica, Caino riconosce la sua colpa, asserendo di non meritare alcun perdono, lamentando che Dio lo scacci da quel territorio lontano dalla sua presenza, aggiungendo che ora dovrà nascondersi dalla presenza di Dio.


    E’ curioso il fatto che con tutto quello che è successo. L’uccisione, quindi la morte di una persona, la prima del genere umano, la mancanza del figlio Abele, in quanto morto, non è manifestata la presenza dei genitori; cioè Adamo ed Eva, in una situazione del genere, i genitori sarebbero accorsi disperati, il loro dolore, l’angoscia e le lacrime di una madre che perde un figlio. Invece la Genesi non li menziona neanche. In questa tragedia la questione è accentrata solo su Caino e Dio.



    Per quanto c’è raccontato, di quel tempo, dopo la morte di Abele oltre a Adamo ed Eva, rimaneva solo Caino sulla faccia della terra, a parte la presunta citazione di Caino circa il quale adesso lui si doveva nascondere dalla presenza del Signore.



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    Il dialogo tra il Signore e Caino prosegue, Caino nel suo dialogo col Signore dice: dal momento che ora sarò ramingo e vagabondo per la terra, chiunque mi troverà potrà uccidermi, a ciò il Signore pose un segno su Caino, in modo che chiunque l’avesse incontrato non l’avrebbe ucciso. Dopo di ciò Caino andò a dimorare di fronte a Eden, verso Oriente nel paese di NOD. Ma non era stato affermato che Caino sarebbe dovuto diventare ramingo e fuggiasco?



    Forse è il caso di riassumere la vicenda, allora, Caino uccide Abele, saputosi della situazione l’unico che interviene in qualche modo è il Signore. Adamo ed Eva non compaiono nella tragedia, non e menzionata la loro opinione né il loro dolore, non si conosce il luogo ove avvenne la tragedia. Caino riconosce la sua colpa, ed esterna che non ci può essere perdono per ciò che ha fatto, poi si preoccupa della sua vita, lamenta anche il fatto che adesso sarà ramingo e fuggiasco, il Signore pone su Caino un segno di riconoscimento, "quale non si sa", oltre a ciò Caino afferma che ora dovrà nascondersi alla vista del Signore, quindi Caino si allontana e va a vivere nel paese di NOD, che si trova di fronte ad EDEN.



    Ma come …, prima Caino afferma che dovrà nascondersi dalla vista del Signore, che sarà fuggiasco e poi va ad abitare di fronte a EDEN?


    Nel paese di NOD, … ma come nel paese di NOD? E’ chi abitava questo paese, chi l’aveva costruito? Sulla terra dovevano esserci solo tre persone: Adamo, Eva e Caino, tutti e tre non fanno certo un paese, e poi giacché Caino si allontana, si presume dalla sua famiglia, in ogni modo sia è detto che Caino va ad abitare in un paese.



    Qui c’è qualcosa che non quadra, non voglio far volare la fantasia ma di fronte a questi passaggi, credo si sia aperto uno scenario non da poco, direi rivoluzionario, penso sia il caso di analizzare bene il contenuto e il significato non solo delle parole, ma anche dei concetti e degli intendimenti della conversazione.



    Allora è chiaro che l’uccisione d’Abele avvenne fuori di EDEN, in quanto già in precedenza Adamo ed Eva, erano stati cacciati via.


    Caino riconosce la gravità del suo gesto, ed è lui stesso ad affermare che per lui non ci può essere perdono, che adesso sarà costretto ad essere fuggiasco, lontano dalla vista del Signore, però nel frattempo si preoccupa per la sua vita. Asserendo che adesso, “chiunque l’incontri può ucciderlo”, questa preoccupazione di Caino non può essere campata in aria, se non c’erano gli elementi di preoccupazione Caino non ci avrebbe neanche pensato, perché non esisteva l’esperienza di vicende simili, quella doveva essere la prima. A conferma della preoccupazione di Caino il Signore gli pone un segno di riconoscimento, proclamando inoltre, che: chiunque avesse ucciso Caino sarebbe stato a sua volta, punito sette volte, ma poi, perché qualcuno avrebbe dovuto uccidere Caino? E chì, poiché la terra doveva essere disabitata, quindi se sulla terra non c’erano altre anime oltre ai tre protagonisti, Dio a chi avrebbe profferito sentenza ?












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    La preoccupazione di Caino, il segno di riconoscimento, la sentenza di Dio, rivolta ovviamente a delle persone. Fanno presumere che la terra “era” già abitata, oltre ovviamente ai genitori di Caino, i quali, nonostante tutto non potevano certo volere la morte del loro unico figlio. Inoltre, c’è il fatto che Caino al di là di quanto si era detto in precedenza, che doveva divenire fuggiasco e ramingo e lontano dalla vista del Signore, va ad abitare di fronte a EDEN, nel paese di NOD, come dicevamo prima, per “paese” s’intende una località, una regione ove c’è gente e case, una popolazione. Questo è quanto si comprende leggendo tra le righe ed usando la logica. Questo fa capire il dialogo tra Dio e Caino, se quindi Caino va ad abitare in questo paese, è presumibile che ci potessero essere altri paesi, altre regioni abitate. Notare che sono citati <> delle località con strutture civiche, se così non fosse, si sarebbe usato il termine di accampamento o tende, quindi se già allora c’erano delle strutture civiche esistenti e conosciute, è possibile che potevano essere anteriori allo stesso Adamo? Colui che a scritto la Genesi non lo dice, almeno esplicitamente, ma implicitamente è quanto risalta.



    Leggendo nel contesto, si comprende che la mia sia più che un’ipotesi, direi un dato di fatto, anche perché nel versetto seguente, è detto che “Caino conobbe sua moglie”, se così non fosse, se sulla terra non c’erano altri umani da dove sarebbe spuntata fuori la moglie di Caino? E’ ovvio che la donna che sposò Caino doveva avere dei genitori, quindi contemporanei di Adamo.





    La cosa non dovrebbe meravigliare più di tanto, perché come già abbiamo notato in precedenza e noteremo anche dopo, al di là, dei racconti assurdi, reticenti e incompleti, che s’interrompono sugli aspetti più interessanti, il raccontare le cose in modo ambiguo. Personalmente sono sempre più convinto che l’autore volle trasmettere dei messaggi ai posteri, non potendolo fare apertamente ha usato un suo sistema, per fare ricercare la verità, la vera verità.



    Ricordiamoci quanto detto dal terribile Signore Yhwh: “ Ecco io creo nuovi cieli e nuova terra; E LE COSE PRECEDENTI NON SARANNO RICHIAMATE ALLA MENTE, NE’ SALIRANNO IN CUORE “ – Isaia 65.13, 17.



    Cosa mai potrebbero significare queste parole, apparentemente incomprensibili ad un profano? Quali sono queste cose precedenti che non dovranno essere ricordate e perché?

    Certamente saranno delle cose gravi, se fossero cose di poco conto o dei ricordi piacevoli e giusti non ci sarebbe alcun motivo di occultarli, anzi! Ma con questa dichiarazione si vuole seppellire un qualcosa, e dalle parole si comprende che si tratta di cose terribili, però ovviamente non sono menzionate. Cose terribili di un lontano passato, quindi precedenti, precedenti alla memoria umana e alla storia.



    Oltre a quelli citati ci sono altri elementi che portano alla ragionevole presunzione di un’umanità già numerosa organizzata e contemporanea di Adamo.





    Perché non ci dovevano essere altri umani, chi ci può garantire veramente che i primi esseri furono Adamo ed Eva? La Bibbia? Con tutto quello che stiamo scoprendo quanto è veramente attendibile; almeno nell’interpretazione ecclesiastica, perché se è letta come si deve, la stessa Bibbia dice ben altro.


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    Per cui, è importante anche come si legge la Genesi, per esempio possiamo notare che l’autore o gli autori, usano parlare e menzionare solamente i personaggi principali o chi gli interessa citare per mandare avanti il racconto e illustrare il proprio punto di vista, che è quello di enfatizzare ogni cosa per esaltare questo presunto Dio. Non cita mai tutto il contesto ed i relativi personaggi e avvenimenti neanche quelli di primo piano.


    Quando nel racconto si parla per esempio di Abramo, si parla solo di Abramo e del rapporto col suo Dio, qualche volta si parla di Sara, così come il nipote. Il lettore distratto o ignaro degli avvenimenti storici è facile che creda che Abramo sia addirittura solo, un poveraccio accompagnato dalla moglie; ma così non è, perché Abramo non è solo. Egli è il capo di un popolo, è il loro Signore è d’origine nobile. Il suo popolo è costituito da commercianti e mercenari, è conducono una vita da nomadi; il fatto che siano nomadi non significa che erano dei poveracci, a quel tempo era comune a tante tribù condurre vita da nomadi. La storia ci racconta che più di un popolo in origine nomade, poi fondò dei potenti imperi. D’altronde anche gli ebrei da nomadi si costituirono in seguito come monarchia, rubando e uccidendo il popolo di Caanan.


    Quante volte è citato il popolo di Abramo, quasi mai, tutte le situazioni, che inevitabilmente accadono a questo popolo raramente n’è fatto cenno, e quando si parla del popolo, lo, si fa solo per glorificare questo Dio. Lo stesso discorso vale per Mosè, giacché guidò gli Ebrei dall’Egitto fino a Caanan, quando in questi casi si è fatto riferimento al popolo è perché non si poteva evitarlo. Gli aspetti storici dei racconti, sono citati quando sono inevitabili, in ogni modo, sono di contorno allo scopo di esaltare la figura di Dio e del personaggio di primo piano. Quindi, il fatto che cose e persone non sono menzionati non vuol dire che non esistono, solo che non interessa citarli. Colui che ascolta o legge il racconto, ovviamente prende atto dei fatti e personaggi citati, non tiene conto di persone e fatti non citati e di cui ignora l’esistenza; ed è qui che si viene a creare un’aberrazione storica. Convinti di ciò la nostra operazione è diversa, perché noi vogliamo sapere come stavano effettivamente le cose, quale era la verità di quel tempo e non solamente quello che è citato, perciò ci siamo preparati allo scopo, documentandoci e cercando riscontri e soppesando ogni parola.



    Effettivamente, cosa sappiamo veramente del passato? Della lontana storia dell’umanità? In sostanza poco e niente. Per secoli c’è stata imposta una sola verità, quella dichiarata dal clero, il quale clero aveva ed ha tutto l’interesse a fare in modo che le persone, i popoli non pensino e si comportino secondo i canoni da loro imposti. Poi in tempo relativamente recente qualche Laico ha avuto la possibilità di accedere alla lettura della Bibbia, qualcun’altro ha osato trascrivere in Italiano quanto poteva consultare in Inghilterra. Finalmente la lettura della Bibbia non era più prerogativa del clero, ma cominciò a diffondersi anche in ambienti Laici, adesso gli studiosi non dovevano più dipendere dai sacerdoti per conoscere il contenuto Biblico, ora potevano leggere e studiare direttamente di questa grande rivelazione contenuta nella Bibbia, ricercatori e studiosi hanno cominciato a fare dei raffronti verifiche e confronti tra quanto dichiarato nella Bibbia ed il mondo scientifico e la storia (credo sia questo ciò che temevano i Clericali), ricerche, approfondimenti sono tuttora in corso. Raffronti con recenti scoperte storiche e ritrovamenti di scritti anteriori alla Bibbia, mettono in discussione quanto fino ad oggi si è creduto, su tanti aspetti storici, ricercatori sono ancora oggi a cercare raffronti, ma su ciò che è relativamente recente, in quanto per la





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    storia umana più antica c’è una totale oscurità e qui i clericali giocano a fare prevalere la verità Biblica, disconoscendo ed occultando ciò che è scientificamente provato essere anteriore alla Bibbia. Oggi (per gli addetti ai lavori), alla luce delle nuove scoperte la Bibbia non è considerata più il libro dei libri, verità assoluta e parola di Dio, ma per quello che effettivamente è, in altre parole una raccolta di libri scritti in vari periodi, rimaneggiati ad uso e consumo di una casta sacerdotale Ebraica. Un’esaltazione del loro Dio, accenni di storicità a supporto dei loro patriarchi usi e costumi cui il popolo Ebreo doveva attenersi con acclusi concetti di filosofia Deista, concetti atavici raccolti tra altre culture modificate ed adattate ai loro scopi o credenze. Il tutto Biblico è il mondo Ebreo solo degli accenni al resto del mondo reale. L’umanità non era solo il mondo Ebraico, così come gli Ebrei non erano certo il popolo più antico del mondo. Esso venne fuori come nomade e mercenario meno di tremila anni fa, mentre la storia ci racconta di popoli molto anteriori che crearono grandi civiltà, millenni prima, la storia dell’umanità è vecchia decine di millenni e, non conoscevano questo loro Dio.





    Il racconto della Genesi prosegue citando ancora Caino, il quale avendo rapporti con sua moglie, guarda caso è rimasta incinta e partorì Enoch (v. 17,18,19,20, 21,22,23), qui la discendenza di Caino fino a Lamec, i suoi figli ed un accenno a qualche vicenda di Lamec, poi la Genesi smette di interessarsi del ramo di Caino.



    Sarà una mia fissazione, ma ci tengo a rilevarla; siccome in un modo o in un altro chi più chi meno, tutti siamo stati influenzati da questa religione. Ai bambini della prima elementare si parlava di Gesù, di Adamo ed Eva, Caino ed Abele ed ovviamente di Dio, quando si parla di Dio, lo s’intende o lo s’intendeva in termini universali, in pratica il nostro Dio è il Dio di tutto e di tutti, mentre non è considerato che altri paesi, che altre religioni, ragionano in ogni modo allo stesso modo è disconoscono il nostro universale Dio.



    In occidente più che altrove, la Bibbia, raccolta di libri religiosi, scritti di diversi patriarchi e profeti giudei ha avuto una larga diffusione. Il lungo peregrinare ed in seguito le varie dominazioni che hanno subito gli Ebrei da popoli più emancipati hanno molto influenzato il popolo Ebreo, in particolare sembra che i concetti religiosi siano stati molto influenzati dalla filosofia – religiosa dello Zoroastrismo, allora dominante attorno al IV secolo a.C. Non tutti i libri scritti di carattere Deista furono ammessi nella raccolta Biblica, quelli ritenuti scomodi o inverosimili “per loro” furono scartati, una cosa i giudei non scartarono, l’elenco dei vari Patriarchi da Adamo fino a Cristo; quest’ultimo aggiunto dai Cristiani.



    Orbene gli Ebrei, si sono appropriati illecitamente di tutta una serie di personaggi come: Adamo, Iared, Enoc, Matusalemme, Lamec, Noè, come se tutti questi personaggi oltre ad altri, avessero costituito la discendenza da Adamo fino agli Ebrei, mentre risulta, che Abraamo è il solo Patriarca degli ebrei, che oltre tutto sarebbe anche Patriarca degli Arabi, sia gli Ebrei come gli Arabi in origine erano Politeisti, perché la loro conoscenza, quindi la loro cultura li portava ad essere tale; gli Arabi divennero monoteisti con Maometto. Gli Ebrei lo divennero prima con Mosè, ma non è stato un processo immediato, bensì lento, tortuoso è contraddittorio.




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    I vari patriarchi citati nella Bibbia, anteriore ad Abramo erano personaggi d’altre civiltà, altri popoli, conosciuti logicamente con altri nomi; Noè era conosciuto come Ziusudra, ed era di pelle chiara e con lineamenti non semitici, al tempo di Noè gli ebrei neanche esistevano. In origine gli Ebrei erano di pelle color olivastra.



    Insomma tutta la conoscenza e gli scritti che non rientravano nei canoni dei Sacerdoti Ebrei, fu tutto scartato non riconosciuto, come il Libro di Enoc. Quanto racconta Enoc si è accertato essere già citato in tavolette d’argilla d’altri popoli, uno di questi sono i sumeri, alcuni accenni di quanto scritto nel Libri di Enoc, e in tavolette più antiche sono riportati anche nella Bibbia, ma il loro significato è distorto, i testi originali danno un significato del tutto diverso. Ci tengo a rilevare quest’aspetto per amore della verità. In quest’analisi il mio scopo è di essere il più obiettivo possibile, perché il mio scopo è la ricerca della verità, perciò ho introdotto stralci di storicità a scopo di riscontro, affinchè il lettore distratto o in buona fede abbia lo stimolo di allargare il proprio orizzonte, e che non resti condizionato dal “mono-esclusivismo clericale” per questo oltre ad analizzare, soppesare le parole i concetti ed usare discernimento allo scopo di comprendere il vero intendimento della Genesi. Oltre a basarmi su altre fonti attendibili, non mi limito alla consultazione di una sola Bibbia. Il confronto tra le varie Bibbie e trascrizioni sono doverose, perché già in quelle che si ritengono le più affidabili, cambiando la fonte si possono notare delle piccole apparenti diversità, ma datosi l’importanza della materia, è l’esiguità del racconto, anche la modifica più piccola ha un’enorme importanza, quindi l’omissione o l’aggiunta di una sola parola cambia il senso del contenuto.



    Volendo parlare solo di Bibbie, intanto sono andato a prendere dalla mia libreria una quarta Bibbia da mettere a confronto, e così adesso sono quattro.



    La prima: “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture”


    Resa dalla versione Inglese del 1961 ma con la

    Fedele consultazione degli antichi testi Ebraico e

    Greco del 1967

    Editori, WATCHTOWER BIBLE AND TRACT


    SOCIETY OF NEW YORK, INC. U.S.A.



    La seconda : L’antico e il Nuovo Testamento

    Tradotto da Giovanni Diodati (prof.)

    Libreria Sacre Scritture


    Via dell’Umiltà, 33 Roma


    Stampata a cura della Società Biblica Britannica

    E Forestiera– 1980




    La terza : La Bibbia – nuovissima versione dai testi originali


    Ediz. Paoline – 1987




    La quarta : La Sacra Bibbia ossia l’Antico e il Nuovo Testamento


    • tradotto dal prof. G. Diodati

    Deposito di Sacre Scritture

    Piazza Venezia – Roma\ 1924






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    Con riferimento a quanto detto in precedenza, per esempio sull’Antico Testamento tradotto dal prof. G. Diodati del 1924 nel versetto (23) del cap. 4, Le parole che Lamec appaiono come una confessione del fatto che lui uccise un uomo e percosse un ragazzo. Nell’edizione più recente del 1980, riporta le stesse parole.



    Nell’Edizione Paoline del 1987, il contenuto è uguale agli altri due precedenti, però il versetto 23, è posto in altro ordine, in uno spazio proprio.



    Nella traduzione del “Nuovo Mondo delle Sacre Scritture”, il versetto in questione è evidenziato, però non appare, come una confessione, ma come una composizione di parole che Lamec fece udire alle sue mogli; mentre nelle altre tre si comprende che Lamec uccise un Uomo e ferì un giovane, in questo testo si dà l’impressione che avrebbe ucciso un giovane uomo; quindi, che avrebbe fatto del male ad un solo uomo anziché a due.




    Certo in fondo si può anche affermare che ciò è irrilevante, che sia poca cosa, e che in ogni modo non cambia la sostanza. E’ proprio qui invece il punto, cambia la sostanza, eccome! Perché, questa può essere l’opinione di chi dà per scontato la veridicità Biblica, ma per quanto mi consta non c’è nulla di scontato, qui si tratta della nostra vita, della nostra storia del nostro stesso futuro esistenziale, perciò io voglio vederci chiaro, in una cosa così delicata, non posso dare per scontata neanche una virgola.



    Certo la vicenda di Lamec in fondo non ci tocca più di tanto, né ci cambia la vita, però se si commettessero simili errori (se d’errori si tratta), simili distorsioni per vicende apparentemente innocue (oggi), siano esse fatte in buona o cattiva fede; e sì perché non posso escludere la cattiva fede, troppi possono essere gli interessi, la tentazione del traduttore, l’inserimento di una personale visione della verità.





    Nel versetto (24), è detto, se Caino e vendicato a sette doppi, Lamec lo sarà a settanta volte sette doppi.



    V. 25- E Adamo conobbe ancora sua moglie; ed ella partorì un figliolo e le pose nome Set; perciocché, disse ella, Dio mi ha riposto un’altra progenie in luogo di Abele, che Caino ha ucciso.



    Eva avrebbe detto ciò? Francamente dovrei sentirlo con le mie orecchie, perché in quest’affermazione è intrinseco un concetto, in altre parole quello di non riconoscere Caino come figlio, che se pur Caino ha ucciso suo fratello, per una madre un figlio resta pur sempre un figlio. Invece in questo passo, si vuole fare intendere quella sorta di ripudio “etico religioso”, una chiusura verso il “peccatore” che si è posto fuori della volontà del Signore, tale che i genitori diventano complici della volontà di Dio, e quindi disconoscono il loro figlio. Certo ci sono situazioni del genere, ciò succede quando si è soggiogati, o non si è delle buone madri. << Perché l’amore di una madre verso il figlio proprio sfida chiunque>>.








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    Da questo momento il racconto smette di interessarsi di Caino, per parlare di Set.



    V. 26 – Ed a Set ancora nacque un figliolo; ed egli gli pose il nome di Enos.<< Allora si cominciò a nominare una parte degli uomini del nome del Signore& gt;>, come si diceva più avanti, l’autore parla esclusivamente dei personaggi che gli interessano fare risaltare, ma andiamo per ordine.



    La prima parte del versetto dice: ed a Set ancora nacque un figlio;



    Mi chiedo cosa si vuole intendere per “ancora”, e poi il figlio sarebbe nato a Set?

    Indubbiamente sì, ma chi è la madre che lo ha partorito? E’ giacché Set non e andato nel Paese di Nod, almeno non è detto, è se Set si sia sposato nella regione da lui abitata che dovrebbe essere quella natia, da dove salta fuori la madre del figlio di Set, è, sì perché il versetto non afferma che Set si sia sposato, non afferma che Set conobbe sua moglie, eppure, giacché gli uomini non partoriscono bambini, e ovvi che Set ha avuto rapporti sessuali con una donna, ma perché il narratore non menziona ciò, perché evita di parlare della donna di Set? Questa esisteva, così come tutte le altre cose, che però l’autore evita accuratamente di citare.



    L’altro aspetto curioso del versetto (26), è quello che dice: allora si comincio a nominare” una parte degli uomini del Signore”.



    Alcune versioni Bibliche anziché trascrivere fedelmente quest’intrigante concetto, hanno ovviato il senso delle parole, e quindi il concetto medesimo. E’ ovvio che tale interpretazione sia interessata.



    Nell’Edizione della “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture” (testimoni di Geova) di Watchtower Bible and Trect Society of New York, Inc. U.S.A.. – La modifica è la seguente IN QUEL TEMPO Si’ COMINCIO’ Ad INVOCARE IL NOME DEL SIGNORE”.



    Stessa cosa è stata fatta nelle nuove Edizioni Paoline.



    Ora a rigore della logica interessata e, preconcetto clericale, appare ovvio anche alla concezione popolana una simile interpretazione; stessa cosa non può essere per gli esperti e addetti ai lavori, per quanto mi riguarda, l’interpretazione nuova, del concetto in questione, non solo è errata, ma anche interessata. I teologi cattolici e loro affini altro non fanno che rivedere e “aggiustare secondo logica monoteista” i vari concetti Biblici nel corso degli anni. Come già accennato in precedenza le prime più grandi svolte si ebbero, con S. Agostino svolte bizzarre ma, condivise dagli altri Cristiani; Credo, sia utile anche ripetersi, difatti tra le tante bizzarrie di Agostino (354 – 430 d.C.), ad argomento, i commenti che fece allora sul Libro di Enoc, furono che siccome tale Libro era troppo antico non poteva essere incluso nel canone delle sacre scritture. Successivamente (e non si fermano mica qui !) i teologi cattolici s’impegnarono a sradicare drasticamente anche il ricordo del fatto che gli Angeli “caduti” un tempo, erano stati visti com’esseri materiali, come dissi in precedenza, per quanto non mi riguarda, nulla è ovvio e scontato. Purtroppo la gente comune non s’interessa a questi aspetti, per loro è importante dover credere tutto





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    il resto non conta, non conta anche per il solo fatto che non immaginano minimamente come stanno le cose, da parte sua la Chiesa li aiuta a non prendere coscienza, perché di una cosa dobbiamo ricordarci: “la Chiesa per dominare si deve nutrire dell’ignoranza dei popoli”.



    Riprendendo per un momento il versetto 26, che cita: “Una parte degli uomini del Signore”, è ovvio che interpretando questo concetto con un’ottica “monoteista” si travisa il suo vero significato; ma se noi adottiamo lo stesso concetto, con una logica non monoteista, allora tale concetto trova una sua collocazione, vale a dire che si fa la conta di coloro che fanno parte di questo Signore, quanti parteggiano per lui, evidentemente perché altri non ne facevano parte, non seguivano questo Signore.



    Da com’è impostato il racconto sembra di capire che ogni singola persona in quel tempo conduca una vita tutta sua, che non ci siano relazioni di convivenza, affetti e di parentela o di vicinato. Adamo a periodi lunghi (secondo la bibbia) conosce Eva, e per la terza volta Eva rimane incinta, il terzogenito è chiamato Set, quello che appare curioso è il fatto che Eva direbbe che Set sarebbe al posto di Abele, il quale Abele è stato ucciso da Caino, mi chiedo in che senso Set sarebbe al posto di Abele, perché pensavano forse Adamo ed Eva d’avere solo due figli, o il rimpiazzo aveva un diverso motivo? Queste affermazioni mi suonano molto strane, francamente come padre, non penserei mai ad un rimpiazzo con un altro figlio, ogni figlio, come ogni persona è unica e non può essere mai rimpiazzato.



    Certo, con tutto quello che era successo in Eden, ed anche dopo, e che l’autore pare essere così bene informato sulle vicende, possibile che sia Eva sia Adamo, non abbiano avuto in sostanza niente da dire?



    In ogni modo anche stavolta non è dato merito a Adamo, perché Eva rimane incinta, anche stavolta pare ci sia stato l’intervento del Signore; però non è specificato che tipo d’intervento. E’ sé effettivamente Dio avesse avuto rapporti con Eva? D’altronde più avanti nel racconto è citato il fatto che i figli del vero Dio ebbero rapporti con le figlie degli uomini, sé ciò è stato possibile ai figli, perché non dovrebbe essere possibile al padre?



    Vorrei ritornare a precisare quanto riportato nel versetto (25), in merito al fatto che Eva avesse fatto le affermazioni su, riportate e mi chiedo, sé come si vuol fare credere a quel tempo, Adamo ed Eva, erano soli, non c’era neppure Caino in quanto era andato via, come fa l’autore a conoscere il <>, anche se lo avesse esternato. Dopo millenni qualcuno afferma che Eva disse quelle frasi di cui non c’erano testimoni, affermiamo che questo è un bel mistero, per non affermare che è inverosimile!



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    CAPITOLO V





    Posterità di Adamo, per Set, fino a Noè







    Dal versetto (4 al 32), in pratica da Adamo a Noè, la stirpe umana antidiluviana, sarebbe stata di 10 patriarchi.

    Dal primo versetto al terzo, è solo un riassunto sintetico allo scapo di presentare le varie generazioni.

    I Patriarchi sarebbero: Adamo, Set, Chenan, Mahalaleel, Iared, Enoc, Metusele, Lamec, Noè.

    Nel periodo della loro vita ognuno di loro, oltre al capostipite, a generato altri figlioli e figliole, così facendo hanno cominciato a popolare la terra.



    Dico sarebbero, perché e sconcertante tutta questa perfetta linearità ordinata.









    CAPITOLO VI





    Corruzione dell’umanità – il Diluvio






    In quel tempo la popolazione umana si era moltiplicata (2,3,4,5,6,7), secondo la Genesi, il genere femminile era di bell’aspetto. Il versetto (2), cito testualmente: i figli di Dio, vedendo che le figliole degli uomini erano belle, si presero per mogli quelle che si scelsero d’infra tutte.





    Stenti a crederci, eppure queste sono le testuali parole scritte nella Bibbia!





    E’ … dobbiamo prenderne atto, la Genesi ci rivela che Dio aveva dei figli, ma allora tutto quello che fino ad oggi c’e stato raccontato? Questo Dio non doveva essere un’Entità Eterea Soprannaturale? Un qualcosa fuori del mondo è sopra di tutto.



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    Quale necessità aveva Dio di avere dei figli? Questa è una prerogativa ed una necessità biologica umana; però se Dio aveva dei figli, doveva avere anche una moglie, diversamente, da dove e come sarebbero venuti fuori questi figli?



    Quello che è più importante, è che questi figli di Dio si sono congiunti carnalmente con le figlie degli uomini. Tra i Divini figli di Dio e gli umani ci sono stati rapporti sessuali. Questo è quanto si legge nelle Sacre Scritture, e non c’è possibilità d’equivoco, il racconto è chiaro.



    Il fatto di avere delle mogli è implicita l’esigenza sessuale, diversamente non si capirebbe, e non avrebbe ragione d’essere, se i figli di Dio che per natura sono “uguali” ai genitori, ed hanno tal esigenza, ciò vuol affermare che anche Dio ha tale esigenza sessuale! Questo può voler affermare che anche Dio era carne, era carne esattamente come gli umani; poiché è stata possibile oltre al desiderio sessuale (prerogativa umana), è la nascita di prole con genitore Divino.





    COME SI SPIEGA TUTTO CIO ?!




    In realtà non sarebbe così difficile da spiegare e comprendere, purtroppo troppe persone vedono e credono ciò che vogliono, altri guardano ma non vedono, perché i loro occhi e le loro menti sono “annebbiate” (a tal proposito io mi sono permesso di coniare un nuovo termine per indicare determinati soggetti, il “Plia”= Proprio limite intellettivo attitudinale), altre offuscate dall’impotenza delle esigenze e dalle miserie umane, ma soprattutto perché sono vittime dell’ignoranza (la non conoscenza).



    Nel versetto (3) troviamo un’affermazione contraddittoria, perché nonostante la natura “umana di Dio”, a causa di quanto attestato prima, Dio si tira da parte, dichiarando che la sua natura non può competere con la longevità umana, evidentemente gli uomini vivevano troppo a lungo; perciò, il buon Dio, decise di ridurre la vita umana a 120 anni (grazie Signore !).



    Però una siffatta affermazione, un simile ragionamento, m’induce a pensare che Dio pur vivendo (si presume) a tempo indefinito; difatti non risulta che, sia mai stata citata <>, ma& lt;>, che può essere anche incommensurabile, ma non eterna. Per cui pur riconoscendo a Dio un’esistenza indefinita, non è detto che sia eterna.

    Leggendo il versetto (4) veniamo a sapere che sulla terra a quel tempo c’erano dei giganti e anche in seguito. Su questo versetto tanto sì e detto come tanto sì e scritto, il risultato che molti ne hanno tirato fuori è stato quello di concludere, che a causa dei rapporti umani con i figli di Dio, sarebbero nati i giganti. Leggendo attentamente tale versetto a me non risulta, in ogni modo analizziamo la situazione assieme.



    Testualmente sta scritto: in quel tempo i giganti erano sulla terra, e lo furono anche dopo, quando i figli di Dio entrarono dalle figlie degli uomini, ed esse partorirono loro dei figlioli. Costoro sono quegli uomini possenti, i quali già anticamente erano uomini famosi.

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    Allora … il versetto in questione ci dice, “che a quel tempo i giganti erano sulla terra, e lo furono anche dopo”. Questo è un aspetto che riguarda l’esistenza dei giganti. Quando i figli di Dio entrarono dalle figlie degli uomini; cioè nel periodo che c’erano questi giganti sulla terra, si è verificato l’avvenimento che i figli di Dio, si unirono carnalmente con le figlie degli uomini. Sono due questioni contemporanee, ma diverse, distinte l’una dall’altra. Questo dice la Genesi; ovviamente dall’unione sessuale di costoro nacquero dei figli, “non viene esplicitato che questi figli nati da queste unioni fecero nascere dei giganti”, difatti il versetto prosegue dicendo che, questi figli sono coloro che nell’antichità (quindi molto tempo prima, che venisse messo per iscritto il racconto), essendo uomini possenti, divennero famosi.


    E’ importante notare che i giganti erano presenti sulla terra, però malgrado quanto scritto nella Genesi, si continua a dire, che dall’unione carnale tra umani e divinità, siano nati i giganti, detti altrimenti Nefilim, tale questione mi ha reso perplesso, come mai s’insiste tanto su questa versione, malgrado ciò non sia esplicitato nella Bibbia?



    Delle risposte le hò trovate nel tanto avversato Libro di Enoc, ma non solo, l’esistenza di eresie come il manicheismo e altre forme di gnosticismo cristiano sollevarono una volta ancora la questione fondamentale della natura fisica degli angeli caduti (ecco spiegato l’arcano, il Libro di Enoc, questo lo “scheletro nell’armadio” della religione giudaica – cristiana) e dei figli di Dio, nella mente dei teologi ed ecclesiastici più eminenti dell’epoca. Un padre della chiesa, Giovanni Crisostano (c. 347 – 407), arcivescovo di Costantinopoli, si scagliò con veemenza contro il Libro di Enoc, affermando che sarebbe stato <>. Era diventato cosa blasfema ed eretica predicare, propagare o sostenere la dottrina contenuta nel Libro di Enoc, e anzi in ogni altra opera apocrifa o pseudopigrafa. Per la chiesa, opinioni diverse circa la caduta dell’umanità e la discesa degli angeli andava rigorosamente contrastata.



    Certo è impossibile che degli esseri incorporei e spirituali possano unirsi carnalmente; però il fattore che gli Elohim (splendenti), tradotto& lt;> fossero eterei e spirituali è una concezione giudaica – cristiana, che non vuol dire che sia effettivamente così, infatti, nei capitoli precedenti ed in quelli successivi, possiamo costatare che nella Genesi, Dio e angeli non risultano incorporei, quindi mi chiedo s’è possibile per noi farci una ragione di questo zelo fanatico nei confronti dei non ortodossi? Uno zelo che persistette per tutto il Medio – Evo, e probabilmente costò la vita a centinaia di migliaia, di persone accusate d’eresia e stregoneria, perché la chiesa cristiana reagì in maniera così violenta ad un racconto che parlava di duecento Angeli che, avevano perso la grazia di Dio e si erano accesi di passione per le figlie degli umani (***)?



    Evidentemente non tutti i messaggeri di Dio erano perfetti, perché dunque questa feroce repressione, fino ai nostri giorni? Di tutto ciò anche alla lontana, chiunque promuovesse tali idee è condannato dalla chiesa! Salvo che dietro tutta questa vicenda non si nasconde dell’altro, altro che non si può dire, <<affinché nulla ritorni alla mente e al cuore>>.






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    Ma ritorniamo al contesto dell’episodio di Genesi (6), sull’unione dei figli di Dio con le figlie degli uomimi. Il lettore può apprendere che <> duecento angeli <> in <> e qui complottarono come avere rapporti con le umane. Il loro capo si chiamava Semeyaza (Una storia analoga e descritta nei racconti dei Sumeri, popolazione che fu anteriore ai Babilonesi; nelle loro tavolette antiche molto di più di quanto è la Bibbia, tra le tantissime cose, è narrata la storia di duecento Elohim – Igigi che contro il volere dei loro superiori si presero delle mogli umane, scatenando l’ira dei loro Superiori, ciò portò a cruente battaglie che, si conclusero con la sconfitta degli Igigi, questo sarebbe successo in base alla datazione delle tavolette, non meno di 100.000 anni fa). L’analogia è troppo identica perché faccia pensare a due storie diverse, è verosimile invece che tale vicenda narrata oralmente e per varie discendenze per migliaia d’anni possa essere stata modificata, quindi raccolta in seguito dai nomadi ebrei, per essere a sua volta ulteriormente riveduta corretta e compressa. Altri testi, di altre culture parlano di duecento Vigilanti, come il Libro di Enoc, che racconta di duecento Vigilanti (Angeli) che presero delle mogli umane, ed esse si unirono a loro, tale comportamento fu considerato come ribellione da parte dei Vigilanti, in quanto era loro proibito avere qualunque rapporto con gli esseri umani, in particolare il rapporto carnale, era considerato “peccato e abominio”, da queste unioni, sarebbero nati i cosiddetti Nefilim o, giganti. La cui statura era di tremila cubiti: che equivarrebbe a circa 1.500 metri o 1.300 “dipende dalla lunghezza del cubito”. Si parla di prole mostruosa da questo connubio, ma senza scendere nello specifico. Non sono state trovate prove che attestano tale veridicità!


    Eminenti teologi del tempo però, ritenevano che gli Angeli fossero in carne e ossa; ed alcuni trattati cristiani ritenevano le donne responsabili della caduta degli angeli (corinzi – 11.10. Paolo ammoniva le donne perché si coprissero il capo affinchè - come spiega Tertulliano (160 – 230), non fossero una tentazione per gli angeli, che amavano le donne senza velo con i loro magnifici capelli, tale usanza e rimasta ancora oggi, vedi Afganistan, Iran, Iraq, e tanti altri popoli Arabi e Musulmani.



    Evidentemente questi angeli non amavano solo i loro magnifici capelli, il mostrare parti del corpo femminile eccitava e invogliava questi veglianti, che per la loro posizione dominante, si potevano permettere di prendersi qualunque donna volevano. Percui, qualcuno pensò che forse fosse il caso di coprire “la merce” nella speranza che conciate in una maniera che non si vedeva nulla delle donne e della loro femminilità, questo servisse da deterrente alle voglie dei Veglianti, quindi le donne furono costrette ad usare il velo, ed anche il burca, però si può anche arguire che, evidentemente a quel tempo il nudo mostrato non era una vergogna; e se degli angeli erano tentati dal nudo e dalla carne, certamente erano poco spirituali. La diffusione del velo comunque era molto diffusa non solo tra le donne orientali, ma anche tra le donne mediterranee, tale usanza nell’Italia meridionale fino ad alcuni anni fa, nelle città era usanza delle donne coprirsi la testa con un velo quando andavano in giro, credo che molte donne, ancora adesso, per lo più anziane oramai nei paesi del sud lo usino ancora.



    Il racconto prosegue con altro versetto, che non vuol affermare che esso sia necessariamente collegato a quello precedente, perché molti versetti sono a sé, anche se figurano in certo ordine.


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    A questo punto sembra che il Signore veda che la malvagità e la corruzione degli uomini erano diventate grandi, che i pensieri e le azioni degli uomini erano solo di malvagità.



    Questo citare la malvagità, il male, la corruzione, percorre tutta la Bibbia, però non viene mai espressamente specificato o descritto in cosa consiste tutto questo male; tutta questa malvagità. Ora al lettore un po’ superficiale, questa mia osservazione potrà sembrargli superflua, perché penserà, “per scontato che il male è il male” che bisogno c’è di stare a specificare? Ed è proprio qui il punto. Come ho già detto più volte, non dare nulla per scontato. Per cui facciamo una panoramica della situazione.


    Buona parte delle vicende storiche e religiose che si sono verificate nel mondo sono state causate da convinzioni, ignoranza e aggressività umana, molte comunità di fede monoteista oggi, più di ieri sono sempre più intolleranti nei confronti di altre religioni anche monoteiste, anche avendo la stessa matrice, queste sono: l’Ebraismo, il Cristianesimo, l’Islamismo. I Libri Biblici non sono stati scritti fin dall’inizio del mondo ma in un periodo relativamente recente, 3.300 anni fa, e scientificamente provato che l’umanità è vecchia di millenni, l’uomo d’oggi risalirebbe addirittura a 300.000 anni fa ed altre specie umani e ominidi sino ad un milione circa d’anni fa. Cosa sappiamo effettivamente noi oggi di ciò che è successo 20.000 o 30.000 anni fa? Praticamente nulla, però siamo stati in grado di sapere che la concezione filosofica e religiosità degli Ebrei, è stata largamente influenzata dalla filosofia dello zoroastrismo, probabilmente la prima religione monoteista, di cui tanto cruento fu il suo affermarsi a scapito dei Magi che la pensavano molto diversamente e per questo ne pagarono le conseguenze (pare che questo spirito di aggressività ed intolleranza sia stato trasmesso

    alle attuali religioni monoteiste).



    A proposito della corruzione e della malvagità, pare che su basi e dati storici, che “la presunta corruzione dell’umanità risalirebbe ad un periodo più remoto di quanto lascia intendere la Bibbia” è cioè attorno a 100.000 anni fa. Secondo il Libro di Enoc al tempo di suo padre Iared a circa 135.000 – 150.000 anni fa.



    In cosa consisteva esattamente questa corruzione dell’umanità e da parte di chì?


    Si racconta che i “Vigilanti ribelli” rivelarono i segreti proibiti del cielo agli uomini (racconti dello stesso tipo sono un pò in tutte le culture classiche antiche; compresa, quella Greca), uno di loro, un capo chiamato Azazel<> ma anche tutte le altre conoscenze che noi uomini oggi adoperiamo, dalla medicina alla costruzione di abitazioni ed altri oggetti, come cucinare, coltivare, allevare bestiame e così via. Insomma gli uomini sono stati istruiti alla conoscenza di tutto ciò che gli poteva essere utile, per migliorarsi la qualità della vita. Questi sarebbero una parte dei segreti nascosti, e che gli ”Elohim di grado superiore” non volevano, che gli uomini ne venissero a conoscenza; quindi, la rivelazione all’umanità dei segreti nascosti del cielo da parte dei Vigilanti& lt;> sembra essere stata la forza motrice del sorgere delle prime civiltà così come le conosciamo noi oggi.




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    Vi sembra poca cosa, non credete che gli Elohin, furono più che adirati per ciò, eppure è proprio così, perché tutto nasce dal progetto originario se ben ricordate già all’inizio, quando Adamo ed Eva appresero <>, Dio si adirò molto; cacciò via gli umani dal Paradiso li maledisse e maledisse il Serpente << affermandogli che tra la stirpe del Serpente e quella della Donna ci sarebbe stata inimicizia.



    Se analizzate bene i concetti, vedrete che in tutti i risvolti il male sta nel fatto che gli uomini acquisendo il sapere diventavano come Dei, ed il Signore fece in modo che ciò non avvenisse, osteggiando continuamente l’emancipazione dell’uomo, perché evidentemente lo scopo era di mantenere l’uomo soggiogato agli Elohim, esso doveva restare un servo timoroso; “doveva, insomma stare al suo posto”, non era stato creato per competere con gli Elohim. A proposito di Serpente e Satana, il nome Satana viene dalla lingua Ebraica, Ha – satan, che vuol dire <> in Greco& lt;>, tale termine era usato per tutti i nemici del popolo di Israele.



    Voglio affermare che i termini, le parole, le definizioni, usate nella Bibbia non sono originari del loro tempo, sono definizioni che solo in seguito, quando cominciarono a scrivere i libri della Bibbia sono stati attribuiti in una definizione impropria e mirata. Per esempio la parola <>, in uso in Azerbagian a quel tempo, significava semplicemente <>, il termine Eden è in realtà di origine Accadico, e significava,& lt;> o <>, in senso agricolo.



    Inoltre, un fatto confermato dalle circostanze è che il nome Eva è sinonimo tanto di <> quanto di <>. Per esempio, in ebraico HAWWAH, ossia EVA, significa <<COLEI CHE FA VIVERE>>, ma ha relazione anche con HEVIA, che vuol dire Serpente femmina. Inoltre in Arabo <> è HAYYA, che a sua volta è imparentato con HAYAT, che significa <<VITA>>; e il nome Arabo di Eva è HAWWA. In altre leggende del folclore ebraico, Eva è presentata come la progenitrice dei Nefilim, descritti nel mito ebraico come AWWIN, ossia& lt;> o <>.



    Mosè uno dei primi autori della Bibbia (per quanto c’è dato sapere), altro non fa che raccogliere la sintesi di racconti antichi tramandati oralmente, quindi per sentito dire, basati sulle dicerie più che sulla concretezza di un proprio vissuto; inoltre, è importante il modo di vedere e di pensare delle persone, la loro ignoranza, le loro superstizioni, le loro paure; questi sono elementi importanti. Inoltre un gruppo di profeti che parteggiavano per questo presunto Signore, sempre in lotta col popolo ebreo, per “imporre” una certa etica e filosofia di vita, cioè quella di essere servi di un non meglio conosciuto Signore.



    Infatti, leggendo le pagine della Bibbia (vecchio testamento), possiamo scorgere che per i vari patriarchi e profeti ebrei, non è stato facile <> questo popolo, ci sono voluti secoli per convincere gli ebrei, che loro erano il popolo prescelto dal Dio Yavè e che si dovevano comportare di conseguenza, accettando loro nonostante un’etica moralista. Quando nel corso di vari secoli, dopo un parziale indottrinamento gli avvenimenti hanno portato gli ebrei ad essere o, ospiti stranieri, o prigionieri e schiavi di altre comunità “cosa comune a quel tempo”, hanno avuto modo di vedere che questi altri popoli si comportavano in modo molto differente dalla loro cultura, e che i costumi di costoro urtavano ed offendevano



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    la loro morale, anche se poi hanno assimilato delle nozioni religiose di quelle culture straniere che però si contrastavano con i loro principi originari, ma oramai questi aspetti anche se in contraddizione, cominciarono a fare parte del pensiero di quegli ebrei deportati, che al loro ritorno in patria, contrastandosi fortemente con la cultura originaria del luogo, dette origine a lotte fratricide e sanguinarie i vari capi e servi fedeli del loro Helohim, di cui alcune comunità di scribi, hanno fatto in modo di elaborando una dottrina che potesse andare bene per tutti, cercando di ovviare le contraddizioni tra le due anime di pensiero per renderlo unico, perché solo un pensiero unico, una unica filosofia, una unica religione poteva tenere assieme le varie comunità ebraiche. Mosè (…….) si servì di questo concetto per asservire gli ebrei, ed e su questa scia che scrisse la Genesi, spuntandone le contraddizioni ricercandone un compromesso. Elaborando il pensiero straniero assimilato, ma ritorcendolo contro certi costumi dell’epoca indicandolo come il “male”. Ancora oggi le cose non è che siano tanto cambiate; per esempio i centri di potere Musulmani, che vogliono continuare a dominare i propri popoli, quindi mantenendone gli attuali costumi, come anche il modo di pensare, perché diversamente ne perderebbero il controllo, pur usando tecnologia ed altro che gli fa comodo usare, allo stesso tempo indica e incita il popolo a convincersi che gli occidentali sono il “male”, sono “satana”, molti imbevuti di fanatismo ci credono, altri sono costretti a crederci, ed intanto guerreggiano contro il “male contro Satana”, fino a farsi esplodere, in questo caso il “male e Satana sono gli occidentali, gli Americani. A suo tempo erano i Babilonesi, gli Egizi, Sodoma, Gomorra” ed altri.


    Discorso più intrigato e quello della terra di Canaan, in quanto le vicende che si sono svolte e sviluppate in questa regione sono molto antiche, a suo tempo Canaan era considerata anche terra dei Giganti, i costumi erano liberi e le popolazioni di quella terra cercavano di godersi la vita, gli Elohim che controllavano quella regione erano compiacenti di quei costumi, anzi, sembra proprio che alcuni Elohim fecero loro da mentore, cercando di emanciparli, insegnandogli molte cose ed unendosi carnalmente con le loro donne; ma non solo in questa regione, questi tentativi da parte degli Angeli caduti o Elohim od osservatori, hanno insegnato agli uomini anche in altre regioni del M. Oriente. Per esempio i Sumeri, ritenuto uno dei popoli dell’antichità più civilizzato <>; quello che a fatica si riesce ad intravedere da tutte queste evanescenti contraddizioni storico – religiose, è che da un lato c’è un pensiero che tende ad <>. È evidente che non può essere lo stesso pensiero, ma due linee di pensiero diversi, direi opposti, ora siccome nessuno è pazzo, l’unica realtà è che ci sono Elohim che vogliono emancipare l’uomo ed unirsi ad esso, Elohim che vogliono tenere l’uomo sottomesso e sottosviluppato mantenendo una distanza con lui, come il padrone ed il suo animale. Il fatto di dare la

    conoscenza agli uomini risale già al tempo della sua creazione, con tentativo di continuarla anche in seguito fino allo scontro finale delle due fazioni. Ad avvalorare ciò, abbiamo i risultati dei ritrovamenti archeologici, risultati che fanno impallidire la moderna scienza.












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    Purtroppo non tutto è stato fino ad oggi divulgato, ed in larga parte non lo sarà mai, perché la maggior parte delle prove sono state distrutte. L’uomo è stato comunque istruito nell’arte e nelle scienze, certi popoli, dai Babilonesi in su, come i Sumeri, ma anche altri popoli avevano profonde conoscenze per esempio per quanto riguarda la matematica e l’astronomia, superiore anche a quella che conosciamo noi, in un

    documento, la ENUMA ELISH, risalente al 2000 a.C. Si descrive perfettamente tutto il

    sistema solare. Conoscevano cioè, anche Urano, Nettuno e Plutone, i pianeti che noi “moderni”, abbiamo scoperto solo dopo il diciottesimo secolo (Plutone nel 1930), ma non solo, avevano anche una perfetta conoscenza di altri sistemi solari; conoscevano bene Sirio e le altre stelle minori.



    I rapporti sessuali erano molto liberi, anzi erano caldeggiati dalle autorità, in Babilonia era praticata la prostituzione sacra, e tutte le donne, almeno una volta nella loro vita dovevano avere un rapporto sessuale; il nudo non era vergogna anzi, come sappiamo per esempio della cultura dell’antica Grecia, non solo, non era vergogna, ma c’era una sorta di “venerazione” per la bellezza del corpo. Naturalmente alla base di tutto ciò c’era il piacere della vita, la sua ricerca anche in campo sessuale, quindi l’esaltazione della carne e dei suoi piaceri, vedi anche l’arte del Kamasutra dell’antica India. Tutto ciò secondo la concezione moralista degli ebrei era peccaminoso ed iniquo, ciò era il “male”. Difatti il fondamento della religione giudaica – cristiana ed in seguito musulmana è una crociata, contro di tutto questo. I fedeli di queste confessioni aborrono tutto ciò che è innovativo, scientifico e tecnologico dichiarando ciò come opera del Demonio (poi però ne fanno uso), Tra i popoli Musulmani è praticata per esempio l’infibulazione nelle donne, tra i Cristiani è diffuso il concetto della mortificazione della carne, il sesso, il piacere è peccato, è una cosa sporca di cui bisogna vergognasi, e tante altre cose di cui le conosciamo, altre restrizioni più cruente le conosciamo meno in quanto, almeno nelle società laiche certe pratiche sono state proibite. Naturalmente gli ortodossi e i fondamentalisti religiosi non si sono mai dati per vinti, pressano sempre e aspettano il momento buono per fare prevalere le loro criminose idee. Le strutture religiose coprono più del 90% della popolazione umana, praticamente controllano il mondo e le persone, eppure i Cattolici in prima linea, rivendicano la libertà di religione e denunciano una persecuzione contro i Cristiani, “non avrei mai pensato che io e mio

    cugino Filippo fossimo così potenti da perseguitare milioni di religiosi”.



    Tutto ciò è il male e la malvagità che questo Dio e religioni vedono e combattono; essi combattono da sempre la felicità terrena dell’umanità ed il benessere fisico e ogni forma di emancipazione degli uomini. Ed ogni volta che riescono ad avere il potere o che possono, reagiscono in modo violento e cruento nei confronti di coloro che costoro definiscono peccatore e satana, punendoli grandemente fino alla morte, senza un briciolo di compassione per le sofferenze altrui. La storia insegna.






    A proposito di storia, quale è stata la sorte dei Vigilanti (angeli) e dei Nefilim, caduti nelle mani dei loro avversari?








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    In buona parte ne parla il Libro di Enoc, anche se con una propria visione. Pare che, vista la situazione umana ed il comportamento degli angeli ribelli che si erano uniti agli uomini, altri angeli quelli "rimasti fedeli" al potere sono incaricati di procedere contro i ribelli e la loro prole, i Nefilim, definiti bastardi e reprobi, e figli della fornicazione. Azazel finisce legate mani e piedi e precipitato per l’eternità nelle tenebre di un deserto chiamato Dudael. Sopra di lui sono poste <> e qui dovrà rimanere per sempre, fino il giorno del Giudizio, quando sarà& lt;> per i suoi peccati. Per il ruolo svolto nella corruzione dell’umanità, gli angeli – vigilanti sono costretti ad assistere allo sterminio dei loro figli prima di essere relegati in una sorta di prigione << un luogo sotterraneo nei pressi di qualche vulcano attivo ove era facile essere a contatto con lava e fiamme>>, anche il capo degli Angeli ribelli, Semeyaza, è precipitato (condotto) in questo luogo assieme ai suoi compagni”, in altra versione della storia la sua punizione è più drammatica.



    L’idea che i Vigilanti ribelli dovessero assistere all’uccisione dei figli, fa pensare a una forma di infanticidio in cui i nati dall’unione tra ANGELI RIBELLI e donne mortali erano sistematicamente rastrellati (tipo sistema dei nazisti) e soppressi sotto gli occhi dei loro padri impotenti; se e esatta questa versione, può spiegare la paura e l’orrore insorti in Lamec e Bathenosh alla nascita del loro figlio Noè – Ziosudra, che evidentemente assomigliava ad un neonato Nefilim.


    In un altro stralcio si può leggere dove i vigilanti fanno arrivare notizie della loro prigionia ad Enoc, il quale anche se umano era tenuto in grande considerazione dagli Elohim, Enoc, accetta di andarli a visitare nel loro luogo di prigionia, i quali Vigilanti pregano Enoc di intercedere a loro favore presso il loro Signore. Enoc, li trova <>. Il timore di una punizione è certamente un impulso umano, e non una delle emozioni che ci si aspetta in un etereo angelo di Dio.



    E’ abbastanza evidente del perché gli ecclesiastici e padri della chiesa, avversano tanto il Libro di Enoc, non potevano e, non possono permettere che l’umanità prenda coscienza della verità.



    Sé la chiesa avesse ancora il potere temporale, l’occidente sarebbe ancora nel Medio Evo, potremmo ancora assistere alla caccia delle streghe, ai roghi ed alle torture da parte della chiesa. Posso affermare a ragion veduta, che le religioni sono il cancro dell’umanità, la loro natura si nutre dell’ignoranza e dell’intolleranza verso chiunque la pensi diversamente da loro, quando non possono esercitare la loro arroganza e il loro dispotismo è, come quei lupi che si vestono d’agnello, ma sono lupi!


    Guardiamo per un momento ove la religione a <>, India, paesi dell’Africa e Arabi dove vivono di pane “quando c’è” e religione. Lo sviluppo della società e la mentalità è di tipo medievale, sottoposti, non solo, “praticamente”, ma anche psicologicamente, oltre che culturalmente hai loro “Signori”, in queste nazioni prosperano: fame e miseria, ignoranza, malattie, sottosviluppo, schiavitù delle donne e dei fanciulli, mentre i governanti di questi paesi si godono la bella vita. Da quando la Cina, il suo attuale regime (indipendentemente dalle simpatie o meno politiche) ha spazzato via le sue religioni, stanno cominciando ad uscire dal medio evo, il popolo si sta emancipando e cominciano a parlare di diritti.



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    Gli ecclesiastici accusano l’uomo d’essere malvagio e corrotto; ma l’uomo pensa e si comporta secondo la sua natura, è questa natura l’ha creata Dio!



    Quando, l’uomo inventò la prima automobile, ed essa non andava proprio bene, perché era ancora da perfezionare. L’uomo non inveì contro l’auto maledicendola. Ma si adoperò per perfezionarla, non trovando in essa alcuna cosa malvagia; s’è quindi il primo prototipo "non andava in modo perfetto", non era colpa dell’auto, ma degli ingegneri, del suo costruttore.



    Sé quindi l’uomo sbaglia, se non è perfetto, la colpa non è sua, ma del suo costruttore, cioè di Dio.



    Il sapientone religioso prontamente affermerà, che Dio ha creato l’uomo dandogli il libero arbitrio quindi la colpa è sua.



    Affermerei che è troppo comodo e discutibile la questione del libero arbitrio, se ne dovessi, parlare, sarebbe un trattato a sé. Per cui mi limiterò a dire, che l’uomo agisce per la natura che gli è stata conferita, se l’uomo fosse perfetto, l’uso del libero arbitrio sarebbe anch’esso perfetto, perciò s’è l’uomo sbaglia non è colpa sua, ma della sua natura.



    Ritornando allo scritto Biblico, il versetto (6), afferma che Dio si pentì di avere fatto l’uomo. Ci risiamo, ogni volta che qualcosa non va a pagare è sempre l’uomo, e qui ritorniamo all’inizio della creazione. Cioè prima Dio fa le cose, senza conoscerne il risultato, e quando il risultato non gli garba si pente di averle fatte, come nel caso che i figli suoi si sono uniti sessualmente con le figlie degli uomini, e queste le hanno dato prole, anche adesso che gli uomini sono diventati parenti di Dio, o forse proprio per questo! Dio si addolora perciò decide di sterminare tutti gli uomini sulla terra, compresi i suoi nipoti perché si è pentito di averli fatti, e già è normale uno fa dei figli, ed il giorno che gli “girano” si pente di averli fatti, e quindi li ammazza tutti!




    Quando (v. 7) il Signore dice: che sterminerà gli uomini, animali compresi dalla faccia della terra, si riferiva a noi, ai nostri padri, i nostri antenati e comunque a degli esseri umani. Ma ciò che mi sconcerta ancora di più è la normalità, direi il pieno consenso che ecclesiastici e fedeli, hanno nei confronti di tale decisione, che se non ci fossero stati superstiti, oggi noi non saremmo qui a raccontarcela, io credo che come minimo noi umani dovremmo essere risentiti del fatto che Dio ha cercato di farci fuori. Per fortuna molti si sono salvati, ma quelli morti sono stati molti di più, comprese donne e bambini. Alla faccia del Dio immensamente buono. E se era cattivo che faceva?


















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    Al versetto (8), c’è scritto che Noè trovò grazia presso il Signore; a tal proposito è curioso che non venga mai citato il suo proprio nome, in tutta la Bibbia il riferimento è sempre, o << Signore>>, tale attribuzione di aggettivo di nome comune di persona che non specifica di chi si tratta, oppure è usato il verbo “Dio”. Verbo in origine, in quanto epiteto di ilu, <>. L’epiteto Accadico di ilu fu, molto più tardi trasformato nel suffisso ebraico <>, il in arabo, ed è interpretato come <>. In realtà, il radicale <> significa <>. <> o& lt;>, e ricorda la <> dei mitici re pisdaniani dell’Iran. Nel periodo 2.334 – 2.279 a.C., il re Accadico, Sargon di Agoda, aveva adottato tale epiteto. Direi quindi, che tali riferimenti, sono attribuzioni che non dicono assolutamente nulla, perché non sono accompagnati con un nome proprio di persona. Quando Mosè (….) gli chiese in modo esplicito il suo proprio nome, costui gli rispose in modo strafottente: io sono colui che sono “yavè in lingua semita”, ma questo non era il suo nome, in realtà non volle rispondere alla domanda, tenendo nascosto il suo nome, Mosè (….) timorato non insistette; ma da quel momento, yavè venne considerato il suo nome, perché costui non volle rivelare il suo nome? L’unica spiegazione è di non farsi conoscere per quello che in realtà era, se dovessimo fare dei riferimenti a qualche mitico elohim delle civiltà del luogo, considerando alcuni aspetti come il fatto che “yavè” si definiva anche Signore

    degli eserciti, l’unico che mi viene in mente è il "Signore Enlil”, elohim Mesopotamico, supremo comandante degli eserciti, e che non vedeva di buon occhio l’emancipazione ed i connubi sessuali, specie sé con i vigilanti, nemico dell’elohim Marduk, il quale era particolarmente venerato in Egitto, Babilonia, Sodoma, Gomorra. Difatti queste città e le sue popolazioni erano malviste da “yavè”; se non considerassimo questi “Dei” dei miti, Yavé, lo si potrebbe identificare con Enlil, quindi nominando la parola Dio, o Signore è un’indicazione generica <> che vale per tutti e per nessuno, se non è accompagnata da un nome proprio, ma andiamo avanti, affermavo che Noè trovò grazia presso il Signore, sarebbe più corretto dire presso il “suo Signore”, che tra l’altro non se ne conosceva il nome. Ci terrei a precisare al fine di correttezza, che il Noè citato nella Genesi non è un’esclusività della Bibbia o dei Giudeo – cristiani, e per meglio essere precisi, parlando del Noè del “diluvio universale”, tutti i popoli del mondo in molti racconti di antiche civiltà, parlano di un loro Noè, naturalmente ogni singolo popolo lo chiamano con nome diverso, ma parlando di un loro Noè nazionale, nella civiltà Sumera per esempio si chiamava Ziosudra. La differenza che c’è però, tra la Genesi Biblica e gli altri antichi testi. Induisti, Sumeri, Babilonesi, ecc. è che mentre nella Bibbia c’è un racconto striminzito, gli altri testi sono ricchi di dati e di particolari; la vicenda del Diluvio Universale e raccontata in modo diverso e con altri risvolti.





    Essendoci pervenuto per primo la conoscenza di Noè tramite la Bibbia ed essendo diventato il Cristianesimo la religione occidentale per eccellenza, a questo, ci siamo fermati, e quindi l’idea che ci siamo fatti di Noè e del Diluvio Universale e quella presentataci dalla Bibbia. La Bibbia ci racconta che Noè era un fedele servitore del Signore (quale ?), “giusto e corretto”, in effetti, non sappiamo chi era veramente Noè, quel poco che crediamo di sapere l’abbiamo appreso da un racconto scritto appena più di duemila anni fa, mentre i fatti risalgono ad un periodo molto anteriore. Quello che potrebbe essere certo è che Noè sarebbe, il decimo Patriarca del periodo, prima del Grande Diluvio, ed il primo del nuovo genere umano!?





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    L’interrogativo è d’obbligo, perché non è sicuro che Noè sia il padre di tutta l’umanità posteriore al diluvio. A quel tempo c’erano molte regioni popolate da varie comunità e, non tutti erano apparentati, cerano diversi regni, ed ognuno pensava ai fatti suoi. Non c’era solo la comunità dove viveva Noè, c’erano regni in: India, in Turchia, in Siria, in Palestina, Iran, Iraq, Africa settentrionale, ed in tante altre regioni anche più lontane. Ogni popolo o comunità aveva il suo Dio nazionale, protettore o despota di cui però se ne conosceva il nome. Probabilmente non tutti conoscevano Noè, quindi di quale Dio era servo Noè? Ci sono tante cose, troppe cose che la Bibbia non cita. Per esempio non ci dice come invece raccontano altri testi più antichi della Bibbia, che quando nacque Noè a differenza del suo popolo e dei suoi familiari, che erano <>, Noè quando nacque era di pelle bianca – rosato, capelli chiari o bianchi, con tratti somatici non del suo popolo, in altre parole pareva fosse figlio dei “Giganti”, difatti alla vista del neonato Noè, suo padre Lamec accusò la moglie di averlo tradito.



    La Bibbia ci parla dei giganti, questo è stato un aspetto positivo perché ha permesso agli studiosi di indagare in questo senso; però allo stesso tempo fa anche confusione in merito a questa questione. Perché vengono confusi quelli che sono “effettivamente i giganti” dalle persone alte e da quello che vengono chiamati giganti nel senso di grandi, di possenti.



    Purtroppo tali descrizioni e/o spiegazioni non si trovano nella Bibbia. Per quanto c’è dato sapere da altre fonti e in conformità a razionali e/o scientifici ragionamenti, i Giganti in questione erano delle persone alte, ma di un’altezza ragionevole e non spropositata come cita la Bibbia. A parte i veri giganti, Cominciamo a considerare che in quel periodo gli uomini erano alti appena sopra il metro, piccolo e scuro, certo sé, tra di loro si poneva un uomo di una altezza di un metro e ottanta centimetri o anche due metri era certamente considerato un gigante, sé poi consideriamo tutti gli altri aspetti somatici erano dei “diversi”, quindi guardati in altro modo o con diffidenza, oggi che per noi e per quanto ci riguarda la statura media è di un metro e settanta, un metro e ottanta, già ci sembra alto chi supera questa media, figuriamoci per quegli omini piccoli.



    Per esempio era considerato un gigante, Hayk (jefet) il terzo figlio di Noè, che a quanto pare fu il fondatore della stirpe ARABATIANA, o ARMENA, cosiddetta stirpe di giganti. Lo stesso nome Haik significa <>. La popolazione dei Kurdi per esempio era costituita da due specie, una di statura “media”e con pelle olivastra e una di tipo europea, quasi scandinava.



    Dal versetto: (9 al 13), viene fatta la lista delle generazioni di Noè, dicendo che Noè fu un uomo giusto e intiero e camminò con il suo Dio, che in tutta la sua lunghissima vita generò tre figli, e che la terra si era corrotta nel cospetto di Dio; il Dio di Noè che gli comunica che la fine dell’umanità è giunta, che ha intenzione di sterminare l’umanità.



    Al versetto (14) il suo Signore comincia a dargli tutte le istruzioni di come deve essere costruita l’Arca, spiegandogli passo, passo, tutto quanto, dandogli tutte le misure oltre alle varie istruzioni, questo fino al versetto 16, come mai l’Onnipotente Dio non ha scoccato le dita e “oplà” un’Arca bella e pronta?




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    Invece a dato istruzioni e misure in modo che se ne occupasse Noè, come se Noè fosse un costruttore. Vada per le misure dell’Arca, le misure date a Noè erano in Cubiti, in metri equivalgono grosso modo a 150 metri di lunghezza, 25 metri in larghezza e 15 metri in altezza <>, che secondo la Bibbia Noè avrebbe messo dentro tutta la sua famiglia di otto persone, tutte le coppie di animali del mondo, dalle formiche agli elefanti oltre a viveri e acqua per loro e per tutti gli animali, per i carnivori, evidentemente altri animali da dargli come pasto.



    Nel versetto (17) il Dio di Noè spiega sadicamente come farà perire tutta l’umanità.



    Dal versetto (18 al 22) Dio dice di volere fare un patto con Noè, ricordandogli che bisogna salvare tutti gli animali, di procurarsi cibo che si mangi (non sapevo che ci fosse cibo che non si mangia) e così via, Noè fece tutto quanto gli era stato comandato.







































































     
     

     
     

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