lunedì 8 aprile 2013
ITALIA ALLA FAME: DISPERATI ALL’ASSALTO DELLE CASSETTE DELLE ELEMOSINE
“Armati” di spago e colla per tirare su le monetine - A Genova il fenomeno dilaga e i parroci organizzano “ronde” di fedeli per tenere alla larga i malintenzionati - Per pochi euro di bottino si rischia la galera… - -
Erika Dellacasa per "Il Corriere della Sera"
L'ultimo caso? Venerdì mattina alle 10 e mezza. Don Valentino non ci ha pensato due volte ed è corso fuori dalla chiesa di Sturla, dietro il ladro: «Ridammi la busta con i 50 euro» gli ha intimato. L'uomo, noto per essere un violento, ha cercato di negare: «Non ho preso niente». «Non ci sono andato per il sottile - racconta il sacerdote genovese - e così lui ha tirato fuori i soldi che aveva preso dalla cassetta delle elemosine. Rubare ai poveri! Che vergogna! La busta non l'aveva più. L'aveva stracciata. Ma mi ha ridato i 50 euro».
PARROCO DENUNCIA FURTI IN CHIESAPARROCO DENUNCIA FURTI IN CHIESA
Il sacerdote ha rischiato una reazione spiacevole. «Lo so, ma se non si fa così non si ottiene niente. Voglio che chi viene in chiesa si senta tranquillo, sicuro, non derubato. Lo dico sempre: venite, chiedete e vi darò quel che posso, chi prende senza chiedere trova la porta chiusa». I furti delle elemosine sono ormai una costante, in preoccupante aumento. Quei 50 euro poi - un'offerta per Pasqua - rappresentano un'eccezione perché le elemosine sono sempre più esigue. Due facce della crisi.
Don Valentino ricorda quando ha sorpreso un tizio con le mani nella cassetta delle offerte («aveva tirato su 5 euro con uno spaghetto con lo scotch biadesivo in fondo») o quando solo quattro giorni fa un energumeno ha insultato una volontaria che, avendone intuito le intenzioni, gli si era avvicinata. I volontari.
FURTO NELLA CASSETTA DELLE OFFERTE IN CHIESAFURTO NELLA CASSETTA DELLE OFFERTE IN CHIESA
Nelle chiese genovesi li chiamano custodi. In maggioranza pensionati e casalinghe, stanno in chiesa qualche ora, cambiano i fiori, guardano che tutto sia in ordine e nel frattempo tengono d'occhio chi si avvicina senza motivo alla cassetta delle offerte.
L'anno scorso il parroco di Santa Zita, don Francesco Pedemonte, esasperato dai furti, aveva pensato di inquadrare i suoi custodi quasi come vigilantes, con turni precisi dalle 7 alle 19, per coprire l'orario di apertura della chiesa e con tanto di pettorina di identificazione: «Non solo rubano le offerte ma spariscono perfino le borsette durante la Comunione. Così non si può andare avanti».
Ma, spiega don Pedemonte, «i vigili urbani mi hanno detto che le pettorine non le possiamo usare perché si violerebbe una norma sulla vigilanza. Ma mi hanno consentito di mandare i volontari con un giubbottino rosso per identificarli durante le processioni per il controllo anti-furto».
CASSETTA DELLE OFFERTE IN CHIESACASSETTA DELLE OFFERTE IN CHIESA
Per un don Valentino che rincorre il malintenzionato molti sono i sacerdoti anziani. Vorrebbero risolvere la situazione senza ricorrere ai carabinieri ma non sempre è possibile. Il 14 marzo due cinquantenni slavi sono stati sorpresi nella chiesa di San Quirico mentre trafficavano con un metro flessibile, che può terminare con una piccola calamita per le monete o con scotch e colla per le banconote. I due avevano recuperato due euro.
OFFERTE IN CHIESAOFFERTE IN CHIESA
Sono stati condannati per direttissima a 20 giorni di detenzione e 50 euro di multa. Avevano precedenti per altri furti in chiesa. «Ma non ho chiamato io i carabinieri» dice il parroco.
«C'è una disperazione dilagante - riflette don Valentino - di cui non ci si rende ancora conto. E le chiese sono obiettivi facili, le cassette delle offerte sono a portata di mano. I responsabili dei furti sono stranieri o italiani, non c'è differenza».
Don Silvio Grilli, direttore del settimanale cattolico «Il Cittadino» non vuole drammatizzare: «Chi pesca nella cassetta delle offerte c'è sempre stato - dice - oggi con la crisi la tentazione è più diffusa. Quello che è importante tuttavia non sono le poche decine di euro delle offerte ma l'incolumità dei parroci e delle persone che custodiscono la chiesa, insieme alla tutela del patrimonio artistico e degli oggetti sacri».
Chi detiene il record dei furti è il santuario di Coronata, nelle alture di Genova. Dieci furti in due mesi. Nel frattempo è cambiato il parroco. E a Pasqua i ladri gli hanno dato il benvenuto forzando il portone con una barra di ferro: si sono portati via 1.300 euro dalla chiesa e 500 dall'abitazione del parroco, don Domenico Bergamo. «Molti danni - dice il parroco - per portare via poca cosa. Ma noi anziani, qui, in questo grande complesso, ci sentiamo indifesi».
f. Dagospia
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