Smentirsi nell’arco di pochi giorni per un politico non è un evento
eccezionale, è la regola. Se non per tutti, per molti. Per smentirsi
nell’arco della stessa conferenza stampa, già dalla frase successiva,
invece, ci vuole del talento. Non ricordiamo precedenti. Ebbene, ieri
sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è riuscito nell’impresa:
ha rivendicato che grazie alle misure da lui adottate si è potuto
evitare un altro lockdown generale, ma subito dopo ha annunciato esattamente un lockdown generale – e di quelli duri.
In questi giorni, lo abbiamo fatto anche noi su Atlantico Quotidiano, si è citata molto la Germania, il lockdown
deciso dalla cancelliera Merkel. Ma dobbiamo ammetterlo, l’abbiamo
citata a sproposito, perché le restrizioni annunciate ieri da Conte non
sono paragonabili a quelle tedesche. La Merkel, per fare solo un
esempio, non ha vietato gli spostamenti tra regioni e comuni.
Ma le contraddizioni non finiscono qui e sconfinano nel patetico. Se
le misure adottate in questi due mesi avessero funzionato, se la curva
del contagio fosse davvero sotto controllo, come ha avuto l’impudenza di
rivendicare il premier, ieri sera non avrebbe dovuto annunciare e
spiegare agli italiani le misure di un nuovo lockdown generalizzato. Oppure sì, è come dice lui, le misure hanno funzionato, ma allora, in questo caso, il lockdown sarebbe del tutto ingiustificato, illegittimo, incostituzionale. Delle due l’una, tertium non datur. In ogni caso, o per il fallimento delle misure che stiamo seguendo da due mesi, o perché sta adottando un lockdown illegittimo, questo governo dovrebbe dimettersiCome abbiamo scritto appena due giorni fa,
i dati dei 21 indicatori – che non ci siamo inventati noi, sono stati
suggeriti dal Cts e recepiti dal governo – mostrano un miglioramento
della situazione, soprattutto per quanto riguarda lo stress sul sistema
sanitario, con un deciso calo di ricoveri ordinari e terapie intensive.
Se così non fosse, d’altra parte, non sarebbero passate in zona gialla
quasi tutte le regioni. Dunque, o erano sbagliati i criteri, o è
ingiustificato questo lockdown natalizio.
Dobbiamo purtroppo ripeterci: le libertà fondamentali tutelate dalla
Costituzione non si possono sospendere per capriccio o per panico,
perché forse i contagi aumenteranno, perché c’è il rischio che la situazione peggiori, anche quando sta migliorando. Non si tratta di dati o valutazioni scientifiche, a motivare questo lockdown
è solo una sfiducia totale nei cittadini, quando sono questi ultimi
semmai a doverne avere del governo. Una chiusura, tra l’altro,
ampiamente più restrittiva di quella adottata in Germania, dove in
effetti i dati stavano peggiorando.
È tutta in queste clamorose, innegabili contraddizioni
l’irragionevolezza delle nuove misure. E ricordiamo ancora un volta, ma
non ci stancheremo mai di ripeterlo: logica, ragionevolezza e
proporzionalità dei provvedimenti sono principi cardine dell’ordinamento
in uno stato di diritto, a cui sia il Legislatore nel legiferare, sia
l’Esecutivo negli atti amministrativi devono attenersi. Sempre, ma in
particolar modo quando si va a incidere così profondamente sulle libertà
fondamentali tutelate dalla Costituzione. Il mero arbitrio non ha
cittadinanza in uno stato di diritto, Governo e Parlamento non sono
liberi di approvare tutto ciò che vogliono, ci sono dei limiti.E qui – come nel caso emblematico del limite delle due persone non
conviventi che si potranno ospitare, tra l’altro non verificabile né
sanzionabile – siamo di fronte a misure di manifesta illogicità, perché
contraddittorie rispetto allo scopo dichiarato, irragionevoli e
sproporzionate, perché non supportate da dati di fatto, ma solo dal
timore di una eventualità.
Tant’è che questa volta Conte non ha nemmeno provato a squadernare
qualche dato concreto, così da provare la razionalità e proporzionalità
delle misure. E dalle dichiarazioni degli esponenti di governo traspare
un gusto nel disporre delle vite degli altri che fa rabbrividire. Non è
il premier, gli va riconosciuto almeno questo, il più scatenato contro
le libertà costituzionali. Sono Pd e Leu, che si sappia. Quelli che
volevano difenderci dai “pieni poteri” di Salvini, chiedevano
addirittura i controlli di polizia nelle case (fermati solo dal
Viminale).Dobbiamo essere consapevoli però che se oggi basta la mera
eventualità di un pericolo, e la sociopatia di qualcuno, per
giustificare qualunque limitazione delle libertà fondamentali, in futuro
altri governi potranno ricorrere con la medesima facilità a questo
precedente. È quello che si chiama un piano inclinato.Infine, non sfugga un particolare molto importante. Questa volta non
si tratta di un Dpcm, di un decreto del presidente del Consiglio, un
atto amministrativo senza alcun vaglio parlamentare o controfirma. Ma di
un decreto-legge, quindi stavolta ci sarà la firma del presidente della
Repubblica Mattarella, che in questo modo finalmente ci metterà la
faccia, facendoci sapere che è lui a permettere tutto questo – questa
strage di vite, di libertà e di diritto – assumendosi la responsabilità
dei diversi profili di incostituzionalità (sospensione delle libertà
fondamentali non necessaria, illogica, non proporzionata). E dubitiamo
fortemente che questo decreto verrà mai convertito in legge dal
Parlamento.
P.S. E questo governo dovrebbe rilanciare l’economia, organizzare la riapertura delle scuole e la campagna di vaccinazione?
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