giovedì 5 dicembre 2019

IL M.E.S. (MECCANISMO DI STABILITA' ECONOMICA)

 IL M.E.S.
(MECCANISMO DI STABILITA' ECONOMICA)
Il nome, Meccanismo di Stabilità Economica (M.E.S. o all'inglese E.S.M.), è il primo inganno: non si tratta affatto di un mezzo per ottenere una qualsivoglia "stabilità" economica, ma di uno strumento in più, forse il più potente, nelle mani dell'oligarchia finanziaria.
Pur nell'estrema complicazione del testo che istituisce il M.E.S., i suoi punti fondamentali possono essere così sintetizzati:

  1. Il M.E.S. è stato approvato il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificato dal consiglio europeo il 25 marzo 2011. Per l’Italia il trattato è stato firmato da Mario Monti a Bruxelles il 2 febbraio 2012. Il 19 luglio dello stesso anno la votazione della Camera dei Deputati - con numeri plebiscitari (325 sì, 53 no e 36 astenuti) ha completato l’iter di ratifica per l’Italia, con la conseguente adesione del nostro Paese al M.E.S. 
 
I numeri della vergogna con cui la nostra Camera ha approvato il M.E.S.

Gli altri Paesi ad avere ratificato il M.E.S. sono stati Belgio, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia: ovvero tutti i 17 Paesi dell’eurozona che erano tenuti all’adesione.

  1. Dal momento in cui tutti lo hanno sottoscritto, il M.E.S. è entrato formalmente in vigore.
  2. Il M.E.S. - presentato volgarmente come “Fondo salva Stati”- non è affatto un semplice fondo, ma un organismo intergovernativo permanente, la cui sede è a Lussemburgo.
  3. Gli Stati partecipanti al M.E.S. (tutti quelli dell’eurozona) devono versare una quota di partecipazione al suo fondo (per l’Italia 125 miliardi). Questa quota si divide in versamenti da fare necessariamente, e un’altra parte come debito “garantito” da versare in caso di necessità. Ma si tratta di “necessità” che quasi certamente si presenteranno molto presto. Il Consiglio dei Governatori può esigere in qualsiasi momento il versamento del capitale sociale non ancora versato, e i Paesi membri dovranno obbedire entro sette giorni dalla richiesta-ordine.
  4. Il Consiglio dei Governatori ha facoltà di aumentare in qualsiasi momento il capitale del M.E.S. Può farlo indefinitamente, senza limiti di tempo o di capitale massimo raggiungibile. Quindi i Paesi membri potranno essere costretti all’infinito ad ulteriori esborsi oltre al capitale iniziale. E anche per questi, lo Stato deve eseguire la richiesta senza alcuna obiezione o approvazione degli organi parlamentari e governativi interni, e sempre entro sette giorni dalla richiesta.
  5. Il tipico Stato indebolito dell’eurozona, per pagare la sua quota di adesione (e le quote corrispondenti ad eventuali aumenti di capitale futuri), sarà inevitabilmente costretto a tagliare i servizi sociali e a indebitarsi ulteriormente. Quindi un meccanismo che viene spacciato come una garanzia per la crisi dei debiti sovrani, inizia con un obbligo di indebitamento, e con l’eventualità di un indebitamento costante, “a richiesta”.
  6. Il M.E.S. "aiuta" gli Stati in grave difficoltà economica non con fondi a titolo perduto o a rimborso parziale, ma con veri e propri prestiti ad interesse. Quindi, si tratta di un aiuto che aumenterà ulteriormente il debito degli Stati “beneficiati”.
  1. Questi prestiti vengono forniti in cambio di “rigorose condizioni” da attuare: ovvero brutali condizioni di massacro sociale e ulteriori riduzioni della propria sovranità statale. Quindi, io Stato mi indebito per partecipare al M.E.S.; questo indebitamento contribuirà alla mia prossima crisi; per "aiutarmi" mi faranno degli ingenti prestiti, e quindi il mio debito aumenterà ulteriormente; e questi prestiti saranno legati a diktat feroci che mi impoveriranno ulteriormente, spappoleranno ancora di più i miei servizi sociali, indeboliranno la mia capacità economica, renderanno ancora più disperati i miei cittadini.
  2. Il M.E.S. può anche “aiutare” gli Stati con l’acquisizione dei loro titoli di Stato rimasti invenduti. Anche in questo caso, mentre per fare parte del M.E.S. io Stato mi sveno a fondo perduto, con l’acquisizione dei titoli dei miei titoli di Stato ricevo denaro a titolo di debito con interessi.
  3. E’ prevista la possibilità che il M.E.S. possa impiegare i suoi fondi per salvare banche private.
  4. Il M.E.S. gode di un regime di assoluto privilegio e immunità. I suoi membri non sono sottoponibili a giudizio. Le sue decisioni non sono appellabili o sindacabili. I suoi atti sono segreti. I suoi locali e proprietà sono inviolabili e godono dell'esenzione fiscale.

A questo punto ci può stare una citazione semplificativa di Marco Pizzuti, che parlando del funzionamento del M.E.S. riassume così la situazione in cui ci troviamo:
Voi mi affidate i vostri soldi e io li gestisco alle seguenti condizioni:
1- non avete diritto di chiedermi delucidazioni su come li spendo e non potete effettuare nessun tipo di controllo sulla mia gestione. Decido io quali informazioni darvi e con quali modalità;
2- oltre all’importo iniziale, siete obbligati a versarmi anche tutte le successive somme aggiuntive che vi richiederò;
3- se avrete bisogno di un prestito, deciderò io se concedervelo e a quali condizioni;
4- nel caso emergano degli illeciti finanziari, delle irregolarità o anche dei crimini gravissimi, non potrete denunciarmi, a meno che non sia io stesso ad autorizzarvi.
Accettate?
E tutti i Paesi dell’eurozona hanno risposto “SI'”.

Come ha ben detto Paolo Barnard, il M.E.S. non va visto da solo, come se si trattasse di un mostro uscito fuori dal nulla. Esso è solo una delle ultime creazioni del sistema europeo.
Considerando complessivamente le sue modalità di funzionamento e vedendolo in connessione anche col Fiscal Compact e il sistema dell’euro, siamo in grado di potercela fare noi una domanda: se questo ulteriore meccanismo serva davvero a garantire la “stabilità” dei Paesi dell’euro, a evitare tracolli finanziari, a salvaguardare i cittadini e tutte le altre cose che vengono ripetute incessantemente, o se lo scopo non sia esattamente l’opposto: ovvero DESTABILIZZARE IN MANIERA CRESCENTE LA CAPACITA’ ECONOMICA E IL TESSUTO SOCIALE DEGLI STATI EUROPEI, IMMETTERLI IN UNA SPIRALE CRESCENTE DI DEBITI PER AFFRONTARE I QUALI SARANNO COSTRETTI A STIPULARE ALTRI DEBITI E A CEDERE FINO ALL’ULTIMO GRAMMO DI SOVRANITA’.
Dobbiamo chiederci allora se tutto quello cui stiamo assistendo, se questo labirinto di normative, regolamenti, trattati, diktat, istituti e organismi via via più complessi, non abbiamo come fine la cancellazione di ogni dimensione nazionale e di ogni potere democratico, al fine di arrivare ad una oligarchia europea fondata sul potere del denaroproprio lo scenario insistentemente descritto da Alain Parguez.
Questa domanda abbiamo il dovere di porcela. Un dovere che è anche una responsabilità verso tutti i cittadini del nostro Paese e tutti i popoli d’Europa.



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