JACQUES VALLEE E L'UFOLOGIA PARAFISICA
di Paolo Toselli
Vi ricordate nel film di Spielberg, Incontri ravvicinati del terzo tipo il personaggio del francese Lacombe (impersonato da Fran‡ois Truffaut), che dirige l'équipe di scienziati in cerca del contatto con gli alieni? La tipica figura dello scienziato-ufologo è modellata su uno studioso che come pochi ha influenzato lo sviluppo dell'ufologia, il franco-americano Jacques Vallée.
Interessatosi casualmente agli UFO nel 1961, quando era un giovane astronomo all'Osservatorio di Parigi, si trovò ad espatriare dopo pochi mesi negli Stati Uniti, dove divenne assistente di Joseph Allen Hynek, direttore del Dipartimento di astronomia della Northwestern University, e all'epoca consulente del Project Blue Book, la commissione sugli UFO dell'Aeronautica Militare.
Mentre spostava il suo interesse dall'astronomia alla nascente computer science, Vallée fu il primo ad utilizzare lo strumento informatico per studiare il fenomeno UFO, creando il primo catalogo mondiale computerizzato di avvistamenti, attraverso un originale sistema di classificazione. Nel 1964 sottolineò l'importanza dei casi di atterraggio con presenza di umanoidi, contribuendo a farli rientrare nell'ambito della casistica "accettata". L'anno dopo Vallée pubblicò il suo primo libro, Anatomy of a Phenomenon, che insieme al successivo,Challenge to Science, rappresentò l'avvio dell'ufologia scientifica e il punto di riferimento per i ricercatori universitari che via via verranno ad affiancarsi a Vallée ed Hynek.
L'approccio di quello che potremmo chiamare il primo Vallée fu caratterizzato dalla ricerca di costanti che emergessero non tanto dallo studio di singoli casi, ma dall'analisi della casistica nel suo insieme, utilizzando lo strumento statistico. Celebri in proposito le quattro "leggi" di Vallée, fra cui rimagono attuali la legge oraria (relativa alla distribuzione degli avvistamenti nell'arco della giornata: maggiore nelle ore della tarda sera con un altro picco prima dell'alba) e la prima legge negativa (gli atterraggi si distribuiscono in ragione inversa alla densità della popolazione).
Al Vallée scientifico fa però ben presto seguito il Vallée parafisico, quando nel 1969 esce il libro Passport to Magonia: from Folklore to Flying Saucers. Per la prima volta uno studioso mette in dubbio l'ipotesi extraterrestre scavalcandola in favore di un'interpretazione più complessa. Il mutamento di opinione muove dall'interesse che Vallée ha sviluppato per la casistica a più alta stranezza, quella dei casi di atterraggio, che mostra una straordinaria analogia con tutta una serie di racconti che appartengono al folklore antico e medioevale, e che riferiscono di incontri con divinità, creature ed esseri soprannaturali. Contrariamente a quanti erano tentati di rileggere tali racconti come interventi extraterrestri nel nostro passato, Vallée li riferisce a un'altra realtà che interferisce con la nostra, e che viene interpretata in ogni epoca all'interno del contesto culturale dominante. Nasce una nuova corrente, quella che verrà chiamata "ufologia parafisica", fautrice della provenienza degli UFO non dallo spazio ma da una realtà a noi parallela, pur se non sempre visibile.
Col tempo, Vallée arriva ad un'ulteriore tappa del suo pensiero, espresso in forma compiuta nel 1975 con la pubblicazione del libro The Invisible College. La realtà del fenomeno non viene messa in dubbio, ma la sua vera natura risulterebbe mascherata. Secondo Vallée, gli UFO si comportano come un "sistema di controllo" che influenza l'evoluzione spirituale dell'umanità puntando ad un graduale ampliamento della nostra coscienza. D'altra parte questo è il periodo in cui Vallée, che lavora all'Università di Stanford, è maggiormente influenzato dall'interesse per la parapsicologia, e a sua volta influenza in questa direzione Allen Hynek, come risulta dalle loro discussioni raccolte in un libro co-firmato e pubblicato col titolo The Edge of Reality: a Progress Report on UFOs (edito anche in Italia col titolo UFO: realtà di un fenomeno, Armenia 1979).
Nel 1979 Vallée pubblica un nuovo libro, più controverso ancora del precedente, intitolato Messengers of Deception - UFO Contacts and Cults (anche questo tradotto in Italia, col titolo Messaggeri di illusioni: il culto degli UFO, Sperling & Kupfer 1984). La preoccupazione dell'autore è rivolta alle implicazioni sociali dell'ufologia. Accanto alla componente fisica (gli oggetti osservati e la loro causa) e a quella psicologica (relativa ai singoli testimoni), Vallée vede infatti un effetto sociologico (a livello di massa) del problema UFO, che sarebbe manipolato o comunque sfruttato da qualcuno - i servizi segreti delle varie nazioni o qualche tipo di società segreta - per secondi fini. Per sostenere tale tesi, punta soprattutto su un'analisi di aspetti apparentemente marginali: le sette cultiste create attorno alle figure carismatiche dei contattisti (che rappresenterebbero una forma di "nuova religione", non spontanea ma manipolata) ed i misteriosi casi di mutilazione del bestiame che negli anni '70 hanno invaso l'America (e che sarebbero un aspetto della tecnologia psicotronica rappresentata dal fenomeno UFO: eventi fisici usati per influenzare la coscienza delle persone).
Il libro riceve una fredda accoglienza da parte dell'intera comunità ufologica. Jacques Vallée si tira quindi in disparte e scompare dalla scena per diversi anni.
Sinché nel 1988 viene annunciata l'uscita di un suo nuovo libro: Dimensions - A Casebook of Alien Contact. In realtà si tratta di un collage attualizzato di capitoli dei suoi libri precedenti, ormai introvabili. Nel 1990 Vallée torna al centro della scena ufologica pubblicando Confrontations e nel 1991, a terminare un'ideale trilogia, arriva Revelations: Alien Contact and Human Deception. Mentre Confrontations presenta un panorama delle indagini condotte personalmente da Vallée nel corso degli anni '80, con particolare attenzione ai casi di incontro ravvicinato con effetti fisici e fisiologici, Revelations è in sostanza un seguito di Messaggeri di illusioni. La tesi di fondo, di per sé affascinante, è che qualcuno di molto terrestre usa il problema UFO per operazioni di intelligence, con intenti di disinformazione (mascherare come UFO esercitazioni ed operazioni militari segrete), di esperimenti di guerra psicologica (condizionamento degli ufologi mediante diffusione di falsi documenti ufficiali) e forse perfino di provocare cambiamenti sociali.
Ho incontrato personalmente Vallée e sua moglie Janine a Bruxelles nel novembre 1988. Ritengo le sue idee altamente speculative, ma decisamente stimolanti, e proprio con una sua frase vorrei concludere. "Non ho conclusioni, afferma Vallée. La mia inclinazione è pensare al fenomeno UFO come a una forma di coscienza, non necessariamente una forma di intelligenza, aliena o meno: potrebbe anche trattarsi di un processo naturale legato alla specie umana."
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