C’è chi, come il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi (Nuovo centrodestra), racconta di essere stato un obiettore di coscienza: “Ho fatto il servizio civile e ne vado fiero”. Chi, come il viceministro dell’Economia Enrico Morando (Partito democratico), gonfia il petto: “Non mi sono tirato indietro, ero nella mitica Brigata Sassari”. E ancora chi, come il numero due dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti (Pd), rivela: “Sono stato riformato per problemi di miopia e astigmatismo”. Con la minaccia del terrorismo islamico alle porte e con l’ipotesi di una missione internazionale armata a cui anche l’Italia potrebbe prendere parte se la situazione dovesse precipitare, una domanda sorge spontanea: quanti, fra i 44 uomini del governo di Matteo Renzi, gli stessi che dovrebbero decidere se impegnare o meno il nostro Paese, hanno assolto agli obblighi di leva? Pochi, appena 14. Circa il 30%, secondo quanto ricostruito da ilfattoquotidiano.it. Un’altra parte, circa il 20%, ha scelto la via dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, opzione offerta dalla legge a chi non voleva fare il servizio militare.
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Il primo a non aver imbracciato il fucile è proprio il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, militesente perché era da poco diventato papà del suo primogenito. Si tratta di uno dei casi di esonero dal servizio: esentato con prole. Circostanza simile per Giuliano Poletti. L’ex leader della LegaCoop, oggi ministro del Lavoro, non ha indossato la divisa perché a 22 anni, dopo i rinvii a causa degli studi universitari, si è sposato e fra il 1973 e il ’75 ha avuto due figli. Pure il capo del Viminale, Angelino Alfano, non ha calzato l’elmetto, come il guardasigilli Andrea Orlando (Pd) e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi (Ncd). Orlando ha prestato assistenza al centro immigrati della sua città, La Spezia, mentre Lupi ha svolto il servizio civile (due anni) ai tempi dell’università. A serrare i ranghi degli obiettori di coscienza, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina (Pd).
Gli unici due ministri dell’esecutivo in carica ad aver svolto la naja sono quindi Gian Luca Galletti (Udc) e Dario Franceschini (Pd). Il numero uno dell’Ambiente è stato congedato caporal maggiore dopo l’esperienza al 121° artiglieria contraerea leggera ad Ascoli Piceno. Quello della Cultura, invece, non è andato troppo lontano dalla “sua” Ferrara dopo che era stato eletto consigliere comunale della Democrazia cristiana (Dc). E i ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni (che aveva parlato di un’Italia “pronta a combattere”), e dell’Economia Pier Carlo Padoan? Più volte contattati sull’argomento, i loro portavoce non hanno fornito risposta.
Quattro, invece, i viceministri che hanno fatto il militare. Primo fra questi Enrico Costa, numero due della Giustizia in quota Ncd, ausiliario nei carabinieri nel 1994. Abili e arruolati anche i due bracci destri di Padoan, Luigi Casero (Ncd) ed Enrico Morando (Pd). Il primo ha prestato servizio nell’Aeronautica Militare, a Macerata e a Torino; il secondo, come detto, ha fatto parte della Brigata Sassari. Mentre il leader socialista Riccardo Nencini, viceministro dei Trasporti, è stato arruolato nel reggimento fanteria “Lupi di Toscana”. Niente naja, invece, per i due vice di Federica Guidi allo Sviluppo economico, Carlo Calenda e Claudio De Vincenti. Così come per Andrea Olivero, ex presidente delle Associazioni cristiane dei lavoratori (Acli) e oggi al fianco di Martina all’Agricoltura. Non pervenuti Filippo Bubbico e Lapo Pistelli (Pd): gli uffici stampa del ministero dell’Interno e degli Esteri non hanno fatto seguito alle ripetute richieste de ilfattoquotidiano.it.
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Veniamo ai sottosegretari. Il renzianissimo Graziano Delrio (presidenza del Consiglio) è stato esonerato perché al tempo della chiamata era già padre di due dei suoi nove figli. Un altro componente del “giglio magico”, Luca Lotti (sottosegretario con delega all’Editoria), classe 1982, ha beneficiato dell’abolizione della leva obbligatoria. Sandro Gozi (politiche europee, Pd) ha svolto il servizio civile in una comunità di recupero per tossicodipendenti a Cesena, così come Davide Faraone (Istruzione, Pd) che è passato dall’Associazione ricreativa e culturale italiana (Arci) alla Nidil Cgil, la costola del sindacato che si occupa di rappresentare i lavoratori atipici. Mentre Angelo Rughetti (pubblica amministrazione, Pd) è stato riformato  dopo un intervento chirurgico.
Pur essendo giudicato abile alla leva, Pier Paolo Baretta (Economia, Pd) ha usufruito della possibilità, prevista dalla legge, di ottenere l’esonero dal servizio militare in quanto, a causa di una grave malattia del padre, era l’unico componente idoneo al sostegno del nucleo familiare. Ultimo di tre figli, il magistrato Cosimo Ferri (Giustizia) è stato dispensato perché, secondo quanto stabilisce una norma del 1964, i suoi due fratelli avevano già assolto completamente il servizio di leva. Fra gli obiettori di coscienza anche i due sottosegretari agli Esteri Mario Giro e Benedetto Della Vedova, che nel 1986 ha svolto il servizio civile ad Erba in una comunità per anziani e disabili, più quello al Lavoro Luigi Bobba (Pd). Il quale, fra il 1979 e l’80, ha comunque svolto il servizio civile. Ivan Scalfarotto (Riforme costituzionali, Pd) e Vito De Filippo (Salute, Pd), invece, sono stati esentati per motivi di studio. Niente naja anche per il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano (Ncd).
C’è però anche chi la mimetica l’ha indossata eccome. Per esempio Antonello Giacomelli (Sviluppo economico, Pd). Ma anche Luciano Pizzetti (Riforme, Pd), che ha fatto parte della brigata meccanizzata granatieri di Sardegna, e Gianclaudio Bressa (Affari Regionali, Pd), che nel 1976 era componente della Brigata alpina “Cadore”. Il neo segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti (Economia) è stato ausiliario nei carabinieri a Fossano, in provincia di Cuneo; nel 1975 Umberto Del Basso de Caro (Trasporti, Pd) era invece alla caserma Scianna di Palermo, corso 1000/C Calatafimi. Giuseppe Castiglione (Agricoltura, Ncd) ha prestato servizio come aviere in aeronautica a Taranto e Sigonella, Massimo Cassano (Lavoro, Ncd) si è congedato il 12 febbraio 1983 dopo aver prestato servizio alla Caserma Picca di Bari. Il più titolato di tutti è sicuramente il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi (Ncd), che ha iniziato la sua carriera all’Accademia Militare di Modena con il 151° Corso nel periodo 1969-’71, raggiungendo il 1° gennaio 2008 il grado apicale di generale di corpo d’armata dell’Esercito.

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